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Aiop “Critiche ingenerose agli ospedali privati”

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“L’epidemia di Covid-19 è un’emergenza senza precedenti, ed è inevitabile che stia mettendo a dura prova il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che pure è, incontrovertibilmente, uno dei sistemi più all’avanguardia del mondo, che sta dando una risposta di efficienza complessiva e di straordinaria e generosa partecipazione di tutti i suoi protagonisti. Una risposta di Sistema. Una riflessione approfondita sulle criticità, che sono emerse e stanno emergendo, è un dovere ineludibile, ma non commettiamo il consueto ‘italico’ errore di non apprezzare un modello che altri Paesi, oggi, in analoga emergenza sanitaria, stanno prendendo a esempio virtuoso. Ci sarà tempo e modo per dar seguito, meno a caldo, a un’analisi di ordine strategico sul futuro della nostra sanità”. È il commento di Barbara Cittadini, presidente nazionale Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), in relazione alle critiche mosse dall’ex ministro Andrea Orlando al quotidiano “La Stampa”.
“Sollecitata, inoltre – prosegue la presidente Cittadini -, da alcune dichiarazioni che ho trovato ingenerose, relative al ruolo svolto dalla componente di diritto privato del nostro SSN, precipitando a conclusioni affrettate o ascrivibili a preconcetti ideologici, peraltro, non esattamente puntuali nel loro presupposto logico e fattuale, mi preme fissare soltanto alcuni punti fermi: innanzitutto, che proprio laddove la componente di diritto privato del SSN è maggiormente valorizzata – con strutture di eccellenza che si contraddistinguono per l’alta qualità delle cure, per livello tecnologico e per grande professionalità dei medici e del personale sanitario – il suo contributo si sta rivelando fondamentale e irrinunciabile per gestire l’emergenza e salvare vite umane”.
“In secondo luogo, che la modulazione della nostra offerta di salute in regime di accreditamento – inclusa la definizione del numero di posti letto in Terapia Intensiva e Sub-Intensiva – non è una scelta lasciata al nostro libero arbitrio, ma è correlata a scelte di programmazione sanitaria da parte delle Regioni – sottolinea la presidente dell’Aiop -. Sarebbe stato sufficiente per l’onorevole Orlando chiedere alle Istituzioni sanitarie e, soprattutto, ai Presidenti delle Regioni, di dare atto del contribuito che le nostre oltre 550 strutture, con i loro 100.000 lavoratori sanitari non medici e i 12.0000 professionisti sanitari stanno dando, in un momento drammatico per il Paese, riconvertendo i nostri ospedali in Centri Covid, lì dove ci viene chiesto, e supportando la componente di diritto pubblico a gestire le altre tipologie di malati, lì dove non riescono a farlo loro”.
“La componente di diritto privato – conclude la presidente Cittadini – è sempre stata e sempre sarà disponibile a confrontarsi con le Istituzioni, anche, per condividere un progetto per il potenziamento dell’assistenza ospedaliera e delle cure ad alta intensità”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, il Gruppo Sogin dona 40 mila mascherine

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Il Gruppo Sogin, la società responsabile del mantenimento in sicurezza degli impianti nucleari italiani e del loro decommissioning, ha donato 40 mila mascherine chirurgiche alla Protezione Civile dell’Emilia-Romagna e del Piemonte e alla Regione Lombardia tramite Aria SpA, finora le Regioni più colpite dall’emergenza Covid-19 tra quelle in cui la Società opera. L’iniziativa di oggi segue la consegna, avvenuta nei giorni scorsi, di 1.200 tute protettive in tyvek alle Ausl di Piacenza e di Vercelli e uno stock di soprascarpe per i volontari della Croce Rossa di Gattinara (Vercelli), dotazioni di riserva presenti negli impianti nucleari Sogin in dismissione. L’impegno di Sogin, attraverso queste iniziative, si accompagna ad un video messaggio di incoraggiamento agli operatori sociosanitari, #InsiemeCeLaFaremo, pubblicato sul canale Youtube e i profili social del Gruppo.
“La Sogin – ha detto l’amministratore delegato Emanuele Fontani – continua a garantire, tramite il proprio personale e le ditte esterne coinvolte, il mantenimento in sicurezza e il decommissioning dei siti nucleari italiani e, come Società di Stato, offre il suo sostegno con azioni concrete verso coloro che, in prima linea, stanno fronteggiando l’emergenza epidemiologica in corso”.

(ITALPRESS).

