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A Dermocosm un laser per rigenerare i tessuti cutanei

MILANO (ITALPRESS) – Un dispositivo laser che non punta alla distruzione ed eliminazione dei tessuti cutanei ma alla loro rigenerazione. Si chiama RedTouch PRO. La nuova tecnologia di Deka, società italiana del Gruppo El.En., specializzata nello sviluppo e nella produzione di laser per la medicina e la chirurgia, è stata presentata in occasione del congresso ‘Dermocosm’, che vede impegnati oltre 60 relatori dal 28 al 30 settembre, nell’ambito della Milano Beauty Week. RedTouch PRO si serve di una lunghezza d’onda mai utilizzata fino a oggi (675 nm) impiegata in una serie di applicazioni di medicina rigenerativa che vanno dalla cura del melasma alle smagliature, fino alla prevenzione dell’invecchiamento cutaneo (trattamento di prejuvenation “ReLive”). Un procedimento che ha permesso di raggiungere un perfetto equilibrio tra efficacia, sicurezza e tempi di recupero post trattamento, praticamente nulli.
“Questa nuova tecnologia mi ha incuriosito proprio perchè va nella direzione della rigenerazione cutanea – commenta Antonino di Pietro, dermatologo e presidente di Dermoscom -. RedTouch arriva all’interno della pelle stimolando le cellule e, quindi, rigenerandole. Questa, a mio parere, è la strada maestra. Come dermatologo, infatti, credo che ogni cosa che porta alla trasformazione va anche un pò contro la salute della persona”. Di Pietro sottolinea che la rigenerazione delle cellule è un elemento anche di “prevenzione dal punto di vista della salute”, utile quando “la pelle comincia a essere segnata dal tempo”.
“RedTouch PRO è l’unico dispositivo laser al mondo che interagisce direttamente con le fibre di collagene per la stimolazione e la creazione di neo collagene – spiega Paolo Salvadeo, Ceo di DEKA e General Manager di El.En -. E’ frutto di un lavoro di squadra, di ingegneria e di innovazione senza precedenti. Permette di raggiungere, in modo molto più veloce e senza dolore, importantissimi risultati nei trattamenti di ringiovanimento non ablativo per crono e photoaging, agendo anche sulle macchie e sul melasma”.
“Un trattamento “3 in 1″ che ha importanti benefici su tre elementi – sottolinea il professor Paolo Bonan, dermatologo e responsabile del Reparto di laser terapia presso la clinica Villa Donatello di Firenze – . Il collagene, la melanina e la componente vascolare (per la stimolazione del collagene contenuto nell’endotelio dei vasi sanguigni). Tre componenti tissutali che giocano un ruolo importante nella patogenesi del melasma. Riattivare il nutrimento cellulare attraverso il laser RedTouch PRO permette di risolvere molto spesso quelle situazioni discromiche difficili da trattare, tra cui, in primis, il melasma, che con l’utilizzo di terapie che agiscono in maniera non ottimale e solo sugli effetti, potrebbero avere addirittura dei peggioramenti della patologia.”
L’azione sulle rughe ed il miglioramento della texture della pelle, con applicazioni non dolorose e senza tempi di recupero post trattamento sono ormai un “must have” delle richieste dei pazienti. RedTouch PRO dà vita ad una “beauty routine tecnologica”, che si inserisce all’interno degli studi medici, anche in modo complementare ad altre terapie.
Secondo il dottor Massimo Vitale, medico Estetico a Bologna, “oltre al trattamento delle rughe e delle smagliature non è da sottovalutare la richiesta di trattamenti dei più giovani che adottano la strategia del ‘prevenire è meglio che curarè”. Infatti, “la versatilità di RedTouch PRO agisce anche con il trattamento ‘ReLivè, dove si stimola la naturale produzione di collagene.E’ indicato soprattutto per i più giovani all’interno di un programma di ‘Prejuvenation’. Una skin care con il laser che si può ora eseguire in modo alternativo o complementare al trattamento con filler volumetrici”.
II trattamento con RedTouch PRO viene effettuato anche con una speciale procedura “In-motion” o in movimento, chiamata “Moveo RED”. Questa accresce ulteriormente gli standard di sicurezza e la possibilità di poter agire tutto l’anno anche sulle pelli più scure in modo estremamente veloce.”
“La tecnologia Laser e l’attivazione di naturali processi rigenerativi sono un connubio perfetto verso la protezione, il rispetto ed il mantenimento in salute della pelle che ci racconta ogni giorno chi siamo a come stiamo – conclude Di Pietro – . Questo messaggio si inserisce perfettamente all’interno di Dermocosm 2023, durante il quale verranno presentate le più importanti novità che le aziende della dermatologia, della medicina anti-aging, della cosmetologia, dell’alta tecnologia hanno recentemente introdotto per mantenere il benessere dell’organismo”.

