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Coronavirus, nasce il super archivio dei pazienti

MILANO (ITALPRESS) – Un super-archivio dei dati clinici, diagnostici, terapeutici e dei campioni biologici relativi agli oltre 1500 pazienti COVID-19 ricoverati fino ad oggi nell’Ospedale San Gerardo di Monza e in quello di Desio che verrà aggiornato nel tempo. Uno strumento per individuare strategie di cura e prevenzione efficaci contro il Coronavirus e indirizzare le scelte di politica sanitaria a breve e medio termine. Una metodologia di studio che ha ricevuto l’autorizzazione dal comitato etico dell’Istituto Spallanzani di Roma, il comitato unico nazionale per la sperimentazione sul virus.
L’iniziativa nasce dalla sinergia dell’Università di Milano-Bicocca, in particolare del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, con l’Ospedale San Gerardo di Monza, principale polo di riferimento per aumentare le conoscenze su questo nuovo virus sia per migliorare l’assistenza e la cura dei pazienti.
“Si tratta di ricerca indipendente e no-profit, per la quale una convenzione tra le due istituzioni prevede un ufficio dedicato nel Dipartimento di Medicina e Chirurgia”, dice il direttore del Dipartimento, Maria Grazia Valsecchi.
Dall’inizio della pandemia un comitato congiunto, Università di Milano Bicocca-Ospedale San Gerardo, ha intravisto la possibilità di dare una struttura omogenea alla ricerca clinica sul Covid.
Il progetto si chiama “STORM, Studio Osservazionale sulla storia naturale dei pazienti ospedalizzati per Sars-Cov-2”, un modello di studio ideato e messo in pratica da Paolo Bonfanti, professore associato di Malattie infettive all’Università di Milano-Bicocca.
Il database permetterà di “descrivere la storia naturale della malattia – prosegue Bonfanti – fornendo un importante contributo alla conoscenza delle sue modalità di diffusione e della sua evoluzione clinica”.
Allo stesso tempo è stata creata, su iniziativa di Andrea Biondi, professore ordinario del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, con l’Ospedale, una bio-banca per la raccolta del materiale biologico residuo derivante da tamponi e prelievi dei pazienti.
Obiettivo della bio-banca è supportare la ricerca biologica e genetica per ricostruire la patogenesi della malattia, migliorare i test diagnostici, sviluppare nuovi farmaci.
STORM mette i suoi dati a disposizione di tutte le proposte di ricerca. A valutare i progetti scientifici che ne faranno richiesta è un comitato scientifico misto Milano-Bicocca e San Gerardo. La bio-banca ha già destato l’interesse di enti di ricerca internazionali tra i quali il National Institutes of Health.
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Coronavirus, in calo i ricoverati allo Spallanzani

ROMA (ITALPRESS) – Prosegue il calo dei ricoverati all’Istituto Spallanzani di Roma, scende il numero dei casi dai 107 di ieri ai 104 di oggi. Di questi, si legge nel bollettino medico, 57 risultano positivi al Covid 19, uno in meno rispetto a ieri, e 47 sottoposti ad indagine, due in meno in 24 ore. Dei pazienti positivi 9 hanno ancora bisogno di supporto respiratorio. Le persone dimesse o traferite in altre strutture salgono, invece, a 436.
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Torna la “Settimana del cervello”, la mente tra inganni e sfide estreme

