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CHINNICI “INDISPENSABILE STRATEGIA UE ANTIMAFIA”

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“Per contrastare efficacemente mafie e corruzione oggi è indispensabile una strategia europea, e una strategia europea non può prescindere da una definizione di gruppo criminale organizzato valida in tutto il territorio dell’UE. Se non si compie questo passo, invocato anche dal procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho qualche giorno fa in un’audizione a Bruxelles, rischiamo di vanificare i nuovi strumenti introdotti nella scorsa legislatura europea. In questi settori la ‘non Europe’, cioè il deficit normativo, costa alla collettività 71 miliardi di euro ogni anno”. La necessità che l’UE adotti una nozione giuridica uniforme di criminalità organizzata è un tema centrale nell’impegno di Caterina Chinnici al Parlamento Europeo, e su questo l’eurodeputata di S&D si è soffermata anche stamattina a Bruxelles durante un incontro che ha riunito gli eurodeputati siciliani, quelli italiani componenti della commissione Libe e una delegazione della commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana, guidata dal presidente Claudio Fava.

“Le raccomandazioni della commissione Crim approvate nel 2013 hanno avuto seguito solo in parte – ha proseguito Caterina Chinnici, che ha auspicato un raccordo costante con la commissione Antimafia dell’Ars – e purtroppo dobbiamo ancora far comprendere bene in ambito europeo che i reati finanziari e i traffici di stupefacenti, di armi o di esseri umani, tutte attività transnazionali, hanno dietro quasi sempre le organizzazioni criminali, più di 5 mila in tutta Europa come riscontrato da Europol”.

“Nella passata legislatura ­- ha sottolineato Caterina Chinnici – sono stati fatti passi in avanti. Per esempio la direttiva per la lotta alle frodi contro gli interessi finanziari dell’Unione, quella a tutela degli informatori che svelano casi di corruzione, la direttiva che potenzia lo scambio di informazioni tra le Unità di intelligence finanziaria, il regolamento sul reciproco riconoscimento degli ordini di confisca compresi quelli emessi in assenza di condanna, la direttiva sulla lotta al riciclaggio. È stata istituita la Procura Europea per la lotta ai reati finanziari, la cui competenza però va ora estesa alla lotta al crimine organizzato. Tutte innovazioni importanti ma non sufficienti, perché permangono asimmetrie tra le legislazioni interne dei singoli Stati membri e il malaffare sa trarne vantaggio: per questo è necessaria una definizione di organizzazione o gruppo criminale uniforme a livello UE, dato che quella contenuta nella decisione del Consiglio Giustizia e Affari interni del 2008 non è rispondente oggi alle caratteristiche del fenomeno. L’essenziale è arrivarci, poi potremo anche connotare la definizione con specificità tipiche delle organizzazioni mafiose, come l’intimidazione e l’assoggettamento”.

Caterina Chinnici ha partecipato anche all’incontro con la delegazione della commissione dell’Ars che si occupa delle questioni legate all’attività dell’UE, guidata dal presidente Giuseppe Compagnone. “Se rafforzato e valorizzato, l’ufficio regionale a Bruxelles potrebbe aiutare – ha detto l’eurodeputata siciliana, iscritta all’Intergruppo sull’Insularità – a cogliere meglio le occasioni offerte dai fondi UE. In tal senso potrebbe essere utile far fare ai funzionari una formazione mirata sui progetti europei, perché questo potrebbe servire per entrare meglio nella logica dei bandi europei, per creare contatti e favorire partnership”.
(ITALPRESS).

LE MESCOLE PIRELLI PER GP AUSTRALIA, BAHRAIN, VIETNAM E CINA

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Pirelli ha nominato le seguenti mescole per I Gran Premi d’Australia (Melbourne, 13-15 marzo), Bahrain (Sakhir, 20-22 marzo), Vietnam (Hanoi, 3-5 aprile) e Cina (Shanghai, 17-19 aprile). Per tutte e quattro le gare saranno messi a disposizione dei team la White Hard C2, la Yellow Medium C3 e la Red Sodft C4.
(ITALPRESS).

