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Colite ulcerosa, speranze per i pazienti da un nuovo farmaco

MILANO (ITALPRESS) – Lilly ha annunciato oggi che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la rimborsabilità del primo antagonista dell’interleuchina-23p19 (IL- 23p19) – mirikizumab – per il trattamento della colite ulcerosa (CU) attiva da moderata a grave nei pazienti adulti. Mirikizumab è l’unico farmaco attualmente rimborsato in Italia per la CU a colpire selettivamente la subunità p19 di IL-23, che svolge un ruolo cruciale nell’infiammazione correlata alla CU. Un meccanismo di azione che permette di offrire sollievo da sintomi chiave quali frequenza evacuativa, sanguinamento rettale e urgenza intestinale, indipendentemente dall’uso precedente di farmaci biologici.
La CU è una condizione infiammatoria che in Italia si stima colpisca circa 150.000 persone, con oltre 4000 nuove diagnosi all’anno, prevalentemente in persone giovani. Fa parte delle malattie croniche intestinali, patologie che hanno un forte impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre. “La colite ulcerosa è una malattia che colpisce in media in giovane età ed è caratterizzata da una forte infiammazione dell’intestino. Sebbene alla maggior parte dei pazienti venga inizialmente diagnosticata una malattia lieve e inizi la terapia convenzionale, molti progrediranno fino ad avere una malattia attiva da moderata a grave. Con un forte impatto sulla qualità di vita – spiega Alessandro Armuzzi, Responsabile UO IBD, Istituto Clinico Humanitas, Rozzano e Professore Ordinario di Gastroenterologia, Humanitas University -. Nonostante la disponibilità dei trattamenti attuali, rimane un significativo bisogno di nuove opzioni terapeutiche in grado di affrontare i sintomi dirompenti, come l’urgenza intestinale”.
mirikizumab risponde a questa esigenza con un nuovo meccanismo d’azione in CU, che colpisce una delle vie con cui l’infiammazione si sostiene nella malattia. Il programma di studi clinici LUCENT, su cui si è basata l’approvazione del farmaco, dimostra l’efficacia di mirikizumab: dopo 12 settimane di trattamento, quasi due terzi (63,5%) dei pazienti hanno raggiunto la risposta clinica e quasi un quarto (24,2%) ha raggiunto la remissione clinica (42,2% e 13,3%, rispettivamente con placebo). Un’efficacia che si è dimostrata superiore a placebo anche nei pazienti precedentemente trattati con un inibitore biologico o di Janus chinasi (JAKi) e che porta a una riduzione delle terapie con steroidi: tra coloro che hanno raggiunto la risposta clinica a 12 settimane, la metà ha raggiunto la remissione clinica senza uso di steroidi a un anno (27% con placebo). Quasi tutti i pazienti 3 (97,8%) che hanno raggiunto la remissione clinica a un anno non facevano più uso di steroidi. L’azione di mirikizumab è sostenuta nel tempo: tra coloro che hanno raggiunto la remissione clinica a 12 settimane, circa due terzi (63,6%) dei pazienti hanno mantenuto la remissione clinica attraverso un anno di trattamento continuo (36,9% con placebo).
“Mirikizumab oltre ad aver dimostrato di essere efficace nell’ambito di obiettivi clinici rilevanti come la remissione libera da steroidi ad un anno, è in grado di determinare un rapido miglioramento dei sintomi, come il sanguinamento rettale e la frequenza evacuativa, già dopo tre settimane. In particolare, gli studi che hanno portato alla registrazione del farmaco sono stati i primi e gli unici a utilizzare una scala di valutazione dell’urgenza intestinale (NRS) incentrata sul paziente, registrando un netto miglioramento del sintomo urgenza soprattutto in coloro che rispondono meglio alla terapia di induzione”, spiega Massimo Claudio Fantini, Segretario Generale di IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease) e Professore Ordinario di Gastroenterologia, Università degli Studi di Cagliari, Direttore della Struttura Complessa di Gastroenterologia, AOU, Cagliari.
Per le persone che vivono con CU i sintomi che hanno un maggior impatto sono la diarrea, l’urgenza intestinale e gli incidenti correlati all’urgenza intestinale. L’urgenza intestinale ed eventuali incidenti a essa correlati rappresentano le ragioni principali per cui le persone evitano di avere vita sociale.
