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Scuola, al via il concorso “L’Europa è nelle tue mani!”

ROMA (ITALPRESS) – Il Ministero dell’Istruzione – Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento Scolastico – e il Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri indicono il Concorso Nazionale “L’Europa è nelle tue mani!”, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del territorio nazionale.
Il concorso è promosso nel quadro delle iniziative della Conferenza sul futuro per l’Europa che ha aperto un nuovo spazio di discussione con i cittadini per affrontare le sfide e le priorità dell’UE, e i giovani europei hanno un ruolo centrale nel plasmare il futuro del progetto dell’Unione.
Gli studenti dovranno realizzare un elaborato per rappresentare la loro visione dell’UE nell’ottica di chi è ‘nato europeò e desidera illustrare ai suoi coetanei le proprie idee in modo creativo. L’elaborato dovrà ispirarsi a uno dei nove temi della Conferenza (Cambiamento climatico e ambiente; Salute; Un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione; L’UE nel mondo; Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza; Trasformazione digitale; Democrazia europea; Migrazione; Istruzione, cultura, gioventù e sport) e potrà essere presentato in power point, video o contenuto per i social media.
Gli elaborati dovranno essere inviati entro il 15 febbraio 2022 secondo le modalità indicate nel bando del concorso, dove sono anche segnalati i materiali di approfondimento da consultare.
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Una rete di scuole e imprese per transizione digitale ed ecologica

ROMA (ITALPRESS) – Una rete di 110 imprese italiane del Consorzio ELIS, ha deciso di avviare una collaborazione con una rete di scuole per promuovere la centralità dei temi legati alla transizione digitale ed ecologica negli istituti superiori.
E’ questo l’obiettivo del nuovo progetto sviluppato negli ultimi sei mesi durante la presidenza Snam del Consorzio ELIS, impegnato nell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e nella riqualificazione delle competenze di persone senza occupazione.
Il progetto partirà da un primo nucleo di scuole già identificate per poi estendersi a tutte quelle che vorranno aderire alla rete scuole/imprese. Il progetto si propone di trasmettere le conoscenze tecnico-scientifiche da cui dipenderà sempre più il futuro lavorativo dei giovani, promuovendo allo stesso tempo cultura umanistica e competenze non cognitive, come maturità emozionale, capacità relazionale, comunicazione verbale e non verbale. L’iniziativa, che partirà in via sperimentale da un gruppo di istituti nell’ambito dell’autonomia scolastica, mira a favorire la convergenza verso nuovi modelli e contenuti formativi, anche attraverso nuovi tirocini e laboratori ed esperienze all’estero, e lo scambio di esperienze e best practices tra scuole di diverse aree del Paese, utilizzando le nuove piattaforme digitali. Le aziende si metteranno anche a disposizione per progetti di sviluppo delle infrastrutture scolastiche in termini di efficienza energetica e digitalizzazione. “Il nostro progetto – spiega l’Ad di Snam Marco Alverà – nasce dalla volontà di un gruppo di imprese di collaborare con le istituzioni e con la scuola per aiutare le nuove generazioni a cogliere le nuove opportunità derivanti dalla rivoluzione digitale, ecologica e neuroscientifica. L’80% dei mestieri del futuro richiederà competenze in questi settori. Dopo sei mesi di confronto con presidi, docenti, studenti e famiglie, vogliamo contribuire, insieme alle istituzioni scolastiche, a disegnare un percorso educativo che combini standard internazionali, nuove metodologie didattiche, coniugando competenze e conoscenze scientifiche e umanistiche. La scuola – agiunge – oggi ha un ruolo sempre più centrale per il futuro dell’Italia, come dimostrano le significative risorse messe a disposizione dal Pnrr. Il nostro obiettivo è supportare questo percorso con un progetto concreto nell’interesse dei nostri giovani e dello sviluppo sostenibile di lungo periodo del nostro Paese”. Per Pietro Cum, Ad di ELIS, “elemento essenziale del progetto è la volontà di fare rete. Vogliamo ‘allargarè le mura di aule e istituti scolastici, mettendo i giovani a contatto con esperti e imprese che accendano in loro entusiasmo e progettualità e li aiutino a comprendere il valore di ciò che apprendono”.
