Home Salute Pagina 98

Salute

Lanza (ARiR) “Fisioterapisti respiratori cruciali, serve più formazione”

ROMA (ITALPRESS) – La figura del fisioterapista cardio-respiratorio accanto a quella del medico specialista: in questi 3 anni dall’inizio della pandemia da Covid-19 è emersa l’importanza della figura dei fisioterapisti cardio-respiratori, al fianco degli altri professionisti sanitari, per gestire il paziente e la sua ripresa nel post malattia. Per questo, ArIR, Associazione dei riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria con oltre 30 anni di esperienza sul campo, in collaborazione con AIFI (Associazione Italiana di Fisioterapia), AIPO (Associazione italiana Pneumologi Ospedalieri) e SIP (Società Italiana di Pneumologia), ha prodotto e reso fruibili una serie di dati con l’obiettivo di fornire aiuto e indirizzo nella gestione del paziente affetto da COVID-19 in fase acuta, subacuta e post-acuta.
L’emergenza ha messo in luce l’importanza di poter disporre di fisioterapisti respiratori che hanno dato un grande contributo lavorando a fianco degli altri operatori sanitari nell’assistenza ai pazienti, nell’istruzione e “formazione lampo sul campo” di personale sanitario non specializzato in area respiratoria ed anche nel reperimento e valutazione della strumentazione necessaria (ventilatori, interfacce, sistemi per la somministrazione di ossigeno) per assistere adeguatamente i pazienti con insufficienza respiratoria.
Sono risultate particolarmente preziose le competenze e l’esperienza maturate precedentemente nel trattamento di condizioni di insufficienza respiratoria acuta e/o cronica con diversa eziopatogenesi ma con manifestazioni clinico funzionali simili a quelle osservate nei pazienti con COVID-19.
Fondamentale il ruolo dell’esperienza del fisioterapista respiratorio anche nella lotta alle fake news che sono comparse nella prima fase della pandemia soprattutto sui social network, che proponevano “nuove” terapie e interventi privi di fondamento scientifico, o rispolveravano procedure obsolete di “ginnastica respiratoria” e “esercizi per imparare a respirare” ampiamente smentiti dalla letteratura scientifica che, oltretutto, se applicati in soggetti affetti da insufficienza respiratoria acuta possono rivelarsi rischiosi oltre che inutili.
Tuttavia, i risultati di uno studio che ha preso in esame gli ospedali lombardi hanno mostrato come solo il 5% dei fisioterapisti che ha trattato pazienti durante la prima ondata della pandemia aveva un’esperienza pregressa avanzata nel trattamento di patologie respiratorie, mentre il 68% aveva un’esperienza base e addirittura il 27% non aveva alcuna esperienza in ambito respiratorio. Questi dati rendono chiara la necessità di formazione specializzata in questo campo per andare incontro alle esigenze di pazienti con difficoltà respiratorie non solo legate al COVID ma a tutte le malattie respiratorie acute e croniche. Ad oggi, infatti, si stima che su 65.000 fisioterapisti presenti nel nostro paese solo circa 600 abbiano conseguito un Master specialistico in ambito Cardio-Respiratorio.
“La pandemia ha acceso i riflettori sulle problematiche respiratorie e sull’importante contributo che il fisioterapista respiratorio può dare nella gestione del paziente con patologia respiratoria sia nella fase acuta che in quella cronica – afferma
Andrea Lanza, presidente ArIR (nella foto) -. Ha allo stesso tempo reso evidente il problema dell’offerta ancora troppo bassa di fisioterapisti respiratori in Italia e questo è indubbiamente legato anche ad una formazione di base in fisioterapia in cui lo spazio per la fisioterapia respiratoria resta limitato. Questo fa sì che siano ancora troppo pochi i pazienti con problematiche respiratorie che possono accedere ad un intervento specialistico di fisioterapia respiratoria. I fisioterapisti italiani specializzati posseggono competenze di livello elevato, in linea con gli standard europei, ma rappresentano una realtà ancora non sufficientemente diffusa e non adeguatamente distribuita geograficamente a livello nazionale. Noi di ArIR da oltre 30 anni lavoriamo per informare l’opinione pubblica, le istituzioni e le associazioni di categoria sull’importanza della formazione e della preparazione dei fisioterapisti respiratori, un fermo e deciso impegno per dare il nostro contributo affinchè si ottenga il riconoscimento della specificità del nostro ruolo e si giunga ad una programmazione responsabile e capace di soddisfare il reale fabbisogno di cura dei pazienti affetti da malattie respiratorie”.
Di questo e molto altro si parlerà durante la V Edizione del più grande congresso sulla Fisioterapia cardio-respiratoria in Italia organizzato da ArIR dal titolo “Valorizzare l’alleanza tra professionisti sanitari nel rispondere ai nuovi bisogni della comunità”, in programma l’11-12-13 maggio 2023 a Roma presso l’Hotel Barcelò Aran Mantegna: 2 aree espositive, oltre 30 sessioni, 400 posti e oltre 50 relatori tra ospiti italiani e internazionali faranno il punto sulle grandi tematiche della fisioterapia cardio respiratoria e porteranno nuovi spunti di riflessione e di condivisione.

