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Klinger “Io medico per mio padre, sanità italiana d’alto livello”

ROMA (ITALPRESS) – Nel 2022 sono state eseguite in Italia 747.391 procedure di medicina e chirurgia estetica. In particolare, 262.556 sono stati interventi chirurgici veri e propri, e 484.834 le procedure mini invasive. Lo dicono i dati raccolti dall’International Society of Aesthetic Plastic Surgery, ottenuti da una proiezione a partire dalle risposte fornite dai chirurghi plastici italiani iscritti alla società internazionale. Secondo questo studio, il nostro paese è all’ottavo posto nella classifica mondiale della bellezza: al primo posto c’è il Brasile per numero di interventi di chirurgia estetica, e gli Stati Uniti sono in pole position per quanto riguarda le procedure mini invasive. Nel 2022 secondo ISAPS l’intervento chirurgico più eseguito in Italia è stato la mastoplastica additiva, seguita dalla blefaroplastica e dalla lipoaspirazione. I trattamenti non invasivi sono risultati in crescita rispetto al 2021, con il podio occupato dall’acido ialuronico a cui va la medaglia d’oro, quindi la tossina botulinica e il peeling chimico. Sono questi alcuni dei temi trattati da Marco Klinger, professore di chirurgia plastica all’Università statale di Milano e primario di chirurgia plastica all’Humanitas di Milano, per una volta ospite e non presentatore di Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress, nella puntata di fine anno condotta eccezionalmente da Claudio Brachino.
Il noto chirurgo plastico ha parlato a tutto tondo del suo mestiere, a cominciare dagli inizi: ‘Sono diventato chirurgo plastico con un insieme di coincidenze, volevo fare il dottore perchè innamorato di mio papà, sapevo che avrei fatto questo mestiere – ha esordito – Ma ho scelto di fare il chirurgo, ho conosciuto il mio maestro Luigi Donati e sono stato indirizzato verso questo ramo. E’ stata una scelta sofferta per cinque giorni, poi ero già felice e contentò.
Non può mancare un ricordo del padre Roberto, stimato medico assassinato oltre trent’anni fa in circostanze mai chiarite: ‘Quella di mio papà è un’eredità colossale. Ai tempi ero piacevole, non ero stupido ed ero molto semplice, spiritoso, non ero male fisicamente, ma soprattutto il fatto che fossi figlio di Roberto Klinger era un biglietto da visita incredibile per me – ha ricordato – Sotto sotto ero un pò invidiato dagli amici di mio papà, sono stato adottato da tutti, tutti hanno avuto per me un occhio di riguardo. Ma se fossi stato un tipo superficiale questo non sarebbe bastatò.
‘Parlare chiaro non vuol dire non proteggere il paziente, le cose vanno senz’altro dette in modo garbato e protettivo, ma non si può omettere nulla – ha aggiunto parlando del modo in cui si dovrebbe esercitare la professione – La differenza tra il bravo medico e il cacciatore di interventi è che il primo deve rovistare nei pensieri del paziente per capire cosa davvero vogliono, bisogna che loro siano sinceri a costo che sia il medico a scavare, a volte un pò di pudore e incertezza fanno essere cauti nell’esprimersi. Si tratta di entrare in sintonia: tutti vendiamo, io vendo chirurgia. Io prima di tutto mi sento un medico – ha ribadito Klinger – E’ difficile che uno vada a caso dal cardiochirurgo o dal neurochirurgo, è molto più facile che invece qualcuno si rivolga a caso al chirurgo plastico, perchè magari il suo consigliere è l’estetista o il parrucchierè.
Il lavoro di Marco Klinger spazia dalla chirurgia plastica di tipo estetico a quella ricostruttiva. Per quanto riguarda il primo ramo, ‘l’età media si è allungata e sembrano più giovani quelli che giovani non sono più, la categoria degli over 65 che si sottopongono a interventi è nuova e in ascesa e i chirurghi plastici lavorano di più. In numeri assoluti gli uomini crescono in modo vistoso e importante, in proporzione crescono così tanto le donne che sono sempre comunque molte di più – ha spiegato – L’uomo ora sta più attento, se prima non aveva preso in considerazione l’idea, ora ci pensà.
