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Alopecia areata e dermatite atopica, una nuova speranza per i pazienti

MILANO (ITALPRESS) – Via libera alla rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale di un farmaco per il trattamento dell’alopecia areata e della dermatite atopica. Il Baricitinib, inibitore orale delle Janus chinasi (JAK) di Eli Lilly, è ora rimborsato in fascia H e come prima opzione terapeutica per gli adulti che soffrono delle due patologie. I pazienti interessati, ai quali questa novità annunciata oggi a Milano offre grandi speranze di miglioramento della qualità della vita, sono quelli affetti da alopecia areata severa e da dermatite atopica severa, in associazione a corticosteroide topico.
Entrambe le patologie sono caratterizzate da gravi ripercussioni anche psicologiche. “Mi svegliavo ogni mattino con il terrore di aver perso una parte del mio viso, avevo lesioni ovunque. Ci si gratta tutta la notte”, ha raccontato durante la conferenza stampa Mario Picozza, presidente dell’Associazione Nazionale Dermatite Atopica. “Non sono solo capelli: 31 anni fa, in 10 minuti mi sono caduti tutti e un giorno dopo non avevo più neanche un pelo. E’ una malattia autoimmune dalla quale non si guarisce”, ha testimoniato Claudia Cassia, presidente dell’Associazione Italiana Pazienti Alopecia and Friends – OdV.
La dermatite atopica (DA) è una patologia infiammatoria cutanea a carattere cronico-recidivante che rientra nelle patologie eczematose. Deriva da fattori genetici, ambientali e immunologici. Chi ne è affetto soffre di prurito intenso. La DA si presenta sotto forma di eritema, edema, si formano delle vescicole che possono evolversi verso ulcerazioni e croste fino ad arrivare a lichenificazione e desquamazione. Dal punto di vista psicologico porta all’ansia e alla depressione oltre a una degenerazione della qualità della vita, con l’impossibilità di dormire serenamente durante la notte. Ne soffre in Italia circa l’8% degli adulti e il 30% dei bambini.
L’alopecia areata (AA) colpisce prevalentemente chi ha meno di 30 anni, in Italia si stima ne soffrano poco più di 117.900 persone (dati 2019). E’ una malattia autoimmune a causa della quale si perdono i capelli a chiazze, si può arrivare alla perdita totale dei capelli e di tutti i peli del corpo. La causa non è nota ma si ritiene che la sua origine sia multifattoriale. I pazienti che soffrono di AA hanno un rischio maggiore di disturbi della tiroide, psoriasi, artrite reumatoide, vitiligine e diabete mellito. “Ad oggi io sono costretta a prendere 13 pastiglie al giorno”, ha detto ancora Claudia Cassia. Il Baricitinib è approvato, oltre che per AA e DA, anche per il trattamento dell’artrite reumatoide.
Il professor Antonio Costanzo ha spiegato così il meccanismo d’azione del Baricitinib: “Questo farmaco blocca due piccole molecole che segnalano l’infiammazione all’interno delle cellule. Queste, JAK 1 e JAK 2, possono legarsi a tanti ricettori. Possono segnalare l’infiammazione da parte di più fattori infiammatori. I fattori infiammatori coinvolti nella AA sono simili, anche se non identici, a quelli coinvolti nella DA e nell’artrite reumatoide. Bloccando la molecola, possiamo avere effetti positivi in tutte e tre le malattie. In pratica noi, utilizzando il medicinale, blocchiamo il segnale che ordina alle cellule infiammatorie di produrre fattori contro il capello o fattori pruritogeni”.
Per quanto riguarda l’Alopeci areata, l’ok alla rimborsabilità da parte del SSN è un’ottima notizia: “Abbiamo un triplice vantaggio – ha detto la professoressa Bianca Maria Piraccini, direttore della UOC Dermatologia IRCCS Policlinico Sant’Orsola UniBo – L’AA è riconosciuta come autoimmune, abbiamo un farmaco approvato a dispensazione ospedaliera e facile da usare. La cura è quindi anche vicina e il paziente è poi seguito periodicamente con controlli periodici”.

