“Il prezzo fissato a 50 centesimi, più 11 centesimi di Iva, è e resterà quello, purtroppo per gli speculatori e altre categorie simili ciò è e ciò sarà, se ne dovranno fare una ragione. La giungla che abbiamo lambito, la speculazione osservata non c’è più e non tornerà”. Lo ha detto il commissario straordinario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, nel corso di una conferenza stampa, parlando delle mascherine chirurgiche.
“L’ipotesi che il prezzo condizioni l’approvvigionamento delle mascherine è destituita da ogni fondamento perché le associazioni che hanno sottoscritto l’accordo hanno la possibilità di ricevere la compensazione”, ha spiegato Arcuri.
“Noi abbiamo solo detto che le mascherine devono essere vendute a 50 centesimi più Iva ai cittadini, abbiamo fatto ogni sforzo per far si che ciò potesse accadere, è successo che per una rete ha funzionato per l’altra no. E’ successo perché gli approvvigionamenti della Gdo funzionano – ha spiegato -, quelli dei distributori delle farmacie no, le farmacie non c’entrano nulla. Loro devono solo comprare le mascherine e portarle in farmacia, non lo stanno facendo. Esiste la compensazione del prezzo, non è lì la ragione di questo mancato approvvigionamento”.
“Se le mascherine ci sono nei supermercati e non nelle farmacie evidentemente c’è un difetto di una rete di approvvigionamento. E’ necessario che questo si comprenda, i cittadini possono andare alla Conad a comprare una mascherina a 0,50 centesimi e questo succede. Perché i distributori delle farmacie non riescono a farlo? Perché evidentemente non hanno una quantità di mascherine uguale a quella che hanno dichiarato”, ha detto ancora il commissario.
“Nell’ultima settimana abbiamo distribuito alle Regioni 36,2 milioni di mascherine, sono state distribuite 208,8 milioni dall’inizio dell’emergenza e le regioni hanno una scorta
di 55 milioni nei loro magazzini”, ha proseguito.
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Arcuri “Il prezzo delle mascherine chirurgiche resta 61 centesimi”
Coronavirus, nominate altre undici donne nelle task force
ROMA (ITALPRESS) – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, “nell’esigenza di garantire una rappresentanza di genere”, ha integrato il Comitato di esperti diretto da Vittorio Colao con cinque donne, che si aggiungono alle quattro gia’ presenti.
Il Comitato di esperti sara’ integrato da Enrica Amaturo, professoressa di sociologia all’Universita’ degli Studi di Napoli Federico II; Marina Calloni, professoressa di Filosofia politica e sociale dell’Universita’ degli Studi di Milano-Bicocca e fondatrice di ‘ADV – Against Domestic Violence’, il primo centro universitario in Italia dedicato al contrasto alla violenza domestica; Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat; Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia; Maurizia Iachino, dirigente di azienda.
Allo stesso modo, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, su proposta del Presidente del Consiglio, integrera’ il Comitato tecnico-scientifico con altre sei personalita’: Kyriakoula Petropulocos, direttrice generale Cura della Persona e Welfare della Regione Emilia Romagna; Giovannella Baggio, gia’ ordinario di Medicina interna e titolare della prima cattedra di Medicina di genere in Italia, attualmente Presidente del Centro Studi Nazionale di Salute e Medicina di Genere; Nausicaa Orlandi, Presidente della Federazione Nazionale degli ordini dei chimici e dei fisici ed esperta di sicurezza sul lavoro; Elisabetta Dejana, biologa a capo del programma di angiogenesi dell’istituto di Oncologia molecolare di Milano e capo dell’unita’ di Biologia vascolare nel Dipartimento di immunologia, genetica e patologia dell’Universita’ di Uppsala, in Svezia; Rosa Marina Melillo, professoressa di Patologia Generale presso Il Dmmbm dell’Universita’ “Federico II” di Napoli; Flavia Petrini, professoressa di Anestesiologia presso l’Universita’ degli studi G.D’Annunzio di Chieti-Pescara e direttrice dell’Unita’ operativa complessa di anestesia, rianimazione e terapia intensiva dell’Ospedale Santissima Annunziata di Chieti.
