ROMA (ITALPRESS) – Un viaggio in auto da Milano a Roma per cambiare la narrazione di una malattia rara e poco conosciuta: l’angioedema ereditario. Tutto nasce dall’incontro fortuito, ma non troppo, tra Enzo Miccio, conduttore televisivo alle prese con un ‘blocco creativò e la sua amica Chiara, con un giovane attore, Gaetano, che li trascina in un’avventura on the road: cosa può andare storto? Dopo un inizio burrascoso, Gaetano si apre con i suoi compagni di viaggio e racconta la sua vita con l’angioedema ereditario: la diagnosi, le difficoltà, le speranze. Con una sorpresa. Anzi, due.
E’ la storia raccontata nel cortometraggio ‘Tutto il tempo del mondò, un viaggio che apre la porta della conoscenza per entrare nella realtà di chi convive con questa patologia.
Il corto è il fulcro della campagna di sensibilizzazione ‘Destinazione Posso – Il mio viaggio con l’angioedema ereditariò promossa da Takeda Italia con il patrocinio di A.A.E.E. – Associazione volontaria per l’angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema, ITACA – Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema e UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare. L’angioedema ereditario ‘sospendè il futuro, la vita dei pazienti è scandita dall’ansia e dall’incertezza per l’imprevedibilità della malattia e la minaccia costante degli attacchi.
Il senso di vulnerabilità e di impotenza generati dall’angioedema ereditario, la diagnosi tardiva e l’impatto sulla qualità della vita sono difficilmente comprensibili per gli altri e per gli stessi medici. La campagna vuole inaugurare una nuova narrazione dell’angioedema ereditario attraverso la conoscenza, il senso di positività e la fiducia nel futuro, offrire supporto emotivo ai pazienti e favorire la connessione virtuosa tra pazienti, specialisti e Centri di riferimento che fanno capo al network ITACA.
L’angioedema ereditario è una malattia genetica rara a trasmissione autosomica dominante: è sufficiente ereditare una copia alterata del gene responsabile da uno dei genitori per ricevere la malattia; tuttavia, circa il 25% dei pazienti presenta una mutazione de novo del gene responsabile.
I sintomi dell’angioedema ereditario compaiono nell’infanzia o l’adolescenza come edemi (rigonfiamenti) transitori e ricorrenti che possono colpire la cute e le mucose in qualsiasi parte del corpo, l’apparato gastrointestinale e respiratorio, in quest’ultimo caso i gonfiori interessano la laringe e la glottide con rischio di asfissia e pericolo di vita3. Gli attacchi di angioedema sono dolorosi e possono essere preceduti da una sensazione di formicolio, mentre circa un terzo di essi è accompagnato da un’eruzione cutanea senza prurito che può simulare un’allergia ma non risponde agli antistaminici nè ai cortisonici. La diagnosi spesso arriva dopo oltre 8-10 anni dai primi sintomi. Le stime riportano che nel mondo conviva con l’angioedema ereditario una persona su 50.000, uomini e donne con la stessa frequenza; in Italia secondo i dati ITACA sono 1.200 le persone interessate di cui circa 1.000 già note, 150-200 ancora da diagnosticare.
‘Come in tutte le malattie rare, la criticità principale è la scarsa conoscenza della malattia anche da parte degli operatori sanitari: per questo si rende necessario promuovere un’operazione di awareness anche tra i medici e allertarli sul fatto che se un paziente si presenta ripetutamente al Pronto Soccorso con rigonfiamenti dolorosi idiopatici o coliche addominali senza una causa specifica, bisogna ipotizzare un angioedema da carenza di C1-inibitore – afferma Mauro Cancian, Presidente Associazione ITACA – Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema e Direttore UOSD Allergologia Azienda Ospedale Università di Padova – particolarmente importante in questa azione di consapevolezza è sensibilizzare i pediatri, poichè possono intercettare i pazienti fin dal primo esordio dei sintomi, al fine di ridurre il forte ritardo diagnostico. Il fatto poi che l’angioedema ereditario si connoti per l’imprevedibilità degli attacchi determina un peso maggiore della malattia: per fortuna oggi abbiamo a disposizione dei validi farmaci per la profilassi continuativa, che anzichè ridurre la sintomatologia nel momento in cui essa si presenta, riescono a prevenire l’insorgenza dei sintomi. L’attuale obiettivo terapeutico dell’angioedema è pertanto di consentire ai pazienti una vita del tutto normale, liberandoli dagli attacchi e dalla paura degli stessi che così tanto influenzano negativamente la loro vita. Il network ITACA ingloba attualmente i 23 Centri di eccellenza italiani in una rete che condivide le proprie conoscenze ed esperienze, garantendo elevati standard qualitativi e una uniformità di approccio in tutta Italià.
