ROMA (ITALPRESS) – “Senza un adeguato livello di finanziamento la sanità potrà garantire sempre meno prestazioni alla popolazione. I dati della Nadef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che evidenziano una riduzione della spesa sanitaria che la porterà, nel 2024, a livelli più bassi, in rapporto al Pil, rispetto al periodo pre-pandemico, confermano questo scenario”. Lo afferma la Presidente di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità provata, Barbara Cittadini, secondo la quale “è a rischio la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale, quel servizio che il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha definito ‘un patrimonio prezioso, da difendere e adeguarè, invitando i governatori delle Regioni a dialogare con il Paese e la società. Servono più risorse per il SSN e realizzare una programmazione sanitaria innovativa e sostenibile, come ha fatto notare il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, perchè se le persone non potranno ricorrere alla spesa out-of-pocket, saranno costrette ad aspettare tempi che rischiano di compromettere, in tutto o in parte, la propria salute o a rinunciare completamente alle cure”.
“Purtroppo – osserva Cittadini – i fondi destinati alla sanità registrano, per l’anno in corso, una riduzione di 1,3 miliardi rispetto alle previsioni di aprile 2023, passando da 136,043 a 134,734 miliardi, con il rapporto della spesa sul Pil che si attesterà al 6,6%, a fronte del 6,7% indicato nel Def di aprile, di molto inferiore all’8% della media OCSE Europa 2020. Le previsioni indicano, poi, una ulteriore diminuzione della spesa, che nel 2024 sarà di 132,946 miliardi e al 6,2% del Pil: anche in questo caso, in ottica comparativa, è un dato inferiore rispetto al Def di aprile che anticipava un’incidenza sul Pil al 6,3%. Sebbene in termini assoluti, nel prossimo biennio, il trend registri un miglioramento con un incremento del livello di spesa sanitaria di 1,7 miliardi nel 2025 e di 573 milioni nel 2026, l’andamento previsionale del Pil, a sua volta in crescita, comporterà una invarianza del loro rapporto per il 2025 (al 6,2%) e una diminuzione per il 2026 (al 6,1%)”.
L’auspicio, quindi, è che “nel ricercare il difficile equilibrio tra il diritto alla salute, l’unico definito fondamentale dalla nostra Costituzione e le esigenze di bilancio non si sacrifichino i caratteri di universalità, uguaglianza ed equità del SSN” conclude la Presidente di Aiop.
-foto ufficio stampa Aiop-
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Manovra, Cittadini (Aiop) “SSN a rischio senza risorse”
Rimedi alle ustioni, cruciale l’escarectomia selettiva precoce
MILANO (ITALPRESS) – Un’ustione è per definizione una lesione più o meno estesa della cute o dei tessuti molli sottostanti. Può essere causata da calore, sostanze chimiche, elettricità e agenti radianti quali il sole o le lampade Uva. Le ustioni vengono classificate in base alle profondità delle lesioni, e pertanto possono essere definite di primo, secondo e terzo grado. Per il coinvolgimento di numerosi organi quali reni, polmoni e fegato, l’ustione è da considerare come una vera e propria malattia che può portare anche alla morte: il tutto dipende dall’entità e dall’estensione dell’ustione, e dalla qualità e tempestività delle cure, oltre che ovviamente dalle condizioni generali dell’individuo. Questi i temi trattati da Giuseppe Giudice, professore ordinario di chirurgia plastica e direttore della scuola di specializzazione in chirurgia plastica dell’Università Aldo Moro di Bari, nonchè direttore del reparto di chirurgia plastica e centro grandi ustionati del Policlinico di Bari, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“La conquista più importante per combattere le ustioni è l’escarectomia selettiva precoce, fatta entro le prime quattro ore dal ricovero, che attraverso il principio attivo messo sulla zona ustionata più profonda, dove ci sono vere e proprie necrosi, porta via questa regione necrotica – ha esordito il professore – Bisogna andare al centro ustioni, è importantissimo perchè poi appunto sin dal primo ricovero, entro le prime quattro ore, si applica questa crema che porta via il tessuto necrotico, che è molto tossico e porta alla proliferazione dei batteri. Agisce esattamente su quelle proteine che il fuoco e l’ustione hanno alterato – ha aggiunto – Agisce selettivamente solo su quelle e non su quelle viventi. E’ un bel passo avanti, perchè questa pulizia si fa subito, non si va nemmeno in sala operatoria ma si applica al letto del paziente, così si riducono gli accessi in sala operatoria e il paziente è dimesso prima, con risultati dal punto di vista cicatriziale molto favorevoli”.