– foto f03/Italpress –
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Sepsi colpisce 250 mila persone ed è fatale in un caso su quattro

GALLIO (VICENZA) (ITALPRESS) – Quanto è importante lo screening precoce a supporto di una diagnosi appropriata in caso di Sepsi? Se ne parla nel corso della seconda giornata di lavori della Summer School 2023 di Motore Sanità, in corso a Gallio, in provincia di Vicenza.
La sessione, dal titolo “Nuovi approcci allo screening precoce per una diagnosi appropriata e un miglioramento degli esiti: il caso della sepsi”, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Francesco Curcio, Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine, che ha sottolineato come: “Guardando ai dati italiani, ovvero 60 mila morti all’anno, possiamo parlare di emergenza sanitaria. Un’emergenza sanitaria purtroppo in costante aumento anche in conseguenza delle multi-resistenze e delle infezioni ospedaliere”.
La sepsi che, solo in Italia, si stima colpisca 250mila persone, è una sindrome clinica caratterizzata da una eccessiva risposta infiammatoria generalizzata, scatenata da un’infezione causata da microrganismi patogeni. In generale, la sepsi uccide dieci volte più dell’infarto e anche quando non si arriva alla morte del paziente, possono reliquare numerose complicazioni che modificano in modo radicale la qualità della vita del paziente.
“In una tale situazione – continua Curcio – un elemento che condiziona in modo molto marcato l’outcome clinico è la tempestività dell’intervento terapeutico: nei casi più gravi si hanno a disposizione solo poche ore e in generale per ogni giorno che passa senza diagnosi la mortalità raddoppia”.
La diagnosi di laboratorio è basata essenzialmente sulla coltura e identificazione del microrganismo responsabile e poi nella definizione della sensibilità agli antibiotici, ma il tempo necessario per tale percorso diagnostico è di alcuni giorni. Inoltre, non è importante solo identificare il responsabile e verificarne la sensibilità, ma va valutata anche la risposta infiammatoria e immunitaria del paziente. “In questo scenario – chiude Curcio – il fattore tempo diventa cruciale: poter accedere ad un biomarcatore come l’MDW – Monocite Distribution Width, ovvero indicatore precoce di Sepsi con un altissimo valore predittivo, soprattutto in caso di esclusione della patologia, è fondamentale. Inoltre è molto rapido – la risposta si ottiene in pochi minuti, direttamente dall’esame dell’emocromo”.
Il fattore tempo è stato ribadito anche da Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria e Economia Politica, Research Director-Economic Evaluation and HTA, CEIS, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – Presidente SIHTA, il quale ha precisato che: “E’ importante sottolineare come la proporzione di ricoveri con presenze di infezioni ospedaliere sul totale di ricoveri per acuti per ciclo ordinario abbia toccato il suo picco nel periodo pre Covid con circa 56 ogni mille ricoveri. E’ un dato sempre in crescendo, se teniamo conto che si partiva nel 2010 con 34. In questo caso si è mantenuto costante anche nel periodo Covid. Significa che c’è un problema importante dal punto di vista delle infezioni e quindi c’è la necessità di intervenire per ridurre l’impatto sia dal punto di vista epidemiologico, sia economico. Per quanto riguarda quest’ultimo, uno studio in corso di pubblicazione dice che, in buona sostanza, la spesa imputabile per le infezioni ospedaliere (conseguenza come maggiori giorni di degenza) ammonta a circa 800 milioni di euro (dato del 2019). Siamo di fronte a un impatto non solo dal punto di vista della salute, ma anche economico e finanziario molto importante, che si potrebbe ridurre fortemente con politiche legate all’antimicrobial stewardship – in maniera tale da controllare il fenomeno della resistenza antimicrobica – e, allo stesso tempo, ridurre la diffusione delle resistenze. Certamente avere a disposizione anche dei biomarcatori può rappresentare un’opportunità importante nell’ottica di ridurre le diffusioni e contribuire al processo del controllo del fenomeno della resistenza antimicrobica”.
– foto ufficio stampa Motore Sanità-
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Nasce “Cosmetica e Benessere”, il nuovo format tv dell’agenzia Italpress

