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One Health for Breast Cancer, al via progetto per sensibilizzare aziende

ROMA (ITALPRESS) – Un progetto che mira all’educazione e all’informazione sulla prevenzione primaria del tumore al seno, rivolto alle imprese sensibili ai temi della sostenibilità ambientale e del benessere dei propri dipendenti: è One Health for Breast Cancer, presentato oggi alla Camera. “In un pianeta malato purtroppo anche le persone si ammalano: l’incidenza dei tumori sta crescendo moltissimo” a causa “delle microplastiche, dell’inquinamento ambientale e dell’alimentazione”, fattori che contribuiscono “ad alzare il livello delle malattie oncologiche in modo piuttosto significativo”, ha detto Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia, che si occupa della salute del seno. “Abbiamo pensato di fare il giro di tutte le aziende per raccontare quanto sia importante essere consapevoli, sapere, informarsi e partecipare alla costruzione di un pianeta più vicino alla salute delle persone”, ha spiegato. Il progetto prevede la partecipazione di un board di esperti per definire un perimetro entro il quale orientare le persone ad adottare un comportamento sostenibile e una serie di raccomandazioni utili per il proprio benessere e la prevenzione di patologie invasive come il tumore al seno.
La deputata Ylenja Lucaselli, co-presidente dell’intergruppo parlamentare One Health, nel suo videomessaggio di saluto, ha ricordato che “registriamo un abbassamento dell’età delle donne alle quali capita di scoprire di avere un tumore al seno: bisogna continuare a insistere sulla prevenzione, sulla diagnosi e sulla cura, bisogna andare al passo con le nuove tecnologie, con le nuove scoperte, con la ricerca e con le nuove medicine e soprattutto bisogna fare in modo che le donne capiscano quanto sia fondamentale la prognosi, soprattutto quando è precoce”. Anche per la deputata Maria Elena Boschi, “il tema della prevenzione è centrale: su questo, il nostro Paese deve fare di più”, allargando “il numero degli screening e la fascia d’età”. La prevenzione “deve essere a 360 gradi, coinvolgendo lo stile di vita, dall’alimentazione al movimento fisico e alla tutela dell’ambiente”.
La sondaggista Alessandra Ghisleri, partner di Euromedia Reseach, ha illustrato i risultati di alcune rilevazioni. “Le persone si dicono sempre interessate e informate” sul tema della prevenzione, “ma quando si entra nello specifico, ci si accorge che ci sono dei ‘buchì di conoscenza”.
Il capo dipartimento della salute umana, della salute animale e dell’ecosistema (One Health) e dei rapporti internazionali del ministero della Salute, Giovanni Leonardi, ha quindi sottolineato che “la società civile e il terzo settore sono fondamentali per portare avanti il messaggio sugli stili di vita e sulla prevenzione, che sono gli aspetti fondamentali per contrastare la lotta al cancro”. In conclusione, il co-presidente dell’intergruppo parlamentare One Health, Luciano Ciocchetti, ha ricordato che “il Parlamento è assolutamente impegnato, in maniera transversale, al di là delle colorazioni politiche, a portare avanti fortemente questa iniziativa” e “abbiamo apprezzato il fatto che nella riorganizzazione del Ministero della Salute sia stato definito il dipartimento One Health, un passo in avanti molto importante anche dal punto di vista culturale”.

– Foto xi2/Italpress –

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Simposio Ri.MED a Palermo, la salute e l’umore passano dalla “pancia”