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Coronavirus, Istituto Tumori Milano: nuove misure a tutela dei pazienti
MILANO (ITALPRESS) – Ottimizzazione dei percorsi di diagnosi, controlli e terapie, ripresa degli screening interrotti a marzo a causa del lockdown. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si riorganizza per la gestione dei pazienti oncologici nella fase due della pandemia Covid-19. Il nuovo assetto ha come obiettivo la tutela di pazienti che a causa della malattia sono particolarmente fragili sotto il profilo immunologico.
Assistenza in telemedicina, terapie a domicilio, rimessa a regime di tutti gli screening sono i punti chiave di tale riorganizzazione.
“Il nostro obiettivo e’ mantenere la continuita’ terapeutica e assistenziale dei pazienti oncologici, a seconda delle priorita’ individuali”, spiega Filippo de Braud, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica. “Questo significa una valutazione non solo clinica, ma anche psicologica. Non scordiamoci infatti che il Covid-19 ha determinato inevitabili stati di insicurezze relativi a se stessi e al futuro. Pertanto, se il malato preferisce un contatto diretto con l’oncologo, e’ nostro compito favorirlo, garantendogli un elevato livello di sicurezza. Al contrario, se a causa della pandemia il paziente e’ in un momento di disagio economico e non abita a Milano, dobbiamo mettere in pratica tutte le risorse possibili da parte nostra, per evitargli costose trasferte”.
In questo la teleassistenza ha un ruolo importante, uno strumento utile a guidare e accompagnare il paziente in ogni fase del suo percorso, a partire dalla gestione dei primi appuntamenti nella fase iniziale della diagnosi. Con il nuovo progetto riorganizzativo, il paziente viene contattato telefonicamente in modo da valutare il caso, visionare gli esami effettuati e ridurre cosi’ il numero di accessi diretti, necessari solitamente per definire la diagnosi e il piano terapeutico. Si’ anche alla teleassistenza per seguire il paziente in corso di terapia, con la possibilita’ di ricevere a casa propria i farmaci necessari.
“Per limitare i controlli in ospedale, chiediamo che le analisi di routine vengano effettuate in un laboratorio vicino a casa e che il referto ci venga inviato per mail – sottolinea de Braud -. Quando possibile, concordiamo col paziente anche un cambio di terapia, dando priorita’ ai trattamenti orali o sottocutanei rispetto ai trattamenti a base di infusione per ridurre il tempo trascorso in ospedale. Inoltre, abbiamo un servizio di consegna dei farmaci orali a casa dei pazienti, piuttosto che prevederne il ritiro in farmacia”.
“Oggi stanno riprendendo le visite e gli esami di controllo ma con un criterio diverso rispetto a prima della pandemia” – interviene Marco Votta, presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori.
“Ogni paziente viene contattato il giorno prima dell’appuntamento in modo da confermare l’orario di arrivo in ospedale. Questo e’ un anello estremamente importante nella nuova routine dell’ospedale e richiede la partecipazione del malato. Non possiamo piu’ permetterci che arrivi con largo anticipo, come accadeva spesso prima e che attenda il suo turno spalla a spalla con pazienti e accompagnatori”. Previsti anche percorsi separati per i pazienti affetti da Covid-19, come previsto dai decreti regionali.
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Prevenzione cardiovascolare secondaria, cardioaspirina salvavita
ROMA (ITALPRESS) – Ancora oggi, dopo oltre 120 anni di storia, la cardioaspirina si conferma un pilastro della prevenzione secondaria nei pazienti che hanno avuto un evento cardiovascolare come ictus o infarto. A dimostrarlo uno studio, diretto e coordinato da Humanitas, pubblicato su Lancet che ha dimostrato che le tienopiridine, farmaci antiaggreganti in grado di inibire l’attivita’ del P2Y12, non danno benefici sostanziali rispetto alla cardioaspirina, che dunque rimane il farmaco antiaggregante di riferimento per la prevenzione cardiovascolare secondaria.