Oggi le persone con angioedema ereditario possono riconquistare una quotidianità piena e una visione positiva del loro futuro, proprio a partire dalla conoscenza della loro malattia. Non più vite sospese, non più rinunce a viaggi, vacanze, sport, hobby, momenti con gli amici. Negli anni la ricerca ha individuato i meccanismi che determinano la malattia e permette di impostare cure sia per gli attacchi acuti con una terapia on demand sia per la profilassi, cioè per prevenire gli stessi attacchi. Questo consente di superare i condizionamenti dell’angioedema ereditario sul percorso scolastico, sul lavoro e la carriera e nelle relazioni con gli altri, recuperando il benessere emotivo e l’idea stessa di futuro. Tutto questo oggi è possibile grazie alla conoscenza della malattia di cui i pazienti soffrono, delle terapie disponibili purchè accessibili e grazie ad una adeguata assistenza che deve essere capillare su tutto il territorio nazionale.
‘Riconosciamo il costante e importante lavoro portato avanti da ITACA, a livello nazionale e regionale, per far sì che tutti i pazienti, e non solo quelli residenti in regioni ‘virtuosè, abbiano a disposizione le cure più appropriate, e questo ci consente di continuare a guardare al futuro con tranquillità – sottolinea Pietro Mantovano, Presidente A.A.E.E. – Associazione volontaria per l’angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema – Uno dei nostri obiettivi da sempre è aumentare la conoscenza, che può portare a diagnosi più rapide per i pazienti con angioedema ereditario e quindi farli accedere tempestivamente alle cure più appropriate. Questa conoscenza deve essere portata ai livelli più vari delle discipline mediche poichè, purtroppo, questa malattia può colpire qualsiasi organo del nostro corpo. Devono essere adeguatamente informati i gastroenterologi, gli ortopedici, i pediatri, i medici di medicina generale, che sono i primi referenti dei pazienti. Speriamo che anche grazie a campagne come ‘Destinazione Posso – Il mio viaggio con l’angioedema ereditariò, l’attenzione verso la patologia non si esaurisca mai ed anzi venga sempre mantenuta alta, per contribuire al miglioramento della qualità di vita del paziente. La serenità data dalla disponibilità dei farmaci, dalla presenza di più centri di riferimento e da un’adeguata conoscenza diffusa alla popolazione generale e a tutte le branche della medicina è un valore fondamentalè.
Enzo Miccio, uno dei volti più amati del piccolo schermo, è testimonial della campagna e il protagonista insieme a Ivan Boragine, che interpreta Gaetano, il paziente con angioedema ereditario, del cortometraggio ‘Tutto il tempo del mondò, per la regia di Daniele Barbiero, prodotto da Nicola Liguori e Tommaso Ranchino per MP Film e ideato e curato da Pro Format Comunicazione. Il cortometraggio è disponibile per la visione da oggi sul sito www.destinazioneposso.it.
‘Questa esperienza mi è piaciuta molto e ancor di più l’idea alla base del corto: diffusione di conoscenza, sensibilizzazione, diagnosi precoce… Ho affrontato questo ‘viaggiò con grande interesse pronto alla scoperta, questa volta non di una città, di un popolo o di una religione ma di una malattia, rara, a me sconosciuta – commenta Enzo Miccio, conduttore televisivo e testimonial della campagna – Nel cortometraggio il mio personaggio attraversa una parte dell’Italia insieme a chi ha voluto condividere con lui una parte importante della sua vita ed impara ad ascoltare, ad apprendere e ad incuriosirsi, esattamente come quando si affronta un viaggio verso una meta sconosciuta. Sono felice e grato che abbiano scelto me per questa nuova e spero utile campagna di sensibilizzazionè.