– foto ufficio stampa ARiR –
(ITALPRESS).

Nello sport plantari, tutori e maschere possono fare la differenza

MILANO (ITALPRESS) – I plantari da utilizzare nella corsa ma anche nella semplice camminata o in bicicletta per ottimizzare la forza trasmessa al pedale, poi i supporti da inserire negli scarponi da sci per estremizzare la posizione e migliorare la performance e le ginocchiere per sostenere l’articolazione durante i salti nel basket e nella pallavolo, infine le maschere per il viso per proteggere il naso dai possibili traumi negli sport di contatto o per rendere più sicura la guarigione in seguito a frattura. Sono tantissime le situazioni nello sport agonistico e amatoriale in cui plantari, solette, tutori e protezioni possono fare la differenza, abbinando la sicurezza all’ottimizzazione del gesto sportivo. Un mix reso possibile da una tecnologia sempre più precisa nella valutazione della postura e degli appoggi e da materiali sempre più leggeri, resistenti e completamente customizzabili. Ecco perchè sono sempre di più le persone che li utilizzano. Questo è uno dei temi affrontati da Stefano Duchini, tecnico ortopedico e fondatore di Ortholabsport, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il plantare – ha spiegato Duchini – è un presidio medico, deve essere prescritto da un medico specialista, da un podologo o da un fisiatra. Dopodichè in Ortholab viene valutato con apparecchiature di ultima generazione. All’interno del nostro team abbiamo specialisti, come il posturologo e il medico dello sport, se serve una valutazione più completa”.
Nello sport vengono utilizzate anche le maschere. “La prima maschera è nata più di venti anni fa”, ha ricordato Duchini. Nel tempo, poi, “abbiamo cominciato a lavorarle in un certo modo – ha spiegato -, utilizzando materiali sempre più performanti e ne abbiamo fatte tantissime in tutto il mondo. Adesso si usano fibre, carbonio, si può usare un altro materiale un pò più innovativo con dentro sostanze antivibrazione e comunque sempre compositi: è leggerissima perchè una maschera pesa 18 grammi”.
Presidi di questo genere aiutano a prevenire alcuni problemi. “Il plantare – ha sottolineato – deve aiutare la persona a migliorare il suo stato senza crearle problemi. Non è per tutti perchè serve a correggere la postura. Bisogna essere onesti nella valutazione e dire se serve veramente”. Per quanto riguarda le ginocchiere, c’è stata un’evoluzione nei “materiali”, perchè si usano “fibre elastiche particolari”, come “la fibra di canapa, che è ecologica”. Per il futuro si prevedono cambiamenti anche nel mondo delle biciclette. “Come tutto il mondo in evoluzione – ha affermato -, le biciclette sono ancora più evolute rispetto a tanti altri sport quindi ci saranno materiali, macchinari e tecnologie sempre più performanti perchè bisogna ridurre i pesi e proteggere più possibile l’atleta”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Medici veterinari chiedono di riformare l’Iva sulle prestazioni

