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DISTURBI GASTROINTESTINALI PER DUE ITALIANI SU TRE

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Due italiani su tre soffrono abitualmente di disturbi gastrointestinali che, come prevedibile, aumentano nel periodo delle festività natalizie, quando colpiscono anche chi durante il resto dell’anno non ne soffre mai. E’ quanto emerge da una ricerca condotta da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica. Il maggiore consumo di cibo e alcool e le maggiori concessioni ad alimenti e bevande da cui ci teniamo alla larga negli altri periodi dell’anno sono, secondo gli italiani, i principali responsabili dei disturbi gastrointestinali tipici del periodo natalizio. Senza contare altri fattori “stagionali” che, per un italiano su quattro, contribuiscono all’insorgenza di questi disturbi: lo stress e la frenesia delle festività, il cambio di orari e abitudini relativi a pasti e riposo, la riduzione dell’attività fisica. Nel corso della presentazione della ricerca Assosalute, con il contributo del professor Attilio Giacosa, gastroenterologo e docente all’Università di Pavia, ha diffuso una sorta di vademecum con le regole fondamentali da osservare per non incorrere nei disturbi che possono colpire stomaco e intestino, e non solo durante le feste di fine anno.

Quindi, evitare le abbuffate ma anche i digiuni per cercare di arrivare leggeri ai cenoni, non dimenticare di inserire nella dieta vegetali, fibre e legumi, non esagerare con dolci e alcol. Oltre muoversi dopo i pasti e a limitare e se possibile evitare il fumo, cosa di cui beneficerà non solo l’apparato gastrointestinale. “La tavola costituisce un fattore importante di prevenzione, se condotta sin da bambini. Logico che nel periodo natalizio aumentino i rischi, a causa della maggiore quantità e complessità dei cibi consumati”, ha spiegato il professor Giacosa. “Molte persone durante le feste tendono a esagerare assumendo quantità maggiori di cibo, con più grassi, spezie e dolci – ha aggiunto – a questi spesso si aggiungono dosi abbondanti di alcool, che è un vero nemico della dinamica digestiva, e il fumo, che favorisce il reflusso gastroesofageo, l’acidità, il bruciore e il dolore retrosternale”. Proprio il reflusso gastroesofageo, insieme a pesantezza di stomaco, cattiva digestione, gonfiore e acidità, è tra i disturbi tipici del periodo natalizio, ma non solo.

Dalla ricerca emerge chiaramente come questi disturbi siano ricorrenti tutto l’anno: il gonfiore e il meteorismo colpiscono in generale il 38% degli italiani, alta incidenza anche per l’acidità di stomaco (29,7%), la pesantezza di stomaco (29%) e la stitichezza (27,1%). “E’ importante prendere spunto da questi eventi per ricordare che la prevenzione dei disturbi più gravi, tumorali e cardiovascolari, nasce proprio a tavola e dal rispetto del proprio corpo, quindi attraverso il controllo del peso, una buona attività fisica e uno stile di vita sano. La correlazione tra stress e disturbi dell’apparato gastrointestinale è ben nota e riconosciuta dal punto di vista scientifico, tanto che si parla dell’apparato digerente come di un secondo cervello”, ha concluso Giacosa.

(ITALPRESS).