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“Ora di Futuro”, la nuova scuola al centro della vita degli studenti

ROMA (ITALPRESS) – La scuola al centro della vita: una comunità nella quale sentirsi protetti e fare esperienze di relazioni, di emozioni, di apprendimento e di internazionalità. La immaginano così i bambini della Generazione Alpha ascoltati dall’Osservatorio 2021 attraverso gli 8.500 elaborati realizzati dagli alunni di oltre 5.000 classi di III, IV e V elementare di tutta Italia. Una scuola in cui si apprende facendo e ricca di tecnologie innovative; una scuola immersa nella natura ed ecosostenibile, dove imparare i ritmi della terra e mangiare in modo sano; una scuola ricca di spazi per lo sport e lo svago che possa offrire un ambiente aperto al mondo e protetto; una scuola capace di fare conoscere ai bambini il mondo circostante attraverso viaggi reali ma anche virtuali.
Sono queste le principali evidenze emerse dalla terza edizione dell’Osservatorio ‘Ora di Futurò – il progetto di educazione che si rivolge a bambini attraverso scuola e famiglia promosso da Generali Italia e The Human Safety Net – che ha analizzato i 2.000 elaborati finali su ‘La classe del futurò realizzati dagli studenti della III, IV e V elementare, valutati da un team di pedagogisti e psicologi su 25 indicatori quali-quantitativi. E’ stato misurato, inoltre, l’impatto sociale delle attività svolte nella scuola con Tiresia/Politecnico di Milano secondo la ‘Teoria del cambiamentò ed è stato misurato l’impatto sociale delle attività svolte nei centri Ora di Futuro insieme a The Human Safety Net con il ‘Sistema di monitoraggio, valutazione e apprendimento MEL’.
Empatia, vicinanza e socialità è la richiesta delle famiglie fragili con bambini da 0 a 6 anni. Dall’Osservatorio Ora di Futuro è emerso un bisogno primario di ascolto, vicinanza e socialità. L’isolamento provocato dal lock-down ha infatti creato situazioni di stress, ansia e disagio psicologico nei genitori e nei bambini più vulnerabili. E’ emersa inoltre la richiesta di affrontare problemi pratici (come la scarsa connessione ad internet, l’assenza di device) che hanno reso difficile il contatto comunicativo continuo.
Dall’analisi degli elaborati condotta da un team di pedagogisti guidati da Roberto Benes, coordinatore nazionale di ‘Ora di Futurò, emerge che i bambini della ‘Generazione Alphà sono ottimisti, anche se quest’anno, dopo due anni di grandi cambiamenti sociali dettati dall’emergenza Covid-19, si è osservata una riduzione del loro impegno diretto per il futuro: il 65,9% presenta infatti un approccio ottimista ma con un atteggiamento più passivo rispetto allo scorso anno. Permane una forte attenzione all’ambiente, con elaborati che si focalizzano sull’uso di energia da fonti rinnovabili, riciclo ed edifici sostenibili – il 70% degli elaborati affronta, infatti, tematiche ambientali – fino a immaginare il lavoro del futuro a tutela della natura. Sono numerosissimi gli elaborati nei quali i bambini immaginano di interagire in modo positivo con gli animali, ricercandone la compagnia.
Come emerge dall’Osservatorio, inoltre, i bambini immaginano un mondo con tecnologie avveniristiche e robot: il 58% degli elaborati ha rappresentato aule tecnologiche. La Generazione Alpha, infine, è internazionale e vuole conoscere il mondo. E’ emersa infatti l’esigenza di viaggi di istruzione, anche virtuali, e di apprendere altre lingue.
Un bambino su tre esprime un particolare bisogno di protezione e manifesta il bisogno di una comunità di cui sentirtsi parte e da cui sentirsi supportato e protetto. La scuola è vista come la comunità dove, attraverso l’interazione continua tra di loro e con i docenti, si costruiscono i propri saperi e la propria personalità. Emerge anche come i bambini chiedano più ascolto agli adulti perchè, a causa dell’esperienza Covid-19, hanno avuto la percezione di aver subito le scelte effettuate dal mondo degli adulti senza che la loro opinione sia mai stata presa in considerazione.
