CAGLIARI (ITALPRESS) – “Dal primo gennaio chi assiste sul territorio, finora lasciato a se stesso, dovrà solo occuparsi della salute dei cittadini, altri si preoccuperanno della burocrazia e per quanto riguarda gli infermieri daremo ampio spazio a quelli di famiglia e comunità: ci vuole una figura professionale in grado di garantire prestazioni che garantiscano un vero filtro verso l’ospedale”. Non ha dubbi sul rilancio della professione infermieristica il presidente della Giunta della Sardegna, Christian Solinas, che ha incontrato a Cagliari durante la sesta tappa del Congresso nazionale itinerante della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, il Comitato centrale Fnopi. “E’ impensabile – ha aggiunto Solinas – non porre un argine ai carichi di lavoro attuali, cresciuti per l’eccessiva carenza di personale. Finora abbiamo assunto tutti i professionisti che abbiamo potuto, ma ora non ce ne sono più e non abbiamo alcuna intenzione di andare a pescare all’estero. Nei nostri programmi ci sono da subito almeno 3.300 nuove assunzioni tra le varie professioni sanitarie, di cui gli infermieri rappresentano la gran parte. Quello che ci vuole – ha detto – e in questo senso ho già avanzato proposte a livello nazionale, è una moratoria sul numero chiuso nelle facoltà: il meccanismo della formazione attuale proprio non va”.
Una linea d’azione condivisa dall’assessore alla sanità della Sardegna, Mario Nieddu, che nel suo saluto all’inaugurazione del primo museo filatelico al mondo dedicato alla professione infermieristica che ha tagliato il nastro a Villamassargia (Carbonia Iglesias), ha confermato le parole di Solinas e annunciato che la riforma della sanità sarda vedrà tra i protagonisti – già convocati per l’analisi e il dibattito – gli ordini degli infermieri. La riforma – confermata e supportata dal Consiglio regionale, come ha sottolineato Michela Pais – il suo presidente si adeguerà anche alle previsioni del Pnrr con la previsione nelle Case della Comunità di team multidisciplinari e professionali di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, infermieri, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti della salute. Secondo la bozza di riforma illustrata da Nieddu e su cui l’assessore aprirà da subito il confronto con le professioni, è prevista l’attivazione di ulteriori 48 Case della comunità nelle aree attualmente sprovviste, di cui 45 da finanziare attraverso il Pnrr, mentre le restanti tre attraverso ulteriori risorse da reperire. Attualmente sono attive 14 Case della comunità.
Gli infermieri poi sono i protagonisti degli Ospedali di comunità, strutture territoriali a degenza breve di massimo 15-30 giorni e gestione, appunto, infermieristica, rivolte a pazienti con problemi di salute di bassa complessità, che richiedono un’assistenza infermieristica anche notturna e che, per motivi diversi, non possono essere curati a domicilio. “La scelta della Sardegna di mettere mano rapidamente alla struttura e all’organizzazioni dei servizi è sicuramente il passo migliore da compiere verso una sanità proattiva e di prossimità, più vicina ai cittadini – afferma Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi – . Tuttavia il primo passo per poter realizzare tutto questo è risolvere, come ha sottolineato il presidente Solinas, le forti carenze di personale: le nuove strutture previste dal Pnrr rischiano altrimenti di essere contenitori privi di contenuto che per dare un nuovo passo all’assistenza è rappresentato dai professionisti”.
“Tutto grazie anche al Recovery Plan – ha proseguito – che stanzia risorse importanti proprio per implementare le cure di prossimità e che fa esplicito riferimento a strutture come gli ospedali di comunità a gestione infermieristica o alle Case di comunità dove gli infermieri hanno notevole peso e anche alle centrali operative territoriali, il cui coordinamento andrà affidato in base ai veri bisogni emergenti della popolazione”. “Il Governo – ha detto ancora – con lo stimolo delle Regioni, può introdurre tutte le misure per potenziare gli organici infermieristici e per stabilizzarne l’inquadramento contrattuale: oggi la media degli infermieri per mille abitanti è di circa 5,7, mentre nei paesi dell’OCSE supera 8,5: la carenza in Italia raggiunge le 63mila unità”.
