Al 13 giugno il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 è di 236.651, con un incremento rispetto a ieri di 346 nuovi casi. Lo rende noto la Protezione Civile.
Il numero totale di attualmente positivi è di 27.485, con una decrescita di 1.512 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi, 220 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 7 pazienti rispetto a ieri.
3.747 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 146 pazienti rispetto a ieri.
23.518 persone, pari all’86% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 55 e portano il totale a 34.301. Nel numero totale sono conteggiati anche 23 decessi comunicati dalla Regione Lazio ma riferiti ai mesi di marzo e aprile.
Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 174.865, con un incremento di 1.780 persone rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 16.785 in Lombardia, 2.820 in Piemonte, 1.727 in Emilia-Romagna, 778 in Veneto, 502 in Toscana, 244 in Liguria, 1.357 nel Lazio, 677 nelle Marche, 337 in Campania, 422 in Puglia, 70 nella Provincia autonoma di Trento, 842 in Sicilia, 105 in Friuli Venezia Giulia, 509 in Abruzzo, 95 nella Provincia autonoma di Bolzano, 21 in Umbria, 34 in Sardegna, 7 in Valle d’Aosta, 45 in Calabria, 97 in Molise e 11 in Basilicata.
(ITALPRESS).
Coronavirus, 346 nuovi positivi in Italia
Università Cattolica, nuovo master in comunicazione sanitaria
ROMA (ITALPRESS) – L’emergenza sanitaria ha posto il tema della comunicazione al centro della buona gestione dell’emergenza: la circolazione di un’enorme mole d’informazioni, spesso non verificate, o addirittura di numerose e pericolose fake-news, ha reso difficile, sia per i cittadini che per gli operatori sanitari, orientarsi e individuare fonti di conoscenza certe.
Nasce dal bisogno di una formazione efficace nei processi di comunicazione del sistema sanitario un innovativo Master in I livello in Comunicazione Sanitaria, promosso dall’Alta Scuola in Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) e dall’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell’Università Cattolica presentato nell’ambito dell’Open Week Master & Postlaurea, nel webinar dal titolo “La responsabilità condivisa dell’informazione: sfide della comunicazione sanitaria post Covid”.
I lavori sono aperti dal professor Americo Cicchetti, direttore dell’ALTEMS, e dalla professoressa Mariagrazia Fanchi, direttrice dell’ALMED.
Relatori della presentazione, moderata dal dottor Nicola Cerbino, responsabile Ufficio Stampa dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, il professor Luca Richeldi, docente di Malattie dell’Apparato Respiratorio all’Università Cattolica, e la dottoressa Maria Luisa Bionda, Owner 2BResearch.
Il Master in Comunicazione Sanitaria formerà professionisti della comunicazione capaci di gestire le complessità comunicative (numerosità degli attori, media tradizionali e innovativi, obiettivi, territori) presenti oggi nel contesto della Sanità, sia essa pubblica che privata.
L’approccio pratico garantisce la trasmissione dei metodi e delle tecniche che devono essere utilizzate ogni giorno da chi opera nei suddetti ambiti, fornendo le competenze corrette per gestire in modo integrato le diverse aree della comunicazione sanitaria rivolte a diversi interlocutori (professionisti, clienti, pazienti, familiari dei pazienti, care givers, utenti, cittadini, media, istituzioni, enti pubblici, stakeholders).
“La comunicazione nella sanità – spiega il professor Americo Cicchetti, direttore dell’ALTEMS – ha bisogno di profili professionali specifici per garantire a cittadini e pazienti una chiara rappresentazione di un contesto particolarmente delicato: in Italia molto spesso della sanità conosciamo solo i grandi successi e i casi di malasanità: molto poco del sistema sanitario, che abbiamo iniziato ad apprezzare proprio in epoca Covid. Una comunicazione di servizio, equilibrata ed efficace può fare la differenza. Il webinar, grazie alla presenza del Professor Luca Richeldi, permetterà anche una riflessione su questo aspetto”.
