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Tobia “I farmacisti delle ‘zone rosse’ sono degli eroi”

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“Credo che le farmacie stiano svolgendo un ruolo fondamentale e indispensabile: sono presenti su tutto il territorio nazionale con un sistema capillare che pari non ha e danno tutte le indicazioni per fronteggiare al meglio un’emergenza nazionale che purtroppo sta dilagando in maniera preoccupante”. Il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, loda il lavoro delle farmacie italiane, soprattutto nelle regioni del Nord più colpite dal dilagare del Covid-19, considerato ora dall’Oms come pandemia. “Il mio pensiero – spiega Tobia in un forum nella sede romana dell’agenzia Italpress – va a tutte le farmacie delle ‘zone rosse’, che davvero hanno rappresentato un’argine fondamentale, veri eroi al servizio del cittadino. Hanno dimostrato disponibilità nei confronti della gente, prolungando l’orario di apertura e rendendosi disponibili a continuare un lavoro in condizioni molto spesso disagiate”. Per Tobia esiste un rischio che, qualora si fermi tutta la catena di distribuzione, possa venir meno o scarseggiare la fornitura di alcuni farmaci: “Le raccomandazioni e notizie che arrivano da Farmindustria e Assogenerici ci dicono che esistono scorte ancora per tre mesi ma potrebbero esserci delle mancanze del principio attivo. E’ un pericolo che purtroppo esiste e dobbiamo prevedere di dover affrontare nel prossimo futuro, non per tutelare le farmacie ma i cittadini che hanno bisogno dei principi attivi per patologie croniche o per mantenere lo stato di salute”. Tobia ha poi annunciato che la Federfarma ha sottoscritto oggi un accordo di collaborazione con la Croce Rossa Italiana per garantire la consegna a domicilio dei farmaci a favore di soggetti anziani, non autosufficienti ovvero con sintomi o affetti o in quarantena da virus Covid-19.

“Il servizio – sottolinea il segretario nazionale di Federfarma – verra’ effettuato da personale della Croce Rossa in divisa, che provvedera’ a ritirare la ricetta dal medico e a consegnarla nella farmacia piu’ vicina o in quella indicata dal pazienze stesso, per ritirare il farmaco e consegnarlo in busta chiusa ai soggetti interessati”. L’accesso al servizio avviene esclusivamente tramite il numero verde 800.065.510, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e l’utente puo’ richiedere al personale della Cri l’emissione dello scontrino fiscale parlante, fornendo i dati della tessera sanitaria o del codice fiscale. Il servizio e’ gratuito e l’utente deve sostenere solo i costi legati all’acquisto del farmaco ovvero al pagamento del ticket. Il servizio di consegna di farmaci a domicilio da parte di Cri in collaborazione con Federfarma verra’ svolto per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, temporaneamente prevista dal Governo fino al 3 aprile 2020.
(ITALPRESS).

Coronavirus, ma gli anziani vanno gettati via?

