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Per l’80% dei lavoratori il benessere mentale conta più dello stipendio

ROMA (ITALPRESS) – Il 20% della popolazione lavorativa soffre di una forma di disturbo o di disagio, l’80% delle persone che lavorano in azienda dichiara di preferire più benessere mentale a uno stipendio più alto e il 69% riferisce che la relazione con il proprio manager ha un impatto sulla salute mentale. Sono i dati che hanno animato oggi a Roma la tavola rotonda su “Cultura e valore della salute e del benessere mentale nei luoghi di lavoro, di formazione e di vita”, promossa dal tavolo tecnico per la salute mentale del ministero della Salute e moderata dalla giornalista e conduttrice Eleonora Daniele.
“Serve una rivoluzione culturale” sul tema della salute mentale. “Dobbiamo intervenire su qualcosa che fino a pochi anni fa veniva ignorato e cogliere gli aspetti del disagio mentale”, ha detto il professor Alberto Siracusano del Policlinico Tor Vergata di Roma, coordinatore del tavolo. “Bisogna investire in salute mentale e riconoscere il disagio mentale – non solamente la patologia conclamata”, ha sottolineato. “Non c’è cultura senza salute mentale”.
Il vicecoordinatore del tavolo, Giuseppe Nicolò, ha ricordato che “il problema della salute mentale è assolutamente emergente: la malattia mentale è più presente del diabete. Il ruolo delle aziende quindi deve essere essenziale ed inclusivo: immagino un mondo della salute mentale che veda aziende che sono incluse nel processo di trattamento”.
Per Carola Salvato, membro del Consiglio Direttivo di Diplomatia e consigliera per la comunicazione, “il benessere della persona è un obiettivo, è un valore di crescita per l’azienda: abbiamo bisogno di nuove politiche di welfare nei luoghi di lavoro”. Nel mondo del lavoro c’è uno stigma nei confronti di chi soffre di una malattia mentale: “è arrivato il momento di superarlo”, ha aggiunto Felicia Giannotti, presidente di Fondazione Progetto Itaca. “Noi abbiamo cominciato con il progetto Job Station, con cui abbiamo promosso il lavoro a distanza ben prima dello smartworking: prepariamo le persone, ne seguiamo lo sviluppo e la ricostruzione della propria autonomia”, ha raccontato.
“Bisogna dare fiducia alle persone che hanno un passato di salute mentale e che hanno il diritto di reinserire come parte attiva nella società”. Anche per la scrittrice e storyteller Mapi Danna “bisogna creare degli ambienti in cui le persone possano essere se stesse, in cui possono agire come sono e in cui possono anche sbagliare, perchè il fallimento può essere anche un momento di crescita”.
Nella tutela della salute mentale già dagli anni Duemila, si impegna anche Inail, che “eroga una serie di prestazioni, non solo integrative” e “si occupa della salute a tutto tondo, curando anche il reinserimento sociale e lavorativo”, sostenendo “il recupero dell’infortunio, ma occupandosi anche delle famiglie”, ha spiegato Pamela Maddaloni, dirigente dell’Ufficio Pianificazione ed esercizio delle prestazioni sociosanitarie della Direzione centrale Inail.
Lo sport è un propulsore fondamentale per la salute mentale, anche come forma di aggregazione sociale.
Alla tavola rotonda hanno partecipato anche Beppe Dossena, campione del mondo con la Nazionale di calcio nel 1982, e Pasquale Gravina, due volte campione del mondo con la Nazionale di pallavolo. “Il mondo del lavoro cerca sempre più persone flessibili, che sanno adattarsi e che sanno collaborare: le tipiche competenze dello sport di alto livello, che però in Italia non vengono valorizzate una volta che concludono la carriera agonistica. Non c’è nessun percorso per gli ex atleti, che diventano improduttivi”, ha detto Gravina.
Per questo, ha aggiunto Dossena, “nel 2019 abbiamo creato ‘Special Team’. Ci sono moltissimi ex atleti che si chiudono in casa e si vergognano: dobbiamo muoverci per offrire servizi sociosanitari e allargare ulteriormente il nostro percorso”.