‘Per esempio, gli uomini ritengono le mammelle prorompenti seccanti, chiedono di avere meno collo, meno fianchi, essere lipo aspirati, un naso corretto, non piccolino ma che renda la faccia bilanciatà, evidenzia.
‘Ognuno dal chirurgo cerca di rendere forte quello che si ritiene essere un punto debole. Dal punto di vista psicologico cercano una botta di buonumore, qualcosa che li renda più sicuri di sè – ha sottolineato Klinger – Penso che la stessa bellezza e la sicurezza sia anche da temere. Per esempio in televisione, qualche volta può uccidere anche tutto il resto. Sempre meglio avere che non averla, ma la paziente che si rivolge al chirurgo plastico non lo fa per la bellezza assoluta, ma per un particolare che la renda più sicura di se stessà.
Per quanto riguarda gli interventi più richiesti, al primo posto c’è quello che riguarda le mammelle delle donne: ‘Per la fortuna dei chirurghi plastici, a volte sono troppo piccole e devono diventare più grosse e viceversa, per fortuna non sono sempre perfette e a volte sono malformate – ha precisato – Pertanto, possono essere aumentate ottenendo un risultato naturale. Lo stesso risultato può essere conservato anche a distanza di diversi anni, la differenza tra un buon chirurgo plastico e uno che non è bravo è la garanzia nel tempo, se operati in modo corretto anche dopo dieci anni il risultato può essere confermato, ciò non toglie che l’invecchiamento esistè.
Al secondo e terzo posto troviamo occhi e naso: ‘Il naso è uno dei segni classici della chirurgia. Il naso dà la proiezione dell’intera faccia, la caratterizza, si sembra più giovani o meno. Gli occhi sono il biglietto da visita e rappresentano l’anima, il naso è quello che dà la caratteristica di dolcezza o cattiveria al volto. Nelle donne si mettono a posto gli occhi, poi c’è il mini lifting, ogni faccia tende a cadere verso il basso con l’età, noi facciamo in modo che sia triangolare come prima. Nell’uomo il problema è l’invecchiamento, ma per loro il lifting non è ancora del tutto sdoganato. L’uomo, eccetto il personaggio dello spettacolo, è ancora un pò in difficoltà con la chirurgia plasticà.
L’altro importante campo di intervento per Klinger è rappresentato dalla chirurgia ricostruttiva: ‘Ho operato ustionati gravi con facce danneggiate che siamo riusciti a mettere in condizioni di essere presentabili, oppure alcune malformazioni del corpo, o altre ricostruzioni tecnicamente difficili, dove va usato il cervello – ha aggiunto – Ci sono due tipi di difficoltà: riparare una grossa parte del corpo è difficile, altri interventi sono difficili perchè lo sono tecnicamente, i millimetri contano tantissimo nel nostro mestiere. E nel caso delle malate oncologiche di tumore al seno, c’è un 50% di donne per cui le mammelle rappresentano pochissimo e in cui l’intervento è vissuto come una menomazione non drammatica, per l’altro 50% invece rappresenta la femminilità’, ha sottolineatò.
‘Quindi poter aiutare entrambi i 50% ad avere una propria immagine serena aiuta nell’affrontare la malattia, consente poi loro di ripresentarsi nella stessa spiaggia, di fare le stesse attività, di tornare ad avere un rapporto normale con il proprio compagno, questa è una cosa importantè. Infine, uno sguardo generale al mondo della sanità italiana: ‘Per noi italiani la sanità è talmente ad alto livello che abbiamo una situazione veramente invidiabile. C’è però il versante dei medici, che in realtà per l’impegno che mettono e la fatica che fanno, con i rischi che corrono, sono sottopagati e sotto gratificati, è evidente che noi per i giovani e per i nuovi medici siamo poco attrattivi, chiediamo in un colpo solo di accettare in cambio di responsabilità importanti e orari di lavoro pazzeschi degli stipendi minimi – ha ammesso Klinger -. La nostra è una grande sanità, ma ci vorrebbe un occhio maggiore per i medici. Il mio messaggio a un medico che si laurea oggi è di ritenersi una persona fortunata, farà un mestiere che gli piace, ma farà un mestiere delicato, e non lo si può fare senza trasporto e senza voler bene alla gente – ha concluso – Altrimenti il rischio è quello di farlo malè.