0

Nell’imminenza del varo del disegno di legge delega sulla riforma fiscale, l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) auspica che possa finalmente trovare accoglimento la sempre più urgente esigenza di alleviare il peso fiscale che grava sulle cure e sul mantenimento di 60 milioni di animali da compagnia, nonché sull’assistenza veterinaria agli animali allevati a scopo di produzione di alimenti. L’Associazione avanza quattro richieste: la collocazione delle prestazioni veterinarie nell’aliquota agevolata Iva (al pari dei medicinali veterinari) in quanto dichiarate “servizi essenziali” alla sanità animale e alla sanità pubblica; La valutazione di una aliquota zero (esenzione da Iva) per le prestazioni veterinarie corrispondenti a obblighi di legge (identificazione e registrazione degli animali da compagnia) o riconducibili ai livelli essenziali di assistenza (sterilizzazione anti-randagismo) o ad azioni di tutela della sanità pubblica (vaccinazioni/trattamenti anti-zoonosi); La collocazione nello scaglione agevolato Iva dei prodotti alimentari (pet food); La salvaguardia della detraibilità fiscale delle spese veterinarie. In un’ottica concretamente one health, l’Anmvi ritiene necessario e urgente un intervento di razionalizzazione fiscale in particolare delle aliquote Iva.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