PALERMO (ITALPRESS) – I più recenti studi scientifici indicano che esiste una correlazione tra la comunità invisibile di batteri, virus e funghi presenti nel nostro intestino e il corretto funzionamento del sistema immunitario, ma non solo: dalla “pancia” passano ansie e depressione e persino l’insorgenza di un ampio spettro di malattie.
Da queste premesse prende il via il Simposio scientifico della Fondazione Ri.MED “Nutrition, Microbiome and Metabolism”, che si svolge oggi e domani a Palermo, un convegno multidisciplinare per esplorare la salute nutrizionale attraverso ricerche all’avanguardia che spaziano dalla psicobiologia dell’assunzione di cibo – prof. Finlayson dell’Università di Leeds – alla scoperta dei farmaci multirecettori contro l’obesità – prof. Tschop dell’Università di Monaco -, agli effetti drammatici degli emulsionanti e dei cibi ultraprocessati sul nostro microbiota – Dr. Benoit Chessaing, fino all’analisi dei mangimi animali e dei loro effetti sul microbioma – Dr. Paraskevopoulos della European Food Safety Authority.
“Sono entusiasta di accogliere questi eccezionali relatori, oltre una ventina, provenienti da tutto il mondo per quello che promette essere un Simposio di altissimo livello” dichiara Giulio Superti-Furga, Chairman dell’evento, Direttore scientifico della Fondazione Ri.MED e futuro Direttore del centro di ricerca Ri.MED in costruzione a Carini. “Lo studio dell’interazione con l’ambiente che ci circonda è la chiave per comprendere la salute umana, il nostro organismo è fatto di ambiente e la Sicilia è il luogo ideale per studiare questa relazione secondo un approccio “One Health”: in ambito nutrizione basti pensare alla dieta Mediterranea”. Per il primo simposio in veste di direttore scientifico Superti-Furga ha scelto il cibo quale elemento esogeno che interagisce con la salute umana: lo studio di questa interazione permetterà di identificare nuovi trattamenti preventivi, diagnostici e terapeutici mirati, anche in prospettiva dell’apertura del centro di ricerca Ri.MED.
Maria Rescigno, immunologa di fama internazionale, è stata tra le pioniere delle ricerche sul microbioma e oggi è tra le massime esperte al mondo, nonchè co-chair dell’odierno Simposio Ri.MED: “Grazie alle moderne tecniche di sequenziamento genico, oggi sappiamo che “siamo più microbi che umani”, nel senso che abbiamo più microbi che cellule umane. Nel nostro corpo c’è un vero ecosistema, dal cui equilibrio dipende la nostra salute: la disbiosi intestinale altro non è che una condizione di disquilibrio microbico causata da una crescita eccessiva di batteri “aggressivi”. Un’alimentazione sbagliata influisce negativamente sulle nostre difese, altera il sistema immunitario e può causare disturbi di varia natura, persino l’insorgenza di tumori. Secondo la Rescigno inoltre “esiste una connessione bidirezionale tra l’intestino e il cervello; ad esempio, una condizione di intestino permeabile può provocare la fuoriuscita di mediatori infiammatori, pericolosi per tutto l’organismo e in particolare per il cervello”.
Ciò significa che – almeno a livello teorico – è possibile prevenire e curare patologie quali ansia e depressione, e persino diverse malattie neurodegnerative, preservando una barriera intestinale sana. Questo è uno degli argomenti emersi nel corso della Tavola Rotonda che si è svolta questa mattina, un evento divulgativo che la Fondazione Ri.MED ha organizzato in attesa dell’avvio dei lavori tecnici nel primo pomeriggio, per la condivisione con i principali attori del territorio dei temi legati alla nutrizione.
Si è discusso di prevenzione e di cosa fare per avere un microbiota sano (principalmente mangiare alimenti sani e variegati), ma anche di ricerca di genere: la prof.ssa Hellas Cena, medico specialista in alimentazione, ha evidenziato come una nutrizione personalizzata possa efficacemente contribuire al benessere delle donne. Il Dott. Alessandro Mattina, responsabile del servizio di Diabetologia dell’IRCCS ISMETT, ha descritto complicanze e comorbidità associate alla Sindrome Metabolica, al diabete e all’obesità, tutte patologie legate alla nutrizione, mentre il Prof. Camillo Ricordi ha parlato di “longevità malata” come della peggior pandemia del secolo: oltre il 90% degli over 60 ha almeno una malattia, con un evidente enorme impatto economico sulla società, stimato in 38 trilioni di dollari all’anno.
“Obiettivo del Simposio è riunire a Palermo, ogni anno su un diverso e specifico focus di ricerca, i maggiori esperti a livello internazionale per creare un’occasione proficua di dibattito e confronto sulle innovazioni scientifiche, arricchendo così la competitività dell’intero territorio” commenta Paolo Aquilanti, Presidente della Fondazione RI.MED. “In uno scenario sempre più complesso, è necessaria la condivisione di idee e scoperte tra professionisti per delineare possibili strategie e progettare nuove soluzioni”.
Nata dalla partnership internazionale tra Governo Italiano, Regione Siciliana, CNR, Università di Pittsburgh e UPMC, Ri.MED conta oggi un centinaio di ricercatori e oltre 30 brevetti e si appresta ad una eccezionale fase di crescita in vista dell’apertura del centro di ricerca a Carini.
– foto ufficio stampa Fondazione Ri.MED –
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Allergie sempre più in aumento, ai primi posti tra le malattie croniche

