ROMA (ITALPRESS)- Jannik Sinner inizia la settimana numero 14 da numero 1 del mondo. Il primo italiano a vincere due Slam in singolare in una stessa stagione, Australian Open e US Open, e il primo giocatore dopo Guillermo Vilas nel 1977 a conquistare i suoi primi due major in carriera nella stessa stagione, ha superato per settimane in vetta alla classifica Andy Roddick. Alla luce della vittoria di Sinner a Flushing Meadows sull’americano Taylor Fritz, che guadagna cinque posizioni e si attesta settimo, ‘A-Rod’ resta l’ultimo campione Slam USA in singolare maschile. Sinner ha un vantaggio di 4.105 punti sul tedesco Alexander Zverev, nuovo numero 2 del ranking, e per questo è il grande favorito per chiudere in vetta a fine stagione. Lo spagnolo Carlos Alcaraz resta terzo, il serbo Novak Djokovic scivola di due gradini ed è quarto. Per quanto riguarda gli italiani, nel ranking ATP di questa settimana troviamo sette giocatori tra i primi 50 e nove tra i primi 100.
– Foto Ipa Agency –
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Sinner consolida il primato nel ranking Atp
Medicina estetica occulta, preoccupa la crescita di casi
TORINO (ITALPRESS) – Dopo il lockdown, è aumentata in modo considerevole la presenza di “esperti” online che hanno successo con i tutorial in cui spiegano come fare auto-medicina estetica, usando dispositivi per auto-iniettarsi prodotti come l’acido ialuronico nella pelle.
Un trend rischioso per la salute, che si aggiunge e rende ulteriormente pericoloso il sottobosco di pratiche mediche abusive, a due anni dall’ultima e più recente maxi operazione nazionale dei Carabinieri dei NAS che nel maggio 2022, di concerto con il Ministero della Salute, aveva riguardato quasi 800 tra centri estetici e studi di medicina estetica, rilevando 110 non conformità e 41 illeciti penali (esercizio abusivo della professione, apertura abusiva di ambulatori di medicina estetica, irregolarità nella gestione e detenzione dei farmaci, prescrizione di farmaci a uso ospedaliero e falsificazione di attestati professionali), con conseguente deferimento di 33 titolari e operatori all’Autorità Giudiziaria e il sequestro/sospensione di 8 centri estetici e 3 studi medici/poliambulatori.
Utilizzare dispositivi medici senza averne la giusta competenza e senza il rispetto delle procedure previste dalla legge può esporre i pazienti a gravi conseguenze. Come quelle che si sono manifestate nei casi che sempre più spesso arrivano negli studi di Torino e Santa Margherita Ligure di Cristina Sartorio, referente per il Piemonte della Sies, Società italiana di chirurgia e medicina estetica e docente della scuola post- universitaria Agorà di Milano, che conferma: “Su 50 pazienti, 49 conoscono amiche che frequentano strutture low cost o si fanno iniettare dall’amica dell’amica, persone che non sono un medico. In qualsiasi altra specialità e branca della medicina questo non capita, almeno non con la frequenza raggiunta ormai nel campo della medicina estetica. Questo perchè la medicina estetica da tanti non è considerata una vera medicina e, a causa di ciò, subiamo uno svilimento della professione causato dal dilagare di pratiche commerciali scorrette e dannose. Purtroppo – aggiunge – anche i controlli atti a rilevare tali fenomeni, sono ancora troppo pochi”.
E’ un fenomeno in preoccupante crescita, tanto che, osserva Sartorio, “potrei rifiutare nuovi e vecchi pazienti in situazioni normali e lavorare solo per rimediare alle complicanze causate su altri pazienti da pratiche mediche abusive o da medici che non hanno la formazione corretta data dalle scuole quadriennali post universitarie”.
Aumentano i nuovi pazienti vittima di mala-medicina, alcuni con conseguenze gravissime.
