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Sanità, medici e cittadini chiedono impegno in difesa del Ssn

ROMA (ITALPRESS) – Un chiaro impegno in difesa del Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale, è quanto chiedono le Organizzazioni sindacali, che rappresentano oltre 120.000 dirigenti medici, veterinari e sanitari dipendenti del SSN e le Associazioni di cittadini e pazienti, a tutte le forze politiche. Il diritto alla salute, principio fondante della Costituzione Italiana, “è seriamente a rischio – secondo quanto si legge nel Manifesto per la salvezza del Servizio Sanitario Pubblico lanciato in occasione della Conferenza Nazionale per la Sanità pubblica -. E’ in atto, da tempo, un processo di destrutturazione del Ssn pubblico che, di fatto, ha minato la sostenibilità, l’equità e l’accesso alle cure, rendendo marginale rispetto alle politiche nazionali un bene inalienabile come la salute degli italiani. Proprio per questo le associazioni di cittadini e pazienti, le rappresentanze professionali avviano una mobilitazione che a partire dalle fiaccolate del 3 maggio, in onore e memoria di Barbara Capovani, attraverso questa iniziativa odierna e le prossime del 15 giugno, porterà ad una Manifestazione Nazionale a settembre a Roma. Appare superfluo – si legge ancora nel Manifesto – ricordare come la tempesta della pandemia Covid-19 abbia accentuato le fragilità del SSN, funzionando da acceleratore di fenomeni esistenti e cambiando definitivamente lo scenario in cui ci muoviamo. L’Italia è fanalino di coda per quanto riguarda la spesa sanitaria in Europa, sia per valori pro-capite a parità di potere d’acquisto, sia come percentuale di Pil, con un gap vertiginoso rispetto a Paesi di riferimento come Francia e Germania”.
Per i promotori dell’iniziativa “il definanziamento pluridecennale riservato al sistema sanitario pubblico e ai suoi dipendenti ha prodotto non solo un continuo restringimento del perimetro pubblico del servizio sanitario, con la progressiva privatizzazione dei servizi sanitari, ma addirittura una crescita esponenziale dell’appalto al privato dei professionisti, sempre più raramente disposti a iniziare o a continuare a lavorare nelle strutture pubbliche, a fronte di stipendi dal potere d’acquisto sempre più basso e di condizioni di lavoro in continuo peggioramento. Ma oltre a finanziamenti adeguati, non possiamo immaginare una sanità senza una seria riforma che affronti sia l’emergenza ospedaliera che territoriale. La crisi degli ospedali non si esaurisce nei Pronto soccorso, unica alternativa alle infinite liste di attesa, sovraffollati di pazienti ma sostenuti da pochi medici e professionisti sanitari allo stremo delle forze – si legge ancora nel Manifesto -. E quella del territorio si manifesta con aree geografiche estese prive di medici di riferimento e di sostegno sociale per pazienti con malattie croniche, spesso non autosufficienti, invalidanti. Queste emergenze, tuttavia, non compaiono tra gli interventi prioritari dell’agenda politica”.
“Il diritto alla salute, che la Costituzione vuole uno e indivisibile, è oggi declinato in 21 modi diversi, causa di quelle diseguaglianze nell’accesso alle cure che costringono i pazienti ai viaggi della speranza lungo il gradiente Sud-Nord, mentre i processi di autonomia differenziata avviati dai Governi Nazionali e dalle Regioni, accentueranno drammaticamente le differenze tra gruppi sociali e aree geografiche, trasformando il diritto alle salute in un bene di lusso che costringerà i cittadini a pagare le cure di tasca propria o a rinunciare all’accesso alle cure quando non potranno permetterselo – spiega ancora il Manifesto -. Oggi il diritto alla salute dei cittadini è strettamente intrecciato al destino professionale di tutti gli operatori sanitari del SSN. Perciò la battaglia in difesa della sanità pubblica è la battaglia di tutti. Solo se saremo uniti potremo vincerla. E’ necessario, quindi, tornare a considerare le risorse stanziate per la salute dei cittadini come un investimento e non come una spesa sacrificabile, che decenni di tagli hanno dimostrato essere una scelta controproducente anche sotto il profilo economico”.
“Noi chiediamo per l’ennesima volta un impegno alle forze politiche e non ci stancheremo mai di farlo. Questa volta però, vogliamo coinvolgere i cittadini che, insieme a noi, sono l’anello terminale di una serie di scelte politiche che sono state fatte in passato e che saranno fatte in futuro”, afferma Guido Quici, presidente della federazione Cimo-Fesmed, “siamo molto preoccupati, è aumentato il fatto che i cittadini non si curano, ma siamo preoccupati anche perchè non si fa prevenzione. Ci sono problemi negli ospedali, nelle emergenze, ci sono fughe di medici, ci sono una serie di aspetti talmente complessi che necessitano di mettersi attorno a un tavolo e definire qual è il futuro della sanità. Se si vuole la sanità pubblica – osserva – allora si sceglie di investire, se si vuole trasformare il tutto in una sanità privata lo dicessero in maniera molto tranquilla e noi ne prenderemo atto. La possibilità di lanciare una manifestazione a settembre è un’idea, io però vorrei aspettare il nostro contratto di lavoro, vorrei anche aspettare di capire come vogliono impostare la futura finanziaria, perchè se non vorranno investire risorse finanziarie diventa d’obbligo organizzare una manifestazione. Noi abbiamo una destrutturazione del Servizio sanitario nazionale, occorre recuperare i posti letto, recuperare l’offerta sanitaria, il personale. La diagnosi siamo tutti in grado di farla, il problema è che manca la terapia che se non ce la da la politica proveremo a darcela noi”.