E.ROMAGNA, CRESCONO GLI ADDETTI NEGLI OSPEDALI PRIVATI

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Uno studio aperto e condiviso con stakeholder e istituzioni, che mette a fuoco le prestazioni economiche, sociali ed ambientali raggiunte dai 44 ospedali privati nel 2018 con una ricaduta positiva per la crescita economica a livello nazionale. È il Bilancio Sociale di AIOP Emilia Romagna, giunto alla terza edizione. Curato sotto il profilo metodologico e scientifico dagli esperti Nomisma, il Bilancio Sociale ha evidenziato una capacità di generare valore e di assorbire un’occupazione di qualità. Tutto questo in un panorama sanitario in cui il settore pubblico e privato collaborano in maniera integrata. Dati alla mano la sanità costituisce uno dei pochi ambiti in cui l’innovazione tecnologica e scientifica non limita la capacità di assorbimento occupazionale. Al contrario, il bilancio dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata evidenza un aumento di personale qualificato. Gli addetti impegnati nelle 44 strutture AIOP in Emilia-Romagna si è attestato a 8.031 unità, con oltre 3 mila infermieri e operatori socio-sanitari (OSS), 2,600 medici, 1.100 addetti tecnici e quasi 800 persone all’amministrazione, in crescita del 4,9% rispetto al 2017.
Impianti fotovoltaici, interventi di coibentazione dell’edificio, isolamento termico e miglioramenti della qualità dell’illuminazione: sono solo alcuni degli interventi che le strutture di AIOP hanno adottato per migliorarsi e impattare il meno possibile sull’ambiente. Le strutture ospedaliere infatti puntano sempre più a progettare azioni per limitare il proprio impatto ambientale e garantire una migliore sostenibilità energetica. L’intero comparto è quindi chiamato a una sfida continua per mantenere efficienti le strutture in un’ottica di sicurezza e qualità. Circa la metà delle case di cura associati ha già in programma ulteriori interventi che mirano al potenziamento di quelli già attivati. I due ambiti principali sono quello della raccolta dei rifiuti, circa il 50% delle strutture ha adottato interventi a riguardo, e quello dell’energia elettrica con il 49,9% di strutture con interventi. Nell’ambito delle performance economiche il comparto sanitario privato associato ad AIOP si contraddistingue per una gestione non solo efficace in termini di qualità dell’offerta di servizi sanitari ma anche sotto il profilo economico. Le strutture infatti evidenziano un valore della produzione in leggero aumento nel 2018 rispetto al 2017 i circa un +1,6%.
La maggior parte delle risorse inoltre vengono destinate a interventi volti a migliorare o ampliare le aree interne ed esterne degli ospedali e delle strutture oltre che innalzare il livello tecnologico e la varietà di macchinari e apparecchiature all’avanguardia. “La sanità può essere considerato un vasto settore dell’economia che non può essere considerato unicamente come fonte di spesa corrente, ma al contrario come attivatore di investimenti e innovazione e attività ad alto valore aggiunto – sottolinea l’AIOP -. L’Emilia-Romagna presenta tutte le caratteristiche di una regione in cui l’idea di sanità come ‘attivatore di economia’ trova piena applicazione”. Inoltre sono numerose le strutture AIOP che hanno continuato nel 2018 a sostenere iniziative di matrice filantropica e sociale a sostegno delle comunità locali ed erogando finanziamenti per un totale di 365 mila euro. In più rispetto agli anni precedenti è aumentata la quota investita a promozione di attività sportive nonché sponsorizzazioni ad attività culturali e donazioni a comunità religiose. Gli ospedali privati si confermano quindi“Ecosistemi economico-sociali” e si posizionano in un tessuto economico regionale sempre più competitivo.
(ITALPRESS).

