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Presidente Ordine Tsrm e Pstrp Milano incontra assessore Bertolè

MILANO (ITALPRESS) – Si è svolto ieri 29 maggio, negli uffici dell’Assessorato al Welfare e Salute del Comune di Milano di via Sile, un incontro fra il presidente dell’Ordine Tsrm e Pstrp di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio, Diego Catania, e l’assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolè, in presenza del consigliere Filippo Barberis. L’incontro consolida un’intesa avviata nel tempo fra il Comune e l’Ordine, allo scopo di mettere le risorse delle 18 Professioni di area sanitaria tecnica, della riabilitazione e della prevenzione a disposizione della cittadinanza. “Come rappresentante di oltre 15.000 Professionisti Sanitari, ritengo che il nostro Ordine abbia tanto da dare alla comunità – afferma Catania -. Il nostro desiderio è quello di ‘mettere in Comunè le professionalità che contraddistinguono le nostre aree disciplinari, aprendo punti di contatto e di confronto con i cittadini presso le strutture del territorio. Penso, ad esempio, ai Centri Socio Ricreativi Comunali, luoghi di riferimento della popolazione anziana, che potrebbero ospitare incontri formativi su tematiche rilevanti per la salute e la prevenzione nella terza età”. “Creare sinergie con il mondo delle Professioni Sanitarie – commenta l’assessore Bertolè – per promuovere insieme consapevolezza e conoscenza è lo scopo che il Comune di Milano si è riproposto quando, con l’avvio di questa consiliatura, il Sindaco ha scelto di istituire un Assessorato che portasse la delega alla Salute nel proprio nome. Una decisione che porta con sè l’impegno a lavorare per stimolare il sistema sanitario regionale ad aderire sempre di più a un modello di prossimità che vada incontro ai nuovi bisogni dei cittadini. Lo faremo anche a partire da iniziative di socialità come ‘Salute in Comunè, una giornata di partecipazione che si terrà il prossimo 10 giugno nella splendida cornice di Villa Scheibler e che sarà l’occasione per i milanesi per conoscere e incontrare le realtà e le associazioni del territorio che promuovono stili di vita sani”. L’iniziativa del 10 giugno rappresenta la prima tappa di un percorso che porterà l’Ordine ad aprirsi sempre di più alla cittadinanza. “L’incontro fra la persona e il Professionista Sanitario è il punto di partenza di ogni rapporto di cura – conclude il Presidente dell’Ordine -. Grazie all’attivazione di iniziative concrete in collaborazione con il Comune di Milano e con l’Assessore Bertolè, potremo rispondere a un bisogno di dialogo che spesso va di pari passo con quello di salute, offrendo le nostre competenze umane e professionali”. (ITALPRESS).