– foto xb1/Italpress –

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Eletto comitato centrale Fnofi, Ferrante presidente, Salina vice

ROMA (ITALPRESS) – Si sono svolte a Roma le operazioni di voto per l’elezione del Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Sanitaria di Fisioterapia-FNOFI (in precedenza era attiva la Commissine Straordinaria). Sono risultati eletti: Piero Ferrante (presidente uscente, Commissione straordinaria FNOFI), Melania Salina (vicepresidente uscente, Commissione straordinaria FNOFI), Fabio Bracciantini (presidente OFI Firenze-Ar-Lu-MS-Pt-Po), Claudio Ciavatta (presidente OFI Basilicata), Alessandra Da Ros (consigliere OFI Belluno-Tv-Vi-Vr), Francesco Paolo Esposito (presidente OFI Napoli-Av-Bn-Ca), Luca Francini (Segretario OFI Liguria), Daniela Gaburri (presidente OFI Umbria), Maria Rosaria Vittoria Ligorio (Consigliere OFI Brindisi-Le), Giovanni Angelo Mazzali (Presidente OFI Milano-Co-Cr-Lc-Lo-Mb-So-Va), Annamaria Roversi (presidente OFI Brescia-Mn), Gino Sedda (Presidente OFI Cagliari-Vs-Nu-Og-Or-Ci), Marta Simonelli (iscritta OFI Lazio), Maria Grazia Staltari (vicepresidene OFI ReggioCalabria) e Giuseppe Tedesco (Vicepresidente OFI Piemonte-Valle D’Aosta). Per il Collegio dei Revisori sono poi risultati eletti Ginesio Picchini (componente effettivo), Immacolata Cassese (componente effettivo) e Lucia Farrace (componente supplente).
Durante la prima riunione del Comitato, presieduta da Gino Sedda in qualità di componente anziano, sono stati nominati: Piero Ferrante alla presidenza FNOFI, Melania Salina alla vicepresidenza, Luca Francini nel ruolo di segretario nazionale e Giovanni Angelo Mazzali come tesoriere della Federazione.
“Sono onorato e commosso per questa nomina”, ha commentato a caldo il neo-presidente Piero Ferrante, “questo è un momento particolarmente significativo per la vita di tutti i 70mila fisioterapisti del nostro Paese, perchè segna l’ingresso in un’età finalmente stabile della nostra rappresentanza professionale. Ringrazio prima di tutto i trentotto presidenti degli Ordini territoriali che sono venuti a Roma a votare, confermando come questo nostro momento di passaggio sia sentito e sottolineo che da questo momento la nostra professione lavorerà in modo instancabile e unitario per assicurare ai cittadini quelle risposte in termini di salute che loro si attendono dai fisioterapisti”.
Ferrante ha poi ricordato che la lista di cui era capofila – Lista Futura – ha presentato un programma che diviene oggi il “terreno di lavoro su cui impegnarsi da subito” e che è così definito per punti sintetici: strutturazione e sviluppo organizzativo del nuovo assetto federativo; prossimità e costituzione di una consulta dei territori; costituzione di una consulta per la formazione universitaria e la ricerca; posizionamento del fisioterapista nel panorama professionale sanitario nazionale; supporto a pazienti e cittadini in materia di salute e riabilitazione; sostegno alla libera professione; riconoscimento del ruolo del fisioterapista nell’ambito del PNRR e DM77; contrasto deciso all’esercizio abusivo della professione.
“Oggi giungono a compimento due anni intensi per la professione di fisioterapista”, è stata la sottolineatura di Melania Salina. “Insieme a tanti colleghi abbiamo percorso una strada che finalmente ci ha portato al primo Comitato Centrale eletto. Oggi abbiamo tanti obiettivi ed una enorme voglia di fare, con una squadra forte, competente, motivata e ricca di donne e di giovani, a conferma che la nostra professione è davvero espressione di una comunità ampia e composita. I primi obiettivi del nostro impegno sono già stati espressi nel programma che abbiamo presentato, ma devo sottolineare che il primo tema di lavoro sarà indubbiamente quello del DM77 e delle cure territoriali: lavoreremo in sintonia con le Agenzie nazionali e le istituzioni affinchè il nostro ruolo ed il nostro contributo siano utili, riconosciuti e generino valore per tutta la sanità italiana”.