Takeda è particolarmente impegnata e lavora per la ricerca di soluzioni terapeutiche nel campo delle malattie rare cercando di andare incontro ai bisogni insoddisfatti e cercando di fare veramente la differenza nella vita dei pazienti. Questo impegno ha portato l’azienda a trovare soluzioni terapeutiche per almeno 13 malattie rare, tra cui l’angioedema ereditario. Takeda investe 5 miliardi l’anno in ricerca clinica ed è impegnata in oltre 200 progetti da sola o in partnership con aziende, enti e istituzioni.
‘La campagna di sensibilizzazione ‘Destinazione Posso – Il mio viaggio con l’angioedema ereditariò è un chiaro esempio dell’impegno di Takeda nelle malattie rare – dichiara Andrea Degiorgi, Rare Business Unit Head di Takeda Italia – un impegno che va oltre la ricerca e sviluppo di alternative terapeutiche efficaci che possano migliorare la vita dei pazienti, e che mira a dare voce e ascolto a tutte le persone che convivono con una malattia rara e a chi se ne prende cura. Riteniamo che sia fondamentale, per cambiare le prospettive delle persone con angioedema ereditario, aumentare consapevolezza e conoscenza su questa patologia ereditaria rara: ci auguriamo che la forza comunicativa del linguaggio cinematografico possa contribuire a raggiungere questo importante obiettivò.
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(ITALPRESS).
Angioedema ereditario, corto con Enzo Miccio racconta la patologia rara
Dopo Londra, New York e Holliwood, “Io e Freddie” trionfa a Parigi
PALERMO (ITALPRESS) – Presentato al Senato, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids di tre anni fa, il mediometraggio “Io e Freddie. Una specie di magia”, scritto e diretto dal giornalista Francesco Santocono, non finisce di raccogliere riconoscimenti e premi in giro per il mondo, l’ultimo dei quali il Premio “Best Fantasy” al Paris Film Awards, una prestigiosa kermesse cinematografica della capitale francese. Ideato quale campagna di sensibilizzazione contro il virus dell’Hiv dell’Arnas Garibaldi di Catania, con il patrocinio dell’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, in questi ultimi due anni il film è stato proposto in numerose scuole e in alcune strutture detentive, in Italia e all’estero, innescando puntualmente specifici punti di riflessione tra gli intervenuti. “Sono particolarmente felice di questo ennesimo Riconoscimento – ha detto Francesco Santocono – per il quale non posso che ringraziare ancora una volta quanti hanno contribuito. L’idea di un film contro il virus dell’HIV è nata quando ho avuto modo di visionare i preoccupanti dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in particolare quando ho visto quelli relativi agli adolescenti e ai ragazzi sotto i trenta anni”. La forza di “Io e Freddie. Una specie di magia” valica quindi le Alpi e conferma i recenti trionfi internazionali al London Movie Award (Silver Award, 2021), al New York Movie Awards (Honorable Mention, 2022), all’Hollywood Gold Awards (Honorable Mention, 2022) e dell’International Movie Award (Best short, 2022). In Italia, il riconoscimento più prestigioso ottenuto è certamente il Premio Troisi per il miglior regista esordiente, che ha fatto seguito alla Chiave d’oro al Puglia International Film Festival del 2020 (migliore attore) e al Vesuvius International Film Festival del 2020 (migliore attore). Tra i riconoscimenti più importanti, infine, si conta anche il Premio Insanitas, patrocinato dall’Assessorato alla salute della Regione Siciliana, che ha individuato il film come miglior progetto di comunicazione sanitaria del 2021. Al film partecipano attori come Alessandro Haber, Stella Egitto, Gabriele Vitale e Luca Villaggio, con la partecipazione di Mario Opinato, la fotografia di Filippo Arlotta e le musiche di Lino Zimbone. Di recente Francesco Santocono ha presentato Destini Avversi, un altro film di carattere sociale dedicato alla lotta contro la leucemia e i linfomi, con Maria Grazia Cucinotta, Tiziana Lodato e Giulia Vitaliti.(ITALPRESS).