– Foto col/Italpress –

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Fondazione Policlinico Gemelli vince il premio “Top Italian Hospital”

ROMA (ITALPRESS) – La seconda edizione del premio Best Italian Hospital Awards (BIHA) organizzato da ClassEditori, ha visto protagonista Fondazione Policlinico Gemelli alla quale è stato assegnato il riconoscimento ‘Top Italian Hospital’.
Il premio è stato ritirato dal professor Marco Elefanti, Direttore Generale di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, mentre per la categoria ‘miglior Gruppo privato di eccellenzà, nella quale il Gemelli si è collocato al secondo posto dopo il Gruppo San Donato, ha ritirato il premio il professor Sergio Alfieri, componente del CdA e Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Addominali e Endocrino-Metaboliche di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Nella classifica dei BIHA, il Gemelli figura anche nella top tre italiana dei Centri Oncologici, insieme a IEO e San Raffaele di Milano.
All’evento di premiazione, che si è tenuto durante una cena di gala organizzata all’Istituto dei Ciechi di Milano, hanno preso parte anche Giovanni Scambia, direttore scientifico di Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS e Americo Cicchetti, direttore di Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore. La manifestazione ha ricevuto il patrocinio di FNOMCeO.
ClassEditori è il gruppo editoriale leader in Italia nell’informazione finanziaria, con i quotidiani MF/MilanoFinanza, Italia Oggi, i periodici Capital, Class, il canale televisivo tematico ClassCNBC, siti web, newsagency e l’ hub digitale Classagora.
Best Italian Hospital Awards (BIHA) è la prima iniziativa editoriale in Italia che premia le performance delle strutture ospedaliere nazionali, raccontando il ruolo strategico dei centri di eccellenza all’interno del Sistema Paese. Il premio è suddiviso in 4 categorie Best Italian Hospital: Policlinici, Centri Cardiovascolari, Centri Oncologici e Centri Ortopedici. Vengono inoltre assegnati dei premi speciali per eccellenze Top Hospital, Best Regione, Best Digitale, Best Gruppo Privato e Best Ricerca Medicina di Genere. I premi vengono assegnati secondo uno score multiparametrico comprendente performance clinica, di formazione, di ricerca, digitali e reputazionali validato da un Advisory Board del quale fanno parte personalità del mondo accademico, medico-scientifico e manageriale.

– foto: ufficio stampa Policlinico Gemelli
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C’è l’accordo per il rinnovo del contratto dei dirigenti medici