Coronavirus, da Menarini arriva il kit per la diagnosi in 20 minuti

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A.Menarini Diagnostics e Credo Diagnostics Biomedical hanno firmato un accordo di distribuzione esclusiva del kit SARS-CoV-2 assieme ad altri test per rilevare infezioni respiratorie (RSV e gruppo Strep A).
I test saranno effettuati utilizzando VitaPCR (lo strumento di Point Of Care in diagnostica molecolare di Credo Diagnostics Biomedical), che permette la diagnosi del Covid-19 in 20 minuti. Lo strumento è già marcato CE.
“Il test Covid-19 in diagnostica molecolare e relativo strumento sono fondamentali per le strutture di prima accoglienza e nelle terapie Intensive – si legge in una nota -. Questi kit diagnostici utilizzano la tecnologia di reazione più accurata, su strumentazioni Point-Of-Care, caratterizzate dall’essere di minimo ingombro (dimensione di un dizionario) e alta semplicità di utilizzo, consentendo la diagnosi immediata in contesti come, per esempio, pronto soccorso, tende triage, aeroporti, porti, stazioni ferroviarie”.
“Abbiamo sempre ritenuto che i test Point of Care con diagnostica molecolare siano il futuro. Siamo lieti di collaborare con Menarini per rendere disponibili questi test e salvare vite, in particolare in un momento di crisi come questo”, ha commentato Winston Wong Jr, Chairman di Credo Diagnostics Biomedical.
“In queste ultime settimane, Menarini Diagnostics ha lavorato incessantemente per riuscire a fornire un aiuto agli operatori sanitari nel contrastare il virus – ha detto Fabio Piazzalunga, Direttore Generale di Menarini Diagnostics -. Ritieniamo fondamentale avere soluzioni che permettano la diagnosi di casi positivi riducendo al massimo i tempi, portando lo screening là dove serve ed eseguendolo in modo veloce e con tecnologie accurate. Grazie alla collaborazione con Credo Diagnostics Biomedical, il Gruppo Menarini spera di poter dare un supporto sostanziale agli operatori sanitari”.
Ecco come funziona il test: una volta prelevato il campione naso o orofaringeo, da personale sanitario, questo viene inserito in un flaconcino contenente un liquido, ed agitato. Il suo contenuto verrà quindi versato in un altro flaconcino, contenente il reagente che, una volta richiuso, verrà inserito all’interno del sistema VitaPCR, avviando il processo di analisi. Entro 20 minuti lo strumento rilascia il risultato sul proprio schermo, indicando negatività o positività del campione analizzato.
(ITALPRESS).

Le restrizioni prorogate al 13 aprile

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“Non siamo ancora nella condizione di abbracciare una prospettiva diversa, ho appena affermato il Dpcm che proroga l’attuale regime delle misure sino al 13 aprile”. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte nel corso di una conferenza stampa sull’emergenza coronavirus.
“Il nostro paese sta passando la frase acuta dell’emergenza. Non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive”, ha proseguito Conte, che ha spiegato: “Ci rendiamo conto che vi chiediamo un ulteriore sforzo, ma se smettessimo di rispettare le regole e iniziassimo ad allentare le misure tutti gli sforzi fatti sarebbero vani. Pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo economico e sociale saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo e non ce lo possiamo permettere”.

(ITALPRESS).

 

Coronavirus, Assogenerici “Sforzo collettivo del pianeta Pharma”

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“Prendiamo atto della convinzione espressa oggi in Senato dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che nella risposta all’emergenza COVID-19 sia stata fatta ‘una scommessa sul generico, quando la risposta verrà dal vaccino e cioè dalla ricerca’. Come qualsiasi virologo o esperto alle prese con l’attuale l’emergenza potrà spiegare al senatore Renzi, il mondo intero è impegnato nella messa a punto di un vaccino e nella contemporanea sperimentazione di molecole note che possano rivelarsi utili per il trattamento di questa pandemia. E’ indecente parlare di scommesse. Il Senatore Renzi dovrebbe forse fare visita alle nostre aziende ed alle migliaia di collaboratori che proprio nelle aree di crisi del Nord Italia stanno facendo sforzi immani da settimane per fornire farmaci generici essenziali a tutte le terapie intensive”. Lo afferma Enrique Hausermann, presidente di Assogenerici, replicando così a quanto affermato alle oggi dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in Senato, dopo l’informativa del ministro della Salute, Roberto Speranza, sul coronavirus.
«Le aziende dei generici stanno offrendo in queste settimane il massimo supporto nella fornitura di farmaci ‘essenziali’ per il trattamento dei pazienti in terapia intensiva e sub-intensiva impegnando al massimo tutte le proprie risorse umane e tutti gli impianti produttivi per far fronte ad una domanda senza precedenti – prosegue Hausermann -. Come tutti in questo Paese, anzi nel mondo, ci auguriamo che venga al più presto individuato un protocollo terapeutico adeguato al trattamento del Covid-19, perché sia possibile lasciarsi alle spalle queste terribili settimane che abbiamo vissuto in primo luogo come cittadini e poi come aziende concentrate in gran parte nel Nord del Paese, dove l’epidemia ha colpito nel modo più duro e crudele».
«Su una cosa siamo d’accordo con il senatore Renzi – conclude -, la farmaceutica aiuta lo sviluppo. Tutta la farmaceutica, anche quella che lui oggi ha denigrato con affermazioni gravi e offensive, senza la quale la situazione nelle terapie intensive italiane sarebbe gravissima. Siamo felici di aver potuto fare la nostra parte. E auguriamo a chi produce vaccini di poter fare la propria. Al più presto. Per il bene di tutti».
(ITALPRESS).