“Le leve su cui agire per l’implementazione degli organici – spiega Mangiacavalli – sono prima di tutto quelle della rideterminazione del fabbisogno formativo, che già per il prossimo anno accademico le stesse Regioni hanno indicato più alto dei posti messi a bando dal MUR: di infermieri non ce ne sono più, bisogna formarli e anche in senso specialistico,. Poi la ridefinizione dello staffing (organizzazione del personale) con standard adeguati. E un occhio particolare – aggiunge – ci vorrà nel contratto dove Comitato di settore e sindacati dovranno trovare le giuste strade per implementare e dare risposte alle varie previsioni che incidono sulla progressione di carriera e sulla retribuzione che oggi è tra le più basse d’Europa. I responsabili delle Regioni – e la tappa sarda del Congresso itinerante lo ha confermato – hanno dimostrato particolare attenzione e condivisione nei nostri confronti e ora si darà il via a una serie di incontri per la definizione delle singole problematiche”.
Durante la cerimonia di premiazione l’artista sassarese Marco Silecchia ha donato alla Federazione nazionale, e simbolicamente a tutti gli infermieri d’Italia, la scultura intitolata ‘La cura’.
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Fnopi, in Sardegna servono più infermieri
Covid, in Sardegna 96 nuovi casi e un decesso
CAGLIARI (ITALPRESS) – In Sardegna si registrano oggi 96 ulteriori casi confermati di positività al COVID, sulla base di 2087 persone testate. Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 10056 test.
I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 8 (come ieri).
I pazienti ricoverati in area medica sono 47 (come ieri).
1701 sono i casi di isolamento domiciliare (54 in più rispetto a ieri).
Si segnala il decesso di una donna di 95 anni, residente nella provincia di Nuoro.
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Sardegna, Regione bandisce concorsi per assunzioni e stabilizzazioni
CAGLIARI (ITALPRESS) – Nuovi bandi della Regione per assunzioni e stabilizzazioni nell’amministrazione.
Dopo anni di blocco del turn over, dice il Presidente Christian Solinas, la pubblica amministrazione riprende ad assumere personale, per dotarsi di energie nuove in grado di assicurare ai cittadini più efficienza e servizi migliori.
Due bandi sono in pubblicazione oggi sul Buras. Il primo riguarda la stabilizzazione e l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di 42 unità da inquadrare nella categoria D – livello economico D1, di cui n. 27 nel profilo “funzionario amministrativo” e 15 nel profilo “funzionario tecnico”.
L’altro, l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di 22 lavoratori da inquadrare presso l’Amministrazione regionale nella categoria A – livello retributivo A1, ai sensi dell’art. 52, comma 1, lett. b) della della L.R. 13 novembre 1998 n. 31.
I bandi sono disponibili anche sul sito istituzionale della Regione.
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Sanità, in Sardegna sesta tappa del congresso itinerante Fnopi
CAGLIARI (ITALPRESS) – In Sardegna c’è il Bed Manager perchè i posti letto siano utilizzati senza inappropriatezza e nel migliore dei modi, c’è il controllo dei farmaci nelle terapie neonatali per evitare errori di somministrazione e dati anche la natura del territorio, la tecnologia sviluppa controlli remoti dei dispositivi impiantabili come elettrostimolatori cardiaci e defibrillatori automatici impiantabili.
La Sardegna è Regione a statuto speciale e negli anni, pur essendo una Regione geograficamente vasta, registra una relazione bassa di infermieri rispetto ad altre Regioni. Secondo le stime FNOPI (che non tengono conto delle immissioni di personale per la pandemia in quanto assunto con contratti flessibili e quindi ancora precario), mancano 920 infermieri sul territorio e 855 negli ospedali.
Anche le retribuzioni di questi professionisti sono pressochè stabili negli ultimi dieci anni, passate da una media di circa 30mila euro nel 2009 a 32mila euro nel 2019 (ultimo anno rilevato dalla Ragioneria generale dello Stato), con una perdita a parità di potere di acquisto nell’ ordine di poco più 600 euro l’anno, quelle di altre Regioni che contro anche i 3mila euro.
Il Congresso itinerante della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) fa la sua sesta tappa in Sardegna il 12 e 13 novembre.
Un congresso speciale anti-Covid, senza assembramenti, ma con i componenti del Comitato centrale della Federazione in viaggio con varie tappe che si concluderanno il prossimo 12 maggio – Giornata internazionale dell’infermiere 2022 – in Sicilia, limitando nel loro percorso al massimo e secondo le normative Covid gli assembramenti, verificando l’assenza di contagi e presentando in ogni occasione le buone pratiche e le eccellenze della professione infermieristica che, soprattutto sul territorio, hanno ammesso di affrontare l’assistenza, anche durante la pandemia, rimanendo sempre vicini ai cittadini e con l’unico obiettivo di soddisfare tutti i diversi bisogni di salute anche durante l’emergenza Covid.
