ROMA (ITALPRESS) – “Io penso alla scuola italiana come una grande comunità, non solo di insegnamento e di apprendimento ma anche di azione di vita. Penso ad una grande comunità che realizzi quella alleanza fra famiglie, studenti, docenti, parti sociali, proprio finalizzata alla valorizzazione della persona. Sono 75 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione che mette al centro la persona e da qui anche l’iniziativa mia, volta a valorizzare i talenti, volta a valorizzare dunque l’individualità di ciascuno studente, a tirar fuori le abilità, le predisposizioni, le capacità di ciascun ragazzo. Ecco da qui l’idea del docente tutor, la centralità dell’orientamento per essere vicini anche alle famiglie nel momento anche della scelta del percorso formativo dei propri ragazzi. Io penso che sia fondamentale costruire la scuola italiana all’insegna di questi principi”. Lo ha detto a Radio Vaticana il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Sul tema dei neet, della dispersione scolastica, il ministro Valditara ha detto che “il tema della dispersione è fondamentale. E’ un tema nei cui confronti io voglio agire energicamente ed efficacemente. Ho creato anche un gruppo di lavoro molto qualificato per studiare delle iniziative soprattutto in quelle aree del nostro paese dove più alta è la dispersione. Noi non possiamo perdere dei ragazzi. Noi non possiamo lasciare indietro qualcuno, e quindi dobbiamo aggredire il tema della dispersione. Poi c’è il tema dei neet, anche qua abbiamo stanziato delle risorse proprio per la formazione di quei ragazzi che magari addirittura percepiscono il reddito di cittadinanza, ma non studiano, non lavorano, non si formano. Ecco noi non possiamo accettare che un ragazzo rimanga inerte perchè vuol dire che non ha fiducia nel proprio futuro. E quindi la grande sfida è proprio quella di focalizzare l’attenzione del Ministero, l’azione del governo, delle istituzioni sempre più sul recupero e sul coinvolgimento”.
Sulle risorse per gli insegnanti, il ministro sottolinea che “con l’ultimo contratto noi abbiamo realizzato il più importante aumento di risorse per il personale della scuola, sono a regime 124 euro al mese in più. Molto poche certamente ma indubbiamente è stato il più alto aumento, e a questo risultato ha contribuito il fatto che siamo riusciti a ottenere ulteriori 100 milioni dal MEF, che abbiamo destinato 350 milioni di euro destinati a progetti di valorizzazione invece a sostenere gli stipendi. E quindi è stato un primo passo. Io ritengo che ci debba essere un grande sforzo anche di fantasia per trovare sempre più risorse, risorse pubbliche, ma anche risorse private, nuove modalità di finanziamento della scuola, perchè il tema soprattutto della valorizzazione degli insegnanti è un tema centrale. Valorizzeremo, tra l’altro da subito gli insegnanti più formati che svolgeranno particolari funzioni. Penso per esempio alla funzione del tutor, cioè di quel docente che dovrà coordinare in una logica di squadra il lavoro di personalizzazione, della formazione dei ragazzi e che dovrà seguire quei ragazzi che fanno più fatica, che rischiano di rimanere indietro, oppure quei ragazzi che sono talmente bravi che in classe si annoiano. Quindi questo docente sarà pagato in più, abbiamo le risorse, sia per attività curricolari che per attività extracurricolari”.
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Scuola, Valditara “Agire energicamente contro la dispersione”
Approvato l’avviso pubblico per l’edilizia scolastica in Veneto
VENEZIA (ITALPRESS) – “Una delle priorità dell’assessorato regionale all’istruzione è quella della programmazione dell’edilizia scolastica che, da quasi due decenni, viene rigorosamente attuata per garantire a tutti gli studenti veneti di usufruire di spazi di apprendimento adeguati e sicuri. Questa volta, grazie ai fondi del PNNR, sono oltre 76 milioni di euro le risorse che mettiamo a disposizione delle scuole in tutto il territorio regionale grazie all’avviso approvato oggi”.