MILANO (ITALPRESS) – L’allergia è una risposta eccessiva data dal sistema immunitario ai cosiddetti allergeni, sostanze esterne considerate dannose. Gli allergeni più comuni sono i pollini, il pelo degli animali e gli acari della polvere presenti nell’aria, seguono le allergie agli alimenti, alle punture di insetti, ai farmaci e ad alcune sostanze come il lattice e il nichel. In termini di effetti sulla popolazione, le allergie sono ai primi posti tra le malattie croniche. Secondo i dati dell’OMS, ne soffre tra il 10% e il 40% della popolazione, a seconda delle regioni e dei periodi dell’anno. Sono questi alcuni dei temi trattati da Vincenzo Patella, direttore dell’unità operativa complessa di medicina interna a indirizzo respiratorio-immunologico dell’Azienda sanitaria di Salerno, professore di allergologia della Scuola di specializzazione in allergologia e immunologia clinica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e presidente della SIAAIC, società italiana di allergologia, asma e immunologia, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress:
“L’aumento delle allergie? Si dice spesso che noi siamo ciò che mangiamo, ma siamo soprattutto ciò che respiriamo – ha esordito – Purtroppo oggi ci sono sostanze chimiche continuamente emesse, anche dalle nostre attività quotidiane. Sia a casa, che a lavoro, che all’esterno, siamo esposti a sostanze chimiche che entrano nel nostro sistema immunitario. Le sostanze nell’aria che hanno la caratteristica di stimolare allergie le chiamiamo allergeni, come le muffe, il polline – ha spiegato – Le cellule del sistema linfatico si attrezzano a rispondere violentemente contro questa sostanza. Chi è allergico non risponde velocemente”. Negli Stati Uniti viene valutato che 35 milioni di persone soffrono di sintomi allergici dovuti ad allergeni trasportati dall’aria. Per quanto riguarda l’Italia, secondo le ultime proiezioni, entro il 2030 il 35%-40% della popolazione italiana soffrirà di rinite allergica e il periodo di manifestazione dei sintomi sarà sempre più lungo a causa del cambiamento climatico.
“C’è un vecchio adagio: non esistono più le mezze stagioni. Siamo stati capaci di modificare anche le stagioni, le piante ora anticipano e ritardano i pollini, ora abbiamo allergici sia a febbraio, in anticipo, che in autunno, in ritardo rispetto al passato – ha sottolineato Patella, scendendo poi nei dettagli – Chi respira lo fa sia col naso che con i bronchi. Se è infiammata la mucosa nasale parleremo di rinite, se sono infiammati anche gli occhi si tratta di congiuntivite, se riguarda i bronchi allora è asma. Chi ha la rinite controlli di avere l’asma e viceversa, mi sento di dire”. E sulle cure per le allergie: “Se parliamo di antistaminici, in passato era vero che provocavano molta sonnolenza, ora quelli di seconda generazione si possono prendere per via sistemica o in prodotti topici come gli spray – ha ricordato – Sentiamo parlare di medicina personalizzata, quella dei vaccini è la strada giusta per un paziente allergico. Se sappiamo a quali sostanze il paziente è allergico, noi lo possiamo aiutare a ridurre i sintomi e a ridurre il numero dei farmaci con una terapia ad personam”.
L’allergia può essere un fattore genetico, al contempo si può provare anche a prevenire: “Ci può essere una predisposizione familiare, che non ti dice però a quale allergene sarai sensibile – ha precisato Patella – Avere però un genitore allergico vuol dire che al 25% il figlio può essere allergico, e poi l’esposizione ai luoghi inquinati espone ulteriormente. La prevenzione? Significa evitare di esporsi continuamente a sostanze inquinanti, ma è complicato ormai – ha aggiunto – Gli strumenti più importanti sono quelli che ci aiutano per una buona diagnosi e per fare poi una terapia di precisione”. E sulle prospettive future: “Nei prossimi anni abbiamo una grande speranza, che oggi è in realtà un allarme: per esempio, stiamo imparando a capire come l’ambiente modifica il nostro genoma – ha concluso il professore – Proprio lì ci saranno nuove medicine che potranno curare gli allergici del futuro, che saranno sempre di più”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Aiop Lombardia “Per carenza personale, soluzione sanitari dall’estero”

