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Arcuri “Lunedì inizia la sfida più difficile”

“Inizia la Fase 2, dobbiamo tutti essere consapevoli che con il 4 maggio inizia una sfida ancora più difficile. La relativa libertà che stiamo per guadagnare deve essere governata in funzione della salute di tutti noi, dovremo tutti immaginare uno scambio ragionevole tra la libertà relativa e la salute assoluta”. Lo ha detto il commissario straordinario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, nel corso di una conferenza stampa, chiedendo un “ulteriore responsabilità, da lunedì inizia il secondo tempo di una partita che non sappiamo quanto durerà e come finirà, noi tutti dobbiamo ricordarci i sacrifici fatti e dobbiamo capire che saremo ancora più protagonisti del risultato finale che la partita marcherà. Non abbassiamo la guardia, vi imploro, il virus si diffonde solo con il contagio, non dimentichiamolo mai, cerchiamo di fare di tutto per evitarlo. Evitiamo che le previsioni del decreto Speranza abbiano a verificarsi”. Il commissario Arcuri ha annunciato che da lunedì i cittadini potranno acquistare le mascherine a 50 centesimi in 50mila punti vendita, da meta maggio i 50mila punti vendita diventeranno 100 mila. “Sulle mascherine nessuno avrà a rimetterci, abbiamo fissato un meccanismo per ristorare i singoli produttori e distributori consapevoli che la salute e la protezione individuale non ha prezzo, su di essa non si specula. Tutti guadagneranno il giusto, né più e né meno. La speculazione è finita – ha ribadito – i cittadini pagheranno un prezzo giusto, speriamo che presto non servirà neanche più la fissazione del prezzo massimo perché domanda e offerta si allineeranno in modo ragionevole. Abbiamo cominciato a pensare alle mascherine per bambini, abbiamo già i primi prototipi, le metteremo sul mercato presto e saremo nelle condizioni, alla riapertura delle scuole, di far avere una consapevolezza ai più giovani che aiuterà la ipotizzata riapertura delle scuole”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, Ue lancia patto per il vaccino

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World against Covid-19, il mondo contro il Covid-19. Su iniziativa della Commissione europea, i capi di stato e di governo di Italia, Francia, Germania e Norvegia, insieme al presidente del Consiglio europeo, hanno annunciato un piano di cooperazione globale per la ricerca di un vaccino contro il Covid-19.

L’iniziativa, definita in un lettera pubblicata da La Stampa, culminerà lunedì prossimo in una conferenza di donatori con cui si punta a mettere insieme almeno 7,5 miliardi di euro.

Il testo è firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dal presidente della repubblica francese Emmanuel Macron, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, dal primo ministro norvegese Erna Solberg, dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
(ITALPRESS).

In calo terapie intensive e numero di ricoverati

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Continuano a calare le terapie intensive e il numero dei ricoverati, come emerge dal monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus del Dipartimento nelle
attivita’ di coordinamento di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile, che ieri ha evidenziato come il totale delle persone che hanno contratto il virus e’ 207.428, con un incremento rispetto al giorno precedente
di 1.965 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi e’ di 100.943, con una decrescita di 608 assistiti rispetto al giorno precedente Tra gli attualmente positivi 1.578 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 116 pazienti rispetto al giorno precedente. 17.569 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 580 pazienti. 81.796 persone, pari al 81% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto al giorno precedente i deceduti sono 269 e portano il
totale a 28.236. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 78.249, con un incremento di 2.304 persone rispetto al giorno precedente. Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 36.473 in Lombardia, 15.562 in Piemonte, 9.484 in Emilia-Romagna, 7.779 in
Veneto, 5.373 in Toscana, 3.518 in Liguria, 4.446 nel Lazio, 3.211 nelle Marche, 2.753 in Campania, 1.293 nella Provincia autonoma di Trento, 2.947 in Puglia, 2.171 in Sicilia, 1.115 in Friuli Venezia Giulia, 1.911 in Abruzzo, 757 nella Provincia autonoma di Bolzano, 204 in Umbria, 744 in Sardegna, 92 in Valle d’Aosta, 727 in Calabria, 193 in Basilicata e 190 in Molise.
(ITALPRESS).

Coronavirus, record di guariti e attuali positivi in netto calo

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Al 30 aprile il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 è 205.463, con un incremento rispetto a ieri di 1.872 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 101.551, con una decrescita di 3.106 assistiti rispetto a ieri. Tra gli attualmente positivi 1.694 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 101 pazienti rispetto a ieri. 18.149 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 1.061 pazienti rispetto a ieri. 81.708 persone, pari al 80% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto a ieri i deceduti sono 285 e portano il totale a 27.967. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 75.945, con un incremento di 4.693 persone rispetto a ieri.

