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Colonscopia, esame sempre meno invasivo e più curativo

MILANO (ITALPRESS) – Il tumore del colon è il secondo tumore più frequente nelle donne dopo quello del seno e il terzo negli uomini dopo quello della prostata e del polmone. Si stima che in Italia, nel 2023, siano state fatte 50.500 diagnosi di tumore del colon. Uno strumento fondamentale per individuare e prevenire il tumore del colon è la colonscopia, esame diagnostico che permette di esaminare direttamente la superficie di questo tratto di intestino e le sue eventuali alterazioni. Durante la stessa colonscopia è possibile asportare i polipi e poi sottoporli a esame istologico, per appurare la natura benigna o maligna dell’alterazione. Sono questi alcuni dei temi trattati da Gianluigi Toti, specialista in chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva, a lungo nel consiglio direttivo della società italiana di endoscopia digestiva e attualmente presso la casa di cura San Camillo di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“La prima colonscopia è stata effettuata nel 1969, poi evidentemente è stata lasciata un pò nel dimenticatoio, fino agli anni 2000, quando leggi regionali e nazionali l’hanno imposta come metodo di screening per la prevenzione del colon – ha esordito – Bisognava fare qualcosa per prevenire questo tumore, i numeri erano saliti oltre le previsioni”.
Entrando maggiormente nei dettagli, il professore ha spiegato cosa voglia dire effettuare una colonscopia: “L’apparecchio endoscopico è sostanzialmente un apparecchio chirurgico – ha sottolineato Toti – La prima funzione della colonscopia è stata diagnostica, per poter valutare dal vero le lesioni che fino a poco tempo prima si vedevano solo con la radiologia, insomma tutte quelle diagnosi prima non si potevano fare. Inoltre si può capire se la stessa lesione è di tipo benigno o maligno – ha raccontato – Si può determinare la superficie della lesione e tramite classificazioni giapponesi si capisce”.
“In colonscopia bisogna osservare tutto il colon, è importante quello che chiamiamo pancolonscopia – ha aggiunto Toti – Una volta si guardava solo il tratto sinistro, oggi deve raggiungere per forza l’interezza della superficie, anche l’ultimo tratto dell’intestino”. La colonscopia operativa è approdata a sviluppi davvero importanti: “Tramite i canali operativi possiamo introdurre alcuni accessori, questo ha cominciato a permettere di tagliare e coagulare come fa il chirurgo – ha spiegato il professore – Si sono cominciate a togliere le prime lesioni, ultimamente con alcune tecniche si cominciano a rimuovere i tumori maligni superficiali, la colonscopia così non è più diagnostica ma anche curativa. L’altra parte del leone nella colonscopia operativa è l’urgenza, quindi i sanguinamenti, le occlusioni, o si usa per risolvere gli stati di occlusione che prima andavano in chirurgia e che oggi si possono affrontare così”.
E sulle prospettive future della colonscopia: “Senz’altro l’intelligenza artificiale, che sta portando nei colonscopi la capacità di riconoscere le lesioni polipoidi o precancerose da soli, di segnare all’endoscopista dove sono, di fare quindi un target già preciso di dove andare a colpire – ha sottolineato – La tecnologia consente di avere zoom e capacità di visione quasi microscopiche, di fare diagnosi molto precise”. La colonscopia resta un esame temuto dai pazienti, ma negli ultimi anni è diventata sempre meno invasiva: “Viene temuta perchè c’è un corpo estraneo. Il dolore non esiste più, c’è stata un’evoluzione tecnica e anche delle capacità di chi le effettua. Oggi una colonscopia deve rispettare alcuni standard internazionali, chi affronta un esame deve andare in un centro di riferimento in cui ci sia la sicurezza che questi standard vengano rispettati – ha raccomandato Toti – Non è più eseguita ‘a crudò, ma tramite sedazione”.
“In Italia la colonscopia viene consigliata ai familiari di primo grado di chi ha avuto un tumore del colon, in altri paesi si propone dopo i 55 anni e se non hai fattori di rischio non fai più niente – ha concluso – Anche in Italia sta nascendo l’idea di farla una volta nella vita e non fare poi più nulla”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Nasce la “Carta di Favignana” per rendere equa la salute nelle Isole minori

