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Salutequità e Apiafco “La psoriasi entri nel Piano Nazionale Cronicità”

ROMA (ITALPRESS) – Una persona su 10 con cronicità o multicronicità è affetta da psoriasi (si stima 1.8 milioni su 24 milioni) e colpisce circa il 3% della popolazione nel nostro Paese. L’OMS se ne è occupata sottolineando il significativo socioeconomic burden della patologia per l’impatto su vita professionale, costi pubblici e privati per i trattamenti.
“Tuttavia a oggi in Italia non esiste nessun atto di programmazione nazionale o regionale che definisca priorità, il modo appropriato di affrontarla, e la spesa sanitaria per i soli farmaci aumenta, ma l’aderenza alle terapie è generalmente bassa – si legge in una nota di Salutequità -. E’ evidente che le persone affette da psoriasi hanno urgenza di risposte precise nella programmazione nazionale. Non ci sono dubbi che la malattia risponda pienamente a quei criteri dichiarati nel Piano Nazionale della Cronicità (PNC) che indica come selezionare le patologie croniche da inserire nella parte seconda del Piano ‘…non esistono atti programmatori specifici a livello nazionale, individuati attraverso criteri quali la rilevanza epidemiologica, la gravità, l’invalidità, il peso assistenziale ed economico, la difficoltà di diagnosi e di accesso alle curè”.
La richiesta dell’inserimento della psoriasi nel PNC sarebbe “una svolta importante per dare anche un significato nuovo, rompere la barriera del pregiudizio e guardare in modo lungimirante alla sostenibilità ed appropriatezza del SSN”, spiega ancora la nota.
Richiesta condivisa dal consiglio regionale della Liguria che a luglio ha approvato un ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi, che impegna la giunta a farsi portavoce presso il Governo affinchè la Psoriasi sia inserita nel Piano Nazionale della Cronicità perchè rientra nel novero delle malattie croniche che richiedono un approccio interdisciplinare e una presa in carico totale del paziente.
La psoriasi sconta una considerazione semplicistica di patologia della pelle, estetica, ma proprio un progetto di ricerca finalizzato del Ministero della Salute (www.psomother.com) chiarisce che le evidenze ormai hanno mostrato che è una malattia immuno-mediata ad andamento cronico-recidivante che si sviluppa per una interazione tra fattori genetici e ambientali, oltre ad essere associata ad altre situazioni patologiche.
“L’associazione psoriasici italiani amici della Fondazione Corazza si batte ormai da molto tempo per l’inserimento di questa patologia nel Piano Nazionale della Cronicità poichè oggi il percorso diagnostico è ancora tortuoso e non formalizzato – sottolinea Valeria Corazza, presidente APIAFCO -. L’inserimento della Psoriasi nel Piano Nazionale Cronicità rappresenterebbe una definizione maggiore della portata della patologia, aiuterebbe a stratificare la popolazione che ne è affetta e implicherebbe lo sviluppo sistematico da parte delle diverse regioni di PDTA a livello specialistico per una migliore presa in carico dei pazienti e un più equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale. Significherebbe elevare la patologia sullo stesso piano di tutte le altre malattie croniche, con pari diritti, perchè la psoriasi non è una malattia di sole ‘due macchiolinè sulla pelle”.
“L’inserimento della Psoriasi nel Piano Nazionale Cronicità – afferma Tonino Aceti, presidente di Salutequità – rappresenta una priorità, soprattutto in questo momento, visto che è in discussione per l’aggiornamento. Sarebbe inaccettabile per i pazienti che ne sono affetti dover attendere altri 7 anni per esser considerati nel successivo aggiornamento: conviene a tutti, pazienti, professionisti sanitari e SSN. Già ci sono regioni che se ne stanno rendendo conto e chiedono un intervento strutturato e uniforme al livello nazionale”.