– foto screenshot video Medicina Top –
(ITALPRESS).

Tre Bollini Rosa alla casa di cura Candela di Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Tre Bollini Rosa sono stati attribuiti alla casa di cura Candela di Palermo in occasione della cerimonia organizzata da Fondazione Onda che ha attribuito alla struttura sanitaria palermitana il massimo riconoscimento. Al network Bollini Rosa appartengono quelle strutture ospedaliere di diritto pubblico e diritto privato del Servizio sanitario nazionale, che hanno ricevuto, da Fondazione Onda, un riconoscimento per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili ma anche di quelle malattie che possono riguardare sia uomini che donne, per le quali vengono realizzati percorsi in ottica di genere. La Fondazione Onda è l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere che, dal 2005, promuove un approccio alla salute orientato al genere, con particolare attenzione a quella femminile e, dal 2007, attribuisce i Bollini Rosa a quelle strutture ospedaliere che offrono percorsi diagnostici, terapeutici e servizi dedicati alle patologie femminili.
“La casa di cura, punto nascita di I livello, dedica, da sempre, una particolare attenzione alla salute e al benessere della donna, ritenendola non soltanto destinataria di attenzioni e cure ma, soprattutto, individuo con dignità e diritto di scelta – commenta il vicedirettore sanitario della Candela, Antonino Bonifacio -. Questo prestigioso riconoscimento, conferito da Fondazione Onda, testimonia il costante impegno, da parte del personale sanitario della struttura, nel realizzare e garantire adeguati percorsi di diagnosi e cura ottimizzati per il genere femminile. Basti pensare agli importanti traguardi raggiunti nel corso dell’ultimo decennio, quali, ad esempio, la realizzazione degli ambulatori di ostetricia e di diagnosi prenatale, entrambi convenzionati con il SSN, che prendono in carico le pazienti ostetriche dall’inizio della loro gravidanza fino all’espletamento del parto, garantendo loro, grazie ad un team specialistico multidisciplinare, un appropriato setting assistenziale e di cure, sia nel caso di gravidanze fisiologiche che di gravidanze a rischio”.
“Il parto, seppur considerato un evento naturale e fisiologico, rappresenta, altresì, una importante esperienza perchè rinnova la vita e, come tale, merita un approccio sereno – aggiunge -. Motivo per il quale, da diversi anni, la clinica organizza dei corsi di accompagnamento alla nascita, tenuti da personale esperto e qualificato, finalizzati a stimolare forze, sostenere capacità ed incrementare consapevolezza”.
Il 2023 è stato un anno, altresì, costellato da importanti successi, grazie anche all’inserimento della struttura, da parte della Regione Siciliana, nella rete dei centri specialistici per l’attuazione del percorso diagnostico terapeutico per il trattamento del tumori del colon-retto e per il trattamento integrato dell’obesità dell’adulto. “Tutti i nostri interventi – aggiunge Bonifacio – trovano, sempre, un terreno molto fertile nel lavoro di squadra, che ci guida, attraverso la conoscenza e condivisione dei diversi fenomeni, ci orienta durante la costruzione dei fattori protettivi che possono ostacolare l’insorgere di malattie ed, infine, ci proietta, verso l’incremento e l’espressione delle potenzialità di ogni individuo”.
Come rilevano le psicologhe della casa di cura, Valeria Augello e Silvia Grassi, “Conosci, Intervieni, Previeni” è il nostro motto per salvaguardare il BenEssere a portata di Mente. Sempre”. Ed è quello che, per concludere questo importante 2023, la clinica Candela è riuscita a concretizzare, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulla donna. La circostanza è stata propizia per inaugurare un nuovo percorso che, grazie anche al supporto di alcune associazioni presenti sul territorio, parte dall’ambulatorio di gravidanza fisiologica, coinvolge tante figure sanitarie adeguatamente formate, e arriva alle pazienti ricoverate nel reparto di Ostetricia e Ginecologia e alle mamme che frequentano il corso di accompagnamento alla nascita. Un sostegno costante presentato, insieme ad un video di sensibilizzazione, durante l’incontro aperto alla popolazione, intitolato “Giada: La Forza di Ogni Donna”. “Questo evento – continuano le psicologhe – ha registrato una grande partecipazione attiva degli utenti – non solo femminile – per questo rappresenta un punto di partenza essenziale. Che altro dire? Continuiamo così perchè: Insieme si può!”.

