ROMA (ITALPRESS) – Impennata dei casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. Sono 289 i nuovi positivi secondo i dati del bollettino epiedemiologico fornito dal Ministero della Salute. Il numero maggiore di positivi arriva dalla Lombardia (+46), seguito da Veneto (42) e Lazio (34). Scende per fortuna il numero dei morti, sono 6, la metà rispetto a quelli contati ieri. Il totale dei casi dall’inizio della pandemia sale quindi a 246.766. In lieve crescita pure gli attualmente positivi (+7) a 12.616. In calo (-18) i ricoverati con sintomi: il numero scende a 731. Prosegue la discesa dei ricoverati in terapia intensiva: sono 38, 2 in meno rispetto a ieri. Ad aumentare sono invece le persone in isolamento domiciliare (+27) e che porta il numero complessivo a 11.847. In forte crescita invece i guariti: ad oggi sono 199.031, con un incremento di 275. I tamponi processati sono stati 56.018. Oggi soltanto l’Umbria e la Basilicata non hanno registrato nuovi positivi.
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Coronavirus, 289 nuovi casi e 6 morti nelle ultime 24 ore
In Sicilia 18 nuovi casi di coronavirus
ROMA (ITALPRESS) – Stabili i contagi di Covid-19 in Sicilia secondo i dati forniti dal Ministero della Salute. Sono 18 i nuovi positivi: ieri erano stati 19. Così il numero degli attualmente positivi sale a 224. Invariato il numero dei ricoverati con sintomi (29) e dei ricoverati in terapia intensiva (2). In aumento coloro che invece si trovano in isolamento domiciliare (+18), determinando il numero di 193. Non si registrano guariti.
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Tumore del fegato, Ismett Palermo in prima linea grazie al trapianto
PALERMO (ITALPRESS) – L’Ismett di Palermo in prima linea per la cura del tumore del fegato. I medici hanno deciso per il trapianto, dopo un trattamento neoadiuvante per ridurre il volume del tumore, su una donna di Catania affetta da colangiocarcinoma, un tumore del fegato che riguarda le vie biliari, che non poteva essere sottoposta alla resezione chirurgica.
Un approccio terapeutico non convenzionale che ha garantito alla paziente di tornare ad una buona qualità della vita.
“La paziente – sottolinea il professore Salvatore Gruttadauria, direttore del Dipartimento per la cura e lo studio delle patologie addominali e dei trapianti addominali di ISMETT – è stata dimessa pochi giorni dopo l’intervento. Sta bene, le sue condizioni sono ritenute eccellenti ed è in grado di vivere una vita piena”.
L’intervento è stato eseguito quasi un anno fa, anche se i medici hanno voluto attendere questi mesi prima di darne notizia per essere certi che l’approccio terapeutico non convenzionale funzionasse. Il trapianto di fegato come cura dei tumori del fegato in fase primitiva o metastatica è, infatti, alla base di nuovi studi multicentrici avviati da ISMETT in sinergia con la rete oncologica siciliana.
Il primo studio che dimostra la validità terapeutica del trapianto di fegato in caso di cancro al fegato è stato pubblicato su The Lancet Oncology. Allo studio -anche questo un trial multicentrico – aveva partecipato anche l’IRCSS ISMETT. La notizia dell’intervento sulla signora di Catania si inquadra proprio in un insieme di studi multicentrici che – in linea con le indicazioni di Lancet Oncology – hanno lo scopo di curare con il trapianto tumori primitivi e metastatici del fegato tradizionalmente non trattati con questo intervento. “Il trapianto di fegato per il colangiocarcinoma può in casi selezionati, di pazienti non curabili con la resezione del fegato che resta il trattamento ideale, essere un’opzione terapeutica efficace”, ha detto Gruttadauria.
Il trapianto di fegato si dimostra la scelta migliore anche nel caso della donazione da vivente. Offrire la possibilità di un trapianto di fegato da vivente si è rilevato particolarmente favorevole in pazienti trapiantati prima che le condizioni della propria malattia di fegato peggiorino e diventino gravi.
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Il ministero aggiorna i dati, i nuovi casi di Covid sono 212 e non 181
ROMA (ITALPRESS) – Aumento dei contagi più marcato alla luce del nuovo riconteggio compiuto dal ministero della Salute. Sono 212 i nuovi positivi e non, come indicato in un precedente bollettino, 181. In crescita rispetto ai 170 di ieri. Nel calcolo non era stato inserito l’incremento di 19 casi in Sicilia, di 10 in Valle d’Aosta e di 2 positivi nella Provincia autonoma di Bolzano. Il totale dei casi dall’inizio della pandemia sale perciò a 246.488. In lieve crescita pure gli attualmente positivi (+28) a 12.609. Aumentano pure i decessi: nelle ultime 24 ore se ne registrano 11. Lieve aumento (+9) per i ricoverati con sintomi: ad oggi sono 749. Di questi 40 sono ricoverati in terapia intensiva (-5). Sono 11.820 (+24) le persone in isolamento domiciliare. Per quanto riguarda i guariti il numero complessivo sale a 198.756, con un incremento di 163 nelle ultime 24 ore. I tamponi processati sono stati 48.170, quasi il doppio rispetto a ieri.
