Home Salute Pagina 90

Salute

Sanità, Fno Tsrm e Pstrp “Per sicurezza lavoro puntare su prevenzione”

ROMA (ITALPRESS) – Ogni anno il 28 aprile si celebra la giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro per sensibilizzare l’opinione pubblica, le Istituzioni e le aziende sui rischi legati al lavoro e sulle sfide che i lavoratori devono affrontare ogni giorno.
“A 20 anni dalla sua istituzione è essenziale che questa ricorrenza diventi un impegno concreto per il “…fare!”. Non a caso, quest’anno – spiega in una nota la Federazione nazionale Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP) -, la giornata mondiale si focalizza sul tema: “Come promuovere il diritto fondamentale a un ambiente di lavoro sano e sicuro”, ovvero su quali strategie adottare per implementare il diritto ad un ambiente di lavoro sano e sicuro in quanto principio basilare e giusto, riconosciuto come nuovo diritto fondamentale nel corso della risoluzione della Conferenza internazionale del lavoro del 2022″.
“Purtroppo, ancora oggi le statistiche ci raccontano una realtà inadeguata. Il bilancio provvisorio 2022 di INAIL (Andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali – INAIL febbraio 2023) attesta che sono stati denunciati, anche con danni permanenti, 697.773 infortuni sul lavoro (+ 25,7% rispetto allo stesso periodo del 2021), di cui 1.090 con esito mortale, in aggiunta ad un considerevole e costante aumento negli anni delle patologie di origine professionale che nel 2022 sono state 60.774 – prosegue la nota -. Se a questi dati si abbinano le conclusioni emerse da un recente studio universitario, che associa circa il 3% delle patologie tumorali a fattori lavoro correlati e si prendono come riferimento i valori del 2021 (377.000 casi con un numero di decessi pari a 181.330), allora il fenomeno assume dimensioni ancora più preoccupanti, evidenziando quanta importanza abbiano gli interventi di prevenzione in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, sia per tutelare la salute dei lavoratori, sia per contenere i costi in termini di risorse e di spesa sanitaria, oltre che sociali. Sfortunatamente, non si tratta di meri numeri, ma di persone, alle quali non è stato garantito un ambiente di lavoro sano e sicuro”.
“Il tempo del “…fare!” non può prescindere dal coinvolgimento di tutti quei professionisti che con il loro contributo possono fattivamente concorrere all’ottenimento di ambienti di lavoro sani e sicuri – sottolinea la FNO TSRM e PSTRP -. In quanto professionisti sanitari competenti, appartenenti al sistema, i Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, quotidianamente impegnati nelle attività volte a garantire prima di tutto la prevenzione ed il rispetto delle norme e dei principi di salute e sicurezza, siamo ogni giorno più consapevoli che il momento del “…fare!” non possa più attendere. La prevenzione, infatti, oltre a rappresentare un valore assoluto deve essere la base imprescindibile di qualsiasi intervento.
“La prevenzione è la soluzione!””.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