FAVIGNANA (TRAPANI) (ITALPRESS) – Individuare linee innovative e comuni al fine di sviluppare microsistemi sanitari per le isole minori italiane che siano in grado di declinare i principi del Sistema Sanitario Nazionale in modo chiaro e omogeneo, garantendo una sanità di alto livello ed equa anche nei territori marginalizzati, come previsto dalla carta costituzionale: è l’obiettivo della “Carta di Favignana”, che sarà elaborata in occasione del XXI congresso ANSPI, l’associazione nazionale sanitaria delle piccole isole, che da anni promuove iniziative volte alla tutela e miglioramento della salute dei cittadini isolani in tutta Italia. Nella due giorni, in programma nell’ex stabilimento Florio a Favignana venerdì 11 e sabato 12 ottobre, un centinaio tra direttori generali di ASL e ASP che hanno competenza su varie isole italiane, esperti e rappresentanti istituzionali si confronteranno su modelli organizzativi, strumenti operativi e opportunità di sistema.
“L’idea di rendere utile ed efficace il nostro congresso, creando un documento prezioso di riferimento per la sanità isolana nasce dalla constatazione che le isole italiane, piccole e meno piccole, presentano le medesime criticità e problematiche, alla luce di tratti comuni fortemente connotati – spiega il presidente nazionale ANSPI Gianni Donigaglia – la storia, l’evoluzione delle dinamiche politiche, sociali ed economiche, gli aspetti legati alla salute, quindi servizi erogati, accesso alle cure, isolamento e stagionalizzazione, difficoltà nei collegamenti, ecc. vanno a delineare una sorta di peculiare ecosistema politico che mostra grandi difficoltà ad essere declinato efficacemente nelle differenti collocazioni geografico – amministrative delle differenti Regioni, in cui le Isole appaiono come assorbite dal contesto generale”.
L’incontrò è organizzato in collaborazione con l’ASP di Trapani e il Comune di Favignana: “Con questo evento proseguiamo il percorso virtuoso e realmente all’avanguardia già intrapreso dalla nostra azienda provinciale sanitaria – sottolinea il direttore generale ASP Trapani Ferdinando Croce – qualche mese fa avevamo sottoscritto un protocollo d’intesa con l’ASP Messina, finalizzato a condividere azioni e strategie comuni per affrontare le questioni di salute delle isole siciliane di competenza; adesso Favignana diventerà apripista nazionale per accendere i riflettori su bisogni dell’utenza rilevati e analizzati, e sulle possibili soluzioni. Auspichiamo che le risultanze dell’evento possano divenire un supporto serio per il decisore nazionale e regionale per un segmento importante, quello sanitario, della legge quadro sulle isole minori. Verrà infatti presentato un documento di lavoro molto dettagliato, la Carta di Favignana appunto, a cura dei dg delle aziende sanitarie che ospitano isole nei territori di competenza”.
Particolarmente soddisfatto il sindaco di Favignana Francesco Forgione: “Onorati di accogliere alle Egadi un congresso di tale rilevanza che, sono sicuro, si trasformerà in un forte stimolo per il mondo politico e istituzionale, per rivedere e aggiornare gli obiettivi strategici del PNRR e le risorse per le isole minori. Bisogna definire spazi specifici all’interno del nostro complesso SSN anche alla luce dei rischi delle autonomie differenziate”.
Il congresso, che avrà come presidente Giuseppe Novara, sarà un punto di ripartenza di un percorso iniziato dall’ANSPI già oltre vent’anni fa con l’allora ministro della Sanità Girolamo Sirchia: la mole di lavoro prodotta in questo lungo tempo sarà valorizzata in un processo di reale messa a sistema di strumenti utili ed efficaci.
Il programma si articolerà in due sessioni: venerdì 11 “Le sinergie virtuose: organizzazione, competenze, tecnologie” con focus su digitalizzazione ICT, intelligenza artificiale ed etica dell’applicazione nelle isole minori; sabato 12 “Rilettura dei contesti e valorizzazione delle equità dell’SSN” con attenzione ai temi della fragilità come elemento sistemico e degli strumenti legislativi e normativi come il D.M. 77.

– Foto: ufficio stampa /Cavaleri –
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Oltre 1 italiano su 2 non è soddisfatto del Sistema Sanitario

