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Emergenza plasma, Segato (Aip) “Servono campagne per la donazione”

ROMA (ITALPRESS) – E’ emergenza plasma in Italia. Il Paese non è ancora autosufficiente ma il sangue è necessario per molti pazienti, che ora subiscono le conseguenze della carenza.
“Il problema sangue è diffuso in tutto lo stivale”, ha spiegato in un’intervista all’Italpress Alessandro Segato, presidente dell’Associazione Aip (Associazione Immunodeficienze Primitive). “Attualmente – prosegue – non riusciamo a raggiungere l’autosufficienza che per anni è stata inseguita. Questo per via di una maggiore richiesta di prodotti plasmaderivati da parte di più patologie. In questo momento diventa un grosso problema per chi ne usufruisce”, ha aggiunto.
Per i pazienti, quindi, le conseguenze “sono enormi”. Hanno bisogno “di plasmaderivati e di prodotti emoderivati non soltanto i pazienti con immunodeficienza ma un gran numero di coloro che hanno malattie rare”, ha sottolineato Segato. “Per alcuni il prodotto – ha continuato – è un salvavita, per altri no, però hanno comunque conseguenze veramente importanti. Anche altre associazioni sono molto preoccupate: ci sono alternative terapeutiche ma chiaramente le immunoglobuline aiuterebbero meglio le terapie”.
Ci sono anche differenze territoriali. “Da nord a sud – ha spiegato Segato – abbiamo macchie di leopardo. In alcune regioni, dove c’è stata una programmazione e dove c’è maggiore sensibilizzazione, abbiamo pazienti con i prodotti mentre in altri luoghi ci sono carenze al punto che è stato necessario diminuire la posologia delle immunoglobuline, per esempio, per i pazienti con immunodeficienza”.
Anche il Covid ha contribuito a determinare questa situazione. “La carenza di plasma – ha affermato il presidente dell’Associazione Aip – inizialmente ha avuto uno strascico della pandemia, perchè le persone andavano a donare con meno continuità, era difficile uscire di casa e c’erano molte paure. Poi questo è stato superato e non è stato più un problema. Invece, il problema della pandemia è legato maggiormente al prodotto plasmaderivato commerciale, cioè proveniente dall’estero: l’Italia, per la parte in cui non è autosufficiente, compra soprattutto dagli Stati Uniti. E gli Stati Uniti, durante la pandemia, hanno avuto un calo del 40%”.
Per risolvere il problema della carenza del plasma, quindi, per Segato lo Stato italiano dovrebbe “rendersi conto che il sangue è una risorsa strategica per il Paese, perchè ci sono tantissimi pazienti che ne usufruiscono. Quando lo Stato riconosce che il sangue è un bene fondamentale – ha aggiunto -, bisogna avviare campagne appropriate per sensibilizzare la donazione. Spesso le persone immaginano che la donazione del sangue sia legata a un’operazione chirurgica, un incidente, per cui le sacche di sangue servono a quello. Invece tante volte serve per donare la vita a pazienti che ne hanno bisogno. Il mio – ha concluso – è anche un appello alle istituzioni, perchè prendano seriamente in mano questo problema”.
-foto Agenzia Fotogramma –
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Più mezzi e personale per il 118 in Sicilia, presto nuove assunzioni