ROMA (ITALPRESS) – “Grande soddisfazione per la firma dell’ipotesi di contratto per l’area dei dirigenti della Sanità, dopo 7 mesi di trattative serrate”. Così il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, al termine della riunione di oggi nella sede dell’Agenzia. “Si aggiunge così un fondamentale tassello alla conclusione della tornata contrattuale del triennio 2019-21. Un contratto che riguarda circa 135mila dirigenti medici, veterinari e sanitari. Sul piano del trattamento economico, il contratto riconosce aumenti complessivi medi mensili pari a 289 euro per 13 mensilità e arretrati compresi tra i 6mila e oltre 10mila euro pro capite, che saranno erogati alla firma definitiva al termine dell’iter di controllo. Oltre al fondamentale aspetto degli incrementi economici, l’accordo prevede importantissimi miglioramenti riguardo al trattamento normativo del personale in tema di orario di lavoro, pronte disponibilità e guardie mediche. Ringrazio le sigle sindacali con cui c’è sempre stata una leale collaborazione, pur nella vivace dialettica”, conclude Naddeo.
“La chiusura di un contratto è sempre una buona notizia, perchè significa che si è trovato un accordo tra le parti capace di contemperare le diverse istanze”, commenta il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli.
“Si tratta di un contratto che risente ancora – aggiunge Anelli – di una cornice normativa ancorata al passato, che non lascia ampio spazio di manovra. Contiene tuttavia importanti elementi di novità, come il riconoscimento delle ore di straordinario oltre il tetto, che sinora andavano perse, del diritto al riposo, lo sblocco delle carriere, la definizione di regole certe per l’impiego degli specializzandi. Agisce, in altre parole, non solo sul versante economico, ma sul miglioramento delle condizioni di lavoro. Possiamo dire che le parti, i Sindacati medici e il presidente Aran, Antonio Naddeo hanno fatto un buon lavoro”.
“Ora occorre un ulteriore passo – conclude – a livello normativo, con provvedimenti in grado di aumentare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale per i medici e i professionisti. Mantenere i medici all’interno del Servizio sanitario nazionale è infatti la conditio sine qua non per la sua sostenibilità: non si può fare la sanità senza medici. Sosteniamo quindi le proposte del Ministro della Salute Orazio Schillaci e del Sottosegretario di Stato Marcello Gemmato volte a un rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale e apprezziamo l’impegno del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Governo tutto per rafforzare il Fondo sanitario nazionale nella prossima Legge di Bilancio”.
«Ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti nel corso della trattativa – commenta Guido Quici, presidente CIMO – ma ci sono senz’altro alcuni aspetti che dovranno essere ancora perfezionati, come l’orario di lavoro. Sono però stati sanciti alcuni principi essenziali che ci consentiranno, nel CCNL 2022-2024, di fare ulteriori passi avanti per andare incontro alle esigenze dei medici e valorizzare al meglio il loro ruolo».
«Oggi è un giorno importante per i medici e i dirigenti sanitari, che aspettavano questo contratto da quasi tre anni – dichiara Giambattista Catalini, Presidente FESMED -. Anni in cui abbiamo dovuto affrontare l’emergenza Covid, turni di lavoro infiniti causati dalla carenza di personale e livelli di stress senza precedenti. Siamo convinti che questo contratto consenta di migliorare le condizioni di lavoro negli ospedali e di armonizzare la vita professionale con quella privata e familiare, con la speranza di porre un freno alla fuga dei professionisti dalla sanità pubblica. Avremmo potuto fare di più? Sicuramente, ma per questo CCNL abbiamo ottenuto il massimo possibile. Ora bisognerà iniziare a lavorare in vista del contratto 2022-2024».

– Foto: Agenzia Italpress –

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Al Policlinico San Marco un eccezionale intervento di bi-nefrectomia

