ROMA (ITALPRESS) – Via libera dal Consiglio dei ministri all’estensione dell’obbligo del Green pass per i lavoratori nel settore della scuola e dell’università. Nel decreto “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario – assistenziale” previsto anche l’obbligo di vaccino per il personale delle Rsa.
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Il Cdm estende l’obbligo del green pass al personale scolastico
Scuola, Bianchi “Due miliardi per la riapertura in sicurezza”
ROMA (ITALPRESS) – “857.077 docenti e 213.243 tecnici amministrativi 1.073.320 sono le persone che lavorano alla nostra scuola e che stanno lavorando tutti per il benessere dei ragazzi”. Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante l’audizione in Commissione Cultura alla Camera sulle iniziative in vista dell’avvio dell’anno scolastico.
“L’impegno che ci eravamo presi era ripartire avendo tutti i docenti al loro posto: questo impegno sarà realizzato per la prima volta nella storia della Repubblica – ha aggiunto -. Il 13 ripartiremo avendo tutti i docenti indicati dal Ministero al loro posto. Avremo 58.735 posizioni a ruolo già assegnate (lo abbiamo fatto ad agosto) e 53.738 incarichi annuali assegnati ieri, il 6 settembre. A questi abbiamo aggiunti 59.813 posti già assegnati in deroga per il sostegno. Ringrazio tutti i nostri funzionari e i presidi per aver fatto questo lavoro titanico e un impegno preso come governo e noi con le famiglie e lo abbiamo realizzato”.
“Abbiamo messo in campo grandi risorse, quasi 2 miliardi per riaprire, ci lavoriamo da aprile”, ha sottolineato Bianchi.
“Il dato nuovo di quest’anno è la vaccinazione. La scuola ha reagito più di ogni altro settore della società all’invito a vaccinarsi, siamo oltre al 92%”, ha proseguito il ministro dell’Istruzione.
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Solo il 34% dei rifugiati è iscritto alle scuole superiori
ROMA (ITALPRESS) – L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, chiede uno sforzo internazionale affinchè i bambini e i giovani rifugiati abbiano la possibilità di frequentare la scuola secondaria, poichè i tassi di iscrizione scolastica e universitaria rimangono a livelli preoccupanti.
L’appello coincide con la pubblicazione del Rapporto UNHCR 2021 su rifugiati e istruzione, intitolato Staying the Course: The Challenges Facing Refugee Education. Il rapporto rileva come i giovani rifugiati in tutto il mondo provino a continuare il proprio percorso di studi nonostante le gravi difficoltà imposte dalla pandemia di COVID-19.
Gli anni della scuola secondaria dovrebbero essere un periodo di crescita, sviluppo e opportunità perchè conseguire un diploma migliora le prospettive di lavoro, la salute, l’indipendenza e le capacità di leadership dei giovani vulnerabili, riducendo il rischio di ricorso al lavoro minorile.
Tuttavia, in base ai dati raccolti dall’UNHCR in 40 Paesi, nel 2019-2020 la percentuale dei rifugiati iscritti alle scuole secondarie è stata solo del 34%, un dato che, in quasi tutti i Paesi, è inferiore rispetto alla percentuale di iscrizioni registrata tra i giovani della comunità ospitante.
Sicuramente la pandemia ha avuto un impatto estremamente destabilizzante per tutti i bambini e giovani, nel caso dei giovani rifugiati – già costretti ad affrontare serie difficoltà di accesso alla scuola – e ha limitato ulteriormente la possibilità di studiare, creando per molti di loro una situazione che mette a rischio la possibilità di portare a termine gli studi.
“I recenti progressi ottenuti nell’iscrizione scolastica dei bambini e dei giovani rifugiati sono ora a rischio”, ha affermato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, “Per affrontare questa sfida occorre uno sforzo massiccio e coordinato ed è un impegno che non possiamo permetterci di ignorare”, ha aggiunto.
L’UNHCR chiede agli Stati di garantire il diritto all’istruzione secondaria per tutti i bambini, compresi i rifugiati, e di assicurarsi che essi vengano inclusi nei sistemi educativi nazionali e nei piani di offerta formativa.
Inoltre, gli Stati che ospitano un numero consistente di persone costretta a fuggire hanno bisogno di supporto per creare servizi e infrastrutture: servono più scuole, materiali didattici appropriati, formazione degli insegnanti su materie specifiche, programmi per le ragazze adolescenti e investimenti in tecnologia e connettività per colmare il divario digitale.