“Ancora oggi i pazienti mi raccontano situazioni terribili – racconta la dottoressa Sartorio – Sento parlare di riunioni in case private, dove una donna, senza essere medico, arriva dalla Russia con la valigetta per iniettare botox a 120 euro, filler a 150…Apre una dose, la divide in due, inietta e se ne va. In caso di problemi post-trattamento, come la si rintraccia? Chi ha problemi, dopo essersi sottoposto a un trattamento abusivo, solitamente non torna dal truffatore, ma cerca finalmente un vero medico. Se inizialmente pensava di aver risparmiato qualche centinaio di euro, alla fine si rende conto che spende molto di più per riparare al danno. Ma, soprattutto, rischia fortemente per la propria incolumità”.
Qualche esempio reale? “Una paziente ha fatto un lifting da un medico già radiato dall’ordine, il quale continua a esercitare attraverso il passaparola, spostandosi da una città all’altra, che le ha causato un’emiplegia (ovvero le ha semiparalizzato il viso), con punti di sutura infetti alla base del cuoio capelluto. Un’altra giovane è giunta in studio a pochi mesi dal parto, dopo che un altro medico le ha suturato cicatrici sul volto causate dall’acne. Tecniche che a mio avviso, nel 2024, possono essere considerate tribali! Ci avvaliamo di laser con tecniche avanzatissime, microneedling in associazione agli ultimi ritrovati in medicina rigenerativa, gli esosomi, che ci permettono di ottenere risultati meravigliosi con conseguente miglioramento della qualità della vita per il paziente. C’è poi chi pratica la medicina estetica sul tetto di un edificio al mare, facendo peeling chimici e affidando i pazienti ai benefici dell’aria salmastra, rischiando infezioni ed esiti disastrosi”.
I prezzi bassi giocano un ruolo determinante nell’alimentare questo mercato occulto: da un lato, il paziente è attratto dal facile risparmio – “senza però considerare che la medicina estetica è medicina a tutti gli effetti e riguarda la sua salute”; dall’altro, chi lavora nelle strutture non autorizzate è incline ad accontentare ogni richiesta dei pazienti, anche a discapito della loro incolumità.
Ma, continua ancora Sartorio “non è possibile delineare un identikit preciso della persona che si approccia alla medicina low cost, perchè c’è dentro di tutto, anche la donna facoltosa, che potrebbe spendere tre volte tanto, ma per sentirsi più scaltra e furba degli altri, si avvale di tali servizi. La conseguenza di questa scelta è che una tossina botulinica iniettata male può causare una ptosi della palpebra e impedire per diversi mesi di vedere correttamente”.
Quando si verificano conseguenze quanto o più gravi di queste, allora le persone capiscono che la medicina estetica è una vera medicina, che però è svilita da diversi fattori. Da un lato, nell’immaginario comune, prevale il concetto di “estetico” rispetto a quello di “medicina”. E questo in qualche modo legittima politiche di prezzi al ribasso, promozioni commerciali, come le prime visite gratuite, per accaparrarsi i clienti, ma, osserva infine Sartorio “a una persona che, ad esempio, va dal ginecologo, cardiologo o dall’oculista, non verrebbe mai in mente di chiedere se la prima visita abbia un costo, perchè sa che non può essere gratuita. Mentre nel nostro settore, per colpa di tali comportamenti scorretti, la clientela si aspetta questo da noi. Non ha senso che ciò accada, siamo tutti medici!”.
Ecco alcuni consigli utili per i pazienti.
NON FIDARTI: se i prezzi sono troppo bassi; se puoi scegliere tu cosa e dove farti iniettare; dei “botox-party” a casa dell’amica; se senti che c’è qualcosa che non va nella struttura; se non ti viene spiegato il trattamento con le attenzioni da porre successivamente; se percepisci superficialità.
PER ESSERE TRANQUILLA/O: affidati a medici che abbiano esperienza documentata; firma il consenso informato; assicurati che la fiala venga aperta davanti a te e che ti consegnino l’etichetta del prodotto. il medico è tenuto a rilasciarla; assicurati che ci sia igiene e che in caso di evento avverso tu abbia un numero da contattare.