“L’impatto sulla qualità della vita di questa patologia è notevole: non si tratta solo di affrontare il dolore fisico e la stanchezza cronica, ma anche di gestire implicazioni di carattere psicologico. Infatti, la disabilità invisibile che la caratterizza e la difficoltà nel descrivere i sintomi, come la diarrea, amplificano il disagio fisico, trasformandolo in un profondo disagio psicologico. Questo porta spesso a sentimenti di vergogna e insicurezza, che possono sfociare in isolamento sociale – spiega Salvo Leone, Direttore Generale di AMICI Italia e Chairman della European Federation of Crohn’s & Ulcerative Colitis Associations (EFCCA) -. Per le persone affette da colite ulcerosa, riuscire a controllare i sintomi, come l’urgenza intestinale, rappresenta un importante obiettivo nella gestione della malattia”.
L’American College of Gastroenterology nelle sue linee guida riconosce l’importanza dell’urgenza intestinale come una delle principali preoccupazioni per i pazienti che vivono con la CU e raccomanda di darle la priorità quando si considerano i trattamenti.
“Il disegno del nostro programma di sviluppo clinico in quest’area, che ha introdotto anche la valutazione quantitativa dell’urgenza intestinale, dimostra il costante impegno di Lilly in innovazione e a rispondere ai bisogni di salute dei pazienti – conclude Veronica Rogai, Associate VP-Medical Italy Hub di Lilly -. La disponibilità per i pazienti di mirikizumab segna il nostro ingresso nell’area delle malattie infiammatorie croniche intestinali: siamo felici e orgogliosi di poter collaborare con tutta la comunità scientifica che si occupa di queste patologie e di poter mettere a disposizione delle persone con Colite ulcerosa una nuova opportunità terapeutica capace di tradursi in un miglioramento tangibile della loro qualità di vita”.

– foto xm4/Italpress –
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Cresce il numero di gatti abbandonati, cruciali le adozioni consapevoli

ROMA (ITALPRESS) – Si celebra il prossimo 6 settembre, per il terzo anno consecutivo, la Giornata Nazionale del Gattile istituita da Ultima Petfood – la marca esperta dell’alimentazione per cani e gatti – con il patrocinio di ENPA, l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali. Con questa Giornata, Ultima desidera celebrare l’impegno dei tanti volontari che ogni giorno si prendono cura dei gatti più bisognosi e sensibilizzare tutti sull’importanza del non abbandonarli e, dove possibile, di adottarli per dare loro una casa e una famiglia.
L’abbandono è un tema molto delicato e Ultima, con questa collaborazione valoriale con Enpa, desidera metterlo in luce e fare sensibilizzazione sul tema. In Italia, solo nel 2023, ci sono stati 384 abbandoni ogni 24 ore (rispetto ai 127 animali abbandonati ogni ora nel 2022) e per questo motivo è fondamentale fare educazione sul tema. Le motivazioni per cui all’inizio può essere difficile trovare un equilibrio con il pet e che, in alcuni casi estremi, possono portare ad un abbandono sono svariate e possono dipendere sia dal pet che dal parent: tensioni con altri pet della famiglia, aggressività verso le persone, timidezza, mancanza di socievolezza o difficoltà nell’utilizzo della lettiera; allergia al pelo, cambiamenti nelle circostanze della famiglia (come, ad esempio, un trasloco in un appartamento dove non sono ammessi animali), la nascita di un bambino, problemi di salute, di tempo o economici dall’altro.
“Per favorire un’adozione a lieto fine ed evitare il rischio di un nuovo abbandono – come ricorda Gabriella Tami, dottoressa in Medicina Veterinaria e Master in Etologia per Ultima Petfood – la scelta di accogliere un pet nella propria famiglia deve essere un processo consapevole che parta dalla cultura degli animali e del loro benessere e da una maggiore conoscenza del comportamento naturale della specie e della personalità del singolo individuo, oltre che dalla consapevolezza di cosa vuol dire vivere con un cane o un gatto. Questo approccio è fondamentale per avere aspettative realistiche che permettano di creare un legame affettivo duraturo tra persona e pet”.