PALERMO (ITALPRESS) – “Sin da quando mi sono insediato ho visto che c’erano alcune criticità legate ai pensionamenti. Il lavoro dell’autista-soccorritore del 118 è chiaramente usurante, quindi abbiamo attivato subito tutte le procedure amministrative per implementare l’organico. Lavoriamo per le procedure concorsuali: da questo punto di vista c’è la chiara volontà di potenziare il personale che ha bisogno di essere infoltito”. Ad annunciarlo, in un’intervista all’Italpress, Riccardo Castro, il presidente della Seus, la Società consortile che cogestisce il servizio di emergenza-urgenza 118 in Sicilia. Anche per quanto riguarda il parco mezzi sono in arrivo dei rafforzamenti: “Nel 2020 è stata pubblicata la gara che ha visto, nel biennio 2021-22, consegnare ben 234 ambulanze e siamo in itinere per quanto riguarda la gara per altre 89 ambulanze – prosegue -. Da questo punto di vista il nostro parco è ben strutturato ed è uno dei migliori della nostra nazione”.
Riconoscimenti anche per gli impiegati amministrativi della Seus, per gli aventi diritto che hanno ottenuto il via libera alle progressioni economiche orizzontali, con un avanzamento di carriera all’interno delle stesse categorie contrattuali di appartenenza. A questi si aggiungono i due istituti contrattuali che sono stati garantiti per la prima volta: sia i buoni pasto sia il riconoscimento all’interno dell’orario di lavoro del cosiddetto “tempo tuta”. “Sin dal primo giorno del mio insediamento ho voluto imprimere un’accelerazione per quanto riguarda aspetti che ritengo fondamentali per un buon rapporto e per una giusto riconoscimento dei nostri dipendenti”, prosegue.
Tra le principali novità che hanno interessato il servizio 118 nell’Isola, infine, il recente decreto dell’assessorato alla Salute che introduce regole più stringenti nel sistema di gestione delle cosiddette “eccedenze”: “L’obiettivo del governo regionale è quello di rafforzare l’attività di verifica nella gestione del servizio di emergenza-urgenza. E’ chiaro che la Seus avrà un ruolo molto importante, in un’ottica di vigilanza e trasparenza, anche per quel che riguarda le valutazioni delle certificazioni antimafia. Un lavoro che in passato veniva già realizzato, ma che adesso verrà rafforzato”, conclude.

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Carie, una patologia che colpisce il 34% della popolazione mondiale

MILANO (ITALPRESS) – La carie è la patologia più diffusa al mondo e a livello globale colpisce il 34.1% della popolazione in tutte le fasi della vita. Nei paesi industrializzati, ne soffrono i bambini in età scolare in una percentuale che va dal 60% al 90% e la maggior parte degli adulti. Il problema è molto diffuso anche in Asia e America Latina, mentre sembra meno presente in Africa. Il processo che favorisce lo sviluppo della carie inizia con l’azione dei batteri prodotti dai residui di cibo, i batteri fermentano all’interno della bocca e iniziano a produrre acidi. Insieme alle particelle di cibo e alla saliva, formano la placca dentale, una sorta di pellicola bianco-giallastra che ricopre i denti. La carie si forma per un iniziale processo di demineralizzazione dei tessuti duri dei denti, come lo smalto e la dentina, a causa della produzione acida della placca batterica presente sulle superfici dentarie. Se non curata tempestivamente, determina una progressiva distruzione del tessuto del dente. Sono questi alcuni dei principali temi trattati da Maurizio Rosmarini, specializzato in odontoiatria pediatrica, tra i massimi esperti di prevenzione dentale e a lungo responsabile del centro per l’età evolutiva presso l’ospedale di Legnano, intervistato da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“La carie è una malattia sostanzialmente indotta da molti fattori che riguardano la presenza del cibo e in particolare degli zuccheri sulla superficie del dente, ma due sono quelli sostanziali: il primo fattore è il tipo di alimentazione, il secondo l’igiene orale – ha esordito – Per avere un cambiamento, bisogna intervenire in una fase precedente, quando i denti sono sani, quindi sui bambini, altrimenti non riusciremo mai a intervenire. Se tornassi indietro nel tempo e prendessi un bambino sul quale venisse conservata una igiene orale già sulle gengive dei denti da latte, non ci sarebbe una carie, proprio per questo bisognerebbe curare i denti fin da quando si nasce – ha spiegato Rosmarini – Rispetto a una volta, ora ci sono molti strumenti: se i denti sono puliti e un bambino ha un’alimentazione corretta, evitando per esempio il junk food, è impossibile che si instauri una carie”.
A questo proposito, Rosmarini fornisce alcuni consigli utili riguardante l’alimentazione: “Innanzitutto, ora rispetto al passato, c’è l’ausilio del fluoro che rinforza lo smalto, c’è anche il fatto che nell’alimentazione attuale quel tipo di gestione del mangiare ogni cinque minuti non esiste più – ha ricordato – Quello che i pediatri chiamano rigore alimentare consiste nel dare il cibo buono e con logica. Le mamme ormai sono estremamente evolute e gli zuccheri li hanno eliminati dalle diete dei bambini, questo riduce l’insorgenza delle carie. Non vuol dire fare una vita di sacrificio, ma ci sono alimenti che oltre a non far bene rappresentano un fattore di rischio per la carie”. La genetica influisce, ma resta il comportamento corretto nella vita quotidiana il miglior alleato contro la carie: “C’è sicuramente una componente che sfugge alla gestione quotidiana, però questo non consente di spiegare perchè in alcuni paesi, penso a quelli nordici, ci sono dei protocolli in cui la carie non esiste – ha precisato Rosmarini – L’Italia ha una percentuale di bambini che presentano le carie che è ancora estremamente alta, rispetto a un tempo non esiste l’abitudine di garantire l’igiene a scuola e con la pandemia tutti hanno cavalcato l’idea di evitare l’igiene a scuola. Il comportamento corretto e il giusto stile di vita elimina la carie”.
E sul recente progetto di odontopediatria della Sipps: “Il progetto di odontopediatria ha come obiettivo non quello di ridurre la presenza della carie ma di eliminarle completamente le carie nei bambini tutelati dai pediatri e dai loro associati – ha raccontato Rosmarini – Loro vogliono formare odontoiatri che siano compatibili con le esigenze dei bambini, che anzichè gestire terapie sui bambini devono avere cura della salute dei denti dei bambini, quindi occuparsi della manutenzione, per questo formeranno odontoiatri che anzichè gestire le terapie su venti bambini siano in grado di fare prevenzione. Lo Stato non ha mai favorito davvero l’ambito odontoiatrico in tema di prevenzione – ha concluso – Se va in porto questo progetto coinvolge migliaia di pediatri e può rappresentare una svolta epocale in Italia”.
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Aumentano stupri e violenze domestiche, ma le denunce restano poche