– foto ufficio stampa Master Communication –
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Rifiuti tessili, l’Italia raccoglie solo 2,7 kg per abitante all’anno
MILANO (ITALPRESS) – L’Italia è tra i paesi che immettono sul mercato il maggior numero di prodotti tessili a livello europeo, con 23 kg per abitante ogni anno a fronte di una raccolta di soli 2,7 kg pro capite, che corrispondono a circa 160 mila tonnellate (di cui 80mila raccolte al Nord, 33,5mila raccolte nel Centro Italia e 46,7mila al Sud). Dal 1° gennaio 2025 tutti i Paesi membri affronteranno la grande sfida della gestione dei rifiuti tessili, che dovranno essere raccolti separatamente rispetto all’indifferenziato, ma che ad oggi registrano un tasso di riciclo mondiale pari solo all’1%. Considerando che il settore tessile è il quarto per maggiore impiego di materie prime e acqua, responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra, più dell’intero trasporto aereo e marittimo insieme, c’è ancora tanta strada da fare, soprattutto in Italia.
“E’ necessaria un’azione sinergica da parte di tutti gli attori per riuscire ad implementare la direttiva europea in modo da organizzare al meglio la filiera del fine vita, discutendone i requisiti con il MASE e Il MIMIT e allineandosi con tutti i consorzi per creare regole univoche e armonizzate nell’interesse dei Produttori – afferma Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager di Erion -. A seguito del Trilogo riceveremo le indicazioni definitive dall’Europa, è fondamentale essere presenti ora ai tavoli di lavoro nazionali per impostare insieme al Governo quello che sarà il sistema del futuro arrivando a regole condivise. Ne parliamo giovedì 26 settembre dalle ore 15.30 al webinar organizzato da Erion Textiles: “Tessile a un passo dalla norma EPR. Gli impatti economici e organizzativi per le aziende”.
“Promuovere una gestione efficiente dei rifiuti tessili” – E’ il ruolo principale dei Consorzi nati su iniziativa volontaria dei Produttori come Erion Textiles. Sarà importante definire il modello di raccolta e selezione dei rifiuti tessili, così come chiarire il ruolo della distribuzione, sia tradizionale sia online. I Consorzi dovranno, poi, fornire supporto ai produttori per l’adesione alle regole del decreto, ma anche per identificare e sviluppare soluzioni innovative per migliorare la riparabilità, la riutilizzabilità e il riciclo dei materiali.
Inoltre, organizzeranno campagne di sensibilizzazione verso il consumatore finale per la corretta dismissione dell’abbigliamento a fine vita e favoriranno il dialogo con tutti gli attori della filiera (comuni, rivenditori, selezionatori, riciclatori) per la definizione degli accordi di programma per migliorare la raccolta e garantire standard di qualità della selezione e del riciclo dei rifiuti tessili.
I produttori finanzieranno i consorzi tramite gli eco-contributi. Ad esempio, nel mercato francese, che è stato il primo a introdurre la normativa EPR per il settore tessile, un’azienda che commercializza 1 milione e mezzo di prodotti (tra abbigliamento, calzature, accessori e tessile per la casa) contribuisce ai costi di gestione del Consorzio Refashion per più di 100.000 euro. Considerati gli importi in gioco, Erion Textiles insieme ai suoi produttori sta svolgendo le simulazioni e gli scenari del mercato italiano per definire gli eco-contributi che i produttori dovranno prevedere a budget nelle collezioni dei prossimi anni.
A luglio 2023 la Commissione Europea ha proposto un regime di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) con l’obiettivo di responsabilizzare i produttori sull’intero ciclo di vita dei prodotti tessili e promuovere la gestione sostenibile dei rifiuti tessili in tutta l’Ue. Oltre a ciò, i produttori saranno anche invitati ad aumentare la circolarità dei prodotti progettandoli meglio fin dall’inizio: il Parlamento Europeo ha introdotto l’eco-modulazione degli eco-contributi che dovranno tenere in considerazione gli standard in materia di durabilità, riparabilità e riciclabilità. Questo permetterà di fare leva sulla condivisione delle criticità della gestione del fine vita dei prodotti per migliorarne la progettazione, la riciclabilità e l’impatto ambientale.