– foto xi2/Italpress –
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Depressione, la stimolazione magnetica transcranica terapia efficace

ROMA (ITALPRESS) – In un’intervista al Corriere della Sera, Fedez ha rivelato di aver sofferto di depressione acuta e attacco ipomaniacale e di essere attualmente in trattamento con stimolazione magnetica transcranica (TMS). Ma in cosa consiste questa terapia e per quali patologie è indicata? “La Tms – spiega Graziella Madeo, direttrice dell’Unità di Neuromodulazione e Ricerca Clinica del centro specializzato Brain&Care con sede a Milano, Rimini e Torino – non è certo un elettro-shock, come si potrebbe erroneamente essere portati a credere. Tutt’altro: è una tecnica assolutamente non invasiva messa a punto nel 1985 e che quindi si conosce e si utilizza ormai da quasi 40 anni. Consente di modulare l’attività cerebrale tramite impulsi elettromagnetici, che a determinate frequenze possono potenziare o ridurre (a seconda delle necessità del paziente) l’attività di una determinata area cerebrale”. “Per fare un esempio pratico, in questa azione di rimodulazione – prosegue l’esperta – i nostri neuroni possono reagire alla stimolazione producendo, a seconda dei casi, sostanze dagli effetti benefici quali dopamina, serotonina ed endorfine. Numerosi studi compiuti su questa tecnica hanno portato all’approvazione della stessa da parte delle autorità regolatorie americane ed europee”.
La TMS può essere indicata – comunque sempre inserita in un approccio terapeutico multidisciplinare – per contribuire alla cura di patologie “quali depressione maggiore resistente, disturbi d’ansia, dipendenza da sostanze d’abuso, disturbo ossessivo-compulsivo, tabagismo”, solo per fare alcuni esempi “ma ci sono evidenze di effetti positivi – afferma Madeo – anche nel trattamento di condizioni neurologiche quali morbo di Alzheimer, recupero post ictus, emicrania, morbo di Parkinson: insomma – conferma l’esperta – la sfera di applicazione della TMS nel corso degli anni si è molto ampliata”.
Non si tratta di una terapia dolorosa: “E’ un trattamento indolore e non invasivo. Consiste nel poggiare una bobina sullo scalpo del paziente in zone che corrispondono all’area cerebrale da trattare, con trattamenti che possono durare dai 3 ai 20 minuti a seconda dei casi, e per periodi che variano in base al disturbo su cui intervenire. Per esempio un trattamento riguardante la depressione generalmente richiede 4-6 settimane, più un periodo di mantenimento. Gli effetti collaterali sono ridotti, comunque assai minori di quelli potenzialmente prodotti dai farmaci impiegati nelle terapie convenzionali: può subentrare in pochi casi un lieve fastidio dopo le prime sedute, quali ad esempio una tenue cefalea, del tutto transitoria”.
Sull’efficacia della terapia: “Se prendiamo in esame la depressione, sappiamo che nel 50-70% dei casi si va incontro a cronicità – rileva Madeo – con scarsa risposta alle cosiddette terapie convenzionali. Studi di università prestigiose americane, per contro, indicano che con l’impiego della TMS nei casi di depressione severa si può ottenere fino a un 80% di remissione della sintomatologia. E’ dunque un valido strumento, ma attenzione: va inserito in percorsi multidisciplinari. Questa è la vera sfida attuale: dare vita a un approccio terapeutico sempre più integrato tra vari professionisti. Non dimentichiamo che i disturbi della salute mentale quali ansia, depressione e dipendenze coinvolgono varie sfere della vita di una persona. Serve quindi la neurologia, ma anche il monitoraggio clinico, la psicoterapia, l’attenzione alla salute complessiva e al benessere della persona che preveda una stretta integrazione con i sistemi di cura territoriali”.
Il 10 ottobre è la Giornata mondiale per la salute mentale, un tema di cui si parla ancora troppo poco, specie in relazione alle proporzioni sempre più preoccupanti dei disturbi diffusi nella popolazione: “Oggi – osserva Madeo – possiamo parlare di numeri simili a quelli di una pandemia silenziosa, causata da un insieme di condizioni che minano il benessere delle persone. Basti pensare che il 20% degli italiani ha avuto a che fare nel corso della sua vita con un disturbo afferente alla salute mentale, anche solo per quanto riguarda aspetti ansiosi, se non depressivi, o disturbi legati alla sfera alimentare. E’ quindi importante la divulgazione – ben venga anche la testimonianza di personaggi famosi – e la diffusione della conoscenza riguardo a trattamenti che possono avere effetti positivi ed efficaci. In linea generale si assiste a un incremento dei disturbi un pò in tutte le fasce d’età. Per quanto riguarda gli anziani – sottolinea – l’invecchiamento generale della popolazione porta allo sviluppo di patologie croniche che richiedono trattamento e supporto. Sulla fascia di popolazione adulta incidono sicuramente anche fattori esterni quali crisi economica, inflazione e bombardamento di notizie negative, quali ad esempio quelle sui conflitti in atto. Per quanto riguarda invece adolescenti e giovani, al tema dei disturbi alimentari e delle dipendenze classiche si aggiungono i rischi legati alla sfera digitale: l’utilizzo delle connessioni, dei device e dei social network è una grande e positiva opportunità, ma presenta rischi di dipendenza che non vanno sottovalutati, come ad esempio la difficoltà di operare un distacco efficace da ciò che è connessione a ciò che è vita reale, con comportamenti che possono sfociare in forme di dipendenza comportamentale”.
La Giornata dedicata alla salute mentale dev’essere, secondo Madeo, l’occasione per puntare i riflettori sulla “necessità di maggiori investimenti in questo campo, perchè ancora troppo poche sono le risorse stanziate rispetto alle dimensioni del fenomeno”. Non ultimo, “è il momento di ripensare seriamente i modelli sanitari sin qui attuati: servono modelli differenti, fondati in maniera sempre più decisa e convinta su due pilastri fondamentali che sono multidisciplinarietà e integrazione. Questi argomenti saranno i temi principali del congresso “Sinergie Cliniche e neuromodulazione: la Stimolazione Magnetica Transcranica nei percorsi clinici integrati” che abbiamo promosso e che si terrà a Milano il prossimo 18 novembre 2023 presso il Centro Congressi F.A. S.T”.

