Home Salute Pagina 93

Salute

Covid, 20.075 positivi e 173 decessi in una settimana

ROMA (ITALPRESS) – Sono 20.075 i nuovi positivi al Coronavirus in Ialia, l’8,3% in meno rispetto alla scorsa settimana, quando furono 21.883. 173 i deceduti, il 10,9% in più rispetto alla settimana precedent, quando furono 156. E’ quanto emerge dalle settimanali rilevazioni del Ministero della Salute. 388.766 i tamponi effettuati, con una variazione di -12,2% rispetto alla settimana precedentem quando furono 442.819. Tasso di positività al 5,2% con una variazione di +0,3% rispetto a settimana scorsa (4,9%). (ITALPRESS).

Photo Credits: www.agenziafotogramma.it

Covid, Rt in rialzo a 1 ma cala l’incidenza

ROMA (ITALPRESS) – In lieve diminuzione l’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid: 34 ogni 100.000 abitanti contro i 37 ogni 100.000 abitanti della scorsa settimana. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. Nel periodo 15-28 marzo 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente e coincidente con la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è invece in lieve diminuzione e appena sotto la soglia epidemica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è sostanzialmente stabile allo 0,9%, mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è sostanzialmente stabile al 3,8%. Una Regione risulta non valutabile, e di conseguenza equiparata a rischio alto. Tre Regioni sono a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Otto sono a rischio moderato, nove sono classificate a rischio basso.

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

Tumori, “Oltre il mare” il docufilm per raccontare speranze e dolori

ROMA (ITALPRESS) – “La malattia non può prendersi la mia vita, per adesso la battaglia la sto vincendo io”. Parole di forza e speranza che arrivano dai protagonisti del docufilm “Oltre il mare” ma che appartengono a tutti i pazienti alle prese con un tumore ai polmoni. Il film documentario realizzato da Sanofi insieme a WALCE Onlus – Women Against Lung Cancer in Europe, partner del progetto, e Rufa, l’università di Belle Arti, è una pellicola che punta i riflettori sul delicato tema del tumore al polmone attraverso uno stile narrativo inconsueto e punti di vista originali, personali, veri. “Oltre il mare” è stato presentato nel corso di un evento promosso da Sanofi, all’Auditorium dell’Ara Pacis.
“Quello che hanno raccontato i ragazzi della Rufa con storie diverse rappresenta una condivisione che non ha solo il fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema ma è anche un messaggio di coraggio e consapevolezza nell’affrontare la vita, con i suoi dolori e i suoi riscatti”, le parole di Marcello Cattani, presidente e Ad di Sanofi. “Noi – aggiunge – siamo impegnati in oncologia da sempre e abbiamo scelto di collaborare con WALCE Onlus per la competenza e la sensibilità con cui affianca e sostiene le persone affette da tumore al polmone e siamo fieri di aver investito sui giovani artisti di RUFA che hanno saputo mettere in una prospettiva esclusiva e inaspettata il vissuto di questi pazienti, analizzando come cambia il loro approccio alla vita e come incide sui rapporti con le persone che ci circondano. Trovo che il frutto di questo incontro sia di forte impatto emotivo e di grande insegnamento per tutti noi e soprattutto per le giovani generazioni. La ricerca che Sanofi fa è di qualità e i fatti dimostrano la bontà della ricerca”.
Sono tre i protagonisti della pellicola: Aldo, Roberto e Carlotta, che, insieme ai loro caregiver, mostrano gli aspetti più profondi e intimi di chi si imbatte in questa patologia. A realizzare il progetto, per uno sguardo diverso sui percorsi individuali di malattia e di vita, un gruppo di neodiplomati Rufa di Cinema: Giusy Alfieri, Giorgio Leopardi, Federico Assenza, Elena Grasso, Alessandro Cuccia, Giulia De Cesare e Anna Carrubba. Diretto da Giusi Alfieri e Giorgio Leopardi che hanno raccontato, attraverso la voce dei protagonisti, tre storie vere, autentiche, di dolori, speranze, disagio.
“Questo documentario tratta un tema importante, in maniera non banale, e il messaggio che, attraverso questo documentario, i ragazzi hanno voluto fare loro e documentare è un percorso di consapevolezza, non è un dolore che viene custodito ma è anche un esprimere uno stato d’animo, ed è giusto che lo abbiamo fatto le persone che hanno affrontato questo percorso” ha detto il direttore RUFA Fabio Mongelli “la collaborazione che si è venuta a creare in questa particolare occasione non è rilevante soltanto dal punto di vista formativo e artistico, ma anche per quanto concerne gli aspetti etici e sociali: un elemento che conferisce all’iniziativa un valore aggiunto che è stato particolarmente apprezzato dal gruppo di lavoro nella fase di realizzazione”.
Il tumore al polmone è ancora oggi una delle forme di cancro più aggressive, fortemente legata al fattore di rischio primario, il fumo, e colpisce ogni anno 2 milioni di persone in tutto il mondo, con oltre 43.000 diagnosi solo in Italia nel 2022. Silvia Novello, presidente WALCE, professore ordinario di Oncologia Università di Torino ha ricordato che “la comunicazione in oncologia è fondamentale e una comunicazione adeguata non sempre è facile perchè ormai i cambiamenti dal punto di vista terapeutico e diagnostico sono tanti e stare al passo diventa veramente complicato, per cui trovare metodi alternativi ma allo stesso tempo diretti e precisi è fondamentale. Walce nasce per sensibilizzare sull’aumento dell’incidenza del tumore al polmone tra le donne, ma oggi ci confrontiamo con tutti gli interlocutori e offriamo supporto alle persone che soffrono di questa malattia e i loro cari su molteplici livelli e da molteplici punti di vista”.
La mission di Sanofi è quella di “sfidare i confini della scienza per migliorare la vita delle persone. In circa 100 Paesi al mondo, siamo impegnati per trasformare la pratica della medicina, lavoriamo per portare opzioni di trattamento potenzialmente in grado di imprimere un cambiamento nella vita dei pazienti e fornire vaccini che proteggano e salvino la vita a milioni di persone in tutto il mondo, mettendo la sostenibilità e la responsabilità sociale al centro delle nostre ambizioni”.
-foto xc3-
(ITALPRESS).

Policlinico di Palermo, al via piano per il recupero delle liste d’attesa

PALERMO (ITALPRESS) – Al Policlinico di Palermo ha preso il via oggi il Piano operativo aziendale per il recupero delle liste d’attesa deliberato dal Commissario dell’Azienda ospedaliera universitaria, Salvatore Iacolino. Il Piano è il risultato del lavoro di 12 tavoli tecnici che hanno visto la partecipazione di tutti i responsabili degli ambulatori afferenti alle unità operative del “Paolo Giaccone” e dei rappresentanti della Direzione sanitaria aziendale, della Direzione sanitaria di presidio e del SIA, il Sistema informativo aziendale.
Al centro del programma di riduzione delle prestazioni prenotate dai cittadini e non ancora erogate, due le linee di intervento: l’incremento delle attività in regime istituzionale, e l’integrazione con prestazioni aggiuntive in regime di incentivazione, che l’Azienda, in alcuni specifici casi, può richiedere ai propri dirigenti in via eccezionale e temporanea, oltre l’orario di servizio, ad integrazione dell’attività istituzionale.
Da oggi, dunque, l’offerta in regime istituzionale sarà implementata estendendo l’orario di apertura degli ambulatori. Le prestazioni da smaltire sono circa 29.000, di cui 13.250 superano i tempi d’attesa previsti che mediamente sono di oltre 250 giorni per alcune prestazioni dell’area delle visite specialistiche, di oltre 200 giorni per alcune prestazioni dell’area della diagnostica strumentale e di oltre 150 giorni per alcune prestazioni dell’area della diagnostica per immagini.
“L’abbattimento delle liste d’attesa – spiega Iacolino – è un obiettivo strategico aziendale al quale si associano sia le premialità che le eventuali penalizzazioni correlate al mancato raggiungimento che verranno definite in sede di negoziazione con i direttori dei dipartimenti. Ritengo questo Piano una significativa iniziativa e ringrazio il Collegio di Direzione e tutti i professionisti dell’azienda per il contributo e la condivisione”.
Il Piano di recupero delle liste d’attesa è finanziato con un milione di euro di fondi regionali stanziati nel 2022 per il cui utilizzo, nel gennaio scorso, il Policlinico ha ottenuto il nulla osta dall’Assessorato della salute.
Le ulteriori prestazioni aggiuntive potranno gravare su fondi aziendali, nel frattempo resi disponibili, le cui modalità di attribuzione sono disciplinate da un apposito regolamento adottato con delibera del 31 marzo scorso.
In estrema sintesi, il documento prevede l’attuazione dei quattro obiettivi assegnati da Iacolino ossia: potenziare l’offerta sanitaria incrementando le prestazioni ambulatoriali e di ricovero; riequilibrare gli slot dedicati ai controlli con quelli dedicati ai primi accessi in favore di questi ultimi, aumentando, pertanto, gli slot dedicati ai primi accessi con particolare riferimento alle prestazioni con maggiore tempo di attesa; intestare ciascuna prestazione, in fase di esecuzione al singolo professionista, al fine di computare correttamente l’attività svolta in regime istituzionale con quella svolta in regime libero professionale; istituire le chiamate attive, da effettuarsi alcuni giorni prima dell’appuntamento, al fine di accertarsi dell’effettiva disponibilità dell’assistito a carico dell’unità operativa che eroga la prestazione.
Per quanto riguarda l’incremento delle prestazioni in regime di attività istituzionale, si comincerà da alcune delle prestazioni di primo accesso previste come prioritarie dal Piano nazionale di recupero delle liste d’attesa ed attuando misure idonee all’efficientamento delle agende.
II ricorso a prestazioni aggiuntive, e nella misura massima del 65% del volume da erogare, pari a 19.000,00 prestazioni, avverrà solo per quelle strutture ambulatoriali che avranno incrementato il numero di prestazioni istituzionali in misura non inferiore al 35% di tale volume, pari a 10.000,00 prestazioni.
La previsione di spesa ripartita per i Dipartimenti cui afferiscono ambulatori con liste d’attesa fuori i tempi garantiti (DAI Radiodiagnostica, interventistica e stroke, Chirurgico, Emergenza e Urgenza, Riabilitazione, Fragilità e Continuità assistenziale, Oncologia e Sanità pubblica) è in totale di 543.225 euro.
Il residuo, pari a 358.395 euro, sarà utilizzato per il recupero delle liste di attesa per ricoveri ordinari, DH, Day Service, quindi assegnato ai Dipartimenti nei quali insistono unità operative chirurgiche (DAI Chirurgico, DAI Emergenza e Urgenza, DAI Riabilitazione, Fragilità e Continuità assistenziale).
La realizzazione del Piano sarà sottoposta a continuo monitoraggio e controllo da parte della Direzione sanitaria di presidio di concerto con il Coordinatore del Cup che mensilmente dovranno relazionare sull’andamento del progetto alla Direzione aziendale e al Controllo di gestione.
L’attività di monitoraggio comprenderà la verifica dell’andamento degli incrementi delle prestazioni in regime istituzionale; la vigilanza su eventuali sospensioni o riduzioni dell’erogazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale; l’andamento di quelle relative ai ricoveri; il rispetto del limite di spesa/assegnazione; l’osservanza che ciascun professionista intesti ciascuna prestazione in fase di esecuzione
“In base al potenziamento dell’offerta assistenziale sia sul piano delle attività ambulatoriali che di ricovero, e con una costante azione di monitoraggio, si prevede – conclude Iacolino – di poter garantire l’abbattimento del 90 per cento delle richieste, a prescindere dalla priorità di accesso, entro fine luglio 2023”.
foto ufficio stampa Policlinico Palermo
(ITALPRESS).

I Carabinieri donano uova di Pasqua ai piccoli degenti del Garibaldi-Nesima di Catania

CATANIA (ITALPRESS) – In occasione delle Festività Pasquali, l’Arma dei Carabinieri di Catania ha distribuito gadget e uova di cioccolato ai piccoli ricoverati presso il reparto di Pediatria del Garibaldi-Nesima, diretto da Tony Palermo.
Accompagnati da Fabrizio De Nicola, Commissario Straordinario dell’Arnas Garibaldi, per la speciale occasione sono intervenuti il Comandante Provinciale, Colonnello Rino Coppola, il Comandante della Compagnia di Fontanarossa, Tenente Colonnello Giuseppe Battaglia e il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Catania-Nesima, Luogo Tenente Carica Speciale Antonino Nicolosi.
“La generosità dell’Arma – ha detto Fabrizio De Nicola – ha reso felici tantissimi bambini che non avranno la fortuna di trascorrere la Pasqua a casa. Non posso che ringraziare quanti si sono spesi per questa bellissima iniziativa”.
Alla distribuzione dei regali era presente anche il dirigente medico del Presidio Garibaldi-Nesima, Lita Mangiagli.
foto ufficio stampa Arnas Garibaldi Catania
(ITALPRESS).

Il microbiota intestinale regista segreto della salute

MILANO (ITALPRESS) – Al termine della prima decade del nuovo millennio, una tecnologia innovativa per il sequenziamento del DNA (Next Generation Sequency NGS) ha avuto nella microbiologia lo stesso impatto che ebbe il cannocchiale di Galileo nell’astronomia: una rivoluzione. Grazie a questa rivoluzione le ricerche hanno evidenziato quanto il contributo delle comunità microbiche, che vengono definite microbiota e vivono sul e nel corpo umano, sia importante per lo stato di salute dell’individuo.
Wellmicro – nata nel 2015 come spin-off dell’Università di Bologna e oggi parte di Named Group, il polo della salute naturale nato nel 2022 – è l’unica azienda italiana dedicata esclusivamente all’analisi genetica del microbiota umano, animale e ambientale, la prima ad aver colto le potenzialità che lo studio del microbiota avrebbe poi espresso nei confronti della salute dell’individuo, elaborando metodi di ricerca e analisi dei dati che sono stati brevettati lanciando sul mercato nel 2016 il primo test sul microbiota intestinale.
Il progresso della ricerca in questo campo ha restituito alla scienza medica una fondamentale consapevolezza: l’intestino è il baricentro della salute fisica e psichica dell’individuo in virtù dell’azione svolta dal microbiota in termini di colonizzazione di agenti patogeni, di funzione metabolica, di collaborazione allo sviluppo del sistema immunitario, di funzione neuroendocrina e di farmacomicrobiomica (interazione fra microbiota e risposta ai farmaci).
“La ricerca sul microbiota intestinale – un vero e proprio organo che pesa più di un kilogrammo ed è formato da trilioni di microrganismi, batteri miceti e virus – sta dimostrando ogni giorno di più come la composizione microbica dell’intestino sia fondamentale per il benessere di ciascuno, ma anche come ogni persona sia dotata di un microbiota con caratteristiche uniche e adattive ai vari momenti della vita, tanto da essere considerato ad oggi la parte variabile del nostro genoma – ha affermato Giovanni Barbara, Professore Ordinario di Medicina Interna e Gastroenterologia, Direttore dell’Unità Complessa di Medicina interna e Gastroenterologia IRCCS Policlinico S.Orsola, Chair di Gut Microbiota for Health section of European Society of Neurogastroenterology and Motility -. Ogni individuo è unico in condizione di “eubiosi”, vale a dire di equilibrio e simbiosi tra i microrganismi e l’ospite, e ancora di più nei molteplici casi di “disbiosi”, cioè in condizione di squilibrio pro-infiammatorio Oggi abbiamo quindi un nuovo obiettivo in termini di salute umana: preservare un ecosistema microbico sano. L’identificazione di indicatori di scarsa salute del microbiota rappresenta un importante passo avanti nella individuazione di nuovi target di approcci dietetici e terapeutici mirati al ripristino del naturale benessere del microbiota”.
“Il test del microbiota intestinale – ha spiegato Andrea Castagnetti, microbiologo, Direttore Generale e Co-fondatore di Wellmicro – rappresenta quindi un nuovo strumento utile ai professionisti per migliorare il percorso diagnostico-terapeutico, che sempre più tende a focalizzarsi sulle caratteristiche individuo-specifiche della persona. Il Gut Test di Wellmicro ricostruisce la composizione microbica del campione avvalendosi di innovativi strumenti bioinformatici come database proprietari per l’assegnazione tassonomica e pipeline brevettate per l’interpretazione funzionale. In altri termini, partendo da un’affidabile profilazione tassonomica del microbiota se ne traduce la composizione nel possibile pattern metabolico risultante. Questo permette anche la valutazione di quali aspetti della fisiologia dell’ospite possono essere impattati dal microbiota analizzato come, ad esempio, l’omeostasi immunitaria piuttosto che l’asse intestino-cervello fornendo un’analisi più completa possibile”.
Il microbiota intestinale dialoga in modo stretto e continuo con tutti gli altri microbiota, vaginale in primis, ma anche mucosale, orale respiratorio, cutaneo, con influenze reciproche, mantenendo tuttavia una sostanziale leadership rispetto a tutti gli altri.
“Esso merita di essere studiato e valorizzato nelle strategie di prevenzione e cura in tutte le specialità mediche – ha affermato Alessandra Graziottin, professoressa Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Università di Verona, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’H. San Raffaele Resnati di Milano, Presidente Fondazione Graziottin per la cura del dolore nella donna, Onlus – in ambito uroginecologico e ostestrico è in prima linea nella fisiopatologia delle infezioni uroginecologiche ricorrenti, nella regia della fertilità, nella modulazione della salute di mamma e bambino in gravidanza, nel dolore pelvico cronico e persino in ambito oncologico”. “Una recente indagine italiana su 1183 casi di dolore vulvare (la casistica più numerosa pubblicata al mondo) ha dimostrato che queste pazienti hanno una comorbilità del 94,7% con patologie intestinali. Il microbiota intestinale – ha aggiunto – è quindi un potente regista di salute e di malattia e un sottovalutato modulatore del dolore addominale, viscerale, pelvico e sistemico. Merita considerarlo e rinegoziare una convivenza più collaborativa, attraverso progetti di salute lungimiranti a partire dalla modifica degli stili di vita e da un’alimentazione sana. Questi verranno poi valorizzati da una diagnostica raffinata sul fronte microbiologico su cui basare interventi specifici e competenti, integrati con la fisiopatologia delle infiammazioni degli organi e apparati coinvolti”.
La visione di Wellmicro è ispirata a un futuro in cui il ruolo del microbiota, non solo intestinale, con le sue caratteristiche individuo-specifiche, rappresenti uno dei pilastri di una medicina sempre più vicina alle esigenze di salute e di benessere del singolo individuo. Tale visione ha trovato il proprio ambiente naturale in Named Group, del quale Wellmicro fa parte. “Il Gruppo – afferma Alessio Romitelli, Direttore Operativo di Named Group e Amministratore Delegato di Wellmicro – nasce dall’idea di dare solidità e lunga vita ad eccellenze italiane con una importante e riconosciuta tradizione nella nutraceutica e nell’integrazione alimentare con prodotti e dispositvi al servizio del medico, del farmacista e del singolo destinati a mantenere il naturale benessere, attraverso la creazione di un polo della salute naturale in grado di rappresentare un punto di riferimento in un futuro in cui la consapevolezza dello stato di benessere da parte di ciascuno sarà sempre più approfondita e la richiesta di risposte efficaci rispetto alle esigenze della singola persona durante tutta la vita, sempre più forte. In questo contesto Wellmicro e le altre aziende che fanno parte del Gruppo trovano una grande sinergia di intenti e di visione che è alla base del nostro impegno e ispira le nostra ricerca”.

– foto ufficio stampa Sec and Partners (da sinistra a destra: Alessio Romitelli, Alessandra Graziottin e Andrea Castagnetti) –
(ITALPRESS).

Università Cattolica, Gemelli e Unar insieme per salute di Rom e Sinti

ROMA (ITALPRESS) – Promuovere un maggiore e più idoneo accesso ai servizi sanitari da parte delle comunità Rom e Sinte, attraverso un’analisi delle loro condizioni di salute e delle barriere nell’accesso ai servizi sanitari, anche a seguito della pandemia da Covid-19: è questo l’obiettivo principale del progetto promosso dall’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali che si occupa della promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica operante presso il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finanziato con le risorse del PON inclusione 2014-2020, in collaborazione con il Centro di Ricerca per la Salute Globale della Facoltà di Medicina e chirurgia della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, diretto dal Professor Umberto Moscato, e l’Unità Operativa di Malattie Infettive Pediatriche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, diretta dal Professor Piero Valentini.
In vista della Giornata internazionale dei Rom e dei Sinti del prossimo 8 aprile – istituita in ricordo dell’8 aprile del 1971, quando a Londra si riunì il primo Congresso Internazionale delle popolazioni e si costituì la Romani Union, la prima associazione internazionale riconosciuta dall’ONU nel 1979 – il Progetto, diretto dal Professor Valter Malorni e dal Dottor Danilo Buonsenso con il coordinamento scientifico del Dottor Davide Pata, specialista in Pediatria, si sviluppa in linea con i principi e gli obiettivi del nuovo Framework europeo per le Strategie di Inclusione e partecipazione della popolazione Rom e Sinti per il periodo 2021-2030, e vuole garantire risposte efficaci per un miglioramento della salute delle persone che vivono in condizioni di precarietà abitativa (il 20 % vive ancora negli insediamenti abitativi comunemente chiamati “campi”) e fragilità economica, sociale e lavorativa e sono contraddistinte da precarie condizioni di salute e un limitato o persino assente accesso ai servizi sanitari, nonchè da bassi livelli di scolarizzazione, esclusione dal mercato del lavoro e stili di vita spesso a rischio.
Le azioni in programma verranno ideate e svolte secondo un approccio integrato, multidisciplinare e multisettoriale con interventi mirati e complementari ad altri interventi realizzati nell’ambito della “Strategia nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti 2021-2030” e del Piano d’Azione per la Salute per e con le comunità Rom e Sinti, promosso nel 2014 dal Ministero della Salute, e ha previsto il coinvolgimento delle comunità in ogni fase progettuale, dalla definizione degli obiettivi, all’attuazione e al monitoraggio. Fra gli obiettivi principali e le tappe di avanzamento del progetto la collaborazione con la Croce Rossa Italiana, al fine di individuare le criticità sociosanitarie negli insediamenti e le modalità coordinate di intervento all’interno delle comunità stesse; un programma di formazione a distanza indirizzato agli operatori sanitari, in particolare rivolto al personale più a contatto con la comunità di interesse progettuale, per potenziare le competenze sulla medicina transculturale, la realizzazione di un sito Internet dedicato, associato a relativi profili Social, contenente materiale informativo a carattere sociosanitario di specifico interesse per le comunità Rom e Sinte, in modo da creare uno spazio virtuale dove reperire informazioni sui differenti aspetti critici per quanto riguarda la salute, la prevenzione, la sicurezza, e l’accesso alle cure.
In particolare, il Centro di Ricerca in Salute Globale e l’Unità Operativa di Malattie Infettive Pediatriche hanno curato i contenuti scientifici e informativi del nuovo sito Internet: i temi pediatrici e di medicina di genere, quelli relativi alla sicurezza e tutte le peculiarità e le maggiori criticità della vita quotidiana delle comunità. Inoltre, il coinvolgimento di facilitatori e mediatori Rom e Sinti ha contribuito a far conoscere e inserire fra gli aspetti rilevanti di integrazione atti anche a contrastare il fenomeno dell’antiziganismo, una manifestazione – secondo la definizione dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) – di espressioni e atti individuali, nonchè di politiche e pratiche istituzionali di emarginazione, esclusione, violenza fisica, svalutazione della cultura e degli stili di vita di Rom e Sinti e discorsi di odio diretti ai Sinti e ai Rom e ad altri individui e gruppi, stigmatizzati o perseguitati durante l’era nazista, e ancora oggi, stigmatizzati come “zingari”. Ciò porta al trattamento di Rom e Sinti come un presunto gruppo estraneo e li associa a una serie di stereotipi peggiorativi e immagini distorte che vanno a rappresentare una forma specifica di razzismo.

foto screenshot home page sito infosaluteromesinti.it

(ITALPRESS).

Farmaci, nel 2021 uso antibiotici in lieve calo ma 24% inappropriato

ROMA (ITALPRESS) – Nel 2021 prosegue il trend in riduzione dell’uso di antibiotici in Italia (-3,3% rispetto al 2020), sebbene i consumi si mantengano ancora superiori a quelli di molti Paesi europei. Nel confronto europeo emerge inoltre in Italia un maggior ricorso ad antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo delle resistenze antibiotiche. Si conferma un’ampia variabilità regionale nei consumi, con significativi margini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva soprattutto nelle Regioni del Sud. Sono alcuni degli elementi che emergono dal Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2021”, a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Aifa.
In particolare, il consumo complessivo di antibiotici in Italia (pubblico e privato) è stato pari a 17,1 dosi ogni mille abitanti, in riduzione del 3,3% rispetto al 2020, per una spesa complessiva pari a 787 milioni, corrispondenti a 13,29 euro pro capite, in riduzione del 2,4% rispetto al 2020. Gli acquisti privati di antibiotici rimborsabili dal Ssn (classe A) sono stati pari a 4,1 dosi ogni 1000 abitanti (+6,6% rispetto al 2020), che corrispondono al 26,3% del consumo territoriale totale di antibiotici, e a una spesa pro capite di 2,25 euro (+9,8% rispetto al 2020). Quasi il 90% del consumo di antibiotici a carico del Ssn viene erogato in regime di assistenza convenzionata a seguito di prescrizioni del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta. Le penicilline in associazione agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo, seguita dai macrolidi e dai fluorochinoloni. si continua ad osservare un’ampia variabilità regionale, con un consumo in regime di assistenza convenzionata maggiore al Sud rispetto al Nord e al Centro. Nelle regioni del Nord (-6,1%) si registrano inoltre le riduzioni maggiori, mentre al Sud le riduzioni sono più contenute (-2,2%). Nel 2021 circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici e in media ogni paziente è stato in trattamento per circa 11 giorni nel corso dell’anno, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% nella popolazione over-85. Per gli uomini i maggiori livelli di uso sono riscontrabili nelle fasce più estreme, mentre per le donne vi è un più frequente utilizzo di antibiotici tra i 20 e i 69 anni di età. Nel 2021, a livello nazionale, il consumo ospedaliero di antibiotici è stato in riduzione del 23,3% rispetto al 2020, assistendo ad un ritorno dei consumi a quelli del periodo pre-pandemia. Le categorie di antibiotici più utilizzate a livello ospedaliero sono le associazioni di penicilline (inclusi gli inibitori delle beta-lattamasi), seguite, in ordine decrescente, dalle cefalosporine di terza generazione, dai fluorochinoloni e dai macrolidi.
Dall’analisi dei dati della medicina generale sulle prescrizioni ambulatoriali di antibiotici per specifiche patologie infettive è emersa una prevalenza di uso inappropriato che supera il 24% per quasi tutte le condizioni cliniche studiate (influenza, raffreddore comune, laringotracheite, faringite e tonsillite, cistite non complicata).
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-