ROMA (ITALPRESS) – Belli fuori, belli dentro: un equilibrio non sempre facile da raggiungere, eppure sempre più ricercato da uomini e donne. Per orientarsi in un mondo che sta conquistando un pubblico vastissimo è nato un nuovo video magazine dell’Italpress: “Cosmetica e Benessere”
Cosmetico è tutto ciò che può servire a restare più giovani ed essere più belli, ma tutto questo è inevitabilmente legato alla salute. Parlerà di questo Cosmetica e Benessere. Ogni 15 giorni Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano del Gruppo San Donato, intervisterà i protagonisti del settore.
“Daremo voce a chi fa parte di questo mondo, a chi fa ricerca, e potrà raccontarci le ultime novità per aiutarci a mantenere la pelle giovane e sana. Vi racconteremo anche di iniziative importanti per fare cultura del cosmetico e del benessere. Perchè è di cultura che si parla e perchè dobbiamo imparare a capire l’importanza del cosmetico anche per la nostra salute”, dice il professor Di Pietro.
“Un nuovo format dell’Italpress in un settore che sta aprendo nuove prospettive per una vita più longeva ma soprattutto più sana. Una nuova produzione che va ad arricchire il nostro palinsesto dedicato alla salute e al benessere individuale, che può contare già su un tg settimanale Salute Magazine, e sulle rubriche “Medicina Top” condotto da Marco Klinger, “La Salute vien mangiando”, di Rosanna Lambertucci, “Sorsi di benessere” di Angelica Amodei. E’ solo una nuova tappa del cammino che vede Italpress proiettata verso un futuro di media company fortemente focalizzata sulla multimedialità”, afferma il fondatore e direttore responsabile Gaspare Borsellino.
Cosmetica e Benessere andrà in onda ogni 15 giorni sulle piattaforme multimediali dell’Italpress e sull’ampio network dell’agenzia di stampa, che ha superato 400 siti e portali abbonati e oltre 120 emittenti TV in tutta Italia.

– foto Italpress –
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Al via la decima edizione della Summer School di Motore Sanità