Foto: Ufficio stampa Io e Freddie
Aifa Incontra nuovo canale di dialogo tra l’agenzia e gli stakeholders
Roma (ITALPRESS) – “Aifa incontra” è il titolo della nuova iniziativa presentata in conferenza stampa dal presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù insieme al sostituto Direttore Generale Anna Rosa Marra. L’Agenzia, infatti, ha scelto di mettere in atto un nuovo sistema regolamentato per instaurare un dialogo in trasparenza con i vari stakeholders, tramite la realizzazione di un’agenda pubblica di incontri. “E’ una specie di carta che ci dice quello che dobbiamo fare con i portatori di interesse, obbedendo alla missione del dovere di ascoltare e del diritto alla parola. L’Aifa ha bisogno di crescere e soprattutto, essendo una risorsa importante dello Stato, di confrontarsi. E’ una specie di form aperto per l’ascolto” che secondo Palù si colloca in un contesto che va di pari passo con “l’evoluzione che Aifa si attende da tempo. C’è in ballo una riforma che dovrebbe rilanciarla nel senso della governance e della missione”. Questa iniziativa dunque si pone “In un contesto cruciale per lo sviluppo del paese, per la salute e per il sistema sanitario. Sentiamo molto l’esigenza di parlare con le industrie farmaceutiche, le fondazioni e le associazioni non solo industriali, le società scientifiche, le associazioni di pazienti e per le malattie rare”. Palù ha aggiunto spiegando che questo progetto implementa la “Comunicazione con la società civile e con l’industria che chiedono meno burocrazia, più disponibilità. Noi come agenzia regolatoria dobbiamo incentivare lo sviluppo e la ricerca, che va finanziata. L’Aifa dovrà commutarsi anche in una specie di foundation, come esiste all’estero, per finanziare e avere un’interazione diretta con gli interlocutori, tra cui anche le università. Anche se non faremo ricerca dobbiamo puntare a uno sviluppo in termini prospettici”. Sulla scia di un futuro di cambiamenti e di modifiche riguardo ad Aifa, Palù ha parlato anche del rapporto con le Regioni “Non possiamo pensare di differenziarci in 19 più 2 aree. Le linee guida dell’Agenzia devono essere nazionali, quindi dobbiamo avere un’agenda Aifa per le regioni, che sia garanzia universale delle cure. Questa iniziativa sottende una più grande che spero in futuro si possa attuare”. Nello specifico “Aifa incontra” è un canale di ascolto strutturato ma semplificato per migliorare un processo di comunicazione e condivisione che ha una finalità prevalentemente conoscitiva. Verrà inserito in una pagina dedicata all’interno del sito stesso dell’Agenzia e conterrà materiale e i vari appuntamenti che verranno pubblicizzati tramite un calendario aggiornato. Questo progetto si configura come momento di dialogo propositivo e di espressione delle esigenze degli Stakeholders da tradursi in input e dati per Aifa. Come ha spiegato il Direttore Generale Marra, si tratta di “un processo virtuoso che può portare a una migliore interazione e si incardina in quella che sarà la nuova Aifa, con la nuova organizzazione che dovrà far sue le esigenze di una popolazione che ha bisogno di nuove cure e accessi più rapidi e di poter dare i migliori farmaci a tutti”.(ITALPRESS).
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Rocco Bellantone nominato commissario straordinario dell’Iss
ROMA (ITALPRESS) – Il ministro della Salute Orazio Schillaci, nelle more della conclusione della procedura di nomina del nuovo presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha nominato con proprio decreto il professor Rocco Bellantone commissario straordinario dell’Istituto per un periodo di sei mesi e comunque fino alla nomina del nuovo presidente. Lo comunica il ministero della Salute. Il commissario straordinario assume i poteri di
ordinaria e straordinaria amministrazione. Schillaci, con una nota trasmessa alla presidenza del Consiglio dei Ministri, ha proposto la nomina di Bellantone a presidente dell’Istituto.
– foto: Agenzia Fotogramma –
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In Italia aumentano i casi di Covid, Vaia “Nessun allarme ma prudenza”
ROMA (ITALPRESS) – Aumentano i casi di Covid in Italia. Nell’ultima settimana, secondo quanto emerge dal bollettino diffuso dal ministero della Salute, i positivi sono stati 21.316, circa 6.500 in più del periodo 24-30 agosto. 94 i decessi, il tasso di positività è passato dal 10,5% al 12,6%.