Alla psoriasi sono associate altre patologie, quali sindrome metabolica (obesità), ipertensione, diabete, depressione dovuta alla severità della patologia e alla localizzazione (per esempio volto, mani, parti intime, zone sensibili), rischio di malattie cardiovascolari. La buona notizia è che curando la psoriasi diminuisce il rischio di infarto e ictus.
Una persona con psoriasi su tre (33%) soffre di una comorbidità, una su cinque (19%) di due, e poco meno di una su dieci (8%) di tre.
In quanto infiammatoria, se non controllata, comporta dei danni cumulativi come per esempio l’artrite psoriasica che compare nel’30% dei pazienti che presentano inizialmente psoriasi solo a livello cutaneo. Si stima che siano 150 mila le persone con patologia in forma severa e che circa 50 mila siano in cura con farmaci biologici e altrettanti 50 mila in lista di attesa.
Dati di una revisione sistematica del 2016 hanno mostrato un tasso di aderenza alla terapia entro l’anno di trattamento compresa tra il 21,6% e il 66,6%.
Solo un paziente su 5 in trattamento con agenti topici mantiene la terapia nel tempo (20%); ma 4 su 5 interrompono i trattamenti (80%).
Tra coloro che sono in cura con farmaci biologici l’aderenza aumenta considerevolmente e raggiunge l’80%, anche se resta ancora oltre una persona su 10 (13%) che interrompe il trattamento (fonte Clickon, 2021).
Una analisi di Salutequità ha individuato solo l’esistenza di 10 iniziative di carattere gestionale o di definizione di percorso intraprese nelle aziende sanitarie (come ad esempio PDTA aziendali o percorsi clinico-assistenziali), prevalentemente concentrate su percorsi di carattere ospedaliero o ospedaliero-universitario; alcune di essere hanno previsto un collegamento con il MMG, altre sono multidisciplinari (con collegamenti con reumatologia-gastroenterologia).
Nelle Regioni l’attenzione è prevalentemente rivolta all’uso dei farmaci come nel caso di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia; anche se ci sono iniziative che interessano il livello locale come il finanziamento dell’ambulatorio “Cross” presso IRCCS “De Bellis” deliberato dalla Puglia (DGR 28 marzo 2022, n. 418).
Per il resto restano ancora valide le difficoltà riscontrate dal Censis nel suo rapporto del 2015: in 7 casi su 10 i pazienti sono passati da uno specialista ad un altro per ottenere una diagnosi corretta e in 5 su 10 si sono rivolti in media a 4 diversi specialisti o Centri prima di individuare l’attuale interlocutore a cui affidarsi per le cure.
Accesso reso ancora più difficile dalla pandemia. Nel 2021, considerando i soli 3 mesi oggetto di monitoraggio, accedere ad una visita dermatologica è stato più complicato rispetto al 2019 e al 2020: le prestazioni a disposizione per gli assistiti ai fini di una diagnosi o di controlli sono state 10.827, meno rispetto ai 2 anni precedenti (11.333 e 11.994).
E’ difficile indicare con precisione i costi che il SSN ed i pazienti sostengono per le cure. Stando agli studi degli ultimi anni i costi sarebbero quantificabili in una forbice che oscilla tra 8.371,61 euro annui per ricoveri, esami di laboratorio e farmaci (2015, studio su 6 centri), fino a 14.210 (2016, valutazione farmacoeconomica su dati amministrativi retrospettivi ASL Caserta). L’International Federation of Psoriasis Associations nella pubblicazione Speaking up for psoriasis Disease in Europa stima il costo totale annuo per persona pari a 11.434 euro, comprendendo i costi sostenuti da SSN e la spesa out of pocket (2022).
I dati certi disponibili sono quelli dell’assistenza farmaceutica che in dermatologia che mostrano trend in aumento della spesa dopo la pandemia: 199,2 milioni di euro (=0,8% della spesa pubblica totale) nel 2021 e 261,7 milioni di euro (1,1% della spesa pubblica totale). Aumento che sconta anche gli effetti di una mancata definizione di percorsi e di programmazione nazionale.