Le ustioni non vanno mai sottovalutate e il professor Giudice ricorda come le conseguenze non siano solo a livello estetico ma possono portare a serie malattie degli organi: “C’è il rischio dello shock ipovolemico nelle prime ore che solo un centro ustioni adeguato sa trattare. In Italia ce ne sono circa 15 disseminati in tutto il paese – ha ricordato – Proprio rimuovendo immediatamente i tessuti necrotici al letto del paziente impediamo che tutte le sostanze tossiche presenti possano diventare pericolosi per fegato, polmone, rene, cuore e quindi che la malattia dall’organo diventa sistemica. Se c’è oltre il 20% del corpo ustionato allora il paziente deve essere ricoverato nel centro ustioni, si possono instaurare alterazioni dell’equilibrio elettrolitico. Le complicazioni più serie sono quelle dell’infezione, a parte l’insufficienza renale, polmonare e cardiaca che nel centro ustioni si dovrebbero riuscire a tamponare, mentre le infezioni invece sono il nostro peggior nemico”.
Ustioni e lesioni cutanee spesso vengono procurate durante la vita di tutti i giorni e tra le mura domestiche: “Bisogna fare molta attenzione a tutte le nostre pratiche lavorative, purtroppo la più alta percentuale delle ustioni arriva nelle mura domestiche. Attenzione al barbecue, a spruzzare sopra dell’alcol, e poi alle ustioni dei bambini che sono, poveretti, i peggiori nel patire l’ustione, la vicinanza al forno, l’acqua troppo calda, per cui massima attenzione – ha spiegato focalizzandosi sui rimedi in caso di ustione – Se ci sono degli indumenti vanno rimossi e immediatamente applicata acqua fredda, mai mettere un medicamento. Poi occorre andare al pronto soccorso che spedirà il paziente al centro ustione. Fare qualsiasi altra cosa è deleteria, bisogna utilizzare i prodotti giusti in modo tale che la cute sia pulita. I rimedi della nonna valgono per le ustioni superficiali – ha ribadito Giudice – Ma se si parla di ustioni dal 5-10% della superficie o addirittura oltre al 20%, non c’è farina o schiuma da barba che tenga, bisogna recarsi al centro ustioni”.
Infine, sull’importanza di fare per tempo l’escarectomia selettiva precoce: “Le ustioni sono molto deturpanti, il tessuto cutaneo viene alterato. E’ importante anche la durata dell’ustione e della degenza, bisogna agire immediatamente e fare subito l’escarectomia, riducendo i tempi di degenza operatoria per ottenere una cicatrizzazione dal punto di vista della morfologia e dell’estetica migliore. Noi crediamo in questo ‘Mimò, minimal invasive modality, l’escarectomia precoce fatta nelle prime quattro ore agevola e migliora il tutto – ha concluso – Miracoli, però, non se ne fanno”.
– foto Italpress –
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Oltre 2.000 professionisti sanitari al 3° Congresso FNO TSRM E PSTRP
RIMINI (ITALPRESS) – Costruire un nuovo sistema di benessere e salute con il coinvolgimento diretto dei professionisti coinvolti, a partire dalle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Il messaggio arriva direttamente dal 3° Congresso nazionale della FNO TSRM e PSTRP, che si è svolto venerdì e sabato scorsi presso il Palacongressi di Rimini.
Un evento che ha chiamato a raccolta più di 2.000 professionisti sanitari appartenenti alle aree tecnica, della riabilitazione e della prevenzione: 18 professioni sanitarie, 170 mila professionisti iscritti agli Ordini TSRM e PSTRP d’Italia.
‘L’esperienza del Covid-19 certamente ci ha insegnato che la sanità del futuro dovrà rispondere concretamente al bisogno del cittadino, che guardi alle èquipe multi e inter-professionali e tenga conto delle esigenze del territorio – ha detto a margine dell’evento Teresa Calandra, Presidente Federazione nazionale degli Ordini dei TSRM e PSTRP -. Questo è un concetto che in più di un’occasione è stato ribadito non solo dalla nostra Federazione nazionale, ma anche dalle altre professioni che insistono nell’area sanitaria, nonchè da quelle dell’area socio-sanitarià.