La meta-analisi e’ stata condotta su 9 trial realizzati negli ultimi 30 anni, mettendo a confronto diretto la cardioaspirina con i nuovi farmaci antiaggreganti su una popolazione di oltre 40mila pazienti. “Tutti i pazienti in prevenzione secondaria devono assumere un antiaggregante. Abbiamo cercato di rispondere alla domanda se questi nuovi farmaci antiaggreganti diano o meno benefici paragonati alla cardioaspirina, focalizzandoci su degli endpoint molto significativi per il paziente, ovvero l’impatto sulla mortalita’ e sul rischio di un nuovo infarto o ictus”, spiega il coordinatore dello studio, Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas e docente di Humanitas University. I risultati hanno evidenziato che i benefici della terapia con tienopiridine sono marginali rispetto a quelli con la cardioaspirina.
“Per prevenire un solo infarto del miocardio abbiamo bisogno di trattare con i nuovi antiaggreganti 244 pazienti, un numero eccessivamente alto per giustificare la nuova terapia in sostituzione della cardioaspirina – continua Stefanini -, oltretutto senza alcun effetto sul rischio di mortalita’”.
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Fase 2, da Inail e Iss linee guida per ristoranti e spiagge
ROMA (ITALPRESS) – Garantire la ripresa delle attivita’, successiva alla fase di lockdown, assicurando allo stesso tempo la tutela della salute dei lavoratori e dell’utenza. E’ questo l’obiettivo dei due nuovi documenti tecnici sui settori della ristorazione e delle attivita’ ricreative di balneazione pubblicati sul sito dell’Inail, che li ha realizzati in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanita’ per fornire al decisore politico elementi di valutazione sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del nuovo Coronavirus nella fase 2 dell’emergenza sanitaria. Nel settore della ristorazione, ad assumere un aspetto di grande complessita’ e’ la questione del distanziamento sociale. Durante il servizio, infatti, non e’ evidentemente possibile l’uso di mascherine da parte dei clienti. Lo stazionamento protratto, inoltre, in caso di soggetti infetti da Sars-CoV-2 puo’ contaminare superfici come stoviglie e posate. Un altro aspetto di rilievo e’ il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali confinati, anche in relazione ai servizi igienici, che spesso sono privi di possibilita’ di aerazione naturale.
Il Documento Inail-Iss raccomanda, tra l’altro, “di rimodulare la disposizione dei tavoli e dei posti a sedere, definendo un limite massimo di capienza predeterminato che preveda uno spazio di norma non inferiore a quattro metri quadrati per ciascun cliente, fatta salva la possibilita’ di adottare altre misure organizzative, come per esempio le barriere divisorie”. La prenotazione obbligatoria viene indicata come ulteriore strumento di prevenzione, utile anche per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dal locale. Nel Documento relativo al settore della balneazione, viene indicata una strategia di gestione del rischio che tenga conto di vari aspetti, che riguardano il sistema integrato delle infrastrutture collegate con la meta di balneazione, gli stabilimenti e le spiagge libere. “Determinare l’area utilizzabile dai bagnanti richiede inoltre valutazioni specifiche, perche’ le aree costiere sono molto differenti tra loro. Si ritiene quindi opportuna l’adozione da parte delle autorita’ locali di piani che permettano di prevenire l’affollamento delle spiagge, anche tramite l’utilizzo di tecnologie innovative”, si legge nel documento.
Per consentire un accesso contingentato agli stabilimenti balneari e alle spiagge attrezzate, viene suggerita la prenotazione obbligatoria, anche per fasce orarie.