Ovviamente non mancherà durante la tappa il confronto con le istituzioni: oltre a numerosi esponenti della politica locale che hanno garantito la loro presenza, dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais al rettore dell’università degli studi di Sassari Gavino Mariotti.
In Sardegna sarà presentata anche un’altra novità: sarà inaugurato nel Comune di Villamassargia, il primo “Museo Internazionale dell’Arte Filatelica Infermieristica”, che intende documentare il percorso e l’impatto storico, grafico, artistico e culturale dei francobolli emessi e dedicati in tutti i continenti alla pratica infermieristica e al suo protagonista: il gesto assistenziale, universalmente riconosciuto per distinzione l’identità infermieristica da altre azioni di cura di altri professionisti della salute.
Gli esempi virtuosi di professionalità sull’isola saranno premiati dalla Federazione durante la tappa a Sassari del Congresso e verrà conferita una menzione speciale a Emergency che ha aperto per le persone indigenti ed escluse, per diverse ragioni, dall’accesso alle cure sportelli di orientamento sociosanitario dove offre gratuitamente a pazienti italiani e stranieri vulnerabili attività di educazione sanitaria e prevenzione, servizi per facilitare il loro accesso al Sistema sanitario nazionale e per conoscere i propri diritti.
A Sassari il Bed Management – un gruppo di infermieri con provata esperienza nell’ambito dell’attività dei ricoveri ospedalieri – ha lo scopo di individuare e realizzare idonei strumenti operativi in grado di migliorare la capacità di creare “disponibilità” in termini di posto letto, più rapidamente per l’organizzazione dei ricoveri intra ospedalieri e con un maggior livello di comfort e sicurezza per il paziente e all’Azienda ospedaliero universitaria è stato messo a punto un protocollo che ha analizzato tutte le cartelle cliniche del 2019 e le richieste di approvvigionamento dei farmaci inoltrate dall’unità operativa al servizio farmacia aziendale, generando una guida efficacissima per gli infermieri e tutti i componenti dell’equipe e, come previsto, ha uniformato i comportamenti riducendo le variabili collegate alla somministrazione di farmaci.
Il Servizio delle Professioni Infermieristiche ed Ostetriche Area Nord-ATS ha progettato e implementato un Percorso Clinico Assistenziale di Dimissione post ospedaliera (PCAD-COVID19) allo scopo di garantire la continuità assistenziale, con la definizione di un nuovo modello organizzativo strutturato in obiettivi, procedure, percorsi, criteri di inclusione ed esclusione dei pazienti, strutture, responsabilità.
Nell’Unità Operativa di Cardiologia del Presidio Ospedaliero “Nostra Signora di Bonaria” di San Gavino Monreale, poi, è stata avviata l’attività di monitoraggio remoto dei dispositivi cardiaci impiantabili. Il servizio è stato avviato con l’ausilio personale non dedicato -tre infermieri e due medici- che hanno portato avanti tale attività assistenziale a distanza, davvero “salvavita”.
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Sardegna, presidente Solinas riceve la presidente del CNR Carrozza
CAGLIARI (ITALPRESS) – Il Presidente della Regione Christian Solinas ha ricevuto a Villa Devoto la Professoressa Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR. I progetti di ricerca che interessano e coinvolgono più da vicino le strutture del CNR presenti in Sardegna, e le nuove iniziative incentrate sull’alta tecnologia e l’innovazione, sono stati al centro della discussione. La Regione, ha detto il Presidente Solinas, conferma il proprio sostegno alle attività del CNR, con un interesse sempre crescente testimoniato dallo stanziamento di 500 mila euro previsto dalla “Legge Omnibus” recentemente approvata.
Innovazione, alta tecnologia, genetica, scienze umane sono alcuni dei campi in cui il CNR è presente in Sardegna con propri progetti, così come, fin dal 1979 per iniziativa del Professor Francesco Cesare Casula, presente oggi all’incontro, nel campo della ricerca storica mediante l’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea. Il Presidente Solinas e la Presidente Carrozza hanno convenuto sull’opportunità e l’urgenza di rinnovare l’accordo quadro tra CNR e Regione Sarda, scaduto nel 2014, per il sostegno alle attività scientifiche nell’Isola.