Così Elena Donazzan, Assessore regionale all’istruzione del Veneto, annuncia l’approvazione da parte della giunta dell’avviso pubblico per la presentazione delle istanze per la formazione del secondo Piano regionale di interventi di edilizia scolastica.
L’atto, in conformità alle istruzioni del Ministero dell’istruzione e del merito, stabilisce i criteri per la formazione di un secondo piano regionale di interventi di edilizia scolastica da finanziare con ulteriori risorse pari a 76.085.987,20 euro destinate alla linea di finanziamento Missione 4 “Istruzione e ricerca” – Componente 1 “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università” – Investimento 3.3 “Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
“I fondi per le scuole derivanti dal PNRR in Veneto fino ad oggi sono stati ben utilizzati, integrando quanto previsto dalla programmazione ordinaria – sottolinea Donazzan – Siamo riusciti a farlo anche grazie all’aver e costruito bandi con graduatorie, metodo che ha garantito di usare al meglio le risorse a disposizione”.
“Ribadisco un concetto per me fondamentale – conclude l’Assessore regionale all’istruzione -. Non si può disgiungere il contenitore dal contenuto: una scuola bella e adeguata è luogo adatto dove adottare metodi didattici al passo coi tempi. Per noi le priorità sono due: da un lato le strutture, dall’altro l’innovazione didattica. Ma la seconda è realizzabile grazie alla prima. Per questo continueremo ad investire nella riqualificazione dell’edilizia scolastica”.
Con la delibera è stata, quindi, approvata la pubblicazione di un avviso pubblico rivolto agli enti locali (Città Metropolitana, Province, Comuni e loro Unioni) per la formazione di un nuovo piano di interventi di edilizia scolastica. L’iniziativa consegue alla disponibilità di oltre 76 milioni di euro assegnati al Veneto con il recente decreto ministeriale 7 dicembre 2022, n. 320.
L’avviso promuove la candidatura di interventi conformi alle recenti indicazioni dell’Unità di Missione PNRR insediata presso il Ministero dell’istruzione e del merito e sviluppa temi e orientamenti propri del Piano di Ripresa e Resilienza. L’obiettivo è infatti di rafforzare, su base nazionale, la capacità di raggiungere il “target” di 2.400.000 m2 di superficie adibita all’uso scolastico resa idonea alle necessità funzionali e ambientali concordate con l’Unione Europea relativamente alla Missione 4 – Componente 1 – Investimento 3.3. del PNRR.
L’articolazione dell’avviso è complessa ma tuttavia è stato compiuto un notevole sforzo per rendere l’iniziativa chiara sotto ogni aspetto, tecnico e amministrativo, e per rendere più spedita la partecipazione degli enti. Gli uffici preposti della Regione sono a disposizione degli enti che intendono presentare domanda.
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Toscana, la giunta vuole cancellare l’obbligo di certificato medico per la riammissione a scuola
FIRENZE (ITALPRESS) – Se la proposta di legge della giunta regionale sarà approvata dal Consiglio regionale toscano, per tornare a scuola non servirà più il certificato medico: neppure dopo cinque giorni di malattia, com’è adesso. La proposta, presentata dall’assessore alla sanità Simone Bezzini, è stata licenziata oggi dalla giunta ed il Consiglio regionale potrebbe già discuterla nelle prossime settimane.
“Lo scopo è ridurre la burocrazia – spiegano il presidente Giani e Bezzini – ma senza passi indietro sul fronte della tutela della salute all’interno della scuola e senza intaccare il sistema di sorveglianza della malattie infettive e contagiose”. “Infatti – ricorda l’assessore – i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta continueranno ad essere obbligati a segnalare le malattie diffusive e pericolose e i dipartimenti di prevenzione delle Asl continueranno ad attuare tutti gli interventi di profilassi necessari a fronteggiare i rischi per la salute pubblica, che sono del tutto autonomi dall’obbligo di presentazione del certificato per essere riammesso a scuola.”