– foto ufficio stampa Studio Belive –
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Aiop-Agenas, nel privato 27% strutture sanitarie con standard elevati

ROMA (ITALPRESS) – A livello nazionale, delle 511 strutture ospedaliere pubbliche valutate, 45 (pari al 9%) riportano tutte le aree cliniche validate di qualità alta o molto alta, mentre delle 297 strutture di private quelle con standard elevati sono 80 (pari al 27%). Tra le strutture di qualità bassa o molto bassa, il 19% delle strutture valutate sono pubbliche (54 su 511) e il 32% sono private (75 su 297). Sono i dati che emergono dal Rapporto sulla Qualità degli Outcome clinici negli ospedali italiani, elaborato a quattro mani da Agenas e Aiop, sulla base dei risultati del Programma Nazionale Esiti (PNE), che propone una valutazione comparativa delle strutture ospedaliere elaborata in funzione del rispettivo livello di aderenza agli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera.
La concentrazione delle strutture – soprattutto di quelle private – verso i livelli di qualità estremi deve tener conto della natura monospecialistica o del basso numero di aree cliniche valutabili: la maggior parte delle strutture (l’87% tra le pubbliche e il 92% tra le private) di quelle di qualità alta/molto alta e, rispettivamente,l’87% e il 97% tra quelle con un livello di qualità inferiore all’atteso sono, infatti, a indirizzo specifico o con sole due aree valutabili.
Per il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan, “la qualità del nostro sistema sanitario pubblico-privato sta crescendo”. Ci sono “delle situazioni di eccellenza e delle situazioni di miglioramento sia nel pubblico che nel privato, ma se si guarda ai dati del Piano Nazionale Esiti degli ultimi anni, sono tutti migliorati”. Per Mantoan, “la sfida per la qualità è vincente. La cosa che trovo significativa è che alcune strutture importanti del privato accreditato, nei contratti di lavoro dei medici, oltre a mettere i volumi di attività, scrivono anche che uno degli obiettivi è essere ai primi posti del Piano Nazionale Esiti” che “è uno strumento straordinario che non ha nessun altro Paese” e che permette di “valutare gli esiti clinici delle prestazioni mediche”.
Il Piano Nazionale Esiti, ha aggiunto il presidente di Agenas Enrico Coscioni nel suo saluto in video collegamento, “è stato un elemento caratterizzante dell’Agenzia ed è stato la stella polare del SSN. Le nuove attività che si stanno facendo” saranno utili per “la riforma della rete assistenziale territoriale. Attraverso i dati dobbiamo capire quali riforme fare. E’ il momento di discutere, su nuove basi, il futuro del SSN, dobbiamo ‘smontarlò e ricostruirlo: la medicina primaria non funziona più” e “se non se non ci sarà una riforma della medicina di continuità e dell’assistenza specialistica ambulatoriale, il modello di medicina del territorio previsto non avrà effetti concreti”, ha aggiunto Coscioni, secondo cui vanno superati i tetti di spesa previsti per la spesa sanitaria. “Bisogna ragionare sull’applicazione di una forma di meritocrazia: conoscendo i volumi, grazie ai dati del Programma nazionale esiti, potremo remunerare le strutture anche secondo la qualità delle prestazioni”.
La presidente nazionale Aiop, Barbara Cittadini, ha sottolineato che “i volumi di prestazioni e i servizi che le strutture di diritto privato erogano corrisponde, in termini quali-quantitativi, a quanto viene loro richiesto dalla programmazione regionale, che sconta il vulnus del tetto imposto da una normativa nazionale datata, anacronistica, e di dubbia costituzionalità”, su cui “il Governo e il Parlamento intervengono da anni, ogni anno, prevedendo deroghe”, ha spiegato. “Comprendiamo che i tetti previsti dalla legge possano essere generalmente considerati quali strumenti utili al buon governo della spesa sanitaria, ma devono essere costantemente manutenuti, aggiornati, adattati e, quindi, modificati sulla base delle esigenze reali del Paese. Non è possibile immaginare di fornire una risposta puntuale al bisogno di cura della popolazione con budget ‘storicì, in un contesto sociale, economico e sanitario profondamente mutato e con una domanda di salute profondamente aumentata e diversificata”.
