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MATURITÀ, IL GIORNO DELLA PRIMA PROVA

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Giuseppe Ungaretti, Leonardo Sciascia, Corrado Stajano e Tomaso Montanari. Questi i protagonisti della prima prova di italiano dell’esame di maturità 2019, secondo quanto riferisce il portale Studenti.it.

Una traccia prende spunto dalla vicenda del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982. Un’altra è dedicata a Gino Bartali, il campione di ciclismo nominato “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato numerosi ebrei.

“Il mio sentito in bocca al lupo ai circa cinquecentoventimila studenti che oggi si cimenteranno con la prima prova dell’esame di Maturità, che quest’anno riserva alcune novità. Siete chiamati a compiere gli ultimi sforzi – scrive su Facebook il premier Giuseppe Conte -. Posso immaginare i momenti di ansia e le notti insonni. Ora però conviene che affrontiate quest’ultimo tratto del vostro percorso formativo in modo sereno e positivo: ricacciate via inquietudini e paure e ripensate alle tante emozioni vissute, agli insegnanti e ai compagni che vi hanno accompagnato lungo questo cammino. Gli studi vi hanno reso consapevoli dei vostri diritti e dei vostri doveri, il sapere vi ha reso donne e uomini liberi, cittadini più responsabili. Godetevi questi ultimi momenti e volgete fiduciosi il vostro sguardo al futuro, che è proprio di fronte a voi, pronto a venirvi incontro”.

Il vicepremier Matteo Salvini sceglie Twitter: “Da Palazzo Chigi, un pensiero per chi oggi affronterà (e supererà alla grande) l’esame di Maturità, e un abbraccio anche a tutti i Prof. La vita vi aspetta, l’Italia ha bisogno di voi, forza ragazze e ragazzi! #Maturita2019”.

“Cari ragazzi, è arrivato il momento. Forza! Sono certo farete del vostro meglio! Buon lavoro a tutti e ricordatevi ‘La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità’. #maturità2019”, scrive su Facebook il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.

 

PIÙ TURISMO E AGRICOLTURA A SCUOLA

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Una “intesa forte” fra il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e quello delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo per rafforzare la formazione tecnica e professionale in ambito turistico, alberghiero e nel settore dell’agricoltura. È quella che intendono mettere i campo i ministri Marco Bussetti e Gian Marco Centinaio che si sono incontrati al MIUR avviando i lavori per un protocollo d’intesa e la creazione di una specifica task force.

“Con il ministro Centinaio – spiega Bussetti – vogliamo dare una risposta alle richieste che emergono da quei settori imprenditoriali che sono trainanti per la nostra economia e che richiedono sempre di più alte professionalità. Dobbiamo fare sistema, portare avanti una politica che sia in funzione delle necessità dei nostri ragazzi, che devono avere una formazione di alto livello che consenta loro di spendersi sul mercato del lavoro, ma anche delle nostre imprese e dei nostri territori”.

 

“La scuola pone le basi fondamentali per la formazione e la crescita dei professionisti del domani. In questo momento per ciò che riguarda il settore turistico e dell’agricoltura è necessario offrire un percorso formativo diverso, che deve essere quanto più esteso e aggiornato possibile, vicino alle esigenze del lavoro. Per questo motivo, oggi, con il Ministro Bussetti, abbiamo deciso di attivare una specifica task force, che partirà dopo il confronto al Mipaaft con le associazioni di categoria, strumentale all’innovazione e parte integrante dello sviluppo di due settori trainanti della nostra economia”, ha detto il ministro Gian Marco Centinaio.

 

CORTE CONTI: “PER INTEGRAZIONE DISABILI INTERVENTI FARRAGINOSI”

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“Per l’attuazione dell’integrazione scolastica degli alunni diversamente abili il Miur ha utilizzato, nel tempo, almeno quattro canali: a) la linea di finanziamento attivata nell’ambito della l. n. 104/1992; b) le assegnazioni dirette alle istituzioni scolastiche attraverso il Fondo per l’offerta formativa di cui alla l. n. 440/1997. Questa modalità sembra aver prevalso sulla prima seppur in ragione di offrire una maggiore celerità nel trasferimento delle risorse sul territorio; c) l’utilizzo episodico di altre risorse derivanti da specifiche norme di legge, ad esempio sui deficit sensoriali, sui Dsa e sui Bes; d) le risorse derivanti dai fondi comunitari”. Lo evidenzia la Corte dei Conti in una relazione.

“Sotto il profilo dell’organizzazione, l’obiettivo principale del legislatore era quello di attivare tutti gli strumenti e le risorse presenti nella comunità, accostando il sistema di istruzione ai bisogni del singolo (dimensione locale e di relazione). Tuttavia, la coesistenza di enti e soggetti (scuola, enti locali e servizi sanitari) con responsabilità, interesse e organizzazioni diverse ha mostrato la farraginosità dell’impianto, con la genericità delle intese ed un’estrema frammentarietà degli interventi – sottolinea la Corte dei Conti -. Si manifestano, inoltre, carenze in tema di dati e relativi indicatori sulla qualità dell’istruzione e dell’inclusione degli studenti con disabilità nella scuola e nelle classi ordinarie; ausilio di interpreti della lingua dei segni per bambini sordi che ne fanno richiesta e di materiale didattico e di tecnologie di ausilio non sempre a disposizione dei legittimi destinatari”.

VACCINI, SCUOLE NON RESPONSABILI AUTOCERTIFICAZIONI FALSE

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Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha incontrato al MIUR i sindacati rappresentativi della dirigenza scolastica. Durante la riunione è stato affrontato il tema degli obblighi vaccinali, con specifico ed esclusivo riferimento agli adempimenti a carico dell’Amministrazione scolastica. “Il MIUR ha chiarito che eventuali responsabilità connesse ad autocertificazioni non veritiere ricadono esclusivamente sugli autori delle stesse e non sulla dirigenza scolastica – si legge in una nota -. Il ministro Bussetti ha garantito e auspicato un confronto costruttivo e costante con i sindacati. L’incontro si è svolto in un clima di reciproca collaborazione e ha rappresentato il primo di una serie di confronti tecnici che ci saranno a partire dalla prossima settimana, sia per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, sia per affrontare i temi più generali e specifici del mondo della scuola”.

 

PRESTITI PER STUDIO, 87 MILIONI IN 7 MESI

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A breve per oltre 9 milioni di studenti suonerà la campanella e molte famiglie dovranno fare i conti con il caro-scuola. Tra costi di iscrizione, rette, acquisto libri e materiale didattico, però, la spesa totale potrebbe essere molto elevata, tanto che, secondo le stime di Facile.it e Prestiti.it nel corso dei primi sette mesi del 2018 sono stati erogati prestiti personali pari ad oltre 87 milioni di euro per pagare i costi legati a studio, formazione e università.

Dall’esame di un campione di oltre 75.000 domande di prestito personale presentate tramite i due portali tra l’1 gennaio 2018 e il 31 luglio 2018, è emerso che chi si è rivolto ad una società del credito per sostenere i costi legati alla formazione ha cercato di ottenere, in media, 7.664 euro, somma che intende restituire, sempre in media, in 4 anni e mezzo (55 mensilità).

Per calcolare quanto può pesare sul bilancio di una famiglia un tipo di prestito come quello connesso allo studio, Facile.it ha svolto una simulazione analizzando le migliori offerte di finanziamento attualmente disponibili; chiedere oggi un prestito personale per lo studio pari a 7.600 euro, da restituire in 5 anni, equivale a sostenere una rata mensile che varia tra i 149 euro e i 162 euro, con un Taeg compreso tra il 7,10% e l’11,26%.

ANIEF: “FLOP ASSUNZIONI IN RUOLO DOCENTI”

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“Solo 17.747 docenti sono stati individuati sui 57.322 posti. Per le supplenze, la prima fascia delle graduatorie d’istituto sarà pronta soltanto il 3 settembre e la terza fascia del personale ATA entro il 20 settembre, ad anno scolastico iniziato”. Lo afferma in una nota l’Anief, che per risolvere questa situazione chiede nomine in surroga dalle GMRA e dalle GAE dopo la riapertura prevista dal Milleproroghe approvato dal Senato.

“Dai resoconti sindacali dell’incontro svoltosi al Miur – Anief, infatti, nonostante la formale richiesta non ha ancora ricevuto l’informativa – apprendiamo che al 27 agosto è stato assunto in ruolo soltanto il 16,5% del personale docente al Nord, il 29,7% al Centro, il 46,7% al Sud – spiega il sindacato in una nota -. Quale siano le motivazioni possiamo immaginarle: graduatorie ad esaurimento e di merito esaurite, ritardi nella pubblicazione delle nuove GRMA. Basta autorizzare assunzioni dopo il primo settembre per coprire la cattedra con la nomina dei candidati inseriti nelle nuove GRMA, una volta pubblicate, e di quelli inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento, la cui apertura, attualmente, è prevista dal comma 3-quinquies all’art. 6 del disegno di legge di conversione del decreto legge n. 91 del 25 luglio 2018, licenziato dal Senato”.

“Il testo sarà discusso presso la Camera dei Deputati l’11 settembre, giorno della manifestazione nazionale dei precari e del primo sciopero dell’anno scolastico indetto da Anief per il personale della scuola – prosegue la nota -. I ritardi, poi, sulla pubblicazione delle graduatorie d’istituto, portano ulteriore confusione nell’attribuzione dei più di centomila incarichi a tempo determinato che servono per far partire la scuola. Da quando le graduatorie ad esaurimento sono esaurite, infatti, le scuole chiamano dalle graduatorie d’istituto che a differenze delle prime non sono provinciali e non sempre pertanto contengono i docenti necessari che hanno la possibilità di scegliere soltanto da 10 a 20 scuole in base al ciclo d’istruzione con la conseguenza di nomine deserte e alunni senza insegnanti. Né va meglio per il personale ATA, dove per l’aggiornamento della terza fascia dove hanno presentato domanda migliaia di aspiranti si dovrò aspettare fino al 20 settembre. Non si sa poi lo stato della nomina dei 9.838 collaboratori scolastici e Ata previsti”.

 

PULIZIE, ANIP: “NO RISPARMI DA 12 MILA ASSUNZIONI”

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«In relazione all’ipotesi di assumere 12 mila unità di personale Ata proveniente da cooperative esterne che di fatto bloccherebbe tutte le procedure di appalto per l’affidamento di servizi di pulizia e manutenzione delle scuole, pensiamo che tale prospettiva, seppur non ufficialmente avallata dal Governo e in particolare dal Ministero competente, incontrerà diversi ordini di problemi. Primo fa tutti quello di non realizzare il risparmio auspicato. Semmai la spesa per lo Stato aumenterebbe notevolmente, mentre siamo certi che attribuire funzioni di addetto di pulizia ad un bidello non garantisca il lavoratore, tantomeno la qualità del servizio». Lo afferma in una nota il presidente di ANIP-Confindustria (l’associazione che raccoglie le maggiori imprese di pulizia e servizi integrati in Italia), Lorenzo Mattioli, commentando le notizie comparse sulla stampa in merito alla possibile internalizzazione del servizio di pulizia scolastico.

«Consci delle criticità che hanno caratterizzato il maxi appalto per la pulizia delle scuole – dice Mattioli – pensiamo che un annuncio simile vada ponderato, accompagnato da numeri e tempi certi. Da parte nostra abbiamo calcolato che l’internalizzazione aggraverà i costi di 450 milioni di euro l’anno, e non 200 milioni di risparmio come auspicato. Altro dubbio è sulla mera esecuzione del lavoro: come è possibile per il personale ausiliario svolgere anche mansioni di pulizia? E soprattutto, pensiamo bastino 12 mila lavoratori per tutte le scuole pubbliche italiane, in tutto circa 32 mila? Non vogliamo che la nostra posizione, di assoluta cautela e buon senso, venga strumentalizzata: non siamo contro le assunzioni – dice Mattioli – ma questo approccio antieconomico andrebbe corretto con uno maggiormente strategico e di ampia veduta. Vorremmo capire se esistono le coperture, anche a fronte dell’ultima ondata di assunzioni di personale ATA (con 9800 immissioni a ruolo) varata dal Governo a inizio agosto».

 

SALVINI LANCIA “SCUOLE SICURE”

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Un investimento di 2,5 milioni di euro per incrementare i controlli davanti le scuole contro “i venditori di morte”. È quanto prevede la direttiva “Scuole Sicure” presentata oggi al Viminale dal ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, per contrastare lo spaccio di droghe.

“Il problema dell’aumento dei reati connessi agli stupefacenti è un tema che mi sta molto a cuore da ministro e da papà. L’anno scorso – afferma Salvini – si è registrato un aumento dei reati connessi agli stupefacenti del 12,5%, un incremento corrisposto a più persone arrestate, ma la cosa preoccupante è che l’aumento del 10% riguarda minorenni. C’è una preoccupante diminuzione di età media del primo consumo di stupefacenti e le scuole, in numerosi casi, risultano punti di attrazione”.

Il titolare del Viminale sottolinea che si tratta di un progetto pilota che al momento riguarderà le scuole delle 15 principali città italiane.

“Come ministero abbiamo tirato fuori dei soldi per un progetto che è la prima volta che portiamo avanti e vedremo con quali risultati. I fondi – aggiunge – saranno utilizzati per incrementare gli impianti di videosorveglianza, le assunzioni temporanee di vigili urbani e le campagne informative per fare una battaglia antidroga coinvolgendo presidi, sindaci e prefetture. Se riusciremo ad allontanare anche un solo spacciatore da un solo ragazzino saranno soldi ben spesi”.

Con il progetto Scuole Sicure “non ci sarà nessun rastrellamento, non ci saranno i carri armati fuori dagli istituti scolastici – assicura Salvini – ma ci sarà un’opera di attenzione e prevenzione nei dintorni dei plessi scolastici anche in base alle segnalazioni che i sindaci e dirigenti scolastici concorderanno con le prefetture. Qualcosa di assolutamente soft ma di efficace, non punitivo ma preventivo”.

“Se funzionerà, come mi auguro, questo progetto verrà esteso nei prossimi mesi anche ad altre città. E’ una risposta concreta a una vera e propria emergenza visto che in alcune situazioni l’età di consumo di stupefacenti si riduce a 12-13 anni, è una cosa incredibile che ci porta non solo alle scuole medie superiori ma addirittura alle inferiori – conclude Salvini -. Sarebbe mia soddisfazione l’anno prossimo registrare una diminuzione e non un aumento dei reati connessi allo spaccio. Sono sicuro che saranno soldi ben spesi”.