“Covid- 19 e gli eventi delle settimane passate hanno evidenziato la crucialità della comunicazione nella tutela della salute e del benessere nelle nostre società – dichiara la professoressa Mariagrazia Fanchi, direttrice dell’ALMED – L’informazione è infatti il primo e fondamentale presidio che consente ai cittadini di maturare una piena consapevolezza sia dei rischi, sia delle buone pratiche, a tutela della propria salute e di quella di chi ci circonda. Tuttavia gestire i flussi comunicativi, pensare e realizzare contenuti che siano in grado di arrivare a tutti, usando i canali giusti e i linguaggi più appropriati, produrre una comunicazione autorevole e fidedegna non è semplice. La comunicazione della salute unisce infatti le sfide del comunicare oggi, legate al cambiamento epocale che la società dell’informazione ha vissuto, con una responsabilità sociale ineludibile. Il Master in Comunicazione Sanitaria raccoglie questa sfida e si propone di formare professionisti capaci di svolgere un ruolo decisivo in questi processi”.
(ITALPRESS).
Coronavirus, attuali positivi ancora in netto calo
ROMA (ITALPRESS) – La Protezione Civile ha corretto i dati sul coronavirus che aveva diffuso in precedenza. A oggi, 12 giugno, il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 236.305, con un incremento rispetto a ieri di 393 nuovi casi. La Regione Campania comunica un ricalcolo dei casi totali sottraendo 230 unità. La segnalazione di un caso positivo registrato nelle ultime 24 ore porta a un totale di -229 casi odierni.
Il numero totale di attualmente positivi è di 28.997, con una decrescita di 1.640 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi, 227 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 9 pazienti rispetto a ieri.
3.893 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 238 pazienti rispetto a ieri.
24.877 persone, pari all’86% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 56 e portano il totale a 34.223. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 173.085, con un incremento di 1.747 persone rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 17.024 in Lombardia, 2.897 in Piemonte, 1.817 in Emilia-Romagna, 849 in Veneto, 510 in Toscana, 249 in Liguria, 2.222 nel Lazio, 750 nelle Marche, 346 in Campania, 439 in Puglia, 68 nella Provincia autonoma di Trento, 841 in Sicilia, 108 in Friuli Venezia Giulia, 528 in Abruzzo, 101 nella Provincia autonoma di Bolzano, 24 in Umbria, 42 in Sardegna, 9 in Valle d’Aosta, 47 in Calabria, 114 in Molise e 12 in Basilicata.
(ITALPRESS).
Coronavirus, attuali positivi sotto quota 30 mila
Al 12 giugno il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 236.305, con un incremento rispetto all’11 giugno di 163 nuovi casi. La Regione Campania comunica un ricalcolo dei casi totali sottraendo 230 unità. La segnalazione di un caso positivo registrato nelle ultime 24 ore porta a un totale di – 229 casi odierni. Lo rende noto la Protezione Civile.
Il numero totale di attualmente positivi è di 28.997, con una decrescita di 1.640 assistiti rispetto all’11 giugno.
Tra gli attualmente positivi, 227 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 9 pazienti rispetto all’11 giugno.
3.893 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 238 pazienti rispetto all’11 giugno.
24.877 persone, pari all’86% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto all’11 giugno i deceduti sono 56 e portano il totale a 34.223. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 173.085, con un incremento di 1.747 persone rispetto all’11 giugno.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 17.024 in Lombardia, 2.897 in Piemonte, 1.817 in Emilia-Romagna, 849 in Veneto, 510 in Toscana, 249 in Liguria, 2.222 nel Lazio, 750 nelle Marche, 346 in Campania, 439 in Puglia, 68 nella Provincia autonoma di Trento, 841 in Sicilia, 108 in Friuli Venezia Giulia, 528 in Abruzzo, 101 nella Provincia autonoma di Bolzano, 24 in Umbria, 42 in Sardegna, 9 in Valle d’Aosta, 47 in Calabria, 114 in Molise e 12 in Basilicata.
(ITALPRESS).