E le istituzioni? Secondo Erion “ad oggi manca una forte governance per la gestione dei rifiuti tessili: nonostante esistano esperienze per la raccolta e la selezione non è stato costruito un sistema industriale per il riciclo. E’ in via di definizione la norma europea alla quale seguiranno i decreti nazionali che permetteranno agli attori della filiera di operare e agire attivamente. Quali sono le mancanze più gravi? Si potrebbe dire che non è ancora avvenuto un confronto franco con le istituzioni, i Comuni e gli operatori della filiera sul modello di gestione dei rifiuti tessili. Considerate le pochissime esperienze di riciclo della frazione di rifiuti tessili non riutilizzabili sarà necessario investire in ricerca per trovare soluzioni di riciclo. Sarà necessario – conclude la nota – garantire trasparenza e tracciabilità del percorso dei rifiuti tramite standard minimi di qualità per le attività di selezione e infine sensibilizzare i consumatori sulla corretta dismissione dei loro capi a fine vita”.
– foto ufficio stampa Erion –
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Malattia venosa cronica, 200 specialisti a confronto a Bologna
BOLOGNA (ITALPRESS) – Si è conclusa la prima edizione di 360 VOLTS – Vascular Opinion Leaders Top Suggestions, un evento ECM che ha riunito a Palazzo Re Enzo a Bologna, e in collegamento streaming, circa 200 specialisti nel campo della medicina vascolare provenienti da tutta Italia per esplorare le ultime tendenze, le best practices, le sfide emergenti e le opportunità che stanno ridisegnando il panorama delle cure nell’ambito della malattia venosa cronica.
Un vero e proprio aggiornamento a 360° che ha coinvolto i presidenti delle principali società vascolari impegnate in flebolinfologia, concentrandosi su diverse tematiche: dal rischio cardiovascolare nella malattia venosa cronica e l’urgenza di alzare la consapevolezza della popolazione generale adulta sui rischi connessi alla progressione della malattia venosa cronica, all’appropriatezza degli interventi in flebolinfologia, all’importanza del biofilm batterico nelle ulcere che non guariscono, fino alla sfida clinica di un corretto inquadramento prognostico a lungo termine del paziente con malattia venosa cronica.
A comporre il board scientifico: Romeo Martini, Angiologia AULSS1 Dolomiti e presidente della Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare (SIAPAV); Roberto Di Mitri, Direttore Scientifico della Casa di Cura San Rossore (Pisa) e presidente della Società Italiana Flebologia (SIF); Maurizio Pagano, Presidente della Società Italiana Flebo Linfologia (SIFL); Angelo Santoliquido, Direttore della UOSD Angiologia e Diagnostica Vascolare non Invasiva IRCSS Policlinico Universitario Agostino Gemelli e presidente del Collegio Italiano di Flebologia (CIF); Pier Luigi Antignani, Specialista in Angiologia Medica e presidente della Società Italiana di Medicina Vascolare (SIMV); e Gaetano Lanza, Professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente della Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE).
Hanno, inoltre, collaborato nella faculty Giovanni Papa, Direttore UCO di Chirurgia Plastica ASUGI Trieste, Presidente Associazione ulcere cutanee (AIUC) e Sergio Gianesini, Em. Presidente v-WIN foundation e Presidente International Union of Phlebology (IUP).
Questa prima edizione di 360 VOLTS è stata resa possibile grazie al sostegno non condizionante di Alfasigma, azienda farmaceutica italiana che si impegna a fornire a pazienti, caregiver e personale sanitario soluzioni all’avanguardia secondo i più alti standard di qualità e sicurezza, anche attraverso investimenti mirati nella formazione continua dei professionisti del settore.