– foto ufficio stampa FNOFI –

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Cimo “Fase cruciale per il rinnovo del contratto dei medici”

ROMA (ITALPRESS) – “La trattativa per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro dei dirigenti medici, veterinari e sanitari entra nel vivo. Nei prossimi giorni, infatti, sono previsti incontri ravvicinati in Aran, che invierà ai sindacati la nuova versione del testo elaborata a seguito delle trattative delle scorse settimane”. Lo comunica Cimo. “Ci auguriamo che il confronto con l’Aran continui ad essere franco e collaborativo, con l’obiettivo di arrivare ad un testo condiviso che possa migliorare le condizioni di lavoro e la qualità della vita dei medici e dei dirigenti sanitari di tutta Italia”, commenta Guido Quici, presidente Cimo.
“Non possiamo che condividere l’auspicio del presidente dell’Aran Antonio Naddeo di concludere le trattative rapidamente – aggiunge -, ma aspettiamo di leggere i testi e di valutare quali richieste da noi avanzate sono state accolte prima di sbilanciarci in previsioni forse eccessivamente ottimistiche”.
“In questa fase infatti il pallino è nelle mani del comitato di settore Regioni-Sanità, che dovrà esprimersi sugli aspetti normativi del contratto. Le Regioni allora – evidenzia – si trovano davanti ad un bivio, e devono decidere se intendono dare una svolta al Servizio sanitario nazionale, che non può non passare da una valorizzazione del personale, o continuare a sfruttare la professionalità dei medici e dei dirigenti sanitari, assestando il colpo mortale alla sanità pubblica”.
“Con questo contratto abbiamo la possibilità di frenare la fuga dal Servizio sanitario nazionale: non abbiamo alcuna intenzione di sprecarla”, conclude Quici.