Farmaci, per Medicines for Europe serve nuova strategia industriale

ROMA (ITALPRESS) – “Il ruolo centrale dell’industria dei medicinali fuori brevetto per il paziente si riflette chiaramente nelle intenzioni della proposta di revisione della legislazione farmaceutica presentato ieri dalla Commissione UE, che rispecchia anche le esperienze maturate in questi anni, sia con la pandemia che con la guerra in Ucraina. Manca ancora una strategia industriale orientata a rafforzare il settore europeo dei farmaci fuori brevetto e a migliorare l’autonomia strategica dell’Unione nel settore sanitario, ma siamo pronti a lavorare con il Parlamento europeo e gli Stati membri per rendere l’accesso ai farmaci equo e tempestivo e per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento nella catena produttiva una realtà in Europa”. Così Elisabeth Stampa, presidente di Medicines for Europe, l’associazione europea dei produttori di generici, biosimilari e value added medicines, in merito ai contenuti del pacchetto di riforma che comprende due proposte legislative, una nuova direttiva e un nuovo regolamento, che costituiscono il quadro normativo dell’UE per tutti i medicinali, semplificando e sostituendo la precedente legislazione farmaceutica.
Tra i punti chiave della proposta, due le criticità che le aziende dei farmaci fuori brevetto sperano possano essere modificate alla luce della stesura definitiva dei testi da parte del Parlamento e del Consiglio. La proposta per una nuova modulazione della protezione offerta dalla cosiddetta esclusività dei dati; il voucher di esclusività trasferibile. In particolare quest’ultima misura, se inclusa nel testo finale, avrebbe secondo l’associazione un effetto dirompente. Egualia condivide le preoccupazioni espresse da Medicines for Europe su queste tematiche, ma anche l’apprezzamento per le altre misure, a partire dalla reale applicabilità della Bolar Clause, per consentire l’immissione in commercio di generici e biosimilari per il lancio al giorno 1 dopo la scadenza del brevetto. Altrettanto apprezzabile la proposta della Commissione UE di introdurre 4 anni di esclusività dei dati per le molecole di uso consolidato oggetto di repurposing. Desta invece molta perplessità la tempistica per la segnalazione delle interruzioni temporanee o definitive di fornitura (carenze) dei medicinali che la Commissione immagina in non meno di 6 mesi.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