Il tetto di spesa – ha sottolineato Angela Adduce, ispettore generale capo per la Spesa sociale della Ragioneria dello Stato – “deve essere periodicamente manutenuto” e “la politica è a conoscenza dell’opportunità di poter rivedere questo tetto di spesa. Le decisioni che sono prese dalla politica, ovviamente, vanno rese coerenti con l’equilibrio della finanza pubblica”, ha sottolineato.
Per l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, il rapporto tra pubblico e privato “andrebbe meno criminalizzato e più rivalutato” e “bisogna motivare il nostro personale sanitario a non andarsene: spendiamo un sacco di soldi per formare il nostro personale, ma poi dopo pochi mesi se ne vanno all’estero. Se non aumentiamo gli stipendi, non risolviamo questo problema”. Purtroppo, “se continuiamo ad avere questa carenza di personale, diventa tutto difficile: chiariamo che non è che tutti i medici che escono dal pubblico vanno nel privato. Molti sono gettonisti, alcuni vanno all’estero, altri in pensione” senza essere sostituiti. Cosa si può fare? “Bisogna rivedere la dimensione manageriale delle strutture ospedaliere, su questo punto stiamo lavorando”.

– foto ufficio stampa Aiop –

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Deborah Giaccone nominata Communication Head Italy di Sanofi

MILANO (ITALPRESS) – Sanofi Italia annuncia l’ingresso di Deborah Giaccone in Sanofi con il ruolo di Communication Head Italy e di nuovo membro del Leadership team della filiale italiana. Risponderà a Marcello Cattani, Country Lead presidente e Ad Sanofi Italia. “Grazie alla sua esperienza strutturata ed eterogenea e al suo stile di leadership determinato ed autentico, sono certo che Deborah contribuirà ad accelerare il profondo percorso di trasformazione che Sanofi sta portando avanti internamente e a consolidarne il posizionamento, mettendo sempre più a fuoco il valore che la nostra azienda rappresenta per la collettività e i pazienti”, ha detto Cattani.
Ligure di nascita e milanese di adozione, due figli, una laurea in Relazioni Pubbliche e un articolato percorso professionale avviato presso importanti società di relazioni pubbliche nazionali e internazionali, è successivamente passata dalla consulenza alla comunicazione aziendale acquisendo una solida competenza nella comunicazione istituzionale, digitale e di prodotto. Ha trascorso oltre dieci anni in Nestlè Italia dove ha sviluppato team, strategia e attività di comunicazione interna, esterna e di sostenibilità della neonata azienda Nestlè Purina PetCare per l’Italia e il Sud Europa. E’ entrata poi in GSK Consumer Healthcare nel 2015 – in occasione della fusione con Novartis Consumer Healthcare – per costruire la funzione e i processi di comunicazione e di public affairs per Italia, Francia, Iberia, Grecia e Israle e per contribuire a posizionare la nuova identità di GSK Consumer Healthcare all’interno e nel mercato. Nel 2020 è entrata in Siemens con il ruolo di Communication Director Italy & Greece, contribuendo a riposizionare Siemens come azienda tech di riferimento per il mondo delle infrastrutture, dell’e-mobility, della digitalizzazione delle imprese e dei trasporti ferroviari.
“Entrare a far parte del team Sanofi in un momento così strategico per l’industria della Salute è un’opportunità che colgo con entusiasmo e grande senso di responsabilità”, ha commentato Giaccone.
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– Foto: ufficio stampa –