Disturbi dell’alimentazione, una panchina lilla al “Molinette” di Torino

TORINO (ITALPRESS) – In occasione della giornata nazionale per il contrasto ai disturbi dell’alimentazione (giornata del fiocchetto lilla) del 15 marzo verranno discussi, dalle 10 alle 12 presso l’Aula Lenti dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino (Ospedale Molinette Corso Bramante n° 84), tutti gli aspetti legati ai gravi disturbi dell’alimentazione.
In tale ricorrenza l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino riceverà in dono dall’Associazione dei familiari di figli affetti da Dna “Lo Specchio ritrovato” di Torino una panchina lilla – da collocare all’entrata dell’ospedale – come segno dell’impegno speso nel tempo dal più grande ospedale del Piemonte per la lotta contro questi gravi disturbi. La giornata sarà anche l’occasione per presentare un breve filmato – sempre a cura del Centro Esperto Regionale per la cura dei Disturbi dell’Alimentazione dell’AOU città della Salute e della Scienza di Torino – sul tema delle cure dei Disturbi dell’Alimentazione lungo il filo della testimonianza di due ragazze guarite.
I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) sono patologie metabolico-psichiatriche gravi, che tendono a durare molti anni e a peggiorare nel tempo, con esito non infrequentemente letale: i morti per tali patologie nel mondo nel 2019 (ultimo dato disponibile) sono stati 318.300. Nella stragrande maggioranza si tratta di giovani con meno di 40 anni. La pandemia da Covid-19 ha accelerato un aumento dell’incidenza dei casi (nuovi casi per anno) già in atto da circa un decennio: si stima che i nuovi casi siano aumentati del 30/40%, soprattutto nella fascia di età 10-20 anni. Per il Piemonte significa essere passati in pochi anni da circa 20.000 persone con Disturbo dell’Alimentazione a circa 28.000. Un recente studio del 2023, appena pubblicato sul Journal of Clinical Medicine dal gruppo di ricerca del Centro Esperto Regionale per la cura dei Disturbi dell’Alimentazione dell’AOU città della Salute e della Scienza di Torino (diretto dal professor Giovanni Abbate Daga), ha evidenziato anche un peggioramento dei sintomi: dopo la pandemia, i ragazzi hanno preoccupazioni marcatamente più elevate e laceranti rispetto alla loro corporeità e svolgono di gran lunga molta più attività fisica al solo scopo di dimagrire anche in condizioni di estrema emaciazione rispetto a prima del 2020.
Per far fronte a questo sciame pandemico del disagio psichico che continua a perdurare, vi sono alcune novità organizzative e terapeutiche.
Per prima cosa verrà contrattualizzato in tutte le ASL piemontesi dal mese di maggio personale dedicato alla cura dei DNA, grazie ai fondi ministeriali stanziati per il biennio 2023-2024 e all’impegno dell’Assessorato alla Sanità piemontese. Sono previste sette figure professionali (psichiatra, neuropsichiatra infantile, psicologo psicoterapeuta, medico nutrizionista, dietista, educatore e infermiere) per rinforzare i centri già esistenti e migliorare la capacità di curare con èquipe integrate multidisciplinari. Ogni figura per centro potrà essere rinforzata da un minimo di 4 ore a un massimo di 36 ore.
Inoltre due innovativi trattamenti verranno affiancati a quelli già esistenti presso il Centro Esperto Regionale per la cura dei Disturbi dell’Alimentazione dell’AOU città della Salute e della Scienza di Torino. Il primo, di tipo biologico e sperimentale – che partirà dal 15 aprile 2023 per i soggetti ricoverati – è costituito dalla somministrazione per 2-4 settimane di sedute quotidiane di 40 minuti di stimolazioni magnetiche di un’area specifica del cervello (la corteccia dorsolaterale prefrontale) che è deputata al controllo emotivo.
Nella cura della depressione tale trattamento ha già dato buoni risultati e alcuni studi inglesi dimostrano che potrebbe essere promettente anche come coadiuvante nella cura dell’anoressia nervosa. Il secondo trattamento è di tipo psicologico e introduce nella cura dei disturbi dell’alimentazione uno strumento psicoterapico ben noto ed efficace per la cura dei traumi: il trattamento EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Tale psicoterapia ambulatoriale è stata attivata presso le Molinette da ottobre 2022 e si sviluppa ora a pieno regime.
Tale attività si svolge con professionisti certificati in collaborazione con l’Associazione EMDR Italia (direttrice Isabel Fernandez). Il razionale del trattamento è sostenuto dal fatto che da un lato la pandemia stessa ha avuto un effetto traumatico sulle persone, dall’altro uno studio recentemente svolto sempre presso il Centro Esperto Regionale per la cura dei Disturbi dell’Alimentazione dell’AOU città della Salute e della Scienza di Torino e pubblicato sulla prestigiosa rivista European Journal of Psychotraumatology ha evidenziato che la maggioranza dei pazienti ha avuto uno o più eventi traumatici nel corso della vita e che un ragazzo/a su 8 ha – spesso non riconosciuto – un disturbo post traumatico da stress associato al disturbo alimentare.

– foto tratta da programma convegno 15 marzo –

(ITALPRESS).