Un nuovo abbandono influisce infatti negativamente sul pet, sul suo benessere e di conseguenza sulla sua adottabilità. Studi dimostrano che i gatti precedentemente adottati e in seguito abbandonati sono sottoposti a fattori stressanti quali separazione dalle persone della famiglia in cui hanno vissuto, routine stravolte, stimoli nuovi, vicinanza con gatti e persone sconosciute, confinamento in uno spazio ridotto e ambiente povero di stimoli. Questi fattori possono portare il gatto in una condizione di stress cronico che può influire sia sulle condizioni fisiche (indebolimento delle difese immunitarie, perdita di peso e maggiore predisposizione ad alcune patologie) che sul comportamento (maggiore aggressività, inattività, stato di allerta e tendenza a nascondersi).
In linea con il claim di Ultima, “Insieme per una vita migliore”, la Giornata Nazionale del Gattile “vuole essere anche un momento per sottolineare il valore che gli animali hanno nella vita di chi li accoglie e contemporaneamente l’impegno dell’azienda nel favorire il loro benessere partendo da una alimentazione di qualità – continua la nota -. Per questo motivo Ultima, con il supporto degli esperti Enpa, sta portando avanti un progetto annuale di educazione dei pet parents fornendo preziosi consigli su tutte le tematiche inerenti a una vita assieme ai nostri amici a quattro zampe. Quando si adotta un gatto, infatti, è importante essere informati su tutto ciò di cui avrà bisogno affinchè possa vivere una vita quanto più lunga, serena e in salute possibile: alimentazione, attività fisica, legame emotivo e benessere in generale”.

– foto ufficio stampa Havas PR –
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“Il Colloquio”, un cortometraggio per raccontare l’angioedema ereditario

VENEZIA (ITALPRESS) – La storia di Francesca, un colloquio di lavoro e tanti ricordi legati al nonno, sono questi gli elementi per una nuova narrazione dell’angioedema ereditario che, quando viene diagnosticato arriva a sconvolgere le vite di chi ne è affetto e di chi gli sta accanto, ma che oggi fa meno paura del passato.
Francesca e suo nonno convivono entrambi con l’angioedema ereditario, ma loro esperienza con la malattia e l’impatto di questa sulla loro vita è legata a due momenti storici differenti, quello passato del nonno e quello presente di Francesca, che grazie ai progressi fatti dalla scienza è oggi più libera di scegliere e seguire i suoi sogni. L’esperienza della malattia è raccontata come un viaggio personale, un percorso della protagonista, in un momento di vita quotidiana, in cui tutti potranno trovare connessioni profonde e frammenti di loro stessi.
“Il Colloquio” è un cortometraggio che ha l’obiettivo di diffondere consapevolezza e fiducia nel futuro per coloro che sono affetti da angioedema ereditario e per coloro che li assistono. Il corto – prodotto da BioCryst, azienda biotecnologica globale, fondata nel 1986, con più di 30 anni di esperienza nella scoperta, nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci, ideato e realizzato da Save the Cut, per la regia di Federico Caponera e Giovanni Boscolo Marchi, con il Patrocinio di A.A.E.E. (Associazione volontaria per l’angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema) e ITACA (Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema) – è stato presentato oggi a Son of a Pitch Award 2024, durante l’81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
L’HAE è una malattia rara potenzialmente letale causata da una carenza genetica di una proteina chiamata inibitore della C1 esterasi (C1-INH). Il C1-INH svolge un ruolo importante nell’impedire che il sistema che forma la bradichinina diventi iperattivo e medi il gonfiore nell’HAE. L’angioedema ereditario è una condizione rara, che colpisce circa 1 persona ogni 50.000. In Italia si stima che circa 1.200 persone convivano attualmente con l’HAE. I sintomi compaiono generalmente nell’infanzia o nell’adolescenza sotto forma di edema (gonfiore). Se non trattati, i pazienti affetti da HAE hanno spesso attacchi multipli ogni mese e il gonfiore provocato da ogni attacco può durare da 2 a 4 giorni. Il gonfiore può interessare la pelle, il viso, i genitali, la parete del tratto gastrointestinale e la glottide. L’edema cutaneo può causare una temporanea incapacità di svolgere le normali attività, può essere deturpante e causare dolore. 3
“Sensibilizzare, informare e promuovere i progressi della ricerca nel campo dell’angioedema sono tra gli obiettivi principali della rete ITACA – spiega il professor Mauro Cancian, presidente dell’Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema (ITACA), organizzazione che riunisce i 25 centri di riferimento italiani, nonchè direttore dell’Unità Operativa di Allergologia dell’Azienda Ospedale-Università di Padova -. Se nelle malattie rare la diagnosi precoce è sempre fondamentale, nel caso dell’angioedema ereditario ciò diventa ancora più importante perchè, oltre al danno fisico, l’imprevedibilità della malattia determina un forte carico emotivo nel paziente. Per fortuna oggi abbiamo a disposizione dei validi farmaci per la profilassi continuativa, che consente di prevenire in maniera costante gli attacchi di angioedema nei pazienti. La possibilità di ricorrere ad una profilassi con farmaci orali – che rappresentano la più recente innovazione terapeutica – ci consente poi di soddisfare in maniera pratica, indolore ed autonoma le esigenze di un sempre maggiore numero di pazienti affetti da HAE, migliorandone la qualità della vita. La storia che racconta in maniera delicata ma puntuale il cortometraggio ne è un esempio concreto”.