INDUSTRIA FARMACEUTICA CHIEDE STABILITÀ

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Le Fab13, le tredici case farmaceutiche a capitale italiano aderenti a Farmindustria, ogni anno investono in Italia 1 miliardo. Nel corso di un convegno presso la Sala Zuccari del Senato, si è discusso del buon andamento del mercato italiano della farmaceutica, suggerendo nuovi approcci sia dal punto di vista istituzionale che da parte dei soggetti privati. Analizzando i dati provenienti da uno studio Nomisma, l’Italia si posiziona come il primo produttore Ue davanti alla Germania, con 31,2 miliardi per produzione di farmaci. Il fatturato tedesco, relativo al 2017, è pari a 30,6 miliardi, mentre quello francese è di 21,9 e quello britannico di 20,6 miliardi. Le esportazioni di farmaci – si legge nel documento Nomisma – hanno raggiunto i 25,9 miliardi nel 2018 (+4,7% rispetto all’anno precedente), confermando il trend di crescita. Aumentano le importazioni di beni legati al settore nel 2018, con un +9,8% pari a 26,4 miliardi, facendo registrare un saldo negativo (-500 milioni) nella bilancia commerciale. Per l’anno in corso si attende una conferma del momento positivo del comparto. I ricavi delle Fab13 continuano il trend di crescita di circa 11,6 miliardi nel 2018 (+4% sull’anno precedente), per un settore che assorbe 43.000 addetti. Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria, anche in virtù dell’eccellenza del settore, chiede “certezza delle regole” e “un sistema decisionale condiviso”. Questo perchè, ha spiegato, “le regole devono essere condivise, tenendo conto dei profondi cambiamenti che sono avvenuti nell’ambito delle cure. Di conseguenza, non vogliamo più finanziamento, ma vogliamo che questo finanziamento tenga conto del valore dell’innovazione, che aumenta ogni anno. Da una parte, abbiamo i prezzi dei farmaci più bassi d’Europa. C’è, dunque, bisogno di un riequilibrio dei tetti. Dall’altra parte, abbiamo bisogno che l’Agenzia del Farmaco non emetta provvedimenti basati soltanto su fondamenti economici, ma sempre su quelli scientifici”.
Lucia Aleotti, membro del Cda di Menarini, ha chiesto “stabilità” per l’industria, affermando di non essere preoccupata in vista della manovra, ma chiedendo di chiarire se il comparto è visto, dagli attori pubblici, come “di spesa oppure di investimento”. Per Aleotti “se dovessimo assegnare due colori al settore farmaceutico, sarebbero il verde e il rosa. Verde per gli investimenti che facciamo per garantire l’altissima compatibilità ambientale dei nostri siti produttivi, rosa per la forte presenza femminile, pari al 42% di 67.000 addetti. Continuiamo a investire e a creare occupazione in Italia e al Governo chiediamo solo stabilità. Ogni volta che le autorità intervengono sui prezzi dei nostri farmaci, infatti, i nostri equilibri industriali vengono stravolti, e con essi la nostra capacità di investire e dare lavoro”. Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute, riconosce che le richieste dell’industria del farmaco devono essere ascoltate. “Sono un interlocutore importante, con cui occorre fissare relazioni trasparenti, leali e collaborative. Rappresentano un percorso di crescita preziosissimo per il nostro paese, impiegano un numero grandissimo di occupati e investono in ricerca”.
(ITALPRESS).

10 ANNI PER MANIFESTO DIRITTI E DOVERI DEI DIABETICI

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“I diritti di coloro che hanno il diabete sono gli stessi diritti umani e sociali delle persone senza diabete. I diritti comprendono, fra gli altri, la parità di accesso all’informazione, alla prevenzione, all’educazione terapeutica, al trattamento del diabete e alla diagnosi e cura delle complicanze. Il sistema sanitario deve garantire alla persona con diabete l’accesso a metodi diagnostici e terapeutici appropriati, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Il diritto delle persone con diabete a vivere una vita sociale, educativa, lavorativa al pari delle persone senza diabete deve essere considerato un obiettivo delle azioni di governo”. Con questa enunciazione si apre ‘Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete’, documento che compie dieci anni e celebra il suo anniversario in occasione della Giornata Mondiale del diabete 2019 al Ministero della salute, con il patrocinio dell’Intergruppo parlamentare obesità e diabete.

Promosso nel 2009 da Diabete Italia, Comitato per i diritti della persona con diabete e Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, e firmato dalle associazioni di persone con diabete Agd Italia, Aid, Aniad, Ardi, Diabete Forum, Fand, Fdg, SOStegno70, dall’associazione degli operatori sanitari di diabetologia, Osdi, e da Cittadinanzattiva, il documento fu aggiornato nel 2015, con l’aggiunta della sezione ‘doveri’. “Il manifesto sancisce alcuni diritti fondamentali: la garanzia da parte del sistema sanitario di accesso a metodi diagnostici e terapeutici appropriati, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, e il diritto delle persone con diabete a vivere una vita sociale, educativa, lavorativa al pari delle persone senza diabete deve essere considerato un obiettivo delle azioni di governo”, dice Paola Pisanti, Presidente Commissione Nazionale Diabete e Coordinatrice Commissione sul Piano delle cronicità presso il Ministero della Salute.

