Dopo la donazione di un milione di euro a Regione Lombardia per aiutare gli ospedali del territorio con l’acquisto di macchinari salvavita, altre azioni concrete nella lotta al Coronavirus arrivano direttamente dai dipendenti di Bayer Italia. In accordo con le rappresentanze sindacali aziendali è stata infatti avviata una raccolta fondi da destinare alla Protezione Civile Nazionale, in prima linea nella lotta alla pandemia.
Ciascun dipendente ha potuto contribuire alla raccolta offrendo un numero di ore lavorative della propria giornata. Il ricavato, pari a quasi 3.700 ore, è di oltre 50 mila Euro e verrà offerto al Fondo della Protezione Civile per il sostegno delle famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita a causa del Coronavirus.
Questa iniziativa si aggiunge a quella promossa dal CRAL aziendale che, con un gesto di solidarietà per ringraziare il personale sanitario in prima linea nella lotta contro il virus, ha contribuito con una donazione al sostegno di Croce Rossa italiana, Policlinico Ospedale Maggiore di Milano, ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano e ASST Rhodense di Garbagnate Milanese.
“Una risposta straordinaria che nasce spontaneamente dal desiderio dei nostri dipendenti di offrire un aiuto concreto. Un senso di responsabilità collettivo che ci rende particolarmente orgogliosi”, commenta l’amministratore delegato di Bayer Italia Monica Poggio.
“L’azienda – si legge in una nota – ha riservato assoluta attenzione ai collaboratori sin dall’inizio di questa drammatica emergenza, ponendo la salvaguardia della loro salute al centro delle decisioni. Così, anticipando le misure di contenimento previste dal Governo, l’azienda ha sospeso le attività commerciali e di informazione medico-scientifica e avviato immediatamente per il personale della sede di Milano e la rete esterna l’adozione dello Smart working che, anche dopo il 4 maggio, rimane confermato”.
“Una scelta di responsabilità nei confronti dei nostri collaboratori e delle loro famiglie – continua Poggio – e verso le città, a supporto di un modello di mobilità sempre più sostenibile”.
Con lo stesso spirito, già all’inizio dell’emergenza, Bayer ha attivato una Copertura Assicurativa a favore dei dipendenti che offre garanzie e servizi di assistenza di ricovero e post ricovero da COVID-19, in linea con i principi di attenzione che il Gruppo manifesta in ogni circostanza.
Ai dipendenti, la cui presenza è invece essenziale come nel caso degli stabilimenti di Filago (Bergamo) e Garbagnate Milanese – quest’ultimo chiamato ad assicurare a ciclo continuo la produzione farmaceutica in un momento di grande emergenza -, sono state garantite sin da subito misure di prevenzione e sicurezza, come ad esempio la misurazione della temperatura agli ingressi, il mantenimento della distanza minima nelle aree comuni, l’intensificazione del servizio sanitario interno dedicato e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali durante la permanenza nello stabilimento.
In questo scenario inedito e imprevisto, sono state rapidamente organizzate attività di formazione a distanza finalizzate al rafforzamento delle competenze digitali, allo sviluppo della leadership in remoto e alla gestione di aspetti emotivi.
“Accrescere il senso di appartenenza e rafforzare una vicinanza virtuale: con questi sentimenti abbiamo lanciato #SempreInsieme – conclude Monica Poggio -. Una sorta di piazza comune che consente ai dipendenti di unirsi virtualmente in chat e ricostruire l’ambito sociale in cui lavorano usualmente, abbinando cosi l’attività professionale ai momenti di socializzazione tipici di tutti i team che lavorano bene insieme con responsabilità e senso di squadra, colmando cosi le distanze”.
(ITALPRESS).