Sifi, Chines “Per il futuro puntiamo a consolidare la presenza in Ue”

ROMA (ITALPRESS) – Spingere l’acceleratore sull’internazionalizzazione e consolidare la propria presenza in Europa attraverso l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo, con un’attenzione particolare alla sostenibilità: sono gli obiettivi delineati da Fabrizio Chines, presidente e Ad di Sifi, azienda del settore farmaceutico oftalmico fondata negli anni Trenta in Sicilia, in un’intervista alla Italpress. “Sono il nipote di uno dei due fondatori e dal 2016 sono diventato amministratore delegato: da allora abbiamo cercato di spingere l’acceleratore sull’internazionalizzazione dell’azienda. In effetti oggi fatturiamo più all’estero rispetto che in Italia, siamo presenti direttamente in sei Paesi ed esportiamo in più di 40. Uno degli esempi che mi piace ricordare – anche perchè apparentemente è anomalo rispetto a una strategia che mira a consolidarsi soprattutto in Europa – è la nostra esperienza in Messico, dove abbiamo un’organizzazione commerciale diretta: siamo l’azienda che sta crescendo di più nel nostro settore ed è una notizia positiva anche per il territorio siciliano. Abbiamo due fabbriche alle pendici dell’Etna e da lì produciamo prodotti che esportiamo in tutto il mondo, incluso il Messico”.
Per il futuro, l’obiettivo dell’azienda è “consolidare la nostra presenza in Europa attraverso l’innovazione, con il lancio di un farmaco ‘orfanò per una patologia rara, la cheratite da Acanthamoeba, che dovrebbe ricevere l’approvazione l’anno prossimo dall’Autorità europea per i medicinali. Oggi siamo presenti direttamente in Italia, Spagna, Francia, Romania e Turchia e, grazie a questo farmaco innovativo, prevediamo innanzitutto di penetrare il mercato tedesco – che è un obiettivo strategico per l’anno prossimo – e poi il mercato del Regno Unito in presenza diretta”.
La ricerca e lo sviluppo sono “elementi fondamentali per sostenere il vantaggio competitivo: facciamo una ricerca – con uno specifico focus sull’oftalmologia – che varia dalla farmacologia allo studio di ottica per le lenti intraoculari che vengono utilizzate durante gli interventi di cataratta. Più recentemente abbiamo iniziato a innovare anche nel settore della digital transformation e siamo partner di un acceleratore sponsorizzato da Cassa Depositi e Prestiti per lo sviluppo di tecnologie digital health. Con le università abbiamo tantissime collaborazioni”.
In particolare con l’università siciliana dove “investiamo per la creazione di dottorati di ricerca in alcune materie, tipo la fisica ottica per lo sviluppo delle lenti intraoculari: attraverso questi investimenti, creiamo le condizioni per poter attrarre dei ricercatori e continuare ad innovare nei settori di riferimento”, spiega Chines. L’azienda è anche attenta alla sostenibilità. “Cerchiamo di investire in attività che siano attinenti alla nostra missione – la cura della vista – o al nostro territorio. Ad esempio nel nostro stabilimento di Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania, abbiamo un asilo nido per i figli dei dipendenti, la palestra e una foresteria. Abbiamo investito in rinnovabili e in tutta una serie di iniziative che diminuiscono il cosiddetto ‘carbon footprint’ dell’azienda”, continua. “L’altro elemento è quello relativo alla governance, quindi alla trasparenza dei processi: sotto questo profilo, abbiamo ricevuto diversi riconoscimenti che univano la performance finanziaria all’innovazione e alla sostenibilità”, conclude.
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– Foto: Italpress –