MILANO (ITALPRESS) – Oltre la metà degli italiani (52%) non si ritiene soddisfatto del Sistema Sanitario Nazionale: un’insoddisfazione legata principalmente alla difficoltà di accesso alle visite mediche, ma che non mette in discussione la fiducia nei confronti degli operatori sanitari. E sebbene i nostri connazionali siano favorevoli al processo di digitalizzazione che sta interessando il settore medico, oltre 4 cittadini su 10 chiedono che sia migliorato l’aspetto relazionale dell’assistenza sanitaria.
Questi, in estrema sintesi, alcuni degli insight emersi dalla decima edizione dello STADA Health Report, un’ampia indagine online condotta da Human8 per conto del Gruppo STADA su un campione di 46.000 cittadini in 23 Paesi, tra cui l’Italia. I risultati del nostro Paese sono stati presentati oggi in occasione di una conferenza stampa a Milano, alla presenza di rappresentanti del mondo medico, farmaceutico e di Cittadinanzattiva.
Nel dettaglio, la soddisfazione degli italiani nei confronti del Sistema Sanitario continua a calare, passando dal 69% dell’edizione 2021 dello STADA Health Report al 48% di quest’anno. Per la maggior parte degli intervistati (70%), la principale causa di questo andamento negativo è da attribuire alla difficoltà di ottenere un appuntamento per effettuare una visita medica, mentre il 31% del campione lamenta standard di cura non adeguati e il 20% cita la mancanza di accessi ai servizi di prevenzione, soprattutto nelle Regioni del Sud Italia.
Ed è proprio sul tema “prevenzione” che si registra un altro dato che desta preoccupazione: quasi 6 italiani su 10 (59%) non si sottopongono a screening e controlli, rilevando ancora una scarsa sensibilità sull’argomento, come già emerso nell’edizione dello scorso anno.
Se, però, da un lato continua ad aumentare il livello di insoddisfazione per il Servizio Sanitario, dall’altro, questo malcontento non pregiudica la fiducia che gli italiani ripongono nella medicina convenzionale – superiore alla media europea (77% vs 69%) – riconoscendo nella competenza di medici e farmacisti uno dei principali fattori di affidabilità.
Oltre l’80% del campione utilizza piattaforme digitali o fonti su internet per recuperare informazioni in materia di salute, in primis “Dottor Google” (59%), seguito da articoli online (35%), siti web di istituti sanitari o di aziende farmaceutiche (19%) o influencer (17%).
Ma per quanto ci sia un’apertura da parte degli intervistati per l’impiego dell’Intelligenza Artificiale a supporto degli operatori sanitari (31%) e, in generale, nei confronti della digitalizzazione – dalle cartelle cliniche elettroniche (60%) ai foglietti illustrativi elettronici (41%) alle app (35%) – gli italiani richiedono una maggiore attenzione alla componente umana e relazionale dell’assistenza (oltre il 40%) e un approccio olistico alla cura (36%), che tenga conto della salute sia fisica che mentale del paziente.
La salute mentale è un altro dei temi su cui si è concentrato lo STADA Health Report. Oltre 1 italiano su 2 (57%) soffre di solitudine (di contro il 52% degli Europei) e il 20% di burnout: problematiche che interessano principalmente le donne e gli under 35. I giovani sono anche coloro che maggiormente lamentano l’impatto che la solitudine ha sulla loro qualità di vita.
Tra le proposte avanzate per alleviare questo stato di malessere, un migliore work life balance per le fasce più giovani e maggiori cambiamenti nella società – come, per esempio, miglioramenti economici, sostegno per le persone anziane, accesso a strutture per il tempo libero – per le donne.
“Siamo entusiasti di aver collaborato anche quest’anno con il Gruppo STADA per la realizzazione della nuova edizione dello STADA Health Report, che ci ha consentito di delineare un quadro dell’opinione degli Italiani riguardo a macro temi di salute e sanità”, dichiara Elena Madonia, Research Manager di Human8. “I risultati emersi sono di grande rilevanza: prosegue il trend negativo per quanto riguarda il grado di soddisfazione dei cittadini nei confronti del sistema sanitario, confermando soprattutto difficoltà di accesso alle visite mediche. Ciononostante, gli Italiani continuano a riporre fiducia nella medicina convenzionale e negli operatori sanitari. Per quanto riguarda, invece, il tema ‘salute mentalè, le donne e i più giovani sono le categorie che maggiormente soffrono di solitudine e di episodi di burnout. Il nostro auspicio è che i dati di questa nuova ricerca possano aiutare l’Azienda a conoscere in maniera più approfondita i bisogni di salute della popolazione, al fine di perseguire la sua mission, ‘Caring for Peoplès Health”.
“Lo STADA Health Report è uno strumento prezioso che ci consente di ottenere una visione chiara e approfondita delle sfide e opportunità del nostro Sistema Sanitario Nazionale, offrendo interessanti insight circa le principali preoccupazioni ed esigenze degli Italiani in ambito sanitario”, conclude Salvatore Butti, General Manager & Managing Director di EG STADA Group. “I risultati emersi forniscono dati e riflessioni che possono stimolare un confronto costruttivo tra tutti gli stakeholder del settore, al fine di lavorare insieme per un unico obiettivo, un futuro della salute più accessibile e innovativo. Dal Report, inoltre, emerge come gli Italiani chiedono sempre più un approccio “patient care”, che evidenzi il lato umano dell’assistenza sanitaria, sottolineando la necessità di valorizzare l’aspetto relazionale nella cura, un elemento che, in un contesto sempre più digitalizzato, risulta essere un pilastro essenziale per garantire il benessere complessivo delle persone. Ed è proprio sul concetto del “caring” che si fonda la purpose di EG STADA, “Prendersi Cura della Salute delle Persone come Partner di Fiducia””.
-foto xh7 Italpress-
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Healthcare Innovation Forum, l’innovazione per la medicina del futuro