Su vari campi di azione, ha detto il Presidente Solinas, occorre intensificare i rapporti, con un coinvolgimento del CNR, accanto a CRS4 e Sardegna Ricerche, nei prestigiosi progetti di alta tecnologia nati in Sardegna: sull’energia green, l’industria aerospaziale, la genetica, il progetto del telescopio ad onde gravitazioni di Sos Enattos a Lula, la torre di distillazione del gas argon realizzata nel pozzo dismesso della miniera di Nuraxi Figus, il più importante del mondo.
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Sardegna, Chessa “Nel 2022 il turismo nell’isola farà il botto”
CAGLIARI (ITALPRESS) – “Credo che nel 2022 la stagione turistica in Sardegna farà il botto. Molti di quelli arrivati quest’anno con i grandi eventi sportivi ritorneranno anche l’anno prossimo. Il turismo deve andare di pari passo con i trasporti, servono soluzioni rapide, programmare e contenere i costi”. Lo ha detto l’assessore al Turismo, Gianni Chessa, nel corso dell’incontro di questa mattina nella sala conferenze dell’aeroporto di Cagliari dedicato all’analisi dei flussi della stagione turistica 2021 e al piano per lo sviluppo turistico 2022-2023. “Questo incontro ci serve per ripartire dopo una stagione da record – ha detto ancora l’esponente della Giunta – Abbiamo recuperato tantissimo rispetto a quanto fatto nel 2019 e tra giugno e ottobre in alcune zone dell’isola abbiamo superato i flussi turistici di due anni fa”. Secondo Chessa è necessario andare oltre il turismo sportivo e balneare, ma aprire anche al turismo religioso e archeologico, ai congressi, all’enogastronomia.
“L’evento Archeologika alla Fiera di Cagliari ha dato ottimi risultati. Ci facciamo conoscere nel mondo e poi il mondo verrà in Sardegna”. L’assessore tira però le orecchie proprio al polo fieristico del capoluogo: “Mi dispiace dirlo, ma la fiera sembra un campo profughi bombardato, i campi rom sono più puliti” è il duro commento di Chessa dopo la visita di ieri alla tre giorni dedicata all’archeologia. L’obiettivo della Giunta resta comunque quello di “destagionalizzare” così da poter “vivere di turismo 365 giorni l’anno”.
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Solinas “Carenza medici è emergenza nazionale non solo sarda”
CAGLIARI (ITALPRESS) – “Quella della carenza di medici e di personale del comparto sanitario pubblico (infermieri, tecnici, riabilitazione…) è un’emergenza nazionale, non solo sarda. Se è vero infatti che il blocco del turn over deciso dai precedenti governi regionali ha dilatato a dismisura le carenze degli organici negli ospedali e nei servizi territoriali dell’Isola, è vero che anche altri fattori, comuni a tutte le Regioni Italiane, hanno concorso ad accentuare il problema e hanno posto le basi per un aggravamento ulteriore della situazione”. Lo afferma il Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas.
E’ una situazione che “non ammette più ritardi o omissioni”. I motivi che stanno alla base di molti dei problemi attuali “sono stati efficacemente illustrati, anche di recente, dal professor Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”. Dalla sua analisi emerge quanto, a partire dagli anni ’80, in cui l’Italia vantava un numero molto alto di medici di sanità pubblica, sia mancata una adeguata programmazione e sia progressivamente venuta meno la strutturazione degli atenei in funzione della crescente richiesta di ingressi, così come il necessario avvicinamento tra studenti, specializzandi e malati”. La scelta del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina e nelle professioni sanitarie “spiega per buona parte la carenza di organico, ed è per questo – dice Solinas – che su questo aspetto occorre intervenire tempestivamente. Ma non basta, e soprattutto non basta per fronteggiare l’emergenza a breve termine, dato che la lunghezza del corso di studi determina che un giovane che oggi si iscrive in medicina potrà esercitare tra 6-9-11 anni”.
“L’allarme, sottolinea il Presidente della Regione, è solo all’inizio. In Italia le strutture pubbliche hanno perso 45mila operatori in 10 anni di cui 10mila medici tra ospedalieri e convenzionati. E poi c’è la voce pensionamenti: se ne prevedono 35.200 entro il 2027. Non ci saranno abbastanza colleghi per sostituirli. L’esito è che nel quadriennio che si chiude col 2023 si potrebbe arrivare a un deficit ulteriore di decine di migliaia di medici, il frutto dello squilibrio fra pensionamenti e i nuovi specialisti formati che si prevede scelgano di svolgere il proprio lavoro nella sanità pubblica.
