ROMA (ITALPRESS) – Al 18 luglio il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 è di 244.216, con un incremento rispetto al 17 luglio di 249 nuovi casi. Lo rende noto il ministero della Salute. Il numero totale di attualmente positivi è di 12.368, con un decremento di 88 assistiti rispetto al 17 luglio. Tra gli attualmente positivi, restano 50 in cura presso le terapie intensive. 757 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 14 pazienti rispetto al 17 luglio. 11.561 persone sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto al giorno precedente i nuovi deceduti sono 14 e portano il totale a 35.042. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 196.806, con un incremento di 323 persone rispetto al 17 luglio. Il numero di tamponi effettuati nelle ultime ventiquattro ore ammonta a 48.265, per un totale di 6.202.524.
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Coronavirus, 249 nuovi casi in Italia
Coronavirus, Ministero-Iss “Lieve aumento dei casi, rispettare misure”
ROMA (ITALPRESS) – Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 29/6-12/7) di 4,6 per 100.000 abitanti (in lieve aumento). Lo rendono noto il ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità nel Report settimanale delle Regioni a cura della Cabina di Regia sul coronavirus.
“A livello nazionale – si legge nel Report -, si osserva un lieve aumento nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, con Rt nazionale = 1.01, sebbene sia inferiore ad 1 nel suo intervallo di confidenza minore. Questo indica che la trasmissione nel nostro paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane”.
L’analisi dei dati è relativa al periodo 6-12 luglio 2020, successivo alla terza fase di riapertura avvenuta il 3 giugno 2020. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero prevalentemente nella terza decade di giugno. Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti.
“In quasi tutte le Regioni e Province Autonome sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente, con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in alcune Regioni/PPAA. Tale riscontro in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti – spiega il Report -. Oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell’infezione vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine. Questo evidenzia come ancora l’epidemia in Italia di COVID-19 non sia conclusa. Si segnala in alcune Regioni/PA la presenza di nuovi casi di infezione importati da altra Regione e/o da Stato Estero. Si conferma perciò una situazione epidemiologica estremamente fluida. Le stime Rt tendono a fluttuare in alcune Regioni/PPAA in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti. Si osservano, pertanto, negli ultimi 14 giorni stime superiori ad 1 in sei Regioni dove si sono verificati recenti focolai. Persiste l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali. Seppur in diminuzione, in alcune realtà regionali continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante”.
Per ministero della Salute e Iss “è essenziale mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di testing-tracking-tracing in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia. In caso contrario, nelle prossime settimane, potremmo assistere ad una inversione di tendenza con aumento rilevante nel numero di casi a livello nazionale. Per questo rimane fondamentale mantenere una elevata la consapevolezza della popolazione generale sulla fluidità della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico”.
“Sebbene le misure di lockdown in Italia abbiano permesso un controllo efficace dell’infezione da SARS-CoV-2, al momento siamo in una situazione di trasmissione stazionaria a livello nazionale in cui persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti e talvolta associati a casi che hanno contratto l’infezione in Stati esteri – spiega ancora il Report -. Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto. Questo avviene grazie alle attività di testing-tracking-tracing che permettono di interrompere potenziali catene di trasmissione sul nascere. La riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento permette una più tempestiva identificazione ed assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione”.
“Non sorprende pertanto osservare un numero ridotto di casi che richiedono ospedalizzazione in quanto, per le caratteristiche della malattia COVID-19, solo una piccola proporzione del totale delle persone che contraggono il virus SARS-CoV-2 sviluppano quadri clinici più gravi. Questo risultato, atteso in base alla strategia adottata nella fase di transizione, permette di gestire la presenza del virus sul territorio, in condizioni di riapertura, senza sovraccaricare i servizi assistenziali – sottolineano ministero e Iss -. La situazione descritta in questo report, relativa prevalentemente ad infezioni avvenute alla fine di giugno 2020, è complessivamente positiva con piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione. Al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni/PPAA. E’ necessario mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali, continuare a rafforzare la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento dei casi confermati, la quarantena dei loro contatti stretti. Queste azioni sono fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiche”.