ZINGONIA (BERGAMO) (ITALPRESS) – Una bi-nefrectomia necessaria per rimuovere i reni, di circa 8 chilogrammi ciascuno, è stata praticata su un uomo di 53 anni, affetto da una forma aggressiva di malattia del rene policistico, dall’èquipe dell’Unità Operativa di Urologia del Policlinico San Marco di Zingonia (BG) guidata dal dottor Camil Zaatar. La voluminosa massa occupava l’intero addome schiacciando gli altri organi e compromettendone la funzionalità. La malattia, che affliggeva il paziente da oltre 40 anni, lo ha reso, negli ultimi 5 anni, dipendente alla dialisi poichè i suoi reni, nel corso del tempo, si erano irreversibilmente danneggiati, non potendo più svolgere la loro funzione. Inoltre, l’aumento smodato del volume delle cisti presenti nei reni ha causato al paziente grandi sofferenze e ha avuto un impatto significativo sulla sua vita quotidiana: non riusciva a mangiare a causa della compressione dell’intestino, non poteva dormire sdraiato poichè la massa, premendo sulla vena cava, impediva il corretto afflusso di sangue al cuore e al polmone esponendo in paziente, Francesco, al rischio di scompenso cardio-respiratorio. A questo quadro, già complesso, si aggiungevano ulteriori complicanze come l’ipertensione arteriosa, il rischio di rottura delle cisti e quindi di emorragie e le infezioni delle vie urinarie. “Il rene policistico è una malattia ereditaria che, nella forma di cui era affetto il paziente (a trasmissione autosomica dominante), causa una degenerazione cistica di entrambi i reni. In pratica il tessuto sano viene sostituito da cisti perdendo la sua funzionalità e il rene cresce ben oltre le sue dimensioni normali. E così quasi la metà dei pazienti arriva ad aver bisogno della dialisi per insufficienza renale grave” spiega il dottor Zaatar. I medici del Servizio di nefrologia e dialisi del Policlinico San Marco di Zingonia, diretto dal dottor Marco Lorenz, che avevano in cura Francesco, all’aggravarsi della situazione hanno suggerito al paziente di sottoporsi all’intervento di bi-nefrectomia, ovvero la rimozione radicale dei reni malati, divenuto ormai inevitabile e non più rimandabile. “Si è trattato di un intervento molto complesso e delicato, tecnicamente una bi-nefrectomia, che avevo già praticato nel corso della mia carriera, ma non su dimensioni così anomale. Francesco, che era comprensibilmente molto intimorito, non poteva continuare a vivere in questa situazione, poichè l’unica prospettiva futura era quella di peggiorare. Inoltre, essendo un paziente relativamente giovane, una volta asportati i reni avrebbe potuto candidarsi per il trapianto e sperare quindi in una vita migliore, senza dialisi” continua il dottor Zaatar.
L’intervento ha avuto una durata di circa 4 ore: “Quando abbiamo inciso l’addome ci siamo trovati davanti a una situazione che sospettavamo, ma che era oggettivamente straordinaria: i reni occupavano tutto l’addome dalle pelvi al diaframma comprimendo e dislocando gli altri organi, intestino, fegato e milza. Pesavano in totale 17 chili ed erano lunghi 48 centimetri, mentre un rene dovrebbe pesare di norma 150 grammi e misurare circa 10 centimetri di lunghezza. Inoltre erano completamente deformati da decine e decine di cisti di tutte le dimensioni”. Francesco, dopo una degenza di 15 giorni ha potuto lasciare l’ospedale bergamasco e riprendere le sue normali attività, in attesa del trapianto di reni. (ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Gruppo San Donato

Ricerca clinica, Aifa e Fimmg firmano un protocollo di intesa

ROMA (ITALPRESS) – Aumentare le conoscenze e il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale (MMG) nell’ambito della ricerca clinica: questo l’obiettivo del protocollo di intesa firmato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG). Tale protocollo prevede eventi informativi e formativi rivolti ai Medici di Medicina Generale distribuiti sul territorio nazionale e ai Dirigenti Sanitari dell’Agenzia (medici, farmacisti, biologi, chimici).
La realizzazione di questo progetto sancisce la forte collaborazione tra l’Istituzione e il territorio, permettendo una diffusione capillare dell’informazione tecnico-scientifica e regolatoria, per un miglioramento della qualità dell’assistenza, dell’appropriatezza prescrittiva e del coinvolgimento dei MMG nella ricerca clinica.
In particolare, l’AIFA impegna il proprio personale per l’attività di docenza e la FIMMG mette a disposizione dell’Agenzia le proprie risorse organizzative, informative e formative. I corsi di formazione, sia a distanza sia in presenza, preferibilmente ECM, non avranno sponsorizzazioni e non prevedranno quote di partecipazione.
A siglare il protocollo sono stati Anna Rosa Marra, sostituto Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco e Silvestro Scotti, Segretario Generale Nazionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale.
“L’AIFA – afferma Anna Rosa Marra – ha sempre creduto nel dialogo e nella collaborazione con i suoi stakeholder e in particolare con la Medicina Generale, per il suo rilevante ruolo di prossimità con il paziente e di continuità tra i diversi livelli di assistenza. Il protocollo siglato con la FIMMG rappresenta, pertanto, un’ulteriore opportunità di condivisione con il territorio e anche di formazione per gli aspetti regolatori della ricerca clinica”.
“La collaborazione di FIMMG con AIFA, finalizzata ad eventi informativi e formativi aperti a tutti i medici e ad altre figure sanitarie, mira intelligentemente a promuovere la partecipazione alla Ricerca dei MMG – sottolinea Silvestro Scotti. Le recenti esperienze, vedi la pandemia COVID-19, hanno messo chiaramente in evidenza come, accanto ai classici Clinical Trial, ci sia la necessità di un modello di Ricerca dinamico, basato su grandi numeri, con una flessibilità adattativa, finalizzata ad acquisire informazioni dal mondo reale attraverso il contributo della Medicina Generale. Questa collaborazione contribuirà a rispondere al bisogno terapeutico dei pazienti, a rendere più equo l’approccio al farmaco, a favorire la sostenibilità economica del nostro SSN e SSR”.