‘Il nostro Comitato centrale ha puntato molto su questo Congresso, in cui, pur garantendo il sostegno scientifico, ha sviluppato contenuti e messaggi di politica istituzionale – ha sottolineato Vincenzo Braun, Componente del Comitato centrale FNO TSRM e PSTRP con delega alla formazione -. Diverse le iniziative della nostra Federazione nazionale in merito alla formazione: In primo piano c’è quella sull’equità delle cure e l’equità di generè, ha aggiunto Braun che, richiamando un passaggio dell’intervento del collega Alessandro Beux in apertura della sessione sulla evoluzione dei profili professionali e della formazione universitaria [‘Non importa tanto chi, di volta in volta, abbia il testimone in mano, quanto la sua consapevolezza che lo sta portando a nome di tutti gli altri componenti della squadra che, in quello stesso momento, sanno che chi è nel cuore dell’azione sta agendo anche a loro nomè, ha detto), ha ringraziato le colleghe e i colleghi del gruppo formazione continua della Federazione nazionale per il contributo garantito, esitato nei percorsi FAD gratuiti per i congressisti.
‘Oltre 2.000 professionisti sanitari sono stati presenti a Rimini. Questo Congresso nazionale ha raccolto una realtà straordinaria di professionisti sanitari, che rappresentano il pilastro del Sistema sanitario nazionale – ha precisato Diego Catania, vicepresidente FNO TSRM e PSTRP -. E’ stato un momento importante di confronto con le istituzioni che sono intervenutè.
Ad aprire l’evento nazionale il ministro della salute, Orazio Schillaci, che ha voluto lasciare un messaggio ai partecipanti: ‘Viviamo in un momento decisivo in cui si sta delineando il sistema sanitario del futuro. Gli investimenti, le scelte e le politiche economico-sanitarie sono determinanti, ma sarebbero inefficaci senza il coinvolgimento diretto della comunità professionalè.
Il 3° Congresso nazionale della FNO TSRM e PSTRP ha avuto nella proposta plurale il suo tratto di maggior caratterizzazione. La complessità della società e delle sue dimensioni sociale e sanitaria richiedono una conoscenza analitica e una risposta articolata. Gli interventi delle sessioni congressuali hanno voluto mettere in luce il ruolo cruciale che tutte le professioni sanitarie svolgono nel sistema sanitario italiano, riconoscendo il loro valore e la loro competenza.
La prima giornata è iniziata con una sessione in cui esperti, Istituzioni e società civile si sono confrontati sulla sanità di prossimità e sul coinvolgimento delle professioni degli Ordini TSRM e PSTRP, con particolare attenzione ai modelli organizzativi da definirsi ai sensi del DM 77 e ai loro livelli gestionali. Le parole chiave: prossimità, fisicità, multi e inter-professionalità. Alle professioni sanitarie, ciascuna per le proprie competenze, verrà chiesto di spostare i propri saperi e il proprio agire verso le persone, dando corpo al concetto di prossimità, con moltiplicazione dei contesti e delle collaborazioni tra professioni, col sostegno dalla tecnologia, soprattutto di quella digitale, anche ai fini di un dialogo utile sia come trasmissione di contenuti, sia come relazione con l’altro. Ciò favorirà nuove forme di aggregazione, competenza e collaborazione, in termini di evoluzione di ciascuna professione.
A seguire, la sessione dedicata sullo sviluppo della dimensione libero professionale ha approfondito il recente riconoscimento del diritto costituzionale all’equo compenso, l’abolizione del vincolo di esclusività e la previsione di una cassa previdenziale per i liberi professionisti iscritti agli Ordini TSRM e PSTRP. L’apertura al confronto con le altre Federazioni nazionali, il definitivo superamento dei vincoli normativi che sino a ora hanno imbrigliato le professioni sanitarie e parallelamente, la giusta protezione previdenziale, sono elementi che nell’immediato futuro cambieranno il volto dell’azione delle professioni e, con esso, dell’intero Sistema sanitario; tutto questo come segno tangibile dell’impegno che la FNO TSRM e PSTRP ha messo e metterà in campo per sostenere i professionisti autonomi.