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In Sicilia 4 nuovi casi di coronavirus, cresce numero ricoverati
PALERMO (ITALPRESS) – Sono 4 i nuovi positivi al Covid in Sicilia, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute. Il numero totale dei contagiati dall’inizio della pandemia sale perciò a 3.136. Anche oggi non si registrano decessi. Il numero degli attualmente positivi cresce leggermente a 158, 4 in più rispetto a ieri. In crescita anche il dato relativo ai ricoverati, oggi sono 9 (+3), nessuno in terapia intensiva. Lievissimo aumento per quanto riguarda coloro che si trovano in isolamento domiciliare, uno in più registrato nelle ultime 24 ore e che porta il dato complessivo a 149. Sempre nell’ultimo giorno non si registrano guariti.
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Coronavirus, in lieve aumento i nuovi contagi, calano i decessi
ROMA (ITALPRESS) – In leggero aumento i casi di coronavirus in Italia. Nelle ultime 24 ore l’incremento di nuovi contagiati è di 233 (ieri erano stati 230). Il numero totale sale perciò a 243.967. In calo invece il numero dei decessi, 11 morti rispetto ai 20 della giornata precedente. In questo caso il numero totale dei deceduti tocca quota 35.028. A fornire i dati il ministero della Salute attraverso il consueto bollettino sulla presenza del Covid in Italia. Calano di 17 gli attualmente positivi, ad oggi sono 12.456. In aumento i guariti, 237 in più rispetto a ieri, dato che porta il totale a 196.483. In crescita il numero dei ricoverati, 21 in più: oggi sono 771. Di questi 50 si trovano nei reparti di terapia intensiva, con una decremento di 3 pazienti rispetto a ieri. Infine, per quanto riguarda il numero di coloro che si trovano in isolamento, in tutto sono 11.635, pari ad una riduzione di 35 unità.
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Speranza “Massima cautela fino a quando non avremo il vaccino”
FIRENZE (ITALPRESS) – “Il nostro auspicio è lavorare perchè in un tempo breve la comunità scientifica possa darci un vaccino e terapie adeguate che ci consentano di risolvere in via definitiva questa battaglia. Lavoriamo, stiamo investendo anche come governo sia per la ricerca del vaccino sia sulla ricerca di terapie. Fino a quando non avremo nè vaccino nè terapia abbiamo bisogno di un atteggiamento di massima cautela”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Firenze, a chi gli ha chiesto se tema una nuova ondata di casi di Coronavirus. “E dove si dovessero verificare focolai, come sta avvenendo qua e là nel Paese, dobbiamo essere prontissimi a intervenire nel più breve tempo possible perchè più si interviene con determinazione e meno il virus si diffonde – ha aggiunto -. Il nostro auspicio è che non si arrivi più a una chiusura totale, però questo non sta scritto nel cielo, ma dipende da noi prima di tutto dai comportamenti di ciascuno di noi a rispettare queste regole essenziali delle mascherine, del distanziamento, del lavaggio delle mani, perchè quelle ci possono mettere in condizione di gestire la fase di convivenza col virus”, ha concluso.
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Coronavirus, in Lombardia 55 nuovi casi e 3 decessi
MILANO (ITALPRESS) – I nuovi casi di coronavirus in Lombardia sono oggi 55, in diminuzione rispetto agli 80 di ieri. In calo anche i decessi, oggi 3 contro i 10 di ieri: totale complessivo dall’inizio della pandemia è 16.778. Lo riferisce il consueto bollettino regionale sui dati epidemiologici diffuso da Palazzo Lombardia, precisando che dei 55 positivi, 28 sono emersi a seguito di test sierologici e 22 sono ‘debolmente positivì. Rispetto ai 96 di ieri crescono anche i guariti/dimessi che nelle ultime 24 ore sono 140, per un totale di 71.172, di cui 69.136 guariti e 2.036 dimessi. In discesa i ricoverati in ospedale, con una unità in meno nei reparti di terapia intensiva (totali attuali nella Regione sono 22) e calano di 5 negli altri reparti (totale 159).