A 3 anni i primi passi grazie agli ortopedici del Galeazzi-Sant’Ambrogio

MILANO (ITALPRESS) – A tre anni, finalmente, è riuscita a muovere i suoi primi passi, i più importanti di tutta la sua vita. Si tratta di una bimba libica, Nosaiba, giunta dalla Libia all’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano (Gruppo San Donato) per trovare un’alternativa all’amputazione della gamba destra. Un destino già segnato nel suo Paese, ma la speranza si è riaccesa in Italia, grazie al professor Giuseppe Peretti, responsabile dell’E’quipe Universitaria di Ortopedia Rigenerativa e Ricostruttiva (E.U.O.R.R.) e al dottor Fabio Verdoni, responsabile dell’UO di Ortopedia pediatrica, che l’hanno sottoposta a un intervento estremamente complesso che le ha permesso di camminare.
La piccola Nosaiba è nata con l’agenesia della tibia, ossia con la mancanza totale dell’osso tibiale che, durante la gestazione, non si è formato. Era quindi presente solo il perone che era di dimensioni ridotte rispetto al normale ed era posizionato posteriormente al femore.
Pertanto la bimba non aveva la funzionalità dell’anca e soprattutto del ginocchio, che permaneva rigido in posizione flessa. Inoltre soffriva, dalla nascita, anche di una forma molto grave di piede torto: la pianta del piede era ruotata di oltre 150 gradi e pertanto orientata verso l’alto. Tutte queste malformazioni concomitanti non permettevano alla bambina di stare in piedi, nè tanto meno di camminare. La piccola si limitava a saltellare su una gamba sola appoggiata a un sostegno o a gattonare, provocandosi anche lesioni cutanee che avevano portato alla formazione di una significativa callosità sul ginocchio.
In presenza di casi così gravi e complessi l’unica strada percorribile, secondo i medici libici ma anche secondo la letteratura internazionale, era quella dell’amputazione sopra al ginocchio, con successivo impiego di una protesi. Tuttavia i genitori di Nosaiba non hanno mai accettato di sottoporre la loro bambina a un percorso così doloroso e invalidante cercando all’estero un’altra possibilità.
E’ il dottor Mussa Tablaki del consolato libico in Italia a contattare il professor Giuseppe Peretti che, a sua volta, coinvolge il collega Fabio Verdoni e insieme studiano approfonditamente il caso di Nosaiba trovando una soluzione tecnicamente complessa e con molte incognite. Sono stati necessari studi ed esami preliminari, sono stati coinvolti anche altri professionisti, come il chirurgo plastico e il chirurgo vascolare, per verificare la fattibilità dell’intervento.
La bimba viene sottoposta , a un primo intervento per il posizionamento di un fissatore esterno esapodalico di ultima generazione che, guidato da un software, permette correzioni simultanee e su più piani di deformità primitive complesse. Sono stati quindi posizionati degli ancoraggi a livello del femore e del piede al fine di favorire la progressiva estensione del ginocchio e la correzione del piede torto.
“La correzione delle deformità è stata sorprendente, la risposta al trattamento è stata ottimale. Con questo primo intervento abbiamo quindi ottenuto un ginocchio esteso, un piede ruotato quasi completamente, ma permaneva il problema legato al perone, posizionato dietro il femore. Si rendeva quindi necessario un secondo intervento per riportare il perone nella sede più funzionale” afferma il professor Giuseppe Peretti.
Durante la seconda seduta chirurgica è avvenuta la liberazione del perone, nella parte prossimale, da tutti i tessuti che vi si inserivano – ovvero il tendine bicipitale, i legamenti collaterali del ginocchio ed i tendini dei muscoli peronei -, è stata poi resecata una porzione centrale dell’osso, che è stato così accorciato. E’ stato inserito un filo metallico (filo di Kirscher) che attraversava il perone per tutta la sua lunghezza, entrando nella caviglia, e proseguendo fino al femore, pertanto mantenendo il ginocchio completamente esteso e tutte le ossa coinvolte nella loro sede. Post-intervento è stato posizionato uno stivaletto di gesso che è stato rimosso dopo un mese, mentre il filo dopo sei settimane.
“Il perone era incarcerato dietro al femore, costretto dai tendini che lo forzavano in una posizione non funzionale, quindi non potevamo semplicemente trascinarlo verso il basso e posizionarlo correttamente, ma era necessaria una osteotomia. Dopo aver liberato il perone, che era risalito di 4 cm rispetto alla sede anatomica, abbiamo apportato una resecazione per ridurre l’osso di 2,5 cm e collocarlo nella giusta posizione affinchè fosse in grado di ricevere il carico, di sopportare il peso della bambina, facendo, di fatto, la funzione della tibia mancante (perone pro tibia)” afferma il dottor Verdoni.
Grazie a questi due interventi ora la bimba può beneficiare di un arto non biologicamente efficiente, poichè l’articolazione è compromessa, ma che le permette di mantenersi in posizione eretta, grazie anche al supporto di uno speciale tutore con un rialzo interno che correggere la dismetria tra le due gambe, poichè l’arto malformato è più corto di 10 cm.
“Il nostro obiettivo primario era quello di ridare funzionalità a un arto inferiore con un’anca normale e con il femore integro, dando continuità a caviglia e ginocchio benchè rigidi. Il ginocchio non può avere la sua naturale funzione poichè manca l’apparato estensore, quindi non si estende e non si flette, ma di fatto è una stampella biologica. Il piede invece è mobile e permette la spinta e il passo, elemento essenziale affinchè Nosaiba possa camminare” aggiungono gli specialisti. “Ai genitori della bimba è stato raccomandato, per precauzione, di non permetterle di camminare senza supporti, quindi senza stampelle, ma quando è tornata da noi per un controllo camminava speditamente e senza aiuti. Evidentemente il camminare è qualcosa di innato e i bambini con le loro risorse ci stupiscono sempre”.
Il percorso della piccola non è ancora finito: il primo passo importante sarà quello di mantenere uniti perone e femore, allungando quest’ultimo per raggiungere la stessa lunghezza dell’arto sano e poi posizionare la caviglia sotto il perone. Il secondo passo riguarda invece il perone, divenuto tibia, che continuerà a crescere con la piccola Nosaiba, grazie anche alle cartilagini di accrescimento che sono state preservate, tuttavia l’arto sano crescerà più velocemente e quindi sarà necessaria la revisione del caso. Prima di intervenire allungando il perone è necessario valutare il tenore della muscolatura, la funzionalità nervosa, nonchè la vascolarizzazione dell’arto, elemento che stimola la formazione di osso nuovo.
Nosaiba, dimessa qualche giorno fa dall’ospedale, ora è in Libia e tornerà all’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio per i controlli tra quattro mesi, ma nel frattempo non verrà interrotto il contatto con i medici che seguiranno i progressi della piccola grazie alle possibilità offerte dalla telemedicina.
“E’ stato commovente assistere ai primi passi di Nosaiba. Nella nostra carriera abbiamo trattato molti casi, anche complessi, ma nessuno era riuscito a procurarci un’emozione e una soddisfazione così grandi. I suoi genitori, sempre presenti e collaborativi, ci hanno affidato senza indugio il loro bene più prezioso e siamo davvero orgogliosi di non aver deluso le loro aspettative, ma soprattutto di aver dato alla bambina una possibilità” concludono i due specialisti.