Una semplificazione sollecitata dagli stessi medici, che chiariscono come la maggior parte delle malattie infettive si trasmettono già dal periodo di incubazione e, più raramente, durante la convalescenza. Ed è proprio infatti sulla base di questi studi e pareri della comunità scientifica che la giunta ha deciso di proporre l’abolizione del certificato. Rimane l’obbligo di denuncia dei casi da parte dei medici di famiglia e la possibilità da parte dei dipartimenti di prevenzione di adottare interventi di profilassi.
Il certificato medico per la riammissione a scuola è già stato cancellato in undici regioni e province autonome: Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio e Veneto. La materia rientra nella competenza legislativa concorrente delle Regioni.
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Anief “Tante urgenze da affrontare prima del dl scuola sul Pnrr”
ROMA (ITALPRESS) – “Ci sono tante urgenze e tanti problemi da affrontare subito e prima ancora di un prossimo decreto scuola sul PNRR. Sul Milleproroghe noi riteniamo che sia fondamentale prorogare le deroghe ai vincoli sulla mobilità. E’ un tema molto sentito, ogni anno vengono presentate più di 60mila domande ma purtroppo meno della metà è accolta perchè ci sono dei vincoli che non permettono – nonostante i posti siano vacanti e disponibili – di poter fare assegnazioni provvisorie, utilizzazioni e trasferimenti”. Lo dice all’Italpress il Presidente di Anief Marcello Pacifico che aggiunge:
“Un altro tema che bisogna affrontare subito perchè quest’anno scolastico è iniziato con 218mila precari, di cui più di 400mila con tre anni di servizio, è la gestione delle attuali graduatorie”.
“Noi riteniamo – prosegue Pacifico – che le graduatorie dell’ultimo concorso ordinario debbano essere messe ad esaurimento o comunque prorogate almeno fino alla pubblicazione delle graduatorie del nuovo concorso. Concorso non ancora disciplinato. Poi abbiamo la graduatoria del concorso straordinario bis che in realtà è stato limitato solo a 12mila posti, quando invece potrebbe benissimo essere utilizzato per assumere quei precari che hanno partecipato a tutte le procedure anche in scorrimento ai posti che vanno vacanti dalle altre procedure concorsuali – aggiunge Pacifico – Sono per noi questi degli emendamenti fondamentali. Sull’organico aggiuntivo noi siamo convinti che questa sia una norma più che giusta e che debba essere reiterata anche in questo nuovo anno scolastico ancor di più con il PNRR. Le scuole sono in sofferenza, ci auguriamo che venga già approvato con un parere favorevole dalla commissione Istruzione e Cultura in Senato, altrimenti se ne dovrà riparlare nei primi febbraio con un decreto legge che ripristini questo organico aggiuntivo almeno per tutta la durata del PNRR”.
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Valditara firma le linee guida per l’orientamento scolastico
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il decreto che approva le Linee guida per l’orientamento, riforma prevista dal Pnrr. Gli obiettivi sono: rafforzare il raccordo tra primo e secondo ciclo di istruzione e formazione, per consentire una scelta consapevole e ponderata a studentesse e studenti che valorizzi i loro talenti e le loro potenzialità; contrastare la dispersione scolastica; favorire l’accesso all’istruzione terziaria. Il nuovo orientamento deve garantire un processo di apprendimento e formazione permanente, destinato ad accompagnare un intero progetto di vita. La riforma è stata approvata entro il termine previsto dal Pnrr, fissato al 31 dicembre 2022, dopo aver consultato le Organizzazioni sindacali e avendo recepito la quasi totalità delle osservazioni formulate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI). Questi i punti principali delle Linee guida. I moduli curriculari di orientamento nella Scuola secondaria Dall’a.s. 2023/2024 vengono introdotte per le Scuole secondarie di I grado e per il primo biennio delle Secondarie di II grado, per ogni anno scolastico 30 ore di orientamento, anche extra curriculari; per l’ultimo triennio delle Secondarie di II grado, 30 ore curriculari per ogni anno scolastico. In questo modo viene ulteriormente ampliata la riforma prevista dal PNRR, che stabiliva, invece, 30 ore curriculari solo per le classi quarte e quinte delle Secondarie di II grado. Le 30 ore possono essere gestite in modo flessibile nel rispetto