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta oggi dalle ore 9:30 presso l’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis a Roma, la III edizione dell’Healthcare Innovation Forum (www.healthcareinnovationforum.it).
L’evento nasce con l’obiettivo di analizzare le maggiori trasformazioni in ambito sanitario e le potenzialità offerte da innovazione e tecnologia per progettare la medicina del futuro, sempre più personalizzata, integrata e preventiva.
L’evento è stato organizzato da CORE (www.corelations.it) con il coordinamento scientifico di Giuseppe Navanteri, Direttore Dipartimento Ingegneria Clinica e ICT, manager finanziamenti evoluzione tecnologica e digitalizzazione, IFO Istituto Nazionale Tumori Regina Elena-Istituto Dermatologico San Gallicano Roma, e di Amelia Compagni, Lorenzo Fenech e Francesca Lecci, docenti della SDA Bocconi School of Management.
L’evento è stato realizzato con il contributo incondizionato di: AGFA HealthCare, B. Braun Milano S.p.A., Biessemedica, Enbiotech, Engineering, Fujifilm Healthcare, KBMS, NGC Medical, Oracle, Samsung e con il patrocinio di AgID, AIIC, Confindustria Dispositivi Medici e Regione Lazio.
Un’edizione dedicata ai temi di One Health, Value-Based Healthcare (VBHC), Health Technology Assessment (HTA), Operation Management (OM) e Intelligenza Artificiale (IA).
ONE HEALTH: il nucleo centrale della rivoluzione sanitaria. Un concetto ampio che include i temi quali l’antibiotico resistenza, l’interdipendenza della salute umana, animale e ambientale.
Tutti argomenti che si devono necessariamente integrare con la “Value Based Healthcare”, l’intelligenza artificiale e la ricerca traslazionale in un’ottica di cambiamento del nostro sistema sanitario verso un sistema più evoluto e sostenibile.
VALUE BASED HEALTHCARE e HEALTH TECHNOLOGY ASSESSMENT: i concetti di Value- Based Healthcare (VBHC) e di Health Technology Assessment (HTA) sono strumenti essenziali per migliorare il sistema sanitario italiano, puntando alla qualità delle cure, efficienza dei servizi e sostenibilità economica.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE: non una risorsa fine a se stessa, ma una leva, se ben utilizzata, fondamentale per trasformare il settore sanitario, migliorando diagnosi, trattamento, gestione delle malattie ed efficienza amministrativa.
OPERATION MANAGEMENT: l’Operation Management (OM) emerge come un approccio cruciale per ottimizzare l’efficienza operativa, ridurre i costi e abbattere le liste d’attesa.
“Un’occasione preziosa per approfondire il digitale e l’innovazione nel Servizio Sanitario Nazionale – ha commentato il senatore Guido Liris -. La popolazione è sempre più longeva, con un numero crescente di ultracentenari, il che genera una domanda sempre più significativa di assistenza sanitaria per le patologie legate all’invecchiamento. Questo scenario richiede un adeguamento del sistema, e le nuove tecnologie possono aiutarci a intercettare i bisogni dei pazienti al di fuori dei tradizionali presidi ospedalieri, contribuendo così a preservare la loro qualità di vita”.
“In questo contesto – ha aggiunto – adottare un approccio proattivo e innovativo, che integri la digitalizzazione con un rigoroso rispetto della sicurezza e della privacy dei dati, ci permetterebbe di garantire un servizio sanitario sostenibile con il paziente al centro del sistema sanitario”.
Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, ha parlato di “un convegno importante che ha messo insieme mondo delle istituzioni e il mondo della sanità per cercare di portare avanti i processi di innovazione, formazione e soprattutto prevenzione. Per troppi anni la prevenzione è stata considerata un costo per il servizio sanitario regionale quando invece è un investimento. Riuscire a fare sintesi e avere una visione completa di un settore delicato come quello della sanità è fondamentale per le istituzioni per trovare le cure più appropriate rispondenti a tutte le esigenze dei cittadini. Serve un investimento delle risorse fatto in modo ponderato e adeguato che porti i giusti risultati e serve soprattutto uniformare un servizio sanitario regionale che ad oggi ha anche una sperequazione a livello nazionale, da regione a regione”.
Per Giuseppe Navanteri, Direttore dipartimento Ingegneria Clinica e ICT, manager finanziamenti evoluzione tecnologica e digitalizzazione IFO, “la terza edizione del forum consolida la necessità che la nostra società ha di far propri gli strumenti per realizzare innovazione in sanità. Il nostro SSN ha bisogno di evolvere dalla L.502/92 in maniera concreta. Vari processi sono ormai attivi in svariate realtà ospedaliere del territorio nazionale che sono da considerarsi ormai dei veri e propri laboratori che testano nuovi percorsi di presa in carico, nuove metodologie di gestione paziente. Innovare, quindi, assume il significato di migliorare l’outcome del paziente, con impatto diretto sia su esso stesso che sulla società in cui vive. In sanità, infatti, l’innovazione significa migliorare le vite, prolungare la longevità ed elevare la qualità dell’assistenza. E’ il motore che ci spinge avanti, trasformando le strategie tradizionali in soluzioni più efficaci ed inclusive.
Crediamo fermamente che, attraverso il nostro forum con partecipazione ormai nazionale, lo sharing di idee e di esperienze evidence based possa produrre un valore concreto e che, congiuntamente ai giusti strumenti tecnici per fare innovazione, si possa estendere la rete degli “agenti del cambiamento” in modo da riuscire, insieme, a far evolvere il nostro SSN”.
Pierpaolo Truglia, Healthcare Senior Sales Manager Central-South Area di Engineering, ha dichiarato che “il futuro della sanità, in Italia come altrove, sarà modellato dal digitale: tecnologie avanzate come l’AI rappresentano infatti una preziosa opportunità per trasformare i percorsi di prevenzione, diagnosi, assistenza e cura e migliorare il rapporto tra risultati ottenuti e risorse impiegate. Investire le risorse necessarie affinchè il digitale possa supportare il sistema sanitario nel suo percorso di trasformazione porterà benefici a tutto l’ecosistema: dalla cura dei pazienti alla qualità del lavoro dei professionisti, alla sostenibilità dell’intero SSN. In Engineering – ha concluso – da anni ridisegniamo la sanità attraverso la digitalizzazione dei processi e l’impiego di tecnologie innovative, con l’obiettivo di rendere più efficaci ed efficienti i sistemi sanitari e far evolvere la qualità delle cure e dei modelli organizzativi”.