– foto agenziafotogramma.it –
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G7, Schillaci “Lavorare insieme per una sanità globale più resiliente”

ROMA (ITALPRESS) – “Guardiamo avanti per consolidare ed espandere, nei prossimi anni, i progressi finora compiuti e continuare a lavorare su soluzioni comuni per una sanità globale più resiliente in un’ottica di maggiore equità”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo alla sessione congiunta Finanze e Salute a Nagasaki, che ha aperto la riunione dei Ministri della Salute in occasione del G7 in Giappone.
Tre le sessioni di lavoro, tra sabato e domenica, dedicate all’Architettura sanitaria globale, la Copertura sanitaria universale e Innovazione in Sanità.
Durante la prima sessione sono stati affrontati i temi legati al rafforzamento dell’architettura sanitaria globale, alla luce del post pandemia, migliorando la capacità di prevenzione, preparazione e risposta alle minacce sanitarie.
Schillaci ha rimarcato “l’importanza di un approccio coordinato e di collaborazione a livello internazionale perchè le emergenze sanitarie non hanno confini nazionali”.
In merito alle azioni per assicurare maggiore capacità di prevenzione, preparazione e risposta a possibili crisi sanitarie, Schillaci ha ricordato anche la necessità “di investire sul personale sanitario attraverso una cultura della preparazione e prevenzione adeguata a differenti esigenze e contesti”.
Il ministro Schillaci ha partecipato a diversi incontri bilaterali tra cui quello con con il ministro della Salute, del Lavoro e del Welfare del Giappone, Katsunobu Kato e con il Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti d’America, Xavier Becerra.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Sanità, Aiop “Ridurre le liste d’attesa con il privato accreditato”

LECCE (ITALPRESS) – Superamento dei tetti di spesa per il recupero delle prestazioni non erogate e ruolo fondamentale della componente di diritto privato accreditato. Sono stati i temi al centro della 60a Assemblea generale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, che si è tenuta presso il Teatro Politeama Greco a Lecce.
Per Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, c’è un passaggio obbligato da rispettare, ovvero “andare oltre i vincoli di spesa all’acquisto di prestazioni sanitarie dalla componente di diritto privato del SSN” e questa è un’esigenza improcrastinabile e assolutamente urgente, del resto, ha osservato Cittadini, “lo hanno compreso anche le Regioni che, come in un mantra, ribadiscono questa esigenza in ogni veicolo normativo. Lo comprendono più di tutti i malati, costretti a subire liste d’attesa incoerenti con la gravità e la complessità della propria condizione clinica. Ora è il momento della politica”.
All’Assemblea di Aiop, ha portato i suoi saluti il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, secondo il quale “quando l’interesse pubblico è chiaro e definito, ed è così nel Servizio Sanitario Nazionale, qualunque partnership col privato può aumentare la tutela dell’interesse generale; infatti senza il privato accreditato la sanità italiana sarebbe peggiore”.
Secondo il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, sono emblematici “i 500 milioni di euro che il Governo ha messo a disposizione delle Regioni per il recupero delle liste d’attesa, ma di cui è stato utilizzato solo il 30%”. Un sistema saturo, dove “solo la giusta integrazione tra pubblico e privato può fare fronte alle esigenze dei cittadini”. Per Gemmato “al cittadino non interessa chi fornisce la prestazione, ma l’efficacia e la gratuità della stessa, nell’ambito di un modello universalistico di salute”.
Ylenja Lucaselli, componente della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati, ha riconosciuto l’esigenza di impegnarsi “nella lotta agli sprechi”, precisando che “non è necessario spendere di più, ma bisogna soprattutto spendere meglio ed è in questo che il ruolo del privato accreditato risulta fondamentale. Dovremmo immaginare delle Regioni con capacità di governare la spesa sanitaria, in grado di dare risposta sul tema delle liste d’attesa. Occorre, a tal fine, una visione generale che consideri la sanità pubblica e privata come due facce della stessa medaglia, non concorrenti ma complementari, che svolgono un servizio fondamentale nell’interesse dei cittadini”.
Un’esigenza condivisa, con l’obiettivo di superare tutte le differenze di trattamento, tanto sul lato della domanda quanto su quello dell’offerta.
“Le Regioni – ha osservato ancora Cittadini – devono essere messe nella condizione di acquistare le prestazioni più efficaci da quelle strutture in grado di garantire in modo efficiente, tempestivo e puntuale, a prescindere dalla natura giuridica delle stesse e di mettere fine alla divaricazione tra coloro che, a causa delle carenze del SSN, possono rivolgersi al mercato puro e coloro che, per motivi economici e sociali, sono costretti a una drammatica rinuncia alle cure. Si tratta, in altri termini, di superare anacronismi e nocivi pregiudizi ideologici e riportare, invece, il paziente al centro dell’interesse”.
“Ci sono 4 milioni di italiani in attesa di screening e di prestazioni medico-chirurgiche – ha ricordato, nel corso del suo intervento, Rocco Palese, assessore alla Salute della Regione Puglia -. Una situazione così straordinaria non può essere affrontata con strumenti ordinari: occorre superare il vincolo dei tetti di spesa sulla capacità delle Regioni di acquistare prestazioni dal privato accreditato. Dal 2012, infatti, è cambiato tutto, sia in termini negativi con la crisi pandemica e il conflitto russo-ucraino, sia in termini positivi con lo sviluppo tecnologico in medicina, in farmaceutica. La partnership pubblico-privato è un moltiplicatore formidabile degli investimenti necessari in sanità, nell’interesse di tutti”.