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Coronavirus, Speranza “Da infermieri ruolo fondamentale”
ROMA (ITALPRESS) – Nella Giornata internazionale dell’infermiere, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha inviato alla Federazione nazionale degli ordini delle professioni interimistiche un messaggio di augurio, apprezzamento e di riconoscimento per l’impegno della categoria. “Nella prova durissima che l’Italia si e’ trovata ad affrontare – ha scritto il ministero nella lettera inviata alla presidente della Fnopi, Barbara Mangiacavalli – l’impegno speso per vincere questa sfida ha assunto il volto degli infermieri che, insieme ai medici e agli altri professionisti e operatori sanitari, abbiamo visto in prima linea nei giorni piu’ drammatici. Il volto di una professione, e della storia che celebriamo oggi, sinonimo di vocazione al servizio degli altri. Il vostro lavoro, da sempre essenziale al funzionamento del Servizio sanitario nazionale, mai come in questa stagione ha rivestito, e rivestira’ sempre di piu’, un ruolo fondamentale nei servizi sul territorio, negli ospedali, ma anche a domicilio, nel contatto stretto con le famiglie. Un lavoro che va sostenuto – conclude Speranza – con un impegno altrettanto concreto da parte dello Stato per una tutela forte del diritto costituzionale alla salute”.
“Ringraziamo il ministro per le sue parole – ha commentato Mangiacavalli – e gli assicuriamo che gli infermieri, come e’ stato da sempre e sempre sara’ in futuro, avranno come primo obiettivo del loro agire la salute degli assistiti e il soddisfacimento pieno dei loro bisogni. Soprattutto, come ha ben sottolineato, sul territorio dove le esigenze sono spesso piu’ forti e continue e dove proprio la pandemia ha dimostrato come troppe volte, siano esse Covid o non Covid, le persone restano sole. Questo non accadra’ mai se gli infermieri potranno essergli vicini: il tempo di relazione per noi e’ tempo di cura. E per questo il nostro impegno e’ a non lasciare mai solo nessuno”.
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Coronavirus, tamponi tutti negativi al Santabarbara Hospital di Gela
GELA (CALTANISSETTA) (ITALPRESS) – Sono 157 i tamponi eseguiti al Santabarbara Hospital di Gela, tutti negativi. “Questa mattina la conferma ufficiale che ha fugato ogni dubbio, dopo giorni di attesa e apprensione”, fa sapere l’ospedale. Il primo maggio, infatti, uno degli ospiti ricoverati presso la RSA della clinica era risultato positivo al doppio tampone e subito trasferito al Vittorio Emanuele, che ospita l’unico centro Covid della citta’. Pochi giorni prima, la RSA era stata isolata proprio per prevenire qualsiasi rischio di contagio dall’esterno.
“La notizia del caso positivo – si legge nella nota – aveva destato domande e una certa preoccupazione, ma le scrupolose misure di prevenzione adottate nella struttura gia’ dai primi di marzo si sono mostrate efficaci: tutto il personale medico, sanitario e amministrativo, nonche’ tutti i pazienti, sono negativi al tampone rinofaringeo”.
Gli accorgimenti approntati dall’ospedale, come l’allestimento della tenda per il pre-triage, gli ingressi separati per tipologia di pazienti e l’isolamento della RSA, hanno avuto la meglio “contro un virus subdolo e insidioso, bloccato in tempo proprio grazie all’apparato di contenimento e prevenzione predisposto ad hoc. Siamo orgogliosi di constatare – si evidenzia nella nota – che i protocolli applicati dalla direzione sanitaria del Santabarbara Hospital, con la efficace e tempestiva collaborazione della ASP di Caltanissetta, del Vittorio Emanuele di Gela, della Protezione civile di Caltanissetta e di tutto il personale, si sono dimostrati validi. Un grande lavoro di squadra che ha coinvolto medici, infermieri, osa, volontari e che ha richiesto l’adozione di provvedimenti straordinari dal punto di vista organizzativo e strutturale”.