L’osservatorio Ora di Futuro è stato illustrato al Senato alla presenza della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, alla quale la delegazione di 250 bambini, presenti e in collegamento, ha presentato 10 mozioni per la scuola del futuro:
1. Una scuola aperta alle famiglie tutti i pomeriggi affinchè diventi luogo d’incontro e di formazione, anche per loro – Classe IV F, Istituto Comprensivo di Monserrato
2. Una serra fotovoltaica; un laboratorio di cucina che utilizzi le risorse ottenute per la produzione di verdure per la mensa scolastica – Classe V, Scuola paritaria Sacro Cuore di Gesù di Trieste
3. Banchi con pedali per produrre energia pulita e alimentare i tablet in dotazione e la Lim di classe – Classe V B primaria, Comprensivo Moro/Falcone di Adelfia
4. Un orto solidale per finanziare le attività della scuola con la vendita dei prodotti e donare parte del raccolto a famiglie bisognose – Classe IV, scuola Ss. Sacramento di Frascati
5. Dotare ogni scuola di una propria cucina per poter preparare il pranzo giornaliero con prodotti biologici freschi a Km0 – Classe V, Scuola di Prato Sesia
6. Aree verdi e laboratori in ogni scuola, per favorire gli scambi culturali con alunni di altri paesi – Classe IV, Scuola Tommaso Paccini di Albenga
7. Nuove tecnologie per imparare insieme lingue e linguaggi come il Braille e il linguaggio dei segni in scuole sicure – Classe IV B, Scuola E. Zerboglio di Pisa
8. Dotare le scuole di aree verdi per Imparare i ritmi della natura e a rispettare gli animali – Classe IV, Scuola di Moiano
9. Dotare la scuola di Orti didattici sui tetti e pannelli solari – Classe V B, Scuola Ippolito Nievo
10. Spazi destinati a ‘laboratori di riciclò dove raccogliere carta e plastica da riutilizzare per creare nuovi oggetti di uso scolastico – Classe IV A, I.C. S. G. Bosco di Napoli.
L’Osservatorio Ora di Futuro ha evidenziato i nuovi bisogni delle famiglie fragili con bambini di età 0-6 anni. E’ emerso il bisogno primario di ascolto, vicinanza e socialità, anche trascorrendo del tempo insieme alle altre famiglie e condividendo le esperienze. Sono inoltre emerse situazioni di stress, ansia e disagio piscologico dovuti all’isolamento provocato dal lock-down a cui si sono aggiunti problemi pratici, come il collegamento WiFi e l’assenza di device a garanzia di un contatto comunicativo continuo.
La sfida principale dei Centri Ora di Futuro è stata salvaguardare la relazione genitore-bambino, tra l’isolamento sociale imposto dalla pandemia e la vicinanza obbligata genitori e figli: a questo proposito sono state sviluppate strategie di adattamento e processi di resilienza attraverso: 10.000 sessioni di counseling; 2.000 workshop a supporto della genitorialità; 700 visite domiciliari; 1.800 attività di svago; 500 incontri di gruppo; 200 controlli sanitari.
‘I bambini, colpiti più di altri in quest’ultimo anno dagli effetti dell’emergenza sanitaria, sono stati privati di luoghi, di relazioni e di opportunità per la loro crescita e lo sviluppo della loro personalità – ha detto Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato -. Chiusi dentro le mura di casa, privati degli amici, dei compagni, dello sport, costretti a rimanere per ore davanti allo schermo di un computer, hanno certamente vissuto questi mesi con fatica e sofferenza, esprimendo nei confronti degli adulti un urgente bisogno di cura e protezione. Ma nonostante queste difficoltà e questi grandi cambiamenti individuali e sociali, è stata straordinaria la loro capacità di affrontarli. Chiedere ai bambini di immaginare la scuola e la classe del futuro è stata una formidabile intuizione. Ci ha restituito, infatti, un patrimonio prezioso di idee, suggestioni e proposte. Perchè i bambini non sono mai banali e sono in grado di esprimere, anche con un disegno o una vignetta, idee originali e innovative. Sono loro, infatti, che sanno immaginare la scuola di domanì.