– foto ufficio stampa Aiop –

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Progetto “Asma Zero” al Garibaldi-Nesima di Catania, screening gratuiti

CATANIA (ITALPRESS) – Grande affluenza di pazienti al Garibaldi-Nesima per il Progetto “Asma Zero”, uno screening gratuito organizzato a Catania dalla Fondazione “Federasma e Allergie” e dall’Associazione “Respiriamo Insieme Aps”, in collaborazione con l’Unità Operativa di Pneumologia dell’Arnas Garibaldi, diretta da Rosario Oliveri.
Esaurite in poche ore, infatti, le prenotazioni per i 100 posti disponibili alla due giorni di visite specialistiche gratuite che inizierà lunedì prossimo e si concluderà giovedì 15 giugno.
“L’asma è una patologia molto diffusa che, se non adeguatamente gestita, può impattare in modo particolarmente invasivo per la salute umana”, spiega Oliveri, che aggiunge: “Le conoscenze e i trattamenti oggi permettono, in molti casi, di ridurre notevolmente l’impatto della malattia, di prevenirne le riacutizzazioni e di controllarne il decorso. Perchè ciò possa accadere è importante, innanzitutto, che le persone con asma stringano con fiducia un’alleanza con i loro medici curanti per azzerare dubbi, preoccupazioni e scuse”.
Oltre alla diffusione dei giusti comportamenti, l’evento si propone anche l’obiettivo di una corretta comunicazione tra il paziente il medico di famiglia.
“Una buona campagna di educazione alla salute – afferma Fabrizio De Nicola, Commissario Straordinario dell’Arnas Garibaldi – è il giusto veicolo per far circolare messaggi precisi e inequivocabili su temi assai delicati. La nostra azienda ospedaliera non ha mai fatto mancare il proprio sostegno a iniziative che possano indirizzare il cittadino su percorsi certi ed efficaci”.
foto ufficio stampa Arnas Garibaldi, dottore Rosario Oliveri
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Al Policlinico San Pietro la mostra del pittore bergamasco Cifrondi