Bayer Italia, raccolta fondi dei dipendenti per la Protezione Civile
Il 5 maggio la Giornata mondiale dell’igiene delle mani
Le mani curano, danno assistenza e conforto, e sono anche la prima arma a disposizione di tutti per la difesa da tutte le infezioni, a partire da quella da Covid-19. Tenere le mani pulite quindi diventa un gesto d’amore nei nostri confronti e di chi ci sta intorno. È questo il senso del video realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità per la Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani che si celebra il 5 maggio, con il claim “Cura le mani, le mani curano” che è alla base anche di due infografiche che spiegano come garantirne una corretta igiene. Nel video, che ha come colonna sonora il brano “Cascade” di Chopin, le mani sono rappresentate in molte delle loro funzioni, da quelle che abbracciano a quelle che assistono. Non mancano i riferimenti all’epidemia attuale, dalle immagini di operatori sanitari ad un dito che preme il pulsante di un ascensore, che ricorda uno dei modi di trasmissione documentati ai tempi della Sars.
La giornata, quest’anno dedicata ad infermieri ed ostetriche, è l’occasione per sensibilizzare il pubblico sul fatto che l’igiene delle mani aiuta a prevenire ogni tipo di infezione, non solo quella da Covid-19, ad esempio durante l’assistenza ai malati. In Italia ogni anno vengono stimati 10000 decessi per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, 200.000 casi di infezioni da germi multiresistenti, 4 persone ogni 100 nelle lungodegenze hanno una infezione correlata all’assistenza, 6 pazienti ogni 100 presenti in ospedale e nell’assistenza domiciliare hanno una infezione correlata all’assistenza. La media del consumo di soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani in Italia è però di 15 ml per paziente al giorno, al di sotto del minimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (20 ml per paziente al giorno). Il 30-50 % delle infezioni correlate all’assistenza di queste potrebbero essere prevenibili e uno dei caposaldi è proprio l’igiene delle mani.
Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per 40-60 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol. Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate, come spesso succede come gesto naturale. Non bisogna invece lavare solo il palmo e il dorso delle mani, ma bisogna eseguire un lavaggio completo di tutte le parti compresi gli spazi tra le dita.
I guanti non devono sostituire la corretta igiene delle mani. Il lavaggio delle mani non deve essere eseguito senza rimuovere i gioielli. Alla fine del lavaggio non bisogna toccare i rubinetti per richiudere l’acqua ma utilizzare un fazzoletto o la piega del gomito per evitare che le mani pulite entrino a contatto con superfici sporche. Dopo essersi lavate le mani non bisogna toccare oggetti (es. maniglia della porta). Si può usare un fazzoletto di carta per aprire la porta. Non si devono lavare i guanti monouso, potrebbero rovinarsi.
(ITALPRESS).
A marzo decessi aumentati del 49,4% in Italia
Considerando il mese di marzo, si osserva a livello medio nazionale una crescita del 49,4% dei decessi per il complesso delle cause. E’ quanto rivela il Rapporto Istat sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità, redatto insieme all’Istituto Superiore di Sanita’, su un campione di 6.866 comuni (87% dei 7.904 complessivi). Se si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid-19 riportato al Sistema di Sorveglianza integrata (20 febbraio) fino al 31 marzo, i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020. L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710). A causa della forte concentrazione del fenomeno in alcune aree del Paese, i dati riferiti a livello medio nazionale “appiattiscono” la dimensione dell’impatto della epidemia di Covid-19 sulla mortalità totale. Il 91% dell’eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo si concentra nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia: dal 20 febbraio al 31 marzo, i decessi sono passati da 26.218 a 49.351 (+23.133); poco più della metà di questo aumento (52%) è costituita dai morti riportati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 (12.156).
All’interno di questo raggruppamento le province più colpite dall’epidemia hanno pagato un prezzo altissimo in vite umane, con incrementi percentuali dei decessi nel mese di marzo, rispetto al marzo 2015-2019, a tre cifre: Bergamo (568%), Cremona (391%), Lodi (371%), Brescia (291%), Piacenza (264%), Parma (208%), Lecco (174%), Pavia (133%), Mantova (122%), Pesaro e Urbino (120%). L’eccesso di mortalità più consistente si riscontra per gli uomini di 70-79 anni: i decessi aumentano di circa 2,3 volte tra il 20 febbraio e il 31 marzo; segue la classe di età 80-89 (quasi 2,2 volte di aumento). L’incremento della mortalità nelle donne è invece più contenuto per tutte le classi di età. Raggiunge il 20% in più della media degli anni 2015-2019 alla fine di marzo, tanto per la classe di età 70-79 che per la 90 e più. Esiste una quota ulteriore di circa altri 11.600 decessi per la quale si può soltanto ipotizzare tre possibili cause: una ulteriore mortalità associata a Covid-19 (decessi in cui non è stato eseguito il tampone), una mortalità indiretta correlata a Covid-19 (decessi da disfunzioni di organi quali cuore o reni, probabili conseguenze della malattia scatenata dal virus in persone non testate, come accade per analogia con l’aumento della mortalità da cause cardiorespiratorie in corso di influenza).