Photo credits: ufficio stampa Ordine Tsrm e Pstrp

“Sfida Multidisciplinare al dolore”, esperti a confronto a Milano

MILANO (ITALPRESS) – Si è concluso il Convegno Scientifico “Pain Games – Sfida Multidisciplinare al dolore”, che si è tenuto nella sede storica del Comando 1ª Regione dell’Aeronautica Militare, a Piazza Ermete Novelli a Milano. Con oltre 100 partecipanti, tra medici, farmacisti, relatori, giornalisti e stakeholder, la due-giorni ha visto una fitta agenda di relazioni scientifiche, interventi istituzionali, casi clinici, testimonianze e approfondimenti culturali, con l’obiettivo di indagare la condizione di Human Pain attraverso un approccio multidisciplinare.
Dopo i saluti istituzionali, a cura del Generale Vito Ferrara e del professor Michele Marzullo, la prima giornata della conferenza si è aperta con una Prima Sessione, moderata da Sigfrido Valenti, Ten. Col. me CC, e Arturo Cuomo, direttore Anestesia e Rianimazione IRCS Pascale Napoli. Il primo intervento, a cura di Valentina Iuzzolino, Neurologia DPT medicina e chirurgia dell’Università Federico II Napoli, ha approfondito i meccanismi cerebrali della nocicezione, mettendo in evidenza l’importanza del fattore cognitivo, con un focus sulla matrice del dolore.
Il secondo intervento, tenuto da Diego Fornasari, direttore della Scuola di Specializzazione in Farmacologia e Tossicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Milano, è stato dedicato al tema della Farmacologia del dolore, con un conseguente approfondimento sulle diverse strategie terapeutiche. Ha concluso la prima sessione il contributo di Alessandro Pisano, T. Col. Medico AM, che ha indagato il dolore e il rischio cardiovascolare.
A seguire, la seconda sessione dalla prima giornata di Pain Games – Sfida Multidisciplinare al dolore, ha visto il contributo di Vincenzo Busillo, Direttore di Struttura complessa Neurologia Eboli, che ha esplorato il dolore nella cefalea, mettendo in evidenza le diverse tipologie di emicranie, con una successiva discussione sulle teorie che, nel corso degli anni, sono state formulate sull’origine di questa condizione. A seguire, il video-intervento di Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di ginecologia – sessuologia dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano, ha avuto come focus principale quello del dolore pelvico cronico, con un importante approfondimento sulla funzione del microbiota per il corretto funzionamento dell’apparato.
Ha chiuso la seconda sessione la relazione di Crispino Ippolito, T. Col. Medico AM, che ha approfondito il trattamento del dolore cronico del personale di volo dell’aeronautica militare, seguito poi da una sessione di studio di Casi Clinici, a cura di Silvia Natoli, Professore Associato di Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore presso l’Università di Roma Tor Vergata, e la testimonianza sul campo di Orivella Irene Micelotta, T. Col. CC, primo carabiniere donna ad entrare nel corpo speciale del GIS. Infine, la prima giornata si è conclusa con un excursus a tema mitologico, a cura di Pasquale Ferrara, archeologo presso l’Università Postdam, che ha portato alla luce le storie di alcune figure femminili provenienti dalla mitologia greca, tra dolore e follia.
La seconda giornata del Convegno si è aperta con un’introduzione di management ed economia sanitaria a cura di Walter Bergamaschi e Ciro Verdoliva, rispettivamente Direttore Generale ATS della Città Metropolitana di Milano e Direttore Generale ASL Napoli 1 Centro, con un excursus sull’approccio organizzativo del dolore, dal nord al sud, seguito da un intervento di Carlo Ranaudo, Docente Dipartimento Farmacia dell’Università Federico II di Napoli.
Nel corso di questa relazione, è stata messa in evidenza la differenza tra cure palliative e dolore cronico, anche da un punto di vista normativo, sottolineando, inoltre, come 13 milioni di italiani siano affetti da quest’ultimo (dolore cronico) (Fonte: ISAL, Istituto di Formazione in Scienze Algologiche).
Dopo questa introduzione, si è aperta la Terza Sessione della due-giorni, con un intenso susseguirsi di interventi: il primo, a cura di Piercarlo Sarzi Puttini, Direttore UOC di Reumatologia presso IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio, si è incentrato sulla fibromialgia, con un focus sul background genetico della patologia e non solo; il secondo, a cura di Franca Di Meglio, Direttore della Scuola di Specializzazione medicina dello sport presso l’Università Federico II di Napoli, si è focalizzato sul dolore muscolare, mettendo in evidenza le differenze con quello viscerale e cutaneo; il terzo, tenuto da Vittorio Guardamagna, Head of Division presso IEO presso l’Istituto Europeo di Oncologia, si è focalizzato sul tema del Low Back Pain e la sua eziologia. A seguire, Marzullo ha tenuto un approfondimento sulle patologie osteo-articolari nell’atleta, sottolineando l’importanza dell’integrazione e della nutraceutica per contribuire ad alleviare il dolore e la cronicità in ambito sportivo. Anche l’intervento di Lorenzo Secondini, R&D, Quality & Regulatory Affairs di Uriach Italy, ha avuto come protagonista il rapporto tra nutraceutica e dolore, illustrando il funzionamento di sostanze e molecole come acido alfa-lipoico, mirra, PEA e L-acetil carnitina, supportati da diversi studi.