MILANO (ITALPRESS) – Secondo gli ultimi dati Istat, in Italia il 31.5% delle donne ha subito nel corso della vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Nel 62.7% dei casi gli stupri sono stati commessi da partner. I dati raccolti dal Ministero della Salute dicono che nel 2021 sono state 11.771 le donne che hanno effettuato un accesso in pronto soccorso con indicazione di violenza, per un totale di 12.780 accessi. L’incidenza è di 18.4 per 10.000 accessi complessivi, in costante aumento dal 2017, nonostante la generale diminuzione del ricorso al pronto soccorso in conseguenza del Covid. I tassi di accesso delle straniere al pronto soccorso con indicazione di violenza sono più del doppio di quelle delle italiane, 11.8 per 10.000 residenti contro 4.7 nel periodo 2017-2019, 10 contro 3.8 nel periodo 2020-2021. Il divario maggiore si osserva nella fascia di età tra 18 e 34 e tra 35 e 49 anni, in cui i tassi sono più elevati. Sono questi alcuni dei temi trattati da Alessandra Kustermann, ginecologa a lungo primaria della clinica Mangiagalli di Milano, che ha fondato il “Centro di soccorso violenza sessuale domestica” del Policlinico di Milano e oggi è alla guida della onlus “Soccorso Violenza Sessuale-SVS, donna aiuta donna”, intervistata da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Credo che la violenza sia sessuale che domestica sia sempre esistita, le donne adesso hanno imparato a dare un nome a quello che avviene – ha esordito – Magari per la violenza domestica questo è particolarmente evidente, per la violenza sessuale si dà per scontato che avrebbe dovuto essere evidente fin dall’inizio ma non è così. Il problema è il consenso, che deve essere liberamente dato e può essere ritirato in qualsiasi momento nel rapporto sessuale, questo non è mai stato così chiaro come oggi, per questo sembra che i numeri siano in aumento”.
Dinamiche, quelle delle violenze sessuali, che in alcune forme sono aumentate negli ultimi anni: “Ricordiamo che in Italia pur essendo migliorata la situazione negli ultimi 30 anni, di fatto le donne che denunciano una violenza subita, sia sessuale che domestica, non superano il 10-12%, siamo a numeri bagatellari rispetto alla realtà del fenomeno che non emerge – ha spiegato – La realtà è dura, ci sono alcune forme di violenza che sicuramente sono aumentate, una per esempio è la violenza da parte di amici o conoscenti che prima sembrava un evento molto più raro”.
“Le cosiddette violenze senza memoria sono certamente aumentate, è aumentato l’uso di alcol o di droghe da parte delle donne, o l’utilizzo volontario da parte degli uomini della cosiddetta droga dello stupro – ha ricordato Kustermann – Tutte le volte in cui la donna è priva della capacità di difendersi e reagire o dire no con determinazione, lì può esistere una violenza sessuale, questo dice la nostra legge, è importante ricordarselo, lo ricordo a tutte le ragazze che affrontano questi temi”. “C’è più consapevolezza nelle vittime, sanno che il consenso è fondamentale, questo penso sia un vantaggio per le donne, ma anche uno svantaggio per gli uomini – ha aggiunto – Non metto in dubbio che per un giovane oggi è complesso capire quando è possibile e quando non possibile, questo fa parte dell’educazione che dovremmo dare ai nostri giovani già nelle scuole, iniziando fin dall’inizio a spiegare come dovrebbe essere una relazione”.
Kustermann ha parlato anche del lavoro svolto con il suo centro di soccorso per le vittime di violenza: “Quando è stato creato il soccorso violenza sessuale e domestica, avevo ben chiaro che uno dei problemi che impedisce alle donne di denunciare è il fatto di temere di non avere un giusto processo – ha raccontato – Fin dall’inizio abbiamo affiancato al centro un’attività di avvocati, oggi ne abbiamo 26 tra civilisti e penalisti, in grado di dare una consulenza ben meditata alle donne che si rivolgono a noi e che possono assistere le donne che hanno subito violenza – ha spiegato – Un giusto processo è fondamentale ma bisogna anche recuperare l’autonomia economica, abitativa, l’idea è che nelle donne che hanno subito violenza ci sia una parte che deve tornare alla luce”. Infine, dall’esperta alcuni consigli per i genitori nell’educazione dei figli e per le donne vittime di violenza: “Sono donna, ho allevato una figlia donna e ho tante nipoti femmine. Non voglio pensare che sia la donna che non voglia mettersi in una certa situazione, ma che deve esserci una consapevolezza diffusa tra maschi e femmine su quali siano i comportamenti da tenere o non tenere”, ha aggiunto.
“Il ragazzo va educato fin da piccolo a essere rispettoso e gentile nei confronti delle donne. La cosa migliore per chi ha subito una violenza sessuale è parlarne con le proprie amiche, con uno psicologo, con un centro antiviolenza. Dare un nome a ciò che è avvenuto, chiamarla violenza se tale è stata, non vuol dire necessariamente arrivare alla denuncia, quella la maturi e ci puoi mettere anche un anno, oppure puoi decidere che non la farai – ha concluso Kustermann – L’importante è dare un nome, consente di star meglio con se stessa”.