MILANO (ITALPRESS) – Un problema della sanità privata accreditata lombarda è “la carenza del personale” perchè “rispetto a un innalzamento dell’età media, quindi un aumento di richiesta fisiologica di prestazioni sanitarie, il numero di operatori sanitari che possono erogarle – medici, infermieri, operatori socio sanitari – non è cresciuto di pari passo, ma anzi si è ridotto rispetto qualche anno fa”. A dirlo è Michele Nicchio, presidente di Aiop Lombardia, l’Associazione Italiana Ospedalità Privata, intervistato dall’Agenzia Italpress. “Soluzione? Difficile. Per fare un medico servono sei anni, per fare uno specialista altri cinque o sei. Non è che la sottoprogrammazione durata alcune decine di anni si può risolvere in qualche anno”, ha aggiunto. Un altro problema, secondo il presidente di Aiop Lombardia, è che “ci sono meno giovani. Se guardiamo gli iscritti a infermieristia, sono effettivamente di meno. E questo è un problema di difficile risoluzione, se non andando a trovare professionisti all’estero, dove però vanno garantiti gli stessi percorsi formativi con la stessa qualità dal punto di vista professionale trovabile in Italia”. “L’eccellenza del sistema lombardo in termini di qualità del servizio erogato, cioè in termini clinici, non è venuta a meno, anzi è in continua crescita
in questi anni – ha aggiunto Nicchio -. Indubbiamente dal Covid in poi una serie di problematiche, che erano da risolvere probabilmente sono rimaste latenti per un pò troppo tempo, ora si sono accumulate e hanno creato una serie di problemi sui quali stiamo giocando effettivamente un pochino in rincorsa”. “Mi piacerebbe riuscire a fare cultura sanitaria, e spiegare meglio alle persone, alla popolazione e a tutti, come funziona il sistema privato accreditato, perchè tante volte nelle discussioni ho la sensazione ci sia tanta demagogia. Si sente parlare del privato come se volesse dire che le prestazioni si pagano, che si toglie qualcosa alle strutture pubbliche – ha concluso Nicchio -. Una cosa fondamentale è ricordare ai cittadini che il signor Mario Rossi che va nella struttura pubblica o nella privata accreditata trova lo stesso servizio con gli stessi controlli da parte degli organismi, pagando la stessa cifra, ovvero 0, o eventualmente, nel caso in cui ci sia, il ticket. Da questo punto di vista non cambia al cittadino, ma molti non lo sanno”.
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Foto: Italpress