‘Ora di Futuro rappresenta il nostro impegno verso le nuove generazioni, perchè sono loro il nostro futuro. Il futuro di tutti. Nasce tre anni fa, facendo dialogare i temi della sostenibilità con la didattica più innovativa. Cresce con il coinvolgimento attivo di ragazze e ragazzi, insegnanti, famiglie, associazioni e istituzioni e crea comunità – sottolinea Marco Sesana, Country Manager & CEO di Generali Italia e Global Business Lines -. I bambini ci chiedono una scuola al centro della loro vita per apprendere, crescere e liberare le loro emozioni. Nei centri di Ora di Futuro incontriamo storie di quotidiana straordinarietà, grazie al gran lavoro fatto insieme alle ONLUS per sviluppare un patto educativo con le famiglie. Ora di Futuro è un seme che sta crescendo, e mai come oggi dobbiamo innaffiarlo, con impegno e ottimismo. L’ottimismo che è la caratteristica principale dei nostri bambinì.
‘La mia scuola del futuro deve rispettare l’ambiente, quindi sul tetto ci sono dei pannelli solari. L’altra metà del tetto è trasparente per vedere quello che succede sopra di noi, per esempio osservare le nuvole e la pioggia che cade. La mia scuola del futuro deve avere un’aula delle emozioni – spiegano gli alunni della classe 3ª della scuola I.C. Don Milani R.Donatelli di Terni -. Qui i bambini possono parlare delle loro paure e delle proprie emozioni, con i compagni, e prendersi cura l’uno dell’altro. L’aula dove si fa lezione è un’aula 3D dove la LIM proietta su tutte le pareti le sue immagini. Ogni banco ha il suo computer che interagisce con la LIM. All’esterno c’è un grande giardino con una fattoria didattica con maiali, mucche, pulcini, galline e gatti. Qui i bambini possono imparare a prendersi cura degli animali e di tutti gli esseri viventi!’.
Il progetto Ora di Futuro ha coinvolto nei tre anni 180.000 bambini, 11.000 classi e 16.500 famiglie. Nel 2021 Ora di Futuro si è arricchito di nuovi contenuti e nuove partnership: ha sviluppato un nuovo modulo sul tema della relazione e dell’inclusione; ha progettato una piattaforma ancora più accessibile per includere i bambini con DSA; ha creato una Community di 550 insegnanti dando crediti formativi a 300 di loro con WeSchool; ha elaborato nuovi podcast sul tema dell’inclusione digitale con Informatici Senza Frontiere; ha donato 500 tablet per le 100 classi più attive.
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Istruzione, cresce il divario tra Italia e Ue

ROMA (ITALPRESS) – In Italia solo il 20,1% della popolazione (di 25-64 anni) possiede una laurea contro il 32,8% nell’Ue. E’ quanto emerge dal Report dell’Istat. La quota di chi possiede un diploma è pari a 62,9% (+0,7 punti rispetto al 2019), un valore decisamente inferiore a quello medio europeo (79,0% nell’Ue27) e a quello di alcuni tra i più grandi paesi dell’Unione. Il livello di istruzione delle donne rimane sensibilmente più elevato di quello maschile: le donne con almeno il diploma sono il 65,1% e gli uomini il 60,5%, una differenza ben più alta di quella osservata nella media Ue27, pari a circa un punto percentuale. Le donne laureate sono il 23% e gli uomini il 17,2%; il vantaggio femminile, ancora una volta più marcato rispetto alla media Ue, non si traduce però in analogo vantaggio in ambito lavorativo.
La popolazione residente nel Mezzogiorno è meno istruita rispetto a quella nel Centro-nord: il 38,5% degli adulti ha il diploma di scuola secondaria superiore e solo il 16,2% ha raggiunto un titolo terziario.