– foto ufficio stampa Uriach Italy –
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Un neurostimolatore midollare per camminare dopo una lesione spinale

MILANO (ITALPRESS) – Porta la firma del team di neurochirurghi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele (Gruppo San Donato), guidato dal professor Pietro Mortini, primario di neurochirurgia e ordinario presso l’Università Vita – Salute San Raffaele, l’innovativo intervento che ha permesso a una giovane donna con paralisi degli arti inferiori, di recuperare le funzioni motorie attraverso l’impianto di un neurostimolatore midollare.
La giovane, 32 anni, vittima di un incidente sportivo che le ha causato una lesione midollare, ora è in grado di mantenere la stazione eretta e di camminare con l’ausilio di un deambulatore.
Il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione con un gruppo di ingegneri dell’Istituto di biorobotica de La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, diretto dal professor Silvestro Micera, esperto di fama internazionale.
La paziente sta ancora eseguendo con ottimi risultati, un complesso percorso riabilitativo definito dal dottor Sandro Iannaccone, primario dell’Unità di Riabilitazione Disturbi Neurologici CognitiviMotori.
“Stiamo conducendo un protocollo di ricerca clinica avanzata, coordinato dal mio collaboratore, dottor Luigi Albano, al termine del quale questo intervento potrebbe entrare nella pratica clinica corrente, offrendo una soluzione terapeutica ai pazienti con lesioni midollari”, spiega il professor Piero Mortini.
“Il prossimo passo – prosegue – sarà trattare anche lesioni del midollo spinale determinate da malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla, nei pazienti che verranno reclutati dall’Unità di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal professor Massimo Filippi”.
Questo protocollo è parte di un programma di ricerca avanzata che Università Vita-Salute San Raffaele e IRCCS Ospedale San Raffaele hanno attivato per sviluppare terapie innovative che si avvalgono di un’interfaccia tra dispositivi elettronici e sistema nervoso centrale per vicariarne le deficienze funzionali.
Il dispositivo impiantato si compone di due parti: un supporto biocompatibile per 32 elettrodi che viene inserito nello spazio epidurale della colonna vertebrale, e un generatore di impulsi (una sorta di pacemaker), simile a quelli utilizzati nei pazienti con aritmie cardiache, inserito sotto la pelle a livello dell’anca. Gli impulsi vengono erogati al midollo spinale da dove poi transitano ai nervi e ai muscoli.
L’impianto del dispositivo è avvenuto in circa 3 ore, attraverso un delicato intervento neurochirurgico mininvasivo, eseguito in monitoraggio neurofisiologico continuo. Il pacemaker è stato poi programmato per garantire l’attivazione coordinata di tutti i muscoli necessari alla deambulazione.
Il controllo delle funzioni dello stimolatore è possibile grazie a una serie di opzioni funzionali che possono essere scelte dalla paziente in base alle necessità locomotorie della vita quotidiana.

– foto ufficio stampa Gruppo San Donato –

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Ricerca sul tumore al polmone, i progetti vincitori del bando Sanofi