Coronavirus, 47 mila contagi sul lavoro
I contagi da nuovo Coronavirus di origine professionale denunciati all’Inail alla data del 31 maggio sono 47.022, 3.623 in più rispetto al monitoraggio precedente del 15 maggio. I casi mortali sono 208 (+37), pari a circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati all’Inail nel periodo preso in esame e concentrati nei mesi di marzo (40%) e aprile (56%). A rilevarlo è il quarto report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che rispetto ai precedenti si arricchisce di un approfondimento a livello territoriale, con la predisposizione di 21 schede relative ai casi registrati nelle 19 regioni italiane e nelle due province autonome di Trento e Bolzano, che saranno aggiornate con cadenza mensile.
Più della metà delle denunce (55,8%) e quasi sei casi mortali su 10 (58,7%) ricadono nel Nord-Ovest. La Lombardia, in particolare, si conferma la regione più colpita, con il 35,5% delle denunce di contagio sul lavoro e il 45,2% dei decessi. Il 30,4% delle 16.700 infezioni denunciate nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma il primato negativo dei casi mortali, con 25 decessi, è della provincia di Bergamo.
Il settore della Sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – registra, insieme agli organismi pubblici preposti alla sanità, l’81,6% delle denunce (e il 39,3% dei casi mortali). Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (industria alimentare, chimica e farmaceutica), le attività di alloggio e ristorazione e il commercio.
(ITALPRESS).
Vaccini, Italia Longeva “Obiettivo 100% per copertura anziani”
ROMA (ITALPRESS) – “Ora che l’emergenza Covid-19 sembra allentare la presa, è tempo di pensare senza esitazioni al prossimo autunno. Per proteggere le persone più fragili da un possibile nuovo picco di infezione da Coronavirus, ma anche dalle frequenti complicanze più temibili – polmonari e cardiache – delle infezioni più comuni, a partire dall’influenza, la sanità pubblica italiana deve puntare a raddoppiare le coperture vaccinali degli anziani, ferme a poco più del 50%”. E’ questo l’appello lanciato oggi da Italia Longeva, l’Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, in occasione del webinar “Anziani, fragili, vaccinati: se non ora quando?”, che ha riunito rappresentanti politico-istituzionali a livello centrale e regionale, comunità medico-scientifica e mondo della distribuzione per un confronto sulla programmazione della prossima campagna vaccinale, la prima in epoca Covid-19.
“Per raggiungere questo obiettivo, bisognerà vaccinare di più, vaccinare prima (già da settembre) e organizzarsi in fretta, per non correre il rischio di subire ritardi nell’approvvigionamento dei vaccini (in Italia gli over-65 sono quasi 14 milioni, senza contare le altre categorie a rischio) e un’affluenza incontrollata di pazienti – non solo anziani – presso i centri vaccinali e gli studi dei medici di famiglia, ancora in un contesto di emergenza sanitaria e sociale”, prosegue Italia Longeva.
“La pandemia ci ha fatalmente ricordato che per i virus la fragilità è un terreno fertile dove attecchire”, commenta il professore Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva e membro della CTS della Protezione Civile. Un motivo in più per vaccinare tutti gli anziani contro l’influenza stagionale – ma anche contro le altre malattie che possono colpire più duramente da vecchi, a partire da polmonite pneumococcica, pertosse e herpes zoster – rendendo così il Coronavirus più riconoscibile e con un’evoluzione clinica meno severa non andando a sovrapporsi in uno stesso soggetto. Tuttavia, dal punto di vista logistico-organizzativo, bisognerà procedere in un modo diverso rispetto al passato, provvedendo tempestivamente al fabbisogno previsto da ogni singola Regione, anticipando l’inizio della campagna vaccinale per non farsi cogliere impreparati da una possibile seconda ondata pandemica, garantendo ai cittadini la massima sicurezza dell’atto vaccinale e rendendo più efficiente la rete di distribuzione dei vaccini, con il pieno coinvolgimento dei medici di famiglia e delle farmacie”.