Indagine sulla sostenibilità, Bayer al primo posto secondo i farmacisti

MILANO (ITALPRESS) – Il farmacista considera la sostenibilità un tema importante e non più opzionale, soprattutto in epoca post-Covid. Lo rivela un’indagine sulle opinioni dei farmacisti italiani “Relationship Needs Farmacisti” realizzata in modo indipendente da TradeLab. La pandemia ha reso evidente la connessione tra ambiente e salute, portando alla luce la necessità di fare la propria parte in tema di impatto ambientale.
Così anche tra i farmacisti: il 60% dichiara di essere molto sensibile al tema della sostenibilità e il 27% sostiene di investire in prima persona in attività che promuovono la sostenibilità. E non solo. L’attenzione alle azioni sostenibili delle aziende del settore pharma è alta e all’interno di questo scenario Bayer si posiziona al primo posto tra quelle che lavorano in questa direzione. Ben il 24% dei farmacisti intervistati cita infatti Bayer come l’azienda più sostenibile, a ben 12 punti percentuali di distanza dalla seconda in classifica. Dell’impegno di Bayer si apprezzano in particolar modo i progetti dedicati alla tutela dell’ambiente, in particolare per quel che riguarda il riciclo, il recupero dei materiali e l’attenzione al packaging.
Nel filone di iniziative di questo tipo si colloca “#GoGreen”, lanciato proprio durante l’emergenza pandemica e ancora attivo con le farmacie partner su tutto il territorio nazionale. Con questo progetto Bayer realizza tutti i materiali destinati alle farmacie in modalità 100% eco-friendly, su carta e cartoncino riciclabili e plastic-free, utilizzando una particolare stampa digitale con inchiostri all’acqua. I nuovi materiali riportano un logo creato ad hoc e relative istruzioni per il riciclo.
Gli ultimi dati del 2022 si attestano a 4,6 tonnellate circa di CO2 risparmiate in soli tre mesi, con una riduzione del 26% circa rispetto agli stessi materiali non eco-sostenibili. In termini di ottimizzazione degli sprechi, inoltre, il progetto prevede una riduzione dei materiali, che grazie alla collaborazione dei farmacisti, conservano e riutilizzano, invece che ordinarne di nuovi.
“Stiamo parlando di numeri importanti, con impatto potenzialmente negativo in termini di smaltimento: oltre 100.000 espositori, 300.000 leaflet e locandine, 10.000 porta-campioni e molto altro. Un primo passo concreto da cui partire. Siamo entusiasti dell’apprezzamento dei farmacisti e confermiamo il nostro impegno per ridurre questo tipo di conseguenze sull’ambiente”, ha commentato Cristiana Sormani, Category Development Manager del Canale Farmacia.

– foto ufficio stampa Bayer –
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In aumento i casi di Covid, tasso di positività +0,9%

ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana dal 28 settembre al 4 ottobre sono stati registrati 44.139 nuovi casi positivi al Covid, con una variazione di +13,8% rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 38.775. I morti sono stati 137, il 6,2% in più rispetto alla settimana precedente (129). I tamponi sono stati 270.748, +7,8% rispetto alla settimana precedente (251.160).
Il tasso di positività si attesta al 16,3%, con una variazione di +0,9% rispetto alla settimana precedente (15,4%). Lo rende noto il ministero della Salute.
Il tasso di occupazione in area medica è del 5% (3.136 ricoverati), rispetto al 4,4% al 27 settembre. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è all’1,1% (94 ricoverati), rispetto allo 0,9% al 27 settembre.
“Il Covid è presente ma non sfonda. I dati di questa settimana confermano il trend, già registrato negli ultimi tempi, di un lieve incremento che, però, non incide sugli ospedali. La riapertura delle scuole, ad oggi, non sembra aver inciso più di tanto sull’andamento epidemiologico. Continuiamo, come Ministero della Salute, a tenere alta la guardia attraverso un sistema serrato di monitoraggio, pronti come sempre ad intervenire in qualsiasi momento fosse davvero necessario, con le misure più appropriate”, spiega il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Sanità, l’inclusione possibile nella collaborazione azienda-fornitori