MILANO (ITALPRESS) – Sono stati consegnati oggi i premi Research to Care – Oncology Edition, promosso dalla divisione Specialty Care di Sanofi e dedicato quest’anno al tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC), che ha messo a disposizione un primo premio dal valore di 100.000 euro e due menzioni speciali da 10.000 euro ciascuna. Il bando – aperto a novembre 2022 – era rivolto a Università, Ospedali, IRCCS, o altri enti di ricerca, pubblici o privati, con sede nel territorio italiano. Research to Care è nato con lo scopo di valorizzare la ricerca e l’innovazione italiane in oncologia, con un focus in particolare sulla ricerca preclinica, con riferimento all’identificazione di fattori predittivi e nuovi target o biomarcatori, la ricerca traslazionale su meccanismi di resistenza all’immunoterapia e di ottimizzazione delle sequenze di trattamento, e l’innovazione digitale a supporto della gestione del paziente con tumore al polmone.
“In oltre 50 anni di storia, la nostra ricerca ci ha permesso di raggiungere importanti traguardi con scoperte scientifiche al servizio dei pazienti – afferma Marcello Cattani, presidente e Ad Sanofi Italia -. Un impegno che non si ferma e che – nel campo dell’oncologia – ci vede impegnati per lo sviluppo di nuove generazioni di terapie antitumorali. Quella contro i tumori è una lotta che non si può affrontare da soli: è per questo che siamo davvero orgogliosi di poter supportare e promuovere progetti di ricerca indipendente dall’alto valore innovativo che potranno a lungo termine contribuire a migliorare significativamente la condizione e la qualità di vita dei pazienti con tumore al polmone”.
I progetti sono stati selezionati da una Giuria indipendente di esperti presieduta da Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica dell’Università degli Studi di Torino, Responsabile del Reparto di Oncologia Polmonare presso AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) e Presidente dell’Associazione WALCE (Women Against Lung Cancer in Europe) Onlus.
La Giuria ha potuto contare su quattro esperti riconosciuti a livello nazionale e internazionale per la loro competenza come Umberto Malapelle, Chief Supervisor del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva del Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Napoli Federico II; Romano Danesi, Professore Ordinario di Farmacologia all’Università di Pisa, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Farmacologia clinica e Farmacogenetica e del Dipartimento ad Attività Integrata di Medicina di Laboratorio presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Armando Santoro, Direttore Humanitas Cancer Center, Istituto Clinico Humanitas-IRCCS, Humanitas University Rozzano (MI); Michele Maio, Professore ordinario di Oncologia Medica dell’Università di Siena e Direttore del CIO dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.
“Con 43mila diagnosi solo in Italia nel 2022, il tumore al polmone è ancora oggi una delle neoplasie più diffuse, la seconda più frequente negli uomini dopo il tumore alla prostata e la terza più comune nelle donne dopo il tumore al seno e al colon-retto – sottolinea Silvia Novello, presidente Giuria del Premio Research to Care – Oncology edition -. Proseguire il lavoro di ricerca è fondamentale. Il numero e il livello dei progetti di ricerca che abbiamo avuto l’opportunità di vagliare, i progetti premiati oggi sono l’ennesima dimostrazione delle competenze dei ricercatori del nostro Paese. L’approccio, le tecnologie e le competenze messe in atto ci permettono anche di mappare le direzioni che la ricerca sta intraprendendo. In Italia, come nel resto del mondo, la ricerca indipendente è una fucina di idee innovative che può trovare solo vantaggio nel supporto da parte delle aziende”.
Il progetto vincitore di Research to Care, che si aggiudica il premio da 100.000 euro, è “Dissecting the Impact of Orphan Genomic Alterations (OGAs) in advanced Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC)”, proposto dalla dottoressa Giulia Mazzaschi, Università degli Studi di Parma – Dipartimento di Medicina e Chirurgia.
L’identificazione e la caratterizzazione di Orphan Genomic Alterations (OGA) e il tentativo di bersagliarle rappresentano una priorità assoluta nella cura del tumore polmonare non a piccole cellule. L’obiettivo di questo progetto di ricerca traslazionale è decifrare l’interazione reciproca tra il tumore e l’ospite per implementare le attuali conoscenze sul NSCLC con OGA, al fine di favorire lo sviluppo di strategie terapeutiche personalizzate. Inoltre, mediante modelli preclinici, lo studio si propone di definire trattamenti innovativi e mirati applicando un approccio di screening farmacologico ad elevato rendimento.
La Giuria ha anche assegnato due menzioni speciali, che si aggiudicano un riconoscimento di 10.000 euro l’una. Tra questi, il progetto di trasformazione digitale del Dott. Damiano Caruso, del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e Medicina Traslazionale dell’Università di Roma “La Sapienza”, dal titolo “AIRSPACE – Artificial Intelligence RadiogenomicS for Precision CAre of Lung CancEr”.
Questo lavoro ha l’obiettivo di sviluppare un modello di intelligenza artificiale basato sulla signature radiogenomica del carcinoma polmonare attraverso un approccio che combina l’estrazione di parametri quantitativi radiomici da immagini di tomografia computerizzata (TC) del carcinoma polmonare con dati clinici, patologici e genomici. Questo consentirà una maggiore precisione ed una comprensione di aggressività, prognosi e sopravvivenza del tumore, incidendo in ultima analisi sulle strategie terapeutiche.
La seconda menzione speciale è stata invece assegnata alla professoressa Chiara Nardon, Università degli Studi di Verona – Dipartimento Biotecnologie con il progetto di ricerca preclinica “Turning inorganic pathophysiology into an ally: new anti-stromal and anti-cellular strategies for the treatment of Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC)”. Il progetto NASCENT mira a sviluppare una nuova classe di terapie – promettenti per il trattamento del NSCLC – in grado di colpire sia il cosiddetto microambiente tumorale sia le cellule tumorali. Per farlo sfrutta il ruolo chiave del pH nel distretto canceroso e quello dei metalli endogeni ferro e rame.
Il disegno della futura terapia prevede un rilascio selettivo delle nuove molecole, capaci di innescare la morte della cellula tumorale mediante due meccanismi, scoperti recentemente, denominati cuproptosi e ferroptosi. Il progetto mette così in luce la rilevanza clinica della chimica bio-inorganica con particolare attenzione al valore di pH (acido) dello stroma, che contribuisce a determinare la resistenza agli attuali farmaci e la progressione della neoplasia.