“Il Manifesto dei diritti e doveri della persona con diabete è ancora oggi uno strumento di dialogo imprescindibile con le Istituzioni, per orientare le loro azioni e per stabilire delle priorità di un dialogo con le associazioni pazienti, quali portatori di questi diritti. È importante ricordare i 10 anni di questo fondamentale documento a tutela dei diritti e dei doveri delle persone con una malattia cronica estremamente diffusa. In questi anni è stato recepito da numerose Regioni, ma non tutte, e il lavoro è ben lungi dall’essere completato, soprattutto sul tema del diritto all’accesso alle cure”, aggiunge la senatrice Emanuela Baio, Presidente del Comitato per i diritti della persona con diabete. “Tante cose erano diverse nel luglio del 2009, quando venne presentato il primo manifesto dei diritti della persona con diabete – spiega Concetta Suraci, Presidente di Diabete Italia -. Diabete Italia si avviava a quel salto di qualità che l’ha portata a rappresentare coloro che hanno a cuore l’assistenza alla persona con diabete, i Coordinamenti regionali fra le Associazioni erano l’eccezione mentre oggi sono la regola, infine era ancora lontana l’approvazione del Piano nazionale per la malattia diabetica – prosegue Suraci -. Differenze non da poco che, aggiunte all’evoluzione sociale e dell’assistenza alla persona con diabete in particolare, spiegano perché Diabete Italia ritenne, nel 2015, di redigere la versione 2.0 del documento, che diventò: Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete. Un documento che parlava dei ‘diritti’, ma anche dei ‘doveri’, una novità che sottolineava come l’Associazionismo delle persone con diabete avesse raggiunto la maturità”.

“Quando nacque, il documento era a suo modo rivoluzionario – dice Francesco Purrello, Presidente Società italiana di diabetologia (Sid) -. Si trattava, infatti, del primo documento di questo tipo nel mondo, che riscosse grande interesse all’estero, ispirando la Carta internazionale dei diritti e delle responsabilità delle persone con diabete dell’International Diabetes Federation, emanata nel 2011”. “La grande attualità del documento – aggiunge Domenico Mannino, Presidente associazione medici diabetologi (Amd) – è sottolineata dal fatto che già nel 2009 il manifesto affrontava il tema dei migranti, quando ancora pochi si ponevano il problema. Inoltre, l’aggiunta nel 2015 della sezione sui ‘doveri’ ricorda come l’appropriatezza sia un dovere di chi prescrive ma anche di chi riceve. Aver presente i propri doveri nel momento in cui si è portatori di un diritto gioca a favore delle associazioni nel dialogo con le Istituzioni”: “Da co-presidenti dell’Intergruppo parlamentare obesità e diabete – concludono l’Onorevole Roberto Pella e la Senatrice Daniela Sbrollini – non solo condividiamo e sottoscriviamo integralmente, anche a nome dei Colleghi che vi hanno aderito, quanto contenuto nel Manifesto, nonché il principio cardine secondo il quale le persone con diabete, come peraltro quelle colpite da qualunque malattia, debbano avere gli stessi diritti che spettano alle persone sane: principio scontato, ma purtroppo spesso disatteso. Ma anche desideriamo esprimere la nostra piena disponibilità a collaborare con chi convive con questa patologia nella quotidianità e con tutti coloro che si impegnano per combatterla, cercando di migliorare ulteriormente un quadro normativo che comunque nel nostro Paese è fra i più avanzati d’Europa”.
(ITALPRESS).

TUMORE AL SENO, UN VADEMECUM PER I CAREGIVER

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Si chiama “Dammi la mano” ed è il primo vademecum appositamente pensato e scritto per i “caregiver”, quelle figure silenziose che stanno accanto alle donne colpite dal tumore al seno, una patologia che colpisce una donna su nove, 53mila l’anno. La pubblicazione, realizzata a cura di Europa Donna Italia – il movimento per la prevenzione e la cura del tumore al seno, nato da un’idea di Umberto Veronesi – è stata presentata nel corso di una serata dedicata al 25esimo anniversario dell’associazione, al Teatro Dal Verme di Milano. Il vademecum nasce da un’idea e dagli scritti della psicologa Cristiana Rinaldini che, basandosi su un’esperienza personale, ha costruito un manuale informativo, completo di strumenti per il supporto pratico e psicologico, in grado di offrire istruzioni e raccomandazioni utili per la quotidianità di chi è vicino alla donna con tumore al seno. Il documento affronta in modo sintetico, ma chiaro, alcuni temi connessi alla figura del caregiver, come il rapporto con le parole “proibite” come cancro e tumore, il momento della diagnosi, i compiti del caregiver, le fasi della malattia e i consigli utili su come affrontare le diverse situazioni.