Diabete, ne soffre il 6% degli italiani e i numeri sono in aumento

MILANO (ITALPRESS) – Sono circa 422 milioni le persone nel mondo che soffrono di diabete mellito e 1,5 milioni i decessi direttamente attribuiti al diabete ogni anno. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, il numero delle persone affette da diabete è in costante aumento negli ultimi decenni. In Italia, in base ai dati Istat, il 5,9% della popolazione è affetto da diabete, pari a oltre 3,5 milioni di persone. La percentuale cresce con l’avanzare dell’età, fino a raggiungere il 21% tra gli ultrasettantacinquenni ed è generalmente più alta al Sud e nelle isole rispetto al Centro e al Nord del Paese. Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da un eccesso di zuccheri nel sangue, nota come iperglicemia. Si divide in due forme principali: il diabete di tipo 1, che solitamente insorge in giovane età, e il diabete di tipo 2, spesso legato all’aumento di peso e allo stile di vita. Proprio quest’ultima forma è quella che fa registrare l’aumento più notevole. Il diabete è uno dei temi affrontati da Emanuele Bosi, primario dell’Unità di Medicina Generale a indirizzo diabetologico ed endocrino-metabolico all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il nome diabete – ha spiegato Bosi – indica il suo aspetto essenziale: l’iperglicemia, cioè l’aumento della concentrazione dello zucchero nel sangue. Sono tante le possibili malattie che causano iperglicemia ma le due più importanti sono tipo 1 e tipo 2. Dal punto di vista delle cause sono completamente diverse. Il diabete di tipo 1 è autoimmune, consegue alla distruzione delle cellule che producono l’insulina all’interno del pancreas. E’ una malattia che colpisce prevalentemente ma non esclusivamente bambini e adolescenti, potendosi sviluppare anche in età adulta o addirittura senile. Il diabete di tipo 2 invece è tutt’altra cosa: è sempre caratterizzato da iperglicemia ma è associato allo stile di vita, l’eccesso di alimentazione, la sedentarietà, il sovrappeso”.
Cosa si intende per stile di vita? “Per quanto riguarda il diabete di tipo 1 – ha detto -, lo stile di vita per quanto ne sappiamo non influisce perchè ignoriamo quale sia la causa dell’autoimmunità. Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, invece, è fondamentale. Per stile di vita si intendono essenzialmente l’alimentazione e l’attività fisica”.
Attualmente quali prospettive ci sono per quanto riguarda i farmaci? “Parlando di diabete – ha spiegato -, il primo ‘farmacò, che è in realtà un ormone, è l’insulina. Sono cento anni di storia dell’insulina, eppure continua a presentare aspetti di evoluzione tecnologica. E’ la terapia fondamentale del diabete di tipo 1, che si tratta soltanto con l’insulina. Invece il diabete di tipo 2, in una certa percentuale di casi, dal 20 al 30%, può a un certo punto necessitare dell’insulina ma prima ci sono altri farmaci. La terapia del diabete di tipo 2 oggi è diventata una delle più ricche perchè nel corso degli anni l’armamentario terapeutico si è molto arricchito. Oggi ci sono indicazioni molto importanti che provengono dagli studi eseguiti negli ultimi venti anni che non ci suggeriscono soltanto quale farmaco usare per trattare l’iperglicemia ma rendono possibile una personalizzazione della terapia”.
Per quanto riguarda il pancreas artificiale, Bosi ha ricordato che tra “la seconda metà degli anni ’70 e i primi anni ’80” era fisicamente “un macchinario grosso”. “Concettualmente – ha spiegato – è uno strumento che legge in tempo reale il valore della glicemia e stabilisce quanta insulina deve essere erogata. Oggi è tutto integrato in strumenti indossabili di dimensioni modeste. Da un lato ci sono i sensori, piccoli dispositivi adesivi che misurano la glicemia in maniera costante, dall’altro piccoli erogatori e un algoritmo che riesce a fare interloquire i due strumenti”.
Quali sono le conseguenze del diabete? “Il diabete mal controllato – ha evidenziato – espone la persona a una serie di complicanze croniche che possono colpire molti organi e apparati, l’occhio, il rene, i nervi e il cuore. Per esempio, la prima causa di malattia e morte nelle persone con diabete di tipo 2 sono le malattie cardiovascolari. E’ dimostrato che se il diabete viene ben controllato questo aumentato rischio si riduce. Per quanto riguarda il diabete di tipo 1, i tipi di complicanza a cui le persone sono esposte sono le stesse, anche se in questo caso l’elemento determinante è soltanto la glicemia. Nel caso del diabete di tipo 1, quindi, è fondamentale il controllo rigoroso della glicemia”.
Quali errori più comuni commettono i pazienti? “L’aderenza alla prescrizione – ha affermato – è uno dei problemi. Quando parliamo del diabete di tipo 1, che colpisce in prevalenza bambini e adolescenti, il primo passaggio è l’accettazione della malattia. Nel caso del diabete di tipo 2 – ha concluso – il problema è la sottovalutazione”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