TORINO (ITALPRESS) – Dalle illusioni sensoriali alle allucinazioni, o false percezioni, create dal cervello affetto da patologie neurologiche o psichiatriche. Dai pregiudizi percettivi, aspettative e conoscenze pregresse che influenzano la nostra interpretazione della realtà, a come la percezione influenzi la coscienza e quindi la memoria storica. Torna dal 18 al 27 maggio la Settimana del Cervello a Torino, un viaggio nella mente, tra inganni e sfide estreme, quelle dell’uomo nello spazio, a cui sono dedicati i tre appuntamenti della seconda settimana. Non manca poi uno sguardo all’attualità della pandemia, un’altra grande sfida sociale e culturale per l’uomo, ma anche un’occasione per mettere a confronto economia e biologia: due mondi in apparenza distanti ma che svelano dinamiche insospettabilmente simili.
Il tradizionale appuntamento di inizio marzo al Circolo dei Lettori si trasferisce quest’anno su YouTube, sul canale dell’Associazione CentroScienza Onlus (youtube.com/CentroScienza) che organizza la rassegna 2020 insieme al NICO – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi e al Centro Interdipartimentale di Neuroscienze dell’Università di Torino, e grazie al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e il contributo della Regione Piemonte.
Gli appuntamenti – in programma alle 18.00 o alle 21:00 – vedranno alternarsi esperti di diverse discipline che, come nella tradizione della Settimana del Cervello, svelano il fascino dell’incontro e della contaminazione tra neuroscienze, psicologia, storia ed economia.
Introduce e modera gli incontri Alessandro Vercelli, vice rettore alla Ricerca Biomedica dell’Università di Torino e direttore scientifico del NICO – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi.
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Che tristezza se il vaccino non è per tutti

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Libertè, egalitè, fraternitè. Erano stati i francesi, più di due secoli fa, i padri del marketing dei valori dell’Occidente moderno. Sulla fratellanza e soprattutto sulla libertà, specie in epoca Covid, si potrebbe discutere molto. Ma l’uguaglianza, con il virus, è andata davvero in rianimazione etica. L’oggetto della discordia è questo, è l’ennesimo annuncio ambiguo della nostra epoca malata di enunciazione perpetua. La multinazionale francese del farmaco, Sanofi, sta lavorando intensamente a un vaccino contro il coronavirus. Ma in caso di successo, il prodotto andrà prima gli americani. Uno schiaffo pubblico alla grandeur francese e a quello che rimane dell’orgoglio europeo. Motivo? I soldi ce li hanno messi gli americani e a loro spetta dunque di diritto, se non altro economico, il frutto del successo. Dopo una giornata di dichiarazioni e contro-dichiarazioni, tra l’arrabbiatura del Presidente Macron e le parziali rassicurazioni dei manager della Sanofi, le cose sono rimaste come prima. Ci vorranno, serrando i tempi, 18-24 mesi per un vaccino, e quando sarà pronto sarà ovviamente sul mercato per tutti con la priorità, beninteso, dei cittadini americani. Non solo perché negli States le procedure per le convalide mediche e la produzione industriale sono più veloci, ma perché i primi 30 milioni di dollari li ha messi la BARDA, ente pubblico americano che sta per Biomedical Advanced Research and Developmnet Authority. Qualcuno ha provato a metterla in politica facendo passare l’annuncio della multinazionale francese come una provocazione alle autorità europee, troppo lente, macchinose e avare in tema di Covid. La risposta arriva dall’EMA, che pensa di trovare il vaccino prima, entro un anno, mentre la Commissione di Bruxelles è pronta a un fondo da 2,4 miliardi per sostenere la ricerca nel continente. Comunque vadano a finire le cose, una riflessione su tutte deve essere chiara. Il diritto alla salute, in base al quale le democrazie occidentali hanno fatto e stanno facendo l’impensabile, cioè sospendere le nostre libertà fondamentali, è una chimera, inteso come diritto universale ugualitario. Chi più paga, più ha e prima degli altri. Neanche dopo lo shock dell’11 settembre si era riusciti a piegare così velocemente i nostri diritti, lavoro, privacy, istruzione, movimento, relazioni. Lo si è fatto, e tutti ci siamo stati, sulla base di regole date da comitati tecnici che hanno esautorato Parlamenti e liturgie varie del dialogo politico. Lo abbiamo fatto perché ci sembrava prioritario salvare le vite umane, la nostra e quella degli altri. La scoperta di un vaccino e la sua produzione e accessibilità su scala mondiale metterebbero fine a questo tsunami che ha sconvolto le nostre abitudini e le nostre economie. Sarebbe per diritto, una cosa per tutti, per il bene di tutti. Al di là di chi paga. Difficile trovare nella storia pandemie che non abbiano esasperato le disuguaglianze sociali, ma che tristezza vedere coinvolti nel meccanismo i paesi, America e Francia, che nel XVIII secolo ci hanno dato le Carte della nostra modernità.