– foto ufficio stampa CORE –
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Cresce l’età media, in Italia si vive sempre di più

MILANO (ITALPRESS) – L’aspettativa di vita media nei 27 paesi dell’Unione Europea è stimata a 81,5 anni nel 2023. Lo dicono i dati preliminari pubblicati da Eurostat, in base ai quali i cittadini europei hanno guadagnato quasi un anno di vita rispetto al 2022 e 0,2 anni rispetto al periodo precedente al Covid-19. In Italia, come in altri quattordici paesi del vecchio continente, l’aspettativa di vita è superiore alla media UE, e si attesta a 83,8 anni, un valore superato solo dalla Spagna. In tutti i paesi europei le donne vivono più a lungo degli uomini, un gap che però tende a ridursi per la progressiva trasformazione dello stile di vita. Tra le caratteristiche del nostro paese c’è quella di avere la popolazione più vecchia d’Europa, in Italia la media è di 48.4 anni, contro i 44,5 anni dell’UE. Sono questi alcuni dei temi trattati da Tiziano Lucchi, direttore della geriatria dell’IRCCS Policlinico di Milano, nonchè a capo di una equipe che si dedica anche allo studio, diagnosi e cura dei pazienti – anziani e non – affetti da malattie metaboliche, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Gli ultimi dati Istat ci fanno vedere che in Italia le nascite diminuiscono, ma aumenta l’attesa di vita alla nascita, un pò più di 81 anni per gli uomini e quasi 85 per le donne – ha esordito – L’indice di invecchiamento, ovvero il rapporto tra i soggetti ultra 65enni e la popolazione generale, è in Italia del 24%, inoltre aumentano i grandi anziani e ci sono più di 22.000 centenari – ha sottolineato Lucchi – Il Censis ci dice che nel 2040 la percentuale di anziani salirà al 30%, un italiano su tre avrà più di 65 anni”. Nelle grandi città italiane è Milano a presentare la maggior percentuale di anziani rispetto alla popolazione generale ed è nel capoluogo lombardo, non di certo tra le cosiddette zone blu, che vive anche la persona più vecchia d’Italia, un uomo di 115 anni. “C’è un ringiovanimento biologico della popolazione, l’anziano normalmente è classificato a partire dai 65 anni, ma ormai ciò è improprio e anacronistico – ha spiegato – E’ una definizione che risale all’impero prussiano ed era la soglia nella quale si fissava l’età pensionistica, in pochi ci arrivavano e lo stato ci guadagnava – ha raccontato il professore – L’anziano attualmente è chi ha un’età inferiore di dieci anni rispetto all’aspettativa di vita, in Italia il limite è ormai dunque spostato fino a oltre i 70 anni”.
E sull’importanza dell’attività fisica: “L’esercizio fisico è fondamentale per mantenere una funzionalità del corpo, uno studio recente ha preso in considerazione non tanto l’attività fisica sportiva, perchè tutto sommato sono sufficienti anche 4.000 passi al giorno, sono 2 km e mezzo al giorno. In questo modo, inizia già a diminuire il rischio di mortalità – ha ribadito – Il nostro fisico ha una prestazione funzionale massima intorno ai 30 anni e poi inizia un decadimento che può avvenire attraverso diverse traiettorie, l’invecchiamento è molto diversificato tra i vari soggetti. L’attività che fa bene è quella fisica e aerobica, quella intensa espone a dei rischi – ha ammonito – Ci sono degli stereotipi purtroppo, l’invecchiamento attivo deve essere inteso come la libertà dell’anziano di essere se stesso”. Ha meno peso sull’invecchiamento, al contrario di quello che molti pensano, l’aspetto genetico: “Il mio maestro, il professor Vergani, diceva ‘Vecchi sbagliati lo si diventa da giovanì. Sottintendeva che gli stili di vita corretti prima li metti in atto e meglio è – ha ricordato – D’altra parte, c’è da dire che un tempo si pensava che la genetica contasse tantissimo, invece gli studi sui gemelli omozigoti c’hanno fatto vedere un’importante differenza in base allo stile di vita. Il gene conta solo fino al 25% circa”.
“Einstein diceva che l’uomo è vecchio quando i rimpianti prendono il posto dei sogni. Ho avuto il piacere di curare diversi centenari – ha concluso Lucchi – Ciò che caratterizzava queste persone è che mantenevano degli obiettivi futuri”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Riparte Frecciarosa, il treno della prevenzione oncologica