Nel corso della serata, moderata dalla giornalista Tiziana Ferrario, alcuni celebri caregiver e pazienti, si sono confrontati sulla propria esperienza accanto alla persona cara. Tra le testimonianze, anche quella dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia con la compagna Cinzia Sasso e quella della direttrice del Teatro Franco Parenti Andrée Ruth Shammah con il figlio Raphael Tobia Vogel. Dopo l’intervento della scrittrice Sveva Casati Modigliani, è seguito il reading dei migliori racconti del concorso letterario “Donne sopra le righe”, organizzato ogni anno a Chianciano dall’associazione Io sempre donna. “Dammi la mano”, oltre ad essere un utile vademecum, è in realtà un più ampio progetto dedicato a prendersi cura di chi cura, con una serie di proposte, come una mostra fotografica itinerante nelle principali città italiane con immagini emozionanti di caregiver ripresi nei momenti quotidiani, a cura di Fondazione 3M e dell’archivio storico Ferrania.

“Le pazienti hanno sempre più bisogno di ascolto, prevenzione e di cura – ha detto la presidente di Europa Donna Italia Rosanna D’Antona – e noi in questi 25 anni ci siamo dedicati soprattutto a loro. In questa occasione vogliamo invece dedicarci a chi è stato accanto a loro, dai medici agli infermieri, fino ai componenti della famiglie”.
(ITALPRESS)

FOFI “CON FARMACIA DEI SERVIZI PIÙ VICINI AI CITTADINI”

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Novità in arrivo per il mondo della farmacia. Ad ottobre sono state approvate, nella Conferenza Stato-Regioni, le linee di indirizzo per la sperimentazione della cosiddetta farmacia dei servizi. Una nuova prospettiva, una idea nuova accolta positivamente dalla stessa Federazione degli Ordini de Farmacisti Italiani. “E’ una bellissima novità quella che ha portato finalmente al battesimo dell’avvio di questa nuova sperimentazione – spiega all’Italpress Maurizio Pace, segretario nazionale della Fofi -. Le farmacie potranno diventare quel centro polifunzionale di servizi utili al cittadino ma anche utili allo Stato in termini di risparmio, perché eviteranno ai cittadini di rivolgersi per le cure ai pronto soccorso o alle strutture pubbliche. Le farmacie si candidano a dare servizi molto funzionali come il Cup, il Centro unico di prenotazione. Il cittadino potrà recarsi in farmacia in ogni momento e lì scegliere dove effettuare visite, esami, analisi per la prevenzione. Si apre quindi un nuovo scenario. La figura del farmacista sarà sempre più accanto al cittadino nell’accompagnarlo alla terapia”.

Un’altra rivoluzione che si affaccia in un imminente orizzonte riguarda il via libera all’ingresso di capitali privati nella distribuzione. La posizione emersa in Parlamento appare chiara, con la richiesta al governo di rivedere la norma che regola l’ingresso del capitale privato nelle farmacie. Un’apertura guardata con estrema attenzione dalla Fofi, come chiarisce all’Italpress il presidente della Fofi Andrea Mandelli: “Partiamo dal presupposto che il mondo della farmacia italiana sta attraversando un momento non particolarmente brillante. L’ingresso dei capitali può dare una mano alle farmacie nell’evolversi in nuovi servizi, nell’incoraggiare nuovi progetti come la farmacia dei servizi, o a favore di investimenti per migliorare il rapporto con il cittadino. Quindi da parte nostra non c’è nessuna posizione ostativa per l’ingresso dei capitali”. Gli unici dubbi emergono sul peso degli stessi capitali: “E’ vero – ragiona Mandelli – che la legge sui capitali prevede ad esempio che il direttore sia il farmacista, noi però eravamo più orientati a mantenere il rapporto tra le società di professionisti che caratterizza il mondo delle professioni. Quindi va bene ad un’iniezione di capitali ma con la maggioranza sempre in mano ai farmacisti. La nostra posizione tende ad appoggiare, nella mozione che mi vede firmatario, una revisione di questo rapporto”.