Il senso di vulnerabilità e di impotenza generati dall’angioedema ereditario, la diagnosi che a volte arriva dopo oltre 8-10 anni dai primi sintomi e l’impatto sulla qualità della vita sono difficilmente comprensibili da chi non ne è affetto. E’ una malattia che ‘mette in pausà il futuro, che scatena ansia e incertezza nella vita dei pazienti e nei loro familiari per l’imprevedibilità della malattia stessa e per la paura “del prossimo attacco”.
“Il colloquio” racconta una storia di vita quotidiana: Francesca, la protagonista, deve affrontare un colloquio di lavoro e nel rispondere ad alcune domande ripensa ai momenti più preziosi trascorsi insieme al nonno Roberto, anch’egli malato di angioedema ereditario. Grazie ai ricordi e agli insegnamenti del passato, Francesca trova la forza per decidere del suo futuro. Un dialogo a due, Francesca con il nonno, un susseguirsi di metafore, un linguaggio delicato, evocativo ed empatico, sono gli elementi che caratterizzano il cortometraggio e che permettono di infondere nel pubblico un messaggio positivo e di speranza. Attraverso la narrazione si percepisce come il ricordo del nonno darà’ la forza a Francesca per affrontare i suoi timori e trovare il coraggio di cambiare rotta e “navigare” verso nuove mete rese oggi raggiungibili grazie ai progressi della ricerca scientifica.
“L’angioedema ereditario è una malattia subdola, gli attacchi possono verificarsi in qualunque momento e possono interessare qualsiasi distretto del corpo, senza dare preavviso, se non in rari casi – afferma Pietro Mantovano – Presidente dall’ AAEE (Associazione volontaria per l’Angioedema Ereditario ed altre forme rare di angioedema), parlando a nome dei pazienti affetti da HAE -. La divulgazione è imprescindibile per migliorare la diagnosi, la nostra Associazione è impegnata da sempre per aumentare la conoscenza e la consapevolezza su questa patologia rara. Ridurre i tempi di diagnosi e garantire un adeguato accesso alle più recenti terapie per tutti i pazienti sono le nostre priorità. Siamo convinti che iniziative come queste permettano di mantenere alta l’attenzione sulla malattia e siano un aiuto concreto alle persone affette da angioedema ereditario”.
Il corto vuole quindi sensibilizzare il pubblico a comprendere i timori e le paure con cui i pazienti devono convivere ogni giorno, ma vuole anche essere un messaggio di speranza e fiducia perchè la ricerca ha fatto passi di gigante che consentono ai pazienti di vivere pienamente, fare progetti e accettare nuove sfide impensabili fino a poco tempo fa. Un messaggio di fiducia che vuole sensibilizzare tutti a una maggiore attenzione nei confronti di una condizione che colpisce profondamente chi ne è affetto, nel corpo e nella psiche.
“Siamo orgogliosi di aver collaborato con Save the Cut alla realizzazione de “Il Colloquio”, un cortometraggio che evidenzia come i progressi nella ricerca permettano ai pazienti di affrontare al meglio la quotidianità e di guardare al futuro con maggior fiducia – ha affermato Simone Tiburzi, VP e General Manager di BioCryst Italia -. Aver supportato lo sviluppo di questo cortometraggio, aumentare l’attenzione sull’angioedema ereditario ha per noi un valore importante. Siamo fiduciosi che la storia di Francesca possa essere la storia di tante persone che convivono con l’angioedema. Con “Il Colloquio” vogliamo parlare con un tono nuovo della malattia e ci auspichiamo di favorire uno scambio profondo tra chi convive con la patologia, i familiari e coloro che invece non la conoscono, perchè il nostro impegno va oltre la ricerca di soluzioni terapeutiche innovative”, ha concluso Tiburzi.