ROMA (ITALPRESS) – Riparte “Frecciarosa- la prevenzione viaggia in treno”, la campagna promossa da Fondazione IncontraDonna e dal Gruppo FS giunta alla quattordicesima edizione. Il progetto gode del patrocinio del Ministero della Salute, con la partecipazione dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Enti-Istituzioni, tra cui Farmindustria, e il patrocinio delle maggiori Società Scientifiche Italiane. La campagna è presentata oggi a Roma alla presenza, tra gli altri, del presidente di Trenitalia, Stefano Cuzzilla, e della presidente della Fondazione IncontraDonna, Adriana Bonifacino. Ogni anno nel nostro Paese si registrano oltre 395mila nuove diagnosi di cancro (208mila negli uomini e 187mila tra le donne). Il tumore della mammella risulta essere quello più diffuso con 55.900 casi nel 2023 (di cui 500 maschili). Il 40% di tutte le malattie oncologiche potrebbe essere evitato eliminando o modificando i fattori di rischio. Quindi, per favorire la prevenzione e una corretta informazione, per tutto il mese di ottobre (dal lunedì al venerdì) i viaggiatori a bordo dei treni Frecce, Regionali e Intercity potranno usufruire gratuitamente di un servizio di informazione e consulenza sulla prevenzione oncologica grazie ai medici messi a disposizione dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica.
Inoltre, sulla piattaforma Frecciarosa.it saranno prenotabili anche quest’anno i teleconsulti volti a ricevere chiarimenti, suggerimenti e indicazioni dal medico, che dovranno comunque essere successivamente integrate presso strutture del SSN (Sistema Sanitario Nazionale). L’obiettivo è promuovere la prevenzione primaria, i corretti stili di vita e incentivare l’adesione ai tre screening oncologici come modelli di sanità pubblica attivi in Italia: lo screening mammografico, il pap test /HPV DNA test, e la ricerca del sangue occulto nelle feci. Sempre a bordo dei treni, medici e volontari distribuiranno anche il “Vademecum Salute” redatto in collaborazione con il Ministero della Salute, l’abc della prevenzione, con consigli per un corretto stile di vita utili a tutta la popolazione, viaggiante e non, e scaricabile in versione digitale sia in lingua italiana che inglese. “Anche quest’anno rinnoviamo il nostro impegno al fianco della Fondazione IncontraDonna e delle Istituzioni per la 14^ edizione di Frecciarosa, un’iniziativa in ambito sanitario entrata a far parte del dna del Gruppo FS – ha dichiarato Stefano Cuzzilla, presidente di Trenitalia (Gruppo FS) -. Offrire alle nostre viaggiatrici e viaggiatori un servizio a tutela della salute per tutto il mese di ottobre è per noi di fondamentale importanza perchè ci aiuta a diffondere e a favorire la cultura della corretta informazione, del benessere e della prevenzione, in particolare per il contrasto al tumore al seno. L’edizione Frecciarosa 2024, inoltre, si arricchisce di una nuova importante tappa ‘a terrà”.
“Il 24 ottobre, grazie alla collaborazione con la ASL ROMA 1 e agli spazi offerti dal Polo Logistica del Gruppo FS, un’unità mobile sarà presente presso lo scalo ferroviario di San Lorenzo, a Roma, dove si potranno effettuare gratuitamente diverse prestazioni”, ha aggiunto.
Adriana Bonifacino, presidente di Fondazione IncontraDonna, spiega che “otto donne su dieci riescono quasi definitivamente a sconfiggere la neoplasia mammaria e ciò evidenzia l’ottimo livello d’assistenza che riusciamo a garantire alle pazienti -Ciò nonostante, la prevenzione deve essere maggiormente incentivata in tutto il nostro Paese. Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno e in questa occasione dobbiamo ricordare che i tassi d’adesione agli screening mammografici sono ancora bassi, soprattutto in alcune Regioni. A livello nazionale abbiamo avuto tra il 2021 e il 2022 un calo del 3,5%. Sono dati che possono essere migliorati e come Fondazione IncontraDonna siamo orgogliosi di rinnovare il nostro appuntamento per la promozione della cultura della prevenzione presentando la quattordicesima edizione della campagna nazionale Frecciarosa. Anche quest’ anno – prosegue -, offriremo consulenze mediche gratuite “a bordo” sia alla popolazione femminile che a quella maschile. I nostri volontari porteranno messaggi di salute volti a incoraggiare famiglie, donne, uomini, bambini e le persone più anziane a prendersi cura di loro stessi, contribuendo, al tempo stesso, a rafforzare il valore e la fiducia nel nostro Sistema Sanitario Nazionale”.
Maria Rosaria Campitiello, Capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute, spiega che “come Ministero della Salute, siamo impegnati a sensibilizzare e facilitare l’accesso ai controlli e alle cure preventive, affinchè ogni donna possa prendersi cura di sè e affrontare il domani con fiducia. A tal fine è necessario garantire una comunicazione chiara, trasparente e accessibile a tutti, affinchè ognuno possa contribuire nel preservare il benessere comune. Solo attraverso una prevenzione costante e capillare possiamo costruire un sistema sanitario più forte e una popolazione più sana”. L’edizione 2024 si arricchisce di una nuova importante tappa “a terra”, presentata oggi da Sabrina De Filippis, Amministratore Delegato di Mercitalia Logistics: il 24 ottobre, grazie alla collaborazione con la ASL ROMA 1 e agli spazi offerti dal Polo Logistica del Gruppo FS, un’unità mobile sarà presente presso lo scalo ferroviario di San Lorenzo, a Roma. Le persone che rientrano nelle fasce d’età previste dal SSN potranno effettuare gratuitamente diverse prestazioni come pap test, vaccinazioni Hpv e mammografie. Inoltre, grazie ai volontari della Fondazione IncontraDonna saranno portate avanti attività di sensibilizzazione, volte a invitare le persone a cui sono destinati gli screening a collegarsi al portale della regione di appartenenza per avere informazioni sulle campagne di prevenzione.
Infine, la campagna vede la partecipazione di alcuni testimonial tra cui: Lucia Ocone, Alessandra Tripoli e Paola Saluzzi e una delegazione della Roma Volley Club in rappresentanza della Lega Volley Femminile. Alla conferenza di oggi partecipano anche il Dott. Giuseppe Quintavalle (Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Locale Roma 1), Alessandro Delle Donne (Direzione Generale, Istituto Tumori Giovanni Paolo II – IRCCS di Bari) e Valeria Panzironi (Direttore Strategie, Progetti di Sviluppo e Shared Services di Sport e Salute). Il progetto è sostenuto anche grazie al contributo non condizionante di numerose aziende fra cui GSK e Eli Lilly Italia.