NON CAMBIANO LE GOMME IN F.1, SI CORRERÀ CON QUELLE DEL 2019

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Il prossimo mondiale di Formula 1 si correrà con i pneumatici utilizzati nella stagione 2019. Questa la decisione presa all’unanimità dalla Fia, dalle scuderie partecipanti e ovviamente dal fornitore unico, Pirelli. “Dopo aver analizzato tutti i risultati e le valutazioni della squadra dal recente test ad Abu Dhabi, è stato effettuato un voto per la specifica delle gomme per la stagione 2020 in conformità con l’articolo 12.6.1 del regolamento tecnico. Il voto ha portato a una decisione unanime di mantenere i pneumatici con specifiche 2019 per la stagione 2020 da parte dei team di Formula 1” si legge nella nota diffusa dal marchio della P lunga. “Insieme Pirelli, la FIA e le squadre di F1 hanno preso in considerazione diversi fattori nel prendere questa decisione: I team non dovranno più modificare i progetti delle loro auto 2020, che altrimenti sarebbero stati necessari per adattarsi al diverso profilo della costruzione di pneumatici 2020. Ciò consentirà ora ai team di continuare lo sviluppo delle loro auto 2020 – che sono già in una fase avanzata – senza interruzioni. L’uso dei pneumatici 2019 garantisce anche la stabilità dei team, con il vantaggio di utilizzare un prodotto noto durante l’ultima stagione delle normative vigenti”. “Le nuove soluzioni per i pneumatici da costruzione 2020 testate la scorsa settimana ad Abu Dhabi, che Pirelli continuerà a sviluppare ulteriormente per l’era da 18 pollici a partire dal 2021, consentono di eseguire pressioni di pneumatici inferiori a quelle utilizzate al momento. Di conseguenza, sono in grado di compensare l’aumento delle prestazioni attese dalla prossima generazione di auto. Queste nuove soluzioni viste sui pneumatici da 18 pollici che verranno utilizzate dal 2021 in poi, con i primi test in pista di queste dimensioni hanno già mostrato risultati positivi. La campagna di test di sviluppo con pneumatici da 18 pollici per il 2021 in poi continuerà per tutto il 2020, a partire da febbraio con la Ferrari a Jerez in Spagna”.
(ITALPRESS).

MANOVRA, FIAIP “CAMBIARE ROTTA SU CEDOLARE SECCA NEGOZI”

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“La mancata proroga al 2020 della cedolare secca per le locazioni commerciali, così come paventata, rappresenta un boomerang per il settore immobiliare, penalizza il commercio, il terziario oltre agli stessi Comuni”. Così a Ferrara Gian Battista Baccarini, presidente Fiaip intervenendo alla presentazione dell’Osservatorio Immobiliare Fiaip.
“Stiamo lavorando, in sede di Legge di Bilancio – aggiunge – affinché il Parlamento cambi rotta confermando questa misura, considerato che ha già dato ottimi risultati nel 2019 sia per le Casse dello Stato in termini di recupero di gettito fiscale, sia in relazione alla lotta contro la desertificazione dei centri urbani”.
(ITALPRESS).

TOSCANA PLASTIC FREE, SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE PIÙ VICINA CON PROTOCOLLO

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Scuole, comunità locali e turisti. La sfida della Toscana in nome della sostenibilità ambientale si rafforza e si fa in tre grazie a un protocollo d’intesa, siglato questa mattina tra Consiglio regionale e Toscana Promozione Turistica, che punta a una sempre maggiore sensibilizzazione, informazione e consapevolezza sia dei cittadini toscani sia di chi sceglie la nostra regione per le vacanze.
“Abbiamo voluto assecondare un indirizzo che con la Giunta ci siamo dati, quello per l’eliminazione della plastica e per l’educazione ad uno stile di vita che ne faccia a meno- ha detto il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani -. L’obiettivo è creare una cultura di base deplastificata per lanciare un messaggio alle nuove generazioni e sostenere quei comuni che portano avanti iniziative plastic free”.
Il protocollo, finanziato con un contributo di 300mila euro che il Consiglio Regionale ha reperito dall’avanzo di amministrazione, prevede una serie di azioni articolate su tre diverse linee di intervento con il coinvolgimento dei soggetti interessati. Da una mostra fotografica itinerante con installazioni (da usare anche nelle scuole) al “kit di sostenibilità” da distribuire negli istituti; dai concorsi di idee e progetti a una campagna di comunicazione massiva mirata a promuovere la “Toscana sostenibile”, l’obiettivo di questo protocollo è creare una sorta di “effetto moltiplicatore” tra tutti i partecipanti su un tema fondamentale come l’ambiente.

