Home Salute Pagina 547

Salute

Coronavirus, Assogenerici “Non bloccare la filiera sanitaria”

0

«La tutela dei lavoratori di tutte le imprese è un interesse cruciale per le aziende e per il Paese e un impegno prioritario del Governo, che si prepara a dettare le linee guida che dovranno essere adottate e rispettate in ogni fabbrica. Il nostro auspicio è che dalla videoconferenza convocata oggi tra Governo, imprenditori e sindacati consenta di trovare una giusta soluzione capace di stemperare le tensioni esplose negli stabilimenti produttivi del nord Italia tutelando allo stesso tempo la necessità assoluta di non bloccare le attività produttive di chi assicura servizi essenziali per la vita del Paese». Ad affermarlo è il presidente di Assogenerici, Enrique Hausermann, ricordando la linea già adottata dal Governo e ribadita più volte dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia: “Se i governatori vogliono fermare gli autobus e chiudere altre fabbriche, purché non abbiano riferimenti con le filiere sanitaria e agroalimentare, il governo non dirà di no, ma dovranno assumersi le loro responsabilità”.
«È cruciale, in questo momento difficile per il Paese – prosegue Hausermann – impedire che via un qualsiasi tipo di stop delle attività della filiera del farmaco e di tutte le attività connesse che devo essere considerate essenziali. Qualsiasi rallentamento avrebbe effetti devastanti. Non solo in Italia ma per l’intera Europa visto che in particolare per alcune aree terapeutiche, come ad esempio gli anti infettivi, siamo rimasti tra i pochi produttori».
«Proprio oggi – prosegue il presidente Assogenerici – questi argomenti sono al centro di un incontro tra l’associazione europea dei produttori di equivalenti e la Commissione UE. Il nostro settore – con 300 siti produttivi in tutta Europa che lavorano a piena capacità per la produzione di prodotti finiti e alcuni ingredienti farmaceutici attivi – garantisce il 67% dei medicinali soggetti a prescrizione in Eurpa ed è il maggior fornitore di medicinali essenziali per la gestione dell’attuale crisi. Abbiamo 300 siti produttivi in tutta Europa che lavorano a piena capacità per la produzione di prodotti finiti e alcuni ingredienti farmaceutici attivi. È necessario evitare il protezionismo nazionale e garantire la massima collaborazione e coordinamento paneuropei per avere successo».
«Per questo le aziende del settore presenteranno alcune richieste fondamentali alla Commissione Ue: servono misure per mantenere sempre aperta e operativa tutta la produzione farmaceutica disponibile in Europa, qualunque cosa accada; abbiamo anche bisogno di accedere ad attrezzature essenziali come indumenti protettivi, filtri, ecc. ; è necessario evitare le restrizioni all’esportazione ai produttori di medicinali o principi attivi e creare corsie verdi di trasporto per i prodotti medicinali e sanitari in genere. Viceversa molti carichi sono bloccati sui confini italiano, austriaco e svizzero. E sarebbe necessaria anche la creazione di voli ad hoc per garantire l’import-export tra Europa e Stati Uniti».
(ITALPRESS).