A segnare il maggiore incremento di nuovi positivi la Lombardia (53), seguita da Campania (29), Veneto (24) ed Emilia Romagna (20). In 5 regioni non si registrano nuovi casi: si tratta di Basilicata, Molise, Umbria, provincia autonoma di Trento e Friuli Venezia Giulia.
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In aumento i nuovi casi di Coronavirus, 11 i decessi
Aumento dei contagi più marcato alla luce del nuovo riconteggio compiuto dal ministero della Salute. Sono 212 i nuovi positivi e non, come indicato in un precedente bollettino, 181. In crescita rispetto ai 170 di ieri. Nel calcolo non era stato inserito l’incremento di 19 casi in Sicilia, di 10 in Valle d’Aosta e di 2 positivi nella Provincia autonoma di Bolzano. Il totale dei casi dall’inizio della pandemia sale perciò a 246.488. In crescita pure gli attualmente positivi (+28) a 12.609. Aumentano pure i decessi: nelle ultime 24 ore se ne registrano 11. Lieve aumento (+9) per i ricoverati con sintomi: ad oggi sono 749. Di questi 40 sono ricoverati in terapia intensiva (-5). Sono 11.820 (+24) le persone in isolamento domiciliare. Per quanto riguarda i guariti il numero complessivo sale a 198.756, con un incremento di 163 nelle ultime 24 ore. I tamponi processati sono stati 48.170, quasi il doppio rispetto a ieri.
A segnare il maggiore incremento di nuovi positivi la Lombardia (53), seguita da Campania (29), Veneto (24) ed Emilia Romagna (20). In 5 regioni non si registrano nuovi casi: si tratta di Basilicata, Molise, Umbria, provincia autonoma di Trento e Friuli Venezia Giulia.
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Liste d’attesa, Cimo-Fesmed “La libera professione è un diritto”
ROMA (ITALPRESS) – “L’emergenza Covid ha stravolto il mondo ma non ha cambiato la linea demagogica della politica italiana, che vuole vedere nella libera professione intramuraria la causa dei lunghi tempi di attesa nella sanità. Prevedere di vietarla, violando così i diritti professionali dei medici e ignorando che la causa dei tempi lunghi è la carenza strutturale di medici specializzati, dimostra che la politica non ha imparato nulla dalla crisi”. Questa la reazione di Cimo-Fesmed all’intervento del sottosegretario alla Salute Sandra Zampa in Parlamento in risposta a una interrogazione sul tema delle liste di attesa ambulatoriali.
“Non è bastato l’estremo impegno del personale sanitario contro il Covid – commenta il presidente Guido Quici – per ricordare da un lato la totale abnegazione dei medici, che hanno pagato direttamente le conseguenze della pandemia, e dall’altro la forte carenza di personale del SSN, che ha costretto il governo in fretta e furia a reclutare durante l’emergenza chiunque fosse disponibile anche se non adeguatamente formato”.
“Non è bastato ribadire in ogni sede che i lunghi tempi di attesa dipendono dalla mancanza di personale specializzato per far fronte ai fabbisogni di cure dei cittadini e che era prevedibile “l’effetto rimbalzo” post lockdown per visite sospese e rinviate – ha aggiunto -. Invece di prendere coscienza che le dinamiche sono cambiate, che il Covid ha acceso i fari su una carenza di medici ormai drammatica e sulla necessità di una profonda riforma del SSN, invece di scaricare sui medici le attuali inefficienze organizzative, invece di affrontare le questioni in modo concreto, il ministero risponde con la retorica delle vecchie scuse”.
“Se il decreto Rilancio – aggiunge Quici – ha previsto un raddoppio delle terapie intensive senza prevedere il fabbisogno di medici specialisti delle aree intensive e sub intensive, come si intende affrontare con l’attuale dotazione organica la progressiva riapertura delle attività programmate secondo le recenti linee di indirizzo della “fase 2″? In caso di seconda ondata della pandemia con quali medici si intende affrontare le emergenze COVID e, al tempo stesso, risolvere il problema liste di attesa?”.
Per CIMO-FESMED si tratta, ora, di essere concreti e di recuperare le lunghe liste di attesa con una concertazione tra strutture e professionisti. Nell’affrontare il tema è necessario partire dai dati dello stesso ministero della Salute, secondo i quali: la libera professione incide solo nella misura dello 0,36% sui ricoveri e del 6,58% sulle prestazioni ambulatoriali, con trend in continua discesa; tra il 2012 e il 2016, i medici che svolgono ALPI sono diminuiti del 13% (meno 7.570 unità); tra il 2011 e il 2016, il rapporto tra ricavi e costi aziendali ALPI è cresciuto del 34,9%, ovvero da 176,9 a 238,7 mil. di euro.