– foto: Agenzia Fotogramma –

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Pfizer e le farmacie di Roma insieme per la lotta all’emicrania

ROMA (ITALPRESS) – Ridurre il tempo che il paziente impiega per ricevere una diagnosi di emicrania, aiutandolo a distinguere questa condizione dal comune mal di testa: è questo l’obiettivo della campagna informativa e di screening promossa da Pfizer e Federfarma Roma, che parte oggi in 50 farmacie della capitale.
Con l’ausilio di un semplice questionario anonimo di 5 domande, che sarà sottoposto a chi richiede informazioni sull’emicrania, i farmacisti valuteranno se consigliare di rivolgersi a uno specialista presso un Centro cefalee.
Nelle farmacie aderenti a questo progetto pilota, che sarà attivo fino a fine novembre, saranno esposti alcuni materiali informativi e leaflet, che conterranno informazioni sull’emicrania e sui centri cefalee presenti sul territorio di Roma.
L’emicrania è una patologia diffusa e invalidante, colpisce, infatti, circa il 12% della popolazione italiana e ogni anno circa 7,6 miliardi di euro del PIL vengono spesi a causa degli impatti sanitari e sociali.
La diagnosi, tuttavia, risulta spesso difficile: in media un paziente emicranico impiega 7 anni per ricevere una diagnosi corretta (Censis 2019; Vivere con l’emicrania), ma se tempestiva, consente di intervenire per impedire la progressione della malattia.
Per questo le farmacie possono svolgere un ruolo cruciale, dato che ogni giorno fanno registrare un afflusso di 4milioni di cittadini, e tra questi 800 mila entrano soltanto per chiedere una consulenza al farmacista (Federfarma; La Farmacia Italiana 2022).
“Il farmacista costituisce la figura sanitaria di più semplice accesso da parte del cittadino. Con l’incremento delle malattie croniche e il peso delle stesse sulla popolazione sul Servizio Sanitario Nazionale, sarà necessario focalizzare sempre più l’attenzione verso modelli territoriali”, afferma Barbara Capaccetti, Direttore Medico di Pfizer in Italia. “Oggi la digitalizzazione in sanità può aiutarci a raggiungere questo obiettivo – precisa – e in questo contesto pensiamo, ad esempio, al contributo che possono dare i farmacisti nel supportare i cittadini nel prevenire le cronicità, monitorare le fasi di riacutizzazione e l’aderenza alle terapie”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Malattie cardiovascolari “fatalità” per 2 italiani su 3, al via campagna