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 36.211 in Lombardia, 15.493 in Piemonte, 9.563 in Emilia-Romagna, 8.147 in Veneto, 5.584 in Toscana, 3.551 in Liguria, 4.468 nel Lazio, 3.210 nelle Marche, 2.773 in Campania, 1.370 nella Provincia autonoma di Trento, 2.949 in Puglia, 2.157 in Sicilia, 1.170 in Friuli Venezia Giulia, 1.915 in Abruzzo, 802 nella Provincia autonoma di Bolzano, 233 in Umbria, 744 in Sardegna, 89 in Valle d’Aosta, 740 in Calabria, 192 in Basilicata e 190 in Molise.

(ITALPRESS).

Coronavirus, tracce di polmoniti anche negli asintomatici di Codogno

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È stata pubblicata sulla rivista Radiology un’indagine realizzata dall’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano – in collaborazione con le Università degli Studi di Milano, Pavia e Palermo, il centro Medical Radiologico di Codogno e la Radiologia della Casa di Cura San Camillo di Cremona – che documenta in maniera dettagliata la compromissione polmonare in soggetti non sintomatici o poco sintomatici per COVID-19 nella “zona rossa” del lodigiano. Al termine del periodo di quarantena, scattata il 23 febbraio, un centro radiologico di Codogno ha ricevuto un’alta e anomala richiesta di radiografie al torace da parte della popolazione.
“Il lavoro dei ricercatori del Galeazzi e dei colleghi delle università e delle radiologie – spiega Luca Maria Sconfienza, responsabile dell’Unità di Radiologia diagnostica e interventistica all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e professore all’Università Statale di Milano, tra gli autori del paper – si è focalizzato sull’analisi retrospettiva delle radiografie al torace eseguite post-quarantena. I pazienti che richiedevano la rx non riferivano particolari malesseri oppure solo sintomi piuttosto vaghi, come febbricola (<37,5°C) e avvisaglie parainfluenzali, ma nessuno manifestava chiari sintomi da COVID-19”.
In una sola settimana è stato riscontrato come 100 radiografie al torace su 170 (circa il 60%) presentavano immagini riconducibili a una polmonite interstiziale bilaterale, quindi altamente sospette e riferibili alla polmonite correlata al COVID-19. Il coinvolgimento era bilaterale in tutti i casi: nel 54% dei pazienti il coinvolgimento era simmetrico, mentre le anomalie dei raggi X al torace erano maggiori su un lato del torace nel 46% dei casi.
(ITALPRESS).

Amgen si conferma “Great place to work” in Italia

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Amgen, azienda leader nelle biotecnologie farmaceutiche, è considerata per il quinto anno consecutivo uno dei migliori posti di lavoro nel nostro paese. Lo certifica il Great Place to Work Italia, che assegna all’azienda il 4° posto nella categoria fino a 500 dipendenti.
“Un risultato che giunge in un momento complesso nel quale sono state messe alla prova la capacità di resilienza e di gestione delle emergenze dell’intero paese – sottolinea Amgen Italia in una nota -. La risposta del comparto farmaceutico è stata pronta ed efficace. In particolare Amgen Italia, forte di una cultura agile e flessibile, ha contribuito con un impegno a tutto campo che ha visto, tra i numerosi interventi, anche un innovativo programma di consegna a domicilio dei propri farmaci ospedalieri, a pazienti di Lazio e Lombardia. Naturalmente la priorità assoluta è stata la tutela della salute delle proprie persone, garantendone sicurezza e benessere psicofisico. Lo smart working, già ampiamente diffuso in azienda per il personale di sede, è stato il primo provvedimento adottato per tutti i collaboratori. Di fatto la possibilità di ‘lavoro agile’ è stata estesa anche al personale di territorio, una nuova modalità di lavoro che sta permettendo, grazie a piattaforme e strumenti digitali, di sperimentare un nuovo approccio nella relazione con la comunità medico scientifica”.
Altre iniziative aiutano ad affrontare in modo equilibrato una quotidianità di tipo completamente nuovo, sotto il profilo personale e professionale. I dipendenti Amgen hanno così a disposizione un abbonamento ad una app di fitness, una piattaforma di podcast focalizzati sul benessere, dedicati per esempio alla nutrizione, e alla gestione dello stress, ed è stato istituito un servizio di counseling via web gestito da uno psicologo, punto di ascolto in grado di offrire un sostegno in situazioni di disagio.
Nell’indagine condotta da GPtW Italia per la sua valutazione, “orgoglio e fiducia reciproca sono tra le qualità che maggiormente caratterizzano il rapporto dei dipendenti con Amgen, determinando nella popolazione aziendale un livello di soddisfazione pari al 93%, ben 10 punti percentuali oltre la media delle migliori aziende italiane. È un gradimento che riguarda tutti gli aspetti presi in esame: credibilità, rispetto, correttezza, orgoglio e spirito di squadra”, prosegue la nota.
“Il nostro è un team molto affiatato, che fa leva su una forte motivazione e sulla condivisione di valori comuni”, afferma Soren Giese, presidente e amministratore delegato di Amgen Italia. “È il frutto di una cultura aziendale che si fonda sulla capacità di collaborare con i nostri interlocutori, offrendo qualità, innovazione e sostenibilità a beneficio dei pazienti. Il risultato ottenuto con Great Place to Work è un riconoscimento a questa cultura, che si dimostra in grado di sostenere l’azienda anche durante le prove più dure e impegnative, come quella che, da quando è iniziata l’emergenza COVID-19, stiamo affrontando con l’intero paese”, aggiunge.
Il livello di soddisfazione generale misurato in Amgen Italia in questa edizione del Great Place to Work è superiore rispetto a quello del 2018 e riflette un crescente apprezzamento dei dipendenti verso le politiche dell’azienda.
“Mettere al centro le proprie persone, ascoltarne i bisogni per individuare insieme le risposte più giuste è uno dei punti di forza di Amgen”, commenta Livia Alessandro, Direttore HR di Amgen Italia. “Il riconoscimento del Great Place to Work evidenzia il positivo senso di appartenenza delle nostre persone e questo è un fattore ancora più importante in previsione di una nuova fase di ritorno al lavoro con cui dovremo misurarci e sulla quale ci stiamo attivamente impegnando”, prosegue.
In previsione della Fase 2 il prossimo 4 maggio, Amgen sta realizzando un piano di rientro ‘back to work’, da attuarsi nelle modalità indicate dal Governo, che metterà a frutto le esperienze maturate in questi mesi, sia pure in un contesto molto problematico, relativamente alle modalità digitali di lavoro, ai nuovi programmi erogati e ai rapporti con gli interlocutori esterni, dai pazienti ai clinici.
(ITALPRESS).