Covid-19, BAT lavora al vaccino con la ricerca sulle piante di tabacco

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La società Kentucky BioProcessing (KBP), azienda americana bio-tech controllata da British American Tobacco (BAT), sta sviluppando un vaccino per il Covid-19 che al momento è nella fase dei test pre-clinici. All’esito dei test pre-clinici in corso BAT prevede che, attraverso l’utilizzo di partner e il sostegno delle agenzie governative e delle istituzioni, possano essere prodotte tra 1 e 3 milioni di dosi di vaccino a settimana, a partire dal prossimo giugno.
Sebbene KPB sia una società commerciale, l’intenzione di BAT è che il progetto del vaccino per il Covid-19 sia realizzato senza fini di lucro.
Il vaccino utilizza una tecnologia proprietaria di BAT che si basa sulla rapida crescita delle piante di tabacco “e che presenta numerosi vantaggi rispetto alle tradizionali tecnologie di produzione di vaccini – si legge in una nota -: è potenzialmente più sicuro, poichè le piante di tabacco non possono ospitare agenti patogeni che causano diverse malattie umane. È più veloce, perché le proprietà del vaccino si accumulano molto più rapidamente nelle piante di tabacco (6 settimane rispetto ai diversi mesi necessari utilizzando metodi tradizionali). La formulazione del vaccino che KBP sta sviluppando rimane stabile a temperatura ambiente, a differenza dei vaccini convenzionali che spesso richiedono di essere refrigerati. Ha il potenziale per fornire una risposta immunitaria efficace anche con la somministrazione di una singola dose”.
KBP ha recentemente clonato una parte della sequenza genetica del Covid-19 che ha portato allo sviluppo di un potenziale antigene – una sostanza che induce una risposta immunitaria nel corpo e, in particolare, la produzione di anticorpi. L’antigene è stato quindi inserito nelle piante di tabacco per farlo riprodurre e, una volta raccolte le piante, l’antigene è stato poi purificato ed ora è sottoposto a test pre-clinici.
BAT sta ora esplorando possibili collaborazioni con agenzie governative per portare il suo vaccino alla fase degli studi clinici il più presto possibile. Attraverso collaborazioni con le istituzioni governative e produttori terzi parti, BAT ritiene che possano essere prodotte tra 1 e 3 milioni di dosi alla settimana.
“Siamo in contatto con la Food and Drug Administration statunitense alla ricercar di un orientamento per i passi successivi. Stiamo in contatto anche con il Department for Health and Social Care del regno Unito e la Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA) statunitese, per offrire il nostro supporto e l’accesso alle nostre ricerche con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di un vaccino per il Covid-19″, spiega David O’Reilly, direttore della ricerca scientifica di BAT.
“Lo sviluppo del vaccino è un lavoro sfidante e complesso, ma crediamo di aver fatto un importante passo in avanti con la nostra piattaforma tecnologica per le piante di tabacco e che siamo pronti a lavorare con i Governi, le Istituzioni e con tutti gli stakeholder per aiutare a vincere la guerra contro il Covid-19. Siamo pienamente in linea con la richiesta delle Nazioni Unite di favorire un approccio che comprenda la più ampia partecipazione di tutta la società civile, per combattere problemi globali – aggiunge -. Da tempo KBP è impegnata nella ricerca di usi alternativi della pianta del tabacco. Tra questi lo sviluppo di vaccini a base vegetale. Il nostro obiettivo è fornire il nostro contributo allo sforzo globale e di arrestare la diffusione del Covid-19 attraverso l’impiego di questa tecnologia”.
(ITALPRESS).