– foto ufficio stampa Aiop Sicilia –
(ITALPRESS).

ICS Maugeri rileva la gestione dell’Hermitage Capodimonte a Napoli

PAVIA (ITALPRESS) – E’ stato siglato l’accordo che formalizza il subentro di ICS Maugeri S.p.A. Società Benefit nella gestione dell’Hermitage Capodimonte di Napoli, Istituto di Diagnosi e Cura accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale riconosciuto sul territorio per l’eccellenza nell’ambito della riabilitazione intensiva neurologica, psichiatrica, cardiorespiratoria, ortopedica e geriatrica. L’istituto si distingue per alcune collaborazioni con le Università Campane, diverse associazioni di pazienti riconosciute a livello nazionale e anche per un volume importante di pubblicazioni scientifiche, una media di circa 2.000 pazienti l’anno, 269 posti letto totali di cui 250 accreditati con il SSN e 19 autorizzati, e un fatturato 2022 di 12 mln di euro.
ICS Maugeri S.p.A. SB, Gruppo leader in Italia nell’ambito della Medicina riabilitativa e cure specialistiche correlate, rileverà le quote di una Newco appositamente costituita da Hermitage Capodimonte S.r.l, nella quale verranno conferite le attività sanitarie a seguito del trasferimento delle relative autorizzazioni e accreditamenti sanitari da parte delle Istituzioni competenti.
Questa importante acquisizione, la prima dopo 15 anni, si inserisce nel piano strategico di rilancio e crescita di ICS Maugeri.
“Siamo entusiasti dell’acquisizione di Hermitage a Napoli, dopo diversi anni ICS Maugeri rinnova l’orizzonte di sviluppo strategico che conferma nelle regioni del Sud Italia un ambiente istituzionale e professionale di grande pregio, con [in] cui accrescere ulteriormente quanto già presente nella medicina riabilitativa ad alta complessità – dice Luca Damiani, presidente di ICS Maugeri S.p.A. SB -. Vogliamo, insieme al territorio, investire nelle attività specialistiche di cura e prevenzione, grazie al nostro know-how in ambito salute e ricerca scientifica. Siamo convinti che l’ingresso di questa storica struttura in Maugeri, e perciò in quella che oggi è considerata a tutti gli effetti una piattaforma sanitaria nazionale di rilievo, sarà un ulteriore impulso al miglioramento complessivo dei servizi rivolti ai residenti della regione Campania, per preservare l’offerta di salute ed evitare la migrazione sanitaria, e allo stesso tempo attrarre pazienti dalle regioni limitrofe”.
L’acquisizione, che si affianca in Campania alla presenza di ICS Maugeri con l’IRCCS di Telese Terme, segna una nuova pagina nella storia dell’Istituto dell’area parco Capodimonte a Napoli, nell’ottica di garantire sinergie e continuità nell’erogazione dell’offerta sanitaria di eccellenza, con l’obiettivo di creare un polo avanzato di riferimento per il territorio e aprire a nuove e ulteriori collaborazioni con le Università, anche nell’ambito delle attività di ricerca. A valle di questo percorso rientra come traguardo auspicabile anche il riconoscimento della qualifica di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, di cui già gode ICS Maugeri S.p.A. SB.
Maugeri è un player nazionale, riconosciuto per la qualità dei servizi dalla riabilitazione di alta complessità, della medicina del lavoro e di altri in altri ambiti medico-chirurgici quali la cardiologia molecolare e la senologia, tutti strettamente interconnessi rispetto all’attività di ricerca scientifica traslazionale. Del Gruppo fanno inoltre parte un centro antiveleni, uno dedicato alle ricerche ambientali e centri specializzati in medicina del lavoro.
“L’acquisizione di Hermitage Capodimonte da parte di ICS Maugeri si inserisce in un piano di crescita dell’azienda e di sviluppo nel sud Italia dove, se già presenti in Campania a Telese, oltre che in Puglia e in Sicilia, – afferma Giuseppe Fraizzoli, amministratore delegato di ICS Maugeri S.p.A. SB – questa nuova realtà ci permetterà di ampliare sia l’offerta che la capacità di erogazione con la qualità professionale che da sempre ci contraddistingue, così da soddisfare la domanda di salute dei cittadini campani”.
Maugeri punta così non solo ad ampliare il raggio d’azione in Campania, ma anche a guardare al futuro insieme alle Istituzioni, per quelle che sono attività specialistiche importanti per la salute dei cittadini e di vicinanza ad essi. L’offerta di servizi sanitari sarà oggetto di un piano di investimenti volti ad ampliare la varietà e incrementare la qualità dell’erogazione.
“Oggi per me e per ICS Maugeri è un giorno importante, di proiezione al futuro in cui, con l’ingresso di Hermitage, vedo concretizzarsi un progetto e la possibilità di portare la nostra esperienza in un territorio strategico. Voglio ringraziare il Prof. Bonavita che ha scelto di affidarsi a noi per preservare valori ed eccellenza della sua struttura – sottolinea Chiara Maugeri, vice presidente della Fondazione Salvatore Maugeri, socio di maggioranza di ICS Maugeri S.p.A. SB – e allo stesso tempo confermargli che il nostro lavoro sarà anche quello di portare Hermitage a nuovi e fondamentali traguardi, con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento della qualifica di IRCCS, come molte delle nostre realtà sul territorio italiano”.
Il closing dell’operazione, e la contestuale gestione diretta, avverrà entro la primavera 2024, a conclusione del trasferimento delle necessarie autorizzazioni e accreditamento sanitarie in capo alla nuova società senza alterare, allo stato attuale, la situazione dei 220 dipendenti e collaboratori dell’Istituto campano.

