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INAUGURATO L’ANNO ACCADEMICO UNIBA 2019-2020

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Ha partecipato anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, nell’Aula Magna “Giuseppe De Benedictis” del Policlinico di Bari, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 dell’Università degli Studi “Aldo Moro”, il primo sotto la guida del nuovo rettore Stefano Bronzini che il primo ottobre scorso ha preso il posto del prof. Antonio Uricchio.
Un’occasione per fare il punto sullo stato di salute dell’ateneo del capoluogo pugliese, una università che per volumi di attività gestite e per dimensioni, rappresenta la seconda “istituzione-azienda” della Puglia: 43.500 studenti, oltre 3.000 dipendenti (docenti, ricercatori, pta, cel), 465 dottorandi, 1500 specializzandi, un bilancio che vede un totale dello stato patrimoniale pari a 360 milioni di euro, un totale del patrimonio netto pari a 212 milioni di euro e un risultato di esercizio finale di 27.790.400 di euro (consuntivo 2018).
Nel suo discorso, il rettore Bronzini ha toccato molti temi e acceso riflettori sulle criticità, come quella del “vastissimo numero di precari, quelli che si formano con noi e poi vediamo partire per altre zone del Paese, dell’Europa e del mondo”.

Poi una stoccata al sistema: “Abbiamo abbassato le tasse – ha detto Bronzini nel suo discorso – per favorire l’ampliamento degli accessi all’istruzione universitaria ben sapendo quanto in Italia il numero dei laureati sia ancora troppo esiguo rispetto gli altri Paesi europei. Il nostro bilancio è stato conseguentemente penalizzato di circa due milioni. Al danno si è aggiunta la beffa: per gli indicatori ministeriali il decremento delle entrate fiscali è un segno di criticità. Siamo certi che l’indicatore non l’abbia pensato Robin Hood. Diciamolo con chiarezza: è irragionevole penalizzare coloro che cercano di estendere ad un numero maggiore di cittadini l’accesso alla formazione universitaria”.
Approfittando della presenza del ministro Boccia, il rettore ha espresso preoccupazione sulla riforma, in fase di studio, che riguarda l’autonomia regionale: “Signor ministro – ha detto ancora Bronzini nel suo intervento – certi della sua sensibilità, esperienza e scienza, non ho bisogno di ricordarLe, quanto i finanziamenti per la ricerca e l’istruzione pubblica abbiano intrapreso un viaggio verso alcune zone del paese che ci escludono dal giocare la partita alla pari. La questione, ancora sospesa, della autonomia differenziata la stiamo monitorando con attenzione e molta preoccupazione. Anche per tale ragione abbiamo pensato e progettato un osservatorio che possa approfondire un tema delicatissimo”.

“L’università di Bari – continua – vuole essere artefice di proposte perché siamo preoccupati, molto preoccupati. Lo siamo noi e lo sono le aziende che lavorano nel territorio. Non siamo soli. Questo non consola, ma aiuta a individuare soluzioni. Non si vive bene l’oggi nell’incertezza del domani. Lo smarrimento è evidente e gli esiti sono quanto mai visibili: c’è ancora un numero troppo alto di abbandoni e di studenti che migrano. È necessaria una seria riflessione che deve coinvolgere tutte le istituzioni e tutte le forze produttive. Anche in questo caso non siamo soli nell’affermare che nel meridione si fatica mentre nelle altre parti del paese si lavora”.
Boccia ha rassicurato sul fatto che “nella Manovra per l’Università e la ricerca ci sono risorse importanti. Quanto arriverà alle università del Mezzogiorno dipenderà dalle regole che ci stiamo dando e ovviamente per avere più risorse bisogna fare più investimenti soprattutto in un certo tipo di ricerca e bisogna investire sui giovani ricercatori. Bisogna fare quello che è stato fatto in questi anni. Bari è cambiata tanto, è cambiata tanto l’Università Aldo Moro, il Politecnico, tutte le università pugliesi e dobbiamo intercettare tanti investitori anche internazionali. Servono molte più risorse – ha concluso Boccia in merito alla fuga di cervelli -, più soldi per i centri di eccellenza e qui ce ne sono tanti. Bisogna tenere qui i ricercatori. Non è facile ma lo Stato sta scoprendo che investire nel Mezzogiorno è conveniente per tutti e continueremo a farlo”.

