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Salute mentale, Asp Palermo “Vincere stigma e far emergere sommerso”

PALERMO (ITALPRESS) – Presentare e far conoscere i servizi offerti dall’Asp e, soprattutto, combattere stigma e discriminazioni per far emergere anche il sommerso: in Italia, infatti, si stima che quasi due milioni di persone soffrono di problemi psichici ma non ricevono cure. E’ l’iniziativa organizzata oggi dall’Azienda sanitaria provinciale di Palermo a piazza Castelnuovo in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale che, ogni anno dal 1992, viene celebrata in tutto il pianeta, punta a sensibilizzare ancora di più giovani e famiglie. Nella strada chiusa al traffico che collega via Libertà con via Ruggero VII è stato allestito un info-point, un punto di ascolto e orientamento, laboratori di inclusione sociale con gli Enti del terzo settore, di sport e prevenzione con la Federcalcio regionale. Tutte iniziative organizzate nell’ambito delle attività “DSM e cittadini uniti per la salute mentale” realizzate dai Dipartimenti di Salute Mentale in 150 Piazza italiane con l’obiettivo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla salute mentale come problema di tutti e sull’urgenza di un confronto con le istituzioni per trovare soluzioni condivise. “E’ davvero importante che un problema come quello della salute mentale sia condiviso a livello mondiale – sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, nel confronto che ha trovato spazio all’interno di un’area dedicata al dibattito -, una problematica vissuta non più come un’onta, ma da affrontare e risolvere in una collaborazione stretta con famiglie e associazioni, e con la possibilità di portare sul territorio quello che è la professionalità degli esperti. Perchè oltre ad essere qui in piazza, già da tempo abbiamo delle unità mobili per affrontare in maniera anche preventiva queste patologie. L’impegno di una così ampia partecipazione a livello nazionale dà il significato della volontà dello Stato di affrontare questo genere di difficoltà dalle quali molte famiglie sono vittime”.
A preoccupare, tuttavia, è la quota del sommerso come testimoniano i numeri: a fronte di 770 mila persone con problemi di salute mentale in tutto il Paese, pari all’1,5% della popolazione, si stima che almeno altri 2 milioni di soggetti non hanno accesso ai servizi e, spesso, a pesare è la paura dello stigma: “Spesso manca un riconoscimento del problema da parte degli soggetti che avrebbero bisogno di cure – avverte Daniela Faraoni direttore generale Asp di Palermo -. Per intercettare il sommerso, quindi, occorre creare una rete di servizi articolata su tutto il territorio perché riguarda purtroppo una fascia sempre più ampia di cittadini. C’è una grande attenzione nel riconoscere il problema di salute mentale che va affrontato sia sul piano della prevenzione sia su quello della cura e in questi anni siamo stati impegnati nel trasformare un progetto di cure in un progetto di vita. Questa è una formula vincente perché consente di inserire il paziente psichiatrico in attività anche lavorative: la malattia mentale non deve alienare, ma deve essere accolta a inclusa nella società”. Tuttavia, i casi sono in aumento e farne le spese sono spesso le categorie più fragili, tra questi i ragazzi: “C’è un campanello di allarme che riguarda fasce sempre più giovani della popolazione, 12-16 anni, a differenza di quanto accadeva in passato, coinvolge sempre di più il genere femminile – evidenzia -. C’è un disagio che probabilmente noi adulti non siamo stati in grado di comprendere fino a fondo, e che andrebbe intercettato prima che diventi irreversibile. Questo determina un distacco dalla vita quotidiana e un rifugio nelle dipendenza”, non solo con l’uso di alcol e droghe come il crack e fentanyl ma anche a “una forma di alienazione dalla vita sociale che può essere provocata da un uso spropositato della tecnologica”.
Al microfono dell’area dibattito si sono alternati i responsabili dei servizi dell’ Asp dedicati ad accoglienza, cura e terapia, ma anche reinserimento sociale attraverso borse lavoro che hanno interessato 37 pazienti della Salute Mentale, di cui 6 contrattualizzati a tempo indeterminato dalle aziende nelle quali erano impegnati. “L’Asp di Palermo – spiega il direttore del dipartimento Salute Mentale dell’Asp di Palermo, Maurizio Montalbano – ha avviato 139 percorsi terapeutici individuali sostenuti dal budget di salute e ne sono pronti altri 301 per il prossimo anno”. Per quanto riguarda il Csm, per i casi più urgenti c’è “l’accesso diretto mentre le liste d’attesa non superano i 20-30 giorni per un prima accesso”, prosegue Montalbano, e poi c’è il Centro Adolescenti e Giovani Adulti con Disagio Psichico e Bisogni Complessi per la fasdcia di età dai 16 ai 25: “In un anno e mezzo abbiamo preso in carico 480 giovani sia come accesso diretto, mediato anche dalle scuole, sia attraverso i nostri servizi. Mi sembra un buon numero se consideriamo che lavoriamo con il 45% per cento in meno di psichiatri. La direzione strategica dell’Asp ha fatto il possibile per ampliare l’organico ma non ci sono medici – conclude – per ben tre volte i concorsi sono andati deserti”.
-foto ufficio stampa Asp Palermo –
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Traumi del volto, le novità della chirurgia maxillo-facciale