– foto ufficio stampa Elettra PR –
(ITALPRESS).

Cittadini “Riportare al centro i principi fondanti del Ssn”

ROMA (ITALPRESS) – “Il 23 dicembre 1978, con l’approvazione della legge di riforma 833 si istituiva il Servizio Sanitario Nazionale, al termine di un processo di maturazione lungo, le cui radici risalgono all’entrata in vigore della Costituzione il 1° gennaio 1948. Un modello di sanità pubblica ispirato da princìpi di equità e universalismo e finanziato dalla fiscalità generale che sostituiva il sistema assicurativo pubblico in vigore fino a quel momento, basato sulle casse mutue legate alle diverse categorie di lavoratori, e che attuava il diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione, estendendo l’erogazione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione. L’istituzione del SSN ha rappresentato una scelta fondamentale di straordinaria civiltà, che ha posto il sistema di welfare del nostro Paese in linea con quelli dei principali paesi europei, diventando, nel tempo, un modello da imitare, anche per la presenza di elementi originali e innovativi”. Lo afferma la presidente di Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), Barbara Cittadini, in occasione dei 45 anni del Servizio Sanitario Nazionale.
“Il Sistema, sin dalla sua configurazione originaria, attribuisce allo Stato la funzione pubblica di tutela della salute – continua Cittadini – esercitata tramite il ricorso a strutture di diritto pubblico e a strutture di diritto privato. E’ lo stesso legislatore, quindi, che ha concepito il SSN come un corpo unico, caratterizzato dalla piena integrazione di due anime che collaborano per garantire alla collettività la migliore offerta sanitaria possibile. Eppure negli ultimi anni si è assistito a una costante strumentalizzazione, conseguenza di pericolosi e anacronistici condizionamenti ideologici che, sovente, hanno inquinato il dibattito e hanno portato a compiere scelte, talvolta, ambigue con il risultato di limitare l’offerta sanitaria e bloccare il necessario percorso di efficientamento del SSN, dando luogo a contraddizioni preoccupanti”.
“Si pensi ai dati sulla qualità degli outcome clinici che ci mostrano in modo chiaro un’estrema variabilità nella qualità delle prestazioni, in ogni regione e tra regioni diverse. Tale variabilità nei fatti si traduce, purtroppo, in fenomeni drammatici di iniquità di accesso alle prestazioni, migrazione sanitaria patologica e rinuncia alle cure: tutti elementi che minano le basi solidaristiche e universalistiche alle quali il SSN s’ispira – sottolinea Cittadini -. E’ per queste ragioni che il quarantacinquesimo anniversario della nascita del SSN deve rappresentare, a mio avviso, l’occasione per avviare un processo di distensione. E’ necessario tornare a ragionare in un’ottica di sistema: superare le contrapposizioni e instaurare una collaborazione virtuosa e sistematica tra la componente di diritto pubblico e la componente di diritto privato, riportando al centro i principi fondanti del SSN, in particolare la tensione del Sistema a un’equità verso l’alto, a tutto vantaggio degli utenti”.