ROMA (ITALPRESS) – Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte in Italia e nel mondo. Ma nonostante i dati relativi alla consapevolezza degli italiani diano una fotografia incoraggiante, per quasi 2 pazienti su 3 è un destino a cui tutti, prima o poi, andranno incontro, soprattutto con l’avanzare dell’età; risultano rassegnati, invece, i pazienti più esposti perchè ad alto rischio di evento cardiovascolare, come, ad esempio, chi soffre di diabete, ipertensione, angina, patologie vascolari, che in alcuni casi è già sopravvissuto ad un infarto o ictus, ed in cui il colesterolo LDL non raggiunge i livelli ottimali di controllo nonostante le terapie di base, miglioramenti nello stile di vita e una più sana alimentazione. Lo evidenzia un’indagine condotta da SWG promossa da Sanofi, su un campione di oltre 1.200 cittadini di età compresa tra i 45 e i 74 anni, e discussa a Milano in occasione dell’incontro “Agire prima contro il colesterolo: quanto conta il fattore tempo per proteggersi dai rischi cardiovascolari”. E’ in questa occasione che Sanofi ha presentato e lanciato la campagna “Vinci Contro il Colesterolo. Previeni l’Infarto, Agisci Prima”, che nasce con l’intento di informare pazienti e caregiver sui rischi legati agli alti livelli di colesterolo LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo” e sensibilizzarli sull’importanza di “Agire Prima”, recandosi da uno specialista per controllare il proprio stato di salute e il rischio cardiovascolare.
Il progetto, promosso da Sanofi con il patrocinio della SIC – Società Italiana di Cardiologia, la Fondazione GISE, la Fondazione Italiana per il Cuore e Conacuore, consiste in un hub dedicato esclusivamente alla dislipidemia, disponibile al sito www.vincicontroilcolesterolo.it, che aiuta le persone a trovare le corrette informazioni relative al rischio cardiovascolare legato agli alti livelli di colesterolo LDL, essere informati dei livelli di colesterolo LDL target da raggiungere, che non sono uguali per tutti, e ad individuare i Centri di cardiologia o altri centri specializzati nella gestione delle dislipidemie specializzati più vicini a loro.
Causa principale delle malattie cardiovascolari e tra i maggiori responsabili degli eventi e dei decessi ad essi correlati è il colesterolo LDL ma i dati raccontano che meno del 50% delle persone intervistate riconoscono che è il colesterolo LDL ad essere dannoso per la salute del cuore. Conoscere il colesterolo e prevenire l’ipercolesterolemia è di fondamentale importanza per la popolazione generale, ma lo è ancora di più quando si parla di un paziente ad alto rischio che rappresenta la priorità nell’ambito degli interventi preventivi.
Da ormai diversi anni esistono delle soluzioni terapeutiche innovative in grado di intervenire, rapidamente ed efficacemente per abbassare i livelli di colesterolo LDL: strumenti indispensabili per la classe medica per poter agire prima e ridurre il rischio di mortalità.
“Nel nostro Paese, la maggior parte dei cittadini sa che le malattie cardiovascolari possono essere letali, ma è ancora scarsa la consapevolezza, anche da parte di cittadini che sono diventati pazienti ad alto rischio, di quanto sia possibile fare nel concreto per prevenire tali patologie o il loro aggravarsi – ha detto Emanuela Folco, presidente Fondazione Italiana per il Cuore (FIPC) -. Ancora oggi è quindi fondamentale ribadire l’importanza di sensibilizzare il cittadino e il paziente a prendere a cuore la propria salute cardiovascolare partendo proprio dalla conoscenza della malattia e dei sintomi ad essa collegata. Il punto di partenza è certamente l’adozione di stili di vita salutari come necessaria prevenzione, ma anche e soprattutto, laddove sia presente una condizione patologica che necessita di una presa in carico da parte dello specialista, l’importanza di non interrompere o modificare le terapie prescritte”.
“E’ sempre più importante portare avanti campagne di informazione e sensibilizzazione come “Vinci Contro il Colesterolo – Previeni l’Infarto, Agisci Prima”, dove il paziente viene aiutato ad indirizzarsi verso il corretto percorso, seguito dallo specialista, per una corretta prevenzione, aumentando i livelli di consapevolezza, in particolar modo sui rischi cardiovascolari e sull’importanza di agire tempestivamente per ottenere una rapida e corretta presa in carico dei pazienti ad alto rischio”, ha sottolineato Luisa Cattaneo di Conacuore
Per Pasquale Perrone Filardi, presidente SIC – Società Italiana di Cardiologia, “gli anticorpi monoclonali inibitori della proteina PCSK9 rappresentano una classe di farmaci ormai utilizzata da anni, con i quali abbiamo maturato un’esperienza clinica consolidata che ci permette di affermare la loro sicurezza ed efficacia nel ridurre il livello di colesterolo LDL di circa il 65%. Questi farmaci sono appropriati per pazienti con ipercolesterolemia e ad alto rischio cardiovascolare in prevenzione secondaria con valori di LDL-C superiori a 70, ben accettati in autosomministrazione domiciliare dai pazienti, come evidenziato dai dati di aderenza terapeutica del 95%”.
Giovanni Esposito, presidente GISE – Società Italiana di Cardiologia Interventistica, ha sottolineato che “avere a disposizione terapie come gli anticorpi monoclonali PCSK9, che ci offrono l’opportunità di agire in maniera rapida e precoce, rappresenta un grande vantaggio per noi e soprattutto per i pazienti. E’ importante dunque intervenire il più precocemente possibile e in maniera rapida e più intensiva possibile nel ridurre i livelli di colesterolo LDL: oggi in Italia, grazie anche alla possibilità di avvalersi di queste terapie già alla dimissione ospedaliera o durante il ricovero ospedaliero per un infarto, abbiamo la possibilità di intervenire sempre più precocemente, nella fase più delicata immediatamente successiva a un evento cardiovascolare, così da diminuire il rischio di andare incontro a un secondo e pericolosissimo evento”.
Secondo Alessandro Navazio, vicepresidente ANMCO – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, “occorre una gestione del paziente ad alto rischio cardiovascolare il più possibile di concerto tra cure primarie e centri ospedalieri, partendo dal controllo dei fattori causali attraverso un intervento farmacologico incisivo e precoce e dal monitoraggio costante delle condizioni cliniche, cercando così di ridurre al minimo il rischio di nuovi eventi. E’ inoltre ormai arrivato il momento di uscire dal concetto che l’ipercolesterolemia sia solamente un fattore di rischio cardiovascolare: tutta la comunità scientifica – ha concluso – sottolinea da tempo come l’ipercolesterolemia rappresenti un fattore causale della malattia aterosclerotica e che la sua significativa diminuzione, mantenuta nel tempo, consente parallelamente una riduzione di eventi cardiovascolari”.