I dati raccolti, inoltre, rivelano come nel periodo compreso tra marzo 2019 e marzo 2020, la percentuale di rifugiati iscritti alla scuola primaria era del 68%, mentre per l’istruzione superiore le iscrizioni si assestavano al 5%, un aumento di 2 punti rispetto all’anno precedente che rappresenta una possibilità di sviluppo e crescita per migliaia di rifugiati e per le loro comunità nonchè un elemento di incoraggiamento per rifugiati più giovani che affrontano enormi sfide per poter studiare.
Ma il livello di iscrizione all’istruzione superiore rimane ancora troppo basso se paragonato alle cifre globali, e senza un incremento significativo delle iscrizioni alle scuole superiori, l’obiettivo 15by30 fissato dall’UNHCR e dai partner – ovvero quello di avere il 15 per cento dei rifugiati iscritti all’istruzione superiore entro il 2030 – rimarrà irragiungibile.
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Codirp “Per la scuola misure di semplice e immediata operatività”
ROMA (ITALPRESS) – La Confederazione dirigenti pubblici Codirp, chiede al Ministro Bianchi misure di semplice e immediata operativita’ per la scuola. “In attesa di tutti gli interventi,
fondi e ristrutturazioni previste – spiega l’avvocato Tiziana Cignarelli, Segretario generale Codirp – la Codirp propone e chiede misure di immediata e semplice operativita’, per non
iniziare l’anno con niente di nuovo o addirittura qualcosa in meno sia sul piano sanitario che didattico. Proponiamo la riduzione del 40% del numero degli studenti per classe con alternanza settimanale. E riduzione orario giornaliero di almeno un’ora (con le mascherine 4/5 ore bastano). Sulla sorveglianza sanitaria eccezionale il Ministero dia indicazione di rivolgersi fin dall’inizio anche ad Inail in modo di poter contare su maggiori supporti specialistici pubblici. E ricordiamo ancora una volta la mancata assunzione di dirigenti che permetterebbero di coprire le 1000 reggenze ancora in essere, in un momento cosi’ complicato da gestire per i dirigenti scolastici”.
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Green Pass, Tar Lazio respinge il ricorso del personale scolastico
ROMA (ITALPRESS) – Il Tar Lazio ha respinto i ricorsi di alcuni rappresentanti del personale scolastico che chiedevano di sospendere tutti i provvedimenti adottati dal Ministero dell’Istruzione con cui è stata stabilita la disciplina in materia di possesso di certificazione anti-covid del personale scolastico. Respinta la richiesta di misure urgenti, in considerazione della successiva valutazione se i provvedimenti adottati dai dirigenti scolastici e dall’amministrazione saranno conformi al DPCM – che sarà impugnato appena emanato con motivi aggiunti – e che il danno patrimoniale se accertato potrà essere ristorato, mentre per il costo del tampone, a una prima derivazione, non sembra essere irrazionale.
“Relativamente alla prospettata illegittimità degli impugnati provvedimenti nella parte in cui stabiliscono che i dipendenti privi di green pass qualora non si procurino il documento perdono anche il trattamento retributivo anche per le prestazioni espletate prima della sospensione – sottolinea il Tribunale Amministrativo -, il danno prospettato è meramente patrimoniale e ristorabile integramente e, pertanto, certamente non può configurare quella situazione di estrema gravità ed urgenza tale da giustificare la sospensione per tale aspetto dei gravati provvedimenti (…) nell’ottica del legislatore la presentazione del test in questione in sostituzione del certificato comprovante l’avvenuta gratuita vaccinazione costituisce una facoltà rispettosa del diritto del docente a non sottoporsi a vaccinazione ed è stata prevista nell’esclusivo interesse di quest’ultimo, e, conseguentemente, ad una sommaria delibazione, non appare irrazionale che il costo del tampone venga a gravare sul docente che voglia beneficiare di tale alternativa”.
“Nelle more della discussione che avverrà fra un mese, la palla passa al tribunale del lavoro, dove Anief si sta costituendo per le cause urgenti discriminatorie ex art. 28 del dlgs 150/2011”, dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Qualora i primi di ottobre, comunque, la terza sezione bis del Tar Lazio non dovesse pronunciarsi ancora sulla palese illegittimità del provvedimento relativamente al contrasto con il Regolamento comunitario 953/2021 come richiesto dall’ufficio legale, si procederà immediatamente ad adire il Consiglio di Stato”, aggiunge.