BERGAMO (ITALPRESS) – Da oggi fino a domenica 30 luglio, il Policlinico San Pietro (Gruppo San Donato) ospiterà nei suoi locali appena rinnovati, la mostra monografica “Antonio Cifrondi a Villa Zanchi e a Ponte San Pietro. Dove la medicina cura il corpo, l’arte cura l’anima”.
Il ciclo pittorico esposto in ospedale è frutto di un accurato lavoro di ricerca che mira a portare alla luce il gravoso impegno di Antonio Cifrondi a Villa Zanchi a Scanzorosciate, in particolare la sua opera di decoro delle pareti della villa, un tempo completamente rivestite dalle tele, di cui oggi non è più rimasta alcuna traccia.
E’ documentato che Antonio Cifrondi, esponente di spicco della tradizione pittorica lombarda, nato a Clusone e vissuto tra Seicento e Settecento nelle città di Bergamo e Brescia, abbia lavorato anche per la famiglia Mapelli, in una residenza poco lontana da Ponte San Pietro. La scelta di allestire la mostra all’interno dell’ospedale bergamasco evidenzia la forte connessione tra il pittore e il territorio circostante il Policlinico San Pietro.
Curato da Maria Silvia Proni e Rosanna Ferrari, il percorso espositivo si snoda attraverso quindici opere risalenti al periodo tra il 1712 e il 1716, prima d’ora mai esposte al pubblico, e di queste quattro inedite, mai pubblicate e sconosciute alla storia critica del Cifrondi, oggi appartenenti in parte alla collezione Rotelli-Gastaldi e in parte a una seconda collezione privata.
Una mostra non allestita, come d’abitudine, per un pubblico pagante, ma a disposizione di chiunque entri in ospedale: pazienti, accompagnatori, personale medico e assistenziale.
L’esposizione pittorica, corredata da un catalogo con schede scientifiche e saggi di approfondimento, diventa un’occasione unica per porre l’arte al servizio di tutti coloro che possono trarne beneficio, rispecchiando perfettamente la missione della GSD Foundation ETS, per la quale l’umanizzazione delle cure passa anche attraverso un ripensamento dei luoghi ospedalieri, con la creazione di ambienti emotivamente positivi e idonei ai bisogni di socializzazione, umanità e benessere del paziente.
All’ingresso del Policlinico San Pietro si possono ammirare i dipinti a soggetto storico, argomento privilegiato nel ciclo di Villa Zanchi, tra i quali tre quadri con la storia di Romolo e Remo, due imponenti ritratti delle regine Sofonisba e Semiramide, i ritagli ritrovati della grande tela, cm 400 x cm 780, Il convito in cui Alessandro magno fu avvelenato, quattro lunghi fregi, cm 380 x cm 48, che ornavano le pareti della casa di campagna dei conti Zanchi, passata poi alla famiglia Colleoni, ai Vestoni e oggi proprietà Levati Giganti.
A queste opere si aggiungono due inediti rappresentati da Demostene e Diogene, un Ritratto di famiglia e l’Autoritratto del pittore.
“E’ un onore per il Gruppo San Donato ospitare, all’interno del Policlinico San Pietro, le opere pittoriche di Antonio Cifrondi, riscoprendo in questo modo una personalità di spicco per la tradizione pittorica lombarda che seppe unire idealmente le città di Bergamo e Brescia, quest’anno insieme anche come capitali della Cultura. Le tele del Cifrondi esposte all’ingresso dell’ospedale trovano una nuova dimensione e fanno sì che un luogo solitamente dedicato alla cura della malattia assuma molteplici significati. Questa iniziativa rappresenta il segno che la ricerca della bellezza non si interrompa nemmeno di fronte alla malattia, ma si spinga oltre, elevandosi a cura per la mente e per l’anima. Allestire un’esposizione pittorica all’interno di una struttura sanitaria è una grande sfida che speriamo di poter riproporre in futuro, rendendo l’arte un viaggio itinerante attraverso i luoghi di cura” ha dichiarato Gilda Gastaldi, presidente di GSD Foundation ETS.