“Il ministro ha risposto alle preoccupazioni che ho manifestato – ha commentato a margine il rettore parlando con i giornalisti -. Le preoccupazioni non riguardano soltanto la formazione, universitaria o meno che sia, ma anche la sanità. Le parole d’ordine che giravano prima dell’estate avevano assai preoccupato su una separazione dell’Italia, tra Nord e Sud. Credo che il ministro ci abbia rassicurato. Mi è sembrato anche altrettanto utile che il ministro abbia colto come una buona iniziativa, l’idea di costruire un osservatorio dell’università su questi temi. Sono molto orgoglioso”.
Non si tratta dell’unica iniziativa annunciata: “Organizzeremo a Bari – ha aggiunto Bronzini in riferimento alla riforma Gelmini sull’università – un incontro di valutazioni nel decimo anno della legge 240. Siamo abituati ad essere valutati ed è giunta il momento di essere noi i valutatori. Le leggi si applicano ma si possono valutare gli effetti: quella legge è molto discutibile avendo occupato l’università senza preoccuparsi dell’università. Una legge che ha legalizzato e favorito l’incremento del precariato non può essere considerata una buona legge. Inutile dirlo in altro modo”.
(ITALPRESS).

NAPOLI-ATALANTA PARI E POLEMICHE, CR7 GOL AL 96°, JUVE IN TESTA

La Juve è tornata sola in testa, con un rigore di Ronaldo nel recupero. Ovviamente, con polemiche. Ce n’era proprio bisogno, dato che il 2-2 fra Napoli e Atalanta avrà degli strascichi per l’arbitraggio. Di fatto, il pari del San Paolo ha favorito solo l’Inter. Nel finale infatti un rigore non è stato dato al Napoli e, sugli sviluppi, è arrivato il pareggio dei bergamaschi. Apriti cielo. Era la partita-clou del mercoledì di campionato ed è successo di tutto. L’inizio debordante del Napoli (che ha perso Allan per un infortunio) è sfociato nel gol di Maksimovic. Poi un palo di Milik a porta vuota, ha impedito al Napoli di raddoppiare. La squadra di Gasperini è cresciuta e, grazie a un errore di Meret, ha pareggiato con Freuler. L’Atalanta in alcuni momenti è sembrata travolgente, ma il Napoli con Milik ha avuto impennate considerevoli e ha segnato un gol formidabile. Ilicic ha pareggiato ancora, come abbiamo detto. La partita è finita in un clima teso, con l’espulsione di Ancelotti. Nel recupero l’Atalanta ha sfiorato la vittoria. Contestatissimo l’arbitro Giacomelli.
Il Genoa in dieci aveva quasi pareggiato sul campo della Juve. Col rientro di Ronaldo (serata grigia, gol annullato nel finale, poi rete sul rigore finale) e l’assenza dell’infortunato Pjanic, la Juventus ha stentato contro il Genoa di Thiago Motta. Niente Higuain: CR7 e Dybala in avanti, Buffon e Rugani in difesa. I rossoblu hanno saputo tener testa alla capolista, anche se Dybala è andato vicino al gol. Bonucci di testa ha poi sbloccato la partita con la complicità della difesa genoana. Kouamè (con un pizzico di fortuna) ha battuto Buffon, pareggiando. In difficoltà la squadra bianconera. Poi l’espulsione (un po’ severa) di Cassata, ha lasciato il Genoa in dieci. Rosso anche per Marchetti che era in panchina e per Rabiot. Il rigore finale ha dato una vittoria fortunosa alla Juve. Non è stata la migliore Inter, quella che ha vinto a Brescia, ma ha conquistato i tre punti e questo è bastato per confermare il posto d’alta classifica. Conte continua a lamentarsi per i troppi impegni affrontati con una rosa ridotta. Ci crede, ma mette anche le mani avanti…Questa è la minestra e bisogna accontentarsi. Piuttosto, le “rondinelle”: hanno fatto bene nella ripresa, ma non è bastato.