GALLIO (VICENZA) (ITALPRESS) – Al via la prima delle tre giornate di lavori della Summer School 2023 di Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Beckman Coulter, BD, AstraZeneca, abbvie, BeiGene, Boehringer Ingelheim, Jannsen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, MSD e PMI SCIENCE Philip Morris International. Un appuntamento consolidato, giunto alla decima edizione, che come da consuetudine ha luogo nel comune di Gallio, nell’altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza.
Evento di punta della sanità italiana – che ha come obiettivo quello di coinvolgere e mettere attorno a un tavolo le forze politiche del Paese, i cittadini, le Istituzioni e gli stakeholder chiamati a discutere dei problemi del Paese e a trovare soluzioni concrete – quest’anno ha come titolo Non c’è economia sostenibile senza salute, “Per ricordare quello che ci ha insegnato la pandemia da Covid-19”, spiega Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità, “ovvero che se non c’è la salute non c’è l’economia, non solo viceversa”.
Un concetto ribadito anche da Rossana Boldi, già Vice Presidente XII Commissione (Affari Sociali) Camera dei Deputati, in apertura degli inizi dei lavori tenutisi nella sede istituzionale del Comune di Gallio alla presenza del Sindaco Emanuele Munari e dell’Assessore alla Sanità e al Sociale, Regione del Veneto Manuela Lanzarin. Altissimo il profilo del parterre di relatori: Annamaria Parente (Progetti Istituzionali e Innovativi Motore Sanità), Walter Ricciardi (Professore Ordinario di Igiene, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Presidente del Mission Board for Cancer, Commissione Europea), Felice Bombaci (Vice Presidente AIL Torino), Fabiano Marra (Vice Presidente di Diabete Italia e Presidente di AGDI), Lorenzo Mattia Signori (Segretario Cittadinanzattiva Veneto), Silvia Tonolo (Presidente dell’Associazione nazionale malati reumatici ANMAR), Rita Treglia (Segretario Nazionale UNIAMO Federazione italiana Malattie Rare, Presidente Associazione Nazionale Angioma Cavernoso Cerebrale ANACC), Valerio Biglione (Direzione scientifica Motore Sanità), Fabiola Bologna (già Segretario XII Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati), Giulio Fornero (Direzione Scientifica Motore Sanità e Direttore Sanitario Camminare Insieme Onlus), Walter Locatelli (Direzione Scientifica Motore Sanità), Annamaria Minicucci (Direzione Scientifica Motore Sanità), Enrico Rossi (già Presidente Regione Toscana), Carlo Tomassini (Direzione Scientifica Motore Sanità), Francesco Locati (Direttore Generale ASST Bergamo EST), Alberto Zoli (Direttore Generale AREU Lombardia), Andrea Bellon (Presidente Federfarma Veneto), Marco Cossolo (Presidente Federfarma), Paolo Petralia (Vice Presidente Vicario FIASO e Direttore Generale Asl 4 Regione Liguria), Pierluigi Petrone (Componente del Comitato di Presidenza Farmindustria, Presidente Assoram), Adriano Pietrosanto (Direttore Area Tecnico-Scientifica, Produzione Industriale e Qualità di Egualia), Lorenzo Terranova (Direttore Area Rapporti istituzionali, Confindustria Dispositivi Medici) e Luciano Flor (già Direttore Generale Area Sanità e Sociale Regione del Veneto).
“Investire in sanità non è un costo, ma un risparmio nel medio/lungo termine, così come ha sottolineato la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)”, ha detto Rossana Boldi, “che ha evidenziato i temi della formazione, della mancanza del personale sanitario – problema che riguarda non solo l’Italia, ma tutto il mondo – e la capacità di dare una corretta informazione ai cittadini. Certo, con il Covid-19 ci siamo trovati ad affrontare vere e proprie sfide, la stessa globalizzazione rappresenta una sfida, così come il cambiamento climatico, l’affacciarsi di vecchi e nuovi virus e batteri dannosi per l’uomo e lo stabilire nuovi principi per avere un sistema di accesso alle cure equo in tutto il mondo. Negli ultimi 20 anni il finanziamento delle spese sanitarie non è stato una priorità della politica, anzi. Dal governo Monti in avanti ci sono stati molti tagli alla sanità -vedi il taglio dei posti letto – e le conseguenze di queste scelte si sono viste durante il periodo Covid. Ora, l’aumento dell’aspettativa di vita, l’aumento della cronicità e della cronicità con polimorbilità, l’aumento dei bisogni e delle richieste dei cittadini portano inevitabilmente a un incremento della spesa sanitaria, ma il ragionamento da fare è: si tratta veramente di spesa, o di un investimento in salute per una vita migliore? Ricordiamo che investire in ricerca, sviluppo, nuovi farmaci e nuovi processi organizzativi si traduce anche in risparmio economico”.
– screenshot sito Motore e Sanità –
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Calamai “In sanità prevale ancora il pensiero maschile”

MILANO (ITALPRESS) – “Nelle professioni sanitarie, da sempre, assistiamo ad una netta prevalenza femminile, ma ancora il pensiero prevalente non è quello femminile. Eppure le donne possono dare un contributo determinante”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Monica Calamai, direttrice delle Aziende Sanitarie di Ferrara, nonchè fondatrice e coordinatrice della Community Donne Protagoniste in Sanità, una rete di professioniste del sistema sociosanitario italiano che porta avanti battaglie importanti sul gender gap e il gender pay gap. La Community, nata appena tre anni fa, si sta allargando in modo significativo, grazie a una folta e nutrita attività.
“Siamo donne che orientano altre donne – ha aggiunto Calamai -. Ad esempio con i nostri ‘caffè di protagoniste”, appuntamento quindicinale, trattiamo tantissimi argomenti, dallo screening della mammella alla violenza di genere, fino alle nuove professioni sanitarie. Senza dimenticare la nostra convention annuale che ha visto la partecipazione di 3 mila persone o la produzione di libri e documenti, nonchè l’attività che svolgiamo per cercare di agire su normative a livello nazionale, oltre ad agreement con altre associazioni”.
“In ambito sanitario le donne sono oltre il 68%, quasi l’80% nelle professioni infermieristiche, nell’ambito dirigenziale medico siamo al 50%, ma quello che è visibile è che a fronte di questa situazione, in alcune professionalità, come quella del primario, abbiamo ancora una prevalenza maschile – ha aggiunto Calamai -. La situazione sta comunque rapidamente cambiando, come del resto è confermato dalle iscrizioni ai corsi di laurea in medicina, dove abbiamo una prevalenza femminile”.
La dottoressa cita come esempio la situazione delle Aziende Sanitarie di Ferrara, dove dopo un primo bilancio di genere, se ne sta preparando un secondo, che dimostra come la presenza delle donne in sanità stia aumentando anche in posizioni apicali rispetto al passato.