“L’attuale andamento clinico-epidemiologico non desta allarme, ma richiede attenzione e misure di prudenza – spiega il direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia -. Il Ministero, nell’interesse primario della tutela dei cittadini più fragili, si muove in una duplice direzione: da una parte misure di protezione e prevenzione per la tutela e sicurezza sia dei pazienti che degli operatori e dall’altra predisposizione di una campagna di vaccinazione annuale che punti a proteggere coloro che in passato sono stati più colpiti da Covid: anziani, fragili, immunocompromessi”.
– foto: ministero della Salute –
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Alice Zilioli nuovo direttore marketing di Roche Diabetes Care Italy
MONZA (ITALPRESS) – Alice Zilioli è il nuovo Direttore Marketing di Roche Diabetes Care Italy S.p.A., la divisione del Gruppo Roche pioniere nello sviluppo di sistemi di monitoraggio della glicemia e leader mondiale nell’offerta di soluzioni per la gestione del diabete.
Laureata in Economia presso l’Università Carlo Cattaneo di Castellanza (VA), ha sviluppato la sua carriera all’interno del settore farmaceutico, consolidando un’esperienza ventennale in diverse aree terapeutiche.
Ha iniziato la sua carriera in Roche nel 2007 e da allora si è affermata come una figura di spicco nel settore del Marketing, Market Access e Sales Force Management. Inoltre, da gennaio 2020, ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’area Marketing & Customer Innovation, dove ha guidato con successo un processo di trasformazione orientato al cliente, focalizzato sull’offerta integrata di prodotti e servizi, con un particolare focus sulla Digital Health e lo sviluppo di un programma di open innovation per un accesso continuo all’innovazione.
Grazie alla sua esperienza pluriennale in Digital Health, Omnichannel Marketing, Customer Engagement e Health Economics and Outcomes Research, Alice Zilioli porta con sè una visione innovativa e orientata al futuro. Appassionata di change management, ama abbracciare sfide sempre nuove e collaborare con team cross-funzionali e cross-divisionali con l’ambizione di migliorare la patient experience e gli outcome di cura.
“Sono felice di ricoprire questo nuovo ruolo”, dichiara Alice Zilioli, Direttore Marketing di Roche Diabetes Care Italy. “In qualità di leader mondiale nella gestione del diabete, sentiamo crescente la responsabilità di offrire soluzioni e servizi sempre più personalizzati, integrati e sostenibili per supportare le persone con diabete nella gestione quotidiana della patologia. Per questo motivo, sarà mio compito sostenere il portfolio di prodotti esistenti e guidare il percorso verso l’innovazione, oggi rappresentata dal nuovo sensore per il monitoraggio in continuo del glucosio di Dexcom, di cui Roche Diabetes Care è distributore esclusivo per l’Italia; sviluppata per soddisfare i bisogni clinici di un elevato numero di persone con diabete, questa soluzione rappresenta un’alternativa concreta ai sistemi di monitoraggio intermittente oggi ampiamente diffusi”.
– foto – ufficio stampa Roche –
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Long Covid, possibilità di cura dai farmaci antistaminici e antiulcera
MILANO (ITALPRESS) – Una combinazione di vecchi farmaci antistaminici e antiulcera accende la speranza in coloro che soffrono della sindrome del Long Covid, una malattia multisistemica conseguenza dell’infezione da SARS-Cov-2. A dimostrarlo è uno studio multicentrico coordinato dal professor Carmine Gazzaruso – responsabile Centro di Ricerca Clinico (Ce.R.C.A.) dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano (Gruppo San Donato) e professore di Endocrinologia dell’Università Statale di Milano – che indaga il ruolo dei mastociti, cellule del sangue, nella fisiopatologia del Long Covid e l’efficacia del trattamento con bloccanti dei recettori dell’istamina, che è una delle sostanze rilasciate dai mastociti.
Il Long Covid è una patologia, talvolta invalidante, che ad oggi non ha una terapia standard ed efficace e può presentare una grande varietà di sintomi: cardiovascolari, psicologici, neurologici, respiratori, gastrointestinali, dermatologici e muscoloscheletrici.
Tra queste manifestazioni le più comuni sono tachicardia, palpitazioni, ipotensione posturale, affaticamento, deterioramento cognitivo, mancanza di respiro e tosse.