– Foto ufficio stampa Aiop –

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Covid, in una settimana nuovi casi in aumento del 7,2%

ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana compresa tra il 14 e il 20 dicembre 2023 si registrano 60.440 nuovi casi positivi al Covid-19, il 7,2% in più rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 56.404. I morti sono stati 425, con una variazione di +34,5% rispetto alla settimana precedente (316). 323.844 i tamponi effettuati con una variazione di +15,9% rispetto alla settimana precedente (279.323). Tasso di positività del 18,7% con una variazione di -1,5% rispetto alla settimana precedente (20,2%). Il tasso di occupazione in area medica relativo al 20/12/2023 è pari all’11,8% (7.360 ricoverati) rispetto all’11,9% (7.426 ricoverati) del 13/12/2023.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva relativo al 20/12/2023 è pari al 3,1% (276 ricoverati), rispetto al 2,7% (240 ricoverati) del 13/12/2023.
“I dati confermano una sostanziale stabilizzazione della curva epidemica. Indicano, altresì, che soprattutto nelle Regioni che hanno promosso maggiormente la campagna di vaccinazione e di protezione dei fragili l’andamento è in diminuzione. Si mantiene sotto la soglia epidemica l’indice di trasmissibilità e, soprattutto, contenuto il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva ed in area medica”, afferma il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Gruppo San Donato in partnership con GKSD completa acquisizione AHP

MILANO (ITALPRESS) – Il Gruppo San Donato (GSD), in partnership con GKSD Investment Holding (GKSD), ha completato l’acquisizione della quota di maggioranza in American Heart of Poland (AHoP), il più grande fornitore indipendente di cure cardiovascolari in Europa e uno dei tre maggiori erogatori di assistenza sanitaria privata in Polonia.
Attraverso questa operazione, il Gruppo San Donato consolida la sua posizione tra i maggiori gruppi sanitari europei. “Si tratta della prima importante acquisizione internazionale da parte di GSD e di un ulteriore tassello per la sua continua crescita – si legge in una nota -. Con questa acquisizione nasce il leader europeo nel trattamento delle malattie cardiovascolari che garantirà un’assistenza sanitaria di qualità, lo sviluppo di una eccellente ricerca scientifica e la formazione medica di altissimo livello, anche attraverso lo scambio di know-how tra i due Paesi”.
“L’unione dei due gruppi sarà altamente sinergica, grazie alla complementarità tra le aree di eccellenza del Gruppo San Donato e di AHoP e aprirà la strada a ulteriori sviluppi – prosegue la nota -. Per l’acquisizione, GSD e GKSD sono stati supportati da BNP Paribas (consulente finanziario unico), LEK Consulting, Deloitte e GKSD Advisory, mentre Rymarz Zdort Maruta ha fornito la consulenza legale. L’operazione è stata supportata dal finanziamento dell’acquisizione concesso da un pool di primarie istituzioni di relazione italiane e internazionali, che sono: BNL BNP Paribas in qualità di Arranger unico, Coordinatore e Agente, Intesa Sanpaolo (IMI CIB Division), UniCredit e Banco BPM in qualità di Mandated Lead Arranger con anche il supporto di SACE. NCTM ha fornito la consulenza legale alle banche finanziatrici e a SACE. BonelliErede ha fornito la consulenza legale a GSD e GKSD, sulla struttura dei finanziamenti in Italia”.
Commentando l’acquisizione, Kamel Ghribi, Presidente di GKSD Investment Holding e Vice Presidente del Gruppo San Donato, ha dichiarato: «Si tratta di un’acquisizione di straordinaria importanza nel contesto dell’Unione Europea che rafforza la presenza internazionale del Gruppo e sviluppa eccellenti sinergie nel settore della cardiologia e non solo. Un passo importante nel nostro percorso di crescita, che porterà valore aggiunto innanzitutto ai pazienti».
Adam Szlachta, CEO del gruppo American Heart of Poland (AHoP), ha commentato: «American Heart of Poland è un fornitore leader di servizi sanitari pubblici a livello nazionale in Polonia, con forti piani di ulteriore crescita. Far parte del Gruppo San Donato ci permette di rafforzare ulteriormente la qualità dei servizi sanitari del Paese. GSD sostiene fortemente i piani di sviluppo di AHoP che mirano a migliorare significativamente la qualità delle cure a disposizione della società polacca».