“Ai cittadini venga onestamente spiegato che le aziende non sono in grado di aumentare l’offerta sanitaria o recuperare i lunghi tempi di attesa con gli attuali organici; che i bilanci delle regioni e delle aziende non consentono di incrementare il personale in modo strutturale e stabile ma solo a tamponare situazioni emergenziali; che gran parte delle aziende, proprio per risparmi di cassa, continua a non applicare la diretta assunzione degli oneri delle prestazioni sanitarie con sola partecipazione del ticket da parte del cittadino, indirettamente orientando il cittadino verso prestazioni in libera professione”, conclude Quici.
CIMO-FESMED sottolinea dunque la necessità che l’offerta sanitaria sia coerentemente proporzionata alle risorse umane attualmente operanti nel SSN e, certamente, il recupero di mesi di attività non può in alcun modo risolversi adottando strumenti punitivi per azienda e professionisti quali, ad esempio, il blocco della libera professione.
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Campania, De Luca “al lavoro per umanizzare servizi nella sanità”
NAPOLI (ITALPRESS) – “Stiamo lavorando ad una fase diversa dell’organizzazione sanitaria, quella della piena umanizzazione del servizio: l’infermiere di quartiere, l’assistenza domiciliare, la medicina territoriale. Questo lavoro è pianamente in corso e, dopo aver raggiunto l’equilibrio di bilancio ed essere usciti dal commissariamento abbiamo approvato un piano per il personale che ci permetterà di avere energie fresche”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di un intervento alla Fondazione Banco di Napoli.
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A Palermo un defibrillatore cardiaco collegato ad app, primo in Sicilia
PALERMO (ITALPRESS) – La Cardiologia dell’Arnas Ospedale Civico di Palermo è la prima in Sicilia a utilizzare un nuovo strumento, con una nuova tecnologia, per la gestione dei disturbi del ritmo cardiaco e lo scompenso. Si tratta di una nuova generazione di defibrillatori cardiaci impiantabili, il “Gallant” prodotto dalla Ditta statunitense Abbott, più piccoli ma soprattutto in grado di trasmettere ai medici i dati sulla funzionalità cardiaca attraverso un’applicazione per smartphone.
“Si tratta – spiega Giuseppe Sgarito, responsabile del Laboratorio di Elettrofisiologia e Presidente Regionale dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC) – di un dispositivo a suo modo rivoluzionario in quanto si può abbinare ad una app per smartphone che permette al paziente non solo di poter essere monitorato dal Centro Ospedaliero che lo segue, ma anche di essere direttamente coinvolto nel suo percorso di cura. Abbott ha riservato questo nuovo dispositivo a soli 4 centri in Italia e complessivamente a soli 40 nel mondo. L’Arnas Civico è il primo ad averlo messo in funzione in Sicilia e ad oggi abbiamo già eseguito dieci impianti”.
Il nuovo sistema Gallant si impianta come un pacemaker e ha una doppia funzione: da un lato riconosce le aritmie e interviene erogando impulsi elettrici o, nei casi più gravi, delle scariche elettriche; dall’altro è in grado di resincronizzare il ritmo del cuore. Un’apposita applicazione installata sullo smartphone iOS o Android dei pazienti permette di condividere in modo sicuro le informazioni sulla funzionalità cardiaca utilizzando la tecnologia wireless Bluetooth integrata. I medici possono monitorare costantemente i pazienti da remoto e identificare così gli episodi critici intervenendo in maniera tempestiva.
“Questo apparecchio è un salvavita che previene le aritmie potenzialmente fatali causate da un danno cardiaco – aggiunge Sgarito – Per il paziente è come avere un cardiologo sempre al proprio fianco. E’ una tecnologia che segue il paziente da remoto senza bisogno che sia lui a venire in ospedale, aspetto fondamentale in questa fase di ripresa post-Covid”.
L’Ospedale Civico ha avviato un piano di rilancio voluto dal Direttore Generale, Roberto Colletti, che sta portando a questi avanzamenti tecnologici. “L’impatto positivo del monitoraggio remoto e della telemedicina – prosegue Sgarito – è comprovato e porta a migliori outcome dei pazienti, che sono più tranquilli e si sentono più seguiti, riducendo il carico dell’attività sul sistema sanitario. In questo contesto, la vera sfida è rendere accessibili queste nuove tecnologie a tutti i pazienti in quanto ad oggi la prestazione non è ancora stata codificata dal Sistema sanitario nazionale e non è rimborsata alle strutture che la utilizzano e che, per questo, presentano ancora grosse difficoltà ad allocare le risorse necessarie. Nonostante ciò, al momento riusciamo a seguire in remoto circa un migliaio di pazienti”.
“Con oltre 800 procedure interventistiche eseguite ogni anno, tra impianti di pacemaker e defibrillatori e ablazioni di aritmie, il Laboratorio di Elettrofisiologia della UOC Cardiologia si conferma fiore all’occhiello dell’Arnas di Palermo e hub di riferimento per tutto il Sud Italia”, afferma Francesco Talarico, primario di Chirurgia Vascolare e attuale Direttore facente funzioni della Cardiologia.
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