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Chirurgia fetale e neonatale, Italia all’avanguardia

MILANO (ITALPRESS) – Bambini operati nell’utero materno, operati quando sono bambini piuma e così piccoli da stare in una mano, operati a un giorno dalla nascita. Possono essere tante le ragioni per intervenire in queste circostanze, con modalità e tecniche che rappresentano l’estrema e più raffinata evoluzione della chirurgia mini invasiva. La chirurgia fetale e neonatale è un’eccellenza del nostro Paese, anche grazie a un approccio ultra specialistico e multidisciplinare insieme. Alla base di tutto, ci sono diagnosi sempre più precise, che permettono di affrontare malformazioni e patologie minimizzando i danni al momento della nascita, evitare disabilità, e addirittura salvare la vita a chi ha tutta la vita davanti. Sono questi alcuni dei temi trattati da Ernesto Leva, professore associato di chirurgia pediatrica dell’Università degli studi di Milano e direttore della struttura complessa di chirurgia pediatrica del Policlinico di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. “La chirurgia neonatale è la parte più raffinata della chirurgia pediatrica, abbiamo a che fare con un materiale estremamente delicato. Al Mangiagalli ne operiamo di tutti i pesi, addirittura sotto il kg, di recente anche un bambino di 350 grammi – ha esordito Leva – Sono strutture estremamente delicate, ma con una forza vitale incredibile, è la parte più bella. Per fare chirurgia neonatale bisogna essere un chirurgo pediatrico dedicato alla chirurgia neonatale, chi si occupa solitamente di adulti combinerebbe dei guai. Più casi vengono operati e migliore è il risultato anche a lunga distanza”.
Sotto questo aspetto, la scienza ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, introducendo anche le operazioni chirurgiche fetali: “Gli orizzonti sono cambiati perchè è entrata proprio ciò che chiamiamo chirurgia fetale – ha spiegato – Oggi alcune patologie malformative già le trattiamo in utero con gli ostetrici, gli outcome di questi trattamenti hanno alzato il livello di aspettativa di vita di questi bambini. In chirurgia fetale lavori su due esseri viventi, feto e mamma, l’attenzione deve essere pertanto molto alta. Il neonato, anche di bassissimo peso, ha intorno un’emotività familiare molto intensa”.
“La sinergia tra i vari specialisti è fondamentale, l’expertise dei vari specialisti pure, così come il ruolo dei nostri infermieri, che devono essere di altissimo livello – ha aggiunto il professore – I risultati buoni che riusciamo a ottenere sono anche legati al fatto di avere infermieri di alto livello”.
Tra le principali occupazioni di Leva anche le operazioni chirurgiche nei paesi meno sviluppati: “La chirurgia in paesi in via di sviluppo mi ha sempre affascinato, non hanno le nostre risorse e dobbiamo adattarci, ma i bambini sono sempre bambini – ha raccontato – La soddisfazione di fare queste operazioni in quei posti fa bene al cuore e ai bambini. Lì l’esperienza e l’abilità del chirurgo può sopperire a quella parte di tecnologia che non trovi. La logica con cui faccio queste esperienze è di andare e formare i chirurghi in loco, con i quali manteniamo poi i rapporti e mettiamo in atto iniziative e collaborazioni. Un progetto lanciato di recente, Accademia Polis, è un processo di democratizzazione della medicina – ha concluso – Si tratta di una piattaforma in cui carichiamo degli interventi che facciamo e i medici dei paesi in via di sviluppo possono accedere gratis guardando proprio quegli interventi”.