A Palermo un workshop su linfomi maligni e terapie innovative

PALERMO (ITALPRESS) – Il prossimo 18 marzo, all’Hotel Federico II Central Palace di Palermo, si riuniranno alcuni tra i massimi esperti mondiali di patogenesi e terapia innovativa di Linfomi e Mielomi. Saranno presentati i dati aggiornati e le prospettive future sull’uso dell’immunoterapia in queste patologie: in particolare sulle Chimeric Antigen Receptor T-Cell Therapy e sugli anticorpi bispecifici, che stanno contribuendo a migliorare la sopravvivenza dei pazienti affetti da linfoma e, a breve, saranno anche disponibili per i pazienti affetti da mieloma. Il meeting scientifico, che vedrà la partecipazione di autorevoli esperti di campo internazionale, è organizzato dalla dottoressa Caterina Patti, direttore dell’U.O.C. Oncoematologia dell’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti Villa Sofia- Cervello”, di Palermo e dal dottor Luca Castagna, direttore dell’U.O.S.D. “Trapianti di midollo osseo” della medesima azienda. L’Azienda “Ospedali Riuniti Villa Sofia- Cervello” che, in questo campo ha una solida tradizione di ricerca, è centro accreditato per l’infusione di Car-t, grazie al fatto che vanta personale altamente qualificato e contribuisce a garantire, anche nella nostra Regione, cure innovative da parte del servizio sanitario pubblico, con significativa contrazione della migrazione extra-regionale. L’uoc di Oncoematologia diretta dalla dottoressa Patti, nello specifico, è Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione, la Diagnosi e la Cura delle Leucemie e dei Linfomi. “Tanti – afferma Patti – i farmaci innovativi oggi disponibili per i pazienti affetti da malattie linfoproliferative. Ovvero, nuovi farmaci target che bersagliano le cellule tumorali e il loro microambiente. Stiamo assistendo ad un cambiamento storico nel trattamento dei nostri pazienti che possono essere trattati con terapie sempre più personalizzate e sempre meno tossiche. In alcune patologie abbiamo già abolito l’uso della chemioterapia. Infatti, le più recenti linee di ricerca sono orientate allo sviluppo di immunoterapia sempre più efficace come le Car- t, che richiedono però una complessità organizzativa e non sono accessibili a tutti i centri ematologici, ma anche agli anticorpi bispecifici che saranno a breve disponibili in tutti i centri qualificati e per la stragrande maggioranza dei nostri pazienti”. “Questi farmaci – conclude Patti – a breve potranno anche essere combinati o utilizzati in associazione alle terapie attualmente disponibili in modo da incrementare l’efficacia terapeutica. Tali trattamenti sono già utilizzati da tempo presso l’ Oncoematologia dell’Ospedale Cervello e disponibili per tutti i siciliani che hanno così l’opportunità di farsi trattare vicino casa”. In particolare le “CAR-T” rientrano tra le cosiddette terapie avanzate, frutto dei progressi scientifici nel campo della biotecnologia cellulare e molecolare. La terapia con car-t utilizza specifiche cellule immunitarie (i linfociti “T”), che sono estratte da un campione di sangue del paziente, modificate geneticamente e “ingegnerizzate” in laboratorio per essere poi re-infuse nel paziente al fine di attivare la risposta del sistema immunitario contro la malattia. E’ molto importante poter contribuire a qualificare l’offerta del servizio sanitario pubblico con terapie rivoluzionarie come questa, per garantire ai cittadini /pazienti un accesso in condizioni di pari opportunità anche alle terapie più innovative, abbattere la mobilità passiva, ovvero il tasso di migrazione extraregionale e coniugare alti standard di cura con l’obiettivo di ottimizzazione delle risorse. Fra i relatori parteciperanno numerosi esperti di massima caratura fra cui anche Riccardo Dalla Favera (New York, USA ) e Marco Ruella (Philadelphia, USA).(ITALPRESS).