Claudio Brachino

Coronavirus, ancora in calo gli attuali positivi

Al 15 maggio, il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 è di 223.885 con un incremento rispetto al 14 maggio di 789 nuovi casi. Lo rende noto la Protezione Civile.
Il numero totale di attualmente positivi è di 72.070, con una decrescita di 4.370 assistiti rispetto al 14 maggio.
Tra gli attualmente positivi, 808 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 47 pazienti rispetto al 14 maggio.
10.792 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 661 pazienti rispetto al 14 maggio.
60.470 persone, pari all’84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto al 14 maggio i deceduti sono 242 e portano il totale a 31.610. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 120.205, con un incremento di 4.917 persone rispetto al 14 maggio.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 27.746 in Lombardia, 11.113 in Piemonte, 6.001 in Emilia-Romagna, 4.439 in Veneto, 3.168 in Toscana, 2.603 in Liguria, 4.088 nel Lazio, 2.795 nelle Marche, 1.736 in Campania, 2.181 in Puglia, 406 nella Provincia autonoma di Trento, 1.760 in Sicilia, 741 in Friuli Venezia Giulia, 1.454 in Abruzzo, 359 nella Provincia autonoma di Bolzano, 90 in Umbria, 461 in Sardegna, 77 in Valle d’Aosta, 505 in Calabria, 227 in Molise e 120 in Basilicata.
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Coronavirus, infortunio su lavoro non collegato a responsabilità datore

ROMA (ITALPRESS) – In riferimento al dibattito in corso sui profili di responsabilità civile e penale del datore di lavoro, per le infezioni da Covid-19 dei lavoratori per motivi professionali, l’Inail precisa che dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro.
Sono diversi i presupposti per l’erogazione di un indennizzo Inail per la tutela relativa agli infortuni sul lavoro e quelli per il riconoscimento della responsabilità civile e penale del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Queste responsabilità devono essere rigorosamente accertate, attraverso la prova del dolo o della colpa del datore di lavoro, con criteri totalmente diversi da quelli previsti per il riconoscimento del diritto alle prestazioni assicurative Inail. Pertanto, il riconoscimento dell’infortunio da parte dell’Istituto non assume alcun rilievo per sostenere l’accusa in sede penale, considerata la vigenza in tale ambito del principio di presunzione di innocenza nonchè dell’onere della prova a carico del pubblico ministero.
E neanche in sede civile il riconoscimento della tutela infortunistica rileva ai fini del riconoscimento della responsabilità civile del datore di lavoro, tenuto conto che è sempre necessario l’accertamento della colpa di quest’ultimo per aver causato l’evento dannoso. Al riguardo – osserva l’Inail -, si deve ritenere che la molteplicità delle modalità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, oggetto di continuo aggiornamento da parte delle autorità in relazione all’andamento epidemiologico, rendano peraltro estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro.
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In Sicilia 8 nuovi casi di coronavirus, aumentano i guariti

PALERMO (ITALPRESS) – Dall’inizio dei controlli in Sicilia, i tamponi effettuati sono stati 112.929 (+1.792 rispetto a ieri), su 101.487 persone: di queste sono risultate positive 3.374 (+8), mentre attualmente sono ancora contagiate 1.760 (-94), 1.351 sono guarite (+102) e 263 decedute (0). Per un errore, ieri, e’ stato comunicato un decesso in provincia di Palermo, mai avvenuto. Oggi, invece, l’unico morto e’ nella provincia di Siracusa, quindi il totale dall’inizio dell’epidemia e’ sempre di 263. Lo rende noto la Regione Siciliana alla luce dei dati comunicati all’Unita’ di crisi nazionale in merito all’emergenza Coronavirus.
Degli attuali 1.760 positivi, 209 pazienti (-6) sono ricoverati – di cui 11 in terapia intensiva (-1) – mentre 1.551 (-88) sono in isolamento domiciliare.
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Dall’Universita’ di Palermo una app contro il Covid 19

