ROMA (ITALPRESS) – Il Rapporto dell’Osservatorio sull’uso dei Medicinali in Italia (OsMed) dell’Aifa, che da anni fotografa l’andamento dei consumi e della spesa per i farmaci nel nostro Paese, da oggi si fa interattivo. Navigando la nuova sezione (“OsMed interattivo”) sul sito dell’Agenzia, sarà infatti possibile accedere con pochi clic a tabelle e grafici selezionati in base alle chiavi di ricerca inserite. Il sistema restituirà i dati di consumo e spesa complessivi e per regione, con un maggiore livello di dettaglio rispetto ai rapporti fin qui pubblicati e consentirà di visualizzare il confronto tra regioni e gli scostamenti dalla media nazionale. I dati potranno essere filtrati per classi di farmaci e per modalità di dispensazione (assistenza convenzionata o acquisti da parte delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale). Sarà inoltre possibile estrarre e stampare le tabelle e i grafici ottenuti personalizzando la ricerca. La nuova modalità di consultazione dei dati OsMed favorisce e semplifica l’accesso a una serie di informazioni utili per le attività di analisi sull’uso dei farmaci, monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva, programmazione sanitaria, formazione e informazione. Costituisce quindi uno strumento utile per i decisori nazionali e regionali, per chi si occupa di programmazione, prevenzione e acquisti in ambito farmaceutico e per i farmacisti che dirigono il settore nelle ASL o negli ospedali, per i medici e per tutti gli operatori sanitari. Il servizio, che si arricchirà di nuovi contenuti nei prossimi mesi, è accessibile a chiunque sia interessato a questi dati.
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Aifa, nuove opportunità di ricerca e analisi con l’Osmed interattivo
Corte dei Conti “Sì a un piano coordinato per la lotta all’Aids”
ROMA (ITALPRESS) – Gli interventi in materia di prevenzione e lotta all’Aids, previsti dalla legge n. 135/90 “non possono prescindere da un Piano che renda le azioni sinergiche e dalla reale predisposizione di risorse finanziarie indirizzate nei vari ambiti: di prevenzione, assistenza, accesso ai farmaci, mantenimento alla cura e attività di ricerca”. E’ quanto osserva la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti nella relazione su “Programmi e interventi per la lotta contro l’HIV e l’AIDS”, che segnala, fra l’altro, l’impegno finanziario italiano, tramite il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nel Global Fund dell’Organizzazione della sanità destinato al contrasto della patologia.
Secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2018, sono state effettuate 2.847 nuove diagnosi di infezione da Hiv pari a 4,7 nuovi casi per 100.000 residenti. In termini di incidenza delle nuove diagnosi di Hiv, l’Italia si colloca lievemente al di sotto della media dei Paesi dell’Unione Europea (5,1 casi per 100.000 residenti).
La Corte chiede “maggior trasparenza nel monitoraggio degli interventi a carattere nazionale, da condividere e coordinare con le realtà territoriali considerati i notevoli costi a carico dei sistemi sanitari, nonchè nella gestione, visto che le somme destinate alla cura dell’Hiv, unitamente ad altre patologie, sono confluite nei costi standard definiti nell’ambito della determinazione dei fabbisogni dei diversi Servizi sanitari regionali, complicando la verifica della destinazione delle risorse”.
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Zaia “App Immuni è partita male, si è atteso troppo”
VENEZIA (ITALPRESS) – “L’app nazionale purtroppo è partita male dal punto di vista del consenso pubblico. Funziona se c’è consenso, altrimenti non funziona. A mio avviso si è atteso troppo e si è lasciata troppo andare la discussione con le preoccupazioni giuste sulla privacy e sulla gestione dei dati. Se non si recupera con un’informazione corretta, l’app avrà grosse difficoltà a decollare”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nella conferenza stampa sui numeri del coronavirus, in merito all’app Immuni per contrastare la diffusione del virus. “Noi – ha aggiunto – stiamo lavorando con il nostro progetto di biosorveglianza, non stiamo lavorando sulla tracciabilità, cioè sui contatti”.
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Allo Spallanzani 48 positivi al Covid, 13 sono più gravi
ROMA (ITALPRESS) – Sono 98 i pazienti ancora presenti allo Spallanzani di Roma. Di questi, scrivono nel bollettino quotidiano i medici dell’istituto di ricerca, 48 risultano positivi al Covid-19 e 50 sono sottoposti ad indagine. Dei 48 positivi, 13 hanno ancora bisogno di supporto respiratorio. Ad oggi, invece, risultano dimesse 445 persone.