Photo credits: www.agenziafotogramma.it

Aumentano le donne occupate nella sanità pubblica, ma non le dirigenti

ROMA (ITALPRESS) – Il settore pubblico sanitario ha storicamente una maggiore partecipazione femminile: si è passati, infatti, dal 59% delle donne occupate nel 2001 al 68% del 2020. E’ quanto emerge dal primo Rapporto dell’Osservatorio sull’equità di genere della leadership in sanità, nato dalla collaborazione tra la Luiss Business School e l’associazione Leads – Donne Leader in Sanità – con l’obiettivo di monitorare e favorire la parità di genere nella leadership partendo dal concetto di equa rappresentanza, per chi ricopre ruoli di primo piano nel settore pubblico o in quello privato, come elemento fondante di equità e sviluppo sostenibile degli operatori del settore e della società più in generale.
L’Osservatorio elabora il Gender Leadership Index in Health che misura il rapporto tra la distribuzione di genere nelle posizioni apicali e la distribuzione di genere sull’occupazione totale in sanità.
Il rapporto è stato presentato nei giorni scorsi a Villa Blanc, a Roma. A introdurre l’evento è stato Andrea Prencipe, rettore della Luiss Guido Carli, oltre ai saluti di Raffaele Oriani, Dean della Luiss Business School e di Patrizia Ravaioli, presidente LEADS e direttore generale Formez PA. Maria Isabella Leone, professoressa associata della Luiss Business School e Marina D’Artibale, socia fondatrice di LEADS hanno illustrato i risultati del Rapporto. Hanno partecipato alla tavola rotonda, moderata da Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera: Giovanni Leonardi, segretario generale del Ministero della Salute, Anna Maria Moretti, presidente della Società Internazionale di Medicina di Genere e responsabile della Struttura Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Ospedale Santa Maria GVM Bari, Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza Università di Roma e Walter Ricciardi, professore di Igiene e Sanità pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Il Rapporto annuale dell’Osservatorio fotografa lo stato attuale e l’evoluzione della equità di genere nella leadership nel settore sanitario italiano fornendo, per la prima volta, una panoramica completa che include l’ambito pubblico e quello delle aziende farmaceutiche e dei dispositivi medici.
Il livello di occupazione complessivo è diminuito nel tempo come conseguenza delle politiche di razionalizzazione del sistema sanitario pubblico.
Questa riduzione ha avuto un impatto maggiore sugli uomini, mentre il numero delle donne è continuato a crescere: nel 2020 a seguito della pandemia il numero di occupati è aumentato di più di 13.000 unità, quasi esclusivamente di genere femminile. Lo studio rileva che a fronte di una maggiore partecipazione nel mercato del lavoro della sanità pubblica, però, non corrisponde una maggiore rappresentanza di donne nei ruoli apicali. Il Gender Leadership Index in Health, mostra – infatti – una forte sottorappresentanza nelle posizioni di leadership, con un trend che – ceteris paribus – porterebbe all’equi-rappresentanza tra 150 anni. Un giovane che entra, oggi, nel settore pubblico incontra 7 dirigenti dello stesso sesso, se è uomo, e meno di 2 se è donna. Sempre con riferimento al settore pubblico, il report evidenzia, poi, delle differenze riconducibili al tema della progressione di carriera: nel 2020 è donna il 34,7% dei direttori di struttura semplice e solo il 18% di quella complessa.
Il focus sulla situazione delle regioni italiane, realizzato disaggregando il Gender Leader Index in Health, restituisce la fotografia di un Paese con grandi discrepanze: se infatti in Campania, Sicilia, Calabria e Lazio siamo a metà strada verso l’equi-rappresentanza, in Veneto, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle D’Aosta, ci si allontana molto.
Allo stesso tempo, però, i dati riflettono forti diversità nella percentuale di donne occupate e nella quota di leader rispetto al numero di occupati.
Con riferimento al settore privato, la situazione è generalmente migliore rispetto al settore pubblico. I dati per il comparto farmaceutico evidenziano un miglior bilanciamento fra uomini e donne nella forza lavoro: nel 2011 il 41,78% degli occupati erano donne, nel 2020 il 43,36%. L’indice raggiunge l’equi-rappresentanza nel 2020 per coloro che rivestono posizioni di quadro mentre a livello dirigenziale le donne sono ancora sottorappresentate. Per le aziende dei dispositivi medici si evidenzia la prevalenza della leadership maschile: nell’ultimo anno di rilevazione, fatto cento il totale degli occupati, ha ruoli di responsabilità il 14% degli uomini contro il 4,83% delle donne.