All’inizio del prossimo anno saranno organizzati due grandi eventi di lancio, uno a Firenze e uno sulla costa per presentare il materiale pensato e realizzato sia per gli studenti sia per le scuole. Il tutto nel solco della campagna “Toscana plastic free” lanciata dalla Giunta regionale prevedendo anche l’utilizzo delle immagini della fotografa Laura Lezza di Getty Images, che ha immortalato coi suoi scatti i ‘mostri’ ripescati in mare, plastiche con abbarbicati piante e animali dei fondali, che riemergono ed assomigliano a vere e proprie nuove creature.
“Una scelta che abbiamo voluto con forza – ha detto il consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza Antonio Mazzeo – con gli avanzi di amministrazione, 300mila euro, abbiamo voluto dare un segnale deciso, quello di un’inversione di tendenza, per fare della Toscana entro il 2030 la regione più sostenibile d’Europa. Si tratta di una sfida generazionale, di cambio culturale e di civiltà”.
“Il tema del plastic free da un punto di vista turistico è fondamentale – commenta il direttore di Toscana Promozione Turistica, Francesco Palumbo – abbiamo circa 50milioni di presenze di turisti in Toscana e far sì che questi flussi in alcuni ambiti siano anche sostenibili diventa obbligatorio. Lavorare con le scuole, gli enti locali e gli operatori della filiera diventa un meccanismo necessario per abituare tutti a comportamenti che mantengano al meglio i contesti della Toscana così attraenti nel mondo”. Palumbo ha ricordato che quella sul plastic free è un’iniziativa coerente con la strategia turistica regionale. “Un modello di sviluppo turistico sostenibile è infatti la ‘vision di Toscana 2020’ a cui stiamo lavorando, con iniziative e progettualità”.

SALUTE E BENESSERE, 14 PREMI DA UNIBA E LIFESTYLE

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Un premio che ha la finalità di promuovere stili di vita orientati alla salute e al benessere. Si chiama “Stili di Vita per la Salute e il Benessere – Lifestyle Award for Health and Wealth 2019” ed è giunto alla seconda edizione. Si terrà nell’Archivio di Stato di Bari venerdì, alle 16. L’evento, promosso dall’Università degli studi di Bari Aldo Moro e dall’assaciazione Lifestyle Studium, è stato presentato questa mattina nell’Aula BaLAb “Guglielmo Minervini” del Centro Polifunzionale Studenti.
Questa edizione del premio è inserita nell’ambito del progetto PECCEI “Partenariato Euromediterraneo perla CirCular Economy e l’Innovazione” a cura del Centro per la Sostenibilità e del Centro per l’Innovazione e la Creatività dell’Università di Bari ed avrà come tema il “Consumo sostenibile e stili di vita: la Dieta Mediterranea integrata al territorio”.
“Il link che si è creato tra il Progetto PECCEI e il Premio ‘Stili di Vita per la Salute e il Benessere’ rappresenta, in un’ottica di Terza Missione, un’opportunità per l’Università di Bari grazie a cui riflettere, assieme al territorio, di questioni fondamentali e centrali per il Progetto stesso: sostenibilità, alimentazione, economia circolare, stili di vita”, ha detto il professor Giuseppe Pirlo, delegato del Rettore alla Terza Missione.
“La promozione del Premio – ha aggiunto Pirlo – assume maggiore importanza in questa settimana in cui i governi nazionali e regionali ma anche le Nazioni Unite si stanno ritrovando a Madrid per la Venticinquesima Conferenza delle Parti sul Clima. Quella del Premio rappresenta allora un’occasione grazie alla quale UniBa può accrescere il suo impegno e la sua autorevolezza in materia di sviluppo sostenibile e di perseguimento dei Goals dell’Agenda 2030, in una dimensione che non può che essere comunitaria”.
Sono 14 i premiati della seconda edizione del Premio: singole personalità, enti, associazioni, aziende che si adoperano quotidianamente per la promozione di una cultura rispettosa della salute e del benessere del Pianeta. Tra questi, per esempio, Antonio Moschetta, ricercatore e oncologo UniBa per le ricerche condotte sul ruolo dell’acido oleico, contenuto nell’olio extravergine di oliva, nella prevenzione (e nella lotta) dei tumori all’intestino, e Livia Pomodoro, ex presidente del Tribunale di Milano, per aver saputo coniugare il rigore etico con lo spirito di umanità e per aver portato avanti l’eredità immateriale di Expo 2015 sui temi dell’alimentazione e sui limiti delle risorse.
(ITALPRESS).