– foto ufficio stampa APCOWorldwide –
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Ccnl medici, Cimo “I testi attuali non frenano la fuga dagli ospedali”

ROMA (ITALPRESS) – Incredulità e rabbia. Sono state queste le reazioni dei quadri del sindacato Cimo, riunitisi a Roma nella Direzione nazionale, dinanzi ad alcune delle proposte avanzate dall’Aran nel corso delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei dirigenti medici, sanitari e veterinari. “Proposte che non migliorano le condizioni di vita e la qualità del lavoro, rendendo dunque impossibile porre un freno alla fuga dei professionisti dagli ospedali”, sottolinea Cimo in una nota.
Per questo motivo, spiega il sindacato, “cresce l’attesa per i prossimi incontri e per i nuovi testi che dovrebbero prevedere aperture significative concesse dalle Regioni. Ma se così non sarà, la Direzione nazionale della CIMO ha dato mandato al presidente Guido Quici di assumere una posizione intransigente nei confronti dell’Aran.
Per Cimo “il rinnovo del contratto di lavoro dei medici, infatti, non è una questione che riguarda solo i medici. Perchè a queste condizioni saranno sempre meno, fino a scomparire del tutto, i camici bianchi disposti a rimanere nel Servizio sanitario nazionale, preferendo dimettersi da un sistema in crisi già da anni per lavorare in strutture private più moderne o cooperative più remunerative, o optando per la libera professione, il prepensionamento o addirittura il trasferimento all’estero. Ma senza medici non può esistere un Servizio sanitario nazionale. E allora risulta a rischio la tenuta stessa della sanità pubblica, senza la quale i cittadini saranno costretti ad affidarsi a cure private a pagamento oppure a smettere di curarsi”.
Per questo Cimo ritiene “imprescindibile che il nuovo contratto preveda un miglioramento delle condizioni di lavoro e della qualità della vita dei professionisti che freni la fuga dagli ospedali, renda il SSN nuovamente attrattivo per i giovani e garantisca la qualità e la sicurezza delle cure. Obiettivi che risultano invece incompatibili con le proposte avanzate fino ad oggi dall’Aran in sede di trattativa”.