ROMA (ITALPRESS) – Gli interventi di ricostruzione del volto sono diventati primari a causa degli incidenti legati ad alcune attività quotidiane in casa o sul lavoro. Le cause primarie sono incidenti domestici (38%); seguono i traumi sportivi (31%), incidenti stradali (12%) ed episodi di violenza (12%). Nel 60% si tratta di pazienti sotto i 30 anni. E’ quanto emerso nel 27° Congresso della European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery – EACMFS, che si è recentemente tenuto a Roma alla presenza di tremila specialisti di oltre cento Paesi. A guidare i lavori due italiani, il professor Manlio Galiè, Presidente EACMFS, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e docente del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara, e il professor Valentino Valentini, Presidente del Comitato Scientifico del Congresso e Professore Ordinario in Chirurgia Maxillo Facciale presso l’Università La Sapienza e direttore UOC Chirurgia Maxillo-Facciale Policlinico Umberto I di Roma.
“A provocare la maggior parte dei traumi maxillo-facciali sono attività considerate semplici e non a rischio – spiega il professor Galiè – Secondo una casistica di 9.543 interventi rilevati dalla letteratura internazionale, la più grande statistica sulla frequenza dei traumi, il 38% dei casi è legato a incidenti domestici, che coinvolgono soprattutto uomini. Le cause possono essere legate all’uso incosciente di motoseghe o a cadute da una scala o da un’altalena per i bambini”.
Vi sono poi i nuovi incidenti stradali. “Se negli ultimi decenni l’obbligo di cinture, caschi, airbag aveva contribuito a far diminuire le fratture di naso, zigomi, mandibole, mascelle, negli ultimi cinque anni a Roma e nelle grandi metropoli vi è stata un’inversione di tendenza – sottolinea il professor Valentini – Il casco integrale, che metterebbe a riparo quasi tutto l’impianto maxillo-facciale, è poco diffuso, a vantaggio di caschi più leggeri, talvolta neppure omologati. Inoltre, vi è stato un significativo aumento di scooter e monopattini, con questi ultimi particolarmente esposti agli incidenti: non prevedono l’obbligo di un casco e hanno una struttura leggera, con rotelle piccole e un semplice manubrio a governarli; le infrastrutture poi non sono sempre sicure. La conseguenza è che quando si cade si tende a sbattere il volto per terra con maggiore frequenza e intensità. In breve, questa nuova mobilità ha portato a uno stravolgimento dei traumi da strada che sta cambiando l’eziologia e i tipi di fratture, visto l’impatto violento che subisce il volto”.
In ambito sportivo ci sono alcuni casi noti di atleti che utilizzano le mascherine per proteggersi dopo importanti interventi, come il francese Kylian Mbappè agli scorsi europei o Victor Osimhen le ultime stagioni col Napoli. La chirurgia maxillo-facciale ha proprio in chi fa sport il 31% dei casi. “Spesso i traumi dovuti a scontri sportivi si verificano anche a livello giovanile, con fratture del naso, dello zigomo, dell’orbita, della mandibola – sottolinea Galiè – L’agonismo è diventato esasperato e i traumi sportivi aumentano, soprattutto in sport come calcio, basket, ciclismo, sci, in quanto sono previste meno protezioni e ci sono dinamiche che tendono a proiettare il volto in avanti. Per praticare sport bisogna essere allenati e capire quando possa essere opportuno fare un passo indietro”.
Le grandi città sono poi vittime di un aumento di episodi di violenza. “L’incremento della microcriminalità a scopo di rapina o la semplice diffusione di baby gang ha comportato un impatto anche nel campo chirurgico, dove tra i traumi da aggressione sono sempre più frequenti le ferite da armi da taglio, talvolta anche complesse da sanare – aggiunge Valentini – Il volto, infatti, oltre che dai vasi sanguigni è caratterizzato anche dalla presenza dei nervi, tra cui il nervo facciale che fa muovere la muscolatura del volto. Un centro di chirurgia maxillo-facciale deve dunque essere pronto per affrontare le lesioni nervose oltre che le fratture del volto”.
Per far fronte a questi nuovi tipi di traumi, la chirurgia maxillo-facciale si è attrezzata con novità tecnologiche: chirurgia mini-invasiva, endoscopia, intelligenza artificiale rappresentano le ultime frontiere in grado di minimizzare e in alcuni casi di eliminare gli effetti di traumi violenti, oltre che di malformazioni e delle conseguenze dei tumori della zona testa-collo. Il volto umano, infatti, è il nostro biglietto da visita, il riflesso delle nostre emozioni e la chiave per le nostre relazioni: per questo la chirurgia maxillo-facciale si rivela una risorsa vitale per restituire non solo la funzionalità, ma anche la dignità e l’autostima ai pazienti.
Al 27° Congresso EACMFS è giunto anche il contributo del professor Eduardo Rodriguez, direttore del dipartimento di chirurgia plastica del Nyu Langone a New York, che nel 2023 ha realizzato il primo trapianto al mondo di un occhio intero – e di parte del viso – eseguito su un uomo americano di 46 anni sopravvissuto a un gravissimo infortunio sul lavoro dovuto a una scossa dall’alto voltaggio elettrico. Ciò non significa che abbia recuperato la vista, ma la qualità del bulbo oculare e la retina sono tornate molto buone. D’altronde l’intento non era tornare a vedere, ma favorire la ricerca in vista di successivi progressi.
“Da questo caso si potrebbero aprire nuove frontiere per il recupero della vista in pazienti con traumi, malformazioni, neoplasie che hanno provocato la perdita di un occhio – afferma il professor Galiè – Tuttavia, il percorso è ancora da costruire e deve essere sempre improntato alla tutela del paziente. La tecnologia sta eliminando progressivamente ogni limite, ma bisogna fare considerazioni dal punto di vista etico, morale, psicosociale e di sostenibilità, tenendo al centro non la tecnologia ma il paziente stesso”.