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Oggi siamo di fronte all'”orrido cominciamento” dell’epidemia o pandemia di corona-virus, o COVID-19, asettico acronimo à la page. Una pesante calamità che nella storia – ricordando Tucidide, Boccaccio, Manzoni – segue quelle di peste nera, tifo, colera, febbre gialla, vaiolo, spagnola, Sars, Hiv, Ebola. In Italia medici, infermieri e personale sanitario – malgrado il loro numero assai ridotto per improvvidi e continui tagli – sono in trincea, in prima linea, operando con dedizione, sacrificio e spesso eroismo in strutture sanitarie che nel nostro Paese indossano il vestito di Arlecchino: con aree di eccellenza e altre, specie nel Sud, carenti di dotazioni e attrezzature d’avanguardia. A fronte di questa abnegazione il 29 febbraio la SIAARTI-Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva ha reso noto un comunicato – da alcuni giornali definito sciagurata ipotesi – nel quale si raccomanda ai loro specialisti una graduatoria tra gli arpionati dal corona-virus: chi sia da salvare e chi da abbandonare, con riferimento agli anziani. In sintesi il dilemma: chi curare prima? Secondo questa nota il parametro è “il limite di età all’ingresso”.
Una specie di proscrizione dei più vecchi e malati. Un criterio che è anche una sorta di selezione naturale. Una specie di lista della morte. Una picconata a principi e comportamenti millenari, sulla base di algoritmi e algide presunte teorie di tecnocrazia. Eppure pochi giorni addietro Papa Francesco aveva detto che gli anziani sono “alberi che continuano a portare frutto”. Il Vaticano li ha definiti “ricchezza da valorizzare” e il presidente del Censis Giuseppe De Rita chiamandoli lungoviventi li ha segnalati come “risorsa” per il nostro Paese. Nonni che danno tanto affetto ai nipoti e sostegno economico. Il direttore di un quotidiano si è dichiarato impaurito all’idea della SIAARTI che si voglia arrivare a una decisione clinica che stabilisce chi provare a salvare e chi no. La presidente della società scientifico-professionale ha risposto, in maniera ambigua e bizantina, affermando che si trattava di una raccomandazione e non di una direttiva. Ma la carta è la sottoveste dei pensieri. Una giornalistica sintesi della questione si potrebbe esprimere con questo titolo: “Anziani nei sottoscala degli ospedali”. Roberto Gervaso ha scritto un editoriale sarcastico sulla negazione del diritto alla salute, che si concludeva con queste parole: “La Costituzione è uguale per tutti: il genio centenario o il pischello ripetente”.  Sovviene alla memoria il magistero di Ippocrate, padre della medicina greco-romana e quindi europea. Restano immortali di lui il Giuramento e gli Aforismi. Il primo si rivela uno scritto di elevatissima valenza etica, che testimonia il fondamentale rispetto della vita umana. Un patto tra medico e paziente. “…Mi asterrò dal creare danno o offesa al malato…”. L’Aforisma “…consolare sempre, alleviare spesso e talvolta guarire…” è splendido esempio di medicina umana. Su questi pilastri fondanti si sono basate e sviluppate per millenni la biomedicina e la chirurgia. Ora si vogliono ribaltare tale dettami. Platone, nelle Leggi, scriveva che esistono due specie di medici: quelli degli uomini liberi e quelli degli schiavi. I primi studiano i malati, lo tengono sotto osservazione, provando a condurli a guarigione; i secondi non ascoltano né danno prescrizioni ai pazienti. Sostituendo liberi con giovani e schiavi con vecchi (non è poi così esagerato e assurdo) l’eccelso filosofo di Atene ritorna di grande attualità.

Adelfio Elio Cardinale

(ITALPRESS).

L’Oms dichiara la pandemia globale

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«’Pandemia’ non è una parola da usare con leggerezza o disattenzione. È una parola che, se usata in modo improprio, può causare una paura irragionevole oppure una rassegnazione ingiustificata, innescando sofferenze e morte inutili». Tedros Adhanom, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms – Who), soppesa le parole ma non nasconde la serietà del fenomeno a livello globale. Il Coronavirus può essere considerato come una pandemia, ovvero un’epidemia che trova la sua diffusione in forma estesa. “Pan”, il tutto, appunto, come denota il prefisso greco. La spiegazione della scelta proviene dai numeri e dal timore che non si stia facendo abbastanza. “Nelle ultime due settimane – informa l’Oms nel corso di un meeting con la stampa – il numero di casi di Covid-19 al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte e il numero di paesi colpiti è triplicato. Ora ci sono più di 118.000 casi in 114 paesi e 4.291 persone sono morte”, esordisce il Dg Adhanom, specificando, però, che la nuova classificazione non cambierà ciò che sta facendo l’Oms e ciò che hanno fatto i singoli paesi.
E arriva dunque il ringraziamento ai paesi in prima linea che, secondo l’Oms, stanno quantomeno facendo il possibile: “Siamo grati per le misure che sono state prese in Iran, Italia e Corea del Sud per rallentare il virus e controllare l’epidemia. Siamo consapevoli che queste misure sono pesanti dal punto di vista sociale ed economico, come lo è stato per la Cina”. “Dei 118.000 casi segnalati a livello globale in 114 paesi, oltre il 90% si concentra in soli 4 paesi e due di questi – Cina e Corea del Sud – hanno registrato un declino significativo delle epidemie. Ottantuno paesi non hanno segnalato alcun caso e 57 paesi hanno segnalato 10 casi o meno. Non possiamo dirlo abbastanza forte, o abbastanza chiaramente, ma tutti i paesi possono ancora cambiare il corso di questa pandemia”, avvertono da Ginevra, lanciando un segnale ai paesi occidentali che stanno sottovalutando il problema, fra cui gli Stati Uniti in testa. È per questo – accusa l’ Oms – che la preoccupazione deriva non solo dalla diffusione del virus, ma soprattutto dall’“inazione” di alcuni paesi. «Ho detto fin dall’inizio che bisogna adottare un approccio governativo e sociale integrato, costruito attorno a una strategia globale capace di prevenire le infezioni, salvare le vite umane e ridurre al minimo l’impatto».
(ITALPRESS).

