“Il rinnovo del contratto nazionale del personale non medico, che opera nella componente di diritto privato del SSN continua a essere una priorità per AIOP e ARIS”. Lo affermano in una nota congiunta Barbara Cittadini, presidente nazionale di AIOP, e P. Virginio Bebber, presidente nazionale ARIS, commentando l’annuncio dello stato di agitazione da parte delle principali sigle sindacali della sanità.
“Anche nella drammatica emergenza sanitaria, che ha colpito il Paese, abbiamo continuato a chiedere al Governo di potere proseguire il dialogo con le Istituzioni e le Parti sociali, sia per addivenire, nelle modalità concordate, sin dall’inizio della trattativa, alla definizione del CCNL, sia per affrontare le sopravvenute criticità che, nella fase emergenziale, hanno investito tutte le nostre strutture, che hanno garantito, tempestivamente e senza riserve, anche e soprattutto grazie all’impegno straordinario del personale medico e non medico, quanto richiesto loro dalle Regioni, in considerazione del fatto che sono le Istituzioni che operano la programmazione in base alle esigenze che hanno nei loro territori”, proseguono.
“Con grande senso di responsabilità – prosegue Cittadini – abbiamo garantito alle Regioni la doverosa ed impegnativa trasformazione delle nostre strutture rispetto a quello che serviva per gestire l’emergenza, rinviando ad altro momento il confronto su presupposti che, però, sono fondamentali per la sopravvivenza delle aziende e, contestualmente, abbiamo manifestato al Ministro Speranza e al Ministro Gualtieri l’urgenza di una rapida apertura di un tavolo delle trattative, per dar seguito agli accordi raggiunti, sulla base di condizioni chiare sin dall’inizio del confronto, nei mesi scorsi tra Governo, Conferenza delle Regioni, Organizzazioni sindacali di categoria, AIOP e ARIS”.
“Nel frattempo – precisa il presidente nazionale AIOP – gli eventi imprevedibili legati alla pandemia in corso hanno stravolto l’operatività delle nostre strutture: sono state tutte integrate nelle reti ospedaliere di contrasto al Covid-19; alcune come ‘Covid hospital’, altre come ‘No-Covid hospital’, chiamate ad interrompere l’attività ordinaria e a garantire, esclusivamente, le prestazioni ‘indifferibili’ che gli ospedali di diritto pubblico non riescono a garantire; altre, ancora, del tutto bloccate, nell’attesa di poter riprendere l’attività di assistenza specialistica ambulatoriale e per acuti”.
“Condizioni che hanno aperto una crisi finanziaria ed economica potenziale che, se non risolta tempestivamente, potrebbe mettere in discussione non solo gli accordi contrattuali, ma la stessa sopravvivenza di un grande numero di aziende, che già oggi, in più di una regione, accusano una grande crisi di liquidità. Questa situazione – conclude Barbara Cittadini – conferma, ulteriormente, la necessità di riprendere in tempi rapidi il confronto fra tutte le parti, che assicuri la sostenibilità di un doveroso rinnovo contrattuale ma, altresì, degli oneri che ne deriveranno, anche, per le parti datoriali, tanto provate, sul piano organizzativo, finanziario ed economico, dall’emergenza Covid 19”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del presidente ARIS: “Sappiamo benissimo – dice Bebber – che il rinnovo del contratto per i nostri collaboratori non medici è e deve essere un’esigenza prioritaria. Avremmo certamente portato avanti e concluso le trattative se non ci fosse capitato addosso lo tsunami che ha sconvolto il Paese e il mondo intero. Nonostante ciò la nostra commissione non ha mai smesso di cercare le strade migliori per un incontro che soddisfi tutti. Confidiamo anche che Governo e Regioni comprendano la necessità del loro sostegno, soprattutto alla luce delle devastazioni economiche portate dalla Covid-19”.
(ITALPRESS).