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Reimmaginare la vita con la dermatite atopica, campagna Sanofi

MILANO (ITALPRESS) – Sanofi – con il patrocinio di ADOI (Associazione Dermatologi venereologi Ospedalieri Italiani), ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica) e SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse) – ha lanciato la campagna #ChangeAD, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sulla dermatite atopica e sul suo impatto nella vita quotidiana di bambini, adolescenti e adulti che ne sono affetti.
Il fulcro della campagna è uno spot tv che trasforma le quattro dimensioni principali della dermatite atopica moderata-grave – prurito, secchezza cutanea, bruciore e stigma sociale – in un’immagine precisa e forte, proiettata sulla pelle di quattro diversi soggetti (una bambina, un ragazzo, un anziano e una donna). La narrazione continua invitando il pubblico ad immedesimarsi nella vita delle persone che soffrono di questa patologia: “immagina un prurito che ti strappa la pelle e i sogni, il tuo corpo che si sgretola, le fiamme che ti avvolgono, gli occhi delle persone sempre addosso”. In modo altrettanto diretto, lo spot apre poi alle nuove prospettive di vita a cui i pazienti possono tendere grazie alla ricerca, che permette loro di “reimmaginare la propria vita con la dermatite atopica”.
“Siamo orgogliosi di come il successo della nostra strategia di R&D abbia portato a opzioni terapeutiche innovative nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche – afferma Marcello Cattani, Presidente e AD Sanofi Italia e Malta -. Attraverso l’applicazione di tecnologie all’avanguardia, la nostra ricerca si spinge verso la scoperta di nuovi meccanismi d’azione, o lo sviluppo di piccole molecole, anticorpi monoclonali, anticorpi bispecifici o multi-specifici, destinati a cambiare l’approccio terapeutico di diverse patologie, permettendone un controllo a lungo termine o potenzialmente cambiarne l’evoluzione”.
Lo spot è ora on line – https://youtu.be/vvz8lL683PU?si=C56u9AWRZ72S3iKp – ed è accompagnato da una campagna sul web (attività display e video) e sui social network, con rimando al portale informativo Dermatopia.it per ricevere maggiori informazioni sulla patologia e sui centri dermatologici specializzati, attraverso una landing page dedicata alla campagna.
La dermatite atopica è una malattia cronico-recidivante della cute sostenuta da un processo infiammatorio di tipo 2 e che può interessare soggetti in ogni fascia d’età: neonati, bambini e adulti. Molto diffusa soprattutto nei bambini (20% di prevalenza), tende ad attenuarsi durante l’adolescenza, per poi recidivare o esordire “de novo” in età adulta.
In Italia, infatti, la dermatite atopica riguarda il 7,7% degli adolescenti tra i 13 e i 14 anni e il 6,6% degli adulti. Specie nelle forme moderate-gravi, a causa del prurito e delle lesioni, spesso localizzate in zone sensibili e visibili, la dermatite atopica impatta significativamente sulla sfera piscologica e sociale dei soggetti che ne sono affetti, causando disturbi del sonno, calo della produttività al lavoro o a scuola, rinunce professionali e personali, forme di stigma sociale, ansia e depressione.
“Ci impegniamo ogni giorno per portare al mondo clinico e istituzionale le esigenze dei pazienti – dice Mario Picozza, Presidente ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica), FederASMA e Allergie Odv -. Non possiamo che sostenere questa campagna per l’efficacia con cui mette in evidenza quanto la dermatite atopica possa essere debilitante nel quotidiano per grandi e piccoli”.
Francesco Cusano Presidente ADOI (Associazione Dermatologi Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica) sottolinea che “negli ultimi anni grazie alla ricerca, l’approccio clinico e terapeutico alla dermatite atopica è profondamente cambiato. I risultati raggiunti sono inimmaginabili rispetto a solo cinque anni fa. E’ importante che le persone sappiano che oggi ci sono diverse possibilità per tenere sotto controllo i sintomi di questa patologia dal forte impatto anche psicologico per chi ne soffre e che possono rivolgersi a Centri dermatologici specializzati”.
Giuseppe Argenziano, Presidente SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse), sottolinea che “oggi, le nostre conoscenze rispetto al meccanismo infiammatorio alla base della dermatite atopica sono molto più ampie e precise. Lo sforzo congiunto di industria e comunità scientifica ha reso disponibili opzioni di trattamento che agiscono sulle cause di questa patologia, permettendone il controllo di segni e sintomi. Queste terapie innovative sono attualmente disponibili solo presso centri dermatologici selezionati. E’ quindi fondamentale che il paziente si rivolga ad essi per poter intraprendere il percorso terapeutico più adeguato alla sua condizione”.