La seconda giornata è iniziata con un minuto di silenzio, con cui la Presidente Calandra ha voluto ricordare Kevin Laganà, il più giovane di coloro che hanno perso la vita nell’incidente sul lavoro a Brandizzo lo scorso agosto e il cui funerale si sarebbe tenuto proprio in quelle ore. Un momento solenne, che ha anticipato i lavori congressuali sulla sicurezza delle cure e sul lavoro, all’interno della quale si è discusso di protezione e copertura assicurativa, gestione del rischio, fino ad arrivare alla responsabilità del proprio agire quotidiano.
La Federazione nazionale ha avviato, animato e concluso, un dibattito sull’evoluzione dei profili professionali e dei relativi ordinamenti didattici dei corsi di laurea delle professioni sanitarie di riferimento, con la volontà di cooperare per il raggiungimento di un fine comune, a cui si riconosce valore generale, quindi prioritario rispetto a quelli delle singole parti.
La quinta sessione ha trattato tematiche di grande impatto sui sistemi sanitari, dalla fragilità geriatrica alle fragilità manifestate dalle persone affette da malattie rare, con il coinvolgimento delle associazioni di cittadini che hanno fatto emergere i reali bisogni sanitari di quelle persone da assistere e di chi sta a loro vicino. L’approccio scientifico ha messo a nudo risvolti pisico-sociali e tematiche come il rapporto tra ageismo e caregiver, mentre l’approccio istituzionale ha tracciato un percorso legislativo che ci ha portati a più strumenti e servizi, purtroppo non ancora del tutto sufficienti.
La sesta e ultima sessione è stata l’occasione per confrontarsi sul coinvolgimento delle professioni in ambito di tecnologie sanitarie e sullo sviluppo delle innovazioni in tema di digitalizzaione. Il dibattito si è incentrato sulla indispensabile creazione di un ambiente favorevole ad una appropriata allocazione delle risorse disponibili, convogliandole a favore delle tecnologie innovative che lo meritano, anche ad esito di valutazioni con metodologia HTA. Si è anche fatto riferimento alla indispensabile formazione per promuovere la crescita delle professioni in tal senso e si è evidenziato come sia necessario valorizzare il contributo che ciascuna delle professioni TSRM e PSTRP può portare al raggiungimento degli obiettivi di salute del cittadino e alla crescita dell’organizzazione, attraverso un uso responsabile e consapevole delle attrezzature e dispositivi medici, rispondendo in modo proattivo alle sfide di domani.
Infine, il Congresso nazionale FNO TSRM e PSTRP si è confermato l’occasione per raccogliere i migliori contributi dei professionisti che quotidianamente determinano il proprio agire sulla base delle migliori evidenze e pratiche. A fine evento sono stati premiati i 3 risultati più meritevoli.
– foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP –
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Anna Maria Bencini nuova general manager di Takeda Italia
ROMA (ITALPRESS) – Anna Maria Bencini è la nuova General Manager di Takeda Italia. Già alla guida della Divisione Oncologia, succede ad Annarita Egidi, che continuerà il suo percorso professionale nel Gruppo come Head of Oncology Europe e Canada.
“E’ un grande orgoglio per me continuare il percorso intrapreso in Takeda ormai otto anni fa – dice Bencini nel giorno della sua nomina -. Il mio impegno sarà guidato dai valori che da sempre mi ispirano come manager e come professionista. Credo nel potere della collaborazione e del lavoro di squadra, come leva fondamentale per la crescita. Mi concentrerò sul creare un ambiente sempre più positivo e rispettoso, basato sulla cultura dell’inclusione, sulla valorizzazione dei talenti e sull’accesso equo alle opportunità. Il mio obiettivo è che tutti possano esprimere il meglio di sè, contribuendo insieme al successo di Takeda in Italia”.
“Solo grazie alla passione e alla competenza di tutti, nel pieno rispetto dei valori aziendali, potremo essere vincenti nelle sfide future – sottolinea Bencini -. Il nostro codice di valori mette il paziente al primo posto e ci ispira costantemente nella ricerca di opzioni terapeutiche personalizzate e nella creazione di servizi ad alto valore aggiunto, attraverso una rapida adozione dell’innovazione digitale. Il settore farmaceutico è un patrimonio per l’Italia e un’opportunità di crescita economica, di assistenza universale, di occupazione qualificata, di partnership con la ricerca pubblica e privata. Lavorerò affinchè Takeda continui il suo dialogo e la sinergia con le Istituzioni, perchè solo insieme potremo vincere la competizione globale e consolidare il ruolo strategico dell’industria farmaceutica nel nostro sistema-Paese”.