Per vedere il trailer de “Il Colloquio”: https://www.genhae.it/
Con la presentazione durante la 81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nell’ambito del Premio “Son of a Pitch Award” si apre la distribuzione del cortometraggio. “Il Colloquio” verrà proposto per la selezione di altri importanti Festival cinematografici.

– foto xa7/Italpress –
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“Kafka”, il reading scenico di Mauro Covacich inaugura cartellone VEZzaMente

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VENEZIA (ITALPRESS) – Nel segno di Franz Kafka, con il reading scenico di uno dei più amati autori italiani – lo scrittore Mauro Covacich, che a Kafka ha dedicato anche l’ultimo volume uscito in primavera per La nave di Teseo – si inaugura lunedì 16 settembre alle 18.30 il cartellone di Lezioni&Dialoghi VEZzaMente, un programma di incontri promosso dalla Rete Biblioteche del Comune di Venezia, costruito intorno al nuovo polo culturale bibliotecario inaugurato il luglio scorso, ad ampliamento della storica Villa Erizzo, sede della Bibilioteca Civica VEZ.
La partecipazione è gratuita, si consiglia la prenotazione su eventbrite al link urly.it/310tgw
La nuova ala unita al corpo storico della Villa ha raddoppiato gli spazi, aggiungendo un’estensione di oltre 1000 m² con 132 nuove postazioni studio, due sale laboratoriali per esperienze creative e per lo studio di gruppo, oltre 630 metri di scaffali di collezione dalla narrativa ai fumetti, dai libri per giovani adulti alle guide di viaggio, sport, tempo libero e quotidiani. VEZzaMente da qui riparte: da uno spazio culturale di riferimento per la città, storico e insieme nuovo con il vasto giardino di 1050 m² su cui si affaccia la nuova struttura, con la sala eventi da novantanove posti, la caffetteria, le sale di lettura e l’area gaming. Un polo luminoso di Open library dove soddisfare le proprie esigenze informative, culturali e di svago e dove si incontrano lettura, immaginazione, persone, attività e bellezza, personalizzato dai disegni dell’illustratore Jacopo Rosati, che imprime la sua griffe anche all’immagine della nuova rassegna, invitando il pubblico a navgare fra le parole dei libri e i dialoghi che si intrecceranno negli incontri.
“La Rete biblioteche continua il suo percorso di formazione e coinvolgimento offrendo a tutti i nostri cittadini appuntamenti culturali in grado di rispondere alle passioni di chi frequenta i nostri spazi. Con questa rassegna iniziamo ufficialmente gli incontri nella nuova ala della biblioteca Vez, aperta al pubblico da pochi mesi e che sta già riscuotendo grande successo di presenze – spiega l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini- L’impegno di questa Amministrazione comunale sul fronte della cultura è sempre tra gli obiettivi principali, per coinvolgere gli appassionati della lettura e non solo delle nostre biblioteche. Ma l’offerta delle Rete comunale è ampia e in grado di creare un cartellone di eventi e laboratori aperto a tutte le fasce di età, dai più piccoli ai più grandi”
L’appuntamento con “Kafka”, reading di e con Mauro Covacich nel centenario della scomparsa del grande autore praghese, è in programma lunedì 16 settembre, alle 18.30 nella Sala Eventi della Biblioteca VEZ.
Il programma di VEZzaMente ripartità, dopo l’evento di anteprima, giovedì 24 ottobre, e sarà presentato le prossime settimane alla stampa e al pubblico.
“Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?” A partire da questo pensiero già definitivo, di un Franz Kafka appena ventenne, Mauro Covacich insegue lo scrittore praghese, una parola dopo l’altra in un flusso appassionato di pensieri e letture, un corpo a corpo tra vita e letteratura. Dopo i tre monologhi dedicati a Svevo, Joyce e Saba, che lo hanno portato nei teatri italiani a sperimentare una nuova forma di letteratura performativa, Mauro Covacich continua così la sua “autobiografia per procura”. Non era la lingua madre, quella usata abitualmente da Kafka, ma il tedesco dell’impero austro-ungarico imparato a scuola. Questa estraneità rispetto alla vita, rispetto all’amore, rispetto al padre Hermann e alla famiglia, scolpisce la scrittura e l’immaginario con cui Kafka ha concepito i suoi capolavori, ma anche le pagine di diario in cui annota i sogni, i libri letti, le serate con gli amici e le visite ai bordelli. E proprio in un postribolo della Trieste teresiana, Franz potrebbe avere incontrato James Joyce. Il soggiorno triestino di Kafka rivive nell’indagine di Covacich, fino agli archivi delle Generali dove la grafia del praghese sembra seguire l’alienazione di un lavoro d’ufficio che non lasciava spazio alla letteratura.
Con la complicità con cui si guarda a un fratello, e sul filo rosso delle musiche originali di Francesco Antonioni, Mauro Covacich segue Kafka nel vento dell’est, rincorre le inquietudini della mente di un genio che non avrebbe voluto essere letto, e che qui rivive “la certezza di non essere una chimera”. Mauro Covacich ha esordito nella scrittura nel 1993 con Storie di pazzi e di normali, romanzo verità sulle istituzioni psichiatriche nato dall’esperienza maturata presso il Dipartimento di salute mentale di Pordenone, cui hanno fatto seguito tra gli altri Colpo di lama (1995), Mal d’autobus (1997), Anomalie (1998), la raccolta di resoconti dei suoi viaggi in Italia come reporter La poetica dell’Unabomber (1999), L’amore contro (2001) e Trieste sottosopra. Quindici passeggiate nella città del vento (2006). Scrittore atipico nel panorama letterario contemporaneo, spiazzante sperimentatore delle zone di confine tra generi e stili e degli svolgimenti dissonanti della scrittura, C. è inoltre autore della pentalogia nota come “ciclo delle stelle” e composta dai romanzi A perdifiato (2003), Fiona (2005) e Prima di sparire (2008), dalla videoinstallazione L’umiliazione delle stelle (Fondazione Buziol-Einaudi-Magazzino d’Arte Moderna Roma, 2010) e dal testo A nome tuo (Einaudi, 2011).
Docente di Scrittura creativa presso l’Università di Padova (2000-12), collaboratore di testate giornalistiche quali Panorama e Il Corriere della Sera, C. ha confermato la sua abilità nel sovvertire piani logici e schemi narrativi nei più recenti L’esperimento (2013), La sposa (2014, finalista al Premio Strega 2015), La città interiore (2017, premio Brancati e finalista al Premio Campiello), Di chi è questo cuore (2019), Colpo di lama (2020), Sulla corsa (2021) e L’avventura terrestre (2023). Nel marzo 2024, in occasione della Giornata mondiale della poesia, lo scrittore ha interpretato la lezione-spettacolo Saba presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana.

– Foto: ufficio stampa Comune di Venezia –
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Papa Francesco “La fede non sia manipolata per accrescere l’odio”

ROMA (ITALPRESS) – “Vi sono casi in cui la fede in Dio viene continuamente posta in primo piano, ma spesso purtroppo per essere manipolata, per servire non a costruire pace, comunione, dialogo, rispetto, collaborazione, fraternità, ma per fomentare divisioni e accrescere l’odio”. Così Papa Francesco alle autorità politiche e sociali a Giacarta, nella sua seconda giornata di visita pastorale.
“La vera armonia – sottolinea il Pontefice – si ottiene quando ciascuno si impegna non solo per i propri interessi e la propria visione, ma in vista del bene di tutti, per costruire ponti, per favorire accordi e sinergie, per unire le forze allo scopo di sconfiggere ogni forma di miseria morale, economica, sociale, e promuovere pace e concordia”.
Francesco ha poi incontrato privatamente i circa 200 confratelli gesuiti presenti in Indonesia.