– Foto Italpress –

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Lo stress colpisce 8 italiani su 10, scrittura e sport tra i rimedi

ROMA (ITALPRESS) – Sensazione di essere sopraffatti dagli impegni, preoccupazioni costanti, difficoltà a concentrarsi e a prendere sonno sono alcune delle tipiche condizioni legate allo stress e tutti più o meno ne soffriamo. Colpa di uno stile di vita che ci porta a essere sempre connessi a tutte le ore, rendendo difficile staccare, e dell’interiorizzazione di modelli personali sempre più inarrivabili. Lo stress è una condizione sempre più diffusa, come dimostra la ricerca condotta nel 2022 da Human Highway per Assosalute, l’associazione nazionale dei farmaci di automedicazione. Secondo questa indagine, in Italia otto persone su dieci soffrono di almeno un disturbo riconducibile allo stress, tra mal di testa, ansia, tensioni muscolari e disturbi del sonno. Lo stress modifica anche spesso lo stile alimentare, aumentando l’assunzione di grassi e carboidrati o al contrario sopprimendo l’appetito, e quando è prolungato nel tempo può portare a veri e propri problemi di salute, alterando il sistema immunitario e aprendo la porta a vuoti di memoria e problemi cardiaci. Sono questi alcuni degli argomenti trattati da Filippo Ongaro, medico degli astronauti e specialista in medicina dello sport, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“E’ chiaro che lo stile di vita, l’alimentazione, lo sport, la qualità del sonno sono cose importantissime anche per gestire meglio lo stress, ma mi verrebbe da dire due cose un pochino diverse – ha esordito Ongaro – La prima è di abbassare un pò le proprie aspettative, avere una maggiore consapevolezza anche dei costi di quello che facciamo, non soltanto del desiderio di farlo, e dal mio punto di vista c’è anche da dire che bisogna contrastare un pò il proprio modello di pensiero. Le preoccupazioni sono una cosa molto diffusa, fortunatamente per noi la stragrande maggioranza delle nostre preoccupazioni non si realizza mai, ma nella nostra testa crea un surplus. Si può intervenire anche semplicemente con uno strumento banale come la scrittura – ha aggiunto -. Ogni volta provare a scrivere le proprie preoccupazioni e domandarsi ‘ma è veramente probabile che questa cosa accadà pone un freno e rallenta un pò questo stress mentale”.
“Da un lato sullo stress non si considera quanto abbia impatto sulla salute, e sappiamo come ci siano molte patologie connesse con i livelli di stress, dall’altro lato penso anche che non si sappia che lo stress si può gestire – ha spiegato – Moltissime persone danno per scontato che sia impossibile vivere una vita con un livello di stress più basso, in realtà la ricerca ci dice che le tecniche di rilassamento e la meditazione sono efficaci per gestire meglio lo stress”. E alla base dei meccanismi per contrastare lo stress c’è anche l’attività fisica: “Per noi è molto importante riuscire a stimolare la persona a cambiare abitudini e stile di vita partendo dai piccoli passi, questo vale anche per lo stress, se una persona si sente sopraffatta dallo stress bisogna attuare qualche cambiamento nel programma giornaliero, nella modalità in cui una persona dorme o non dorme a sufficienza – ha precisato – Io credo anche moltissimo che lo stress psicologico si contrasti bene iniziando a fare un pò di attività fisica. Se gestita nella maniera corretta, oltre a essere fondamentale per la salute dell’organismo lo è anche sul piano psicologico”.
Allo stesso modo, anche una corretta alimentazione influisce positivamente in tal senso: “Credo che la routine sia un pò un’ancora, è una modalità operativa a cui ritorni in particolar modo quando ci sono periodi più difficili: ho notato nella mia esperienza, soprattutto nell’ambito del coaching, che chi ha una routine anche davanti a grandi ostacoli e grandi problematiche non perde completamente il filo delle proprie giornate, chi invece non ce l’ha comincia classicamente a togliere le cose che danno un beneficio immediato più basso e che sono però quelle che danno il beneficio a lungo termine – ha raccontato Ongaro – Infatti, lo stress comporta anche un cambiamento delle abitudini alimentari proprio perchè vai a cercarti quel compenso che ti manca. Io credo che si interseca veramente molto la nutrizione con lo stress, non credo che ci siano persone che non sanno che i broccoli siano più sani delle patatine fritte. Quello che io penso è che tante persone abbiano un livello di stress e una situazione psicoemotiva che fa sì che il cibo diventi un compenso molto facilmente raggiungibile. In generale, tendiamo sempre a non avere chiaro questo effetto cumulativo dello stress e delle azioni che facciamo nella nostra vita, in realtà tutto si somma e gli errori si rischia di pagarli – ha spiegato – Ma anche paradossalmente il tentativo di riparare gli errori, se non è fatto e dosato correttamente, rischia di peggiorare la situazione”.
Ongaro, che ha lavorato a lungo come medico accanto agli astronauti presso l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), occupandosi di nutrizione, preparazione fisica e riabilitazione psicofisica degli equipaggi, ha infine raccontato alcuni retroscena legati alla gestione dello stress in questa esperienza: “Con gli astronauti ho imparato che chi sta in orbita per sei mesi invecchia l’equivalente di dieci anni se non hanno un programma di contromisure fatto di alimentazione, attività fisica e gestione dello stress. La cosa interessante è che quando hanno questo programma, la velocità di invecchiamento rallenta in maniera drastica, ho avuto sul campo questo esempio lampante, ho visto un astronauta in orbita svariati mesi che non ha potuto fare un certo allenamento è tornato in una condizione – ha concluso – Mentre un altro che invece si è allenato bene è tornato in condizioni completamente differenti”.