Il team dei ricercatori guidati dal professor Carmine Gazzaruso ha preso in esame quattro gruppi di sintomi caratteristici nel Long Covid: stanchezza e astenia, alterazione cardiaca, nebbia mentale e alterazione della memoria, disturbi gastrointestinali (dolore, meteorismo, gonfiore). E’ stato quindi selezionato un campione di 27 soggetti affetti da questa condizione, che presentavano però caratteristiche comuni: soffrire di Long Covid da oltre 6 mesi, essersi sottoposti a diversi trattamenti – come ad esempio aver assunto multivitaminici, betabloccanti e aver affrontato percorsi riabilitativi – con risultati fallimentari.
“Inoltre i pazienti arruolati per il nostro trial non erano vaccinati contro il Sars-Cov-2, perchè il vaccino potrebbe modificare i sintomi del Long Covid, non erano soggetti allergici e non avevano mai sofferto, prima della infezione da SARS-Cov-2, di uno dei sintomi presi in considerazione nello studio” afferma il professor Gazzaruso, principal investigator del lavoro, pubblicato sulla rivista Frontiers in cardiovascular medicine. “La stanchezza, che accomunava tutto il campione preso in esame, doveva essere accompagnata, per la validità dello studio, da almeno uno degli altri sintomi. Nella media dei pazienti esaminati il dato è stato confermato, registrando, anzi, la presenza di tre sintomi, se non addirittura dell’intera sintomatologia”.
Studi precedenti, condotti a livello nazionale e internazionale, avevano evidenziato come nei pazienti con Long Covid vi fosse una maggiore attivazione dei mastociti, rispetto al normale, reazione simile a quanto avviene nei soggetti allergici con i quali vi è, effettivamente, anche un’assonanza di sintomi. Nel paziente allergico si verifica una grande produzione di istamina e prostaglandine, sostanze liberate in eccesso dai mastociti, esattamente come rilevato anche nel campione dello studio. Si evince quindi che nei pazienti con Long Covid si scateni una reazione cronica infiammatoria sostenuta con un meccanismo tipico dell’allergia.
Questa evidenza ha generato nei ricercatori l’idea di inibire la reazione prodotta, bloccando due dei quattro recettori dell’istamina, detti H1 e H2, mediante l’impiego di due farmaci datati, ormai poco utilizzati nella pratica clinica quotidiana: un antistaminico (la fexofenadina) e un antiulcera (la famotidina), molto usato prima dell’avvento dell’omeprazolo. Nello specifico, l’antistaminico bloccava il recettore H1 dell’istamina, mentre il secondo inibiva il recettore H2.
Il campione è stato poi suddiviso in due gruppi: il primo, formato da 14 persone, ha ricevuto la terapia farmacologica combinata, mentre al secondo, il gruppo di controllo formato da 13 persone, non è stato somministrato nulla.
I risultati sono stati promettenti: i sintomi del Long Covid sono scomparsi completamente nel 29% dei pazienti del primo gruppo, dopo soli 20 giorni di trattamento. In tutti gli altri pazienti trattati si è comunque rilevato un miglioramento significativo di ciascuno dei sintomi considerati. Nel gruppo di controllo, invece, non si sono registrate variazioni in merito allo stato di salute.
Lo studio è stato condotto grazie al contributo dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano (Pavia), l’Università Statale di Milano, l’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni (Milano) e il Centro Medico Ticinello di Pavia.
“Questa scoperta permetterà alle persone affette da Long Covid, che presentano questo disturbo legato ai mastociti, di guarire o migliorare la propria condizione di salute, attraverso una terapia molto semplice e anche facilmente reperibile – afferma il professor Gazzaruso -. La nostra intuizione è frutto anche del lavoro di tanti colleghi sparsi per il mondo che stanno cercando delle risposte e delle cure per tutti coloro che, a distanza di anni, vivono ancora le conseguenze, talvolta molto gravi e invalidanti, dell’infezione da Covid-19”.