Artrosi del ginocchio, ne soffrono 4 milioni di italiani

MILANO (ITALPRESS) – Si calcola che in Italia soffrono di artrosi circa quattro milioni di persone, soprattutto dopo i sessant’anni. L’infiammazione che provoca l’artrosi è dovuta a lesioni della cartilagine articolare. Nel caso del ginocchio, lo strato di cartilagine impedisce lo sfregamento tra femore, tibia e rotula. Quando la cartilagine si consuma o si assottiglia si crea un attrito tra femore e tibia che provoca dolore e rigidità. Nei casi meno gravi questi sintomi possono essere controllati con terapie conservative e rigenerative, di solito con un buon recupero, ma quando l’articolazione è troppo compromessa, si ricorre all’intervento di protesi. Sono questi alcuni dei temi trattati dal professor Walter Pascale, responsabile di artroscopia e chirurgia del ginocchio dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Un’articolazione come il ginocchio è formata da due capi articolari, ma intorno a questa struttura ossea ci sono molteplici elementi, che danno la stabilità al ginocchio sano: i legamenti, i menischi, le membrane – ha esordito – Se tutto questo va bene, è chiaro che il ginocchio è in buona salute”.
A differenza di molte altre patologie, è abbastanza semplice, sulla carta, prevenire l’artrosi: “L’artrosi si combatte con i classici suggerimenti: la nutrizione, l’attività fisica, mantenere il tono muscolare della gamba, sono tutte cose che prevengono l’artrosi – ha spiegato Pascale – Il ginocchio è un qualcosa che nel tempo di usura. Negli ultimi vent’anni si parla molto di cartilagine, ma è come fosse una vernice di un muro, ciò che è importante è il muro, cioè l’osso. Negli ultimi anni moltissimi studi sono stati indirizzati a curare la cartilagine, ma si è visto che la degenerazione colpisce anche l’osso, è tutto molto più complesso”, ha sottolineato.
E sulle svariate tecniche per curare un ginocchio non sano, che cambiano in base al livello di usura dell’articolazione: “In un ginocchio particolarmente usurato ci sono aree di degenerazione. Prima di arrivare a uno stadio in cui è impossibile esercitare una terapia conservativa, dobbiamo provare a fare tutto il necessario, partendo dall’approccio fisioterapico, poi si possono utilizzare degli integratori, ma lasciano il tempo che trovano – ha puntualizzato il professore – Così sono nate le infiltrazioni, è la grande scoperta dell’acido ialuronico. E’ utilizzato da almeno 40-50 anni, ci sono vari tipi di prodotti e in questo caso non è vero che più costa e più funziona, non è questo l’approccio, bisogna prendere l’acido ialuronico corretto rispetto alla patologia che stiamo trattando. Negli ultimi tempi il passo successivo è stato lo sviluppo delle infiltrazioni, iniettando le cellule staminali o i fattori di crescita piastrinici – ha ricordato Pascale – Sono nuove tecniche che fanno sì che il miglioramento biologico dell’articolazione venga esaltata”.
Se le terapie non danno buon esito, non resta che affidarsi alla chirurgia protesica: “Se tutto questo non funziona, c’è la chirurgia di tipo protesica – ha precisato – Le protesi si impiantano con una tecnica mini invasiva, c’è una grande evoluzione rispetto al passato a livello di materiali”. Infine, sul più comune dolore al ginocchio dovuto a un’infiammazione: “Il dolore al ginocchio che molti hanno è legato all’infiammazione, per curarlo si utilizzano antinfiammatori di ultima generazione. Io non li amo, ma indubbiamente nella fase acuta possono dare beneficio insieme a tante procedure come ghiaccio, ginocchiera, fare subito gli esercizi. Sono queste le cose importanti – ha concluso – E la grande rivoluzione sarà lo sviluppo della nanotecnologia”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Mario Falsaperla vincitore della 13^ Conferenza Urologica degli Emirati

PALERMO (ITALPRESS) – L’urologo Mario Falsaperla è il vincitore della 13a Conferenza Urologica Internazionale degli Emirati per il miglior video alle prestazioni innovative per il futuro. L’evento per l’Urologia più importante del medio oriente, svoltosi a Dubai nei giorni scorsi, si è concluso con una cerimonia che ha coinvolto i più importanti professionisti del settore. Il padrone di casa, il dottore Yasser Farahat ha condiviso la sua gratitudine a tutti i delegati, alle società di supporto, ai docenti esperti e ai partner che hanno partecipato e contribuito a rendere questa edizione un grande successo, condividendo il suo apprezzamento al Consiglio di amministrazione della Società urologica degli Emirati e al Comitato scientifico dell’EUSC per aver curato un’esperienza scientifica completa e arricchente per tutti, comprese sessioni plenarie, workshop e corsi, sessioni di abstract, presentazioni video, sessioni di chirurgia dal vivo e molte altre attività più educative. All’evento era presente anche il direttore dell’UOC di Urologia dell’Arnas Garibaldi di Catania, il quale ha presentato un abstract video inerente alla Nefroureterctomia laparoscopica di massa renale con trombo venoso, attraverso l’utilizzazione di una nuova suturatrice meccanica automatica, riuscendo ad ottenere dalla giuria internazionale uno dei più prestigiosi riconoscimenti.
“Sono particolarmente orgoglioso – ha detto il dottore Falsaperla – di aver rappresentato l’Arnas Garibaldi e la Sicilia ad un evento così prestigioso quale è il congresso internazionale degli Emirati Arabi, a Dubai, per illustrare le capacità tecniche e gli skill chirurgici presenti nella nostra azienda e nella nostra isola, riuscendo anche ad ottenere un importante premio tra quelli destinati ai guru della chirurgia mondiale”. La Conferenza della Emiratesurology Society è cresciuta fino a diventare il punto di riferimento principale delle conferenze urologiche in tutto il Medio Oriente e oltre, ponendosi anche come piattaforma fondamentale per lo scambio di conoscenze e per la collaborazione e l’innovazione nel panorama in continua evoluzione dei progressi urologici. “Si tratta – ha detto il dottore Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Arnas di Catania – un dell’ennesimo segnale dell’ottimo lavoro intrapreso dall’Arnas Garibaldi nel campo dell’innovazione e della chirurgia, un riconoscimento che ci riempie d’orgoglio e mette in luce ancora una volta le eccellenze della sanità siciliana”.