Intanto, il ministero della Salute ha emanato le linee guida per la prossima campagna di vaccinazione antinfluenzale, che abbassano da 65 a 60 anni l’età per usufruire dell’offerta attiva e gratuita e raccomandano fortemente la vaccinazione a tutti quei soggetti suscettibili di entrare in contatto con gli anziani e i fragili: i bambini da 6 mesi a 6 anni, i familiari e i caregiver, gli operatori sanitari. Uno scudo, in sostanza, per proteggere le persone più vulnerabili, che hanno pagato il tributo più alto durante la pandemia di Covid-19 in termini di contagi, ospedalizzazioni e decessi.
“Oggi più che mai le persone anziane hanno diritto ad essere tutelate per tornare ad una vita piena e quanto più normale possibile. Per questo l’arma di difesa più utile è sicuramente il vaccino e proprio per questa ragione il Ministero della Salute ha stabilito di aumentare le coperture vaccinali degli adulti e degli anziani fragili. In questa grave situazione che tutto il mondo sta affrontando l’unica arma che ci consentirà di sconfiggere definitivamente il Coronavirus è certamente il vaccino. Ricordiamoci, come ha ribadito il Ministro Speranza, che il virus non è sconfitto. Dobbiamo nel frattempo imparare a conviverci, in attesa che questo obiettivo sia raggiunto e fare in modo che anche i nostri anziani possano tornare ad avere una vita normale, fatta soprattutto di relazioni e di affetti”, dichiara la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa.
Per raggiungere l’obiettivo di massima protezione degli anziani, alcune Regioni – è il caso del Lazio – sono orientate a rendere l’immunizzazione obbligatoria per gli over-65 e gli operatori sanitari, ed è facile immaginare che la richiesta di vaccinazione sarà molto più elevata rispetto alle precedenti stagioni, con la necessità di mettere in piedi una macchina organizzativa in grado di dare una risposta efficace all’aumento della domanda dei cittadini.
“La prossima campagna di vaccinazione antinfluenzale sarà determinante a causa della sovrapposizione dei sintomi con il Covid-19. La Regione Lazio, raccogliendo l’appello lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si è mossa per tempo sia per il reperimento delle scorte, sia prevedendo l’obbligatorietà vaccinale per gli ultra 65enni. Abbiamo attivato tutte le procedure e bandito la gara. Bisogna agire per tempo evitando che in autunno si determini una crisi molto seria. E’ una grande operazione di tutela della salute pubblica. Ricordiamo inoltre che ogni anno sono numerosi i decessi per complicanze soprattutto nelle persone più fragili e croniche”, afferma Alessio D’Amato, assessore Sanità e Integrazione socio-sanitaria, Regione Lazio.
(ITALPRESS).
Coronavirus, oltre 170 mila dimessi e guariti
All’11 giugno il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 è di 236.142, con un incremento rispetto al 10 giugno di 379 nuovi casi. Lo rende noto la Protezione Civile.
Il numero totale di attualmente positivi è di 30.637, con una decrescita di 1.073 assistiti rispetto al 10 giugno.
Tra gli attualmente positivi, 236 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 13 pazienti rispetto al 10 giugno.
4.131 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 189 pazienti rispetto al 10 giugno.
26.270 persone, pari all’86% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto al 10 giugno i deceduti sono 53 e portano il totale a 34.167. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 171.338, con un incremento di 1.399 persone rispetto al 10 giugno.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 17.340 in Lombardia, 3.183 in Piemonte, 2.000 in Emilia-Romagna, 922 in Veneto, 521 in Toscana, 250 in Liguria, 2.517 nel Lazio, 902 nelle Marche, 610 in Campania, 467 in Puglia, 71 nella Provincia autonoma di Trento, 849 in Sicilia, 112 in Friuli Venezia Giulia, 539 in Abruzzo, 99 nella Provincia autonoma di Bolzano, 26 in Umbria, 43 in Sardegna, 6 in Valle d’Aosta, 52 in Calabria, 116 in Molise e 12 in Basilicata.
(ITALPRESS).