“Le farmacie italiane sono circa 20 mila, permettendo alle società di capitali di potere possedere il 20% delle farmacie, c’è la possibilità in linea astratta e teorica, che 5 operatori finiscano per avere in mano il totale mercato della distribuzione. Bisogna quindi rivedere questo parametro per garantire un protagonismo più attivo del farmacista e di temperare l’ingresso dei capitali. Un ingresso che così come prospettato non ci soddisfa”, dice ancora Mandelli, per il quale più in generale sul fronte della sanità “c’è ancora molto da fare. Innanzitutto bisogna realizzare in Parlamento un cambio di mentalità: continuare a parlare di spesa sanitaria quando parliamo della salute nostra e dei nostri figli con un’eccezione di spesa e di negatività è un errore. Noi dobbiamo dire che stiamo investendo nella salute dei nostri cittadini. Anche perché l’età media sta aumentando, l’Italia infatti è il secondo Paese più longevo al mondo, e sta arrivando quell’innovazione robusta, tecnologica e farmacologica che necessita di investimenti. Quindi investiamo in salute”. Mandelli commenta pure la manovra promuovendo uno dei primi atti del governo, l’abolizione del superticket: “E’ buona l’abolizione da settembre, una battaglia che io come parlamentare ho già fatto nella passata legislatura. La Costituzione sancisce il diritto ad ogni persona di curarsi, manca ancora un po’ la declinazione della prevenzione che è la cenerentola di questo Paese, e manca questo cambio di mentalità necessario per affrontare il futuro”. (ITALPRESS).

FARMACISTI, SFIDA PER NUOVA GOVERNANCE SANITARIA

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Il Caduceo d’Oro 2019 ad Antonio Mastroianni, direttore generale della Fofi, la Federazione degli Ordini dei farmacisti Italiani. Si è concluso così l’evento organizzato dall’Ordine interprovinciale dei farmacisti di Bari e Bat. La premiazione è stata preceduta dalla tavola rotonda “Il farmacista e la nuova governance della Politica sanitaria”, nello Spazio Murat di Bari, moderato dal giornalista Franco di Mare.
Tanti i temi passati in rassegna, a partire dalla “riconversione culturale” che si richiede alla professione di farmacista nell’ambito di un processo di ammodernamento del sistema sanitario che passa dal “Patto per la Salute” 2019-2021, in fase di approvazione, e alla vigilia dell’avvio della sperimentazione della farmacia dei servizi. Il farmacista – questo è emerso – rivestirà un ruolo centrale nella riorganizzazione della tutela della salute, sia per le sue conoscenze e competenze sia per il rapporto di fiducia che lo lega ai cittadini. Un ruolo che non può prescindere dalle sinergie con i medici, soprattutto quelli di medicina generale, ma anche con tutti gli altri attori del comparto salute, delle istituzioni è dei rappresentanti dei cittadini.
In tutto vengono ripartiti tra Lazio, Piemonte, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Umbria e Campania, 36 milioni per il triennio 2018-2020 per l’avvio della sperimentazione di prestazioni e funzioni assistenziali erogati dalle farmacie con oneri a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Per la Puglia in totale poco più di tre milioni di euro.

“La rivoluzione culturale che si richiede alla professione nell’ambito di un processo di ammodernamento del sistema sanitario per crescere in efficacia ed efficienza – ha detto il presidente dell’Ordine e vicepresidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Luigi d’Ambrosio Lettieri – trova fondamento nella capacità di moltiplicare il sapere da cui nasce la competenza. Competenze e ruoli sono strettamente legati all’utilità sociale”.
“Per essere più vicini alla gente – ha spiegato il presidente Fofi, Andrea Mandelli – dobbiamo un po’ cambiare, sia noi farmacisti sia i medici per poter mettere al centro il cittadino e soddisfare tutte quelle necessità che la società pone come obiettivi per tutti noi. Quindi una farmacia più vicina alla gente nella quale accedere più facilmente per dare delle risposte immediate alla nostra salute”.
Il farmacista insomma dovrà ampliare la sua azione nell’ambito della pharmaceutical care, dell’educazione terapeutica, della prevenzione, in una sempre più stretta sinergia con tutti gli interlocutori della “filiera della salute”, della quale la farmacia di comunità rappresenta il primo punto di accesso.
“Sì, il ruolo del farmacista è in evoluzione – ha aggiunto il presidente di Federfarma nazionale, Marco Cossolo – deve diventare un farmacista più integrato nel territorio, nel rapporto con il medico di base, diventa un farmacista meno dispensatore e più consigliere del cittadino, diventa sicuramente un farmacista valorizzato nella sua professionalità. Attualmente i farmacisti sono sottoutilizzati dal sistema pubblico. Si sta cambiando ma troppo lentamente”.