– Foto xb1/Italpress –

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Al via a Palermo XXII Congresso nazionale AIOLP

PALERMO (ITALPRESS) – Sotto la presidenza dei professori Gianfranco Cupido e Riccardo Speciale, con la direzione scientifica del professore Aldo Messina, si svolgerà a Palermo il XXII Congresso Nazionale AIOLP (Associazione Italiana Otorinolaringoiatri Libero Professionisti) Società che riunisce gli Otorinolaringoiatri Libero Professionisti di tutta Italia e che si prevede convoglierà circa 600 Congressisti presso i locali dei Cantieri Culturali della Zisa. Il congresso avrà un’appendice la mattina del 3 ottobre, la cerimonia inaugurale sarà nel pomeriggio. I lavori entreranno nel vivo nei giorni del 4 e 5 ottobre.

Oltre alla partecipazione di una nutrita rappresentanza di professionisti che provengono dalle varie regioni d’Italia, saranno presenti anche Professionisti che provengono da altre nazioni come la Spagna e la Francia.
E’ la prima volta in assoluto che questo Congresso viene tenuto a Palermo; le ultime edizioni precedenti sono state organizzate a Riva del Garda nel 2021, Bari nel 2022, Milano nel 2023.
Si tratta di uno dei convegni Italiani più importanti e partecipati della specialità in quanto riunisce gli otorinolaringoiatri che svolgono la loro attività negli studi privati personali, negli studi convenzionati, nel contesto di ambulatori e cliniche private, negli ambulatori del servizio sanitario nazionale e che richiama anche gli specialisti che operano nel contesto di strutture ospedaliere e universitarie. Si profila una ampia partecipazione di professionisti di tante specialità affini, in quanto la otorinolaringoiatria è una branca della medicina che occupandosi della patologia della testa e del collo, inevitabilmente coinvolge anche specialità come la audiologia, la foniatria, la neurologia, l’oculistica, L’odontostomatologia e la chirurgia orale e maxillo facciale, la chirurgia plastica e ricostruttiva. La presenza di altre professionalità come gli audiometristi e audioprotesisti e logopedisti completa la copertura di tutte le problematiche inerenti la funzionalità dei sistemi neurosensoriali fondamentali per la comunicazione orale, ove le procedure riabilitative rivestono un ruolo fondamentale.
Il programma prevede una serie di relazioni a tema, letture magistrali, tavole rotonde e comunicazioni libere.
I temi principali che saranno trattati si riferiscono ai disturbi dell’apparato neurosensoriale dell’equilibrio e della funzione uditiva. La malattia di Meniere che provoca crisi vertiginose invalidanti oltrechè sordità progressiva ed acufeni intollerabili, viene affrontata secondo recenti metodiche che contemplano un approccio multidisciplinare con particolare attenzione alle correlazioni con l’apparato gastroenterico ed il microbioma intestinale che si è visto rivestire un ruolo essenziale nel benessere dell’intero organismo. Pertanto anche i progressi nella introduzione e nell’impiego di nutraceutici ed integratori trova spazi di trattazione durante le sessioni congressuali.
Altro argomento che verrà svolto tramite una tavola rotonda, concerne le attualità nell’ambito della chirurgia correttiva della piramide nasale; accanto alle tecniche chirurgiche tradizionali sia in tecnica chiusa che cosiddetta aperta, si è andata diffondendo negli ultimi tempi una metodica conservativa (preservation rhinoplasty) che evita una modifica artificiosa del dorso nasale, offrendo risultati più naturali con un traumatismo più ridotto. L’obiettivo rimane sempre quello di offrire una conoscenza aggiornata ed approfondita delle tecniche che consentono il raggiungimento di un risultato funzionale respiratorio ottimale, con un aspetto estetico soddisfacente.