– foto ufficio stampa Cimo –
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A Milano “Ci siamo. In Regione Lombardia la Senologia è in rete”

MILANO (ITALPRESS) – Si è svolto a Milano, presso l’Aula Magna della Clinica Mangiagalli, il corso residenziale e accreditato “Ci siamo. In Regione Lombardia la Senologia è in rete”, organizzato dalla Commissione d’Albo dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio con il patrocinio di ATS Milano Città Metropolitana, Europa Donna Italia (EDI), Gruppo Italiano Screening Mammografico (GISMa) e Senonetwork Italia.
Un evento – si legge in una nota – “che esprime, fin dal titolo, una dichiarazione d’intenti ben precisa, quella di esserci – come Tecnici di Radiologia (TSRM) e come Professionisti Sanitari di area senologica – su tutto il territorio regionale, facendosi parte integrante di una rete di prevenzione e cura del tumore alla mammella”.
“Grazie al dialogo con le istituzioni e al progressivo coinvolgimento nei tavoli tecnici regionali, ad oggi la Commissione d’Albo TSRM di Milano, che rappresento, è pienamente attiva sul territorio” ha commentato Carmela Galdieri, Presidente della CdA TSRM. “La nostra Professione è il primo e fondamentale interlocutore per le pazienti nel contesto dello screening del tumore della mammella, il primo punto d’incontro e di accompagnamento alle fasi successive della presa in carico”.
L’evento costituisce il culmine di un processo avviato con Regione Lombardia dall’ex Presidente del Collegio TSRM, ora Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Diego Catania, che ha commentato: “Dal 2016 stiamo lavorando per costruire una rete regionale senologica, tenendo conto di tutti i Professionisti Sanitari che intervengono nel percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale (PDTA) delle pazienti affette da carcinoma mammario”.
In rappresentanza di Regione Lombardia ha portato i suoi saluti Emanuele Monti, Presidente della IX Commissione Welfare-Sostenibilità sociale, Casa e Famiglia: “In questi anni abbiamo lavorato insieme per rafforzare la tenuta del Sistema Socio-Sanitario. Attraverso la collaborazione tra i TSRM e
le diverse Professioni Sanitarie è possibile costruire un impianto di supporto davvero efficace e ricettivo, in grado di rispettare i criteri d’eccellenza definiti dai PDTA regionali”.
Sul tema dei protocolli regionali è intervenuta anche Stella Pedilarco, membro della CdA e Delegato ai tavoli tecnici di area senologica di Regione Lombardia: “La recente pubblicazione del PDTA-R per la gestione della persona a rischio e/o con tumore della mammella ha dato uno stimolo importante all’elaborazione del programma. All’interno del documento è dedicato un ampio spazio all’aspetto psicologico e comunicativo della relazione fra paziente e caregiver, che rappresenta uno dei fili conduttori dell’evento insieme agli standard per l’esecuzione degli esami diagnostici e al concetto di rete regionale”.
La volontà di ‘mettere in retè traspare anche dalla molteplicità di soggetti coinvolti nel programma nella mattinata. Davanti a un pubblico di oltre 200 TSRM ha preso parola un parterre di spicco non solo di TSRM, ma anche di Medici Radiologi, Senologi, Fisici Medici e rappresentanti delle associazioni di pazienti, nonchè di decisori politici, per delineare una panoramica il più possibile esaustiva di tutte le competenze in gioco in ambito senologico e dei numerosi punti d’incontro fra Professioni diverse. I momenti di confronto e scambio hanno permesso di integrare al meglio le prospettive e le conoscenze di ciascuna figura, riportando ancora una volta lo sguardo sull’individuo e sulla sua centralità.
“La persona deve sempre essere il fine del nostro agire, come TSRM in generale e come operatori della Senologia in particolare” ha concluso la Presidente Galdieri. “Il contatto con la sofferenza, la paura e il disagio dei pazienti non deve intimorirci, ma spingerci ad accrescere sempre di più il nostro bagaglio umano e professionale, anche attraverso iniziative come quella odierna. E forse il titolo e slogan del nostro incontro di formazione assume il suo significato più profondo proprio in risposta a una richiesta d’aiuto, come la rassicurazione che vorremmo dare a ogni persona con bisogno di salute: qui ed ora, in èquipe e sul territorio, come Professionisti Sanitari e come soggetti coinvolti in un rapporto di cura, ci siamo.”

foto ufficio stampa Ordine TSRM e PSTRP di Milano
(ITALPRESS).