Sanità privata, Aiop-Aris “Il rinnovo del contratto resta una priorità”
Federfarma “Sulle mascherine serve chiarezza”
Federfarma ritiene necessario fare chiarezza in tema di mascherine chirurgiche, “tanto più in queste ore in cui il Paese inizia a ripartire, con la Fase 2, e il loro uso è essenziale, insieme al distanziamento fisico e al lavaggio accurato delle mani, per evitare di ritrovarsi tra qualche settimana costretti a una nuova quarantena”.
“La Farmacia Italiana – spiega l’associazione di categoria in una nota – per la sua capillare distribuzione sul territorio è presidio sanitario di prossimità per tutti i cittadini, ugualmente ed ovunque. In un momento di ripartenza come l’attuale, Federfarma vuole porre l’attenzione sulle esigenze dei cittadini più fragili, immunodepressi, malati cronici e pazienti in cure chemioterapiche, confermando la propria disponibilità a distribuire gratuitamente ai soggetti aventi diritto le mascherine che perverranno dalla Pubblica Amministrazione”.
“A seguito dell’accordo siglato da Federfarma il 1° maggio con il Commissario Straordinario, Domenico Arcuri, le mascherine chirurgiche costano al pubblico 0,61 euro (cioè 0,50 + iva 22%, fino al momento in cui l’Iva non sarà azzerata, come preannunciato dal Governo). Al momento le mascherine sono ancora disponibili presso alcune farmacie, mentre la stragrande maggioranza le ha già vendute proprio in previsione della Fase 2 – spiega ancora Federfarma -. Tali carenze sono dovute a vari motivi. Quelle con regolare marchio CE sono introvabili sul mercato. Quelle importate con autocertificazione del produttore/importatore, assimilabili alle chirurgiche, che quindi potrebbero andare in vendita a 61 centesimi (talora anche già in giacenza presso i distributori che riforniscono le farmacie) non possono essere vendute senza la conformità da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Quelle che le farmacie attendono dalla Pubblica Amministrazione (al costo di acquisto di 40 centesimi) non sono ancora state consegnate dai distributori intermedi: peraltro l’accordo è stato siglato solo il 1° maggio e vanno considerati i necessari tempi tecnici”.
“Per questo motivo ieri il Commissario Straordinario, alla presenza di Federfarma, ha convocato i rappresentanti della distribuzione intermedia per favorire la conclusione di un accordo commerciale con un qualificato fornitore nazionale, che renderà disponibili 5 milioni di mascherine chirurgiche per i prossimi 7 giorni e 10 milioni settimanali, a regime, dalla seconda metà di maggio – prosegue la nota -. Le farmacie in questi mesi hanno lavorato con passione e professionalità al servizio dei cittadini, in condizioni difficili e mettendo a rischio la propria salute, specie nelle zone più martoriate del Paese”. Federfarma infine ribadisce che “le farmacie si sono sempre poste al servizio delle Istituzioni e del cittadino per rendere disponibile le mascherine al prezzo stabilito dal Commissario Straordinario, sottolinea anche che il farmacista non è mai venuto meno alla sua mission di distribuire il farmaco e di dispensare consigli professionali a tutela della salute pubblica anche in un contesto emergenziale unico nella sua portata”.
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La pandemia aumenta il rischio di disturbi alimentari
“La pandemia da COVID-19 può aumentare il rischio di ricadute e peggioramento dei disturbi dell’alimentazione o addirittura far insorgere un disturbo di addiction ex novo. In questo contesto di emergenza diventa ancora più importante identificare le strutture di cura”. Lo scrive sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss.
“Per raggiungere questo obiettivo è in corso da parte del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS il progetto ‘Manual’ che ha come obiettivo la mappatura territoriale dei centri dedicati alla cura dei disturbi alimentari. I dati saranno cruciali per offrire ai cittadini informazioni e supporto. Attraverso i questionari che l’ISS riceverà dai centri avremo a disposizione non soltanto informazioni precise sulla tipologia e sull’offerta delle strutture territoriali ma ci forniranno un profilo anche delle persone che hanno disturbi dell’alimentazione – prosegue Pacifici -. Caratteristiche legate all’età, al genere, alla diagnosi, al trattamento o al supporto psicologico, saranno informazioni preziose per dare consistenza a un problema di cui per sua natura è difficile delineare i tratti”.