– foto: Freepik
(ITALPRESS).

Reti ultraveloci per la sanità digitale, evento al Policlinico di Bari

BARI (ITALPRESS) – Istituzioni e operatori, insieme, per guardare al futuro della sanità digitale in Italia. Si è tenuto oggi al Policlinico di Bari, la prima struttura sanitaria del Paese collegata in banda ultralarga del PNRR, l’evento “Reti Ultraveloci per abilitare la Sanità Digitale”.
All’appuntamento hanno partecipato il Direttore Generale del Policlinico di Bari Giovanni Migliore, l’Assessore alla Salute di Regione Puglia Rocco Palese, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti, il Sottosegretario di Stato alla Salute Marcello Gemmato, l’amministratore delegato di Infratel Italia Marco Bellezza e Lorenzo Forina, Chief Commercial Officer di Vodafone Italia.
L’attivazione delle reti ultraveloci da parte di Vodafone Italia del Policlinico di Bari, che opera nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale e Nazionale ed è sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università degli Studi di Bari, è stata parte dei lavori previsti dal Piano Sanità Connessa, uno dei cinque piani operativi dell’Investimento 3 “Reti ultraveloci e 5G” e rientra nei piani di intervento pubblico della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga, finanziato e promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio grazie ai fondi del PNRR finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU, attuato da Infratel Italia, e aggiudicato a Vodafone Italia, in sinergia con Regione Puglia e la società in-house regionale InnovaPuglia.
L’obiettivo del Piano Sanità Connessa è fornire servizi di connettività a banda ultralarga alle strutture del servizio sanitario pubblico sul territorio nazionale. Il Piano è suddiviso in otto Lotti e prevede un investimento complessivo pari a circa 315 milioni di euro. L’accesso a connessioni altamente performanti consentirà alle strutture sanitarie di abilitare una serie di servizi digitali innovativi, sostenendo così la trasformazione dei servizi sanitari a beneficio della società.
“Grazie ai fondi del Pnrr, abbiamo migliorato la velocità di connessione nella nostra azienda ospedaliera di dieci volte, passando da 1 a 10 Gbit al secondo. Abbiamo a disposizione un’autostrada digitale che ci consente un trasferimento rapido e sicuro di dati e informazioni tra le diverse unità operative del Policlinico, del Giovanni XXIII e del magazzino in zona industrialè, ha spiegato il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore. “Siamo orgogliosi di aver conseguito questo obiettivo per primi in Italia e il nostro impegno continua. Attraverso la telemedicina, i nostri professionisti possono offrire consulenze mediche a distanza. La stiamo sperimentando con successo in nefrologia e ci sono progetti che stanno partendo in medicina interna. La telecardiologia è ormai un riferimento per tutta la Puglia. Per noi questo vuol dire poter soddisfare realmente, attraverso la tecnologia, i bisogni dei pazienti”.
“La Regione Puglia è stata sin da subito impegnata nel progetto Sanità Connessa, una scelta che per noi è la naturale prosecuzione dell’attenzione da sempre posta ai sistemi informativi in materia sanitaria. Abbiamo realizzato una cartella clinica elettronica regionale e un sistema di RIS PACS regionale, per il Fascicolo sanitario 2.0 già da fine marzo stiamo conferendo i documenti secondo i nuovi standard voluti col progetto del PNRR e stiamo implementando la medicina di precisione”, ha dichiarato Rocco Palese, assessore alla sanità della Regione Puglia. “Ringrazio il sottosegretario Alessio Butti e il sottosegretario Marcello Gemmato per la loro presenza attenzione e per la collaborazione che dimostra come i risultati arrivino quando Governo e Regione collaborano: spero che la collaborazione continui anche su quanto richiesto anche dal ministro Schillaci per l’aumento del fondo sanitario nazionale senza il quale il sistema sanitario è a rischio. I prossimi passi in Puglia del progetto Sanità Connessa prevedono l’attivazione in breve tempo nelle Asl di Foggia e della Bat, negli Irccs Giovanni Paolo II e De Bellis e negli Ospedali Riuniti di Foggia”.