L’Ircss Policlinico San Donato vince European Private Hospital Awards

MILANO (ITALPRESS) – L’Ircss Policlinico San Donato (Gruppo San Donato) si è aggiudicato il primo premio, nella categoria Collaborative Projects in Health, dell’European Private Hospital Awards, alla sua seconda edizione, organizzato dall’European Union of Private Hospitals e da Portuguese Association of Private Hospitals, in partnership con Ernst Young. Ad essere premiato, un progetto di cooperazione tra l’Irccs Policlinico San Donato di Milano e il Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro (BG), secondo il modello “Hub & Spoke”, per la cura della piccola Nour, una bambina bergamasca, di origine marocchina, affetta da una grave malformazione cardiaca congenita. La bambina, dichiarata ufficialmente guarita dai medici alla fine del 2022, era stata sottoposta, in luglio, ad un delicato intervento a cuore aperto all’Irccs Policlinico San Donato, condotto con successo dal professor Alessandro Giamberti, Responsabile dell’Unità di Cardiochirurgia Pediatrica e Cardiochirurgia dei Congeniti Adulti all’Irccs Policlinico San Donato, e dalla sua èquipe. Il percorso di cura di Nour era iniziato al Policlinico San Pietro, con il cardiologo pediatra Paolo Ferrero, referente dell’ambulatorio e ricercatore dell’Unità di cardiopatie congenite del Policlinico San Donato, fino al trasferimento a Milano, non appena la bambina aveva dato segni di scompenso cardiaco. “L’Irccs Policlinico San Donato è onorato di aver ricevuto questo prestigioso riconoscimento ed è particolarmente lieto che sia stato premiato un progetto in cooperazione con il Policlinico San Pietro, perchè crediamo, in una logica di “sistema”, che la sinergia tra le strutture ospedaliere, ognuna con le sue professionalità e competenze, sia la strategia vincente per la migliore assistenza dei pazienti, specie quando occorre intervenire su patologie complesse”, ha dichiarato la dottoressa Sara Mariani, Amministratore Delegato dell’Irccs Policlinico San Donato.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa Gruppo San Donato