Infine, una quota di mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette. Nonostante il calo dei contagi dovuto alle misure di “distanziamento sociale” intraprese dai primi giorni di marzo, le curve nazionali dei casi diagnosticati e dei decessi hanno iniziato a decrescere solo negli ultimi giorni di marzo. Il 52,7% dei casi (104.861) è di sesso femminile. L’età mediana è di 62 anni (range 0-100).
(ITALPRESS).
Menarini sigla l’accordo per l’acquisizione della Stemline
Il Gruppo farmaceutico italiano Menarini e l’americana Stemline Therapeutics hanno sottoscritto un accordo definitivo in base al quale Menarini acquisirà Stemline per un corrispettivo massimo di 677 milioni di dollari. Stemline Therapeutics è focalizzata sullo sviluppo e la commercializzazione di terapie oncologiche innovative.
Secondo i termini dell’accordo, una società interamente controllata dal Gruppo Menarini lancerà un’offerta pubblica per tutte le azioni in circolazione di Stemline in base alla quale agli azionisti di Stemline verrà offerto un potenziale corrispettivo complessivo di 12,50 dollari per azione, comprensivo di 11,50 dollari pagabili alla chiusura dell’acquisizione e un Contingent Value Right (CVR) non quotato che darà diritto a ciascun titolare di ricevere un ulteriore dollaro per azione al verificarsi della prima vendita di Elzonris in uno dei paesi EU5 (Regno Unito, Francia, Spagna, Germania o Italia) previa approvazione da parte della Commissione Europea. Nel dicembre 2018, in seguito all’approvazione della Food and Drugs Administration degli Stati Uniti, Stemline ha lanciato Elzonris per il trattamento della neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidi blastiche in pazienti adulti e in pazienti pediatrici, di un’età pari o superiore ai due anni. Elzonris è un’innovativa terapia mirata che agisce in maniera selettiva sul recettore alfa (CD 123) dell’interleuchina-3 (IL-3).
“Grazie al supporto dell’organizzazione di Menarini, Stemline potrà continuare il proprio lavoro di ricerca per sviluppare ulteriori applicazioni di Elzonris per il trattamento di pazienti affetti da tumori e altre malattie difficili da curare. Dopo il lancio di successo di Elzonris negli stati Uniti, Stemline potrà beneficiare dell’esperienza di Menarini nel rendere disponibili farmaci ai pazienti dei paesi Europei e dei paesi emergenti, mentre si prepara a lanciare Elzonris sul mercato internazionale previa approvazione dalle autorità regolatorie al di fuori degli Stati Uniti”, si legge in una nota.
“Stemline si inserisce perfettamente nella strategia di Menarini, consentendoci di espandere la nostra presenza negli Stati Uniti con un’affermata azienda biofarmaceutica focalizzata sullo sviluppo di terapie oncologiche – spiega Elcin Barker Ergun, amministratore delegato del Gruppo Menarini -. Grazie a questa acquisizione, continueremo ad ampliare il nostro portfolio e la nostra pipeline di prodotti oncologici e ad offrire terapie innovative in tutto il mondo. Siamo impazienti di unirci al team di Stemline per portare avanti la nostra comune missione a servizio dei nostri pazienti”.