La malattia venosa cronica ha marcata prevalenza tra le donne ed è una patologia cronica e progressiva che comunemente esordisce nella stagione calda con un tipico corredo sintomatico (gambe gonfie, pesanti, doloranti) e spesso progredisce negli anni in forma varicosa, ma può arrivare a stadi più severi come edema, alterazioni cutanee e fino alle ulcerazioni venose, soprattutto in presenza di fattori di rischio (es. obesità), comorbidità o se intervengono complicanze flebo-trombotiche lungo la storia naturale della malattia.
L’ampia popolazione di persone affette da malattia venosa cronica a livello nazionale include inoltre gruppi che sono più a rischio di progressione agli stadi severi della malattia. Fra i fattori di rischio ingravescenti della malattia venosa cronica spiccano i pazienti con indice di peso corporeo elevato (sovrappeso e obesità), le persone anziane e le donne in menopausa, soprattutto quelle con più di due gravidanze nella storia personale.
L’innovazione tecnologica, le terapie emergenti e le strategie per migliorare l’accesso e la qualità delle cure, sono stati al centro del programma, che ha affrontato i temi clinici più rilevanti della malattia venosa cronica.
Tra questi, è stato esplorato il ruolo dell’endotelio, tessuto che ha la funzione di rivestire l’interno delle pareti del cuore, dei vasi sanguigni e di quelli linfatici 6 , dalla macro alla micro-circolazione.
Secondo quanto riportato dalle Linee Guida CIF e dalle Linee Guida ESVS, il ruolo endoteliale nella malattia venosa cronica è diventato sempre più importante negli ultimi vent’anni per la piena comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base di una patologia che per definizione è cronica e progressiva. In particolare, è l’infiammazione endoteliale secondaria all’ipertensione venosa che rappresenta l’evento ricorrente e cronico che lega l’insufficienza venosa alla disfunzione endoteliale nella malattia venosa cronica, costituendo il binomio di target terapeutici sui quali si concentrano i trattamenti medici e chirurgici.
Tra i temi su cui si è focalizzata l’attenzione, che ha importanti ricadute sulla pratica clinica, i profili di rischio nella patologia venosa, con l’inquadramento di segni e sintomi clinici secondo la scala CEAP e la valutazione dei fattori di rischio e comorbidità.
L’inquadramento prognostico a lungo termine del paziente con malattia venosa cronica rimane, infatti, ancora oggi una sfida clinica aperta, che dipende da profili di rischio individuali che solo negli ultimi anni hanno iniziato ad essere studiati per pesarne l’associazione con la progressione della patologia venosa. Una review ha riassunto i risultati dell’indagine The Edinburgh Vein Study condotta su 1566 pazienti adulti (18-64 aa.) con malattia venosa cronica monitorati per 13 anni, riportando che 1/3 dei pazienti con vene varicose sviluppa segni di patologia venosa severa con alterazioni cutanee ed un rischio di ulcerazione aumentato. In particolare, tra i fattori di rischio sono emersi età, storia familiare di vene varicose, pregressi episodi trombotici, sovrappeso e obesità, presenza di reflusso superficiale, che possono influenzare il rischio di progressione della malattia venosa cronica.
Si è parlato della malattia venosa cronica dall’esordio dei sintomi sino al rischio trombotico, per focalizzare l’attenzione sull’urgenza di alzare la consapevolezza della popolazione generale adulta sui rischi connessi alla progressione della malattia venosa cronica. Lo studio di popolazione Gutenberg, condotto fra il 2012 e il 2017, su oltre 12.000 pazienti con malattia venosa cronica, evidenzia come gli stadi più severi, che vanno dall’edema alle ulcere venose croniche, complessivamente definiti IVC, siano associati ad un rischio maggiore di sviluppare a 10 anni patologie cardiovascolari. Questo evidenzia l’importanza di una presa in carico clinica del paziente sin dai primi stadi della malattia con monitoraggi regolari nel tempo, nonchè di un assessment accurato del paziente con un’attenta definizione dei fattori di rischio e comorbidità.
