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Ue, Fitto “Onorato dell’incarico, grande riconoscimento per l’Italia”

ROMA (ITALPRESS) – “Sono onorato dell’incarico ricevuto oggi da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, e la ringrazio per la stima e la fiducia che mi ha voluto dimostrare con questa scelta, giunta a seguito della mia designazione da parte del Presidente Meloni e del Governo italiano. Questa decisione rappresenta un grande riconoscimento per l’Italia, Paese fondatore da sempre in prima fila nel processo d’integrazione europea”. Così, in una nota, il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. “Intendo esercitare il ruolo affidatomi, una volta concluso l’iter di approvazione della nuova Commissione, con il massimo impegno e nel pieno rispetto dei Trattati e del loro spirito, nella consapevolezza che i prossimi cinque anni saranno fondamentali per il futuro dell’Unione europea e dei suoi cittadini”, ha aggiunto.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Diabete Tipo 1, passi avanti verso lo screening pediatrico nazionale

ROMA (ITALPRESS) – Sedici raccomandazioni mirate a sviluppare un modello organizzativo efficace per la gestione dello screening a livello nazionale come l’importanza del coinvolgimento attivo dei pediatri di famiglia e ospedalieri per il supporto continuo alle famiglie, la creazione di una rete di laboratori regionali qualificati per un’analisi uniforme dei campioni, e l’istituzione di team specialistici nei centri regionali per un’assistenza integrata ai bambini diagnosticati. E’ il White paper “Screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la Celiachia” promosso in conformità con la Legge n.130/2023 approvata proprio un anno fa all’unanimità dal Parlamento, e presentato alla Camera dei Deputati su iniziativa del vicepresidente Giorgio Mulè. Il White paper, frutto della collaborazione tra esperti di sanità, endocrinologia pediatrica, diabetologia e rappresentanti delle associazioni di pazienti, rientra nel progetto Diabetes Type 1 Vision of Screening (D1VE), realizzato da Sanofi in collaborazione con UTOPIA, che ha l’obiettivo di favorire un dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti nell’attuazione della legge approvata lo scorso autunno, che pone l’Italia come primo Paese al mondo a introdurre un programma di screening nazionale regolato da una legge statale, focalizzato sulla diagnosi precoce in età pediatrica. “I primi dati sul programma nazionale di screening per rilevare la predisposizione genetica al diabete di tipo uno e alla celiachia confermano la straordinaria ed essenziale importanza della legge 130 approvata esattamente un anno fa dal Parlamento. Le indagini svolte a campione in quattro Regioni, che saranno la base per avviare lo screening su base nazionale, dicono al di là di ogni ragionevole dubbio come grazie allo screening siano stati intercettati numerosissimi casi destinati altrimenti ad essere sconosciuti, con conseguenze probabilmente gravi o gravissime per gli interessati. Si tratta della conferma della bontà di un’iniziativa prima al mondo che pone il nostro paese all’avanguardia nell’attività di prevenzione per due patologie sempre più diffuse nella popolazione pediatrica. Grazie all’operato dell’Istituto Superiore di Sanità, di concerto con il Ministero della Salute, i medici pediatri e le associazioni di pazienti si è raggiunta questa prima fondamentale tappa. Siamo sulla strada giusta, adesso continueremo a lavorare con la stessa determinazione per raggiungere nuovi obiettivi”, ha detto Mulè.
Con un investimento di 3,85 milioni di euro all’anno per il biennio 2024-2025 e di 2,85 milioni di euro annuali a partire dal 2026, il programma pluriennale di screening in età pediatrica riveste un’importanza cruciale. Questo programma non solo previene malattie croniche ancora incurabili, come il diabete di tipo 1, ma consente anche una diagnosi tempestiva di patologie in crescita come la celiachia, prima che i sintomi clinici si manifestino. L’obiettivo principale è evitare le complicanze legate a una diagnosi tardiva, migliorando significativamente la qualità della vita dei giovani pazienti e delle loro famiglie. Il programma ha come scopo quello di ridurre il rischio di chetoacidosi diabetica – spesso la prima manifestazione clinica del diabete di tipo 1 – e di diagnosticare la celiachia in fase precoce, garantendo un trattamento immediato per evitare complicanze come ritardi della crescita e pubertà ritardata. Prima dell’adozione su scala nazionale, è stato condotto uno studio preparatorio denominato D1Ce Screen 2, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con il Ministero della Salute. In tale studio sono state