– foto screenshot video campagna Sanofi –

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Tumore colon, enzima del batterio Escherichia Coli osservato speciale

MILANO (ITALPRESS) – La sequenza cromosomica pks+, presente nel batterio Escherichia Coli (E.Coli), sembrerebbe contribuire allo sviluppo del tumore al colon. In particolare, vi sarebbe un legame tra le mutazioni associate alla sua presenza e le alterazioni in alcuni geni distintivi di questa tipologia di tumore. Questa scoperta potrebbe fornire opportunità innovative per strategie preventive e terapie personalizzate, specialmente considerando l’incremento dei tumori del colon, soprattutto tra i giovani adulti.
Questo è il risultato dello studio dal titolo “Contribution of pks+ E.coli mutations to colorectal carcinogenesis”, appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, realizzato grazie alla collaborazione tra l’Istituto di Ricerca sul Cancro (Londra), Human Technopole e Università degli studi di Milano-Bicocca. Il team di ricerca è stato condotto da Bingjie Chen (Londra), Daniele Ramazzotti (Milano-Bicocca), Trevor A. Graham (Londra) e Andrea Sottoriva (Human Technopole).
La ricerca si è focalizzata sulla formazione dei tumori del colon-retto, analizzando il ruolo del batterio Escherichia coli (E.coli) nell’insorgenza del tumore. Alcuni ceppi di Escherichia coli, infatti, possono contenere un enzima chiamato polichetide sintetasi (E. coli pks+), che codifica per la molecola colibactina, un composto tossico per il DNA. In particolare, dallo studio è emerso che le mutazioni associate alla presenza di E. coli pks+ sono correlate a specifiche alterazioni in alcuni geni chiave del cancro colon-retto.
Le analisi del genoma della mucosa sana nei pazienti affetti da cancro, inoltre, hanno rivelato firme mutazionali distintive, in linea con l’azione genotossica del batterio. Questo fenomeno, finora poco esplorato nella mucosa normale dei pazienti con cancro, emerge come un potenziale iniziatore di mutazioni che contribuiscono allo sviluppo dei tumori del colon-retto.
«Questi risultati mostrano come l’E.coli pks+ potrebbe rappresentare un elemento chiave nella carcinogenesi del colon. – sottolinea Daniele Ramazzotti, uno degli autori principali della ricerca – Ciò non solo offre una nuova prospettiva sulla complessità dell’insorgenza del cancro del colon-retto, ma potrebbe anche aprire la strada allo sviluppo di nuovi biomarcatori di rischio per questa patologia. Approfondire infatti, la connessione tra il microbiota intestinale e la formazione di tumori potrebbe offrire opportunità innovative per strategie preventive e terapeutiche personalizzate, specialmente considerando l’incremento dei tumori del colon, soprattutto tra i giovani adulti».
– foto Pixabay-
(ITALPRESS).