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Speranza “Il virus non è sconfitto, tenere alta l’attenzione”
ROMA (ITALPRESS) – Le immagini di questi giorni in diverse città, con assembramenti e il mancato rispetto del distanziamento sociale, “destano grandissima preoccupazione, basta poco per vanificare il lavoro straordinario e i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi”. Lo ha detto al Tg1 il ministro della Salute Roberto Speranza.
“Il virus non è sconfitto, circola ancora nel Paese – ha aggiunto il ministro -. I numeri sono inferiori ma il virus è ancora lì, dobbiamo tenere altissimo il livello di attenzione. Sicuramente servono più controlli e li faremo, ma quello che conta di più è la persuasione di tutti noi. Rivolgo un appello soprattutto ai più giovani: è in gioco la vita delle persone, non possiamo dimenticare le immagini delle scorse settimane. Dobbiamo ripartire, sì, ma facciamolo col massimo dell’attenzione, altrimenti torniamo indietro, non si può giocare col fuoco”.
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Coronavirus, accordo ministero Salute-Pediatri-Stc per l’infanzia
ROMA (ITALPRESS) – Siglato un protocollo di intesa tra Ministero della Salute, Società Italiana di Pediatria (SIP) e Save the Children – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro -, su interventi innovativi rivolti a bambini, adolescenti e alle loro famiglie, la cui condizione di vulnerabilità si è acuita a seguito dell’emergenza Covid19, perchè in condizione di povertà economica ed educativa e marginalizzazione sociale, nonchè vittime o a rischio di abusi in ambito familiare.
Tra gli interventi, in presenza e online, da destinare ai bambini, alle bambine e agli adolescenti beneficiari di Save the Children durante l’estate del 2020 e in fase di post-emergenza, attività di educazione sanitaria, educazione alla salute e a sani stili di vita, supporto psicosociale e sostegno nel contatto con la rete sociosanitaria territoriale, valorizzando gli aspetti di empowerment di comunità e di partecipazione attiva dei minori coinvolti.
“Gioco e attività motorie all’aria aperta, alimentazione sana, benessere emotivo: dopo il forzato isolamento e la sospensione delle attività di ogni giorno, ritengo urgente restituire alle bambine, ai bambini e agli adolescenti la possibilità di giocare, di stare con gli amici, di apprendere, e di nutrirsi in modo equilibrato e completo, tornando a una sana vita di relazione con adulti e coetanei – spiega la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa -. Il Ministero della salute ha accolto e sottoscritto con convincimento il Protocollo proposto da Save the Children per accompagnare l’uscita dal lockdown di bambini e adolescenti e in particolare tra quanti, tra loro, hanno meno opportunità e possibilità, per condizioni di svantaggio delle famiglie d’origine. Pensiamo in particolare ai minori che vivono in condizione di povertà economica, educativa e di marginalizzazione sociale ma anche a quanti sono in situazioni drammatiche di vita, o a rischio di abusi in ambito familiare o comunque portatori di vulnerabilità preesistenti alla crisi pandemica, che si sono acuite a seguito dell’emergenza da Coronavirus. Il mio impegno, e quello del Ministero della Salute, è rivolto costantemente alla tutela della salute delle bambine e dei bambini ed è impegnato a fronteggiare le sfide sanitarie delle popolazioni più vulnerabili attraverso un approccio sempre incentrato alla cura della persona”.
L’attività estiva servirà anche a coinvolgere bambini e ragazzi in percorsi di educazione alla salute, per conoscere e imparare a rispettare i comportamenti di prevenzione indispensabili anche alla ripresa dell’anno scolastico.
“E’ fondamentale, come prevede questo importante Protocollo, promuovere sin da piccoli l’educazione sanitaria, non solo per favorire corretti comportamenti di prevenzione riguardo al Covid-19, ma più in generale per far sì che nel nostro Paese si affermi una più forte coscienza sanitaria, proprio partendo dai bambini. Solo così possiamo valorizzare al meglio questo periodo in cui siamo chiamati a governare l’emergenza sanitaria senza dimenticare le necessità dei bambini e degli adolescenti. Non dimentichiamo ad esempio l’annoso problema dell’analfabetismo sanitario che vede l’Italia al penultimo posto tra i 27 Paesi Ocse. I percorsi di educazione sanitaria sull’uso corretto delle medicine, sull’igiene, sulla corretta alimentazione e sui sani stili di vita dovrebbero essere obbligatori nelle scuole: dalla materna alle superiori”, sottolinea Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria.