Quanto a Balotelli, sul quale si sono riversati gli insulti degli interisti, ha avuto qualche occasione, si è impegnato, ma sostanzialmente non ha potuto cambiare le sorti della gara. Cambierà quelle del Brescia, alla lunga? Lukaku e Lautaro continuano a segnare, ma la difesa nerazzurra ora tutte le volte subisce gol: nove in cinque partite. E dire che sembrava imbattibile. Roma in zona Champions. Udinese con Okaka nelle vesti dell’ex e Roma priva di parecchi titolari. I giallorossi sono passati con Zaniolo. L’espulsione di Fazio (la quinta stagionale, più quella di Fonseca) non ha creato molti problemi alla squadra capitolina, che ha raddoppiato con Smalling e triplicato con Kluivert. Anche Kolarov ha fatto centro su rigore. La difesa friulana ha preso undici gol in due partite. Continua a salire in classifica la Lazio (11 punti in cinque gare). Il duello Immobile-Belotti è stato stravinto dal biancoceleste (2 gol, un rigore) Acerbi ha spezzato l’equilibrio della gara. L’undicesimo gol di Immobile ha stroncato la squadra granata, che ha ottenuto due punti in cinque partite. Media da retrocessione. Poi ancora Immobile dal dischetto e un autogol di Belotti (!) hanno matato il Toro.
Cagliari vicino alla Champions, invece. Santander ha segnato un rigore a metà primo tempo. I sardi hanno mancato di poco il pareggio. Nella ripresa ha pareggiato Joao Pedro con un tiro deviato. Ottavo risultato utile per la squadra di Maran. Un gol di Palacio è stato annullato dal VAR. Simeone ha segnato il gol del vantaggio cagliaritano e Joao Pedro quello della sicurezza. Il Bologna ha segnato ancora nel finale. Tutti credevamo che il Parma avesse imboccato la strada dell’alta classifica, invece per le troppe assenze e la bravura del Verona, ha perso in casa contro gli scaligeri. La squadra di Juric segnerà pure poco, ma la sua difesa è a tenuta stagna. Vittoria della Fiorentina sul campo del Sassuolo. Senza lo squalificato Ribery (Boateng in campo: subito ha colpito un palo) e Montella in panchina i viola. Boga, con una strepitosa azione individuale, ha portato in vantaggio i neroverdi. Un primo pareggio dei viola è stato annullato per un ridicolo “mani”. Poi Castrovilli ha pareggiato davvero di testa e Milenkovic ha siglato il 2-1 per i viola. Il Milan adesso dovrà cercare, nel recupero, di riscattarsi contro una Spal che ha fermato il Napoli, ma è sempre nelle ultime posizioni della classifica.
Pioli (“Tutti devono dare qualcosa in piu'”) non puo’ continuare a deludere e ha in mente una  formazione combattiva. Forse Piatek dall’inizio. Ancora qualche assenza per la squadra di Semplici che avra’ in Petagna un ex con qualche motivazione in piu’. Arbitro Piccinini. Sempre peggio la Samp, anche se ha pareggiato in extremis col Lecce. Gli errori difensivi e il gol di Lapadula avevano dato una mazzata alla squadra di Ranieri. I salentini avevano mancato il raddoppio. Gabriel aveva fatto qualche mezzo-miracolo. L’arbitrio Massa si era rimangiato un rigore per il Lecce e il rosso a Ferrari, dopo un’occhiata allo schermo. Nel finale espulso Tachtsidis. E Ramirez ha segnato il gol del pareggio. Nel prossimo week-end, trasferta non facile per l’Inter a Bologna, ma gara piu’ difficile per la Juve, impegnata nel derby col Torino. E ci sono anche anche Roma-Napoli e Atalanta-Cagliari: un altro bel piattino al cianuro per tutti. Buon appetito…
(ITALPRESS)