“Stiamo investendo oltre 314 milioni di euro nel ‘Piano Sanità connessà per digitalizzare l’intero sistema sanitario, rendendo disponibili a tutti cure efficienti e di qualità grazie alle connessioni ultraveloci. Il Sud sta dimostrando un dinamismo notevole e la Puglia procede spedita: al Policlinico di Bari abbiamo già implementato il nostro piano, potenziando la connessione da pochi Mbit/s a 10 Gbit/s, e in altre 77 strutture pugliesi sono in corso lavori. Miriamo a coprire tutte le 511 strutture entro il 2026. Questa collaborazione tra il governo, le amministrazioni territoriali e gli operatori TLC evidenzia come possiamo ottenere risultati eccezionali lavorando insieme. La sinergia è fondamentale e speriamo di vederla replicata in tutte le regioni d’Italia”, dichiara il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti.
“Il Ministero della Salute e il Governo credono fermamente nella sanità pubblica e nella strada intrapresa verso l’ammodernamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale” – afferma il Sottosegretario alla Salute On. Marcello Gemmato. “La transizione digitale è la chiave per offrire servizi sanitari migliori e di prossimità ai cittadini e superare fragilità territoriali e disparità che ancora oggi permangono, non solo tra il Nord e il Sud Italia, ma anche tra diverse zone all’interno di una stessa regione. Il progetto presentato oggi al Policlinico di Bari esprime al meglio tutte le potenzialità della sanità digitale ed è esempio concreto e promettente di messa a terra del PNRR, nella collaborazione virtuosa fra tutti i soggetti coinvolti”.
“Il Piano “Sanità Connessa” finanziato dal PNRR vuole abilitare servizi avanzati per le strutture sanitarie pubbliche del Paese. Il Policlinico di Bari è stato il primo plesso ospedaliero connesso ed il segno di come un’efficiente sinergia tra soggetti pubblici – Infratel Italia, il Dipartimento per la trasformazione digitale e la Regione Puglia – e operatori privati, in questo caso Vodafone, contribuisca alla costruzione di una filiera di valore e di modelli virtuosi per il nostro Paese – dichiara l’AD di Infratel Italia, Marco Bellezza – Il Piano “Sanità Connessa” è un progetto sfidante, che Infratel Italia e i vari aggiudicatari dei lotti stanno portando avanti con concretezza e responsabilità. Abbiamo conseguito un primo importante risultato, ma l’obiettivo è collegare le oltre 12.000 strutture previste dal Piano sanità e rendere il nostro Paese e il sistema sanitario competitivo e digitalè.
“La connettività in banda ultralarga svolge un ruolo cruciale per accompagnare la piena digitalizzazione delle strutture sanitarie e migliorare accessibilità e qualità delle cure mediche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie – ha dichiarato Lorenzo Forina, Chief Commercial Officer di Vodafone Italia -. Nel nostro ruolo di abilitatori di servizi digitali, vogliamo favorire la realizzazione di nuovi modelli in cui le tecnologie possono colmare il divario tra bisogni e risorse, coniugando esigenze di cura con quelle di una maggior efficienza a tutti i livelli. Una collaborazione pubblico-privato che consentirà di accelerare l’adozione di soluzioni digitali in migliaia di altre strutture sul territorio al servizio dell’esperienza e della salute dei pazienti”.
Nel corso dell’evento al Policlinico di Bari, Vodafone ha realizzato due demo per altrettanti casi d’uso per mostrare come la banda ultralarga possa abilitare tecnologie e piattaforme per favorire e accelerare la digitalizzazione degli ospedali e la diffusione della telemedicina con l’obiettivo di avvicinare sempre più la sanità alle esigenze della popolazione sul territorio.
In particolare è stato presentato un sistema di remote proctoring, che offre supporto da remoto al medico in sala operatoria, basato su connettività a banda ultralarga e software di realtà aumentata. La soluzione, sviluppato da Artiness con il sostegno di Vodafone Italia, consente di visualizzare in realtà aumentata sia i segnali medicali provenienti dalla sala operatoria sia un modello 3D dell’organo del paziente specifico, rendendo la soluzione utile anche a scopi formativi. Il secondo caso d’uso realizzato insieme a L.I.F.E. consiste in una soluzione basata su una maglietta smart wearable con sensori che rilevano in tempo reale i parametri fisiologici consentendo al medico di monitorare lo stato di salute del paziente in tempo reale durante le sue attività quotidiane.