Una direzione chiara che punta su innovazione, agilità, flessibilità e cooperazione, quella indicata da Anna Maria Bencini e che l’ha accompagnata nei suoi 27 anni di esperienza nel settore farmaceutico.
Nel marzo 2015 Bencini entra in Takeda, dove crea la Business Unit di Gastroenterologia e introduce in Italia vedolizumab, un anticorpo monoclonale per le malattie infiammatorie intestinali e darvadstrocel, la prima terapia avanzata a base di cellule staminali allogene approvata in Europa, per una complicanza della Malattia di Crohn.
Nell’aprile 2021 diventa Country Head della Divisione Oncologia, dove lavora su una serie di programmi innovativi per pazienti e operatori sanitari, rafforzando la reputazione di Takeda in questo ambito. La sua leadership ha consentito di definire la strategia della Divisione e di garantire un allineamento efficace tra i team locali ed europei, contribuendo al successo globale dell’Azienda.
Nella sua carriera professionale ha ricoperto ruoli di alto livello in grandi multinazionali, tra cui Novartis come Franchise Head di Integrated Hospital Care, Lundbeck come Neurology Business Unit Head e Pfizer con responsabilità su Malattie Rare ed Oftalmologia. Ha gestito portafogli di farmaci innovativi e contribuito al successo di trattamenti per Malattia di Alzheimer e Malattia di Parkinson.
Anna Maria Bencini ha una laurea in Farmacia presso l’Università di Siena. “La sua attenzione per l’eccellenza e l’etica è stata costante in tutta la carriera durante la quale ha sempre lavorato per la crescita e la valorizzazione dell’industria farmaceutica – conclude la nota di Takeda -. La sua figura continua oggi, con l’assunzione di questa nuova leadership, ad essere un punto di riferimento per chi aspira all’eccellenza in questo settore”.
– foto ufficio stampa Havas PR –
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All’Ismett trapianti di rene fra pazienti con gruppi sanguigni diversi
PALERMO (ITALPRESS) – Avviato presso ISMETT-UPMC il programma di trapianto di rene da vivente fra pazienti con gruppo sanguigno non compatibile (programma ABO incompatibile). Si tratta dei primi trapianti di rene fra pazienti non compatibili eseguito in Sicilia, altri sono già in programma e verranno eseguiti nelle prossime settimane. Il trapianto AB0 incompatibile è una procedura molto diffusa negli Stati Uniti e in Giappone, ma in Italia è ancora effettuata in pochi centri.
“L’incompatibilità di gruppo – spiega la dottoressa Barbara Buscemi, responsabile medico del programma di trapianto di rene da vivente – fino a qualche anno era ritenuta una barriera invalicabile, una controindicazione assoluta al trapianto. Un gruppo sanguigno diverso rispetto a quello del donatore comportava, infatti, l’immediata aggressione del rene trapiantato da parte degli anticorpi del ricevente con conseguente rigetto dell’organo. Adesso, grazie ad un protocollo di desensibilizzazione e all’utilizzo di un farmaco, anticorpo monoclonale, è possibile superare questo ostacolo e permettere la buona riuscita dell’intervento”.
Prima dell’intervento il paziente che ha ricevuto il trapianto è stato sottoposto ad una specifica terapia: la plasmaferesi. La tecnica consiste nel rimuovere gli anticorpi anti A o anti B preformati collegando il paziente ad una macchina mediante la quale il sangue del paziente viene ripulito dagli anticorpi che – altrimenti – aggredirebbero l’organo trapiantato e portato al rigetto sostituendolo con immunoglobuline protettive. Parallelamente viene iniziata la terapia immunosoppressiva e l’infusione dell’anticorpo monoclonale riducendo e bloccando la produzione degli anticorpi. La procedura è stata realizzata in sinergia con i medici del Centro Trasfusionale dell’Arnas Civico di Palermo che hanno effettuato le sedute di aferesi e il monitoraggio del titolo anticorpale nel pre e nel post-trapianto.