Banca Mediolanum rafforza sostegno al “Sacco” di Milano

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Banca Mediolanum dona ulteriori 140 mila euro  all’ASST Fatebenefratelli Ospedale Sacco di Milano. Serviranno  per l’acquisto di una macchina destinata all’Unità Operativa di Virologia e Bio-Emergenze.
“Questa seconda donazione – si legge nellaa nota – si aggiunge ai 100.000 euro versati settimana scorsa a favore delle Unità Operative di Malattie Infettive e di Terapia Intensiva. Prosegue inoltre la raccolta fondi, iniziata lo scorso 4 marzo, a favore della Unità Operativa di Virologia e Bio-Emergenze, diretta dalla professoressa Mariarita Gismondo. Finora sono stati raccolti 139.700 euro. Queste le coordinate ai fini della donazione: IBAN IT97O0306234210000001901901 intestato a Banca Mediolanum Spa; causale: Emergenza Coronavirus
In linea generale tutte le somme donate e raccolte a favore dell’Ospedale Sacco sono interamente destinate all’acquisto di macchinari ed attrezzature individuate direttamente dall’Unità Operativa, sulla base del bisogno concreto.
(ITALPRESS).

Coronavirus, anche la filiera del farmaco in prima linea

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“Tutte le componenti della filiera farmaceutica, in questo momento di assoluta emergenza per il Paese, sono al fianco delle Istituzioni e vicine a chi è stato colpito dal Coronavirus. La gravità della situazione impone di garantire, come sempre, il nostro massimo impegno nella produzione e distribuzione dei medicinali sul territorio nazionale”. Lo affermano in una nota congiunta Farmindustria, Assogenerici, Ascoram, Ascofarve, Fofi, Adf, Federfarma e Federfarma Servizi.
“Per questo le nostre associazioni lavorano insieme e sono in costante contatto per tutelare la salute dei propri lavoratori e quella dei cittadini evitando che le giuste restrizioni della normativa si traducano in possibili blocchi delle attività che non aiuterebbero a raggiungere l’obiettivo posto dal Governo: ostacolare il più possibile il diffondersi del contagio – prosegue la nota -. Ecco perché già da diverse settimane è attiva un’unità di crisi tra tutte le rappresentanze della filiera che è in stretto contatto con la Presidenza del Consiglio, i Ministeri preposti all’emergenza, a partire dal Ministero della Salute, l’Aifa, i Nas, la Conferenza delle Regioni”.
“Le aziende farmaceutiche stanno affrontando l’emergenza adottando tutte le misure previste dal Governo e garantendo la prosecuzione dell’attività produttiva, anche all’interno delle zone più critiche, nel rispetto degli standard di qualità e sicurezza prescritti – spiegano le associazioni di categoria della filiera del farmaco -. Gli operatori della logistica e distribuzione farmaceutica e dei beni della salute sono attivi nell’assicurare che non vi sia alcun rallentamento o ostacolo di un servizio pubblico essenziale, la continuità dello stoccaggio e il rifornimento nei punti di dispensazione a valle come farmacie, parafarmacie, corner, ospedali, case di cura, veterinari e pazienti. Le farmacie con elevata professionalità e assoluta dedizione di servizio hanno costituito un argine al sovraffollamento dei presidi sanitari e una autorevole diga alle fake news ponendosi come presidi sanitari sull’intero territorio nazionale”.
“Un decalogo messo a punto dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, condiviso da Federfarma e adottato da tutti i farmacisti operanti sul territorio nazionale ha ribadito e rafforzato le norme igieniche e organizzative a tutela dei dipendenti e dei clienti del presidio con l’obiettivo di garantire la continuità del servizio in efficacia e sicurezza – conclude la nota -. Nella stessa Regione Lombardia, al momento la più colpita, non è previsto alcun blocco delle attività riferite alla produzione e distribuzione dei medicinali e dei presidi sanitari ed è stato specificato che tutte le farmacie continueranno a garantire il loro normale servizio. L’intera filiera farmaceutica, che è a disposizione delle Autorità perché l’attuale emergenza possa essere affrontata e superata al più presto, esprime l’auspicio che venga riconosciuta l’essenzialità della produzione e distribuzione dei farmaci per la salute del Paese. E questo in uno spirito di forte solidarietà che deve unire Istituzioni, imprese, cittadini e tutti gli attori della sanità per combattere il coronavirus, evitando anche inutili fenomeni di accaparramento dei medicinali, dispositivi medici e presidi medico-chirurgici sul territorio nazionale”.
(ITALPRESS).