– foto ufficio stampa Vodafone (Lorenzo Forina, Chief Commercial Officer di Vodafone Italia, Giovanni Migliore Direttore Generale del Policlinico di Bari, Assessore alla Salute di Regione Puglia Rocco Palese, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla Salute Marcello Gemmato, l’amministratore delegato di Infratel Italia Marco Bellezza) –
(ITALPRESS).

Sanità, la telemedicina in farmacia fa prevenzione sul territorio

BRESCIA (ITALPRESS) – Al Congresso Nazionale di Cardiologia “Cardio-Brixia”, tenutosi a Brescia nell’Aula Magna dell’Università dal 21 al 23 settembre, sono stati presentati i dati preliminari del progetto di “Prevenzione primaria e secondaria delle patologie cardiovascolari”, nato dalla collaborazione tra Università di Brescia, Istituto Superiore di Sanità e Federfarma. Hanno partecipato il professor Francesco Fedele (Società Italiana di Cardiologia), il professor Francesco Gabbrielli (Istituto Superiore di Sanità), il dottor Marco Cossolo (Presidente Federfarma), il dottor Giovanni Petrosillo (Presidente Sunifar), il dottor Ovidio Brignoli (Simmg), il dottor Massimo Lombardo (DG Asst Spedali Civili di Brescia), la dottoressa Clara Mottinelli (Presidente Federfarma Brescia). Al progetto aderiscono le oltre 7000 farmacie che, sull’intero territorio nazionale, fanno parte del network nato dalla collaborazione tra Federfarma e HTN Virtual Hospital di Brescia.
“Il valore aggiunto dell’attuale rete Federfarma-HTN – afferma il cardiologo Fulvio Glisenti, presidente di HTN – è costituito dalla capillare distribuzione peninsulare e insulare che copre anche le zone interne poco servite e, soprattutto, dal fatto che il network usufruisce di un’unica piattaforma informatica condivisa, con uniformità di erogazione delle prestazioni e formazione del personale, uniformità di raccolta dei dati sanitari, uniformità di dotazioni strumentali di tipo ospedaliero con un solo database”. I dati del progetto sono stati illustrati dalla Prof.ssa Savina Nodari che ha sottolineato come l’attuale contesto demografico ed economico (aumento dell’età media, aumento delle patologie croniche, incremento dei costi per l’assistenza sanitaria) porti alla necessità di trasferire molte attività dall’ospedale al territorio potenziando l’assistenza di prossimità. Di grande interesse sono risultati sia i dati elaborati sul totale delle prestazioni sanitarie erogate sia quelli relativi allo studio di un sottogruppo di elettrocardiogrammi registrati nel periodo febbraio 2022 – febbraio 2023. Le prestazioni sanitarie erogate dalla rete Federfarma-HTN ammontano, ad agosto 2023, a 1.313.634 di cui: 839.211 Elettrocardiogrammi. Nell’8,6% dei casi si sono riscontrate anomalie inaspettate della traccia elettrocardiografica non compatibili con i dati anamnestici riferiti. 191.615 Holter pressori. Nel 38% dei casi si sono riscontrati trend pressori anomali. 282.808 Holter cardiaci. Nel 31,3% dei casi si sono riscontrate aritmie maggiori come fibrillazione atriale, aritmie ventricolari minacciose, blocchi atrio-ventricolari avanzati con un 5,9% dei pazienti in cui l’aritmia era da codice rosso: in questo caso si è provveduto all’invio in pronto soccorso. Tutte le persone cui sono state rilevate anomalie significative sono state invitate a contattare il proprio medico curante per ulteriori valutazioni e/o approfondimenti diagnostici. Lo studio relativo al sottogruppo di 266602 elettrocardiogrammi (accompagnati dalla raccolta da parte del farmacista di anamnesi, terapia e sintomi), è stato volutamente indirizzato a valutare l’appropriatezza delle azioni intraprese nei confronti di prestazioni effettuate per prevenzione/screening (89%), dolore toracico (2,6%), dispnea (0,5%), cardiopalmo (1,2%). In 4601 casi su 266.602 sono state rilevate anomalie della traccia elettrocardiografica non compatibili con i dati anamnestici riferiti e tali da suggerire l’esecuzione di indagini supplementari (valutazione cardiologica, prescrizione esami strumentali, invio al pronto soccorso). In particolare, 1987 pazienti su 266.602 sono stati inviati direttamente al Pronto Soccorso (0,7%) per le seguenti situazioni di emergenza: 986 per fibrillazione atriale non nota o ad elevata risposta ventricolare, 588 per ischemia miocardica in atto o elettrocardiogramma non dirimente in paziente con rischio cardiovascolare elevato. La farmacia ha raccolto per ognuno di questi pazienti la documentazione relativa alla dimissione ospedaliera che ad un’analisi retrospettiva ha consentito all’Università di Brescia di documentare, per quanto attiene al sintomo dolore toracico, un’appropriatezza nell’invio al Pronto Soccorso del 71,2%. “Questi risultati dimostrano la crescente importanza del ruolo svolto dalla telemedicina in farmacia nell’ambito della prevenzione cardiovascolare” afferma il presidente di Federfarma Marco Cossolo.(SEGUE)(ITALPRESS).