dell’autonomia scolastica e non devono essere necessariamente ripartite in ore settimanali prestabilite. E-Portfolio Ogni modulo di orientamento di almeno 30 ore prevede apprendimenti personalizzati che vengono registrati in un portfolio digitale – E-Portfolio – che integra il percorso scolastico in un quadro unitario, accompagna ragazzi e famiglie nella riflessione e nell’individuazione dei maggiori punti di forza dello studente all’interno del cammino formativo, ne evidenzia le competenze digitali e le conoscenze e le esperienze acquisite. Docente tutor Ogni istituzione scolastica e formativa individua i docenti di classe delle Scuole secondarie di I e II grado, chiamati a svolgere la funzione “tutor” di gruppi di studenti, in un dialogo costante con lo studente, la sua famiglia e i colleghi, svolgendo due attività: aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni E-Portfolio personale; costituirsi “consigliere” delle famiglie, nei momenti di scelta dei percorsi formativi e/o delle prospettive professionali. La formazione dei docenti Nei prossimi anni scolastici l’orientamento sarà una priorità strategica della formazione dei docenti di tutti i gradi d’istruzione, nell’anno di prova e in servizio. Per i docenti tutor delle Secondarie di I e II grado sono previste iniziative formative specifiche, anche coordinate da Nuclei di supporto istituiti presso ciascun Ufficio Scolastico Regionale. Campus formativi In via sperimentale, saranno attivati “campus formativi”, attraverso reti di coordinamento tra istituzioni scolastiche e formative, che offrano una panoramica completa di tutti i percorsi secondari, per ottimizzare l’accompagnamento personalizzato e i passaggi orizzontali fra percorsi diversi. Piattaforma digitale unica per l’orientamento Studenti e famiglie avranno a disposizione una piattaforma digitale contenente: informazioni e dati per una scelta consapevole nel passaggio dal primo al secondo ciclo d’istruzione, sulla base delle competenze chiave e degli interessi prevalenti dello studente; documentazione territoriale e nazionale sull’offerta formativa terziaria (corsi di laurea, ITS Academy, Istituzioni AFAM, ecc.); dati utili per la transizione scuola-lavoro, in relazione alle esigenze dei diversi territori; funzioni per l’utilizzo di E-Portfolio. Job placement anche per la scuola In tale contesto viene prevista anche una figura nell’ambito del quadro organizzativo di ogni istituzione scolastica che, sulla base dei dati sulle prospettive occupazionali trasmesse dal MIM, dialoghi con famiglie e studenti nell’ottica di agevolare la prosecuzione del percorso di studi o l’ingresso nel mondo del lavoro, al fine di favorire l’incontro tra le competenze degli studenti e la domanda di lavoro. Le risorse Le scuole possono utilizzare le risorse offerte da piani e programmi nazionali ed europei a titolarità del MIM e da iniziative locali e nazionali promosse da regioni, atenei, enti locali, centri per l’impiego, associazioni datoriali, enti e organizzazioni territoriali. Inoltre, il Pnrr consente l’attivazione di molti percorsi e interventi per promuovere l’orientamento nell’ambito di diverse linee di investimento di titolarità del Ministero quali: Nuove competenze e nuovi linguaggi, Interventi per la riduzione dei divari e della dispersione scolastica, Didattica digitale integrata, Sviluppo del sistema di formazione terziaria degli ITS Academy. Monitoraggio Viene previsto apposito monitoraggio sull’attuazione delle Linee guida nonché la valutazione del loro impatto. In esito a tali processi si potrà procedere al loro aggiornamento per rafforzarne l’efficacia.
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Stop ai cellulari in classe, il ministero invia la circolare alle scuole
ROMA (ITALPRESS) – E’ stata diffusa alle scuole la circolare, firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi.
E’ confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, “trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007”, spiega il ministero.
“L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare – afferma il ministro Giuseppe Valditara -. Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Una recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi. La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini. Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi”.
L’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.