– foto Ipa –
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Gilli e Raimondi d’oro a Parigi, Italia a quota 35

di Sonia Arpaia
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – L’Italia splende ancora ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, e la sesta giornata inizia nel segno delle donne della spedizione azzurra. Ci ha pensato, infatti, Assunta Legnante a portare la prima medaglia di giornata, d’argento, la sua quinta in carriera in tre edizioni dei Giochi. Nella finale del lancio del disco F11, la capitana della nazionale azzurra torna a infrangere la barriera dei 38 metri e bissa il risultato di Tokyo 2020, alle spalle della sola cinese Zhang Liangmin. “Sono contenta di essere riuscita a confermare l’argento. Pensavo di soffrire di più la tensione del pubblico e della confusione, ma mi sono accorta che dopo 35 anni riesco a dissociarmi dalla situazione e vivere il ‘qui e orà. Ammetto che dà fastidio il secondo posto perchè a separarmi dall’oro è stato poco più di 1 metro, ma sono lì e la vendetta non è ancora finita perchè mi manca una gara e devo riprendermi quel titolo che ho lasciato a Tokyo nel peso”. Un’altra importante conferma arriva dall’immensa Sara Morganti, bronzo nella prima prova individuale tecnica di Paradressage del Grado I assieme a Mariebelle.
Dopo i due bronzi di Tokyo, l’azzurra centra la tripletta allo Chàteau de Versailles, con un punteggio di 74,625 al termine di una gara ben interpretata. Un risultato che, naturalmente, consente al binomio di ottenere il pass per il freestyle di sabato prossimo. Grande festa per l’Italia dell’equitazione alla presenza del Presidente del Cip Luca Pancalli. “Non ci posso credere – ha detto Morganti, quando l’ultimo dei 22 binomi del Grado I è uscito dal campo gara di Versailles – e forse sono più incredula di aver vinto questa medaglia che qualunque altra abbia mai vinto nella mia carriera agonistica. Sono felicissima. Adesso restiamo concentrati e pensiamo alle prossime gare”. Da Versailles all’Esplanade des Invalides, dove arriva un altro bronzo, quello della veterana Elisabetta Mijno nel tiro con l’arco nel ricurvo open. Una campionessa alla sua quinta Paralimpiade che, nella quotidianità, veste i panni di medico chirurgo al CTO di Torino. “Porto a casa delle belle sensazioni, delle belle frecce. E un pubblico fantastico, mai visto prima: è un segnale importante per l’intero movimento. Stasera, però, non dormirò molto. Magari lo farò domani. E giovedì ci sarà l’ultima gara”, ha detto l’azzurra a fine gara.
A impreziosire il medagliere di giornata con due ori, ci pensano ancora gli azzurri del nuoto, grazie a un super Stefano Raimondi nei 100 farfalla, suo terzo oro a Parigi dopo i trionfi nei 100 stile e nei 100 rana, e quello “più difficile, in una gara che sto preparando da due anni, e oggi avrei voluto fare meglio, ma va bene così. Vediamo le prossime”. Ma soprattutto grazie a Carlotta Gilli che chiude i Giochi a quota cinque medaglie in cinque gare, proprio come a Tokyo, e con un prezioso oro così come aveva iniziato. “Wonder Gilli” si conferma regina alla Paris La Defense Arena vincendo i 400 misti. “Mi sono detta di dare tutto quello che avevo e ce l’ho fatta. Tanto era l’ultima gara e non avevo nulla da perdere. Ho fatto cinque gare, ho vinto cinque medaglie, ho aperto e chiuso con l’oro, quindi direi che posso ritenermi soddisfatta – ha detto – In questi giorni ho davvero il telefono intasato, e questo è bellissimo. Sentire l’affetto degli italiani è qualcosa di straordinario. Il messaggio che voglio mandare da qui è quello di buttarsi, di tuffarsi nel nostro caso, perchè se è quello che senti dentro niente può impedirti di arrivare o comunque di provarci”, ha concluso la 23enne torinese. Dalla vasca parigina arriva anche il bronzo di Federico Bicelli nei 100m dorso, dopo l’oro conquistato ieri nei 400 stile, per confermare ancora una volta che il nuoto azzurro c’è.