“Quella del farmacista, così come per le altre professioni mediche – ha detto il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli – è una professione che accanto alle competenze garantisce un ruolo sociale fondamentale. Oggi stiamo premiando qui farmacisti che hanno svolto la loro funzione per oltre 50 anni. Significa che hanno costantemente dato consigli, aiuto, tutela ai cittadini, è un valore straordinario che spesso non viene considerato abbastanza. Il messaggio di oggi è: fidatevi sempre di più dei professionisti della salute”.
”Dobbiamo ridisegnare il futuro per le generazioni che verranno – ha concluso Mandelli – e credo che con questo ministro della Salute (Roberto Speranza – ndr) un po’ di strada si possa fare. La strada c’è già, è sancita dalle leggi. È importante anche avere coraggio e fiducia”.
La cerimonia, oltre che con la consegna del Caduceo d’Oro 2019 ad Antonio Mastroianni, si è conclusa con le Benemerenze di Anzianità ai professionisti che hanno raggiunto 40, 50 e 60 anni di iscrizione all’albo, e con il benvenuto ai nuovi iscritti.
(ITALPRESS)

CHECK UP MEDICI GRATUITI IN PIAZZA CON ANIA

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Fine settimana dedicato alla prevenzione e ai corretti stili di vita. Lo Street Health Tour della Fondazione Ania sbarca a Palermo per la prima tappa dell’ottava edizione dell’iniziativa itinerante conosciuta per aver portato in oltre 30 città italiane un truck con postazioni per check up medici gratuiti.

In piazza Verdi è stata allestita una struttura con cinque ambulatori, dove è possibile effettuare controlli gratuiti in ginecologia, senologia, dermatologia, cardiologia e test psicologici per la predisposizione verso malattie neurodegenerative, in particolare l’Alzheimer.

L’iniziativa, che si protrarrà fino a domani, è partita nel 2017 per volontà del settore assicurativo italiano e, attraverso l’azione della Fondazione Ania, in meno di due anni ha offerto ad oltre 16 mila persone la possibilità di effettuare gratuitamente e in tempi rapidi controlli con personale medico qualificato e con il supporto di strumenti innovativi. Lo scopo è quello di diffondere tra la popolazione una cultura dei corretti stili di vita e, soprattutto, della prevenzione. Al termine dei check up viene distribuito materiale informativo per restare in forma dedicato a tutte le fasce di età.

Lo Street Health Tour nella nuova formula toccherà altre 4 città italiane nei prossimi fine settimana: dopo Palermo sarà a Reggio Calabria (2 e 3 novembre), a Cosenza (9 e 10 novembre), a Torino (23 e 24 novembre) e si concluderà a Roma nel fine settimana del 30 novembre e l’1 dicembre.

A spiegare l’importanza dell’iniziativa dedicata ai cittadini palermitani è Umberto Guidoni, Segretario Generale della Fondazione ANIA: “In Italia serve una maggiore cultura della prevenzione. Proprio per questo il settore assicurativo è impegnato nel campo della prevenzione sanitaria e, attraverso l’azione della Fondazione Ania, promuove in tutto il Paese iniziative rivolte alla salute e alla diffusione di corretti stili di vita. Sappiamo che spesso, proprio per una poca cultura della prevenzione, si va dal medico solo quando si ha qualche sintomo o qualche patologia. Purtroppo può essere tardi, soprattutto per quel che riguarda alcune malattie. Nel corso degli anni, grazie allo Street Health Tour, abbiamo salvato vite con visite che hanno fatto emergere tempestivamente problematiche di salute prima che degenerassero, consentendo di agire in tempi rapidi. Il settore assicurativo supporta la nostra sicurezza proteggendoci e la prevenzione è, prima di tutto, protezione”.

Per la prima tappa in Sicilia lo Street Health Tour ha il patrocinio del Comune di Palermo.


(ITALPRESS).