– foto: ufficio stampa Gruppo San Donato

(ITALPRESS).

Yoga per il viso una soluzione per mantenere la pelle giovane

MILANO (ITALPRESS) – Con il passare del tempo le cellule della pelle, i fibroblasti, rallentano le loro attività. Di conseguenza si riduce la produzione di collagene, elastina, acido ialuronico e glicosamminoglicani, sostanze fondamentali per mantenere la pelle giovane, tonica ed elastica. Con il passare del tempo rallenta anche il microcircolo e pertanto si riduce il trasporto di sostanze nutritive alle cellule. Il risultato visibile è una pelle più spenta e spesso capillari rotti in superficie. Altri elementi coinvolti nell’invecchiamento cutaneo sono i radicali liberi, l’esposizione senza protezione ai raggi solari e la carenza di estrogeni tipica della donna in menopausa, che contribuisce alla disidratazione e a ridurre il film idrolipidico che protegge la pelle dall’aggressione degli agenti esterni. Questo è uno dei temi affrontati da Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto dermoclinico Vita Cutis di Milano – Gruppo San Donato, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Mantenere un viso giovane vuol dire far di tutto per migliorare l’elasticità e il turgore; il picotage va in questa direzione”, ha affermato. “Si parla di picotage – ha sottolineato – perchè con questo metodo si interviene sulla causa principale, forse più importante, dell’invecchiamento della nostra pelle, vale a dire la perdita di elasticità. Il picotage – ha spiegato – consiste nel fare microiniezioni di acido ialuronico naturale arrivando a un millimetro di profondità. Ci sono vantaggi molto importanti: non si rompono i vasi capillari di un certo calibro, non vengono toccate le terminazioni nervose dolorifiche quindi è del tutto indolore”.
Per quanto riguarda gli stili di vita cosa suggerire? “Mangiare un pò di tutto – ha sottolineato – è sempre la cosa migliore. Sappiamo però che ci sono alimenti che aiutano la pelle a difendersi di più. Gli omega 3 e gli omega 6 sono molto importanti perchè contribuiscono a dare una buona elasticità e idratazione profonda”.
“La vitamina C di cui molta frutta è ricca, i flavonoidi presenti nei frutti di bosco aiutano l’elasticità dei vasi sanguigni e quindi favoriscono una buona ossigenazione delle cellule e aiutano la pelle a restare più giovane. Durante l’estate oltre a proteggerci con le creme schermanti è molto importante proteggersi anche dal calore. Basta nebulizzare acqua sulla pelle quando abbiamo caldo”, aggiunge.
Si parla anche di yoga per il viso. Per Di Pietro si tratta di una “soluzione intelligente”. “Lo yoga – ha evidenziato – crea uno stretching delle fibre muscolari e quindi anche le fibre muscolari si tonificano e migliorano. Credo molto in questo – ha concluso -, ci sono pazienti che lo stanno praticando e i risultati sono eccezionali”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Leucemie infantili, 8 bambini su 10 guariscono

MILANO (ITALPRESS) – Le leucemie rappresentano un terzo di tutti i tumori dei giovanissimi sotto i 14 anni e circa quattro bambini colpiti da leucemia su cinque sviluppano la leucemia linfoblastica acuta, il tumore del bambino più frequente in assoluto. Le leucemie sono tumori delle cellule staminali da cui originano le cellule del sangue. Quando ci si ammala le cellule del sangue non possono più crescere e svilupparsi in modo naturale. Le cause che scatenano la malattia non sono ancora completamente chiare, sebbene esistano alcuni fattori di rischio. La buona notizia, però, è che la scienza ha compiuto passi da gigante nella cura di questi tumori del sangue, specie quando insorgono in età pediatrica. Oggi per curare i piccoli pazienti sono a disposizione terapie efficacissime, come quelle basate su cellule geneticamente modificate in grado di colpire e annientare le cellule tumorali. Questo è uno dei temi affrontati da Momcilo Jankovic, pediatra ematologo, consulente area psico-sociale del centro Maria Letizia Verga dell’Ospedale San Gerardo di Monza, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“La leucemia più frequente – ha spiegato Jankovic – si chiama leucemia linfoblastica acuta e rappresenta circa il 75-80%. Poi c’è la leucemia mieloide acuta mentre le forme croniche sono rare, sono più tipiche dell’adulto”.
Quali sintomi bisogna considerare? “Purtroppo i sintomi sono semplici”, ha spiegato, sottolineando però che “le sintomatologie emorragiche devono essere diffuse abbastanza, i dolori sono persistenti e resistono anche a terapie antidolorifiche, la febbre non risponde a terapia antibiotica o antifebbrile. Sono sintomi comuni a tante patologie ma con una persistenza e una insistenza maggiore. Per fare una diagnosi, il sospetto viene dopo due o tre settimane e non c’è bisogno di correre”.
Quanti bambini si ammalano? “Fortunatamente – ha affermato – è una patologia rara perchè si ammala uno ogni centomila nati. In Italia sono circa 400-450. Se prendiamo anche la fase adolescenziale dai 14 ai 18 anni il numero è tra 400 e 500. E’ la forma di tumore più frequente e rappresenta circa un terzo, infatti i tumori infantili in generale sono circa 1.200 o 1.300 all’anno”.
Per Jankovic “il grosso progresso della medicina è la caratterizzazione delle cellule leucemiche all’esordio. E’ molto importante perchè le terapie – ha continuato – vengono personalizzate sul tipo di leucemia. Le terapie ingegnerizzate sono quelle in cui vengono isolati linfociti e vengono preparati per andare a combattere le cellule leucemiche. Questo dovrebbe consentire una maggiore precisione nelle terapie e una limitazione degli effetti collaterali. Sono promettenti, non sono ancora così di ampio impiego per tutti”.
In Italia quanti sono i centri che si occupano di leucemia infantile? “Oggi – ha ricordato – i centri in Italia sono più di 50. Sono centri sparsi in tutta Italia perchè il nostro obiettivo è curare il bambino vicino a casa. La centralizzazione del materiale biologico avviene in pochi centri ed è il campione che gira, non il paziente. I centri, però, sono certificati – ha concluso -, la possibilità di proseguire le cure vicino a casa è stato per noi un grosso successo”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Sanità, accordo tra San Marino e la Regione Campania