Sono 8514 i contagiati in Italia

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“I numeri dei positivi di oggi al Coronavirus sono 529, ma relativamente alla Lombardia ci è stato detto che l’aggiornamento non era completo, il totale è quindi di 8514 persone. I guariti di oggi sono 280 in più di ieri, per un totale di 1004. I decessi sono 168 e il dato complessivo è di 631”. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nel corso della conferenza stampa per fare il punto sull’emergenza coronavirus. In Lombardia ci sono stati 135 decessi, in Emilia Romagna 15, in Veneto 6, in Piemonte 4, nelle Marche 3, in Friuli Venezia Giulia 2, in Abruzzo, nel Lazio e in Liguria 1. Il 2% dei deceduti tra i 50 e i 59 anni, 8% tra i 60-69 anni, 32% nella fascia 70-79 anni, 45% nella fascia 80-89 anni e il 14% nei 90 anni. Tra il totale dei contagiati, 5038 sono ricoverati con sintomi, 2599 in isolamento domiciliare e 877 persone in terapia intensiva pari al 10% di positivi. “Oggi giravano un paio di fake news che abbiamo smentito come Dipartimento – ha spiegato Borrelli – in particolar modo quelle che riguardavano notizie che prevedevano scenari di evoluzione dell’emergenza che non sono vere così come altre comunicazioni. Invitiamo a informarsi sui canali ufficiali”. Sulle richieste di misure più stringenti fatte della Lombardia di chiudere negozi e uffici pubblici “credo sia una richiesta che deve essere vagliata, valutata e considerata, sotto questo profilo non ho elementi da fornire, vedremo nei prossimi giorni”.
Il capo della Protezione Civile ha, inoltre, sottolineato come la fornitura dei generi alimentari non è stata sospesa, “non correre ad accaparrarsi generi alimentari, materiali per la pulizia e l’igiene, questo materiale ha un normale canale di approvvigionamento e diffusione. Le attività produttive non sono chiuse, non c’è alcuna ragione per correre all’accaparramento”.
Nel dettaglio i casi attualmente positivi sono 4.427 in Lombardia, 1.417 in Emilia-Romagna, 783 in Veneto, 436 in Piemonte, 381 nelle Marche, 260 in Toscana, 99 nel Lazio, 126 in Campania, 128 in Liguria, 110 in Friuli Venezia Giulia, 60 in Sicilia, 55 in Puglia, 50 nella Provincia autonoma di Trento, 37 in Abruzzo, 37 in Umbria, 15 in Molise, 20 in Sardegna, 17 in Valle d’Aosta, 11 in Calabria, 38 nella Provincia autonoma di Bolzano e 7 in Basilicata.
(ITALPRESS).

Conte “Tutta l’Italia diventa zona protetta”

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Scatta il provvedimento “Io resto a casa”, con l’estensione a tutta Italia delle restrizioni già previste in Lombardia per l’emergenza coronavirus. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte. “L’Italia sarà zona protetta, così da evitare su tutto il territorio della penisola gli spostamenti non indispensabili”, ha aggiunto.
“Tempo non ce n’è. I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi e dei deceduti. Ho deciso di adottare misure ancora più forti per contenere l’avanzata del coronavirus”, ha spiegato il presidente del Consiglio.
“Le nostre abitudini vanno cambiate ora, dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia, lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo”, ha proseguito.
(ITALPRESS).

Coronavirus, 7985 i contagiati. Migliora il “paziente uno”

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“Sono 7985 le persone risultate positive al Coronavirus, 724 le persone guarite”. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nel corso della conferenza stampa per fare il punto sull’emergenza coronavirus.
“Sono 733 i malati in terapia intensiva”, ha aggiunto Borrelli, che ha proseguito: “Sono 463 i decessi, 97 più di ieri. I decessi sono caratterizzati per la prevalenza per persone fragili e con patologie pregresse”.
“E’ stata avviata la consegna dei 325 ventilatori, respiratori, per le terapie intensive, la distribuzione parte da questa sera in Lombardia, 90, in Piemonte 56, 174 in Emilia Romagna, 5 in Liguria”, ha spiegato il commissario all’emergenza coronavirus.
“E’ proseguita anche la consegna delle mascherine e degli altri dispositivi – ha aggiunto Borrelli -. Siamo arrivati a una consegna di oltre un milione di mascherine”

Migliora il paziente uno. Migliora intanto il paziente uno. Mattia, il 38enne di Codogno è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva.
“E’ stato ‘stubato’ in quanto ha iniziato a respirare autonomamente”, ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.