coinvolte quattro regioni italiane – Lombardia, Marche, Campania e Sardegna – con l’obiettivo di testare la fattibilità del programma, valutarne i costi, e analizzare i benefici di uno screening sistematico su tutta la popolazione pediatrica. Durante questa fase, i pediatri di libera scelta hanno giocato un ruolo fondamentale, reclutando su base volontaria bambini di età compresa tra 2, 6 e 10 anni per essere sottoposti a un prelievo di sangue capillare, destinato alla determinazione degli autoanticorpi specifici per il diabete di tipo 1 e la celiachia. Ad oggi sono state inserite a sistema 3819 anagrafiche e i risultati ottenuti hanno evidenziato un’elevata partecipazione delle famiglie, segno di una forte consapevolezza dell’importanza di una diagnosi precoce. “Lo sviluppo di nuove terapie e la possibilità di screening precoce stanno trasformando profondamente la gestione del diabete di tipo 1, e il Teplizumab rappresenta una delle innovazioni più significative in questo contesto. Tutto ciò apre scenari del tutto nuovi per la prevenzione, offrendo un’opportunità straordinaria per intervenire prima che il diabete si manifesti clinicamente. Accanto a terapie innovative come il Teplizumab, anche lo screening precoce gioca un ruolo cruciale: identificare individui a rischio consente di personalizzare gli interventi terapeutici, anticipando le complicanze e migliorando la qualità di vita delle persone con diabete tipo 1”, spiega Raffaella Buzzetti, Presidente Eletto della Società italiana diabetologia (SID). Meno noto rispetto al diabete di tipo 2, il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune ancora incurabile, causata dalla distruzione delle cellule beta delle isole pancreatiche, responsabili della produzione di insulina. In Italia, questa patologia colpisce circa 300.000 persone, e nel 2021 si sono registrati 26,7 nuovi casi ogni 100.000 bambini, di cui il 43,2% con esordio in chetoacidosi diabetica 3, una complicanza potenzialmente fatale se non diagnosticata tempestivamente. Anche la celiachia, un’altra malattia autoimmune cronica, è molto comune in Italia, con oltre 200.000 persone affette. Sebbene siano patologie distinte, il diabete di tipo 1 e la celiachia condividono molti elementi comuni, come i meccanismi autoimmuni e una predisposizione genetica associata ai polimorfismi del complesso HLA (Human Leukocyte Antigens). Fino al 5% dei pazienti potrebbe soffrire di entrambe le condizioni, rendendo la gestione clinica più complessa e costosa. Questo quadro clinico a livello nazionale sottolinea ancora di più l’importanza nel procedere con un programma strutturato di prevenzione partendo proprio dai più piccoli. Lo screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia ha già attirato l’attenzione delle principali istituzioni scientifiche internazionali e delle riviste più prestigiose, come Lancet 4 e Science 5. L’introduzione di un programma così articolato e regolato per legge non ha precedenti e pone l’Italia in una posizione di assoluta avanguardia nella prevenzione sanitaria. I prossimi passi prevedono l’adozione del programma su tutto il territorio nazionale, nel 2025, con un impegno costante per garantire la massima adesione e per monitorare i risultati, al fine di apportare eventuali miglioramenti. “La legge 130/2023 ha reso l’Italia Paese capofila nel dotarsi dello strumento dello screening e questo, deve essere per noi motivo di grande orgoglio. Questo progetto ha favorito l’incontro e la collaborazione stretta e sinergica dei principali attori coinvolti nella fase di implementazione della Legge che hanno messo a sistema le loro grandi competenze per il raggiungimento di un obiettivo comune: quello di rendere il progresso scientifico come lo screening del T1D e celiachia, alla portata di tutte le famiglie del nostro Paese. E’ anche un traguardo significativo per la nostra azienda, che ha messo l’immunologia al centro della propria strategia di ricerca e sviluppo, sfruttando la competenza e la vasta conoscenza del sistema immunitario per comprendere e trattare le malattie, dove esso non risulta più in equilibrio, come per l’appunto nel diabete di tipo 1”, sottolinea Alessandro Crevani, General Manager Business Unit General Manager Business Unit General Medicines di Sanofi.
“Come Sanofi abbiamo una storia profondamente legata al diabete e lavoriamo ogni giorno per cambiare il corso di questa patologia. Da luglio dell’anno scorso abbiamo infatti istituito un’area dedicata all’immuno-diabetologia, con l’ambizioso obiettivo di trasformare radicalmente in futuro il trattamento del diabete di tipo 1, ritardandone l’esordio e con l’ambizione dataci dalla nostra pipeline di arrivare un giorno ad impedirlo del tutto”, conclude.