– foto Italpress –
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Basso presidente della Association for European Cardiovascular Pathology

PADOVA (ITALPRESS) – In occasione del 10° meeting biennale della Association for European Cardiovascular Pathology (AECVP) che si tiene a Padova presso l’Aula Magna di Palazzo Bo dal 21 al 23 Settembre, con ospiti provenienti da più di 30 Paesi extraeuropei, si verifica il passaggio di testimone dalla Svizzera all’Italia: Cristina Basso, Professore Ordinario di Anatomia Patologica presso il Dipartimento di Scienze Cardiologiche, toraciche e vascolari e di Sanità Pubblica dell’Università di Padova e Prorettrice alle Relazioni Internazionali, assumerà la carica di Presidente della Società scientifica, dismettendo quella di Presidente Eletto, per il prossimo biennio 2023-2025.
“Onorata di questo importante incarico, che sottolinea l’eccellenza del centro di Padova, riconosciuta in tutto il mondo per gli studi sulle patologie cardiovascolari, dalla diagnostica tradizionale anatomo-patologica alla ricerca di base – dice la professoressa Basso -. Non è un caso infatti che il logo della Associazione riprenda, in una rappresentazione stilizzata, il teatro anatomico di Girolamo Fabrici d’Acquapendente, uno dei tanti gioielli della nostra Università”.
L’unità operativa di Patologia Cardiovascolare diretta dalla Professoressa Basso è centro di riferimento soprattutto per lo studio e la prevenzione della morte improvvisa giovanile e le cardiomiopatie eredo-familiari, con importanti riscontri in termini di pubblicazioni scientifiche e finanziamenti di progetti di ricerca, non ultimo il PRIN 2022 del Ministero dell’Università e della Ricerca.
La cerimonia inaugurale, che si terrà nel pomeriggio del 21 settembre a Palazzo del Bo, vedrà la presenza della Rettrice Daniela Mapelli, del Presidente della Scuola di Medicina Angelo Paolo Dei Tos, del Direttore di Dipartimento di Scienze cardio-toraco vascolari e Sanità pubblica Federico Rea e del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova Giuseppe Dal Ben.