ALLA CONQUISTA DEL SISTEMA SOLARE CON EXTREMA

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Il progetto di Francesco Topputo (Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano) “Engineering Extremely Rare Events in Astrodynamics for Deep-Space Missions in Autonomy (EXTREMA) ha vinto il prestigioso ERC Consolidator Grant del valore di 2 milioni di Euro. Il riconoscimento viene conferito dall’Unione Europea a ricercatori eccellenti, che stanno consolidando la propria indipendenza scientifica, ed è destinato alla realizzazione di progetti di frontiera.
EXTREMA realizzerà i “self-driving interplanetary CubeSats”, sonde spaziali della dimensione di una scatola da scarpe in grado di auto-guidarsi, dalla fuga dalla Terra fino all’arrivo a destinazione, senza la necessità di essere controllati da stazioni terrestri. Il progetto, unico al mondo, pone non poche sfide: i nanosatelliti (CubeSats) dovranno essere in grado di determinare autonomamente non solo la propria posizione sfruttando l’osservazione di corpi celesti ma anche muoversi lungo una corretta rotta utilizzando propulsori miniaturizzati.
EXTREMA integrerà quindi elementi di intelligenza artificiale e sfrutterà un delicatissimo meccanismo celeste per entrare in orbita attorno a pianeti: la cattura gravitazionale. I benefici derivanti dall’impiego di tale tecnologia sono notevoli: le università, i centri di ricerca e le aziende potranno avere accesso allo spazio profondo a basso costo, combinando la miniaturizzazione dei satelliti all’abbattimento dei costi per le operazioni. Ciò comporterà una potenziale proliferazione di missioni spaziali e quindi una conoscenza più approfondita del nostro sistema solare. La complessità della tecnologia proposta richiederà un team di ricercatori internazionali che saranno guidati dal prof. Topputo.
In quale contesto si inserisce EXTREMA? Da oltre 50 anni, l’esplorazione robotica del sistema solare avviene tramite sonde tele-guidate da Terra. Durante il loro viaggio verso pianeti, asteroidi o comete, le navicelle spaziali sono in frequente contatto con le stazioni terrestri in attesa di istruzioni.
Qui, i team di ingegneri hanno il compito di ricostruire la posizione dei satelliti e di elaborare un “piano di volo” affinché questi arrivino a destinazione nei tempi e modi prestabiliti. Questo approccio richiede ingenti risorse poiché il viaggio nello spazio può durare mesi o anni.
In tempi recenti la miniaturizzazione dell’elettronica ha consentito la nascita e la diffusione dei nanosatelliti: sistemi miniaturizzati in grado di eseguire misurazioni scientifiche alla stregua dei loro “progenitori”, pesanti centinaia di chili in più. Il vantaggio dei CubeSats risiede nel loro basso costo di sviluppo e nella rapidità di produzione.
I CubeSats sono stati adottati da NASA, ESA e JAXA, le tre principali agenzie spaziali del mondo, per missioni scientifiche in orbita terrestre.
“L’impiego di CubeSats per l’esplorazione del sistema solare, però, è rimasto finora un tabù: teleguidarli da Terra è troppo costoso e ciò vanifica i vantaggi della miniaturizzazione. EXTREMA promette di superare questo ostacolo – ha affermato Francesco Topputo – ho lavorato per anni con l’obiettivo di concretizzare la mia idea. Sono orgoglioso di guidare un team internazionale che lavorerà alla frontiera della ricerca nel campo spaziale”.
I progetti ERC sono valutati sulla base sia dell’eccellenza della proposta di ricerca, sia sul curriculum del proponente (Principal Investigator). Per dare l’idea di quanto sia arduo ottenere un ERC Consolidator Grant, basti pensare che nel 2019 sono state presentate oltre 2453 domande in tutte le discipline, ma solo il 12% ha ricevuto il finanziamento. L’European Research Council (ERC) per quest’ultima erogazione di “Consolidator Grants” ha distribuito 600 Milioni di Euro.
Il Politecnico di Milano, nel corso dell’intero programma H2020, ha ottenuto 9 ERC Consolidator Grants per un totale di circa 17.015.380 Euro. In generale, l’Ateneo risulta prima università italiana per fondi H2020 ricevuti (138.623.312 Euro) e numero di progetti finanziati (318).
(ITALPRESS).

UNIPOL/AMBROSETTI, WELFARE NEW DEAL PER SALVARE SISTEMA

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Presentato il Rapporto 2019 del Think Tank “Welfare, Italia”, sviluppato da Unipol Gruppo con The European House – Ambrosetti.
L’iniziativa, all’interno del progetto Welfare Italia, laboratorio per le nuove politiche sociali, ha visto oltre 200 esponenti delle Istituzioni ed esperti del settore che hanno dibattuto sui vincoli e le proposte per garantire che il sistema di welfare del Paese possa continuare a funzionare rispondendo efficacemente anche ai nuovi bisogni emergenti.
Nell’ambito del Welfare Italia Forum 2019, sono stati proposti 4 pilastri di azione per passare da un sistema passivo ad uno attivo: ottimizzare le basi informative per il monitoraggio del welfare aumentando e mettendo a fattor comune la quantità di dati pubblici e privati per favorire i processi decisionali;
lanciare un Welfare New Deal a livello europeo, riorganizzando i meccanismi (bonus, detrazioni, etc) e semplificando le normative esistenti per garantire un efficace relazione pubblico-privato;
adeguare l’offerta di servizi ai nuovi bisogni di age management e di long term care, incentivando l’adesione ai fondi pensione integrativi e sostenendo programmi di tutoring da parte dei lavoratori over 55;

promuovere l’auto responsabilizzazione di individui e aziende attraverso campagne di comunicazione strutturate che conducano ad un approccio proattivo da parte dei cittadini.
La spesa pubblica complessiva in servizi di welfare nel 2018 ammonta a 488,3 miliardi di Euro. Tra le tre voci di spesa approfondite nel dettaglio nel Rapporto (Sanità, Previdenza e Politiche Sociali), la componente pensionistica è quella con l’impatto maggiore: con un valore pari a 281,5 miliardi di Euro nel 2017, vale il 57,6% del totale della spesa sociale pubblica in Italia.
All’interno di questo contesto, l’integrazione pubblico-privato si configura come un meccanismo in grado di far fronte non solo ai crescenti vincoli di spesa del pubblico e al dualismo geografico, ma anche all’evoluzione dei bisogni dei beneficiari di servizi di welfare. A fine 2018 sono censiti 7,9 milioni di aderenti a forme di previdenza complementare (circa il 30% della forza lavoro) e 1,7 milioni di lavoratori beneficiano dei servizi di welfare aziendali offerti dalle aziende. Complessivamente, il segmento della sanità integrativa coinvolge 12,6 milioni di beneficiari nel 2018 (la spesa sanitaria privata ammonta a 40 miliardi di Euro), mentre gli aderenti a forme di previdenza complementare sono circa 7,9 milioni, pari al 30% della forza lavoro.

Per mettere a fuoco le necessità evolutive del sistema di welfare, al Welfare Italia Forum 2019 sono stati approfonditi i driver di cambiamento esogeni ed endogeni che agiscono sul sistema di protezione sociale e impattano sui bisogni dei fruitori dei servizi di welfare. L’aumento della speranza di vita – cresciuta in media di 1,7 anni dal 2008 ad oggi – la caduta del tasso di natalità del 25%, i cambiamenti del mercato del lavoro verso una maggiore diffusione delle forme non standard, le innovazioni tecnologiche che mettono ad alto rischio di automazione il 15% dei posti di lavoro nei prossimi 15-20 anni, sono solo alcuni dei trend in atto.
L’Italia è al 28° posto tra i Paesi dell’UE-28 nell’Indice che valuta la capacità di un Paese nel favorire la transizione da istruzione a mercato del lavoro e il tasso di occupazione degli stranieri è tra i più bassi in Europa (60,9%). I divari di genere nel mercato del lavoro causano un costo di oltre 176,5 miliardi di Euro per il sistema-Paese.
Un punto chiave della discussione al Forum ha riguardato la necessità di una ricalibratura del sistema di welfare rispetto ai nuovi bisogni per garantirne la sostenibilità nel medio-lungo termine. Occorre un intervento immediato per ricalibrare il modello di welfare integrando i diversi attori (pubblico, privato, no-profit e Unione Europea), per offrire ai cittadini le migliori e le più moderne risposte universalistiche di protezione sociale.