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Epatiti, Schillaci “Massimo impegno contro grave minaccia per salute”

ROMA (ITALPRESS) – “La Giornata Mondiale dell’Epatite che si celebra oggi è un’occasione preziosa per aumentare l’attenzione e la consapevolezza su una grave minaccia per la salute pubblica. E’ necessario mettere in campo tutte le azioni possibili per contrastare questa malattia e proteggere la salute del fegato, essenziale per la vita”. E’ quanto dichiara il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
“Prevenzione, diagnosi precoce e miglioramento di terapie efficaci, anche grazie alla ricerca, sono gli assi strategici su cui agire e lo stiamo facendo in particolare attraverso lo screening nazionale gratuito per infezione da HCV, gli interventi previsti dal Piano Nazionale per la Prevenzione 2020-2025 e l’aggiornamento del Piano Nazionale per la Prevenzione delle Epatiti Virali B e C (PNEV), alla luce delle nuove opportunità terapeutiche e al fine di allinearlo ai più ambiziosi obiettivi di eliminazione delle epatiti. Un traguardo al quale rivolgiamo il massimo impegno”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Allineatori trasparenti e digitale per le malocclusioni nei bambini

MILANO (ITALPRESS) – La malocclusione, ovvero un’occlusione impropria o un disallineamento dei denti a causa di piccole irregolarità a indicazioni più complesse, è una condizione che colpisce in tutto il mondo circa la metà dei bambini e degli adolescenti.
Sottovalutare il problema fin dalla giovane età non comporta solo problemi alla masticazione, ma può avere ricadute su tutto l’organismo.
Secondo Matteo Reverdito, specialista in ortodonzia, “Intervenire appena si riesce ad intercettare un problema è davvero importante nella risoluzione perchè rende il trattamento estremamente più semplice e molto spesso più facile da ottenere come risultato finale. Più va avanti il processo di creazione del problema, più diventa davvero difficile ottenere una soluzione”.
La malocclusione non è però solo legata alla genetica, ma deriva anche da cattive abitudini come la suzione non nutritiva e la respirazione con la bocca. Inoltre, l’incidenza è fortemente correlata all’industrializzazione: mentre la qualità del cibo diminuisce, aumentano soprattutto gli alimenti zuccherati e i dolcificanti artificiali. Tutto ciò ha portato nel tempo a un generale peggioramento delle condizioni di salute dei nostri denti.
“Nei bambini i problemi dentali sono legati ad una diversa alimentazione rispetto a tempo fa. Per fortuna la cultura dell’igiene sta migliorando, ma stiamo parlando di una fascia di età in cui riuscire a mantenere un costante controllo dell’igiene è complicato – spiega Reverdito – Per quanto riguarda le malocclusioni, c’è una notevole importanza di quello che è la riduzione dell’attività fisica anche nei ragazzi d’oggi e quindi con un’incidenza delle malocclusioni che si sta impennando”.
L’utilizzo di apparecchi correttivi è una scelta che coinvolge non solo la salute dei giovani, ma anche la loro personalità. Per questo instaurare un rapporto con loro diventa fondamentale per assicurare un buon esito del trattamento.
“La scuola e il bullismo che stanno diventando sempre più complicati anche nelle età giovani può essere ancora più complicato da una situazione esteticamente difficile o da problemi di pronuncia delle parole – precisa Reverdito – Riuscire a intervenire presto aiuta tantissimo sotto l’aspetto dell’autostima e del confronto con i coetanei e poter fare questo con degli allineatori trasparenti rende questa cura invisibile e non va a pesare sulla parte emotiva dei ragazzi”.
L’utilizzo di allineatori trasparenti presenta quindi vantaggi non indifferenti rispetto agli apparecchi fissi e non solo dal punto di vista estetico. Infatti “avere apparecchiature che possono essere rimosse per poter mangiare e lavare i denti non ha prezzo. Tanti utilizzano ancora apparecchiature fisse nei bambini, ma tantissime ne possiamo evitare grazie proprio ai nuovi trattamenti”.