Nel Nord e nel Centro circa il 45% è diplomato e più di uno su cinque è laureato (21,3% e 24,2% rispettivamente nel Nord e nel Centro). Il divario territoriale nei livelli di istruzione è indipendente dal genere, sebbene più marcato per la componente femminile. Anche nel 2020 si conferma il calo del livello di istruzione degli stranieri che si contrappone alla progressiva crescita di quello dei cittadini italiani. Se nel 2008 la quota di popolazione con almeno un titolo secondario superiore era uguale per italiani e stranieri (di poco superiore al 53%), nel 2020 quella degli italiani è di 18 punti più elevata (64,8% contro 46,7%); la differenza è di 10 punti (era di soli 2 punti nel 2008) tra i laureati (21,2% contro 11,5%).
La Strategia Europa2020 aveva tra i suoi target l’innalzamento della quota di 30-34enni in possesso di un titolo di studio terziario, considerato un obiettivo fondamentale per una “società della conoscenza”.
In Italia, il valore di questo indicatore ha registrato negli anni una progressiva crescita, ma, nel 2020, per il secondo anno consecutivo risulta pressochè stabile al 27,8% (+0,2 punti rispetto al 2019). Il gap da colmare con la media europea (41,0%) e con gli altri grandi paesi dell’Unione (Francia, Spagna e Germania registrano quote pari al 48,8%, 44,8% e 36,3%, in crescita anche nell’ultimo biennio) è davvero molto ampio e negli anni non si è ridotto. Nel 2020, il 24,9% dei laureati (25-34enni) ha una laurea nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche; le cosiddette lauree STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Il divario di genere è molto importante, se si considera che la quota sale al 36,8% tra gli uomini (oltre un laureato su tre) e scende al 17,0% tra le donne (una laureata su sei). In Italia, nel 2020 la quota di giovani che hanno abbandonato gli studi precocemente è pari al 13,1%, per un totale di circa 543 mila giovani, in leggero calo rispetto all’anno precedente.
Nonostante l’Italia abbia registrato notevoli progressi sul fronte degli abbandoni scolastici, la quota resta tra le più alte dell’Ue. L’abbandono scolastico caratterizza i ragazzi (15,6%) più delle ragazze (10,4%) e per queste ultime si registra una diminuzione anche nell’ultimo anno (-1,1 punti). I divari territoriali sono molto ampi e persistenti. Nel 2020, l’abbandono degli studi prima del completamento del sistema secondario superiore o della formazione professionale riguarda il 16,3% dei giovani nel Mezzogiorno, l’11,0% al Nord e l’11,5% nel Centro.
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Recovery, 6 riforme e 17 miliardi per la scuola

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta a Palazzo Chigi la prima riunione della Cabina di regia sul Pnrr presieduta dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha illustrato le linee di intervento di competenza del proprio ministero. Sono 6 le riforme, tutte da adottare entro il 2022, di estrema importanza per il settore della formazione dei giovani. La principale sarà la Riforma degli istituti tecnico professionali, destinata a colmare un divario del nostro Paese rispetto ai partner europei, strettamente collegata al rafforzamento della capacità di innovazione promosso dal Piano nazionale Industria 4.0.
Altre riforme fondamentali sono quelle dell’Orientamento, per accompagnare gli studenti nella scelta di un percorso di formazione adeguato all’inserimento nel mondo del lavoro, come anche quelle del Reclutamento degli insegnanti e della Riorganizzazione del sistema scolastico. Con riferimento agli investimenti, il ministero sta procedendo all’assegnazione di risorse per oltre 17 miliardi, ripartiti nelle due grandi aree delle infrastrutture (fisiche e digitali) e del potenziamento delle competenze. Entro la fine di quest’anno prevede di pubblicare bandi destinati principalmente ai Comuni in numerose aree di intervento. In particolare, 3 miliardi sono destinati a nuovi asili nido, aggiuntivi rispetto ai 700 milioni per progetti in essere e 900 milioni in conto corrente per sostenere gli enti nella gestione; 800 milioni per la costruzione di scuole nuove, altamente sostenibili e adeguate a una didattica innovativa per gli studenti dei prossimi decenni.