– foto ufficio stampa Gruppo San Donato –
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Professionisti sanitari, il 29-30 settembre a Rimini il 3° Congresso
ROMA (ITALPRESS) – Sanità di prossimità, nuovi modelli organizzativi e gestionali, libera professione, l’equo compenso e la cassa previdenziale; ma anche argomenti cruciali come la gestione del rischio clinico, la sicurezza sul lavoro e il sistema di protezione e assicurativo. Sono solo alcune delle tematiche che saranno affrontate nella terza edizione del Congresso nazionale della Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP). L’evento, dal titolo “Professionisti sanitari patrimonio del sistema salute: valori, competenze e risorse”, si svolgerà il 29 e 30 settembre presso il Palacongressi di Rimini, con oltre 2000 partecipanti, la maggior parte dei quali operatori sanitari che accorreranno da tutta Italia. La presentazione della due giorni di Rimini è avvenuta oggi presso la sala stampa della Camera dei Deputati dove sono intervenuti Teresa Calandra, presidente della FNO TSRM e PSTRP; Diego Catania, vicepresidente della FNO TSRM e PSTRP e Marta Schifone, Componente della XII Commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati.
“Oggi è una giornata molto importante per la nostra federazione nazionale. Il nostro terzo congresso nazionale ha voluto puntare l’attenzione sul valore, le competenze e l’imprescindibilità delle nostre professioni sanitarie – afferma la presidente Teresa Calandra -. Diversi sono i temi che affronteremo ma su alcuni vogliamo porre l’attenzione; da una parte l’assistenza territoriale e quanto l’innovazione tecnologica può essere da supporto a una sanità che guarda al territorio. Ma per farlo – prosegue – è necessario valorizzare le professioni sanitarie attribuendo loro la giusta autonomia e la responsabilità propria dei loro profili. Altro tema è l’evoluzione dei profili professionali, ci sono stati due anni di lavoro per un documento congiunto che ci fa guardare al futuro e confidiamo che, partendo dal documento, si possa massimamente utilizzare quei modelli organizzativi che sono di interprofessionalità e interdisciplinarità”. “Non ultimo, il tema legato sulla sicurezza sul lavoro perchè sappiamo che ogni giorni lavoratori perdono la vita forse perchè sulla sicurezza non si pone la giusta attenzione”, aggiunge.
Diego Catania, vicepresidente della federazione, spiega che “il terzo congresso nazionale prevede ben duemila partecipanti ed è un momento politico-istituzionale. Non è un congresso scientifico perchè approcceremo ben sei temi in sei sessioni diverse che vanno dall’equità delle cure a quella che è la libera professione, quindi la cassa previdenziale per i liberi professionisti, le tecnologie che utilizziamo costantemente, la sicurezza delle cure e soprattutto quella che è la prossimità. Il Covid ci ha insegnato che una sanità moderna deve essere prossima e non solo ospedaliera. Questo è l’obiettivo del Congresso”, conclude.
Secondo Marta Schifone, Componente della XII Commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati, “i professionisti sanitari sono da sempre nell’agenda politica di FdI, abbiamo portato come governo e come gruppo parlamentare un importante fatturato per il lavoro fatto. Penso all’abolizione del vincolo, a tutto l’impegno per il contrasto alla violenza nei confronti dei camici bianchi. Molte sono le sfide – conclude -, penso alla razionalizzazione dei comparti per l’evoluzione delle super competenze, welfare per i professionisti, formazione continua, accesso ai corsi di studio e poi alla professione”.
L’Italia riconosce 31 professioni sanitarie, di cui ben 18 sono rappresentate dalla FNO TSRM e PSTRP. 170 mila operatori sanitari svolgono un servizio insostituibile per le persone assistite, garantendo la qualità e l’autonomia all’interno di ospedali, territori e presso il domicilio. La Federazione nazionale, attraverso la sua composizione eterogenea, rappresenta una risorsa cruciale per il Servizio sanitario nazionale, in linea con l’articolo 32 della Costituzione italiana che sancisce il diritto fondamentale alla salute. La pandemia ha rafforzato la necessità di costruire un nuovo sistema salute, politiche sanitarie solide, investimenti adeguati e mirati, oltre al fondamentale coinvolgimento della comunità professionale.
Il Congresso nazionale della FNO TSRM e PSTRP sarà un luogo di confronto tra politica, Istituzioni e società civile per sviluppare insieme percorsi e scelte orientate alla tutela del benessere e della salute della persona assistita, sfruttando al massimo le potenzialità dell’evoluzione tecnologica e della ricerca scientifica.
– foto xb1/Italpress –
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