“Siamo tutti di fronte ad una sfida educativa senza precedenti. Sin dall’inizio della crisi la nostra rete di servizi educativi – dai Punti Luce ai Centri Fuoriclasse o agli Spazi Mamme – si è attivata ‘a distanzà per raggiungere tutti i bambini e gli adolescenti, ed oggi riusciamo a seguire oltre 60mila persone, registrando le difficoltà e le sofferenze delle famiglie che aumentano di giorno in giorno”, dice Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.
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Mandelli “Più risorse per la sanità territoriale e le farmacie”
ROMA (ITALPRESS) – Ritorna il tema della crescita della spesa farmaceutica. Una crescita che va però a corrente alternata: da una parte l’esborso per i farmaci distribuiti nelle farmacie (farmaceutica convenzionata) ha esibito nel 2019 un avanzo di circa 800 milioni, mentre quella per acquisti diretti (spesa ospedaliera, spesa per i farmaci distribuiti direttamente dalle ASL) ha sforato il tetto di 2,6 miliardi. Di qui la proposta di Farmindustria di spostare tutte le ulteriori risorse previste per il 2020, in totale 736 milioni, sulla spesa diretta, riducendo di fatto il tetto per i medicinali dispensati in farmacia. Una scelta che sarebbe motivata anche dal plausibile aumento della spesa ospedaliera per il 2020, per l’impatto della COVID-19. Non la pensa così Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. “E vero, da tempo la spesa convenzionata rimane al di sotto del tetto programmato. Ma la questione è mal posta – afferma -. L’origine del problema è altrove, nel costante definanziamento della sanità italiana rispetto al crescere dei bisogni: il rapporto GIMBE, per esempio, parla di 37 miliardi in meno dal 2010 al 2019. Una delle risposte a questa diminuzione di risorse è stato il sempre maggiore ricorso agli acquisti diretti di medicinali, per le migliori condizioni garantite allo Stato, e il progressivo impoverimento dell’elenco dei medicinali dispensabili in farmacia”.
“Se la spesa convenzionata è ampiamente sotto controllo, anzi ben al di sotto dei tetti programmati, allora è possibile far tornare nelle farmacie i nuovi medicinali che finora le sono stati sottratti per ragioni puramente economiche”, sottolinea Mandelli. La spesa complessiva non cambierebbe molto, però. “Sì, ma sicuramente si diminuirebbero i disagi per i pazienti che oggi sono costretti a recarsi nelle ASL e negli ospedali per ricevere i medicinali prescritti – risponde il presidente della Fofi -. Un sistema che proprio nella fase della pandemia e del lockdown ha dimostrato la sua inadeguatezza: molti non sono andati a ritirare i medicinali e hanno smesso di curarsi, con le conseguenze negative segnalate dai medici. Non è pensabile puntare al rafforzamento della sanità territoriale e poi sottrarle la disponibilità di tutte le terapie che possono essere praticate anche fuori dall’ospedale. Non è il momento di cercare di strapparsi quote di un finanziamento inadeguato, ma di chiedere che alla sanità, assistenza farmaceutica compresa, siano destinate le risorse necessarie. Anche gli eventi di questi mesi dimostrano quale prezzo si paga risparmiando sulla salute”, conclude Mandelli.
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In 24 ore 161 vittime, gli attuali positivi 2 mila in meno
ROMA (ITALPRESS) – Al 20 maggio il totale delle persone in Italia che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 è di 227.364, con un incremento rispetto al 19 maggio di 665 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 62.752, con un calo di 2.377 assistiti rispetto al 19 maggio. Lo rende noto la Protezione Civile.
Tra gli attualmente positivi, 676 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 40 pazienti rispetto al 19 maggio.
9.624 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 367 pazienti rispetto al 19 maggio.
52.452 persone, pari all’84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto al 19 maggio i deceduti sono 161 e portano il totale a 32.330. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 132.282, con un incremento di 2.881 persone rispetto al 19 maggio.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 26.671 in Lombardia, 9.151 in Piemonte, 5.098 in Emilia-Romagna, 3.532 in Veneto, 2.117 in Toscana, 2.178 in Liguria, 3.786 nel Lazio, 1.974 nelle Marche, 1.442 in Campania, 1.902 in Puglia, 126 nella Provincia autonoma di Trento, 1.523 in Sicilia, 596 in Friuli Venezia Giulia, 1.317 in Abruzzo, 272 nella Provincia autonoma di Bolzano, 66 in Umbria, 331 in Sardegna, 46 in Valle d’Aosta, 353 in Calabria, 198 in Molise e 73 in Basilicata.
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