“Abbiamo fatto un importante passo avanti nel campo dei trapianti d’organo in Sicilia – afferma Angelo Luca, Direttore dell’IRCCS ISMETT -. E’ un esempio tangibile di come l’innovazione e la ricerca stiano estendendo le possibilità per coloro che sono in attesa di un trapianto. L’ISMETT è un pilastro di eccellenza e affidabilità per la nostra comunità. La collaborazione con il Centro Trasfusionale dell’Arnas Civico di Palermo è un chiaro esempio di come l’unione delle competenze possa portare a risultati straordinari. Lavoriamo senza sosta per estendere le frontiere dell’innovazione nel campo medico, sempre con la consapevolezza che dietro ogni trapianto ci sono persone, famiglie, storie uniche. E’ a loro che dedichiamo con passione il nostro lavoro”.
A ricevere questo trapianto di rene, dopo tre settimane di pre-trattamento, è stato un paziente siciliano di 58 anni. L’organo è stato prelevato con una tecnica laparoscopica mini-invasiva, favorendo una rapida guarigione per la donatrice, sua moglie di 52 anni. Dopo l’intervento, entrambi sono in buone condizioni: la donna è stata dimessa in pochi giorni e l’uomo è monitorato ambulatorialmente.
– foto: screenshot da video ufficio stampa Ismett –
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Stenosi della carotide, nel 20% dei casi è alla base dell’ictus
MILANO (ITALPRESS) – La carotide è l’arteria che porta il sangue dal cuore al collo e alla testa. Ne abbiamo due, una a destra e una a sinistra, che scorrono longitudinalmente nel collo, e sono tra i vasi sanguigni più grandi del nostro organismo. Soprattutto dopo i 65 anni, è frequente che si verifichi la cosiddetta stenosi carotidea, un restringimento che riduce il calibro del vaso e l’apporto di sangue al cervello. La stenosi della carotide è nel 20% dei casi alla base dell’ictus, la prima causa di disabilità in Italia e la terza causa di morte in occidente. Sono questi i temi trattati da Piero Montorsi, direttore del dipartimento di cardiologia interventistica del centro cardiologico Monzino di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress: “Come sempre, quando si parla di arteria malata che si restringe, i pazienti possono essere sintomatici o non sentire nulla. Se il paziente ha sintomi, ha avuto qualcosa di transitorio che riflette un’ischemia cerebrale, come un occhio che pian piano diventa cieco, e questo è un segnale che dà allarme, oppure la mano che non si muove, o si parla male, o non si riesce a farlo, il tutto nel giro di 15-30 minuti, sono questi gli avvisi”, ha esordito il professore.
“Se è successo questo e la diagnosi è veloce, bisogna correre ai ripari e capire come è nato il problema. La cosa più veloce e frequente è un esame eco-doppler sulla carotide, esame non invasivo a ultrasuoni – ha aggiunto – Si vede se c’è un restringimento a livello della biforcazione della carotide, quando restringe e soprattutto di che composizione è fatta. Se è una marmellata è più a rischio di far scappare qualche pezzettino. Poi si può aggiungere la risonanza magnetica della carotide per avere un’analisi più approfondita”.
Per quanto riguarda la terapia, di nuova generazione e dagli stessi risultati dell’intervento chirurgico è l’angioplastica carotidea con stent, operazione non invasiva: “La terapia medica va sempre fatta per tutte le malattie delle arterie inclusa la carotide, se questo non è sufficiente e sappiamo che non lo è, le scelte sono o l’operazione chirurgica oppure l’angioplastica carotidea, con allargamento delle arterie. Ci sono delle linee guida, dipende dal centro a cui ci si rivolge, se c’è l’expertise, se i medici sono bravi, e poi dipende anche dalla preferenza del paziente, sapendo che i risultati sono equamente buoni e che può decidere di fare un’operazione non invasiva”, ha spiegato Montorsi.
“Un accesso per l’angioplastica può essere dal polso destro, si mette una protezione che sembra un ombrellino, poi c’è lo stent che viene passato e gonfiato col palloncino. Il paziente fa solamente un’anestesia locale sul polso da cui entriamo, deve essere vispo e capace di rispondere – evidenzia -. I più coraggiosi ci chiedono se possono anche dare un’occhiata sullo schermo a cosa succede”. E sui rischi di questo tipo di intervento: “I rischi sono più alti sul paziente sintomatico. Per fare una buona pratica di procedura si dice che i sintomatici devono avere meno del 6% di rischio di morte o ictus e gli asintomatici meno del 3%, ma ormai noi giriamo sull’1% di rischio di avere un evento maggiore durante la procedura, che è inferiore a quello che il paziente corre se non facesse niente e si tenesse la sua stenosi”. “I fattori di rischio sono sempre gli stessi: il controllo attento di questi è importante. Una buona parte di chi ha la patologia è asintomatica – ha concluso – Il paziente deve farsi vedere ed è giusto faccia degli esami presso lo specialista, così si riesce molto spesso a scoprire il problema”.