– Foto xb1/Italpress –

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Il Manifesto su rischio cardiovascolare residuo e cure a valore aggiunto

ROMA (ITALPRESS) – Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Italia con oltre 217 mila decessi l’anno e contribuiscono in modo determinante alla disabilità. Sono caratterizzate da disordini cardiaci e vascolari che includono la malattia coronarica, cerebrovascolare, vascolare periferica e altre forme di cardiopatia ischemica cronica. Secondo le ultime stime del Global Burden of Disease, in Italia circa 9,6 milioni di individui sono affetti da malattie cardiovascolari (CVD), con 800 mila nuove diagnosi annuali e oltre 670 mila ricoveri ospedalieri imputabili a queste patologie.
Nonostante l’elevato tasso di mortalità, l’identificazione e la prevenzione dei fattori di rischio possono ridurre significativamente l’insorgenza e la progressione delle malattie cardiovascolari. Attualmente, i trattamenti primari per la prevenzione e gestione delle CVD includono terapie ipolipemizzanti, terapie antidiabetiche e antipertensive. Tuttavia, nonostante l’efficacia di questi trattamenti, esiste un gruppo di pazienti che può rimanere esposto a rischio cardiovascolare residuo.
Il rischio cardiovascolare residuo si può definire come la probabilità che ha una persona con malattia cardiovascolare di sviluppare nuovi eventi cardiovascolari, spesso fatali, anche laddove trattata seguendo gli standard di cura attualmente in uso.
“Esiste uno specifico gruppo di pazienti che presenta un rischio cardiovascolare residuo, per il quale gli attuali percorsi di cura e l’utilizzo delle terapie farmacologiche in uso non sono in grado di migliorare la prognosi e che, di conseguenza, può sviluppare nuovi eventi cardiovascolari, spesso fatali – sottolinea Pasquale Perrone Filardi, Presidente Società Italiana Cardiologia – SIC; Professore Malattie Apparato Cardiovascolare, Università degli Studi di Napoli, Federico II – . Questo perchè la persistenza del rischio cardiovascolare residuo è indipendente dal controllo del colesterolo ‘cattivò LDL (C-LDL). Per questi pazienti la comunità scientifica ha già individuato terapie a valore aggiunto in grado di colmare il bisogno insoddisfatto, che hanno dimostrato di ridurre significativamente il rischio di eventi cardiovascolari, offrendo una nuova e potente arma terapeutica ai pazienti in prevenzione secondaria e livelli moderatamente elevati di trigliceridi”.
Per consentire il confronto tra i principali attori di sistema sull’importanza della prevenzione nel rischio cardiovascolare residuo e le opportunità di cura, a tutela del paziente su tutto il territorio nazionale, presso l’Istituto Sturzo a Roma si è tenuto l’incontro dal titolo “Prevenzione, appropriatezza e accesso omogeneo alle terapie: driver fondamentali per contrastare il rischio cardiovascolare residuo”, in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare sulle malattie cardio, cerebro e vascolari, con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanita, SID – Società Italiana di Diabetologia e SALUTEQUITA’; promosso da SIC, GISE, SISA, ANMCO, FADOI, SIMI, AMD, SIMG, FIMMG; organizzato da Cencora Pharmalex e realizzato con il contributo non condizionante di Amarin.
L’evento ha sottolineato la necessità di garantire al cittadino paziente un accesso equo alle terapie a valore aggiunto importante, evidenziando la centralità della prevenzione nel rischio cardiovascolare residuo.