Foto: agenzia Fotogramma

Farris confermato alla presidenza ADF “Agiremo per la sostenibilità”

ROMA (ITALPRESS) – ADF, l’associazione dei Distributori intermedi aderente a Confcommercio e alla federazione europea della categoria GIRP, ha rinnovato il vertice per il triennio 2023-2026.
Alla guida dell’Associazione restano confermati all’unanimità Walter Farris alla Presidenza, insieme ai quattro vice-presidenti: Ornella Barra (Past-President), Alessandro Albertini, Leonardo Panico, Luca Sabelli e al Tesoriere Antonino Rivara. Completano il Comitato di Presidenza Mario Barbieri, Renato De Falco e Raffaele Testa.
Gli altri componenti del Consiglio Direttivo ADF sono i seguenti: Paolo Cainelli, Crescenzo Cinquegrana, Laura Ciuffani, Lorenzo Clerici, Domenico Laporta, Fabrizio Maroni, Ettore Morra, Andrea Riccobono, Marco Velluti, Alberto Zaggia.
Il collegio dei Revisori dei conti è così composto: Niccolò Dallaglio, Arianna Furia, Giuseppe Re (effettivi), Carlo Bergamini e Gianluca Corcione (supplenti).
Il Presidente Farris, ringraziando gli Associati e i Consiglieri per la fiducia confermatagli, ha indicato la volontà del Direttivo di dare un segnale di continuità e stabilità delle politiche ADF in una fase cruciale per la sanità italiana.
“Raccolgo con il massimo senso di responsabilità il rinnovato incarico – afferma – conscio che guidare l’associazione nazionale più rappresentativa del settore comporta dover affrontare molte sfide, vecchie e nuove, nell’attuale contesto di particolare complessità. Insieme ai Colleghi Consiglieri intensificheremo l’attività per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti a tutela delle Aziende associate e della categoria:- riconoscimento e valorizzazione del ruolo cruciale dei Distributori intermedi full-line nella filiera -equa riforma della remunerazione, indispensabile alla sostenibilità delle nostre Aziende
-coinvolgimento e integrazione nelle politiche nazionali e regionali di assistenza farmaceutica/sanitaria, al fianco delle farmacie e a tutela della popolazione”.
“La Distribuzione intermedia, garantendo alla collettività servizi di notevole valore sociale e sanitario – prosegue – dev’essere sempre più integrata nell’ecosistema-salute del Paese. Il nostro coinvolgimento, infatti, è indispensabile affinchè i farmaci giungano in maniera efficace, tempestiva e sicura attraverso le farmacie a tutti i cittadini, ma non dimentichiamo che la Distribuzione intermedia significa anche impresa, investimenti, occupazione, sinergie, salute: in poche parole rappresenta un notevole valore sociale, economico, sanitario. E la sanità del futuro, della Farmacia dei servizi, della salute sul territorio non può che trovare concretezza con il supporto dei Distributori intermedi full-line”.
– foto ufficio stampa A.D.F.-Associazione Distributori Farmaceutici –
(ITALPRESS).