ROMA (ITALPRESS) – I progetti a sostegno dell’inclusione delle persone diversamente abili trovano concretezza al Congresso SIFO 2023, l’annuale appuntamento della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO.
Grazie a un accordo tra Italsky, società specializzata nell’allestimento di fiere e congressi, e la Cooperativa Vite Vere Down Dadi, organizzazione non profit per il sostegno alle persone con disabilità e alle loro famiglie, il personale messo a disposizione dalla cooperativa entrerà a far parte dello staff in forze all’evento SIFO 2023. Ad ospitare il personale della cooperativa è lo stand di Pfizer, azienda farmaceutica che ha promosso l’iniziativa “e che da sempre è in prima fila per favorire una cultura di Diversity Equity & Inclusion, anche tra i propri fornitori”, si legge in una nota.
E’ il progetto Girasole di Pfizer ad essere incentrato sull’importanza dell’accessibilità e dell’inclusione per tutti, indipendentemente dalle abilità fisiche o cognitive. “Ci impegniamo da tempo a promuovere una società più inclusiva, dove ogni individuo ha l’opportunità di realizzare il proprio potenziale, portando avanti iniziative che da un lato realizzano l’inclusione concretamente e dall’altro possono servire ad esempio per altre organizzazioni.”, afferma Guido Di Donato, Health & Value Director di Pfizer Italia – “In questo caso coinvolgendo anche i nostri fornitori di servizi”.
La Cooperativa Vite Vere Down Dadi (www.cooperativavitevere.org ) offre servizi, risorse e promuove l’inclusione sociale, educativa e lavorativa delle persone con disabilità, lavorando per migliorare la loro qualità di vita e promuovendo una società più inclusiva.
“Siamo orgogliosi della partecipazione di persone con disabilità di Vite Vere a questo progetto; per noi la professionalità e il talento non hanno barriere e crediamo che l’inclusione e la valorizzazione delle differenze siano fondamentali per la crescita di qualsiasi squadra di lavoro – afferma la responsabile del progetto di Autonomia di Cooperativa Vite Vere Down Dadi, Jehona Sehu -. Le persone che seguono il percorso di autonomia della nostra cooperativa portano con sè un insieme unico di esperienze e competenze che potranno arricchire la cultura aziendale. Vogliamo ringraziare Pfizer per questa opportunità che sarà sicuramente di ispirazione per altre aziende che vogliano abbracciare l’inclusione”.
Il Congresso SIFO 2023, che ha come tema “L’evoluzione del Servizio Sanitario tra innovazione e prossimità di cura”, ogni anno vede la partecipazione di migliaia di operatori professionali della salute tra farmacisti, farmacologi, manager del sistema sanitario, aziende farmaceutiche e di medical devices. Sono decine gli incontri dedicati proprio ai temi dell’innovazione e dell’evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale nelle sue declinazioni regionali e locali.
“L’attenzione al sociale ed alla sfera delle diverse abilità nella logica di una reale inclusione è insita nella stessa vocazione della nostra Società scientifica. Da sempre SIFO si occupa di sostenere la qualità della vita dei pazienti e affianca i loro caregiver in una quotidianità che non è mai semplice, ma che è sempre ricca di speranza e dignità – ha commentato Arturo Cavaliere, Presidente di SIFO -. Allo stesso modo noi aderiamo e sosteniamo quelle iniziative, come questa di Cooperativa Vite Vere Down Dadi, che possono permettere al nostro Congresso di essere aperto ed abbracciare chi costruisce spazi di umanità autentica e priva di discriminazioni”.
Il progetto Girasole è parte di un impegno più ampio di Pfizer in Italia, che attraverso un team di lavoro chiamato DNA (Diversity is Natural) da diversi anni si occupa di creare un ambiente di lavoro più inclusivo e aperto alla valorizzazione delle diversità, dove ogni individuo può avere l’opportunità di vivere una vita piena e appagante. L’inclusione e le pari opportunità per ogni persona, riassunte nell’obiettivo Parity Opportunity, sono a livello globale la priorità ESG di Pfizer, insieme all’obiettivo ecologico NetZero.

– Foto ufficio stampa Pfizer –

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