SAN MARINO (ITALPRESS) – E’ stato siglato nelle settimane scorse l’Accordo di Collaborazione tra la Regione Campania e la Repubblica di San Marino. Si tratta di una intesa che, in ragione dello “spirito di amicizia che caratterizza le reciproche relazioni ed ispira la collaborazione tra le stesse sia a livello bilaterale che nella comune appartenenza alle Organizzazioni Internazionali” intende “promuovere, favorire e sviluppare la reciproca collaborazione nel settore socio-sanitario, nel settore della prevenzione collettiva nei luoghi di vita e lavoro, nel campo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, nel campo della salute pubblica e delle malattie infettive. Tra gli ambiti di collaborazione anche la realizzazione di “un comune programma di collaborazione scientifica e formativa nonchè di attività di scambio di personale di ricerca, di studenti e di professionisti operanti sui rispettivi territori” ricercando anche forme di collaborazione nell’ambito dei programmi dell’Unione Europea ed in particolare di quelli che interessano le attività di ricerca nel campo della sanità pubblica.
Previste inoltre intese per consentire uno scambio di prestazioni fra gli Enti del Servizio Sanitario Regionale (SSR) della Regione Campania, pubblici e privati accreditati, e l’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) della Repubblica di San Marino, nonchè l’istituzione di tavoli tecnici, in particolare sui temi dello sviluppo dei sistemi informativi sanitario e sociale; nel campo della sanità pubblica ( soprattutto in materia di tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro, sulla prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili e non, sulla sicurezza alimentare e riguardo a strategie comuni per promuovere corretti stili di vita) e nell’ambito della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione.
“Desidero esprimere un sentito ringraziamento al Presidente De Luca da parte del Governo di San Marino e mio personale, per questa intesa che non solo consolida le ottime relazioni tra le nostre due realtà, ma permette una stretta sinergia in ambito sanitario, e quindi in tema di salute, quale diritto fondamentale, privo di limiti, barriere o confini. Nell’accordo è prevista anche la collaborazione tra professionisti sanitari e tecnico-amministrativi e sono sicuro che consentirà un reciproco sviluppo a livello di medicina del territorio, specialistica ospedaliera e di tecniche chirurgiche innovative. Desidero ricordare a questo proposito che proprio a Napoli è stata istituita una delle più rinomate scuole di chirurgia robotica, cui guardiamo con grande interesse”, ha dichiarato Roberto Ciavatta, segretario di Stato per la Sanità.
“Nell’unirmi con spirito di sincera riconoscenza ai ringraziamenti già espressi dal Segretario di Stato Roberto Ciavatta, desidero assicurare che all’impegno fin qui profuso per il raggiungimento dell’accordo, sta già facendo seguito, con altrettanta dedizione, una intensa attività, sia mia personale che dello staff giuridico dell’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino, per l’elaborazione di specifici memorandum, come previsti nell’accordo. Poter unire le peculiarità dei due territori nello scambio di prestazioni sanitarie, nella formazione e nell’addestramento professionale, nella collaborazione scientifica e didattica e nell’ambito della ricerca, rappresenta sicuramente un valore aggiunto per entrambi gli Enti coinvolti, a beneficio degli assistiti e dei professionisti. Questo accordo apre allo sviluppo e all’adozione di politiche sanitarie sempre più attente a soddisfare i cambiamenti dei bisogni di salute delle persone, ovunque esse si trovino, ha aggiunto Francesco Bevere, direttore generale Istituto per la Sicurezza Sociale.

– foto ufficio stampa Iss-Repubblica San Marino –

(ITALPRESS).

Bassetti “Antibiotico-resistenza fenomeno in crescita, grande problema”