– foto f01/Italpress –
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Dengue, il vaccino di Takeda approvato da Aifa e disponibile in Italia

ROMA (ITALPRESS) – Takeda ha annunciato che AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, ha approvato TAK-003, nome commerciale Qdenga, il vaccino tetravalente vivo attenuato per la profilassi contro la malattia da Dengue, causata da uno qualsiasi dei quattro sierotipi del virus: è possibile somministrarlo in soggetti a partire dai 4 anni di età. Questo è l’unico vaccino per la prevenzione della malattia approvato in Italia anche per chi non ha avuto precedente esposizione al virus e senza la necessità di dover eseguire un test pre-vaccinale. “La Dengue è una malattia infettiva causata dal virus omonimo, appartenente alla famiglia delle Flaviviridae, che viene trasmesso dalle punture di zanzara del genere Aedes, compresa anche la zanzara tigre presente nel nostro territorio. E’ una malattia infettiva che in alcuni casi, può evolvere in una forma grave con necessità di ospedalizzazione. Il nuovo vaccino di Takeda risulta innovativo perchè strutturato sulla base del sierotipo 2 del virus dengue (DENV-2), sfruttando la tecnologia ricombinante per garantire l’immunizzazione contro tutti e quattro i sierotipi del virus. Circa la metà della popolazione mondiale vive in aree in cui la Dengue è endemica, e i Paesi asiatici sono tra i più colpiti. Ogni anno in tutto il mondo vengono riportati circa 390 milioni di casi di infezione, con un’incidenza che è aumentata di 30 volte negli ultimi 50 anni – ha detto il professor Nicola Petrosillo, Responsabile del Servizio Prevenzione e Controllo Infezioni, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma -. In Europa la Dengue non è endemica, ma si registrano quasi esclusivamente casi importati da soggetti che hanno visitato di recente zone endemiche; in Italia sono riportati ogni anno diversi casi di malattia da Dengue contratta in Paesi endemici. Da notare che alcuni piccoli e limitati focolai autoctoni si sono verificati in Europa e anche in Italia. Questo nuovo vaccino rappresenterà un potente strumento nella prevenzione della malattia nei viaggiatori internazionali, per turismo, lavoro o rientro nei Paesi di origine”.
La Dengue è stata inserita dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le 10 minacce alla salute globale ed è endemica in oltre 125 Paesi.
La Dengue è, infatti, tra le malattie virali, trasmesse da vettori, a più rapida diffusione al mondo, a causa soprattutto dei cambiamenti climatici, dell’urbanizzazione e della globalizzazione. Negli ultimi 10 anni, si è registrato un aumento delle infezioni nei viaggiatori europei di ritorno da Paesi in cui la dengue è endemica: Nord America, Sud America, Caraibi, Africa, Asia, Oceania.
“L’accesso del cittadino al nuovo vaccino, per motivi di turismo e/o di lavoro verso le aree tropicali e subtropicali del mondo dove la Dengue è endemica, una volta messo a disposizione nelle varie Regioni previa acquisizione dalle stesse, potrà avvenire nei centri autorizzati all’effettuazione del vaccino della febbre gialla e delle vaccinazioni contro le malattie quarantenarie e al rilascio del relativo certificato ad uso internazionale su specifico modello OMS. Tutto ciò in base al DMS 24/5/63, Decreto Ministero della Salute, e successive modifiche, i cui elenchi sono disponibili on line nei vari siti web regionali. La schedula vaccinale si compone di due dosi a distanza di tre mesi l’una dall’altra, in soggetti a partire dai 4 anni di età. Per coloro che viaggiano, con breve preavviso prima della partenza, invece sarebbe auspicabile un programma approvato di vaccinazione accelerata”, ha spiegato il professor Roberto Ieraci, Infettivologo Vaccinologo, Ricercatore Senior Associato Consiglio Nazionale delle Ricerche.