– foto: Gruppo San Donato

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Calandra “Sostenere la trasformazione digitale del Ssn”

ROMA (ITALPRESS) – Presentato il XXIII Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva, la cui produzione ha visto il coinvolgimento diretto della FNO TSRM e PSTRP e del Centro studi SAPiS. Per Teresa Calandra, presidente della FNO TSRM e PSTRP, “il cambiamento non può non tenere conto della fondamentale importanza che rivestono la prevenzione, l’integrazione socio-sanitaria e i nuovi modelli organizzativi che, attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali, costituiscono un prerequisito dell’evoluzione dei sistemi sanitari moderni, soprattutto come strumento d’interazione tra gli attori sanitari e i cittadini. In questa prospettiva l’esperienza dei professionisti sanitari è una variabile su cui far leva per promuovere e sostenere la trasformazione digitale del SSN, anche in termini di formazione/informazione dei caregiver”.
Dal Rapporto emerge che in Italia si attende sino a 730 giorni per effettuare una mammografia, e non è il solo dato che evidenzia quanto il nostro sistema sia in sofferenza; le prestazioni di diagnostica per immagini sono tra quelle con il più alto tasso di liste d’attesa.
“Queste prestazioni sono tra quelle erogate con le tecnologie interessate da una specifica linea di investimento del PNRR. La mera sostituzione sulla base della vetustà non può essere la soluzione, si rischierebbe di replicare gli errori del passato – aggiunge Calandra – La nostra proposta è di fare una valutazione con metodologia validata internazionalmente (HTA) cercando di dare una più appropriata allocazione alle tecnologie tenendo conto sia della domanda che delle risorse umane disponibili per garantire la piena attività delle tecnologie”.
All’interno del Rapporto i risultati dell’indagine condotta sul personale sanitario in Italia, grazie al fattivo coinvolgimento di FNOPI e FNO TSRM e PSTRP. “Da un lato abbiamo l’evidenza delle difficoltà relazionali con i livelli decisionali, difficoltà di riconoscere nella quotidianità operativa lo sviluppo dei propri progetti e la valorizzazione delle proprie potenzialità e competenze. Dall’altro – osserva Calandra – abbiamo un fortissimo senso di appartenenza e soprattutto di consapevolezza dell’importanza del nostro impegno, principalmente qualitativo, per la tutela della salute del nostro Paese. Ed è proprio partendo da questa positività che si inserisce un altro progetto molto impegnativo, ma di grande potenzialità: l’antenna etica presso gli Ordini, uno strumento di apertura e attenzione ai bisogni dei professionisti sanitari; aiuto, supporto, proposte; un punto di raccolta e restituzione per le colleghe e i colleghi”, conclude. Oltre il 46% afferma di essere soddisfatto del proprio percorso professionale ma non altrettanto del proprio ambiente di lavoro, che stimola poco la realizzazione personale (per il 42,6%) e la crescita professionale (per il 48,5%). Il 60,4% non si ritiene affatto coinvolto nella definizione di obiettivi e strategie della propria azienda/ente, mentre il 40% dichiara di avere carichi di lavoro insostenibili e uno su tre non riesce affatto a bilanciare i tempi lavorativi con quelli della vita privata. La maggioranza ritiene che il rapporto tra stipendio e rapporto di impegno richiesto non sia adeguato (60%) e ne che il proprio impegno sia adeguato in relazione alla propria responsabilità (65%). Inoltre emergono criticità strutturali, in quanto molti degli intervistati ritiene che l’azienda o l’ente presso cui lavora non offre vere opportunità di avanzamento di carriera (67,7%), il 67,6. All’interno della survey non poteva mancare un riferimento alle aggressioni, pertanto il 31,6% degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima negli ultimi tre anni di aggressione (verbale o fisica) da parte di assistiti o famigliari , mentre il 20,7% ha dichiarato di essere stato vittima di un proprio superiore e il 18,4% da parte di colleghi. Il 65,9% degli intervistati lamenta l’assenza di un posto di ascolto psicologico all’interno del proprio posto di lavoro. Dall’indagine emergono, tuttavia anche una serie di punti di forza. I professionisti sanitari credono nel valore del SSN e nella salute come bene pubblico. La maggioranza si sente orgoglioso di contribuire personalmente e dare risposte ai bisogni sociali e sanitari del cittadino (65,9%) e quindi di poter contribuire al benessere della comunità (71,6%). L’83,5% degli intervistati crede che ogni persona debba avere diritto alle cure di cui ha bisogno indipendentemente dalla gravità della patologia e dal costo delle cure.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP-