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Covid, incidenza settimanale stabile. 4 Regioni a rischio alto

ROMA (ITALPRESS) – Sostanzialmente stabile l’incidenza settimanale del Coronavirus a livello nazionale: i casi sono stati 37 ogni 100.000 abitanti rispetto ai 38 ogni 100.000 abitanti della settimana precedente. E’ quanto si rileva nel report settimanale dell’Istituto Superiore della Sanità. Nel periodo 8 – 21 marzo 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,99 (range 0,93-1,10), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente ma sotto la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in aumento e appena sopra la soglia epidemica: Rt=1,01 (0,96-1,06) al 21/03/2023 Rt=0,89 (0,84-0,94) al 14/03/2023. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in calo allo 0,8% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 30 marzo) contro l’1,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 23 marzo). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 4,0% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 30 marzo) rispetto al 4,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 23 marzo). Quattro Regioni sono a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Otto sono a rischio moderato e otto classificate a rischio basso.(ITALPRESS).

Photo Credits: www.agenziafotogramma.it

So.San., Francesco Pira è il nuovo presidente nazionale

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ROMA (ITALPRESS) – “Lavoreremo con impegno e passione nel solco tracciato dal nostro Presidente Fondatore, Salvatore Trigona, che ha speso 20 anni della sua vita per costruire una realtà apprezzata nel mondo di solidarietà sanitari che parte dall’Italia”. Sono queste le prime parole pronunciate dal neo Presidente nazionale, Francesco Pira, eletto all’unanimità dal Consiglio Direttivo SO.SAN ODV, associazione del Lions Club International che si occupa di solidarietà sanitaria. Un gravissimo lutto ha colpito l’Associazione con la morte improvvisa del Presidente storico, Salvatore Trigona, medico chirurgo, padre fondatore della SO.SAN. Il Consiglio Direttivo ha deciso di indicare il Vice Presidente, Francesco Pira, a ricoprire la carica di Presidente per i mesi che rimangono di mandato, e ha eletto sia Pira, che la nuova Vice Presidente, la Maria Enrica Cecchini, Vice Presidente, che ha assunto la delega al coordinamento dei centri SO.SAN presenti in varie parti d’Italia. Pira, siciliano, è professore associato di sociologia, Delegato del Rettore alla Comunicazione e Direttore del Master in Esperto della Comunicazione Digitale dell’Università di Messina. Autore di oltre 70 numerose pubblicazioni scientifiche e saggi, si è sempre occupato di comunicazione sociale. E’ Coordinatore e Responsabile Scientifico per l’Italia del Progetto OIR – Erasmus + (Open Innovative Resources) che studia la didattica inclusiva, finanziato dall’Unione Europea che vede insieme le Università di Lublino (Polonia), Oviedo (Spagna) e Messina.
E’ stato Visiting Professor Erasmus presso la Yerevan State University (Armenia) Visiting Marie Curie Staff Member presso il Center for Social Science, Tiblisi (Georgia) e presso l’Università Re Juan Carlos di Madrid. Nel Lions Club International, è nel Comitato di Redazione della rivista nazionale e Presidente del Lions Club Valle dei Templi. E’ stato per 2 anni nel gruppo di lavoro di comunicazione del Multidistretto Italia e per 2 anni ha diretto la rivista Lions del Distretto Sicilia 108YB. Nel giugno 2008 è stato insignito dal, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Maria Enrica Cecchini, medico è nata e vive a Trento, è Consigliere Nazionale SO.SAN. Laureata in Medicina e Chirurgia. Specialista in Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del ricambio. Ha svolto attività ospedaliera dal 1983 nella disciplina “Medicina Interna”, con incarichi di alta professionalità in Endocrinologia, ed è stata responsabile del DH Endocrinologico e di Struttura semplice dipartimentale di Endocrinologia . Dal 2011 è professore a contratto di Scienze Cliniche presso la Università degli Studi di Verona, svolge attività libero professionale presso il Centro di Diagnostica “Tecnomed” di Trento e il Centro Medico Salute di Cles. E’ referente regionale AILD (Ass.ne Italiana Lions per il Diabete) per il Trentino Alto Adige.
Socia Lions Club Trento Clesio (Distretto 108TA1) dal 2002, nell’Anno Sociale 2017-2018 è stata Governatore Distretto 108 Ta1 con delega alla “Sanità.
E iscritta alla SO.SAN dal 2012, nel Direttivo SOSAN dal 2021.
“Fare solidarietà attiva a favore di chi ha bisogno La SO.SAN. – ha ricordato Pira – come ci ha insegnato il Presidente Trigona non è facile né scontato. Tutti conosciamo i tanti e vari motivi che possono renderla difficile se non a volte impossibile. In questo momento abbiamo firmato un protocollo con il Marocco dove di recente i nostri medici sono stati in missione a Benin Mellal, dove hanno eseguito 61 interventi, molti con tecniche innovative, come la videolaparoscopia, e dove hanno collaborato con i medici del posto per la gestione dei pazienti post-operatori, e dei loro iter di guarigione. Durante la missione sono state svolti anche corsi di formazione per il personale medico del luogo per l’utilizzo dello strumento videolaparoscopico e per insegnare tecniche innovative, per ”faciitare” operazioni di routine. Abbiamo avviato un rapporto proficuo con il Distretto Lions International Sicilia 108 Yb, il Ministero della Salute/Direzione USMAF-SASN Sicilia, per la missione a Pantelleria, grazie anche al patrocinio con il Comune, con la Croce Rossa e con la collaborazione dell’Aeronautica Militare e del Lions Club Pantelleria.
L’obiettivo della missione è quello di realizzare sull’isola un presidio sanitario dedicato alle attività di profilassi internazionale sui flussi migratori, ai sensi del regolamento sanitario internazionale, e di assicurare attività sanitarie e screening ai ragazzi delle scuole ed alla cittadinanza locale. La prima missione a Pantelleria dal 9 gennaio al 27 marzo ha permesso di realizzare 477 visite USMAF ai migranti (adulti e bambini). Sono 50 le visite ortopediche, 50 bambini (3-6 anni), 108 ragazzi (12-14 anni) 40 adulti. Sono 65 le persone che sono state sottoposte a visite cardilogiche, 26 l visite pneumologiche e 18 le visite neurologiche-psichiatriche.In tutto i medici hanno visitato 784 persone e nel hanno formato 55 e hanno svolto attività didattica per 229 persone. Sono infine 75 le persone che hanno partecipato a conferenze informative.
Presto – ha concluso il Presidente Pira – inaugureremo il nuovo Centro SO.SAN ad Acireale. Il Comune ha pronti i locali destinati a questa struttura. L’impegno continua in Italia e all’Estero anche per dare continuità all’importante eredità di servizio che ci ha lasciato il nostro Presidente Fondatore Salvatore Trigona”.
– foto ufficio stampa SO.SAN –
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Sanità, Fno Tsrm e Pstrp “Bene lo sblocco del vincolo di esclusività”

ROMA (ITALPRESS) – All’interno del “DL Energia” adottato ieri, il Governo ha modificato le regole sul vincolo di esclusività per le professioni sanitarie. Soddisfazione per le misure viene espressa dalla FNO TSRM e PSTRP.
“Sin dall’inizio di questa Legislatura abbiamo sempre ribadito, nel corso di tutti gli incontri istituzionali avuti, che il superamento del vincolo di esclusività per tutte le professioni sanitarie fosse tanto auspicabile quanto necessario – commenta Teresa Calandra, presidente della FNO TSRM e PSTRP -. Oggi apprendiamo con favore che nel cosiddetto Decreto bollette approvato ieri dal Consiglio dei Ministri il Governo ha ritenuto opportuno includere una parte sulla sanità, nella quale è presente un articolo che prevede proprio l’auspicato superamento del vincolo di esclusività per le nostre professioni sanitarie”.
“Parimenti condivisibile e apprezzabile”, si legge l’articolo che mira a tutelare gli operatori sanitari che subiscono violenza, “anche se riteniamo che l’inasprimento della pena non può e non deve essere l’unico strumento da adottare. E’, infatti, anche necessario puntare alla prevenzione e ristabilire un’alleanza positiva con il cittadino, promuovendo iniziative di sensibilizzazione in tale direzione”.
Infine, conclude la nota, “da segnalare anche la previsione di un incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive nei servizi di emergenza-urgenza, che costituisce un riconoscimento a chi opera in servizi di prima linea. Anche in questo caso, va sottolineato che sarebbe auspicabile valorizzare tutti coloro i quali, pur non operando in servizi di emergenza- urgenza, sono sottoposti a stress lavorativi altrettanto impegnativi”.

– foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP –
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Passione bicicletta, in Italia 4 milioni di praticanti

MILANO (ITALPRESS) – In Italia, secondo il report che l’ufficio studi di banca Ifis ha diffuso nel marzo 2022, la bicicletta conta 4 milioni di praticanti, tra amatori e professionisti. La Federazione ciclistica italiana nel 2021 ha registrato un incremento del 13% di tesseramenti rispetto all’anno precedente, superando i 70 mila iscritti. Il trend è in positivo da almeno tre anni e cresce anche il numero delle atlete tesserate con +11% dal 2017 ad oggi. Bicicletta vuol dire sport ma anche turismo e spostamenti green nelle città. L’indagine condotta in 28 paesi europei dall’Istituto di ricerca Ipsos nel 2022 ha rilevato un consenso internazionale sul ruolo delle bici per ridurre le emissioni di carbonio e il traffico. Secondo questa ricerca, il 49% degli italiani possiede una bicicletta da poter utilizzare per i propri spostamenti, ma soltanto il 10% la usa per raggiungere il posto di lavoro o studio. Questo è uno dei temi affrontati da Davide De Zan, giornalista e conduttore televisivo, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. In generale, il 37% degli italiani va in bici almeno una volta alla settimana anche se spesso per tragitti molto brevi. Solo il 13% dichiara, infatti, di usarla come mezzo di trasporto principale per un tragitto di due chilometri preferendo la camminata a piedi con il 42% e l’auto con il 29%.
“La fatica è l’inevitabile compagna di viaggio di chi ama questo sport e la bici”, ha affermato. “E’ il trait d’union – ha continuato – tra grandi campioni e amatori, da quelli più evoluti a coloro che si accontentano del classico giro la domenica. La differenza è che per il grande campione la fatica, oltre a essere una compagna di viaggio, è quell’elemento che fa capire il livello al quale arrivare. Il grande campione – ha proseguito – inevitabilmente, nel corso della sua carriera, se vuole vincere grandi gare, deve poco per volta abituarsi ad affrontare e superare livelli di fatica sempre più alti. E’ l’asticella che gli fa capire se un giorno potrà vincere o se è pronto ad affrontare un grande giro. Discorso diverso è, invece, per gli appassionati per cui la scelta della fatica da affrontare deve essere ponderata, facendosi consigliare dal proprio medico o dal proprio preparatore”.
Nel tempo c’è stato un cambiamento nel ciclismo, legato anche alla scienza. “L’origine di tutto – ha sottolineato – è merito di un corridore, Francesco Moser, quando ha deciso di intraprendere una missione che ai tempi sembrava impossibile: battere il record dell’ora di Eddy Merckx che era imbattuto da più di un decennio. Ha capito che la scienza in quel momento poteva aiutarlo ad affrontare e magari vincere una sfida che sembrava impossibile”, ha aggiunto De Zan, parlando di uno “staff che metteva insieme medici, biomeccanici, nutrizionisti e biologi”. Una grande innovazione: “Anche sul fronte della tecnologia applicata alla bici – ha spiegato -, perchè nacque un attrezzo che non si era mai visto in precedenza e che permetteva una posizione che consentisse a Moser di essere più penetrante nell’aria”.
Per quanto riguarda l’alimentazione, “durante i giri le grandi squadre hanno una propria cucina, un proprio staff medico e un biologo o un dietologo o un nutrizionista che prepara la dieta personalizzata per ogni atleta a seconda del suo stato fisico, di quanto assorbe certi elementi, se è più o meno affaticato”.
In generale, per gestire la bicicletta “una cosa è fondamentale: la scelta della sella”, ha evidenziato. “Spesso il ciclista della domenica – ha aggiunto – si innamora di un modello, di una bicicletta e di un colore, entra in un negozio e la compra senza fare attenzione al primo elemento sul quale il nostro corpo si appoggia. La sella è fondamentale: è come la scelta delle scarpe”.

– foto Italpress –
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Roche Italia, Stefanos Tsamousis nuovo General Manager

MONZA (ITALPRESS) – Roche Spa, la divisione farmaceutica del Gruppo Roche, ha annunciato che Stefanos Tsamousis, attualmente General Manager in Spagna, è stato nominato General Manager dell’affiliata italiana, ruolo che ricoprirà dal 1° aprile 2023. Tsamousis subentra a Maurizio de Cicco, che resterà in carica come Presidente del Consiglio di Amministrazione e che lo supporterà nei primi mesi della transizione.
Per Stefanos Tsamousis è un ritorno nel nostro Paese dove qualche anno fa ha ricoperto il ruolo di Direttore delle Business Unit Specialty, prima, e Reumatologia, poi. Oltre a quella italiana, ha maturato una vasta esperienza internazionale sia in Svizzera negli uffici della casa madre, come Product and Business Leader, Commercial Director Europe e International Product Manager, sia nelle affiliate di diversi Paesi, dalla Grecia alla Svezia e alla Spagna. In queste ultime due ricoprendo il ruolo di General Manager per diversi anni.
Greco di nascita, si laurea in Matematica all’Università di Patrasso, completando il proprio percorso formativo con una specializzazione in Informatica all’Università di Cranfield nel Regno Unito e un MBA in Strategic Marketing all’Imperial College di Londra.
“Sono molto felice che il mio percorso in Roche mi riporti in Italia – sottolinea Stefanos Tsamousis -. Si tratta per me di un ritorno particolarmente gradito perchè avviene in un momento di profonda evoluzione del settore salute, nel quale vogliamo continuare a rafforzare il nostro ruolo di partner nella costruzione del futuro della sanità insieme a tutti gli interlocutori del sistema, facendo sì che l’innovazione che portiamo vada a vantaggio di tutti i pazienti che ne hanno bisogno e di una sostenibilità condivisa. E’ un onore, oltre che una grande responsabilità, ricevere il testimone da Maurizio de Cicco che è parte di questa azienda da più di 40 anni e che continuerà a rappresentare un punto di riferimento per l’azienda e per l’intero settore farmaceutico”.
Maurizio de Cicco, General Manager dal 2005, resterà in carica come Presidente del Consiglio di Amministrazione. “Abbiamo da poco celebrato i 125 di Roche in Italia. E’ motivo di orgoglio per me essere parte di questa storia. Sono state moltissime le sfide che abbiamo affrontato sempre con l’obiettivo di fare il meglio per i pazienti – afferma de Cicco – Abbiamo vissuto grandi successi e resistito ai tanti scossoni che in tutto questo tempo inevitabilmente capitano in un’azienda. Siamo stati capaci di rivoluzionare paradigmi non solo di cura, mettendo a disposizione soluzioni in grado di cambiare drasticamente il decorso di alcune patologie, ma anche di accesso, cercando la strada migliore per dare il farmaco più adatto al paziente giusto nel momento in cui può trarne maggior beneficio senza trascurare la sostenibilità dell’intero sistema. Credo che proprio questa resterà la sfida che richiederà a tutti il maggiore impegno, ma sono certo che Roche riuscirà ad affrontarla nel migliore dei modi”.

– foto ufficio stampa Roche –

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Cancro dell’endometrio, nuove speranze da immunoterapia più chemio

TORINO (ITALPRESS) – La casa farmaceutica Gsk ha presentato a Torino la prima parte dello studio clinico di fase III Ruby in donne adulte con carcinoma endometriale primario avanzato o ricorrente. Dai risultati emerge che l’aggiunta dell’immunoterapia alla chemioterapia migliora l’intervallo libero da progressione (riduzione del 72%) e aumenta del 36% la sopravvivenza delle pazienti. “Questo dato – ha detto Giorgio Valabrega, professore associato Oncologia medica dell’Università di Torino – è molto significativo non solo in quei soggetti con deficit del mismatch repair, come ci aspettavamo, ma in tutte le pazienti. La rivoluzione è che portiamo un trattamento immuno-terapico in una fase precoce della malattia quindi con maggiori possibilità di curare queste pazienti”.
Fino a poco tempo fa, infatti, le pazienti con tumore dell’endometrio maligno avanzato potevano essere trattate solo con chemioterapia o con ormonoterapia con risultati non sempre ottimali. Di recente, i dati hanno invece dimostrato che alcuni tumori possono essere sensibili a farmaci innovativi come gli immunoterapici. “Questi risultati – ha dichiarato Hesham Abdullah, Senior Vice President, Global Head of Oncology Development, Gsk – ci avvicinano di un passo all’affrontare le significative esigenze insoddisfatte delle pazienti con cancro dell’endometrio e si aggiungono alle prove crescenti su ‘dostarlimab’, rafforzando la nostra convinzione nel suo potenziale per trasformare il trattamento del cancro in una terapia immuno-oncologica di base”.
Ruby fa parte di una collaborazione internazionale tra l’European Network of Gynecological Oncological Trial groups, una rete di ricerca della European Society of Gynecological Oncology, la Fondazione Gog e la Nordic Society of Gynecological Oncology – Clinical Trial Unit, organizzazioni senza scopo di lucro impegnate nella lotta ai tumori ginecologici.
“La pratica clinica ha atteso decenni per un significativo progresso nello standard di cura per il carcinoma endometriale primario avanzato o ricorrente – ha spiegato Mansoor Raza Mirza, capo oncologo presso l’Ospedale universitario di Copenaghen, Danimarca e ricercatore principale di Ruby -. I risultati dello studio clinico Ruby, in particolare considerando le caratteristiche istologiche delle neoplasie difficili da trattare incluse nello studio, dimostrano il supporto per un nuovo standard di trattamento con l’aggiunta di dostarlimab all’attuale chemioterapia standard di cura”.
L’intenzione di Gsk è che dostarlimab diventi la spina dorsale dell’attuale programma di ricerca e sviluppo basato sull’immuno-oncologia dell’azienda, se utilizzato da solo e in combinazione con lo standard di cura e le future nuove terapie antitumorali, in particolare per i pazienti che attualmente dispongono di opzioni terapeutiche limitate. “Quando auspicabilmente ci sarà un accesso allargato a questo farmaco – ha aggiunto Valabrega – tutte le pazienti tendenzialmente verranno trattate con l’immunoterapia fin dall’inizio, e cioè dal momento in cui verrà diagnosticato un tumore in fase avanzata o metastatica. Al momento, infatti, l’unica possibilità che le pazienti hanno di effettuare l’immunoterapia è dopo aver già fatto un trattamento precedente con una terapia a base di platino”.

– foto xb4/Italpress –
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Il 10% delle donne va incontro alla menopausa precoce

MILANO (ITALPRESS) – La menopausa è un evento naturale nella vita della donna, che per definizione si verifica quando le mestruazioni sono assenti per almeno dodici mesi consecutivi. La scomparsa del ciclo è quasi sempre preceduta da un periodo di irregolarità, variabile da persona a persona, che può durare alcuni mesi o anni, a volte in associazione ad altri sintomi tipici, come vampate, sbalzi d’umore, dolori articolari e muscolari, problemi di memoria, insonnia e secchezza intima. Di solito la menopausa si presenta tra i 45 e i 55 anni quando le ovaie smettono di produrre gli ormoni sessuali, cioè gli estrogeni e il progesterone, e quando il ciclo mestruale, insieme alla fertilità, termina in modo definitivo. Circa l’8-10% di donne va incontro alla cosiddetta menopausa precoce che si verifica prima dei 45 anni per diverse cause legate a disfunzioni dell’attività ovarica, malattie o particolari cure mediche. La menopausa è uno dei temi affrontati da Alessandra Graziottin, direttore Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Cento anni fa – ha detto Graziottin – le donne italiane ed europee avevano un’età media di 48 anni. In soli cento anni abbiamo conquistato 37 anni di vita che sono l’equivalente dell’età fertile”.
Per vivere al meglio il periodo della menopausa, secondo Graziottin, “gli stili di vita non sono negoziabili”. “Abbiamo avuto – ha spiegato – un massiccio esperimento di massa con il lockdown. Ci siamo resi conto che uno dei grandi fattori di salute è esporsi alla luce naturale e al buio naturale. Invece i nostri device hanno un effetto dirompente sul bioritmo del sonno”.
Per la direttrice del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati, “non si è mai troppo giovani per andare in menopausa”. Tra i sintomi, è importante considerare “il ciclo che salta” ma anche “se cominciano ad affiorare vampate o disturbi del sonno, in particolare bisogna fare attenzione alla tachicardia se la donna dorme dal lato del cuore e ha bevuto, per esempio, due bicchieri alla sera”.
Si parla spesso della terapia ormonale. “Sono stata l’unica – ha affermato – che ha avuto il coraggio di restare a favore delle terapie ormonali sostitutive in 20 anni”. Per Graziottin “quando la terapia inizia a ridosso della menopausa porta vantaggi”.
Alcune donne non hanno sintomi della menopausa. “Il 30-40% di donne – ha sottolineato – ha una menopausa devastante, un altro 30-40% ha sintomi che riesce a tollerare mentre un 30% non ha sintomi perchè ha un surrene che continua a produrre più Dhea della media”.

– foto Italpress –
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Malattie sessualmente trasmissibili +30% nella fase post Covid

ROMA (ITALPRESS) – Il presidente della Fondazione Artemisia Ets, Mariastella Giorlandino, all’esito di quanto emerso dai Pap Test gratuiti eseguiti per la Festa della Donna tra l’8 e il 12 marzo scorsi, ha organizzato all’interno della Rete Artemisia Lab una Breast Unit HPV dotata di una squadra di ginecologi e professionisti per la tutela delle malattie sessualmente trasmissibili, aumentate di oltre il 30% nella fase post pandemia da Covid-19.
Quella da Papilloma Virus (HPV) rappresenta la più frequente infezione sessualmente trasmessa, come spiega Carmelo Parisi, ginecologo della Rete Artemisia Lab.
Esistono oltre 120 tipi di HPV di cui 40 patogeni per l’uomo L’infezione da HPV è molto frequente nella popolazione, si stima infatti che fino all’80% delle donne sessualmente attive e il 50% degli uomini si infetti nel corso della vita.
E’ un’infezione che compare rapidamente dopo l’inizio dei rapporti sessuali con più del 50% delle giovani donne che mostrano un test HPV positivo entro 3-4 anni dal primo rapporto.
Nelle pazienti al di sotto dei 25 anni l’HPV-DNA è riscontrabile in circa il 25% dei casi, mentre dopo i 25 anni la prevalenza dell’HPV si attesta intorno al 10%, con un secondo picco in prossimità della menopausa.
La prima infezione da HPV è seguita da infezioni successive da parte di diversi sierotipi: l’80 % delle pazienti con infezione da HPV presenta una seconda infezione , il 70% va incontro ad una terza infezione.
Nell’ambito dei virus HPV si possono distinguere virus a basso rischio, più frequentemente associati a lesioni vegetative benigne(condilomi) o virus ad alto rischio, capaci di di indurre una trasformazione in senso neoplastico dell’epitelio infettato.
L’infezione da HPV mucosali è transitoria e regredisce in un arco di tempo i 1- 2 anni. La persistenza del virus ad alto rischio è la condizione indispensabile per la sua azione trasformante ed oncogena. Il virus HPV è l’agente eziologico dei tumori del collo dell’utero essendo presente in oltre il 90% di queste neoplasie, ma per lo sviluppo del tumore sono necessari altri cofattori come il fumo di sigaretta, l’ uso protratto dei contraccettivi orali, stati di immunodepressione.
La persistenza dell’infezione virale pone la donna ad un rischio 300 volte superiore di sviluppare una lesione da HPV di alto grado.
Tutto questo non deve costituire comunque motivo di eccessivo allarmismo, in quanto sebbene l’infezione da HPV sia piuttosto comune, la sua evoluzione verso il carcinoma della cervice è peraltro un evento raro.
Pertanto poco più dell’1% delle donne infettate con un tipo di HPV cancerogeno svilupperà la neoplasia.
Il cancro cervicale può considerarsi quindi una rara conseguenza di una comune infezione genitale.
La positività all’HPV Test non significa pertanto che si è affetti da una patologia del collo dell’utero o peggio ancora di un carcinoma del collo dell’utero.
Ma il papilloma virus ha un ruolo anche in altri tipi di cancro, non solo femminili e non solo dell’area genitale, essendo il virus presente nell’88 per cento dei tumori dell’ano, ma anche nei tumori del pene, della vagina e della vulva.
Anche la regione testa collo è un bersaglio del virus: i tumori della testa e del collo, e in particolare quelli che colpiscono la cavità orale (lingua, bocca, tonsille) e l’orofaringe, stanno attirando sempre di più l’attenzione di chi si occupa di neoplasie legate all’HPV.
Si stima che il 31 per cento di quelli dell’orofaringe riconoscono come causa l’HPV e sono particolarmente frequenti nell’uomo.