Coronavirus, i dati migliorano ma l’Iss invita alla prudenza

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I dati epidemiologici in Italia stanno migliorando ovunque e proprio per questo dal 4 maggio si passerà a una lenta apertura delle attività decisa dal governo. Una scelta arrivata anche grazie allo studio elaborato dal comitato tecnico scientifico in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con la Fondazione Bruno Kessler, che ha suscitato parecchie polemiche, che oggi hanno trovato una risposta proprio dai vertici dell’Istituto. “Lo stato dell’arte è di una curva che continua a descrescere – ha detto il presidente Silvio Brusaferro – sia come il numero di sintomatici che di numero di casi. Rispetto ad aprile il numero delle regioni dove i casi sono limitati sta aumentando progressivamente. Il valore Rt è in tutte le regioni sotto 1, una conseguenza delle misure adottate e della adesione dei cittadini alle misure”. Nella sua introduzione Brusaferro ha anche sottolineando come “il numero di comuni definiti zone rosse si sia ridotto. Sono 74 comuni in sette regioni, testimonianza di individuare velocemente dei focolai e isolarli”.
Presentati anche i dati sugli stranieri in Italia: “La curva dei positivi è molto simile a quella degli italiani ma con un ritardo di una o due settimane”. Arrivando infine al documento presentato al governo sui possibili scenari in caso di riapertura Brusaferro ha tenuto a sottolineare che “non è mai stato secretato ma nasce da una richieste di fare una valutazione su come far evolvere il sistema una volta che la curva avesse raggiunto i livello di oggi. Le finalità sono semplici: sulla base dei dati disponibili metterli a disposizione per simulare l’andamento dell’epidemia una volta riaperto il Paese prendendo in esame il peso di ogni luogo di socialità. Lo studio nasce come studio nazionale che dovrà essere declinato su base regionale e focalizzato sulla riapertura, i modelli quindi andranno tarati in base ai risultati” ed è stato fatto con un unico obiettivo: “non superare Rt uguale a 1. Guardando le tabelle va posta grande attenzione nel modulare i vari settori che determinano la circolazione per questo lo slogan deve essere passo dopo passo”. Mentre sull’utilizzo di questi scenari da parte della politica ha tenuto a ricordare che “questi sono modelli che danno indicazioni ma è il paese che sceglie quali misure adottare”. Di sicuro per Brusaferro c’è il fatto che “il recupero della normalità non è pensabile prima del vaccino” è che l’immunità di gregge è ancora lontana: “sotto la soglia del 60% della popolazione che ha contratto un virus non c’è immunità e l’Italia è molto lontana da questa percentuale”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, aumentano ancora i guariti. Altri 323 morti

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Il totale delle persone che a oggi hanno contratto il virus è 203.591, con un incremento rispetto a ieri di 2.086 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 104.657, con una decrescita di 548 assistiti rispetto a ieri.

Tra gli attualmente positivi 1.795 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 68 pazienti rispetto a ieri; 19.210 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 513 pazienti rispetto a ieri; 83.652 persone, pari al 80% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Rispetto a ieri i deceduti sono 323 e portano il totale a 27.682. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 71.252, con un incremento di 2.311 persone rispetto a ieri.
(ITALPRESS)