– foto ufficio stampa Diessecom –
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Ordine Professioni Sanitarie partecipa a “Milano4MentalHealth”

ROMA (ITALPRESS) – Per il secondo anno di fila e in vista della Giornata mondiale della Salute Mentale del 10 ottobre 2024, l’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio partecipa a Milano4MentalHealth 2024, il palinsesto di iniziative del Comune di Milano dedicato alla sensibilizzazione sul tema del disagio psichico. “Abbiamo colto senza esitazione l’invito dell’Assessore al Welfare Lamberto Bertolè” dichiara Diego Catania, Presidente dell’Ordine. “Oggi l’emergenza della salute mentale appare ancora più preoccupante alla luce della ‘crisi di vocazionì delle Professioni Sanitarie in generale e di quelle di cura in particolare: penso, ad esempio, ai Corsi di Laurea in Educazione Professionale, Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica e Terapia Occupazionale, che negli ultimi anni hanno registrato un forte calo di domande di iscrizione. Parliamo di una conseguente carenza di Professionisti che rivestono un ruolo essenziale di ponte fra il soggetto vulnerabile e la comunità, lavorando nei servizi territoriali a supporto delle famiglie”. “La soluzione al problema non può essere univoca, ma deve prospettare azioni mirate su diversi piani” prosegue Catania. “Bisogna intervenire per promuovere le professioni di cura, da una parte, e per rendere più efficiente l’impianto organizzativo dei servizi territoriali, dall’altra. Nel cambio di paradigma che si prospetta si rivela fondamentale il passaggio a un approccio multi- e inter-professionale, in grado di favorire lo scambio e il supporto reciproco tra profili diversi”. Proprio in tale ottica l’Ordine promuove, per la sua partecipazione a Milano4MentalHealth di quest’anno, lo slogan “Salute mentale: un quadro dai mille colori”, che esprime la varietà di competenze e di profili professionali in gioco nella presa in carico del disagio psichico. “La trasversalità del tema della salute mentale e la multidisciplinarietà come opportunità sono al centro del talk organizzato dall’Ordine e inserito nella rassegna di Milano4MentalHealth” afferma Maurizio Vergari, Consigliere dell’Ordine e coordinatore dell’iniziativa. “Se l’interazione tra Professionisti Sanitari della medesima area disciplinare è o dovrebbe essere già una realtà, infatti, le nuove frontiere della ricerca prospettano possibili sinergie anche fra aree disciplinari apparentemente molto distanti. Così nel convegno trovano spazio, accanto agli interventi di Professioni specificamente orientate all’accompagnamento e alla riabilitazione del disagio psichico, i contributi di Tecnici di Neurofisiopatologia (TNFP) e Tecnici di Radiologia (TSRM), che offrono un punto di vista tecnico-diagnostico alla presa in carico dei disturbi mentali e cognitivi. Per i TNFP si parla di metodiche non invasive di stimolazione transcranica, che possono contribuire ad alleviare i sintomi di ansia e depressione; per i TSRM, invece, delle innovative tecniche di imaging che permettono di individuare, ‘in vivò, i segni precoci di alterazione nell’attività cerebrale e quindi della possibile insorgenza di malattie neurodegenerative”. Al convegno “Un approccio multidisciplinare alla salute mentale: le Professioni Sanitarie dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio si raccontano”, presso la Casa dei Diritti del Comune di Milano, hanno partecipato anche gli Educatori Professionali, parlando di progetti di riabilitazione correlati all’attività fisica, come i gruppi di cammino; i Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica (TeRP), che hanno approfondito gli interventi riabilitativi sui soggetti con disabilità psichica; i Terapisti Occupazionali, che hanno trattato la promozione dell’indipendenza e della qualità di vita a fronte delle difficoltà nella gestione delle attività quotidiane e i Logopedisti, che hanno analizzato le ricadute sociali dei Disturbi del Linguaggio e dell’Apprendimento nel corso della vita scolastica e professionale. La Commissione d’Albo Logopedisti curerà inoltre, nella giornata di sabato 12 ottobre e nella cornice del Teatro Franco Parenti, una lettura animata dedicata ai bambini dai 6 ai 36 mesi, per incoraggiare lo sviluppo linguistico e comunicativo dei più piccoli. Nelle iniziative dell’Ordine, insomma, si delinea l’èquipe ‘multicolorè per la salute mentale del futuro, senza tralasciare le criticità e le sfide del presente. “Non bisogna dimenticare che il tema della salute mentale riguarda innanzitutto i Professionisti Sanitari stessi” conclude il Presidente Catania. “Spesso gli operatori della salute sono schiacciati da un forte stress dovuto alle responsabilità, ai turni faticosi, al rischio di aggressioni e violenze e allo scarso riconoscimento sociale, economico e professionale. Il passaggio a un approccio multidisciplinare e sinergico può aiutare a risolvere alcuni di questi aspetti, come il senso d’isolamento e il sovraccarico di lavoro. Per gli altri punti deboli del sistema, invece, occorre continuare a lavorare con i decisori politici e con la cittadinanza affinchè la salute fisica e psichica sia riconosciuta come una risorsa inestimabile per tutta la comunità: un patrimonio da custodire e da valorizzare, come i Professionisti chiamati a tutelarla”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa e Comunicazione Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio

Labiopalatoschisi, 65% bambini in Italia è curato da Smile House

ROMA (ITALPRESS) – Nel 2023, il 65% dei bambini nati in Italia con labiopalatoschisi è stato trattato in uno degli 8 Centri Smile House. Basta questo dato a descrivere il ruolo cruciale della Rete Smile House nel trattamento delle malformazioni cranio-maxillo-facciali, palesando il valore di un modello che, agendo a supporto del servizio sanitario nazionale, mette al centro il paziente e la sua famiglia, riducendo al minimo la migrazione sanitaria con la garanzia delle migliori cure possibili direttamente sul territorio.
Un’esperienza di successo costruita negli anni, ma che ha già permesso di assistere ben 1.698 pazienti, accompagnati nel loro percorso dalla diagnosi prenatale fino alla fine della crescita. I numeri parlano chiaro sull’importanza della rete Smile House: ad oggi, sono state effettuate oltre 45.582 visite per l’inserimento nel programma e sono state fornite 93.090 consulenze multidisciplinari, di cui 27.459 in ambito ortodontico. A questi si aggiungono i 3.226 pazienti già sottoposti a un totale di 4.775 procedure chirurgiche.
Questi i dati presentati a Roma in occasione della 1^ Conferenza Nazionale Smile House – svoltasi presso il Centro Congressi La Nuvola – EACMFS – che rendono merito al lavoro di eccellenza svolto da Smile House ETS, riconosciuto anche dai relatori di eccezionale rilievo presenti nell’occasione. Tra questi, la dott.ssa Velia Bruno dell’Istituto Superiore di Sanità, il dott. Giovanni Baglio, Direttore dell’Ufficio della Ricerca di AGENAS (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali), il prof. Stefano Mezzopera, Vicepresidente della Società Italiana dei Gestori del Rischio In Sanità (SIGeRIS) e il prof. Vittorio Cesarotti, Chairman dell’European Foundation for Quality Management (EFQM) Italia. Quest’ultimo, ha annunciato l’assegnazione della prima certificazione di Qualità (EFQM) alla Smile House Fondazione ETS, che ha ottenuto due stelle per l’eccellenza nell’organizzazione delle cure.
Un riconoscimento che spinge la Fondazione a porsi degli obiettivi ancora più ambiziosi per il futuro. “Vogliamo consolidare e ampliare il modello di assistenza integrato che abbiamo costruito negli anni”, spiega Domenico Scopelliti, Vicepresidente della Smile House Fondazione ETS. “Questo significa continuare a collaborare strettamente con istituzioni come il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e AGENAS, affinchè ogni bambino nato con labiopalatoschisi in Italia possa ricevere le cure necessarie senza doversi spostare dal proprio territorio. Il nostro impegno è rivolto non solo a migliorare l’accessibilità alle cure, ma anche a garantire un supporto completo alle famiglie, che spesso devono affrontare sfide emotive e logistiche enormi. Continueremo a investire nella formazione specialistica del nostro personale e nella codifica delle Buone Pratiche, per garantire un miglioramento continuo della qualità delle cure, e continueremo la nostra lotta alla migrazione sanitaria, offrendo invece una rete sempre più efficiente e vicina alle esigenze delle famiglie. Parallelamente, ci impegneremo a rafforzare l’integrazione tra i vari centri Smile House, migliorando la condivisione delle competenze e delle esperienze tra i nostri team multidisciplinari. Questa sinergia interna ci permetterà di offrire cure sempre più personalizzate e mirate, accompagnando i pazienti non solo nella fase chirurgica, ma in tutto il percorso di riabilitazione e reinserimento sociale”.
La singolarità di Smile House Fondazione ETS è data infatti dal suo approccio, con cui segue il paziente dall’individuazione della malformazione alla pianificazione del percorso di cura, anche preparando lui e la famiglia alle implicazioni connesse alla patologia, sia medico-chirurgiche che psicologiche ed economiche. Un punto di riferimento nel settore, come dimostrano i numeri delle operazioni e delle visite effettuate negli 8 Centri Smile House in Italia: 4 Centri Hub (Roma, Vicenza, Pisa e Monza), dove si svolgono attività chirurgiche primarie e trattamenti secondari e multispecialistici, e 4 Centri Spoke (Cagliari, Taranto, Ancona e Catania), dove si svolgono trattamenti secondari e multispecialistici. Una rete di eccellenza per la diagnosi e la cura delle malformazioni cranio-maxillo-facciali in Italia.