MILANO (ITALPRESS) – La resistenza agli antibiotici (o antibiotico-resistenza) è un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere malgrado la presenza di un agente antibatterico che per tipologia e concentrazione è generalmente sufficiente a inibire o uccidere quei microrganismi. Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è molto aumentato negli ultimi anni, portando a una valutazione del suo impatto nella sanità pubblica in Italia e nel mondo e imponendosi come uno dei temi più caldi in medicina. I microrganismi multiresistenti possono infatti causare malattie anche molto differenti per sito di infezione, gravità e incidenza e sono spesso presenti negli ospedali che, da luogo di cura, si trasformano pertanto in luogo potenzialmente molto pericoloso per la salute. La resistenza agli antibiotici è uno dei temi affrontati da Matteo Bassetti, direttore clinica di malattie infettive e tropicali dell’Ospedale San Martino di Genova, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
L’antibiotico-resistenza è “un fenomeno in crescita”, ha detto Bassetti. “Lo era già prima che arrivasse il Covid, che è stato un moltiplicatore di problemi. Abbiamo usato troppo liberamente gli antibiotici – ha proseguito – e quindi abbiamo ingigantito il problema. I batteri resistenti agli antibiotici sono un grandissimo problema perchè infezioni anche semplici sostenute da batteri resistenti vuol dire che gli antibiotici non funzionano più. I batteri si sono rinforzati perchè abbiamo usato troppo e male gli antibiotici negli ultimi anni. Ci vuole un richiamo a tutti, a noi come classe medica ma anche alla gente – ha aggiunto -, per usare meglio e più appropriatamente gli antibiotici”.
Occorre quindi “il giusto farmaco: bisogna dare l’antibiotico giusto – ha sottolineato – nel momento in cui serve, cioè quando c’è un’infezione batterica. Poi dare la giusta dose, con il giusto ritmo e anche con la giusta durata”.
Il grande uso di antibiotici negli allevamenti ha contribuito ad aumentare l’antibiotico-resistenza? “Moltissimo”, ha detto Bassetti. “A livello europeo – ha continuato – circa dieci anni fa l’uso era 70% negli animali e 30% negli esseri umani. Poi i veterinari hanno capito l’entità del problema e a livello italiano si sta lavorando molto: si è ridotto significativamente il consumo di antibiotici. Il problema è che solo una piccola parte della carne che arriva sulla nostra tavola è prodotta in Italia. La grande maggioranza arriva dall’Est Europa, dal Sudamerica dove controllo sull’uso degli antibiotici è praticamente a zero. E’ un grande problema che in qualche modo dobbiamo affrontare. Gli antibiotici devono essere utilizzati bene negli esseri umani, in veterinaria e anche in agricoltura”.
Dal 30% al 60% delle infezioni ospedaliere non è sensibile agli antibiotici cosiddetti di “prima scelta”.
“La cosa importante – ha spiegato – è conoscere quali sono i batteri che circolano nell’ospedale e qual è il loro grado di sensibilità agli antibiotici. Quindi cercare di utilizzare da subito le terapie più giuste. Soprattutto dobbiamo cercare di fare meno terapie empiriche e più terapie mirate, cioè più diagnostica”.
Per Bassetti, inoltre, “bisogna fare attenzione a usare bene gli antibiotici vecchi e usarli solo quando servono. Ma soprattutto abbiamo costante bisogno di antibiotici nuovi. Le Big Pharma – ha continuato – purtroppo non investono più negli antibiotici perchè non rendono. Questo è un grande problema perchè rischiamo nel breve di tornare in epoca pre-antibiotica. Bisogna fare uno sforzo importante parlando dell’argomento, quindi incentivando la ricerca sui nuovi antibiotici, e cercando di usare bene quelli che abbiamo a disposizione”.
Bassetti è stato impegnato in prima linea durante la pandemia. “Il Covid – ha detto – ha consentito di far capire alla gente che le malattie infettive non sono qualcosa che è lontano ma presente. La gente, quindi, ha capito che le malattie infettive sono un problema”. E’ servito, dunque, per “rimettere le malattie infettive – ha affermato – al centro dell’agenda del mio paese e del mondo”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Pillola anticoncezionale gratis per tutte le donne, ok dell’Aifa

0

ROMA (ITALPRESS) – Il comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la gratuità della profilassi pre-esposizione contro il virus dell’Hiv, la cosiddetta Prep. Nella giornata in cui si celebra la salute della donna, il panel di tecnici dell’ente regolatorio ha dato via libera anche alla decisione di rendere gratuita anche la contraccezione orale, per le donne di tutte le fasce d’età, con un costo totale per le casse dello Stato stimato in circa 140 milioni di euro l’anno. A spiegarlo a Quotidiano Sanità è Giovanna Scroccaro, presidente del Cpr Aifa.
“Si tratta di due temi che sono da tempo all’attenzione dell’agenzia – evidenzia – che hanno richiesto tempi tecnici per arrivare a una valutazione completa” e al “disco verde” dell’autorità. “Abbiamo voluto portarli a termine prima della scadenza” del mandato e dell’arrivo della riforma dell’Agenzia, attesa per l’estate.
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS)