ROMA (ITALPRESS) – Sul ritorno al 100 per cento in aula in presenza nelle zone gialle e arancioni “ero in disaccordo, non per la scuola in sè, ma per i trasporti. In settimana incontreremo il governo per vedere gli orari di apertura e chiusura delle scuole perchè così non va bene”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia e neo presidente della Conferenza delle Regioni.
Sui trasporti “con le dotazioni attuali non siamo in grado di dare risposta ad un’utenza riportata al 100% – prosegue Fedriga -. E’ chiaro che, non potendo intervenire più di tanto su questo fronte, sia necessario agire sullo scaglionamento degli orari di ingresso e uscita dalle scuole”. E aggiunge: “Secondo me, con l’apertura al 50% ci si era già spinti ad un buon punto. Era stato raggiunto un buon equilibrio, un compromesso che consentiva di lanciare anche un segnale importante ad un settore delicato come la scuola”.
Riguardo alle altre aperture, per il presidente della Conferenza delle Regioni “è stato fatto un passo avanti importante, anticipando la possibilità di utilizzare gli spazi esterni. E’ chiaro che siamo in una situazione transitoria”. E propone: “Le palestre andrebbero riaperte, almeno le lezioni individuali. Altrimenti, si finisce con l’incentivare soluzioni (ci si iscrive all’attività agonistica e si possono utilizzare) che superano i limiti posti. Ma così si ingenera confusione e sfiducia”. E a chi chiede di allentare il coprifuoco, Fedriga risponde: “E’ solo questione di un paio di settimane”.
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Scuola, Fedriga “La rete dei trasporti è un problema”
Ministero Istruzione e Rai Cultura insieme verso gli esami di Stato
ROMA (ITALPRESS) – L’Esame di Stato del secondo ciclo, la Maturità 2021, con tutte le sue novità: dall’elaborato, che sarà assegnato a ciascuna ragazza e ciascun ragazzo entro fine aprile, alle modalità di svolgimento del colloquio, al Curriculum dello Studente. Sarà questo il tema al centro del nuovo appuntamento “La Scuola in Tivù – Percorsi di Maturità”, in onda su Rai Scuola, dal 19 al 29 aprile, dal lunedì al giovedì, con due puntate quotidiane, dalle 15.30 alle 16.30, in replica dalle 19.30 alle 20.30. Tutti i contenuti resteranno poi sempre a disposizione della comunità scolastica sul portale di Rai Scuola (https://www.raiscuola.rai.it/) e su Rai Play (https://www.raiplay.it/). Protagonisti degli approfondimenti che andranno in onda nei prossimi giorni saranno esperti individuati dal Ministero dell’Istruzione che illustreranno, puntata dopo puntata, cosa è e come si struttura l’elaborato (anche con esempi relativi ai diversi percorsi scolastici), come si articola il colloquio, come si compone e si compila il Curriculum dello Studente. Non mancheranno, poi, momenti specifici di approfondimento sull’analisi del testo, sui Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) e sull’insegnamento dell’Educazione civica.
Sarà dedicata agli Esami di Stato 2021 anche la programmazione del venerdì di #maestri, in onda dal 7 maggio al 25 giugno – alle 15.30 su Rai3 e alle 17.40 su Rai Storia – sempre in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Al centro della conversazione principale di ogni puntata, condotta da Edoardo Camurri, ci saranno le studentesse e gli studenti che racconteranno, in collegamento da casa, gli argomenti dei loro elaborati per farli diventare oggetto di ragionamento insieme a una “maestra” o un “maestro” in studio.
L’offerta di Rai Cultura per la #Maturità2021 sarà completata da un percorso online sul portale di Rai Scuola (www.raiscuola.rai.it/percorsi/maturita) dove sarà possibile trovare tutti i materiali dedicati all’Esame. “Maturità. Lezioni e approfondimenti per l’Esame di Stato”, in particolare, è il percorso didattico costruito con lezioni tenute da insegnanti, docenti universitari, accademici e divulgatori per tutte le studentesse e gli studenti che stanno per affrontare questa prova. Con l’ausilio di programmi televisivi dedicati e approfondimenti divisi per discipline, su www.raiscuola.rai.it, i maturandi e i loro docenti potranno trovare materiale audiovisivo sui protagonisti della Letteratura italiana e straniera, sulla Storia dell’arte, la Storia contemporanea, le Lingue classiche, le Lingue straniere, la Filosofia e il Debate, le Scienze sociali, l’Economia e il Diritto, la Musica e la Danza e una serie di lezioni interdisciplinari. Per le materie scientifiche ci saranno: Matematica, Fisica, Biologia e Biotecnologie, Scienze della terra, Chimica e uno speciale sui profili de “I giganti della Scienza”. Una sezione sarà dedicata all’Educazione civica.
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Scuola, incontro ministero-sindacati su protocolli sicurezza e vaccini
ROMA (ITALPRESS) – Questa mattina i vertici del ministero dell’Istruzione hanno incontrato, in videoconferenza, insieme a un rappresentante della Struttura commissariale per l’emergenza, le Organizzazioni Sindacali della scuola. Al centro del confronto, il punto sulle vaccinazioni e sui Protocolli di sicurezza in vista degli Esami di Stato di giugno.
Con riferimento al tema vaccinazioni, è stato chiarito che oltre il 72% del personale scolastico ha ricevuto la prima dose: in tutti questi casi si procederà con la seconda somministrazione. Sulla prosecuzione del piano vaccinale e sui suoi numeri, con riferimento alla scuola, il confronto fra ministero, Struttura commissariale e Sindacati sarà permanente, in modo da accompagnare la comunità scolastica in questa particolare fase della pandemia garantendo la massima chiarezza comunicativa.
Quanto ai Protocolli di sicurezza per i prossimi Esami di Stato, il ministero incontrerà i sindacati già questo venerdì.
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Vaccino, Ancodis “I docenti hanno fatto la loro parte”
ROMA (ITALPRESS) – “Nel corso della campagna di vaccinazione del personale scolastico con il vaccino AstraZeneca abbiamo letto e ascoltato osservazioni, commenti e critiche che hanno cercato di fare apparire il mondo della scuola poco sensibile al tema se non addirittura oppositivo all’opportunità della tutela della salute attraverso la vaccinazione. Addirittura abbiamo letto autorevoli tweet e opinioni che hanno insinuato il sospetto sulla circostanza secondo la quale molti docenti abbiano preso a pretesto la vaccinazione per un’assenza di massa nei giorni successivi al vaccino. Ebbene, con un sondaggio lanciato sui social è stato chiesto di rispondere e provare a fare un quadro della situazione fondato su dati corrispondenti all’esperienza di ciascun peratore scolastico”. Così in una nota l’Associazione nazionale collaboratori dirigenti scolastici (Ancodis). “Con il sondaggio – al quale hanno risposto 1.616 persone e che ovviamente non ha alcuna pretesa scientifica – si è cercato di rappresentare l’esperienza vaccinale di ciascuno di noi. Dal report realizzato nel periodo compreso tra l’8 e il 31 marzo – sottolinea l’Ancodis – emergono dati lusinghieri e onorevoli per il sistema paese, per chi si è fatto carico di organizzare la campagna a livello regionale e provinciale e per gli stessi cittadini che hanno accolto la proposta della vaccinazione nonostante le iniziali criticità e le incertezze soprattutto connesse ai tempi della permanenza dell’immunizzazione individuale. In particolare, alla domanda ‘Rifaresti la scelta di sottoporti al vaccino?’, l’86% del campione ha risposto sì. Nonostante tutto e tutti, i docenti hanno fatto la loro encomiabile parte”, conclude l’Associazione.
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Scuola, Garante Infanzia incontra Bianchi
ROMA (ITALPRESS) – Sono stati i diritti dei bambini e degli adolescenti il tema centrale dell’incontro che si è svolto a viale Trastevere tra l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
“C’è sintonia sulla opportunità di assicurare quanto più possibile la scuola in presenza e sull’esigenza di offrire risposte alla sofferenza psicologica e alla dispersione scolastica dei ragazzi”, dichiara Garlatti a margine dell’incontro. “E’ importante inoltre che bambini e ragazzi siano ascoltati sul futuro dell’educazione in Italia. Per questo l’Autorità garante intende lanciare una consultazione tra gli studenti, chiamata ‘La scuola che vorreì, e sullo stesso tema ha già iniziato a riflettere la Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia”, aggiunge.
Sottolineata la necessità, in questa fase di crisi, di valorizzare i patti educativi di comunità – anche per rispondere alle situazioni di povertà educativa, dispersione e marginalità – all’interno di una cornice comune, definita da linee guida elaborate a livello centrale. “I Patti – osserva Garlatti – andrebbero definiti all’interno dei livelli essenziali delle prestazioni così da assicurare standard minimi uguali in tutte le regioni”. La Garante nazionale ha proposto che l’educazione digitale venga valorizzata come materia autonoma, soprattutto a fronte del sempre maggior tempo trascorso dai ragazzi online e dei pericoli legati a comportamenti scorretti. Si è parlato anche delle sperimentazioni della mediazione scolastica all’interno degli istituti condotte dall’Autorità garante, di cui il Ministero è partner.
Autorità garante e ministro hanno convenuto di affrontare anche attraverso un gruppo di lavoro congiunto questi temi e altri di interesse comune.
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Un anno di DAD, solo per 3 italiani su 10 un’esperienza positiva
ROMA (ITALPRESS) – Ad un anno dall’esordio della didattica a distanza, resta in chiaroscuro il giudizio degli italiani sul suo funzionamento: appena 3 su 10 la valutano positivamente. E’ quanto emerge dall’indagine “La DAD un anno dopo secondo gli italiani”, presentata oggi e curata dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile.
Fra i genitori di figli in età scolare, il dato del giudizio positivo cresce al 34%, e raggiunge il 48% fra gli insegnanti. Pur essendo riconosciuta oggi una migliore organizzazione rispetto alla fase emergenziale, un problema – sociale ancora prima che scolastico – grava più di altri sul bilancio della didattica a distanza: per il 51% dei genitori italiani, a 12 mesi di distanza, in DAD non è ancora garantito un accesso adeguato a tutti gli studenti.
Dal 15 marzo, con oltre la metà delle regioni italiane in rosso e la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado, oltre 7 milioni di studenti sono rimasti a casa proseguendo la scuola con la didattica a distanza. Ma già prima, circa 5,7 milioni di ragazzi e ragazze erano in DAD. Il sondaggio, condotto su un campione demoscopico di 2004 intervistati, ha analizzato, accanto alla popolazione italiana nel suo complesso, anche alcuni target significativi con rilevazioni mirate su campioni di genitori con figli minorenni, insegnanti, rappresentanti del Terzo Settore.
I genitori italiani rilevano come la DAD si sia effettivamente meglio strutturata dopo la fase emergenziale (67%) ed abbia prodotto maggiore autonomia nell’uso delle tecnologie da parte dei ragazzi (57%). La durata delle sessioni non soddisfa ancora la maggioranza: per uno su due, l’orario scolastico completo resta un obiettivo irrealizzato. Nella valutazione di chi ha figli in età scolare, le criticità della DAD, dopo un anno di operatività, restano la distrazione degli studenti durante le lezioni (73%), ma anche la complessa situazione emotiva dei ragazzi (63%) e la scarsa dotazione tecnologica delle case (51%), limite segnalato con maggiore evidenza dagli insegnanti (68%). Si differenziano, genitori ed insegnanti, anche nella valutazione dei carichi di lavoro: eccessivo è stato l’impegno richiesto alle famiglie secondo il 39% dei genitori; il dato cresce al 61% tra chi ha i figli alle Elementari. Inoltre, per il 31% dei genitori l’orario scolastico è troppo ridotto: sul tema concorda appena il 15% degli insegnanti. Malgrado i mesi di riorganizzazione ed i fondi a disposizione per i dispositivi, il 16% di ragazzi si collega ancora oggi da smartphone. Il 41% dei genitori intervistati confessa di aver avuto difficoltà a supportare i figli in DAD proprio per connessioni o dispositivi insufficienti in casa.
Tre su 10 segnalano la difficile conciliazione dei tempi lavorativi con le dinamiche della didattica a distanza. Circa un quinto segnala di non essere stato in grado personalmente di supportare i figli nell’attività didattica. “L’indagine – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – conferma il costo sociale ed evolutivo imposto dall’emergenza e dalla chiusura prolungata delle scuole su bambini e ragazzi, con effetti consistenti sull’incremento delle disuguaglianze e della povertà educativa tra i minori nel nostro Paese. Nell’anno del Covid, un vastissimo orizzonte di normalità relazionale, di dinamiche sociali, di occasioni di apprendimento è stato precluso ai minori. L’83% dei genitori testimonia come l’aspetto maggiormente negativo nella didattica a distanza, per bambini e ragazzi, sia stata l’assenza di relazioni con i compagni”. Per il 65% la fatica nel seguire le lezioni in remoto si è rivelata una grave ipoteca sulla quotidianità. 6 genitori su 10 segnalano oggi la tendenza dei figli all’isolamento e all’abbandono della vita sociale; il 55% ricorda il danno della riduzione degli stimoli esterni alla scuola.
In questo contesto riscuote pieno successo la proposta del ministro dell’Istruzione Bianchi di aprire le scuole in estate, con la programmazione di attività destinate a bambini e ragazzi. Oggi, il 70% degli italiani, intervistati da Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini, condivide l’ipotesi di tenere aperte le scuole sino alla fine del mese di luglio per organizzare attività educative, gratuite e non obbligatorie, di laboratorio e di socializzazione anche all’esterno (teatro, musica, sport, lingue, visite, ecc.) per ragazzi e bambini, con il coinvolgimento di educatori ed operatori specializzati di associazioni ed enti del Terzo Settore, in vista di un ritorno alla normalità in settembre. L’idea piace ai genitori, più al Nord (75%) che al Sud (61%). Bisognerebbe puntare, secondo gli italiani, a restituire ai minori l’accesso alla pratica sportiva (58%), progettare recuperi curriculari (54%), promuovere attività ludiche (53%) e progressi nelle lingue straniere (51%), favorire la riscoperta delle città e della natura.
Si tratterebbe di aprire le scuole alla comunità ed ai territori, rammentando che la scuola non può essere l’unica istituzione deputata alla crescita dei ragazzi. Si tratta del resto di una nuova consapevolezza che si afferma in seno all’opinione pubblica: oggi, per il 71% degli italiani la responsabilità della crescita dei minori è di tutta la comunità.
“Questo è un aspetto che ci è molto caro – ha detto Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione Con il Sud e Con i Bambini -: il nostro obiettivo è quello di mostrare, attraverso l’esperienza che la questione dell’educazione dei giovani non può essere scaricata solo sulla scuola, noi infatti parliamo sempre di comunità educante. Questo sondaggio conferma che c’è un trend positivo. Nel 2019 per il 46% degli italiani, la questione dell’educazione dei giovani era da considerarsi responsabilità della comunità, lo scorso novembre il dato è cresciuto al 67%, per attestarsi oggi al 71%”.
“Tutto il nostro lavoro è orientato in questo senso – ha aggiunto Borgomeo -. Da ultima, la pubblicazione di un Bando per la promozione di Comunità Educanti che ha lo scopo di mostrare al Paese, all’opinione pubblica e quindi alla politica e alle istituzioni che la grande questione della lotta alla povertà educativa, dell’educazione dei giovani riguarda tutti, cioè la comunità”.
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Dopo Pasqua 5,3 milioni di studenti in presenza
ROMA (ITALPRESS) – Dal prossimo 6 aprile 5,3 milioni di studenti seguiranno le lezioni in presenza a scuola. Sono il 62,3% (sei su dieci) degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie. E’ quanto emerge da uno studio di Tuttoscuola, secondo cui tra loro 3,1 milioni frequentano scuole dell’infanzia, scuole primarie e il primo anno di secondaria di I grado anche se si trovano in regioni classificate in zona rossa.
Per la stessa ragione potranno tornare nelle istituzioni educative, indipendentemente dal colore della regione, i bambini dei nidi d’infanzia.
Da martedì prossimo, 30 marzo, 687 mila ragazzi delle scuole laziali lasceranno la DAD per il cambio del colore della regione che da rossa passerà all’arancione, ma oltre mezzo milione di alunni toscani e 285 mila calabresi andranno in zona rossa, tutti temporaneamente in DAD fino al 6 aprile.
Per due giorni, prima che inizino le vacanze pasquali, saranno poco più di 2 milioni gli alunni in presenza e quasi 6,5 milioni quelli in DAD.
Se prima della data del rientro alcune regioni classificate in zona rossa transiteranno in zona arancione, il numero degli alunni in presenza potrebbe aumentare soprattutto in riferimento ai ragazzi degli ultimi due anni della secondaria di I grado e al 50% degli studenti delle superiori.
La modifica di colore disposta dall’ordinanza del Ministro della Salute avrà effetto da martedì 30 marzo, mentre il parziale ritorno in presenza dopo Pasqua è stato deciso dal presidente Mario Draghi che ha voluto rompere il vincolo delle zone rosse, autorizzando il rientro in presenza dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni della primaria e di quelli del primo anno della scuola secondaria di I grado.
Tuttoscuola ha effettuato una mappatura del numero di studenti che conseguentemente dai prossimi giorni faranno lezione a scuola o da casa, sia per area geografica, sia per grado di scuola.
Ecco le risultanze.
Nello specifico, secondo i calcoli di Tuttoscuola, dovrebbero essere dunque 5.296.519(sei su dieci) gli alunni di scuole statali e paritarie che potranno seguire le lezioni in presenza su un totale di 8 milioni e 506 mila. I dati comprendono circa anche un milione e 400 mila bambini di scuola dell’infanzia da settimane esclusi dalle attività educative in presenza a scuola.
Le regioni più interessate da questa riapertura in presenza con quantità notevoli di ragazzi a scuola sono la Lombardia con 785.910 in presenza (e 615.903 in DAD), il Lazio con 687.592 (e 133.737 in DAD), la Campania con 484.731 (e 460.262 in DAD), la Toscana con 265.966 (e 238.650 in DAD), il Veneto con 373.003 in presenza (e 307.093 in DAD).
Con la quasi totalità degli alunni in presenza (82-83%) le Isole: la Sicilia con 614.891 e la Sardegna con 170.004 alunni in presenza.
Complessivamente vi saranno 5,3 milioni (62,3%) di alunni in presenza a scuola e 3,2 milioni (37,6%) in DAD, con la consueta alternanza del 50% per gli studenti delle superiori nelle regioni in cui è consentito.
Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguiranno le attività didattiche a scuola 1.393.010 bambini delle scuole dell’infanzia (il 100%), 2.605.865 alunni della primaria (il 100%), 906.011 alunni della scuola secondaria di I grado (il 52,9%) e parzialmente in alternanza al 50% 407.304 studenti delle superiori (il 14,6%).
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Draghi “La scuola fino alla prima media riaprirà dopo Pasqua”
ROMA (ITALPRESS) – “Non va bene che operatori sanitari non vaccinati stiano in contatto con malati. Il ministro Cartabia sta preparando un provvedimento”. Così il premier Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa dopo il Consiglio Ue e la riunione della cabina di regia sul Covid.
Draghi ha parlato anche di scuola: “Fino alla prima media riapriremo dopo Pasqua. E in alcuni casi sarà possibile effettuare dei test sugli studenti. Ma non avverrà in modo estensivo. Nell’ultima cabina di regia, abbiamo registrato un calo nel livello dei contagi – ha spiegato -. Il resto della situazione resta preoccupante. Aprire ulteriormente aumenterebbe le forme di contagio. La scuola, di per sè, non è fonte di contagio. Ciò che è fonte di contagio è tutto quello che avviene “attorno” alle scuole, dal trasporto alle attività didattiche. Se abolissimo le altre restrizioni, anche nella scuola avremmo un aumento dei contagi”.
Sui problemi per l’approvvigionamento dei vaccini in Europa, il premier ha sottolineato: “Ognuna delle parti dice che ha ragione, dobbiamo decidere se aspettare gli avvocati, mentre un enorme quantità di vaccini resterebbe inutilizzata. La cosa più normale è trovare un accordo, e penso quella sarà la strada verso la quale ci indirizzeremo. Con i blocchi non ne usciamo, l’unica cosa per uscire dalla pandemia è aumentare la produzione dei vaccini. Restituendo fiducia in noi stessi, nell’andare in giro e in viaggio, e nel costruire relazioni sociali”.
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