– Foto Smile House Fondazione ETS –

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Italia-Romania, Protocollo strategico per il settore farmaceutico

MILANO (ITALPRESS) – In occasione della Fiera CPHI 2024 – grande appuntamento mondiale dedicato all’industria farmaceutica, che copre l’intera filiera dagli ingredienti e dosaggi finiti ai macchinari, biotecnologia e packaging – nella sala del Palazzo delle Stelline di Milano, la Compagnia Nazionale romena Unifarm, Società Nazionale di Interesse Strategico, rappresentata dal Direttore Generale, Adrian Marius Dobre, e Confindustria Romania, Patronato che rappresenta i maggiori investimenti italiani nel Paese, rappresentato dal Presidente Giulio Bertola, hanno siglato un Protocollo di cooperazione per lo sviluppo delle relazioni economiche tra Italia e Romania nel settore farmaceutico, attraverso una serie di azioni congiunte.
Oltre alla firma del Protocollo, in presenza dei Rappresentanti Ufficiali del Consolato Generale della Romania a Milano e di un’importante e selezionata Rappresentanza di aziende italiane del settore farmaceutico, il Direttore Generale Adrian Marius Dobre ha presentato il ruolo strategico svolto dalla Compagnia Nazionale Unifarm nel sistema sanitario romeno e il suo ruolo strategico nel garantire che il mercato romeno abbia accesso ai farmaci e alle terapie più recenti ed efficaci per i pazienti romeni.
Unifarm è una compagnia farmaceutica nazionale con sede a Bucarest, che lavora in cooperazione con il Governo Romeno, attraverso il Ministero della Salute. Fondata nel 1935, è uno dei principali distributori di prodotti farmaceutici e parafarmaceutici nel Paese, essendo un attore chiave nel sistema sanitario romeno, con un ruolo critico nel garantire la disponibilità continua di farmaci e dispositivi sanitari per la popolazione.
Il Protocollo sancisce anche il ruolo e la missione di Confindustria Romania, quale maggiore rappresentanza di Confindustria Italia nell’Europa dell’Est, nell’offrire assistenza in Italia non solo alla Compagnia Nazionale Unifarm, ma anche alle aziende italiane nel settore Pharma/Dispositivi medicali per lo sviluppo del loro business in Romania. Confindustria Romania quindi si distingue come partner strategico in questo processo, svolgendo un ruolo cruciale nella facilitazione del dialogo tra le aziende farmaceutiche italiane e le istituzioni romene. Grazie alla sua esperienza e al radicato network istituzionale, Confindustria Romania è in grado di offrire alle imprese italiane non solo un accesso privilegiato al mercato, ma anche un supporto completo per l’internazionalizzazione delle loro attività. La scelta di Confindustria Romania come promotore di questa collaborazione, rispetto ad altri enti, si basa sulla sua consolidata capacità di creare sinergie e opportunità per le aziende italiane, sostenendo al contempo le necessità del sistema sanitario romeno.
“L’industria farmaceutica romena si sta sviluppando rapidamente – ha detto Dobre -. In qualità di Direttore Generale della Compagnia Farmaceutica dello Stato Romeno, sono desideroso di iniziare la collaborazione con i nostri partner italiani per esplorare le possibilità di espandere ulteriormente il nostro settore e le nostre attività nel settore sanitario. Il partenariato firmato oggi rappresenta un’opportunità per discutere argomenti di interesse comune”.
Le due strutture, attraverso i rispettivi team di lavoro, si sono posti obiettivi ambiziosi, tra questi: promuovere la cooperazione economica tra Paesi sulla base di valori condivisi e di stretti legami, organizzare incontri d’affari, promuovere la partecipazione a mostre e fiere organizzate congiuntamente, organizzare missioni economiche, seminari, simposi, conferenze e altre attività al fine di migliorare la conoscenza delle economiche del settore farmaceutico nei due Paesi, promuovere lo sviluppo delle imprese e la ricerca di partner per scambi commerciali reciprocamente vantaggiosi.
Questo accordo apporta benefici significativi a entrambe le nazioni ed economie.
L’Italia, da una parte, vede le proprie aziende rafforzare la presenza in un mercato estero strategico, promuovendo l’innovazione e la qualità dei suoi prodotti farmaceutici. Dall’altra, la Romania ottiene un accesso facilitato a farmaci di elevata qualità, contribuendo all’innalzamento degli standard di cura e al miglioramento del benessere della popolazione.
“Sono particolarmente orgoglioso che una Compagnia Nazionale d’Interesse Strategico, cosi autorevole come Unifarm, abbia scelto Confindustria Romania in questo percorso di sviluppo delle relazioni commerciali nel settore farmaceutico tra i nostri due Paesi, relazioni peraltro strategiche per il Sistema sanitario romeno – ha detto Bertola, Presidente di Confindustria Romania -. Penso sia necessario adottare, da subito, concrete e innovative misure per lo sviluppo di tutte le forme di attività economica estera in un settore cosi sensibile che necessita di una affidabile filiera relazionale/industriale, per garantire una stabilità di forniture di farmaci di alta qualità”.