L’ultima medaglia di una giornata memorabile per i colori azzurri arriva dalle pedane del Grand Palais, nella prima giornata della scherma, e la porta Edoardo Giordan che nella sciabola batte l’ucraino Demchuk per 15-7 nella finale per il terzo posto e vince il suo primo bronzo alle Paralimpiadi. Il medagliere di giornata segna, così, più sette (in cinque sport diversi) per i colori azzurri quello complessivo proietta l’Italia a quota 35, in attesa domani dell’esordio della bi-campionessa in carica della categoria B Bebe Vio Grandis.
foto CIP/Luca Pagliaricci
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Alla Mostra del Cinema di Venezia il film su Ennio Doris

VENEZIA (ITALPRESS) – A Venezia una giornata in ricordo della figura di Ennio Doris. Il film a lui dedicato, dal titolo “Ennio Doris – C’è anche domani” è stato presentato oggi alla Mostra del Cinema di Venezia, all’interno del Venice Production Bridge, la sezione rivolta ai professionisti dell’industria cinematografica. La proiezione è stata preceduta da una breve introduzione del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e dai saluti di Sara Doris che presiede la Fondazione intitolata al padre Ennio.
“Sono convinto che la sua storia sia un modello assolutamente da comunicare ai giovani – ha detto Zaia -. Con Marco Bussetti, che è il direttore scolastico nonchè ex ministro della pubblica istruzione, parlavo poco fa dell’opportunità di approfittare di questi modelli virtuosi. La storia di Ennio Doris è quella di una persona lungimirante che ha conosciuto la forza di volontà, la determinazione, l’umanità, la libertà, la positività. Ecco questi sono tutti dei valori che oggi nel nostro tempo mal si comunicano. E’ più facile vendere un alibi ai ragazzi, dire che scappano tutti perchè la fuga dei cervelli è l’unica soluzione, che non vale la pena di impegnarsi perchè magari c’è sempre qualcuno che ce la farà perchè è raccomandato. La verità è che la storia di Ennio Doris è quella di una persona che dal nulla è riuscito a realizzare un sogno e questo è l’allenatore. E’ la storia di una famiglia, la storia di un amore che c’è stato, di due figli, di una comunità”.
Sara Doris, nel dare l’annuncio che il film sarà trasmesso il 24 novembre, nel terzo anniversario della morte di papà Ennio, su Canale 5, ha aggiunto: “Ringrazio la Biennale e la Regione, perchè per la nostra famiglia è veramente un onore essere qui a Venezia a presentare il film. La pellicola è uscita in aprile, l’abbiamo presentata a Roma, e ora essere presenti a questa kermesse, alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia, è veramente meraviglioso. Questa storia veneta ci ricorda che le nostre radici non vanno mai abbandonate, perchè sono quelle che nella vita ci permettono di arrivare a costruire ciò che abbiamo nel nostro cuore. Questo film è per me una memoria per ricordare che la nostra vita ha un senso, anche quando ce ne andiamo, attraverso le opere che abbiamo lasciato e attraverso l’amore che abbiamo donato agli altri, perchè i sogni si costruiscono insieme. Il fatto che l’opera di Ennio Doris vada avanti nonostante non ci sia più, per me è un messaggio meraviglioso”.
Per la regia di Giacomo Campiotti, il film vede Massimo Ghini nel ruolo di Ennio Doris. Nel cast anche Lucrezia Lante Della Rovere, Daniel Santantonio, Emma Benini.
-foto f17 Italpress-
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Middle East, Ghribi “Listen to the Pope’s appeals against the war”

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ROME (ITALPRESS/MNA) – “I have reflected for a long time on the contents of my conversation with the Holy Father a few days ago and I confess that something intense and profound has remained inside me. Mainly the confirmation of the spiritual depth of Pope Francis, a man capable of uniting every religious barrier by appealing to that human brotherhood that surpasses all divisions”. This was stated by Kamel Ghribi, president of GKSD Investment Holding and vice president of the San Donato Group.
“Precisely this sense of brotherhood”, he added, “should inspire all leaders in this violent and hostile time. It should suggest that wars only bring hatred and devastation, poison the relations between humans and peoples and perhaps not even decades will be enough to forget the tears and blood shed. The sense of brotherhood should always suggest a more humanitarian approach towards children, innocent victims of conflicts out of their control and that cannot understand. Children who are also the first victims of ruthless human traffickers of illegal migration”.
He continued, “The time of responsibility has come for those who are called to decide on peace and war, and in this hour so dramatic, from the bottom of my heart I express the hope that everyone listens to the invocations, prayers and appeals of the Holy Father. I wish Pope Francis every success during the longest journey of his pontificate. The Pope will travel 33,000 kilometres in ten days. The trip will take him to Indonesia, Papua New Guinea, East Timor and finally Singapore”.
-photo GKSD-
(ITALPRESS)