– foto Italpress –
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Focus Salute, nuovo format Italpress condotto da Alessandra Graziottin
ROMA (ITALPRESS) – Che impatto hanno il dolore, l’infiammazione e le malattie sulla salute, sul benessere emotivo, sugli affetti, sulla sessualità? E’ la domanda a cui cercherà di dare risposta ogni settimana Focus Salute, il nuovo format tv ideato da Italpress.
A condurlo sarà – dagli studi dell’agenzia di stampa fondata e diretta da Gaspare Borsellino – Alessandra Graziottin, ginecologa e oncologa particolarmente attenta alla comunicazione divulgativa in tema di salute, dolore, ruolo dell’infiammazione nello sviluppo delle malattie e sessualità, nonchè volto noto della televisione.
«Con Focus Salute condividerò con voi quello che ho appreso in decenni di attività clinica, di ascolto attento delle parole delle pazienti, dei loro compagni e delle loro compagne. L’obiettivo – afferma la professoressa Graziottin – è aiutare le donne a essere protagoniste più consapevoli ed efficaci della propria salute, per una vita più intensa, più felice e ricca di energia».
Focus Salute si aggiunge a un vasto bouquet di produzioni dell’Italpress dedicate alla medicina, al benessere individuale, agli stili di vita sani, che può contare già su un tg settimanale (“Salute Magazine”) e sulle rubriche “Medicina Top” condotto da Marco Klinger, “La salute vien mangiando”, di Rosanna Lambertucci, “Sorsi di benessere” di Angelica Amodei e l’ultimo nato, “Cosmetica e Benessere”, condotto da Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano, del Gruppo San Donato.
«Con la professoressa Alessandra Graziottin – sottolinea il direttore Gaspare Borsellino – cresce ancora la nostra squadra di cui fanno parte nomi noti del giornalismo e della medicina, e che ogni settimana ci rende testimoni più consapevoli della nostra salute. Ancora una nuova produzione a distanza di appena pochi giorni dall’annuncio del nuovo “Cosmetica e benessere”, dedicato ai temi della bellezza e dei corretti stili di vita. Un’ulteriore prova di come Italpress, da agenzia di stampa tradizionale, sia ormai diventata una media company multimediale a tutti gli effetti, con produzioni in tutti i settori dell’informazione».
“Focus Salute” andrà in onda ogni settimana sulle piattaforme multimediali dell’Italpress e sull’ampio network dell’agenzia di stampa, che ha superato 400 siti e portali abbonati e oltre 120 emittenti TV in tutta Italia.
– Foto Italpress –
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Covid, rallenta la crescita dei nuovi casi
ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana 21-27 settembre 2023 si sono registrati 38.775 nuovi casi positivi al Covid-19 con una variazione di +7,4% rispetto alla settimana precedente (36.102), 129 deceduti con una variazione di +10,3% rispetto alla settimana precedente (117); 251.160 tamponi effettuati, +7,9% rispetto alla settimana precedente (232.664). Lo rende noto il ministero della Salute.
Il tasso di positività è del 15,4%, -0,1% rispetto alla settimana precedente. Il tasso di occupazione in area medica è del 4,4% (2.734 ricoverati), rispetto al 4,1% al 20 settembre scorso. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è dello 0,9% (82 ricoverati), rispetto all’1% al 20 settembre scorso.
“Come ampiamente previsto assistiamo ad un ulteriore rallentamento dei nuovi casi e rimane assolutamente irrilevante l’impatto sugli ospedali. Non si evince, in questa fase, alcuna necessità di misure straordinarie, che ormai sono alle nostre spalle, mentre continuiamo la nostra attività costante di monitoraggio e sorveglianza, mettendo in campo tutto ciò che è doveroso fare per la tutela degli Italiani”, spiega il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
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