– foto ufficio stampa Luiss Business School –

(ITALPRESS).

San Marino, progetti per centri sanitari di Borgo Maggiore e Murata

SAN MARINO (ITALPRESS) – Il Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente di San Marino Stefano Canti ed il Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale Roberto Ciavatta si sono incontrati in più occasioni alla presenza del Direttore ff dell’AASLP Vladimiro Selva e del Direttore Generale dell’ISS, Francesco Bevere per individuare le migliori strategie di intervento per la risoluzione dei progetti di sviluppo infrastrutturale dell’ISS.
A partire dalla struttura ospedaliera della Repubblica di San Marino, nell’ultima Commissione Sanità, è stato condiviso come necessario l’incarico per la redazione della vulnerabilità sismica e ribadito che l’incarico conferito nel 2015 a professionisti sammarinesi non andasse interrotto. Relazione di vulnerabilità che è stata consegnata ed ora è al vaglio dei tecnici dell’AASLP. In aggiunta, sono stati presentati i progetti per la sistemazione del deposito dei gas medicali e per la realizzazione di una nuova mensa interna, al servizio degli operatori dell’ISS. I lavori della Commissione IV sono stati utili per presentare i progetti di ristrutturazione del Centro sanitario di Borgo Maggiore (i cui lavori saranno avviati entro breve termine e successivamente allo spostamento dell’attuale Centro all’interno di strutture già accreditate) e di demolizione e ricostruzione del Centro sanitario di Murata il cui progetto definitivo è stato terminato e prossimo all’avvio dell’iter di approvazione. Altro progetto definito infrastruttura strategica è quello della Colonia di Pinarella di Cervia per la cui struttura è emersa l’esigenza di una demolizione e ricostruzione per meglio utilizzare l’edificio rendendolo funzionale con idonei spazi per tutto il periodo dell’anno. Inoltre si è fatto cenno alla sostituzione degli infissi alla farmacia di San Marino Città per consentire l’installazione di un distributore automatico che possa fornire i medicinali di primario uso h24.
Tutti i commissari di maggioranza e opposizione hanno preso atto dei progetti ed i Segretari di Stato relatori hanno anticipato la presentazione di un emendamento in occasione della ratifica del Decreto Delegato 20 gennaio 2023 N.5 “Revisione al secondo fabbisogno generale del settore pubblico allargato…” per istituire, all’interno del Settore progettazione dell’AASLP, un’area specializzata denominata “Progettazione e Direzione Lavori Ospedale Di Stato”, per dare costante supporto e continuità alle esigenze di modifica e sviluppo delle strutture sanitarie.
I Segretari di Stato per il Territorio e la Sanità hanno infine reso noto che parte dei lavori sopra elencati risultano essere già finanziati con precedenti delibere del Congresso di Stato e come tali finanziamenti possano dare l’avvio alle relative gare di appalto per dare definitivamente risposta alla risoluzione di tutte le criticità riscontrate.
Stefano Canti (Segretario di Stato per il Territorio, l’Ambiente, l’Agricoltura, la Protezione Civile e i rapporti con AASLP) e Roberto Ciavatta (Segretario di Stato per la sanità e la sicurezza sociale) commentano: “Ci uniamo al grande apprezzamento espresso dai Commissari per l’importante lavoro svolto dal Direttore Generale e tutto l’ISS, l’ampliamento della Telemedicina, per gli ottimi risultati ottenuti attraverso accordi con Enti e strutture internazionali, anche in ambito Universitario per gli studenti Sammarinesi, per l’ottimizzazione anche economica della gestione delle gare d’appalto e per l’acquisto dei macchinari all’avanguardia a disposizione della struttura ISS. Il nostro impegno sarà massimo per sostenere e dare piena attuazione ai progetti già avviati ed a quelli in corso”.
-foto ufficio stampa Repubblica San Marino –
(ITALPRESS).