Coronavirus, Roche cede gratis il farmaco che aiuta gli intubati

0

“In questo momento, visto le richieste che stiamo ricevendo, abbiamo chiesto ad AIFA di aiutarci a definire un protocollo per la migliore utilizzazione del farmaco per evitare da un lato che il farmaco non venga utilizzato correttamente, dall’altro per dare delle risposte migliori ai pazienti. L’esperienza di Napoli ci ha aiutato; questa sperimentazione deve nascere insieme ad AIFA. Il farmaco non aveva questa indicazione, è qualche cosa di nuovo, è una speranza in più e vediamo se l’esperienza confermerà l’efficacia di questo farmaco”. Lo ha detto in merito all’emergenza Coronavirus ai microfoni di “Tutto Esaurito”, su Radio 105, il presidente e amministratore delegato di Roche Farma Maurizio de Cicco, in merito alla decisione di cedere gratuitamente il Tocilizumab, farmaco per l’artrite reumatoide che secondo l’esperienza del professor Ascierto dell’Istituto per i Tumori Pascale di Napoli è efficace in pazienti intubati.
“Dai risultati che abbiamo ottenuto e che ci vengono segnalati dai clinici che l’hanno utilizzato, il farmaco sembra funzionare, migliorare la capacità respiratoria – ha proseguito de Cicco -. Non è un vaccino, non è un antivirale, questo è un farmaco per altre indicazioni che però aiuta i pazienti che vengono intubati a migliorare la respirazione”.
“In collaborazione con la Protezione Civile, mettiamo a disposizione volontariamente i nostri dipendenti per tentare di dare una mano. In questo momento non vogliamo essere un carico per lo Stato con la parola cassa integrazione, abbiamo delle competenze tali per cui riteniamo di poter dare una mano da un punto di vista civile, ci mettiamo a disposizione della Protezione Civile”, ha aggiunto.
E a proposito della donazione di un milione di euro in dispositivi di protezione per medici e attrezzature per le terapie intensive, il presidente di Roche Farma ha commentato: “I
medici di medicina generale sono i primi interlocutori di tanti pazienti e hanno bisogno degli elementi fondamentali per proteggersi: guanti, mascherine, occhiali. Abbiamo ritenuto importante cercare di aiutare anche il medico di base. Per quanto riguarda le terapie intensive invece, si tratta dei caschi per potersi collegare con i tubi per poter respirare meglio”.
Alla domanda “Lei è fiducioso?”, Maurizio De Cicco ha risposto: “Sono speranzoso”.
(ITALPRESS).

L’Italia testerà l’antivirale remdesivir

0

AIFA e Gilead hanno annunciato oggi che l’Italia parteciperà ai 2 studi di fase 3 promossi da Gilead Sciences per valutare l’efficacia e la sicurezza della molecola sperimentale remdesivir negli adulti ricoverati con diagnosi di COVID-19.

Gli studi saranno inizialmente condotti presso l’Ospedale Sacco di Milano, il Policlinico di Pavia, l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma e l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Si stanno identificando in collaborazione con AIFA altri centri in Regioni con alta incidenza dell’infezione da coronavirus per l’inclusione negli studi.

Remdesivir non è ancora approvato dalle autorità regolatorie per uso terapeutico e viene fornito per uso compassionevole – al di fuori degli studi clinici – per il trattamento in emergenza di singoli pazienti affetti da COVID-19 in gravi condizioni e senza valide alternative terapeutiche.
(ITALPRESS).

Coronavirus, in Italia 12.839 positivi

0

In Italia sono al momento 12.839 le persone risultate positive al coronavirus che causa il Covid-19. Ad oggi sono stati 15.113 i casi totali. Lo rende noto la Protezione Civile.
Nel dettaglio i casi attualmente positivi sono 6.896 in Lombardia, 1.758 in Emilia-Romagna, 1.297 in Veneto, 554 in Piemonte, 570 nelle Marche, 352 in Toscana, 243 in Liguria, 174 in Campania, 172 nel Lazio, 148 in Friuli Venezia Giulia, 98 in Puglia, 102 nella Provincia autonoma di Trento, 103 nella Provincia autonoma di Bolzano, 111 in Sicilia, 62 in Umbria, 78 in Abruzzo, 39 in Sardegna, 26 in Valle d’Aosta, 32 in Calabria, 16 in Molise e 8 in Basilicata.
Sono 1.258 le persone guarite. I deceduti sono 1.016, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
(ITALPRESS).