Rinnovati vertici Federfarma e Unifar, conferma per Cossolo
ROMA (ITALPRESS) – Si sono svolte le elezioni per il rinnovo dei vertici di Federfarma, la Federazione nazionale che rappresenta le farmacie private convenzionate con il Ssn, e di Federfarma-Sunifar, che rappresenta le farmacie rurali. Alla presidenza di Federfarma, per il triennio 2020-2023, è stato confermato Marco Cossolo (presidente di Federfarma Torino), mentre alla presidenza del Sunifar è stato eletto Giovanni Petrosillo (presidente Federfarma Bergamo). Questi gli altri componenti del Consiglio di Presidenza: Achille Gallina Toschi (presidente Federfarma Emilia Romagna); Antonio Guerricchio (presidente Federfarma Basilicata); Clara Mottinelli (presidente Federfarma Brescia); Michele Pellegrini Calace (presidente Federfarma Barletta Andria Trani); Alfredo Procaccini (vice presidente Federfarma Roma); Roberto Tobia (presidente Federfarma Palermo), eletti dall’Assemblea nazionale Federfarma; Daniele Dani (vice presidente Rurale Federfarma Firenze); Claudia Pietropoli (presidente Federfarma Rovigo); Renato Usai (vice presidente Rurale Federfarma Nuoro), eletti dall’Assemblea nazionale del Sunifar.
“L’attività di Federfarma per il prossimo triennio – ha dichiarato Marco Cossolo – sarà indirizzata a valorizzare il ruolo della farmacia come presidio del Ssn per la dispensazione di tutti i farmaci che non richiedono particolari cautele in fase di somministrazione e che possono, quindi, essere agevolmente ritirati dai cittadini nella propria farmacia di fiducia. Fondamentale anche procedere rapidamente all’attuazione della Farmacia dei servizi, nell’ottica di potenziare le attività di monitoraggio del corretto uso dei farmaci e di prevenzione, che, ancor di più nell’emergenza sanitaria, hanno dimostrato di avere un ruolo strategico. In questo percorso, è fondamentale la condivisione delle azioni con le altre organizzazioni del settore, e in particolare con Fofi, Utifar e Assofarm, che ci hanno accompagnato nello scorso triennio, e con le rappresentanze dei cittadini e dei malati. Lo stesso principio di condivisione e inclusione dovrà essere applicato anche all’interno di Federfarma, coinvolgendo tutti i colleghi, anche attraverso una comunicazione interna più efficace e mirata. L’obiettivo – conclude Cossolo – deve essere quello di dare alle farmacie ciò che a loro concretamente serve per valorizzare ancora di più la professionalità dei farmacisti che vi operano e garantire un adeguato riconoscimento del loro ruolo”.
“Le farmacie rurali – ha dichiarato Giovanni Petrosillo – hanno dato un contributo eccezionale nella fase dell’emergenza sanitaria, potenziando, con grandi sacrifici e tra mille difficoltà, il servizio offerto ai cittadini. La farmacia rurale ha confermato di essere fondamentale per superare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari sul territorio, dando a tutti i cittadini le stesse opportunità. Obiettivo del Sunifar è partire da questi evidenti punti di forza per costruire una farmacia rurale ancora più efficiente e in grado di rispondere ai nuovi bisogni di salute. La farmacia rurale, che è parte integrante e fondamentale del sistema della farmacia italiana, unica realtà rimasta a coprire capillarmente il territorio nazionale, è consapevole dell’importanza del proprio ruolo e sente ancora più forte la necessità di ripartire dal territorio per potenziare la rete assistenziale. In quest’ottica, far tornare in farmacia i farmaci oggi distribuiti direttamente dalle strutture pubbliche ed erogare servizi sanitari che permettano un monitoraggio dello stato di salute dei cittadini, con un’azione di farmacovigilanza, di controllo dell’aderenza alla terapia e di prevenzione – conclude Petrosillo – è ancora più importante nelle aree rurali, non sempre adeguatamente coperte da altri servizi sanitari”.
(ITALPRESS).