“I medici della ASP – prosegue l’ospedale – e gli operatori del 118 hanno lavorato senza sosta per evitare quello che poteva diventare un serio problema di diffusione e contagio, che avrebbe potuto esporre al rischio sanitari e pazienti. A loro va il nostro grazie”.
Anche il paziente positivo, che fin dall’inizio accusa sintomi molto lievi, e’ stato dimesso dal Vittorio Emanuele e sara’ assistito a domicilio.
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Federfarma “Le mascherine non arrivano alle farmacie”
ROMA (ITALPRESS) – Quello delle mascherine introvabili nelle farmacie continua a essere un serio problema nella fase due dell’emergenza coronavirus. Federfarma denuncia ancora lentezze nella distribuzione dei prodotti, e lancia anche l’allarme su guanti e alcool.
“Tra sabato e questa mattina sono arrivate 3 milioni di mascherine, che erano in giacenza presso gli aeroporti di Malpensa e di Roma, attraverso la distribuzione intermedia. Un quantitativo, arrivato nelle farmacie romane e, nella mattinata di oggi, anche a Milano e Torino, sicuramente insufficiente a soddisfare la richiesta dei nostri pazienti”, spiega all’Italpress il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia.
“Non abbiamo notizie – continua – dei 12 milioni che erano stati promessi dalla Protezione civile in distribuzione nel corso di questa settimana, ne’ tantomeno di quando sara’ avviata la produzione e quindi la distribuzione dei 15 milioni che, a regime, ci auguriamo saranno distribuiti alle farmacie appena partira’ la produzione nazionale. Siamo molto preoccupati perche’ lo strumento e’ fondamentale affinche’ il Paese non torni al lockdown. Il rischio e’ che uno strumento cosi’ importante possa mancare – aggiunge Tobia -. La preoccupazione e’ tanta e nessuno puo’ dire che le farmacie italiane abbiano nascosto le mascherine. Teniamo a ribadire il nostro ruolo professionale e la disponibilita’ delle farmacie a essere utili alla popolazione italiana: dateci le mascherine e le distribuiamo”.
“Abbiamo accolto con entusiasmo – prosegue il segretario nazionale di Federfarma – la dichiarazione del presidente Conte che vorrebbe distribuirle gratuitamente per soggetti fragili, deboli, immunodepressi, malati cronici, ma ancora oggi non abbiamo contezza di questo. Aspettiamo notizie che arriveranno dal Governo ma soprattutto aspettiamo le mascherine”.
Sulla disponibilita’ di guanti e alcol, il segretario di Federfarma chiarisce: “Il prezzo dei guanti si e’ decuplicato, l’alcol denaturato con grandissima difficolta’ e’ disponibile presso i nostri distributori. Questo e’ un altro problema che bisogna affrontare subito. Bisogna trovare una soluzione che purtroppo non puo’ venire da parte nostra: deve arrivare da chi produce, da chi importa e da chi deve dare risposte al Paese”.
C’e’ anche un problema Sud: “Non e’ arrivato nulla, ne’ mascherine, ne’ guanti, ne’ alcol. Continuiamo a vagare alla ricerca della soluzione”, spiega Tobia, che e’ anche presidente di Federfarma Palermo. “La richiesta e’ talmente alta dal punto di vista della produzione che probabilmente mancano le materie prime – aggiunge -. E’ veramente un momento difficile. Noi raccogliamo l’esigenza della gente, siamo l’ultimo anello della catena e raccogliamo anche molto spesso improperi che non andrebbero rivolti nei confronti di una classe di professionisti che e’ al servizio della gente, che ha perduto 16 farmacisti, centinaia di colleghi contagiati, e’ stata sempre aperta e ha dato disponibilita’ ad allungare gli orari. Valorizziamo il ruolo del farmacista – conclude Tobia -, non e’ vero che le farmacie hanno i magazzini pieni di mascherine e non le vogliono distribuire”.
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