Oltre 430.000 mq di nuove palestre per valorizzare le competenze legate all’attività motoria e sportiva, nonchè aumentare l’offerta formativa oltre l’orario curricolare. E ancora, 400 milioni per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alle mense, potente strumento per favorire l’attivazione del tempo pieno e la limitazione della dispersione scolastica in vista della prossima definizione e pubblicazione si avvierà un confronto con i territori e i soggetti interessati. Con una scadenza meno ravvicinata, ma comunque in stadio avanzato di elaborazione, vi sono i bandi per i progetti per l’innovazione digitale (avviso entro marzo 2022), il piano di estensione del tempo pieno e il piano per la riduzione dei divari territoriali nella dispersione scolastica.
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Scuola, Bianchi “Stanziati fondi per sostituire i banchi non a norma”

ROMA (ITALPRESS) – “A giugno è stato effettuato dal Ministero, d’intesa con la struttura commissariale, un monitoraggio che ha fatto emergere la mancata conformità alle normative in materia di sicurezza antincendio degli arredi forniti da una ditta. Il commissario straordinario Figliuolo ha posto in essere tempestive azioni per ritirare i banchi risultati non idonei e il ministero dell’Istruzione sta provvedendo all’affidamento della rimozione degli arredi non conformi. Il Ministero dell’Istruzione ha provveduto ad assegnare le risorse stanziate alle istituzioni che si trovino nella necessità di completare la dotazione degli arredi scolastici”. Così il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, rispondendo a una interrogazione, durante il Question Time, sulla vicenda del recente ritiro dei banchi a rotelle acquistati dalla precedente struttura commissariale per l’emergenza Covid-19.
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Con una mostra digitale “I giovani ricordano la Shoah”

ROMA (ITALPRESS) – Una mostra digitale per rafforzare la coscienza civile delle nuove generazioni attraverso lo studio approfondito degli eventi e dei temi legati al Novecento e, nello specifico, all’Olocausto. A presentarla, stamattina in videocollegamento con alcune scuole, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) Noemi Di Segni.
“Si tratta di un progetto straordinario, che mette al centro i giovani, il loro protagonismo, la loro capacità di incidere nella società attraverso la conoscenza. Studentesse e studenti in questi anni si sono confrontati con superstiti, familiari delle vittime, esperti, approfondendo pagine tragiche della nostra Storia. Sono andati a fondo per far sì che la memoria di quei terribili eventi fungesse da antidoto alla violenza e alla discriminazione ancora oggi, nel nostro presente. Non dobbiamo smettere mai di ricordare e promuovere occasioni di consapevolezza: questa mostra racconta il percorso fatto in tutti questi anni dalle nostre scuole, in collaborazione con l’UCEI, per contribuire al pieno sviluppo di ogni bambino e ragazzo per costruire comunità più inclusive e giuste. La memoria non è un pezzo di carta o un atto dimostrativo. E’ un elemento di costruzione della libertà, che si basa sul principio di uguaglianza”, ha detto il ministro Bianchi.
La mostra “I giovani ricordano la Shoah” raccoglie online – al sito https://www.scuolaememoria.it/site/it/home-page/ – alcuni dei lavori elaborati dalle studentesse e dagli studenti che, dal 2002 a oggi, hanno partecipato al concorso annuale bandito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’UCEI, per trasmettere la consapevolezza dei tragici eventi del secolo scorso ed educare al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione.
“Oggi la sfida della memoria e della conoscenza della Shoah – in tutte le sue dimensioni e interdisciplinarità – è quella di collegare passato e presente. Non come generico monito morale ma come vissuto quotidiano in cui siamo immersi. E occorre coraggio per dare giusto nome e identificazione ai fenomeni che viviamo: odio razziale, antisemitismo, fascismo e neofascismo. Ieri la Commissione europea ha pubblicato un documento di strategia per contrastare l’antisemitismo. La lotta ai fenomeni di odio antisemita nelle diverse espressioni anche moderne e contorte, come l’odio per lo Stato d’Israele, il sostegno alla vita ebraica e alla libertà di culto, lo studio e la conoscenza della Shoah: sono questi i tre pilastri di strategia per i prossimi dieci anni”, ha dichiarato la Presidente Di Segni.