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Abruzzo, nasce la consulta regionale scolastica su bullismo e cyberbullismo
PESCARA (ITALPRESS) – Nasce la Consulta regionale sul bullismo e cyber bullismo. Lo rende noto l’assessore regionale all’Istruzione dell’Abruzzo, Pietro Quaresimale, che ha sottoposto alla Giunta regionale la proposta di costituire una Consulta regionale che affrontasse tutte le questioni legate al bullismo e cyber bullismo. La Giunta regionale ha dato il via libera e ora “ci apprestiamo a nominare i membri della Consulta e ad avviare una serie di attività di sensibilizzazione”. “La decisione di realizzare una Consulta regionale tutta dedicata al problema del bullismo – sottolinea Quaresimale – è un chiaro segnale di attenzione verso il mondo dei giovani e della complessa realtà che li circonda. L’obiettivo della Consulta è capire la consistenza del fenomeno nelle scuole abruzzesi, predisporre strumenti di prevenzioni e avviare campagne pubbliche di sensibilizzazione. Ma la Consulta- aggiunge Quaresimale – dovrà anche essere luogo di confronto e di raccolta di proposte in modo da migliorare la risposta delle istituzioni pubbliche ad un problema che investe i giovani e le loro famiglie”.
La Consulta sul bullismo e cyber bullismo è composta da 13 membri. Il coordinamento spetta all’assessore regionale all’Istruzione, i componenti sono: il Garante regionale per l’infanzia, il presidente del Corecom Abruzzo, quattro rappresentanti nominati dalle Asl, due rappresentanti del Terzo settore, un rappresentante nominato dal Coni e tre dirigenti della Regione Abruzzo. La Consulta è aperta al contributo di altre istituzioni o associazioni che potranno essere invitate in relazione all’ordine del giorno. Essa è destinata a lavorare in stretto contatto con l’Osservatorio regionale sul bullismo istituito presso l’Ufficio scolastico abruzzese.
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Scuola, Pacifico (Anief) “Chiediamo tutela stipendi dipendenti pubblici”
ROMA (ITALPRESS) – “Purtroppo a causa della guerra in Ucraina e del Covid, l’inflazione tra il 2022 e il 2023 è schizzata di 11 punti. Noi chiediamo che ci sia una tutela degli stipendi di tutti i dipendenti pubblici e in particolar modo del personale della scuola”. Questa la principale richiesta rivolta al Governo da Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, intervistato dall’agenzia Italpress in merito alla firma del contratto del comparto istruzione-ricerca.
Proprio su questo atto, Pacifico si è detto soddisfatto delle risorse in arrivo al netto dell’inflazione registrata nel triennio 2019-2021: “con questo contratto sono previsti aumenti del 4,2%, cioè più di 2.400 euro di arretrati e 120 euro di aumenti. Questo però riguarda il triennio passato: abbiamo recuperato delle somme rispetto a quando si era bloccato il contratto, ma sono somme che in questo momento di inflazione alta non bastano”.
Tornando alla tutela retributiva richiesta per il rinnovo contrattuale 2022-2024, Pacifico ha precisato che si tratta di “una tutela che esiste già per legge: si chiama indennità di vacanza contrattuale”. “Purtroppo nella legge di bilancio non è stato stanziato un euro su questo – ha aggiunto – Noi quindi chiediamo che vengano stanziati 5 miliardi, per dare almeno 5 punti: stiamo parlando di 150 euro a fronte dei 30 euro dati una tantum dal Governo”.
Sul fronte della parte normativa che inizierà a gennaio, la preoccupazione principale del sindacato riguarda l’ordinamento professionale del personale ATA. “Il personale amministrativo è essenziale nelle scuole e abbiamo bisogno tra l’altro di organici aggiuntivi, ma in particolare ci preme valorizzare la figura del direttore dei servizi generali e amministrativi. Serve anche andare a valorizzare tutto il personale ATA, dando anche quelle qualifiche di funzionari che non sono mai state date, un giusto profilo e un giusto ruolo”, ha affermato Pacifico.
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