“Per le persone che hanno avuto uno o più eventi cardiovascolari, con rischio cardiovascolare residuo, è necessario fare di più. Sappiamo che il diritto alla salute, se manca un accesso omogeneo e tempestivo alle migliori cure ed alle terapie a valore aggiunto, non può considerarsi garantito – dichiara Maria Pia Ruggieri, Consigliere di Salutequità -. Per aiutare queste persone il passo fondamentale è fare sistema e promuovere una maggior fruibilità dell’innovazione, molto spesso, salvavita. Abbiamo deciso di patrocinare il Manifesto sul rischio cardiovascolare residuo, che è stato il frutto del lavoro congiunto di comunità scientifica e stakeholder in Sanità, per assicurarci che i bisogni e i diritti dei cittadini siano chiari alle istituzioni competenti e che vengano superate le disparità di accesso alle cure esistenti rispetto ad altri cittadini europei, ed anche all’interno delle nostre Regioni”.
Durante l’incontro è stato presentato ufficialmente il Manifesto “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”, promosso da SIC, GISE, SISA, ANMCO, FADOI, SIMI, AMD, SIMG, FIMMG e con il patrocinio di SID e SALUTEQUITA’. Il documento inquadra la patologia sintetizzando lo stato dell’arte delle terapie in uso per la gestione del rischio cardiovascolare e richiamando l’attenzione sull’importanza di avere disponibili terapie a valore aggiunto per la gestione del rischio residuo, a cui si associa la necessità di uniformare l’accesso alle cure in tutta Italia, favorendo un miglioramento dei percorsi di presa in carico.
“Come Parlamentare e Coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare sulle malattie cardio, cerebro e vascolari, è saldo il nostro impegno nel cercare di tutelare i pazienti affetti da malattie cardiovascolari – ha sottolineato Elena Murelli, 10° Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Senato della Repubblica -. E’ fondamentale ridurre la prevalenza di queste malattie come causa principale di mortalità in Italia. In tal senso, sosteniamo il Manifesto sul rischio cardiovascolare residuo, che chiede una gestione complessiva e adeguata dei pazienti a rischio. Il nostro obiettivo ed impegno politico è finalizzato ad assicurare che tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro residenza, abbiano le stesse opportunità di diagnosi e trattamento in modo uniforme e tempestivo promuovendo la spinta alla programmazione sanitaria del nostro Sistema Paese come benchmark per l’Europa”.
Chiaro è l’appello alle istituzioni al fine di garantire un accesso uniforme, omogeneo e gratuito alle terapie per tutti i pazienti. Questo richiede politiche sanitarie inclusive, finanziamenti adeguati e una collaborazione tra enti pubblici e privati per assicurare che nessun paziente venga lasciato indietro.
L’obiettivo è quello di ottimizzare le risorse del Servizio Sanitario Nazionale, investendo in salute ed innovazione per ridurre ospedalizzazioni e disabilità e per sostenere i pazienti, le loro famiglie e i caregiver, anche attraverso l’informazione e la prevenzione: “Eventi come quello di oggi, sono cruciali per diffondere la cultura della prevenzione, specialmente per chi ha già avuto uno o più eventi cardiovascolari. Solo questa può condurre alla riduzione del tasso di mortalità della patologia che, ancora oggi, rappresenta la prima causa di morte in Italia. Per andare in questa direzione, è necessario informare e formare tutti gli operatori sanitari e i cittadini. Come Istituto Superiore di Sanità siamo impegnati in questa direzione e siamo certi che il nostro contributo possa aiutare a garantire le migliori diagnosi e cure in tutte le Regioni”, ha concluso Manuela Bocchino, Medico Specialista in Cardiologia, Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento, Istituto Superiore di Sanità.

– Foto ufficio stampa PharmaLex Italy –

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Italiano “Bologna in Champions con emozione e orgoglio”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Il livello è alto. Partiamo affrontando un avversario esperto in questa competizione come lo Shakhtar Donetsk. Con questo nuovo format, però, abbiamo la possibilità, soprattutto in casa, di fare vedere quanto valiamo. A partire da domani. Ci dobbiamo fare trovare pronti”. Così il tecnico del Bologna, Vincenzo Italiano, alla vigilia del debutto in Champions contro la squadra ucraina. “L’emozione del debutto è sicuramente grande, è la competizione più prestigiosa, bella e seguita in tutta Europa”, spiega l’allenatore rossoblù che si prepara alla sua ‘primà nel massimo torneo continentale, dopo aver fatto grandi cose in Conference con la Fiorentina. “Nei due anni precedenti ho avuto l’occasione di essere protagonista di un percorso che ci ha portato a due finali europee che poi non si sono concluse bene, ma l’importante è il percorso, è quello che ti fa crescere, ti forma e ti dà grandi spunti per continuare a migliorare”, ha aggiunto Italiano. “Andremo in stadi gloriosi contro avversarie che in Europa hanno dettato legge, sarà un cammino bellissimo ed emozionante che vivremo con grandissimo orgoglio. Non vogliamo fare le comparse, cercheremo di dare il meglio del Bologna in ogni gara”.
– Foto Ipa Agency –
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Una nuova zona Drs fa il suo debutto a Singapore

ROMA (ITALPRESS) – Sono quasi settemila i chilometri che separano Baku da Singapore e le squadre e tutti i protagonisti del mondo della Formula 1 hanno intrapreso l’ennesima sfida logistica di questa lunghissima stagione. All’Equatore, spiegano da Pirelli, le mescole da asciutto disponibili per la quindicesima edizione del Gran Premio di Singapore saranno le stesse della scorsa edizione e anche le stesse delle ultime due gare, disputate su tracciati dalle caratteristiche molto diverse come quelli di Monza e Baku: C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft. Il circuito è stato modificato lo scorso anno e reso un pò più filante ma rimane uno dei più tortuosi di tutta la stagione. La lunghezza è stata ridotta a 4,940 chilometri e il numero di giri previsti aumentato a 62. Nell’ultimo settore – quello originariamente compreso fra le curve 16 e 19 – è stato creato un rettilineo lungo quasi 400 metri e, conseguentemente, il numero totale delle curve è sceso da 23 a 19. Nel 2023 era iniziata la riasfaltatura del tracciato e questo lavoro è proseguito anche quest’anno: i tratti fra le curve 3 e 9, fra la 10 e la 12 e fra la 14 e la 17 sono stati rifatti. Il bitume dovrebbe essere simile a quello già utilizzato su delle strade normalmente aperte al traffico cittadino ma su un asfalto nuovo è lecito attendersi un livello di rugosità inferiore.
La prima sessione di prove libere, solitamente poco indicativa, servirà a tutti per raccogliere importanti informazioni sul comportamento dei pneumatici. Come tutti i circuiti cittadini, a Singapore anche un piccolo errore si paga a caro prezzo, visto che le vie di fuga non sono molte e basta una sbavatura per toccare uno dei muri che delimita la pista. Ciò comporta anche un’elevatissima possibilità di avere delle neutralizzazioni, anche perchè il tempo necessario per rimuovere una vettura incidentata non sempre è rapidissimo. Se a ciò si aggiunge sia che il tempo perso in pit-lane per il cambio gomme si aggira attorno ai 28″ – la velocità a Singapore è ridotta a 60 km/h – sia che i sorpassi sono decisamente complicati da completare si capisce come questo Gran Premio sia quasi obbligatoriamente una delle gare dove la singola sosta è l’unica strategia possibile, con la doppia sosta che diventa un’opzione solamente nel caso che se ne presentasse l’opportunità in caso di neutralizzazione. Solitamente, la Soft è una gomma prettamente da qualifica, con Medium e Hard a spartirsi i giri in gara. Peraltro, lo scorso anno la C5 ha giocato un suo ruolo anche la domenica, soprattutto nel primo stint per cercare di sfruttarne il miglior grip alla partenza.
Il degrado su questa pista è dovuto principalmente allo stress termico, non tanto sulla superficie del pneumatico quanto al suo interno, un comportamento che non si verifica così frequentemente e che varia molto in base all’assetto delle vetture e al carico aerodinamico che riescono a produrre. Tantissime volte si è assistito ad un primo stint in cui i piloti hanno gestito il più possibile le gomme cercando di allungarlo per equilibrare il più possibile le due porzioni della corsa. Ciò spesso ha provocato la formazione di treni di vetture con distacchi minimi l’una dall’altra che non riuscivano però a superarsi perchè la differenza di prestazione era comunque relativa, nonostante ci fossero ben tre zone DRS. Per cercare di offrire qualche chance in più di azione in pista, la FIA ha deciso per questo fine settimana di introdurre una quarta zona DRS, fra la curva 14 e la 16. Un altro fattore di imprevedibilità è legato alle condizioni meteorologiche. Situata a cavallo della linea dell’Equatore, Singapore ha un clima sempre costante, contraddistinto dall’elevato tasso d’umidità, raramente sotto il 70%, e dalla possibilità di scrosci di pioggia, anche molto intensi, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Meloni “Con la nomina di Fitto l’Italia torna protagonista in Europa”

ROMA (ITALPRESS) – “Congratulazioni a Raffaele Fitto per la nomina a vice presidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme. Un riconoscimento importante che conferma il ritrovato ruolo centrale della nostra Nazione in ambito Ue. L’Italia torna finalmente protagonista in Europa. In bocca al lupo Raffaele, siamo certi che svolgerai benissimo il tuo incarico nell’interesse dell’Europa e dell’Italia”. Così su X il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
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-Foto: Palazzo Chigi-

Torna “Stealth Wealth – Ricchezze nascoste tra strade in salita”

MILANO (ITALPRESS) – Il 18 settembre Radioimmaginaria, radio e network europeo degli adolescenti, ed Istituto Ganassini, che grazie al suo programma di Corporate Social Responsibility sostiene e finanzia progetti ed iniziative improntate alla tutela dell’ambiente, delle persone e delle comunità, presentano la seconda edizione di “Stealth Wealth – Ricchezze nascoste tra strade in salita”, un evento trasmesso in diretta dalle ore 11 alle ore 16 su Radioimmaginaria.
L’evento ha come obiettivo quello di ispirare il pubblico presente e in ascolto raccontando storie di personaggi ed organizzazioni che hanno raggiunto il successo o realizzato i propri sogni intraprendendo “strade in salita”; scegliendo quindi percorsi meno agevoli o poco convenzionali. Quest’anno l’evento ha come focus principale la salute mentale degli adolescenti.
Per questo motivo saranno presenti in qualità di ospiti intervistati: Bruno Mazza, fondatore dell’associazione “Un’infanzia da Vivere” che a Caivano, in provincia di Napoli, offre agli adolescenti un’alternativa alla strada e combatte la dispersione scolastica attraverso lo sport; Angelica Pizzillo, presidente della commissione salute mentale della Consulta Provinciale degli Studenti di Cuneo e ambassador di Young4helpchat, piattaforma di chat anonima e gratuita gestita da giovani tra i 15 e i 25 anni, rivolta a coetanei che cercano supporto in momenti di difficoltà; alcuni rappresentanti di Progetto Itaca, associazione che promuove programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della Salute Mentale e alle loro famiglie.
Presente, in qualità di progetto di valore segnalato da Istituto Ganassini, anche una rappresentanza di Slow Food, associazione no profit che lavora in 150 Paesi per promuovere un’alimentazione buona, pulita e giusta per tutti.
E’ possibile seguire l’evento collegandosi sul sito di Radioimmaginaria: radioimmaginaria.it.

– Foto Radio Immaginaria –

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Campania, accordo per la coesione. Governo assegna 3,5 miliardi