– foto ufficio stampa Confindustria Romania –
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Malattie Rare, accelerare la diagnosi e la cura per un futuro più equo

ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuto oggi a Roma il convegno “Malattie rare: una priorità internazionale”, a ventiquattro ore dalla partenza del G7 Salute, che riunirà i Ministri della Salute e le relative delegazioni per discutere delle principali sfide in ambito sanitario. Parallelamente, rappresentanti del Parlamento, dell’Istituto Superiore di Sanità, clinici, aziende e associazioni di pazienti, hanno fatto il punto sulle sfide legate alle malattie rare, evidenziando l’importanza di effettuare diagnosi precoci, anche con riferimento alla medicina d’urgenza, e di consentire un equo accesso alle cure.
I saluti istituzionali sono stati aperti dal senatore Raoul Russo, Membro della 10ª Commissione, che ha dichiarato che “nel caso delle malattie rare, non è accettabile che a livello nazionale si stabilisca una linea standard, mentre a livello regionale ciascuno agisca per conto proprio. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale deve essere universale, equo e sostenibile. Inoltre, per far sì che avvenga un cambiamento, non è sufficiente la sola azione delle Istituzioni ma è necessario il coinvolgimento della società civile”.
L’incontro, organizzato con il contributo non condizionante di Sanofi e Roche, ha offerto l’opportunità di una discussione sugli obiettivi da raggiungere, evidenziando la necessità di un sostegno alle famiglie e ai caregiver, di promuovere la ricerca scientifica e di implementare urgentemente lo screening neonatale. Sebbene il Gruppo di Lavoro sullo SNE abbia approvato nove nuove patologie – tra cui le patologie lisosomiali come Fabry, Gaucher, MPS1 e Pompe, e le neuromuscolari, come l’atrofia muscolare spinale – le regioni continuano a muoversi in modo disomogeneo, creando un divario nel diritto alla salute dei neonati, che vengono screenati per un numero diverso di patologie a seconda della regione.
Tra gli esperti clinici, Marta De Santis, delegata del Centro nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato: “Le malattie rare presentano un quadro sintomatico complesso e altamente invalidante, per cui la diagnosi precoce è fondamentale. Prima si iniziano le terapie, maggiori sono le probabilità di migliorare la gestione della patologia, lo stato di salute della persona e la sua qualità di vita. Grazie all’approvazione della Legge 167 sullo screening neonatale esteso, in Italia sono oltre 40 le patologie rare individuabili alla nascita, e il numero è destinato ad aumentare”.
“Stiamo vivendo – afferma il professor Giacomo Comi, Professore Ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi di Milano – due importanti cambiamenti: la diagnostica genetica di ultima generazione, che ha svelato le basi molecolari di molte malattie rare, e l’innovazione terapeutica che sta modificando la storia naturale di alcune di esse, soprattutto in ambito neurologico. In questo contesto, lo screening neonatale esteso è un intervento preventivo cruciale, che consente diagnosi precoci di patologie con interventi terapeutici specifici, garantendo benefici individuali e sociali, oltre a una ripartizione equa delle risorse”.
Le associazioni di pazienti, rappresentate da Tiziana Nicoletti, Responsabile Coordinamento nazionale Associazioni dei Malati Cronici e rari – Cnamc – di Cittadinanzattiva, e Fabio Amanti, Responsabile relazioni istituzionali Parent Project Aps, sono intervenute per ribadire la reale necessità di rimettere al centro della discussione politica il ruolo fondamentale svolto dalla ricerca scientifica per migliorare la qualità di vita delle persone. Senza un adeguato investimento in ricerca non sarà possibile accorciare i tempi delle diagnosi nè sviluppare terapie sempre più efficaci. Le Organizzazioni civiche hanno inoltre espresso la necessità di un impegno concreto da parte delle Istituzioni per garantire un accesso universale a cure e trattamenti, superando, finalmente, le disuguaglianze regionali e internazionali. Proprio con riferimento allo scenario globale, infatti, sono troppe le differenze nelle procedure di approvazioni dei trattamenti tra le agenzie regolatorie, provocando così differenze nell’accesso ai trattamenti dei pazienti affetti da una stessa Malattia Rara a seconda del loro paese di origine.

– foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
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Palermo capitale della salute mentale, il 10 ottobre dibattiti ed eventi