La fotografia tendenziale scattata dal Rapporto all’Italia del welfare al 2050 mostra infatti caratteristiche molto diverse da quella attuale. Dal punto di vista demografico, ci saranno 36.000 nascite annue in meno e 2,9 milioni di anziani non autosufficienti in più. Il tasso di dipendenza strutturale subirà un incremento di ben 27,2 punti percentuali rispetto a quello attuale. Il numero di stranieri salirà a circa 10,3 milioni (1 ogni 6 abitanti), anche se il contributo dell’immigrazione all’equilibrio demografico del Paese è ancora troppo basso e, nel tempo, si sta indebolendo.
La combinazione di trend demografici e cambiamenti nel mercato del lavoro porterà nel 2050 ad un calo di ben 7,4 milioni di persone in età lavorativa e 2,3 milioni di occupati in meno. Nel complesso, si arriverà ad un rapporto di 1,1 pensionati per ogni lavoratore con necessarie conseguenze sul sistema previdenziale che, da un lato, vedrà aumentare di 1,3 p.p. l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL e, dall’altro, andrà verso una riduzione del tasso di sostituzione di circa 15 p.p. rafforzando il senso di urgenza per accrescere la componente di previdenza integrativa. Le dinamiche economiche, inoltre, proiettano il raddoppio dei costi attuali in Long Term Care e 5,7 milioni di nuovi poveri che si andrebbero ad aggiungere al numero odierno.
Osserviamoli nel dettaglio: 33,4 milioni di persone in età lavorativa (-7,4 milioni rispetto al 2018); 20,9 milioni di occupati (-2,3 milioni rispetto al 2018); 1,1 pensionati per ogni lavoratore; 17,6% di spesa pensionistica sul PIL (+1,3 punti percentuali rispetto al 2018); spesa raddoppiata in Long Term Care per over 80; -36.000 nascite all’anno; 5,7 milioni di anziani non autosufficienti (+2,9 milioni rispetto al 2018); 10,7 milioni di poveri (+5,7 milioni rispetto al 2018).

Il Think Tank “Welfare, Italia” delinea una visione evolutiva che suggerisce un’evoluzione verso una maggiore flessibilità e personalizzazione delle prestazioni, un’integrazione funzionale tra pubblico e privato, una ridefinizione dei ruoli – nella direzione di una maggiore complementarietà – e un percorso di autoresponsabilizzazione di cittadini e imprese. Tra le linee d’azione suggerite per la piena realizzazione della visione evolutiva vi è, inoltre, il lancio di un Welfare New Deal, un piano di intervento congiunto, con risorse a livello nazionale ed europeo, per cui è richiesto un atto di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo. La transizione ad un welfare più inclusivo e sostenibile, inoltre, non può che passare da una riduzione dei forti divari del Paese, in molte aree fondamentali dello sviluppo: in Italia i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano sono il 25,5%, ma in alcune Regioni del Sud superano il 40%, generando costi per il sistema-Paese pari ad oltre 21 miliardi di Euro. Le famiglie italiane, soprattutto nel Mezzogiorno, tra il 2001 e il 2017 hanno perso tra 16 e 29 punti percentuali di reddito netto disponibile rispetto ad alcuni Paesi europei.
Dalla ricerca emerge che se l’Italia, ottimizzando il sistema di welfare riducesse alcuni dei gap attuali in molte aree fondamentali dello sviluppo (occupazione femminile e giovanile, povertà, formazione, ecc.) si genererebbe un impatto positivo pari a oltre il 13% del PIL.
(ITALPRESS/WEWELFARE.IT).