PALERMO (ITALPRESS) – L’idea di Valentina Di Felice e Dario Saguto, del Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica Avanzata (BIND) dell’Universita’ di Palermo, e’ risultata vincitrice della University specific challenges nel settore Remote working and education di EUvsVirus, l’Hackaton organizzato dalla Commissione europea, in collaborazione con gli Stati membri dell’UE, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative per vincere le sfide connesse al coronavirus. A EUvsVirus hanno partecipato oltre 20.000 persone, provenienti da 141 nazioni, con 2160 soluzioni proposte nei seguenti settori: Salute e Vita (898), Continuita’ dell’attivita’ Aziendale (381), Lavoro e Istruzione a Distanza (270), Coesione Politica e Sociale (452), Finanza Digitale (75) e altre sfide (83). I 43 vincitori, oltre a ricevere un premio in denaro, saranno invitati al Matchathon che si svolgera’ dal 22 al 25 maggio sulla nuova EIC COVID Platform, un processo che identifichera’ le esigenze dei team e facilitera’ l’incontro con gli utilizzatori finali e gli investitori provenienti da tutta Europa.
L’Hackaton paneuropeo e’ stato un invito affinche’ i cittadini Europei mettessero in campo le proprie competenze per contrastare attivamente il COVID-19.
“L’esigenza della comunita’ accademica di poter tornare presto e in totale sicurezza a fruire degli spazi lavorativi e non solo ci ha spinto a rispondere alla chiamata del Consiglio europeo per l’innovazione – spiega Valentina Di Felice, docente di Anatomia Umana del BIND – La nostra APP potra’ aiutare a regolare il flusso degli utenti e l’accesso a spazi condivisi, pubblici e privati, rispettando il distanziamento sociale e le altre misure atte a prevenire il contagio da SARS- Cov-2. In particolare, DYNAMIC consentira’, attraverso un sistema di CHECK-IN rapido, di accedere agli spazi tramite una gestione dinamica delle prenotazioni on-line e degli accessi non programmati, permettendo cosi’ all’utente finale di ottimizzare tempo e spostamenti tenendo conto della disponibilita’ residua di postazioni visualizzabile in tempo reale”.
Alla prima fase di sviluppo hanno contribuito due developer, un portoghese e un venezuelano, e un’avvocatessa greca, che attraverso la piattaforma DEVPOST si sono uniti al team iniziale. La soluzione non necessita di apparati hardware dedicati, di cablaggi ne’ tantomeno di corrente elettrica e cio’ comportera’ l’immediato funzionamento dopo l’attivazione e un notevole abbattimento dei costi di installazione e manutenzione, nonche’ un ridottissimo impatto ambientale.
“Inoltre – conclude Dario Saguto, studente interno presso il BIND – stiamo lavorando per rendere il sistema da noi ideato interfacciabile con sistemi elettronici e di controllo accessi di terze parti nonche’ con altre APP aventi lo stesso scopo, ovvero implementare il distanziamento interindividuale che si e’ mostrata essere l’arma piu’ efficace nel contrastare il diffondersi del COVID- 19”.
Nelle prossime settimane il gruppo internazionale, oltre che lavorare per completare lo sviluppo dovra’ preparare una demo dell’APP e affiancato, da uno skill mentor e da team di esperti, messi a disposizione delle UE, in vari ambiti (operations, corporates, universities, marketing, web) redigere un Organizational Timeline Business Plan. Questi saranno presentati, alle autorita’ pubbliche ed ai privati nonche’ a possibili investitori, durante il matchmaking weekend del 22-25 maggio, che si terra’ sulla piattaforma COVID dell’EIC, cosi’ da fornire agli interessati dati certi circa tempi e risorse necessari per il rilascio sul mercato di DYNAMIC.
(ITALPRESS).