“Il progetto, in collaborazione con il Ministero della Salute, esperti Regionali, società scientifiche e associazioni di settore, diventa ancora più importante in questo contesto di emergenza sanitaria. Le comorbidità, infatti, associate ai DA possono essere fattori di rischio ulteriori per l’infezione se consideriamo anche che a causa dell’emergenza vi è una difficoltà a mantenere e incrementare l’offerta di trattamenti psicologici e psichiatrici – spiega la dirigente dell’Iss -. Perciò è necessario identificare i DA e intervenire tempestivamente perché, se non adeguatamente trattati, aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo che, nei casi più gravi, possono portare alla morte. I Disturbi dell’Alimentazione spesso coesistono anche con l’abuso di sostanze e presentano tratti psicologici e comportamentali simili, tra cui impulsività, la perdita di controllo e l’aumentato rischio di comportamenti autodistruttivi. Nel Global Burden of Disease Study-GBD 2013, l’anoressia e la bulimia nervosa sono la dodicesima causa di disabilità per le donne di età compresa tra i 15 e 19 anni in paesi ad alto reddito (in aumento anche nei paesi a medio e basso reddito) il cui impatto è sottostimato considerando che ad oggi, nonostante l’elevata prevalenza, il GBD non tiene conto del binge eating”.
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Coronavirus, accelera il calo dei ricoveri ma ancora troppi morti
ROMA (ITALPRESS) – Al 6 maggio il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 in Italia e’ 214.457, con un incremento rispetto a ieri di 1.444 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi e’ di 91.528, con una decrescita di 6.939 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi 1.333 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 94 pazienti rispetto a ieri.
15.769 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 501 pazienti rispetto a ieri.
74.426 persone, pari al 81% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 369 e portano il totale a 29.684. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 93.245, con un incremento di 8.014 persone rispetto a ieri. Il numero cosi’ alto dei pazienti dimessi e guariti e’ dovuto ad un aggiornamento dei dati della Regione Lombardia riferiti anche ai giorni precedenti.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 31.753 in Lombardia, 14.858 in Piemonte, 8.391 in Emilia-Romagna, 6.789 in Veneto, 5.088 in Toscana, 4.433 nel Lazio, 3.306 in Liguria, 3.236 nelle Marche, 2.903 in Puglia, 2.340 in Campania, 2.201 in Sicilia, 1.791 in Abruzzo, 982 nella Provincia autonoma di Trento, 962 in Friuli Venezia Giulia, 644 in Calabria, 623 in Sardegna, 579 nella Provincia autonoma di Bolzano, 179 in Molise, 172 in Basilicata, 171 in Umbria e 127 in Valle d’Aosta.
(ITALPRESS).
Longo “Prolasso rettale interno causa della stitichezza”
“Tutti nasciamo con le emorroidi, sono tre piccoli cuscinetti all’interno del canale anale che perfezionano la continenza alle feci, incastrandosi fra di loro. Quindi conservare le emorroidi è un vantaggio. La malattia inizia quando le emorroidi fuoriescono all’esterno. Inizialmente avviene solo durante l’evacuazione, successivamente restano all’esterno e non rientrano più. I sintomi possono essere tanti: sanguinamento, bruciore, prurito, oppure forte dolore per giorni se restano, come si dice, strangolate all’esterno con rigonfiamento per edema e trombosi”. Lo spiega all’Italpress il professor Antonio Longo, chirurgo ed esperto di fama mondiale in colon-proctologia e patologie pelviche, inventore dell’intervento per la cura delle emorroidi più diffuso al mondo, perché indolore, e dell’unico intervento per la cura della stitichezza.
“Ho dimostrato che a spingere all’esterno le emorroidi è un prolasso rettale interno che inizialmente, in molti casi, causa una stitichezza caratterizzata da sforzo intenso per evacuare, sensazione di incompleta evacuazione, necessità di evacuare più volte al giorno, meteorismo intestinale – prosegue Longo – In alcuni casi, specialmente le donne, devono ricorrere alla cosiddetta digitazione perché il prolasso si associa ad un rettocele che è una dilatazione del retto. Spesso questi pazienti fanno un uso costante di lassativi ignorando i gravi squilibri elettrolitici che comportano. Il prolasso rettale interno è la causa di oltre il 90% di stitichezza”. Quindi è questo prolasso rettale interno che causa sia il problema emorroidario che la stitichezza. Come si cura è presto detto: “I pazienti possono avere solo il prolasso interno e la stitichezza senza prolasso emorroidario, oppure il prolasso emorroidario senza stipsi. Resecando il prolasso rettale interno, con una tecnica mini-invasiva, senza incisioni chirurgiche, attraverso l’ano, risolviamo il problema delle emorroidi e della stitichezza. I pazienti restano ricoverati un giorno e la tecnica è praticamente indolore. Dopo 3-4 giorni – conclude Longo – si possono riprendere le normali attività e non necessitano medicazioni”.
(ITALPRESS).
Coronavirus, nuovi casi in calo ma oltre 200 morti in 24 ore
A oggi il totale delle persone che hanno contratto il virus è 213.013, con un incremento rispetto a ieri di 1.075 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 98.467, con una decrescita di 1.513 assistiti rispetto a ieri. Lo rende noto la Protezione Civile.
Tra gli attualmente positivi 1.427 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 52 pazienti rispetto a ieri.
16.270 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 553 pazienti rispetto a ieri.
80.770 persone, pari al 82% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 236 e portano il totale a 29.315. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 85.231, con un incremento di 2.352 persone rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 37.092 in Lombardia, 15.323 in Piemonte, 8.681 in Emilia-Romagna, 7.116 in Veneto, 5.190 in Toscana, 3.427 in Liguria, 4.370 nel Lazio, 3.219 nelle Marche, 2.530 in Campania, 1.041 nella Provincia autonoma di Trento, 2.939 in Puglia, 2.202 in Sicilia, 984 in Friuli Venezia Giulia, 1.809 in Abruzzo, 612 nella Provincia autonoma di Bolzano, 176 in Umbria, 642 in Sardegna, 110 in Valle d’Aosta, 650 in Calabria, 177 in Basilicata e 177 in Molise.
(ITALPRESS).
Via libera alla produzione di un respiratore ideato in Italia
Il Milano Ventilatore Meccanico (MVM), l’innovativo dispositivo per la respirazione assistita, nato in Italia e sviluppato in poco più di un mese da un’ampia collaborazione scientifica internazionale, ha ottenuto la certificazione di emergenza (EUA, Emergency Use Authorization) della FDA Food and Drug Administration, l’ente certificatore statunitense, e potrà quindi entrare nelle dotazioni degli ospedali dei Paesi che riconoscono la certificazione americana. MVM è stato appositamente ideato per essere facilmente e velocemente prodotto ovunque: è un dispositivo sicuro ed efficace, perché dotato di un sistema di controllo avanzato che consente le diverse modalità di ventilazione per agire efficacemente ma al contempo delicatamente sui polmoni, ed è caratterizzato da un progetto ad accesso libero, e un design meccanico semplice basato su componenti di facile reperibilità sul mercato, così da poter essere prodotto su larga scala, a costi contenuti e nei diversi Paesi. In Italia il progetto ha avuto fin da subito il supporto dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, delle Università di Milano-Bicocca, Milano Statale, Napoli Federico II, GSSI Gran Sasso Science Institute, degli istituti STIIMA e ISTP del CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche.