ROMA (ITALPRESS) – Il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha sottoscritto a Palazzo Chigi l’Accordo per la coesione per la Campania con il presidente della Regione, Vincenzo De Luca.
L’Accordo consente di assegnare alla Campania un ammontare di risorse nazionali, tra Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027 e Fondo di rotazione, pari a 3.478 milioni di euro per investimenti strategici per cittadini e imprese del territorio.
“La firma di oggi – si legge in una nota di Palazzo Chigi – è l’esito di un percorso a ritmo serrato che ha visto le strutture della Presidenza del Consiglio, coordinate dal Ministro per le politiche di coesione, Raffaele Fitto, lavorare in sinergia con la Regione e le Amministrazioni centrali competenti per ciascuna materia, al fine di individuare le priorità progettuali, impegnandosi sulle tempistiche di realizzazione. La previsione di tempi certi per l’utilizzo dei fondi, pena la revoca, è proprio l’elemento caratterizzante della riforma della politica di coesione nazionale varata dal Governo nel settembre 2023, anche al fine di superare gli storici limiti sperimentati dal nostro Paese con riferimento alla spesa dei fondi di coesione”.
“Con la firma di oggi concludiamo il diciannovesimo Accordo per la Coesione – ha dichiarato Meloni – in poco meno di un anno dalla riforma della coesione varata dal Governo, infatti, abbiamo sottoscritto gli Accordi con le due Province Autonome e quasi tutte le Regioni, assegnando 22,6 miliardi di euro per investimenti, soprattutto in infrastrutture, finalizzati alla riduzione degli storici divari territoriali che caratterizzano il nostro Paese. Si tratta di interventi che incidono profondamente sulla qualità della vita dei cittadini campani e sulla competitività del tessuto produttivo del territorio, con l’obiettivo di imprimere un’accelerazione nel percorso di crescita e sviluppo della Regione e nella sua capacità di sfruttare appieno le risorse nazionali destinate alle politiche di coesione”.
Con l’accordo di oggi si completa il quadro degli interventi per la Campania promossi dal Governo attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione, tra i quali l’azione di bonifica di Bagnoli, gli interventi urgenti di messa in sicurezza per affrontare l’emergenza bradisismo nei Campi Flegrei, il completamento di numerosi progetti della precedente programmazione per i Comuni, gli interventi per l’ambiente, i trasporti e la cultura. “Un’attenzione alle esigenze espresse dal territorio – ha aggiunto il presidente Meloni – che trovano nelle risorse nazionali per la coesione un’occasione concreta di tempestiva realizzazione”.
L’Accordo siglato oggi, infatti, porta a compimento il percorso di assegnazione delle risorse FSC 2021-2027 imputate programmaticamente alla Campania e pari a 6,5 miliardi di euro.
Una prima quota, pari a 582,18 milioni è stata assegnata nel 2021 su progetti ‘di immediato avviò presentati dalla Regione. Successivamente, per rispondere alle esigenze emerse dal territorio, si è proceduto, ai sensi dei decreti-legge n. 60/2024 e n. 76/2024, ad assegnazioni puntuali del FSC 2021-2027 per il completamento degli interventi della precedente programmazione soprattutto di competenza dei Comuni (388 milioni), per il risanamento e la riqualificazione dell’area di Bagnoli-Coroglio (1.218 milioni), per interventi infrastrutturali strategici e di pronta cantierabilità in campo ambientale, trasportistico e culturale (1.973 milioni), e, non ultimo, per rispondere all’emergenza bradisismo nell’area dei Campi Flegrei (206 milioni).
Dei 6,5 miliardi programmati per la Campania, quindi, il Governo aveva già finalizzato 4,3 miliardi, a cui si aggiungono oggi i 2,2 miliardi di euro per il finanziamento di 181 interventi negli ambiti della riqualificazione urbana, incluso il potenziamento delle infrastrutture sportive, della salute, con interventi infrastrutturali sugli ospedali regionali, e della competitività delle imprese.
L’Accordo include, oltre alle citate risorse FSC, anche la finalizzazione delle risorse del Fondo di Rotazione ex lege 183/1987, pari a ulteriori 1.277 milioni di euro, quale quota non utilizzata dalla Regione a cofinanziamento dei Programmi europei regionali 2021-2027. A valere su questa ulteriore disponibilità, si prevedono in Accordo altri 72 interventi in ambito culturale, per ridurre il costo del trasporto pubblico per gli studenti, per aiutare le famiglie e la natalità nonchè per completare il programma di investimenti infrastrutturali.
“Esprimo grande soddisfazione – ha dichiarato il ministro per Fitto – per la sottoscrizione dell’Accordo per la Campania, un traguardo che corona gli sforzi profusi nel coniugare le istanze provenienti dal territorio con la strategia del Governo in materia di politiche di coesione”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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