Dalla genetica la sfida al Covid-19

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Parte dall’Italia, con partner europei, cinesi e iraniani, il tentativo di risposta ai numerosi interrogativi generati dal virus SARS-CoV-2: uno studio genetico alla base di nuove soluzioni diagnostiche e terapeutiche
Una massiccia aggregazione di 29 soggetti tra accademie (Università Padova, Brescia, Torino, Trieste, Essex, Essen, Madrid, Monaco, Maastricht, Isfahan), Istituzioni (Istituto Nazionale Malattie Infettive-Spallanzani, Istituto Superiore di Sanità, INSERM Brest, SINH Shanghai), Fondazioni (Aviralia, Lorenzini) aziende (ThermoFisher, BBraun, ABBVIE, Alfa-Sigma, DaVinciDigital therapeutics, Novartis) ,SMEs (Bioscience Genomics, Personal Genomics, Diatheva, TOMA-Impact Lab Group, GenDx, PharmGenetics GmbH), è al lavoro per cercare di rispondere, in tempi brevi, agli interrogativi sul virus SARS-CoV-2, responsabile oggi di oltre 40 mila morti in 192 Paesi.
Con una regia tutta italiana – il coordinatore del consorzio che vede coinvolti numerosi Paesi europei e partner iraniani e cinesi è Giuseppe Novelli, genetista dell’Ateneo romano di “Tor Vergata”- il progetto GEFACOVID, candidatosi recentemente presso la UE per l’assegnazione dei fondi stanziati per il contrasto all’attuale pandemia, cercherà di rispondere a numerosi interrogativi che il SARS-CoV-2 ha generato.
Come si comporta il virus? Quali fattori genetici (l’acronimo GEFA deriva appunto da GEnetic FActors) influenzano la risposta immunitaria dei malati? Con più conoscenza, più informazioni, più evidenze scientifiche, la sfida alla pandemia globale potrebbe essere affrontata con armi meno spuntate, e si potrebbe arrivare a nuove soluzioni diagnostiche e terapeutiche, anche personalizzate, capaci di fronteggiare un nemico di cui ancora si sa troppo poco.
Il progetto GEFACOVID intende esaminare in dettaglio i polimorfismi genetici e i meccanismi patogenetici del virus, nonché i dati genetici, genomici, metabolomici, epidemiologici e clinici al fine di identificare i biomarcatori che conferiscono ai soggetti una particolare suscettibilità all’infezione, aumentando il rischio di complicazioni potenzialmente letali. “Queste informazioni – spiega Giuseppe Novelli – saranno sviluppate a un livello che potrebbe essere sfruttato per lo sviluppo di terapie e diagnosi da utilizzare sia in laboratorio che sul campo, con l’obiettivo finale di prevenire ulteriori perdite umane. Lavorando a stretto contatto con partner aziendali e clinici, perseguiremo soluzioni rapide e clinicamente attuabili, che faciliteranno nuovi approcci preventivi e interventi medici dinamici”.
Un altro grande impatto sulla salute pubblica previsto da GEFACOVID includerà lo sviluppo di un “hub” di innovazione: una sinergia altamente specializzata fra le principali istituzioni accademiche, in grado di svilupparsi in una rete virtuale per la ricerca scientifica avanzata e strategie di controllo per futuri focolai.
(ITALPRESS).

 

Dpi anche ai farmacisti, Fofi “Così tuteliamo cittadini”

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“Ringraziamo il Commissario straordinario per l’emergenza, dottor Domenico Arcuri, e con lui la Protezione Civile, il Ministero della Salute e il Governo, per aver previsto la distribuzione anche ai farmacisti delle mascherine di protezione”. Lo dice il presidente della FOFI, Andrea Mandelli. “E’ un provvedimento che abbiamo richiesto fin dal 24 febbraio, sottolineando ogni volta che i farmacisti, nel territorio e negli ospedali, continuavano a operare direttamente esposti al contagio. Lo prova il pesante tributo che la nostra professione ha pagato in queste settimane in termini di numero di contagiati e, in alcuni tristi casi, di decessi. Ci auguriamo ora – conclude Andrea Mandelli – che la distribuzione dei presidi cominci al più presto come indicato oggi dal Commissario. I farmacisti sono un anello fondamentale dell’assistenza e la sola garanzia per i cittadini di accedere ai medicinali di cui hanno bisogno, e non si può permettere che questo servizio venga compromesso”.
(ITALPRESS).