Negli anni, una selezione di opere di bambini e ragazzi ha attraversato il territorio nazionale, per dare la possibilità a cittadine e cittadini di fruire dei lavori degli studenti e, attraverso di questi, di occasioni formative e di conoscenza. L’inaugurazione del portale, adesso, amplia queste possibilità: collegandosi al sito, i visitatori potranno approfondire il tema delle leggi razziali, il loro impatto sulla scuola, comprendere come era articolato l’universo concentrazionario.
La mostra è stata realizzata nell’ambito della Convenzione tra il Ministero dell’Istruzione e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Rientra tre le attività e le occasioni di studio e ricerca storica per studenti e docenti, delle quali fa parte anche il portale “Scuola e Memoria”, piattaforma di scambio di buone pratiche sul tema della Shoah, che fornisce approcci, linee guida e materiali didattici per giovani e insegnanti di ogni ordine e grado.
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Studenti da tutta Europa a Lampedusa per riflettere sulle migrazioni

ROMA (ITALPRESS) – Studentesse e studenti di 60 istituti scolastici, 40 italiani e 20 stranieri, si ritrovano in questi giorni sull’isola di Lampedusa per confrontarsi sui temi dei diritti e delle migrazioni, in occasione della “Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”, istituita con la legge numero 45 del 21 marzo 2016, in ricordo delle vittime del naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013, che costò la vita a 368 fra uomini, donne e bambini.
Un’occasione di incontro e scambio tra giovani, con esperti, associazioni, superstiti e familiari delle vittime proprio in un luogo che è stato in questi anni “fronte del porto di un’Europa che non sempre ha saputo accogliere, non sempre ha avuto memoria”, dichiara il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, “ma che in realtà ci fa ricordare la necessità di riflettere continuamente sulle grandi tematiche di un’epoca globale: le migrazioni, le emergenze umanitarie, il tema del razzismo e della discriminazione. Questioni che devono essere affrontate da tutta l’Unione Europea, che è bene si ritrovi a Lampedusa, in una Giornata in cui memoria e accoglienza diventano una sola cosa. L’Europa ha vissuto nella sua storia pagine molto tragiche, è riuscita però ad andare oltre, non dimenticando ma facendo della memoria il tessuto connettivo di una nuova umanità. Grazie alle ragazze e ai ragazzi, grazie a tutti per il lavoro che stanno facendo: serve a non fare sentire più nessuno straniero in questa nostra Europa”.
Le ragazze e i ragazzi che partecipano alle iniziative didattiche a Lampedusa, fino al 3 ottobre, sono stati selezionati grazie a un Concorso svolto nel corso dell’anno scolastico 2019/2020 e 2020/2021. Durante la loro permanenza sull’isola, studenti e insegnanti avranno modo di prendere parte a laboratori, momenti formativi, proiezioni ed eventi artistici, incentrati sui temi dei diritti umani, delle migrazioni, dei diritti dei migranti e dei rifugiati (in particolare dei minorenni), del soccorso in mare.
L’iniziativa, coordinata dal Ministero dell’Istruzione – Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico, è parte del Progetto Fami “Porte d’Europa 2020/2021” ed è realizzata in collaborazione con il Comitato 3 ottobre, l’Istituto Omnicomprensivo “L. Pirandello” di Lampedusa, il C.P.I.A di Agrigento, l’IPSCEOA “N. Gallo” di Agrigento, il Liceo Scientifico-Musicale-Coreutico “G. Marconi” di Pesaro, l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e con il Comune di Lampedusa e Linosa.
L’evento vedrà coinvolte oltre 15 associazioni e organizzazioni non governative italiane e internazionali.
In occasione della cerimonia del 3 ottobre verrà annunciato il concorso “Porte d’Europa” promosso dal Ministero dell’Istruzione per l’anno scolastico 2021/2022. Il concorso è indirizzato alle Scuole secondarie di secondo grado di tutto il territorio nazionale, che sono invitate a partecipare in collaborazione con una scuola di un altro Paese europeo. L’indizione del concorso rappresenta l’atto formale attraverso il quale il Ministero avvia il percorso educativo che si concluderà nell’ottobre 2022 e invita le scuole a riflettere sui temi della Giornata Nazionale.
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