– foto ufficio stampa Università Padova –
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Al Gemelli di Roma check up gratuiti sui rischi cardiovascolari

ROMA (ITALPRESS) – Danacol di Danone in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, ha lanciato la campagna “Stay Alive” Danacol | Stay Alive con protagonista Elio, che mira a sensibilizzare gli italiani sul tema del rischio cardiovascolare e che ha dato il via alla settima edizione del Mese del Cuore, dedicato alla prevenzione anche tramite check up gratuiti sui fattori di rischio.
Durante il “Mese del Cuore”, nei tre weekend dal 21 settembre al 7 ottobre 2022, a Roma, verranno offerti check up gratuiti effettuati da un team di medici coordinato dal professor?Francesco Landi, Direttore Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento, Ortopediche e Reumatologiche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma e Ordinario di Medicina interna e Geriatria, Università Cattolica del Sacro Cuore.
Le visite di screening si terranno a Roma presso il Policlinico Gemelli, Palazzina CeMI (Centro di Medicina dell’Invecchiamento) piano 0 ala V (si consiglia di accedere dall’ingresso Largo Francesco Vito 1) nei seguenti giorni e orari: 21 settembre (h. 14-19), 22 settembre (h. 14-19) e 23 settembre (h. 9-13);
28 settembre (h. 14-19), 29 settembre (h. 14-19) e 30 settembre (h. 9-13); 5 ottobre (h. 14-19), 6 ottobre (h. 14-19) e 7 ottobre (h. 9-13)
Inoltre, i check up gratuiti verranno effettuati anche il 14 ottobre, presso il Circo Massimo, in occasione della Longevity Run (14 – 15 ottobre).
Gli screening potranno essere prenotati direttamente al link www.danacol.it/prenota-il-tuo-checkup-gratuito
I medici eseguiranno la misurazione dei 7 fattori di rischio cardiovascolare, ovvero la pressione arteriosa, i valori di glicemia e colesterolo, dell’indice di massa corporea, unitamente alla valutazione dello stile di vita (ad esempio il fumo), delle abitudini alimentari e di alcuni parametri di performance funzionale (come la forza muscolare). Al termine della visita ai partecipanti verrà rilasciata una scheda in cui saranno riportati i risultati delle valutazioni eseguite, corredati da consigli e raccomandazioni per un corretto stile di vita.
Novità di quest’anno, che garantisce una maggiore accessibilità ai controlli, è la possibilità di effettuare un percorso di benessere completamente digitale tramite Smart Axistance e-Well Digital, l’applicazione sviluppata da Enel X che consente di migliorare il proprio stile di vita con il supporto dei medici del Policlinico Gemelli. ?Il percorso prevede un check-up digitale iniziale con la compilazione di un questionario di auto profilazione e la misurazione di alcuni parametri vitali attraverso test guidati da video tutorial; i dati raccolti permetteranno ai medici di creare un programma personalizzato, che include un piano di fitness su misura e il monitoraggio di diverse aree fondamentali per la riduzione dei fattori di rischio per la salute quali fumo, stress e sonno.
Il programma di benessere verrà assegnato durante il videoconsulto in App, che consente un confronto diretto con le equipe del Policlinico Gemelli ovunque ci si trovi. Per prenotare il check up virtuale consultare il sito web https://www.danacol.it/mese-del-cuore/

– foto: Agenzia Fotogramma –

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