Un capitolo importante è stato quello delle lesioni cutanee e ulcere venose. Le ferite difficili e le ulcere croniche che non guariscono rappresentano la sfida clinica principale per tutti gli specialisti impegnati nella gestione dei pazienti vulnologici. In particolare, il tema del biofilm batterico rappresenta una sfida aperta fondamentale nella gestione delle ferite difficili, in quanto molti antimicrobici efficaci nella quota planctonica del letto di ferita, non penetrano la struttura biofilmica e quindi non eradicano i ceppi più resistenti. La permanenza del biofilm batterico nel letto di ferita mantiene lo stimolo infiammatorio ed impedisce il passaggio ad una risposta immunitaria rigenerativa, bloccando di fatto il processo di guarigione. D’altra parte, per dimostrare la presenza di un biofilm batterico nel letto di ferita serve un test specifico, anti-filmbiogramma, disponibile solo in poche strutture di ricerca, aspetto che ha portato gli esperti di vulnologia a livello mondiale a redigere una consensus guidelines per l’identificazione ed il trattamento del biofilm batterico 11 che raccomanda di considerare la presenza del biofilm nei casi in cui il protocollo TIMERs di preparazione del letto di ferita che viene seguito per rimuovere gli ostacoli e favorire il processo di guarigione, abbia dato un esito negativo ripetuto, adottando in questi casi antimicrobici che hanno evidenze in letteratura nell’eradicazione del biofilm batterico.
– foto ufficio stampa Alfasigma –
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Una Terra VC, accordi per raccogliere 200 mln per la circular economy
ZURIGO (SVIZZERA) (ITALPRESS) – Il fondo di Venture Capital Una Terra annuncia oggi la firma degli accordi di contribuzione con il Governo Italiano, tramite il Fondo per la Transizione Verde del PNRR gestito dall’Istituto di Promozione Italiano Cassa Depositi e Prestiti tramite CDP Venture Capital, e con la Fondazione Principe Alberto II di Monaco, insieme a Monaco Assets. I futuri investitori possono continuare a partecipare a questa iniziativa trasformativa unendosi al Final Close, che mira a raccogliere almeno 200 milioni di euro.
“Questi accordi di investimento sottolineano l’impegno di Una Terra nella rapida espansione delle soluzioni di economia circolare che affrontano il 45% delle emissioni di CO2 e il 90% dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità”, spiega una nota.
“Crediamo nel Successo Sistemico e nella Creazione di Valore Sostenibile – afferma Luca Zerbini, CEO e Managing Partner di Una Terra (nella foto) -. Il nostro impegno si estende nel garantire rendimenti superiori alla media degli investimenti, catalizzando al contempo le industrie a trasformarsi in potenti nuovi ecosistemi, dove la sostenibilità non è solo un concetto, ma una realtà monetizzata”.
Una Terra, continua la nota, si dedica infatti attivamente al supporto di soluzioni ambientali come lead investor, grazie al suo ecosistema unico e alla sua rete, promuovendo un futuro finanziariamente sostenibile dove il cambiamento sistemico e la crescita redditizia si combinano per il benessere a lungo termine delle persone e del pianeta. Una Terra è per leader nell’accelerare e scalare le aziende nei settori europei target del packaging, gestione dei rifiuti, alimentazione, agritech, abbigliamento, moda e finanza pulita.
Tra gli altri, Una Terra “può contare nel suo ecosistema sul supporto locale e sulle opportunità di investimento di EIT Climate-KIC (la più grande comunità europea di accelerazione e innovazione, co-finanziata dall’UE), sulle capacità di co-investimento di fondi come CDP e il ReOcean Fund sull’esperienza di marketing innovativo per l’ accelerazione della crescita di The Shed 28, sulla forza comunicativa di We Don’t Have Time, una piattaforma social (con oltre 200 milioni di follower), sui consigli del suo Comitato di Impatto che include membri del Cambridge CISL e della Ellen MacArthur Foundation, sulla competenza in redesign aziendale rigenerativo di Nativa, sulla società di consulenza per il talento Dynamis Group e su programmi educativo sviluppati con università chiave e ONG in Europa per supportare le aziende del portafoglio”, si legge.