In merito al contagio, l’infezione si contrae essenzialmente per via sessuale ma anche per contatto cute-cute o contatto oro genitale. Il profilattico ha un ruolo protettivo ma non in senso assoluto poichè rimangono scoperte aree cutanee in cui si può avere la trasmissione del virus. Raramente vi possono essere anche altre modalità d’infezione. Il virus penetra all’interno degli epiteli attraverso una soluzione di continuo generata da un microtrauma e raggiunge gli strati basali dell’epitelio dove può rimanere allo stato latente o svolgere la sua azione proliferativa o trasformante.
Il periodo di incubazione può oscillare tra 1 e 8 mesi, anche se il periodo di latenza dell’infezione è variabile, per cui non si può stabilire quando questa si è instaurata.
Il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa 5 anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere anche di decenni.
La malattia si evolve in periodi abbastanza lunghi e per questo può essere intercettata attraverso i programmi di prevenzione e la diagnosi precoce in una fase preneoplastica, ottenendone così la guarigione.
La problematica dell’HPV non riguarda solo la donna, ma è sicuramente una problematica di coppia e non riguarda solo l’area genitale. E’ necessario pertanto che questa affezione sia affrontata nella sua globalità. Presso la rete Artemisia è stata istituita una HPV Unit multidisciplinare che si avvale di un team di specialisti (ginecologo, proctologo, otorinolaringoiatra, infettivologo) in grado di offrire percorsi che riguardano la prevenzione, i trattamenti medico/chirurgici e il monitoraggio (follow-up) delle lesioni HPV correlate. Per il riconoscimento e il trattamento delle lesioni è importante che venga esaminata la coppia. Nell’uomo la patologia è spesso asintomatica, ma rappresenta una fonte di infezione per la donna. L’obiettivo in fase precoce è l’identificazione di lesioni benigne per ridurre il rischio che possa verificarsi una loro evoluzione. E’ possibile pertanto una consulenza specialistica ginecologica, proctologicica, infettivologica e otorinolaringoiatra. Vengono eseguiti i tamponi per la ricerca del virus, oltre agli esami diagnostici non invasivi per identificare il virus.
Successivamente a un’accurata diagnosi sarà possibile il trattamento delle lesioni HPV correlate mediante terapia farmacologica e fisica distruttiva ed escissionale quali la laserchirurgia e Leep.
Presso il nostro laboratorio, specializzato in Genetica Medica e Citoistopatologia, e? possibile inoltre eseguire in tempi brevissimi tutti gli esami più avanzati per l’HPV.
Attualmente è disponibile un vaccino contenente 9 ceppi virali, 7 ad alto rischio e 2 a basso rischio. Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 ha introdotto la vaccinazione gratuita anche per i maschi a partire dalla coorte dei nati nel 2006. Dal 2017 pertanto, il vaccino contro il papilloma virus è offerto gratuitamente a tutti i soggetti, femmine e maschi nel corso del dodicesimo anno di vita (11 anni compiuti).
In caso di adesione ritardata, vi è il diritto alla gratuità per i maschi fino al limite dei 18 anni per l’inizio del ciclo vaccinale. Dopo il compimento dei 18 anni sarà possibile effettuare la vaccinazione con la compartecipazione al costo secondo il tariffario approvato con deliberazione della Giunta regionale. Per le donne la gratuità è fino al 26esimo anno.
La vaccinazione è gratuita anche per coloro che hanno subito un intervento per una lesione di alto grado nei 12 mesi precedenti.
Inoltre è importante aderire ai programmi di prevenzione, che hanno determinato una significativa riduzione di tumori del collo dell’utero.

– foto Agenziafotogramma.it –

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