“Quando, fin dalle prime fasi del diffondersi della pandemia nel nostro Paese, è stato chiaro che molti pazienti avrebbero avuto bisogno di assistenza respiratoria – spiega l’ideatore del progetto Cristiano Galbiati, di GSSI, INFN e Università di Princeton -, abbiamo subito deciso di mettere a disposizione le nostre competenze e la nostra capacità di operare in collaborazione per produrre un nuovo ventilatore che potesse contribuire a fronteggiare la crisi”. “MVM rappresenta un caso paradigmatico: da un lato mostra il ruolo fondamentale e il grande impatto che la ricerca di base, con la sua capacità di conoscenza e di innovazione tecnologica, ha sulla società, e dall’altro evidenzia l’importanza della collaborazione internazionale e multidisciplinare per affrontare le grandi sfide dei nostri tempi. La certificazione EUA della FDA è un traguardo importante e per tutti noi una grande soddisfazione: il nostro Milano Ventilatore Meccanico diventa da progetto una realtà, che speriamo possa contribuire a salvare molte vite”, conclude Galbiati.
Il progetto MVM è nato su idea e iniziativa di alcuni scienziati impegnati in attività di ricerca sulla materia oscura, una componente invisibile del nostro universo, con esperimenti ai Laboratori del Gran Sasso dell’INFN, e in laboratori canadesi. La realizzazione dei sofisticati apparati sperimentali per la ricerca in fisica fondamentale ha consentito, infatti, lo sviluppo di specifiche competenze in materia di sistemi di controllo complessi e per la gestione dei gas, analoghi a quelli impiegati nei ventilatori polmonari.
Così gli scienziati hanno pensato di impiegare queste loro competenze per realizzare un nuovo dispositivo meccanico per la respirazione assistita, e hanno avviato lo sviluppo di un primo prototipo di ventilatore presso il centro di assistenza tecnica per respiratori dell’azienda SAPIO Life di Vaprio d’Adda, vicino a Bergamo, in collaborazione diretta e continua con il Dipartimento di Fisica dell’Università Statale di Milano. Ma portare il ventilatore MVM fino ai pazienti richiede ovviamente una collaborazione che non si ferma all’ambito della fisica delle particelle. Al progetto collaborano quindi anche scienziati con competenze specifiche, clinici e operatori sanitari, e imprese con capofila Elemaster, che ha coordinato la partecipazione delle altre aziende Nuclear Instruments, AZ Pneumatica, Saturn Magnetic, Bel Power Europe e Camozzi. Lo sviluppo del dispositivo in regime di restrizioni della mobilità delle persone ha richiesto la costituzione di un gruppo sperimentale in Lombardia che ha lavorato a tappe forzate, Pasqua compresa.
(ITALPRESS).
Coronavirus, i positivi scendono sotto quota 100 mila. Ancora giù i ricoveri
A oggi il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 e’ 211.938, con un incremento rispetto a ieri di 1.221 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi e’ di 99.980, con una decrescita di 199 assistiti rispetto a ieri. Lo rende noto la Protezione Civile.
Tra gli attualmente positivi 1.479 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 22 pazienti rispetto a ieri; 16.823 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 419 pazienti rispetto a ieri; 81.678 persone, pari al 82% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 195 e portano il totale a 29.079. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 82.879, con un incremento di 1.225 persone rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 37.307 in Lombardia, 15.562 in Piemonte, 8.984 in Emilia-Romagna, 7.234 in Veneto, 5.279 in Toscana, 3.508 in Liguria, 4.385 nel Lazio, 3.206 nelle Marche, 2.711 in Campania, 1.165 nella Provincia autonoma di Trento, 2.945 in Puglia, 2.202 in Sicilia, 1.050 in Friuli Venezia Giulia, 1.837 in Abruzzo, 636 nella Provincia autonoma di Bolzano, 181 in Umbria, 653 in Sardegna, 110 in Valle d’Aosta, 674 in Calabria, 173 in Basilicata e 178 in Molise.
(ITALPRESS).