“Unirci a Menarini rappresenta un’opportunità unica per Stemline di promuovere la commercializzazione di Elzonris in tutto il mondo e accelerare lo sviluppo della nostra pipeline di prodotti oncologici. Negli ultimi anni la società ha svolto una transizione che le ha consentito di costruire solide fondamenta, portando sul mercato un importante prodotto e generando una pipeline in crescita. Siamo entusiasti di unirci a un’azienda come Menarini che ha un approccio del tutto simile al nostro e che offrirà un immediato e significativo valore ai nostri azionisti, consentendo loro di partecipare ai benefici derivanti dal lancio di Elzonris a livello europeo. Siamo impazienti di collaborare con Menarini per raggiungere il nostro obiettivo comune di aiutare e dare speranza ai pazienti di tutto il mondo”.
Per il completamento dell’operazione, serve l’approvazione da parte della Commissione Europea della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio, attraverso la procedura centralizzata, entro il 31 dicembre 2021. “Non vi è alcuna garanzia che tale approvazione o commercializzazione si verificherà e che pertanto tale pagamento relativo al CVR sarà effettuato – prosegue la nota -. Menarini acquisirà, attraverso una successiva fusione, per lo stesso corrispettivo per azione pagabile nell’offerta pubblica, tutte le azioni di Stemline che non siano state conferite all’offerta pubblica. La fusione avverrà non appena possibile dopo la chiusura dell’offerta”.
L’operazione è stata unanimemente approvata dai Consigli di Amministrazione di entrambe le società. Il Consiglio di Amministrazione di Stemline raccomanda agli azionisti di Stemline di conferire le proprie azioni nell’offerta pubblica di acquisto.
L’operazione dovrebbe concludersi nel secondo trimestre del 2020, soddisfatte le consuete condizioni sospensive, compresa l’adesione all’offerta di oltre il 50% delle azioni di Stemline in circolazione alla scadenza dell’offerta, e il ricevimento dell’autorizzazione Hart-Scott-Rodino.
(ITALPRESS).
Calano i ricoverati, 174 i decessi
Il totale delle persone che hanno contratto il virus è 210.717, con un incremento rispetto a ieri di 1.389 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 100.179, con una decrescita di 525 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi 1.501 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 38 pazienti rispetto a ieri.
17.242 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 115 pazienti rispetto a ieri. Lo riferisce la Protezione civile. 81.436 persone, pari al 81% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 174 e portano il totale a 28.884. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 81.654, con un incremento di 1.740 persone rispetto a ieri.
(ITALPRESS).
“Dateci Voce”, un flash mob per il riequilibrio di genere nella fase 2
I primi selfie arrivano già alle 10 del mattino ed è subito un rimbalzare di social in social. Alle 11 #DateciVoce è in seconda posizione nelle tendenze di Twitter. Sono migliaia le persone – uomini e donne sottolineano le promotrici – che, ad ogni livello e di diversa provenienza, stanno partecipando al flashmob per esigere il rispetto degli articoli 3 e 51 della Costituzione della Repubblica Italiana e per il diritto delle donne a essere rappresentate. Chi aderisce invia un selfie con una mascherina con scritto “Dateci voce” (anche a mano) e posta la propria foto su Twitter, Facebook e Instagram, taggando o menzionando i canali “Dateci Voce”. Lo stanno facendo in tantissimi e tantissime e il segnale è chiaro: l’Italia non vuole una politica monogenere.
Dateci Voce chiede che vengano valorizzate le differenze attraverso l’applicazione delle leggi sulla parità di genere in tutti i luoghi decisionali del Paese e in particolare nelle commissioni “task force”. Ad oggi conta l’adesione di 107 tra associazioni e organizzazioni firmatarie migliaia di adesioni di cittadini e cittadine e nomi illustri di politica, cultura, imprese e sport. E si allunga la lista di politici in appoggio. Tra i nomi di rilievo Carlo Robiglio, Presidente Piccola Industria Confindustria; Enrico Cereda, CEO IBM Italia; Mario Mantovani, Presidente CIDA; Anna Maria Tarantola, già Presidente RAI; Piero Chiambretti, Michela Marzano scrittrice, Josefa Idem olimpionica, Francesca Faedi astrofisica, Tosca cantante, Susanna Camusso, responsabile Dipartimento Politiche di Genere CGIL, Francesca Cavallo, scrittrice e imprenditrice, le parlamentari Laura Boldrini, Valeria Fedeli, Cristina Rossello (come Presidente Progetto Donne Futuro), Daniela Sbrollini, Valeria Valente, Veronica Giannone, Rossella Muroni, Paolo Lattanzio.