Tra i nuovi casi per provincia quelle di Bergamo e Brescia superano quella di Milano. I nuovi positivi al covid nella Bergamasca sono infatti 15, mentre nel Bresciano sono 11 e nel Milanese solo 8, di cui 3 nel capoluogo lombardo. Per quanto riguarda la Provincia di Milano si rileva un calo nell’arco delle 24 ore (ieri erano in Provincia 20, di cui 13 a Milano città). Per quanto riguarda le altre province lombarde: Como 1, Cremona 4, Lecco 2, Lodi 4, Mantova 1, Monza e Brianza 3, Pavia 2, Varese 4. Nessun caso è emerso a Sondrio.
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Coronavirus, in aumento i nuovi casi
ROMA (ITALPRESS) – Continua l’aumento dei nuovi contagi da coronavirus in Italia. Sono 230 i nuovi casi (ieri erano stati 163). E’ quanto riporta il consueto bollettino del Ministero della Salute. Il numero totale dei positivi, da inizio pandemia, sale perciò a 243.736. In aumento anche i morti, 20 rispetto ai 13 di ieri. I decessi superano quindi la soglia dei 35 mila (per l’esattezza si attestano a 35.017). In lieve calo il numero degli attualmente positivi, adesso sono 12.473, con un decremento nelle ultime 24 ore di 20. In aumento i guariti, 230 in più rispetto a ieri, dato che porta il totale a 196.246. In flessione il numero dei ricoverati, 47 in meno rispetto a ieri: oggi sono 750. Di questi 53 si trovano ricoverati nei reparti di terapia intensiva, 4 in meno rispetto a ieri. Infine, per quanto riguarda il numero di coloro che si trovano in isolamento, in tutto sono 11.670, con un aumento di 31 unità.
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Istat-Iss “Covid causa diretta decesso per 89% positivi morti”
MILANO (ITALPRESS) – Il Covid-19 è stata la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi di persone positive al test, mentre per il restante 11% le cause di decesso sono le malattie cardiovascolari (4,6%), i tumori (2,4%), le malattie del sistema respiratorio (1%), il diabete (0,6%), le demenze e le malattie dell’apparato digerente (rispettivamente 0,6% e 0,5%). E’ quanto emerge da un rapporto congiunto dell’Istat e dall’Istituto Superiore di Sanità, su 4.942 morti italiani a causa del Coronavirus. Per nove casi fatali di Covid-19 su dieci quindi, è presumibile che il decesso non si sarebbe verificato se l’infezione non fosse intervenuta. Nei casi restanti, il decesso si può ritenere dovuto ad un’altra malattia o circostanza esterna. In questi casi, Coronavirus è comunque una causa che può aver contribuito al decesso accelerando processi morbosi già in atto, aggravando l’esito di malattie preesistenti o limitando la possibilità di cure. La quota di deceduti in cui Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte, varia in base all’età, sebbene sia comunque elevata a tutte le età.
Questa percentuale è dell’81%, nella classe 0-49 anni ed aumenta nelle classi di età successive raggiungendo il valore massimo del 92% a 60-69 anni, per poi ridursi leggermente nelle ultime classi. Il Coronavirus è però una malattia che può rivelarsi fatale anche in assenza di concause. Non ci sono infatti concause di morte preesistenti nel 28,2% dei decessi analizzati, percentuale simile nei due sessi e nelle diverse classi di età. Solo nella classe di età 0-49 anni la percentuale di decessi senza concause è più bassa, pari al 18%. Il 71,8% dei decessi di persone positive al tampone ha almeno una concausa: il 31,3% ne ha una, il 26,8% due e il 13,7% ha tre o più concause. Associate a Covid-19, le concause più frequenti che contribuiscono al decesso sono le cardiopatie ipertensive (18% dei decessi), il diabete mellito (16%), le cardiopatie ischemiche (13%), i tumori (12%). Con frequenze inferiori al 10% vi sono le malattie croniche delle basse vie respiratorie, le malattie cerebrovascolari, le demenze o la malattia di Alzheimer e l’obesità. Le complicanze del Coronavirus che portano al decesso sono principalmente la polmonite (79% dei casi) e l’insufficienza respiratoria (55%). Altre complicanze meno frequenti sono lo shock (6%), la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) ed edema polmonare (6%), le complicanze cardiache (3%), la sepsi e le infezioni non specificate (3%).
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