– Foto ufficio stampa Arnas Garibaldi –

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Humanitas, con Sorrisi in Rosa via al mese di prevenzione senologica

MILANO (ITALPRESS) – Sensibilizzare sul tema della prevenzione e sull’importanza della diagnosi precoce per il tumore al seno: è questo l’obiettivo del progetto Humanitas “Sorrisi in Rosa” che si è rinnovato con l’inaugurazione di una mostra fotografica che ritrae 20 donne che hanno superato la malattia. Proprio queste venti donne sono le nuove testimonial di “Sorrisi in Rosa”. Il movimento che fa parte di Pink Union di Fondazione Humanitas per la ricerca oggi accoglie 130 donne che hanno affrontato il percorso oncologico negli ospedali e nei centri Humanitas Medical Care di Lombardia, Piemonte e Sicilia.
Per dare il via al mese della prevenzione del tumore al seno, l’Auditorium del Centro Congressi di Rozzano ha ospitato l’evento “Let’s talk with Sorrisi in Rosa”, in collaborazione con Gente, settimanale d’attualità. Protagoniste della serata condotta da Umberto Brindani, giornalista e direttore di Gente, sono state le fondatrici di Sorrisi in Rosa, Luisa Morniroli, fotografa e Cristina Barberis Negra, scrittrice. “Sorrisi in Rosa è un progetto d’amicizia. Le donne che con noi ne fanno parte – ha raccontato a Italpress Cristina Barberis Negra – sono donne che hanno attraversato l’esperienza del tumore al seno e che con il progetto stringono una sorellanza. Si tratta di un contagio virtuoso di narrazione nel nome della prevenzione, della condivisione”.
Con circa 60mila nuove diagnosi ogni anno, il tumore della mammella è la neoplasia più frequente a tutte le età. Dal palco dell’evento di Humanitas però Corrado Tinterri, direttore della Breast Unit dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas ha voluto sottolineare molte buone notizie: “Oggi si guarisce veramente tanto – ha detto – il doppio rispetto agli anni ’80 e la probabilità di guarire se si è seguiti in una Breast Unit sono 20% più alto rispetto a centri non specializzati”.
Le Breast Unit sono centri in cui chirurghi, oncologi, radiologi, radioterapisti, case manager, infermieri e psicologi collaborano per affiancare ogni donna colpita da tumore al seno.
La prevenzione resta fondamentale per aumentare le possibilità di superare la malattia. “La diagnosi precoce rende il percorso di cura meno impattante – ha detto Daniela Bernardi, responsabile di Radiologia Senologica e Screening di Humanitas -. In aggiunta all’autopalpazione del seno, è importante stabilire un percorso di prevenzione personalizzato che associ, alla visita senologica, mammografia e/o ecografia mammaria in funzione dell’età, della storia familiare ma anche delle caratteristiche della mammella di ogni donna, tra le quali la densità mammografica”.
Sul palco dell’Auditorium, con le fondatrici di Sorrisi in Rosa, c’erano Gerry Scotti, da diversi anni testimonial del progetto e i medici della Breast Unit di Humanitas. Tra gli ospiti anche Nazzarena Franco, CEO DHL Express Italy, alcuni studenti e studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Brera con cui Humanitas realizzerà laboratori per le pazienti oncologiche e Norman Larocca, direttore marketing, comunicazione e sostenibilità Acqua dell’Elba. Acqua dell’Elba infatti, per il terzo anno, ha scelto di essere al fianco di Pink Union di Fondazione Humanitas per la Ricerca, progetto a sostegno della salute femminile, con una campagna di raccolta fondi. La fragranza Arcipelago Donna sarà distribuita in esclusiva sul sito di Fondazione Humanitas ( fondazionehumanitasdonazioni.com/lessenzadellaricerca ).
Come ogni anno, il calendario di iniziative di Sorrisi in Rosa in Lombardia, Piemonte e Sicilia prevede consulti e visite gratuite negli Humanitas Medical Care e negli ospedali. A questi si aggiungono incontri divulgativi, camminate di beneficenza e percorsi nell’arte.