Tornando sull’importanza del creare un rapporto con i giovani pazienti, un aiuto può arrivare tramite il ricorso all’ortodonzia digitale. Secondo il dottor Reverdito “dopo una scansione poter far vedere ai bambini e ai genitori un modello tridimensionale della bocca facilita tantissimo la comprensione: possono vedere qual è il problema, capire bene la situazione e quindi decidere di intervenire presto. Parlando di apparecchiature rimovibili, avere la famiglia e bambini motivati è molto importante perchè li fa usare in maniera corretta”.
“Oggi con l’ortodonzia digitale possiamo anche monitorare a distanza in modo tale da poter curare anche bambini che vivono lontano o sono via per motivi di studio o di vacanza. Con gli apparecchi gestiti dal digitale e preattivati (ovvero che si possono spostare senza un intervento diretto nella bocca dei bambini), possiamo portare avanti il trattamento come prima. Digitalmente possiamo monitorare il paziente e consigliarlo in caso di eventuali problemi – spiega Reverdito – Mentre una volta con gli apparecchi tradizionali si progettava a stima quanto doveva succedere nella bocca, oggi abbiamo invece un vero e proprio navigatore digitale e possiamo progettare in anticipo dove vogliamo andare con strategie molto precise”.
-foto Envato Elements-
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Cittadini “Piano Schifani innovativo per ridurre le liste d’attesa in Sicilia”

PALERMO (ITALPRESS) – “Il piano illustrato oggi dal Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, per ridurre le liste d’attesa, recuperando le prestazioni di ricovero e ambulatoriali prenotate e non ancora erogate o sospese a causa della pandemia, è un’importante iniziativa per fare in modo che l’accesso alle cure diventi davvero tempestivo”. Lo dice Barbara Cittadini, Presidente nazionale dell’Aiop – Associazione italiana ospedalità privata, commentando la conferenza stampa del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a Palazzo d’Orleans, a Palermo, sul piano approvato in Giunta per la riduzione delle liste d’attesa in sanità.
Cittadini esprime soddisfazione per “un piano che prevede, finalmente a pieno titolo, il coinvolgimento delle strutture della componente di diritto privato del SSN, che, al pari di quelle della componente di diritto pubblico, contribuiscono a garantire il diritto alla salute della popolazione. Con questo innovativo progetto, anche in termini di investimento, la Regione Siciliana dimostra un grande interesse e un impegno concreto su temi che investono sia la vita dei singoli che le famiglie”.
“E’ fondamentale – precisa la Presidente Aiop – affrontare il tema dell’emergenza-urgenza. Un’efficace programmazione orientata ad una integrazione della rete, che sappia cogliere le capacità inespresse, anche in questo settore, dalla componente di diritto privato, migliorerebbe la risposta qualitativa dei servizi offerti, soprattutto negli ambiti territoriali meno organizzati, decongestionando gli ospedali di diritto pubblico con un’azione efficace e puntuale all’insorgere di un bisogno di cura”.
Secondo la Presidente nazionale Aiop “ricorrere alle nostre strutture per recuperare le prestazioni non erogate e, contestualmente, per gestire le emergenze in maniera efficace ed efficiente, non è solo una scelta importante per la Regione, ma è l’unica strada possibile per rispondere alla sempre crescente e diversificata domanda di cura e assistenza della popolazione. Anzi, quanto deciso dalla Giunta della Regione Siciliana può essere di esempio per altre realtà regionali”, conclude.
foto ufficio stampa Aiop
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