Una ampio spazio di confronto è riservato ai disturbi della voce sia in età adulta che infantile, con la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti della materia che si occupano di diagnostica avanzata secondo le più aggiornate apparecchiature disponibili e di chirurgia laringea miniinvasiva e di fonochirurgia (chirurgia della voce) con aggiornamento sugli interventi che mirano alla modificazione della voce nei transgender, argomento di attualità che merita sicuramente una maggiore attenzione.
Infine si terrà una tavola totonda sulla voce artistica, ovvero tutte le problematiche che riguardano l’impostazione della voce nella recitazione degli attori in tutti i possibili aspetti e sfaccettature che comporta. I pannellisti sono otoiatri esperti di Foniatria, affiancati da logopedisti e da attori. In particolare gli attori Salvo Ficarra e Valentino Picone e l’attrice Consuelo Lupo porteranno la loro esperienza di recitazione con una nota di ironia e leggerezza che non inficiano la valenza scientifica della sessione.
-foto screenshot sito AIOLP –
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Riprende “Pronto Diabete”, campagna di prevenzione delle complicanze

MILANO (ITALPRESS) – Riprende Pronto Diabete, la campagna nazionale che, dal 23 settembre al 18 ottobre, mette a disposizione dei pazienti con Diabete Mellito di tipo 2 consulenze specialistiche gratuite con un diabetologo presso i centri specializzati in tutta Italia, prenotabili al Numero Verde 800 042747. Attivo anche il sito www.prontoDiabete.it.
L’iniziativa, patrocinata dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) e dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD), con l’adesione di Diabete Italia e Sistema Farmacia Italia, in partnership con AstraZeneca, intende sensibilizzare i circa 4 milioni di pazienti con Diabete di Tipo 2, in Italia, sull’importanza di tenere sotto controllo la propria patologia nell’ottica di migliorare la sua gestione, promuovere una corretta informazione ed educazione del paziente e prevenire l’insorgenza delle complicanze renali e cardiovascolari incentivandone una diagnosi precoce.
La campagna nello scorso mese di giugno ha offerto consulenze specialistiche gratuite, in 47 centri sul territorio nazionale, a circa 1.500 persone con Diabete Mellito di Tipo 2, di cui 30% avevano tra i 50 e i 64 anni e il 61% over 65. Grazie al successo ottenuto, viene riproposta con una seconda fase di visite, in vista della Giornata Mondiale del Diabete, che ricorre il prossimo 14 novembre.
Particolare attenzione va dedicata alle complicanze cardiovascolari e renali del Diabete Mellito di Tipo 2, tra cui lo scompenso cardiaco e la malattia renale cronica, patologie strettamente interconnesse tra di loro e fortemente impattanti sulla qualità di vita dei pazienti. Nel mondo il 70% delle morti sono causate da patologie croniche e, in Italia, nel 2021 circa 24 milioni di abitanti avevano almeno una patologia cronica, numero che continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Diabete, malattie cardiache e malattia renale cronica (patologie strettamente correlate) rientrano tra le cronicità più diffuse, pertanto è importante identificare, diagnosticare e quindi trattare i pazienti nella maniera più tempestiva ed efficace.
La campagna intende anche informare pazienti e opinione pubblica sull’attuale approccio nella gestione del Diabete Mellito di Tipo 2 che, in aggiunta alla cura della malattia conclamata, mira anche alla prevenzione delle sue complicanze, promuovendo anche l’educazione e l’empowerment di pazienti e caregiver.
La durata e le modalità precise di svolgimento delle consulenze saranno a discrezione degli Specialisti dei Centri aderenti, in base anche alla loro valutazione e alle specifiche caratteristiche dei pazienti afferenti. La fruizione delle consulenze non comporta priorità per la prenotazione di visite diabetologiche o prestazioni diagnostiche successive, che dovranno essere poi prenotate secondo le modalità previste dalle autorità sanitarie locali e non interferirà con i rapporti con l’usuale centro diabetologico di riferimento del paziente.

– Foto www.prontoDiabete.it –

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