Coronavirus, da Roche farmaci e dispositivi medici per l’emergenza

0

Roche Italia schiera le sue forze e il suo network a sostegno del personale sanitario e delle istituzioni che sono in prima linea nel fronteggiare l’emergenza coronavirus, dei pazienti e dei giovani delle zone più colpite. Con una lettera inviata al ministro della Salute e a tutti i Presidenti delle Regioni, l’azienda farmaceutica si è messa a disposizione del sistema.
“Come azienda che opera nelle scienze della vita, raggiungiamo ogni giorno milioni di italiani con farmaci e test diagnostici e in questa situazione di emergenza sentiamo ancora più forte la responsabilità del nostro ruolo sociale. Tempi straordinari richiedono sforzi altrettanto straordinari. Se vogliamo lasciare un’impronta, come Azienda e come persone, dobbiamo pensare in maniera diversa e mettere a disposizione del Paese le nostre competenze e le nostre risorse. Grazie all’ascolto di diversi interlocutori, abbiamo individuato quattro aree di bisogno alle quali vogliamo rispondere con interventi capillari su tutto il territorio”, sottolinea il presidente e amministratore delegato di Roche Farma Maurizio de Cicco che si fa portavoce anche dei colleghi di Roche Diabetes Care e Roche Diagnostics.
Con l’operazione “Roche si fa in 4”, l’azienda ha deciso di rispondere innanzitutto al bisogno più urgente indotto dalla pandemia: la necessità di disporre di farmaci utili a contrastare l’aggravamento delle condizioni di salute dei pazienti positivi al virus SARS-CoV-2. Il gruppo si impegna a fornire gratuitamente per il periodo dell’emergenza, tocilizumab (RoActemra) a tutte le Regioni che ne facciano richiesta, fatte salve le scorte necessarie a consentire la continuità terapeutica ai pazienti affetti da patologie per cui il prodotto è autorizzato. Il farmaco, attualmente impiegato per il trattamento dell’artrite reumatoide, non è indicato per il trattamento della polmonite da Covid-19, ma la comunità scientifica sta dimostrando interesse al suo utilizzo dopo l’inserimento nelle linee guida cinesi. Oltre alla donazione del farmaco, l’Azienda ha dato la propria disponibilità ad AIFA per avviare uno studio clinico sull’efficacia e sicurezza di tocilizumab anche in questi pazienti.
Inoltre, fino alla risoluzione dell’emergenza, l’azienda mette a disposizione gratuitamente il servizio di telemedicina integrata per le persone con diabete che consente la comunicazione della cartella clinica Smart Digital Clinic e l’app mySugr.
Il secondo bisogno individuato riguarda l’onda d’urto che ha investito il personale sanitario, la Protezione Civile e le associazioni di volontariato che non hanno risorse sufficienti per arginare, gestire e indirizzare appropriatamente le crescenti richieste della cittadinanza. Roche vanta un personale altamente specializzato, circa 1.000 persone, il 50% delle quali opera capillarmente su tutto il territorio e possiede un titolo di laurea in materie scientifiche, un capitale umano che può essere, parzialmente e su base volontaria, messo a disposizione del sistema, per offrire supporto e consulenza telefonica collaborando con chi già svolge questo difficile compito.
La terza emergenza cui Roche intende offrire un supporto concreto, riguarda le strutture sanitarie che operano con mezzi economici e dotazioni insufficienti rispetto all’entità del fenomeno. Roche, in collaborazione con Cittadinanzattiva e FIMMG, si impegna a erogare 1 milione di euro per l’acquisto dei dispositivi di sicurezza individuale, mascherine e occhiali protettivi, per i medici di medicina generale che in questo momento ne sono sprovvisti. Questa operazione include anche una precedente donazione di caschi per la ventilazione dei pazienti ricoverati in terapia intensiva.
(ITALPRESS).

Coronavirus, Gruppo San Donato “14% pazienti lombardi nei nostri ospedali”