PALERMO (ITALPRESS) – Se il 10 ottobre, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale, in tutto il pianeta si parla di Salute Mentale, in Italia la centralità del tema da quest’anno spetterà a Palermo.
Per la prima volta in assoluto, infatti, la Fondazione Tommaso Dragotto realizzerà un’imponente manifestazione, destinata a ripetersi ogni 10 ottobre anche negli anni a venire, che pone all’attenzione pubblica e mediatica il tema del disagio mentale come uno dei grandi malesseri della società moderna.
A differenza di altre patologie persiste, purtroppo, nei confronti di tale malattia, una fortissima diffidenza che ghettizza ed allontana coloro che soffrono di problemi della psiche, relegandoli ai margini della società con gravi conseguenze non solo per il recupero dei soggetti stessi, ma anche per le famiglie che vivono nella quotidianità lo stigma al quale sono sottoposti.
Il tema, quanto mai attuale, abbraccia un ampio spettro di patologie sempre più frequenti: dalla depressione all’ansia, dal panico alle ossessioni, fino alle fobie, alle psicosi, senza tralasciare i disturbi alimentari, le dipendenze anche affettive, i problemi relazionali, quelli post traumatici e post oncologici, e non ultima, la solitudine nelle sue sfaccettature infinite.
Testimonianza della diffusione allargata del disagio il numero delle persone colpite da disturbi mentali, salito nel nostro Paese a quasi 12 milioni, e la loro discriminazione nell’inserimento sociale e lavorativo che si traduce in difficoltà di inclusione e di accesso alle cure adeguate, basti pensare che il 20% degli italiani soffre di almeno un disturbo psichico (dato che supera la media europea), ma solo 1 persona su 3 affetta da tali disturbi riceve un trattamento medico adeguato.
Alla difficile situazione italiana concorrono fattori contingenti, come la pandemia di COVID-19, le conseguenze della guerra in Ucraina e Israele e i flussi migratori, ma anche le precarie condizioni abitative per molti, o la mancanza di spazi verdi.
“Ciò che desideriamo sfatare innanzitutto è il tabù che colpisce, con cinismo e diffidenza, coloro che sono affetti da disturbo mentale. Fare emergere il problema, portando alla luce la complessità e la delicatezza della patologia, vuol dire aiutare la società intera a fare un passo in avanti verso la dignità ed il rispetto che meritano, doverosamente, tutti i malati di mente e le loro famiglie” dichiara Tommaso Dragotto, Presidente dell’omonima Fondazione e continua: “il 10 ottobre affronteremo l’argomento da più angolazioni: scienza, teatro, danza, cinema, convegni, reading, e tanto altro. Una grande kermesse, ad ingresso libero e gratuito, per sensibilizzare e coinvolgere l’intera città e l’opinione pubblica nazionale. A supportarci in questo progetto abbiamo chiamato Progetto Itaca la più grande associazione nazionale che da 25 anni si impegna con grandi risultati sul territorio italiano e attraverso le sue 17 Sedi Locali in Italia promuove programmi di informazione, formazione e supporto rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale”.
Beppe Barresi, Presidente Progetto Itaca Palermo ODV, afferma: “Da 12 anni, Progetto Itaca Palermo Odv persegue la missione di dare alle persone con disagio mentale l’opportunità di ritrovare la vita relazionale, lavorativa e abitativa spesso negata dallo stigma che ancora si accompagna a tali condizioni. Grazie all’impegno degli associati, dello staff e dei tanti volontari, l’Associazione lavora anche all’informazione in ambito scolastico per intercettare l’insorgere di malesseri psichici fra i più giovani e fornisce alle famiglie il supporto e la formazione necessari a vivere con naturalezza una condizione che non deve essere più causa di esclusione. Per questo motivo abbiamo accettato con entusiasmo l’opportunità di collaborare con la Fondazione Tommaso Dragotto alla riuscita di questa importante iniziativa, che dà alla nostra città l’opportunità di essere in prima linea nell’affermare l’esistenza di una diversa normalità, simile a quella che in questi anni si è raggiunta nei confronti delle limitazioni fisiche. Ringraziamo pertanto la Fondazione Dragotto per l’impegno e la sensibilità dimostrati e ci auguriamo che questo sia l’inizio di una costruttiva sinergia”.
Il Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla dichiara: “Nonostante coinvolga una grande fetta della popolazione del Paese, il tema della salute mentale viene spesso ignorato e non trattato come si dovrebbe. Per questa ragione, è doveroso accendere i riflettori sull’argomento e sulle sue diverse sfaccettature e il Comune di Palermo è lieto di affiancare la Fondazione Tommaso Dragotto nell’organizzazione di questo evento in città, in occasione della Giornata Mondiale dalla Salute Mentale. Un’opportunità per analizzare tutti gli aspetti che ruotano attorno ai disagi psichici per comprendere al meglio come aiutare i soggetti colpiti dalle varie patologie e come le istituzioni possano dare il loro contributo per fronteggiare malattie che spesso creano casi di marginalità”.
L’Italia riserva alla salute mentale il 3% della spesa sanitaria ed è 9° nella classifica della qualità dell’assistenza per i disordini mentali in Europa.
Alla presentazione hanno preso parte anche il direttore artistico della Giornata mondiale della salute mentale Casimiro Lieto e il docente ordinario di Psichiatria presso l’Università di Palermo Daniele La Barbera.
La giornata si articolerà in sette momenti diversi. Si comincia alle 10 con Scientificamente, un’occasione di confronto tra esperti al Policlinico di Palermo (aula Ascoli); alle 11:30, all’Ersu, tocca a Narrativamente, con la rappresentazione della salute mentale nelle sue sfaccettature teatrali e cinematografiche; alle 13:30 è la volta di Gustosamente, che vedrà Villa del Gattopardo fare da cornice a un’esperienza gastronomica incentrata sul tema: alle 16, con Inaspettatamente, alla scalinata del Teatro Massimo andrà in scena un flashmob ad opera di numerosi centri e accademie di danza della città; alle 17, al Teatro Bellini, è il momento di Introspettivamente, con la lettura collettiva nel ruolo di protagonista; si prosegue alle 18:30 con Visivamente, con la proiezione al cinema Rouge et Noir del film ‘Io sono un pò matto… E tu?’ alla presenza del regista Dario D’Ambrosi; in chiusura, alle 21, ci sarà Liricamente, con il Teatro Politeama Garibaldi che vedrà intrecciarsi musica, cinema e la consegna del premio Fondazione Tommaso Dragotto 2024.
Ideazione, regia ed esecuzione del progetto sono a cura di Big Mama Production, società di produzione grandi eventi alla quale la Fondazione Tommaso Dragotto ha affidato l’incarico.
La giornata ha ottenuto il Patrocinio della Presidenza della Regione Siciliana, dell’Assemblea Regionale Siciliana, dell’Assessorato della Salute Regione Siciliana, dell’Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo della Regione Siciliana, del Comune di Palermo.
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Ail Palermo compie trent’anni, festa con volontari e sostenitori