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Scuola, Bianchi “Piattaforma controllo green pass operativa dal 13/9”
ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo lavorato moltissimo con il garante della Privacy, è giusto che i dati sanitari siano riservati. Dal 13 settembre sarà funzionante la piattaforma per il controllo del green pass. Solo il preside vedrà chi è presente, e ognuno avrà semaforo rosso o verde”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ospite a Tg2 Post. Nelle prime due settimane di settembre invece ci sarà il riconoscimento manuale. Poi ha assicurato che “i 7 milioni di studenti delle scuole statali, più quelli delle paritarie, troveranno la scuola in presenza perchè la scuola è in presenza, una scuola che non ha chiuso in estate ma ha sperimentato con i laboratori e una scuola che partirà già con tutti gli insegnanti”, ricordando che sono 58.600 quelli già assunti, e che si è preparato un nuovo concorso per assumerne altri 60 mila. Infine, sulle aggressioni da parte di alcuni no-vax, come il collaboratore scolastico che ha sferrato un pugno a un giornalista, per il ministro “questi sono facinorosi che non rappresentano certo il mondo della scuola. Nel mondo della scuola si è vaccinato il 90,45%, la scuola non è questo, la scuola sono un milione di persone che stanno lavorando per portare i ragazzi in presenza”.
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Garante Privacy, via libera alla verifica del green pass nelle scuole
ROMA (ITALPRESS) – Il Garante per la protezione dei dati personali, in via d’urgenza, ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri che introduce modalità semplificate di verifica delle certificazioni verdi del personale scolastico, alternative a quelle ordinarie che prevedono l’uso dell’App VerificaC19, che rimane comunque utilizzabile.
Il testo recepisce le indicazioni fornite dal Garante nell’ambito delle interlocuzioni informali e delle riunioni con i rappresentati del ministero dell’Istruzione e del ministero della Salute, “al fine di assicurare il corretto adempimento degli obblighi in materia di green pass per il personale scolastico e il rispetto della disciplina di protezione dei dati personali, nonchè di evitare conseguenze discriminatorie, anche indirette, nel contesto lavorativo – sottolinea il Garante -. In particolare, le istituzioni scolastiche, in qualità di datori di lavoro, si limiteranno a verificare – attraverso il Sistema informativo dell’istruzione-Sidi e la Piattaforma nazionale-DGC – il mero possesso della certificazione verde Covid-19 da parte del personale, trattando esclusivamente i dati necessari”.
Il processo di verifica dovrà essere effettuato quotidianamente prima dell’accesso dei lavoratori in sede e dovrà riguardare solo il personale per cui è prevista l’effettiva presenza in servizio nel giorno della verifica, escludendo comunque chi è assente per specifici motivi: ad esempio, per ferie, permessi o malattia.
A seguito dell’attività di controllo del green pass, i soggetti tenuti alle verifiche potranno raccogliere solo i dati strettamente necessari all’applicazione delle misure previste in caso di mancato rispetto degli obblighi sul green pass (ad esempio assenza ingiustificata, sospensione del rapporto di lavoro e del pagamento dello stipendio).
Particolare attenzione è stata posta anche sulle misure di sicurezza da adottare. I soggetti tenuti ai controlli potranno accedere, in modo selettivo, ai soli dati del personale in servizio presso le istituzioni scolastiche di propria competenza. Per evitare eventuali abusi, le operazioni di verifica del possesso delle certificazioni Covid-19 da parte dei soggetti tenuti ai controlli saranno oggetto di registrazione in appositi log (conservati per dodici mesi), senza però conservare traccia dell’esito delle verifiche.
E’ inoltre previsto che la valutazione di impatto, effettuata dal ministero della Salute, relativa ai trattamenti connessi all’emissione e alla verifica delle certificazioni verdi Covid-19, sia integrata e aggiornata tenendo conto degli specifici scenari di rischio legati ai dati sanitari del circa un milione di lavoratori della scuola, prestando particolare attenzione alle possibili conseguenze discriminatorie, anche indirette, nel contesto lavorativo.
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Scuola, Palù “Adolescenti i più esposti al Covid”
ROMA (ITALPRESS) – La scuola “non è l’unico luogo di aggregazione pericoloso”. Lo dice, una intervista al Corriere della Sera, Giorgio Palù, virologo del Comitato tecnico scientifico e presidente del consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa. Secondo Palù “adolescenti di medie e superiori sono la categoria meno immunizzata e la più esposta. Nell’ultima settimana di agosto il più alto tasso di casi (75%) e ricoveri (90%) riguarda i non vaccinati tra 12 e 39 anni”. “Specie nelle aree metropolitane – aggiunge – gli osservati speciali sono i mezzi di trasporto affollati di studenti nelle ore che precedono l’inizio delle lezioni. Si sapeva, eppure non si è provveduto ad aumentare veicoli e corse nè ad applicare la turnazione didattica per sfoltire gli assembramenti”. Per mitigare i rischi servono «controllori nei mezzi pubblici per verificare il rispetto delle misure di sicurezza. Nelle aule si dovrebbe garantire un efficace ricambio d’aria. Ideali sarebbero filtri idonei. Il rischio di focolai in ambiente scolastico c’è, non illudiamoci. E’ dimostrato da pubblicazioni scientifiche”.
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