0

Dal 21 febbraio, giorno in cui è iniziata l’emergenza Covid-19 in Lombardia, il Gruppo San Donato per primo ha messo i propri ospedali a completa disposizione del sistema sanitario regionale. “La collaborazione – spiega il Gruppo in una nota – è partita con l’identificazione di posti letto di degenza e terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid-19 presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele. Inoltre, una task force di 20 medici intensivisti è intervenuta nella zona rossa e in alcuni ospedali pubblici ad essa limitrofi a supporto 24/24h dei colleghi delle terapie intensive”.
“L’attività clinica in elezione all’interno dei nostri ospedali, in accordo con Regione Lombardia, è stata dapprima ridotta e poi totalmente sospesa per fornire spazi e personale all’emergenza. In questo modo oggi abbiamo dedicato in totale 630 posti letto ai pazienti Covid-19, di cui 65 in terapia intensiva e 60 in reparto di degenza ordinaria dotati di C-pap. In questo momento i pazienti Covid- 19 ricoverati presso gli ospedali GSD sono circa 560, di cui 50 in terapia intensiva. Dall’11 marzo il Gruppo San Donato si sta facendo carico del 14,5% dei pazienti Covid – 19 ricoverati in tutta la Lombardia”, prosegue la nota.
Relativamente all’IRCCS Ospedale San Raffaele, “diversamente da quanto riportato da alcuni organi di informazione, i pazienti in terapia intensiva non sono 4, bensì 24 – spiega ancora il Gruppo San Donato -. Tutta l’area internistica del pronto soccorso è inoltre dedicata ai pazienti che necessitano di ossigenoterapia e osservazione. Al San Raffaele sono 150 i posti letto per malati con sintomi da infezione Covid in cui è applicata l’assistenza respiratoria non invasiva. Entro 15 gg apriremo anche una nuova rianimazione con ulteriori 14 posti letto. A questo si aggiunge il ruolo di hub regionale per le patologie cardiovascolari, conferito da Regione Lombardia”.
“La nostra équipe di anestesisti-rianimatori continua a essere un centro di riferimento per i casi di insufficienza respiratoria più grave: medici e infermieri si sono occupati anche ieri di trasportare un paziente grave dall’Ospedale di Cremona, attualmente sottoposto a terapia con ECMO – conclude il Gruppo -.
La situazione grave nella provincia di Bergamo, ci vede impegnati con i nostri due ospedali locali, con circa 300 pazienti. Nelle prossime 72 ore saremo in grado di allestire ulteriori 110 posti di degenza ordinaria e 10 in terapia intensiva per prepararci ad un eventuale picco di pazienti dell’area milanese”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, Trump sospende i viaggi Usa-Europa

0

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sospeso tutti i viaggi dall’Europa per 30 giorni, a partire dalla mezzanotte di questo venerdì, a causa dell’emergenza coronavirus. Lo ha annunciato in un discorso alla nazione direttamente dallo Studio Ovale della Casa Bianca. “È una misura forte ma necessaria”, ha spiegato Trump, precisando che le restrizioni “non riguarderanno il Regno Unito”, e motivando la sua scelta dicendo che “l’Europa non ha preso le precauzioni necessarie a riguardo”. Le restrizioni non verranno applicate sui cittadini americani in viaggio dall’Europa, né sui residenti permanenti (possessori di Green Card).
Trump ha definito il virus “straniero”, affermando che si tratta di “un’orribile infezione” contro cui la sua amministrazione prenderà “azioni senza precedenti per evitare il dilagare del coronavirus nel nostro Paese”. Nel suo discorso Trump ha aggiunto che le compagnie assicurative si sono dette d’accordo nell’estendere la copertura sanitaria per coprire le cure mediche relative al coronavirus e che “non ci saranno extra pagamenti a sorpresa in bolletta”.
Nel suo discorso, durato una manciata di minuti, il presidente ha chiesto al popolo americano “di stare tranquillo”. Per Trump il rischio per gli americani di ammalarsi gravemente è “estremamente basso”, e ha assicurato che non si tratta di “una crisi finanziaria ma di un momento temporaneo di difficoltà che dobbiamo attraversare come nazione e come pianeta”. Auspicando di mettere da parte “ogni divisione partitica”, ha poi chiesto al Congresso di agire in sede legislativa per attuare una serie di dispositivi che diano supporto finanziario ai lavoratori in cura per il coronavirus.
Il travel ban ai danni dell’Europa, ha precisato il presidente in un tweet subito dopo la fine del discorso alla nazione, “non sarà applicato sulle merci, ma solo sulle persone”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, 10.590 positivi in Italia

0

All’11 marzo 2020 sono 10.590 in Italia le persone positive al coronavirus che causa il Covid-19. Lo rende noto la Protezione Civile.
Nel dettaglio i casi attualmente positivi sono 5.763 in Lombardia, 1588 in Emilia-Romagna, 940 in Veneto, 480 in Piemonte, 461 nelle Marche, 314 in Toscana, 181 in Liguria, 149 in Campania, 125 nel Lazio, 110 in Friuli Venezia Giulia, 71 in Puglia, 74 nella Provincia autonoma di Trento, 75 nella Provincia autonoma di Bolzano, 81 in Sicilia, 44 in Umbria, 37 in Abruzzo, 37 in Sardegna, 19 in Valle d’Aosta, 17 in Calabria, 16 in Molise e 8 in Basilicata.
Sono 1045 le persone guarite. I deceduti sono 827, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
(ITALPRESS).