“Il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli – dice Azzurra Rinaldi, economista e tra le prime firmatarie e promotrici – motiva l’assenza totale di donne dal comitato tecnico-scientifico con l’assenza di donne in ruoli rilevanti ai fini della sua composizione. Ecco, questo il motivo per cui, se andiamo avanti così, non avremo mai donne in posizioni che contano. Questa è quella che Emma Bonino ha definito la ‘old boys net’, che genera poi il famoso tetto di cristallo. A chi dice oppone il merito al genere va spiegato proprio questo: che sono gli uomini, molto spesso, a non essere lì per merito. Questo è il momento di cambiare le regole del gioco”.
“Lunedì 4 maggio a tornare al lavoro saranno per il 72% uomini, lo scrive uno studio pubblicato su Lavoce.info che evidenzia ancora una volta come la pandemia da COVID-19 rischi di pesare sul già difficile e complesso percorso di emancipazione delle donne in Italia – spiegano le promotrici di Dateci Voce -. Non solo, la mancata apertura delle scuole, comprensibile sotto il profilo della sicurezza, non ha finora minimamente tenuto conto tuttavia delle necessità delle famiglie e delle disuguaglianze sociali che porterà con sé. La totale assenza di parole adeguate da parte del Presidente del Consiglio nell’ultima conferenza stampa sulla fase 2 conferma questa tendenza: le conseguenze della chiusura delle scuole che impattano fortemente sull’organizzazione delle famiglie e delle donne, così come la mancanza di inclusione di giovani e bambini, sono state appena accennate in modo superficiale”.
“Sulla equa rappresentanza di genere, tema sollevato da Dateci Voce con migliaia di adesioni, il presidente Conte ha sorvolato come se fosse un problema non di sua responsabilità – proseguono le promotrici della campagna -. Il medesimo silenzio ha contraddistinto tutte le dichiarazioni da parte di Colao”.
Dateci Voce rileva, infine, “come ci siano in Europa esempi di leader – per la maggior parte donne – che riescono a trovare politiche per le famiglie e parole adeguate per spiegare ai bambini e alle bambine la pandemia da COVID-19 e perché sono richiesti sacrifici. Le donne, infatti, sanno portare professionalità e pragmatismo, oltre a una spiccata capacità di vedere le disuguaglianze sociali e di prendersi cura di chi è rimasto indietro. Che è ciò che ora si dovrebbe fare: a partire dai bambini e dalle bambine che facevano l’unico pasto completo a scuola, dagli immigrati – i cui lavori sono essenziali a famiglie e imprese ma che non trovano modo di essere regolarizzati – dalle donne che avevano intrapreso un percorso di uscita dalla violenza e sono ora costrette a casa con i propri aggressori (al 16 aprile sono pervenute ai centri antiviolenza 1200 richieste di aiuto in più)”.
“Ci aspettiamo dal Presidente del Consiglio, che si è definito ‘Avvocato del popolo’, il rispetto di quel diritto di rappresentanza che sta nella nostra Costituzione, nonché in diverse leggi, tra cui la Legge 120/11 detta Golfo-Mosca. Noi non ci fermeremo se non a risultato ottenuto”, conclude Dateci Voce.
(ITALPRESS).
Coronavirus, prosegue il calo dei ricoveri
Al 2 maggio il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 è 209.328, con un incremento rispetto a ieri di 1.900 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 100.704, con un calo di 239 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi 1.539 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 39 pazienti rispetto a ieri.
17.357 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 212 pazienti rispetto a ieri.