Sanità, Korian diventa società benefit

MILANO (ITALPRESS) – Korian, leader nei servizi dalla prevenzione alla cura, con la sua holding Segesta Spa SB che include tutte le società del Gruppo in Italia, diventa Società Benefit. “Si tratta – spiega una nota – di una scelta strategico-evolutiva cruciale per Korian Italia, il primo operatore attivo sia nel settore sanitario che socio-sanitario ad adottare questo modello d’impresa, diventando così una tra le più grandi Società Benefit in Italia”.
“Diventare Società Benefit significa per noi allargare lo sguardo, abbinando all’esercizio dell’attività d’impresa, finalità di beneficio comune in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di tutti i nostri stakeholder – afferma Federico Guidoni, presidente e Ceo di Korian Italia -. Significa avere nel proprio DNA una mission più ampia, che vuole avere un impatto positivo sulla società che ci circonda. Ad esempio, una delle nostre caratteristiche, di ieri, ma anche di oggi, è la ricerca continua di risposte ai bisogni dei cittadini, dalla prevenzione alla cura, con particolare attenzione alla crescita del personale attraverso lo sviluppo delle competenze specifiche. Quella intrapresa è una scelta strategica in cui credo fermamente, consapevoli che operare nella salute, uno dei beni comuni primari, ci rende ancor più responsabili”.
Non a caso, la decisione di diventare Società Benefit giunge dopo un periodo particolarmente complesso: gli ultimi anni, infatti, hanno messo alla prova il settore sanitario e socio-sanitario imponendo, oltre a una presa di coscienza che coinvolga istituzioni, imprese, organizzazioni e ogni singolo cittadino, un ripensamento del modo di fare impresa verso nuovi modelli, come, appunto, le Società Benefit.
L’essere Benefit, sottolinea Korian, “rappresenta quindi la naturale evoluzione dell’impegno di responsabilità sociale e ambientale che ha caratterizzato negli ultimi anni le attività di Korian e che ha portato a ridefinirne l’identità e il proprio modo di operare, espressi dalla nuova mission: Riconosciamo il valore e i bisogni delle persone. In ogni momento, dalla prevenzione alla cura. La nuova mission esprime il ‘cuorè dell’impegno che l’Azienda ha deciso di perseguire diventando Società Benefit: miglioramento del benessere complessivo – fisico, mentale ed emotivo – di chi si affida a Korian, nella considerazione della sua umanità, mantenendo viva nel lavoro quotidiano l’attenzione nei confronti dei pazienti e dei loro familiari, con impegno continuo nell’innovazione e nella ricerca, per migliorare la qualità di vita dentro e fuori dalle proprie strutture”.
La definizione delle cinque finalità di beneficio comune inserite nello statuto sono il frutto di un approfondito processo di ascolto di tutti gli stakeholder di Korian (famigliari, ospiti, pazienti, dipendenti, associazioni no profit, università, istituzioni pubbliche), che ha permesso di capire come rispondere concretamente alle loro necessità e generare un impatto positivo per la comunità.
“Le finalità di beneficio comune a cui vogliamo tendere – spiega ancora la società nella nota – sono: nei confronti dei pazienti e dei loro familiari, dando valore a ogni individuo rispettando l’umanità, l’autonomia, il benessere delle persone assistite, nella garanzia dei loro diritti; nei confronti dei lavoratori e dei collaboratori, attraverso la promozione della formazione professionale continua e modalità di lavoro sostenibile, oltre allo sviluppo di una cultura inclusiva; nei confronti della comunità, supportando lo sviluppo di nuove tecnologie di diagnosi e di cura, l’offerta integrata di servizi sanitari e socio-sanitari per favorire l’umanizzazione nell’esperienza del paziente, nonchè lo sviluppo di soluzioni abitative alternative e intergenerazionali che possano essere facilmente accessibili a persone vulnerabili e isolate; nei confronti dei territori, promuovendo il benessere sociale ed economico delle comunità locali dove operiamo attraverso politiche e strategie rigenerative condivise con amministrazioni pubbliche, associazioni imprenditoriali, cittadini e dando sostegno a soggetti no profit; nei confronti dell’ambiente, riducendo l’impatto ambientale delle attività aziendali, promuovendo un uso attento delle risorse e stili di vita sostenibili anche tra il personale, attraverso iniziative di formazione e sensibilizzazione”.
Korian Società Benefit si inserisce in un contesto di crescita aziendale solida: 559 milioni di euro di ricavi nel 2022 aumentati del 18,4% grazie alle acquisizioni, alla continua focalizzazione sui servizi sanitari e all’approccio dei cluster locali nelle regioni chiave; una crescita superiore alla media di mercato, stimata per il 2022 del 4% secondo il recente Studio Mediobanca sui principali operatori della sanità privata. In particolare, le acquisizioni e la riqualificazione delle strutture esistenti sono elementi centrali nel contesto di crescita: negli ultimi quattro anni, infatti, sono stati investiti oltre 500 milioni di euro in queste aree, permettendo a Korian Italia di essere oggi titolare di 130 strutture, tutte convenzionate con il SSN (a fine 2020 erano 82).
“Alla luce di questo percorso di crescita costante – conclude la nota – Korian vuole consolidare la sua posizione in ambito sanitario e affermarsi ulteriormente come hub della salute a 360°, con un approccio olistico alla persona, dalla prevenzione alla cura”.

– foto ufficio stampa iCorporate –
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