La carenza potrebbe essere stimata secondo Anaao in ulteriori 24mila unità entro il 2023″. Sempre secondo un recente studio Anaao, “entro il 2025 dei circa 105.000 medici specialisti attualmente impiegati nella sanità pubblica potrebbe andare in pensione circa la metà: 52.500. Un esodo biblico inesorabile e inarrestabile”.
“Abbiamo inoltre – aggiunge – una popolazione di professionisti particolarmente invecchiata a causa del blocco continuato del turnover. Secondo i dati diffusi da Eurostat, l’Italia ha i medici più vecchi d’Europa con il 54% del totale che ha una età superiore a 55 anni. Un precedente report Anaao aveva evidenziato come la popolazione dei medici dipendenti del SSN con età maggiore a 50 anni fosse addirittura il 68% del totale”.
Per Solinas i dati “sono impietosi, e mostrano che il numero programmato dei nuovi specializzati non è strutturalmente in grado di rimpiazzare i pensionamenti. E’ evidente che tutti i sistemi sanitari regionali pagano oggi un evidente errore di programmazione formativa cristallizzata nel numero chiuso in Medicina”. L’emergenza non riguarda solo le strutture pubbliche, ma anche la medicina di base. “Almeno 1,5 milioni di italiani – prosegue – sono senza il proprio medico di fiducia, e questo è un problema presente anche in Sardegna, come più volte segnalato sia dai cittadini che dagli amministratori locali, che cercano nella Regione una risposta che non è nella sua competenza”. Negli ultimi due anni, infatti, la Sardegna “ha messo a bando e formato graduatorie per i medici di medicina generale su tutte le sedi vacanti, recuperando il ritardo accumulato nei cinque anni precedenti. Ma anche in questo caso, se a mancare sono i medici la Regione non ha grandi possibilità”. Con l’ultima legge approvata, prosegue il Governatore, “ho voluto prevedere una misura incentivante per i medici di base e i pediatri di libera scelta che optino per una sede disagiata, così da cercare di garantire tutti i cittadini che si trovino nelle zone interne e nei piccoli centri”. Il nodo centrale in definitiva resta comunque “la necessità di aumentare il numero dei medici formati coi quali garantire i reparti ospedalieri e la medicina territoriale. E’ urgente quindi mettere le basi perchè il sistema universitario ne possa formare e specializzare di più”. “Non è più tempo – prosegue – di giustificazioni o rinvii. Lo Stato deve mettere in campo tutte gli strumenti necessari perchè le nostre Università possano garantire percorsi formativi adeguati a soddisfare l’intero fabbisogno nazionale di professionalità, con una programmazione seria ed efficace”. Occorre “una grande mobilitazione politica, una presa di coscienza da parte del governo nazionale che non può semplicemente scaricare sui sistemi sanitari regionali questa emergenza che rischia di divenire una carenza strutturale devastante”. Nonostante “la Sardegna abbia diligentemente operato per fronteggiare il problema, destinando cospicue risorse proprie per coprire gli organici con bandi per migliaia di posti, le risposte sono state fino ad ora piuttosto deboli ed hanno confermiato un fenomeno di cronicizzazione della mancanza di laureati in medicina e specializzati. La moratoria almeno quinquennale sul numero chiuso per l’accesso alle facoltà, così come un meccanismo che riservi al sistema sanitario che li ha specializzati almeno una quota fissa di neo-specialisti da immettere nelle strutture sanitarie pubbliche, da me più volte richiesti, prosegue il Presidente Solinas, rappresentano strumenti oramai indispensabili anche se, evidentemente, non di effetto immediato. Occorrono interventi straordinari per fronteggiare l’emergenza nell’immediato, che solo lo Stato può disporre e autorizzare per garantire ai tutti i cittadini un sistema sanitario equo ed efficiente, dal quale si misura il grado di civiltà e di progresso di un Paese”.
(ITALPRESS).
Covid, nessun decesso e 96 nuovi positivi in Sardegna
CAGLIARI (ITALPRESS) – In Sardegna si registrano oggi 96 ulteriori casi confermati di positività al COVID, sulla base di 2143 persone testate. Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 10520 test. I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 6 (come ieri). I pazienti ricoverati in area medica sono 45 (7 in più di ieri). 1378 sono i casi di isolamento domiciliare (51 in più rispetto a ieri). Non si registrano decessi.
(ITALPRESS).