Inaugurata una postazione medicalizzata del 118 a Lampedusa

PALERMO (ITALPRESS) – La chiamata di soccorso “numero 1” è giunta alle ore 11: stamattina ha preso il via per la prima volta a Lampedusa una postazione medicalizzata del 118, attivata in base a un’intesa tra Regione Siciliana, Seus 118 e Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp). Su mandato specifico del ministero della Salute, l’Inmp ha finanziato i circa 2 milioni e 258 mila euro necessari per la durata iniziale dell’accordo, cioè fino al 31 agosto 2025. “L’attivazione, per la prima volta, di una postazione medicalizzata del 118 – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – oltre ad assicurare un ulteriore strumento di assistenza medica tempestiva alla popolazione residente e ai turisti, è anche la dimostrazione di come il governo regionale sia vicino alla comunità lampedusana che sta affrontando sfide straordinarie a causa dei continui sbarchi di migranti. Lampedusa non è sola e va aiutata con azioni concrete come quella di oggi”. La postazione è ospitata all’interno del Poliambulatorio dell’Asp di Palermo di contrada Grecale. All’attivazione di oggi sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco Filippo Mannino, il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato regionale della Salute, Salvatore Iacolino, il presidente della Seus 118, Riccardo Castro, il commissario straordinario dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, il direttore generale dell’Inmp, Cristiano Camponi, e l’assessore comunale alla Salute, Aldo Di Piazza.
L’accordo, di durata biennale ed eventualmente rinnovabile per altri 36 mesi, attua la norma “Decreto Flussi” inserita su iniziativa del ministro della Salute “per garantire tempestività ed efficienza negli interventi di emergenza-urgenza a tutela della salute degli abitanti dell’isola e della popolazione migrante”. “E’ un traguardo importante – dice Iacolino – al quale abbiamo concorso come Regione Siciliana. Fondamentale la sinergia con Inmp, Seus 118 e Asp di Palermo. La comunità delle Pelagie può contare da oggi su un’ambulanza medicalizzata che garantisce prontezza di interventi e immediatezza nella risposta assistenziale. E’ una chance ulteriore di sicurezza fornita in un luogo significativo e, per certi versi, disagiato come l’isola di Lampedusa, ma è soprattutto una risposta complessiva del sistema sanitario”. Per Castro, “grande e forte è stata la spinta del presidente della Regione, Renato Schifani, e dell’assessorato regionale della Salute nel volere una postazione medicalizzata del 118 a Lampedusa. L’intera comunità dell’isola può da oggi contare su un soccorso avanzato, caratterizzato da un equipaggio composto da un medico, un infermiere e 2 autisti-soccorritori. E’ un’ambulanza dotata di defibrillatore, ecografo e di tutte le attrezzature necessarie per rianimare a bordo un paziente”.
Camponi sottolinea che “si tratta di un importante servizio offerto alla comunità di Lampedusa, realizzato grazie all’intervento fortemente voluto del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha attivato l’Inmp, articolazione operativa del ministero che, in piena sinergia con la Regione Siciliana e il Comune di Lampedusa, ha contribuito finanziariamente e progettualmente alla realizzazione della postazione del 118 per la prima volta nell’Isola. Si tratta, comunque, di un primo passo di un percorso di partnership che sta coinvolgendo anche ministero dell’Interno, Guardia costiera, Asp di Palermo e Croce Rossa Italiana per fornire ulteriori servizi, di valenza sia sanitaria che sociale, alla comunità delle Pelagie”.