– foto f03/Italpress –
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A Barilla il Premio Impatto per la prevenzione del tumore al seno

MILANO (ITALPRESS) – Si è svolta presso l’Università Bocconi di Milano la cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio Impatto, nella cornice del Salone della CSR e dell’Innovazione sociale. Il riconoscimento, che evidenzia l’importanza crescente della valutazione dell’impatto generato dalle aziende, ha premiato il Gruppo Barilla e la sua iniziativa dedicata alla informazione e prevenzione in azienda dei tumori al seno. Un progetto, quello promosso da Barilla, che ha offerto ai dipendenti Barilla un programma di incontri presso la sede centrale del Gruppo, a Pedrignano (PR). L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Breast Unit dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma. I medici dell’Ospedale Maggiore si sono resi disponibili a portare sui luoghi di lavoro dell’azienda le loro competenze e la cultura della prevenzione, con la possibilità di richiedere consulenze individuali. Inoltre, materiali informativi digitali sono disponibili sulla Intranet aziendale. Secondo l’OMS, la possibilità di prevenzione di tutti i casi di cancro sono tra il 30 e il 50%. Per alcune tipologie di tumore, come quello alla mammella, una diagnosi precoce aumenta notevolmente le aspettative di vita e la prevenzione e l’adozione di corretti stili di vita giocano un ruolo fondamentale. Per questo, Barilla ha dedicato alle sue persone anche questa iniziativa che mira a chiarire dubbi, approfondire la conoscenza di sè, spiegare quanto sia importante conoscere il proprio corpo e aderire ai programmi di prevenzione.
Il Premio Impatto rappresenta per Barilla un importante riconoscimento di un impegno quotidiano verso le 9mila persone che, ogni giorno, creano e mantengono il valore aziendale e aiutano l’azienda a concretizzare la sua purpose “La gioia del cibo per un mondo migliore”. Il loro benessere, la loro salute, e la sicurezza sono al centro delle priorità del Gruppo. Va in questa direzione anche il programma “sì.Mediterraneo”, nato da una collaborazione tra il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi di Parma, che ha permesso di sensibilizzare tutte le persone Barilla nel mondo sui benefici della dieta mediterranea e sulle abitudini alimentari corrette.
Ma l’impegno di Barilla va anche verso i consumatori. Il Gruppo di Parma è in prima fila per favorire la diffusione della Dieta Mediterranea e di corretti stili di vita nel mondo, grazie ad una presenza capillare in oltre 100 Paesi in cui porta ogni anno circa 2 milioni di tonnellate di cibo ispirato alla dieta mediterranea. In particolare, la produzione di pasta e sughi, in pratica tutto il necessario per “assemblare” il piatto simbolo della dieta mediterranea, rappresenta oltre il 50% del fatturato.
Come azienda alimentare, l’attenzione di Barilla per la nutrizione e per la promozione di stili di vita sani vanno di pari passo: sono quasi 500 i prodotti riformulati dal 2010, 16 quelli con un miglior profilo nutrizionale lanciati nel 2023.
Barilla si impegna inoltre a sviluppare attività educative e informative per le nuove generazioni: attraverso Giocampus e Vivismart Barilla ha coinvolto oltre 44.500 i bambini in attività dedicate all’educazione alimentare, motoria e corretti stili di vita. Un altro segno dell’impegno di Barilla è la sua collaborazione, attiva da diversi anni, con la Lilt Milano – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. L’azienda sostiene l’associazione attraverso donazioni dei propri prodotti, che vengono inclusi nel pacco alimenti distribuito mensilmente ai beneficiari di tutte le età che si trovano in condizioni di fragilità economica e sociale.
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-Foto: ufficio stampa Barilla-