Inoltre, attraverso la campagna “Stand Up for the Planet”, culminata nel libro recentemente pubblicato dalla Bocconi University Press, che presenta 45 contributi di “donne straordinarie che stanno cambiando il mondo”, Una Terra “ha anche coinvolto i principali agenti di cambiamento per accelerare l’agenda di investimenti con una prospettiva di genere, portando a compimento un altro leva di crescita e redditività sostenibile sottoutilizzata”. Una Terra, si legge ancora, “ha già identificato un solido flusso di investimenti ad alto impatto e a rendimento rapido in linea con la sua missione di affrontare le sfide urgenti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. Il Comitato Investimenti è pronto ad approvare ulteriori investimenti rispetto ai quattro già realizzati dal fondo, garantendo un attivo dispiego di capitale e sviluppo del portafoglio in un mercato europeo favorevole, oltre a un immediato vantaggio per gli investitori.
“Una Terra” “funge da grido di battaglia strumento per l’eccezionale impegno che il fondo ha ottenuto di governi, fondazioni, dotazioni, attori del settore aziendale, banchieri di primo piano, fondi pensione, assicurazioni ed imprenditori per accelerare la transizione ambientale e sociale sistemica e tracciare una roadmap verso un futuro migliore attraverso straordinarie innovazioni e soluzioni di economia circolare: tutti hanno indicato Una Terra come il loro partner preferito di venture capital, preparando il terreno per una chiusura pari o superiore al target originale di 200 milioni. Il focus di crescita di Una Terra – spiega ancora il comunicato – ruota attorno alla scalabilità rapida delle soluzioni per prepararli a maggiori investimenti di capitale attraverso la collaborazione strategica con aziende leader e fondi privati che cercano di integrare tecnologie sostenibili, approcci e modelli di business al centro dei loro percorsi di trasformazione”.
“Una Terra è nata da un’aspirazione condivisa: rendere il mondo un luogo più sostenibile. L’ambizione di Una Terra non è solo investire capitale, ma anche fornire supporto diretto, competenze, educazione e leadership alle aziende che mirano a trasformare interi settori attraverso tecnologia e innovazione commerciale. Utilizzano modelli asset-light che possono essere scalati tramite marketing, introduzioni commerciali, partnership, ingresso in nuovi mercati e strategie di go-to-market accelerate”, conclude la nota.
– foto ufficio stampa Una Terra VC –
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Salvini “Non possiamo più dire di no al nucleare”
ROMA (ITALPRESS) – “Ritengo che riportare l’Italia nel contesto dell’energia pulita, moderna ed efficiente del nucleare sia una delle sfide più importanti del nostro governo. Ne va dello sviluppo, della crescita e della sostenibilità del nostro Paese: non possiamo più dire di no”. Lo scrive su X il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
– foto: Agenzia Fotogramma –
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Papa Francesco a Timor Est, terza tappa del viaggio apostolico
ROMA (ITALPRESS) – L’aereo con a bordo Papa Francesco è atterrato all’aeroporto internazionale di Dili, capitale di Timor Est, dove è stato accolto dal Presidente della Repubblica e dal Primo ministro. Si tratta della terza tappa del viaggio apostolico in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore, uno dei viaggi papali più lunghi di sempre.
Due bambini in abito tradizionale gli hanno offerto dei fiori e una sciarpa, il tipico tais. Dopo un breve colloquio con il presidente ed il premier, il Pontefice ha raggiunto la nunziatura apostolica.
Nel pomeriggio in programma la cerimonia di benvenuto al palazzo presidenziale, la visita al Capo dello Stato e l’incontro con autorità, società civile e corpo diplomatico.