PALERMO (ITALPRESS) – Quest’anno Ail Palermo Trapani compie trent’anni e li ha festeggiati ieri sera con volontari, medici, amici e sostenitori, durante una serata di gioia e di emozione, ma anche di riflessione e di impegno, in cui sono stati ripercorsi con un racconto di immagini e parole tre decenni di lotta ai tumori del sangue (leucemie, linfomi e mieloma).
L’occasione ha consentito di riunire i medici di ieri e di oggi dei reparti di Oncoematologia della città di Palermo (Cervello, Policlinico, Civico e La Maddalena) e di Castelvetrano, ma anche di riabbracciare chi ha sostenuto l’attività dell’associazione, anche donne e uomini di spettacolo come Pamela Villoresi e Salvo Piparo. Un momento di grande intensità è stato il collegamento con Regis Simba, un congolese che vive con la sua famiglia negli Stati Uniti, dove lavora come ingegnere informatico, ma che ha lasciato un pezzetto di cuore e di affetti a Palermo. Regis, infatti, all’inizio degli anni Duemila, quando aveva dieci anni, è stato ospitato con la mamma nella Casa Ail La Coccinella, per sottoporsi a difficili cure contro la leucemia e al trapianto di midollo, perfettamente riuscito. «Mi avete fatto sentire a casa – ha detto Regis, ringraziando tutti ieri sera – Arrivare in una terra straniera ed essere accolto in questo modo non ha prezzo. A Palermo sono rinato”.
I trent’anni dell’associazione a Palermo rappresentano un traguardo importante. Tutto ebbe iniziò nel 1994, grazie allo straordinario successo della Partita del cuore, grazie all’entusiasmo dei medici dell’ospedale Cervello e di uno sparuto gruppo di volontari.
“Gli obiettivi erano due: aiutare la ricerca e sostenere i malati – afferma Pino Toro, presidente di Ail Palermo Trapani, ma anche dell’Ail nazionale – Sul fronte della ricerca sono state fatte delle cose molto importanti: la costruzione del Centro trapianti all’ospedale Cervello, la realizzazione di un reparto attrezzato con la tecnologia più moderna, un laboratorio di oncoematologia che è tra i migliori d’Italia. In tutto questo Ail è stata presente acquistando apparecchiature, sostenendo il lavoro dei ricercatori, ma soprattutto finanziando contratti per biologi e medici, contribuendo a legare Palermo a progetti di ricerca nazionale e internazionale. Sul fronte dell’assistenza ai malati ce l’abbiamo messa tutta per non lasciare sole le persone fragili, le persone che hanno bisogno di essere sostenute e gli anziani”.
“Tutto questo è stato fatto con le case Ail per l’accoglienza dei malati fuorisede, con l’assistenza domiciliare, con il sostegno psicologico, adesso anche con il nutrizionista e con la cura dell’attività fisica. Insomma, abbiamo utilizzato le nostre risorse per migliorare le condizioni del paziente in patologie che richiedono cure molto lunghe, durante le quali è necessario prendere in carico il malato, e abbiamo esteso i nostri servizi a tutte le Oncoematologie del territorio. Abbiamo fatto un lavoro di squadra. Adesso possiamo dire che il nostro è un volontariato maturo”.
La forza di questa associazione è tutta nelle braccia e nelle gambe dei volontari, che oggi sono 351, di cui 305 donne e 46 uomini, che dedicano 14.609 ore all’anno al loro impegno in favore dei malati. Un numero in continua crescita, grazie a corsi di formazione periodica. I servizi attivati sono numerosi. L’assistenza domiciliare ha consentito di seguire 264 pazienti dal 1996, per un totale di 6.353 cicli assistenziali e 4.040 trasfusioni.
I nove centri di accoglienza attivati dal 1994 hanno permesso di contattare 2.872 pazienti e familiari, mentre nelle Case Ail La Coccinella e La Chiocciola sono stati ospitati 999 pazienti, per un totale di 15.366 notti. E ancora, il servizio navetta a Palermo, attivo dal 2011, ha consentito di percorrere 47.661 chilometri a 272 pazienti, mentre il servizio transfer da fuori provincia verso i centri di cura ha consentito, dal 2016, a 375 malati di accedere ai reparti. Il servizio di psico-oncologia ha assistito 2.021 pazienti ed è stato esteso a tutti i reparti in città. I fondi raccolti vengono ripartiti così: il 42% è investito nella ricerca, il 29% nella ricerca, il 21% nel supporto ai reparti di Oncoematologia, il 7% nelle attività di sensibilizzazione.

– Foto: ufficio stampa Ail Palermo –

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