81.808 persone, pari al 81% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 474 e portano il totale a 28.710. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 79.914, con un incremento di 1.665 persone rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 36.667 in Lombardia, 15.719 in Piemonte, 9.323 in Emilia-Romagna, 7.431 in Veneto, 5.365 in Toscana, 3.598 in Liguria, 4.452 nel Lazio, 3.205 nelle Marche, 2.721 in Campania, 1.282 nella Provincia autonoma di Trento, 2.954 in Puglia, 2.186 in Sicilia, 1.109 in Friuli Venezia Giulia, 1.879 in Abruzzo, 703 nella Provincia autonoma di Bolzano, 196 in Umbria, 730 in Sardegna, 98 in Valle d’Aosta, 713 in Calabria, 191 in Basilicata e 182 in Molise.
(ITALPRESS).
Al “Gemelli” dotto biliare riaperto grazie a magneti
Riaperto con un metodo innovativo il dotto biliare di un paziente con una condizione clinica molto difficile, già sottoposto a due trapianti di fegato. È l’eccezionale intervento – prima volta in Europa e in America -, al tempo dell’emergenza Covid-19, effettuato con successo da una equipe multidisciplinare di endoscopisti e radiologi interventisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS coordinata da Guido Costamagna.
Il passaggio della bile, chiuso da una cicatrice invalicabile, è stato riaperto dalla forza di due piccoli magneti, che attraendosi l’un l’altro hanno ristabilito la continuità del dotto. L’intervento urgente e mini-invasivo di ricanalizzazione di una stenosi (restringimento) ‘invalicabile’ è lo straordinario traguardo clinico raggiunto nonostante l’emergenza Covid-19.
Nel trapianto di fegato la via biliare del donatore viene suturata a quella del ricevente (anastomosi): il restringimento di questa zona suturata è la complicanza più frequente (oltre il 10%) e avviene per un eccesso di cicatrizzazione. Dopo l’insuccesso nel superamento della ‘stenosi dell’anastomosi biliare’ con metodi endoscopici e radiologici “convenzionali”, l’equipe multidisciplinare guidata da Guido Costamagna, Ordinario di Chirurgia Generale all’Università Cattolica e direttore dell’Unità Operativa di Endoscopia Digestiva Chirurgica del Gemelli, ha posizionato nelle vie biliari, a monte e a valle della stenosi, due piccoli magneti: quello inferiore tramite endoscopia e quello superiore attraverso il fegato, dopo puntura delle vie biliari dalla cute, in contemporanea.
I due magneti, attraendosi, hanno determinato, in un paio di settimane, la riapertura (ricanalizzazione) del tratto biliare completamente occluso per compressione del tessuto cicatriziale, permettendo la successiva inserzione di protesi di plastica multiple per mantenere aperto il canale. Ciò ha permesso la risoluzione della patologia che avrebbe richiesto altrimenti un complesso e rischioso, ennesimo intervento chirurgico. Pochi interventi simili sono stati eseguiti in Cina, Giappone, Corea e Turchia; si tratta quindi del primo intervento di questo tipo eseguito con successo in Europa e America grazie a metodiche innovative, peraltro ai tempi di Covid-19.
“La pandemia da virus SARS-Cov2 ha determinato profondi mutamenti anche nell’attività clinica dell’Endoscopia Digestiva del Gemelli, struttura ad altissima specializzazione e centro di riferimento nazionale e internazionale, in grado di eseguire oltre 22.000 prestazioni all’anno. In questo periodo di emergenza sanitaria – spiega Costamagna – l’attività si è limitata alle urgenze e ai casi non procrastinabili, in particolare per i pazienti oncologici. Sono state allestite due sale endoscopiche, una al Gemelli e l’altra nel Columbus Covid 2 Hopsital esclusivamente dedicate a pazienti affetti da Coronavirus, trattati garantendo al massimo tutte le misure precauzionali sia di protezione individuale del personale, sia di sanificazione e disinfezione delle sale e delle strumentazioni”.
Anche i percorsi, i criteri di selezione dei pazienti e tutte le procedure di accettazione e di dimissione dal Centro di Endoscopia Digestiva Chirurgica “sono state rimodulate in funzione del rischio di diffusione virale. Insomma, stiamo imparando ad agire, a muoverci e a pensare in maniera diversa per garantire ancora di più a tutti i pazienti il meglio delle cure nella massima sicurezza”, conclude Costamagna.
(ITALPRESS).