– Foto: ufficio stampa Regione siciliana –
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Covid, nell’ultima settimana casi ancora in aumento

ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana dal 14 al 20 settembre sono stati 36.102 i nuovi casi di Covid-19, con un aumento del 17,3% rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 30.778. Lo rende noto il ministero della Salute.
I morti sono stati 117, con una variazione di +18,2% rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 99.
I tamponi sono stati 232.664, il 12,5% in più rispetto alla settimana precedente (206.748). Il tasso di positività è in rialzo dello 0,6% e arriva al 15,5%.
“Come ben evidenziato stamane dalla Cabina di Regia che si occupa del monitoraggio COVID-19, i dati della settimana vanno nella direzione di un rallentamento dell’incidenza dei nuovi casi e, cosa che interessa di più, resta molto limitato l’impatto sugli ospedali”, spiega il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Covid, Schillaci “Serve tranquillità, la priorità è proteggere i fragili”

ROMA (ITALPRESS) – “Gestire i casi di bambini e ragazzi positivi al covid ma asintomatici, sulla base del contesto scolastico e quindi della presenza di bambini o insegnanti fragili”. E’ l’indicazione fornita dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, in una intervista al Corriere della Sera. “Bisogna avere un atteggiamento di tranquillità – prosegue – perchè i numeri del contagio sono aumentati, in numero assoluto, però c’è stata di mezzo l’estate e la riapertura delle scuole: due momenti in cui c’è una grossa circolazione di persone. Però, quello cui guardiamo oggi è quante persone poi vengono ricoverate negli ospedali e quante purtroppo finiscono nelle terapie intensive per una malattia più grave. Questo, oggi, è assolutamente sotto controllo. E’ chiaro che stiamo monitorando con grande attenzione proprio i problemi legati agli studenti. Abbiamo un tavolo di lavoro dove sono coinvolti, oltre al ministero dell’Istruzione e del Merito, il ministero della Salute, l’Istituto superiore di Sanità e le regioni per arrivare a una raccomandazione che senza creare allarme, tenga in sicurezza le persone – ragazzi e adulti – fragili. Anche perchè la nostra attenzione, sia in questa fase che in quella successiva, che inizierà a partire dalla prossima settimana con la vaccinazione, è diretta alle persone più anziane, alle persone fragili che, se infettate dal virus, possono magari sviluppare una forma più aggressiva. E quindi anche per la scuola ci guideranno questi principi. Però senza tornare indietro, senza allarmismi, senza imposizioni di misure che, con quella che è l’epidemiologia attuale, ci sembrano assolutamente da non prendere in considerazione».
-foto Agenzia Fotogramma-
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Sanità San Marino, Mularoni incontra Schillaci

SAN MARINO (ITALPRESS) – Il Segretario di Stato alla Sanità di San Marino, Mariella Mularoni, che si trova a New York per intervenire nella Riunione di Alto Livello sulla Copertura Sanitaria Universale, ha avuto occasione di avere un approfondito incontro con il Ministro della Salute della Repubblica Italiana, Orazio Schillaci. E’ stato il primo incontro tra i due Ministri omologhi, ma fin da subito si è trattato di un colloquio molto concreto e operativo focalizzato sulle principali problematiche bilaterali in ambito sanitario. Tra i temi, la carenza di medici, il reperimento dei vaccini di nuova generazione e la questione previdenziale legata all’impedimento del cumulo contributivo tra San Marino e Italia. Il Ministro Schillaci, che ha mostrato di conoscere bene tutti i dossier, ha garantito la propria disponibilità e collaborazione per una veloce risoluzione delle tematiche ancora aperte.
In queste ore si sta inoltre svolgendo un tavolo tecnico a Roma sul tema previdenziale fra i funzionari dell’ISS e i tecnici italiani del Ministero del Lavoro. I due Ministri sono in contatto con le rispettive delegazioni e sulla base dei risultati ottenuti, proseguiranno le strette interlocuzioni per addivenire a una soluzione in tempi rapidi.
Il Segretario di Stato Mularoni ha avuto anche occasione di incontrare il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Giorgia Meloni, che durante uno scambio cordiale ha confermato i rapporti amichevoli fra i due Paesi.

– Foto Congresso di Stato San Marino –

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