TAK-003 è un vaccino tetravalente vivo attenuato contro la malattia da Dengue strutturato sulla base del sierotipo 2 del virus della Dengue (DENV-2), che rappresenta la “spina dorsale” genetica del vaccino, e tramite la tecnologia ricombinante è in grado di garantire l’immunizzazione contro tutti e quattro i sierotipi del virus Dengue.
In Italia, TAK-003 è indicato per la prevenzione della malattia da Dengue causata da uno qualsiasi dei quattro sierotipi di virus Dengue, è inoculabile in soggetti a partire dai 4 anni di età e deve essere somministrato per via sottocutanea con dose da 0,5 mL in uno schema a due dosi (0 e 3 mesi) secondo il regime di dosaggio approvato. Sono sufficienti 2 dosi per raggiungere l’immunizzazione.
Il vaccino è stato valutato nell’ambito di un ampio programma di sviluppo clinico che ha compreso vari studi di Fase 1, Fase 2 e Fase 3 con oltre 28.000 partecipanti, tra i quali anche lo studio pivotale Tetravalent Immunization against Dengue Efficacy Study (TIDES) di Takeda. Lo studio TIDES ha raggiunto l’endpoint primario di efficacia complessiva del vaccino (VE) nel prevenire la Dengue confermata virologicamente (VCD) con un’efficacia dell’80,2% a 12 mesi dalla seconda dose. L’efficacia complessiva del vaccino (VE) nella prevenzione dell’ospedalizzazione da VCD è stato del 90,4% a 18 mesi dalla seconda dose. I risultati a lungo termine a quattro anni e mezzo (54 mesi dopo la seconda dose) hanno dimostrato un’efficacia complessiva del vaccino (VE)del 61,2% nel prevenire la VCD e una VE dell’84,1% nel prevenire l’ospedalizzazione da VCD.2
Il vaccino è risultato generalmente ben tollerato, senza alcuna evidenza di aumento delle ospedalizzazioni dovute a Dengue grave nei soggetti che avevano ricevuto TAK-003 indipendentemente dallo stato sierologico, e nello studio TIDES non sono stati identificati rischi importanti per la sicurezza a lungo termine.
“Questo vaccino ha dimostrato di essere un valido strumento di profilassi in grado di prevenire il rischio di infezione e il conseguente rischio di ospedalizzazione da Dengue, indipendentemente dalla precedente esposizione al virus. Inoltre, i dati dello studio TIDES hanno consentito di valutarne e confermarne il profilo di efficacia e sicurezza a lungo termine. Il nostro orgoglio è quello di poter raggiungere la quasi totalità della popolazione, potenzialmente esposta al rischio di infezione, e di farlo con un’opzione efficace, innovativa e con un buon profilo di tollerabilità che aiuterà a combattere il propagarsi della malattia e a prevenirla. Il vaccino è ora a disposizione degli operatori sanitari e dei soggetti idonei in Italia: l’approvazione è stata ottenuta grazie all’impegno in Ricerca & Sviluppo di Takeda e testimonia la volontà di Takeda di mettere in campo tutte le risorse necessarie per sviluppare soluzioni concrete che facciano veramente la differenza nella vita delle persone”, ha concluso Alessandra Fionda, Medical & Regulatory Head di Takeda Italia.
TAK-003 è attualmente approvato in più di 21 Paesi.

– foto ufficio stampa Takeda –
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