– foto Ipa –
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Zangrillo “Pensione a 70 anni per gli statali su base volontaria”
ROMA (ITALPRESS) – Trattenere in servizio un numero, limitato, di dipendenti pubblici fino a 70 anni, su base volontaria, inserendo il provvedimento nella legge di Bilancio, ed assumere 350 mila giovani entro il 2025, dopo i 173 mila assunti nel 2023. E’ uno degli obiettivi del ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che in una intervista al Corriere della Sera spiega: “Le scelte del governo contribuiscono al buon andamento della nostra economia, pur in un contesto mondiale in rallentamento anche a causa della delicata situazione internazionale. Proprio come la presidente Meloni e il vicepremier Tajani hanno spiegato a Cernobbio, dobbiamo continuare a puntare sulla crescita, per rafforzare il quadro economico attuale. Intendiamo farlo anche con la prossima manovra, confermando le misure a favore delle famiglie, dei giovani e delle imprese che assumono e che creano posti di lavoro. Anche la Pubblica Amministrazione è un volano di crescita e per questo abbiamo il dovere di semplificare la vita al sistema impresa, liberandolo dal sovraccarico di burocrazia, accumulatosi negli anni, che non produce alcun valore pubblico e frena lo sviluppo. Lo stiamo facendo con la semplificazione amministrativa, e la notizia è che lo facciamo insieme a imprese e associazioni di categoria”. “Abbiamo completamente digitalizzato la procedura concorsuale, tagliando i tempi dai 780 giorni di fine 2020 agli attuali 6 mesi – sottolinea Zangrillo -. Oggi ci si iscrive ai bandi di concorso attraverso lo smartphone. Grazie all’intelligenza artificiale, con un algoritmo sviluppato in casa, inoltre, stiamo lavorando per avere, a breve, un assistente virtuale che aiuterà le persone a comprendere, a seconda delle caratteristiche individuali e delle proprie aspettative, i corsi più adatti rispetto all’offerta. Il risultato è che nel 2023 abbiamo assunto 173 mila persone. Faremo altrettanto nel 2024 e nel 2025. E continueremo ad assumere, perchè da qui al 2030 la PA perderà quasi un milione di persone, che andranno in pensione, dopo il calo di 300 mila dipendenti, che non sono stati sostituiti a causa del blocco del turnover dal 2010 al 2020”.
“La retribuzione di ingresso nelle amministrazioni centrali è di circa 1.500 euro netti al mese per i laureati – aggiunge -. Ma dobbiamo essere capaci di promuovere un sistema di gestione delle persone in grado di valorizzare le competenze, i talenti, la capacità di far accadere le cose, che nella Pubblica Amministrazione oggi non esiste. Mi sono preso la briga di vedere la valutazione della performance del 2022 dei dirigenti: sono tutti eccellenti. Significa che il merito non esiste. Dobbiamo introdurre questo valore”. I neoassunti sono “neolaureati, neodiplomati, molti giovani ma anche persone già inserite nel mondo del lavoro. Alla fine del 2021 l’età media dei dipendenti pubblici era di 51 anni e 3 mesi; oggi siamo a 49 anni e mezzo. Nel 2009 l’età media era di 43 anni. Per la prima volta, quindi, vediamo un’inversione di tendenza, è un altro segnale. Ma, come accade alle aziende private, anche noi abbiamo difficoltà a trovare profili nelle discipline STEM. Proprio in virtù del fatto che stiamo assumendo un numero rilevantissimo di persone e tantissimi giovani, ragioniamo su un rinvio del pensionamento”. “Ricordo innanzitutto – spiega il ministro Zangrillo – che i dipendenti del comparto sicurezza e difesa vanno in pensione a 60 anni, mentre tutti gli altri a 65 anni con almeno 42 anni di contributi o a 67 anni. Nel costruire il piano di Bilancio di medio termine settennale, da inserire nella prossima legge di Bilancio, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti stiamo ragionando di approfondire l’opportunità di trattenimento fino a 3 anni in più”. L’opzione vale “per le amministrazioni, anche quelle decentrate, che considerano una leva gestionale importante la possibilità di trattenere al lavoro fino a 70 anni (nel caso di pensionamento a 67) un numero di dipendenti in percentuale sul turnover. Su base volontaria”. “Ho proposto un 10%”, puntualizza Zangrillo, che alla domanda su quale sarebbe il risparmio previdenziale, risponde: “Il Mef sta facendo le simulazioni. La questione non è risparmiare, vediamo innanzitutto se c’è convergenza di vedute”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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