SPADISTE AZZURRE A TALLINN PER PRIMA TAPPA COPPA DEL MONDO

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E’ la spada femminile a tagliare il nastro della stagione internazionale 2019-2020 di Coppa del Mondo. Il primo giorno del mese di novembre segna ufficialmente l’avvio del lungo percorso stagionale che culminerà con i Giochi Olimpici di Tokyo2020 e che, soprattutto fino a marzo 2020, vedrà ogni atleta ed ogni squadra gareggiare per la conquista dei punti utili per staccare il pass di partecipazione alla competizione a cinque cerchi in terra nipponica. Il primo appuntamento della stagione, su cui sono orientati i riflettori dell’attenzione, è quello in programma a Tallinn da domani a domenica e che vede protagoniste ben 279 spadiste provenienti da ogni parte del Mondo. Sulle pedane estoni ci saranno anche dodici italiane, di cui undici saranno impegnate sin da questo venerdi nella fase di qualificazione. Si tratta di Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio, Federica Isola, Alice Clerici, Eleonora De Marchi, Brenda Briasco, Francesca Boscarelli, Nicol Foietta, Roberta Marzani, Giulia Rizzi e Beatrice Cagnin, che affronteranno la fase a gironi ed il tabellone di qualificazione, per andare a conquistare il pass d’accesso al tabellone principale, che prenderà il via poi sabato mattina. Nel main draw, ad attendere le altre compagne azzurre, vi sarà Mara Navarria che, in virtù della sua posizione tra le prime sedici del ranking, è già inserita come testa di serie nel tabellone principale. Domenica è poi in programma la gara a squadre, con l’Italia che, reduce da quattro podii consecutivi tra cui il terzo posto ai Mondiali di Budapest2019, conferma il quartetto composto da Mara Navarria, Rossella Fiamingo, Federica Isola ed Alice Clerici. “E’ proprio la gara a squadre il nostro focus – dice alla vigilia della partenza il Commissario tecnico della Nazionale azzurra di spada, Sandro Cuomo – E’ qui infatti che sono in ballo i punti per la qualificazione olimpica e soprattutto arriviamo da buone prestazioni ed il quartetto sta sempre più consolidandosi. L’avvio di stagione è sempre un’incognita ma sono convinto che le basi su cui è fondata questa squadra sono solide, pertanto sarà importante iniziare subito bene che non significa compiere un’impresa ma semplicemente proseguire il trend positivo già avviato”.
(ITALPRESS).

IN SICILIA ULTIMA TAPPA DEL SUBARU4FUN

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Il Subaru4Fun conclude l’anno con il quarto raduno, per la prima volta in terra siciliana, con grande partecipazione degli appassionati della Casa delle Pleiadi.

Domenica si è tenuto l’ultimo appuntamento dell’anno del Subaru4Fun e, come per le precedenti tappe, si è trattato di una prima volta. Dopo l’evento riservato ai possessori di WRX STI e Impreza sulla pista di Modena, e i raduni sulle colline delle Langhe e nel Nord Est tra Veneto e Friuli, questa volta il club dei subaristi si è ritrovato a Palermo.
Ben 26 Subaru, tra XV, Forester e Outback, e 57 partecipanti sono stati i protagonisti di una giornata iniziata con la visita alla cantina Duca di Salaparuta, dove hanno potuto scoprire i più moderni metodi di vinificazione di un’azienda con quasi 200 anni di storia e degustarne i prodotti.

Da qui la carovana si è avviata verso il Monte Caputo, un piccolo massiccio dei Monti di Palermo, alle cui pendici sorge Monreale, sesto comune italiano per estensione territoriale. Tra i boschi che si dispiegano sul pendio i subaristi, con i preziosi consigli dei piloti della Subaru Driving School, hanno messo alla prova le capacità fuoristradistiche delle proprie vetture e ammirato il panorama della Conca d’Oro che si estende ai piedi del promontorio.

La discesa ha condotto i partecipanti verso Mondello, uno dei lidi più ambiti della Sicilia, per un pranzo in riva al mare in una raffinata villa liberty, stile che contraddistingue l’architettura del luogo. La premiazione e i saluti finali sono stati la chiosa di un raduno ricco di calore e passione.

Con questo evento si è concluso il terzo anno di vita del Subaru4Fun. I quattro raduni del 2019 hanno visto la partecipazione di ben 69 equipaggi e 157 subaristi entusiasti dei luoghi visitati e delle strade percorse, tutti pronti a rivivere ancora un’esperienza che unisce.

I numeri del club alla fine del terzo anno di attività parlano di 10 appuntamenti totali on-road e off-road, con la presenza di 176 Subaru che hanno condotto 371 appassionati a scoprire le meraviglie del territorio italiano, comprese quelle nascoste e poco conosciute.
(ITALPRESS).

PRESENTATO L’ELECTRICITY MARKET REPORT 2019

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Ampliare la platea di soggetti che possono partecipare al Mercato per i servizi di dispacciamento (Msd) è una delle strategie adottate dal nostro Paese per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del sistema elettrico al 2030 definiti dal Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima. Si tratta di un’iniziativa già in sé rilevante che si inserisce in un profondo e più ampio ridisegno dell’attività di dispacciamento, il quale ha visto un momento fondante nella pubblicazione del documento per la consultazione sul nuovo testo integrato del dispacciamento elettrico (Tide) da parte di Arera, avvenuta il 25 luglio scorso.
Gli operatori hanno subito risposto alla novità in maniera incoraggiante: sono state abilitate a partecipare al MSD nuove risorse per oltre 1.100 MW di capacità complessiva, che corrispondono a circa 150 unità ‘virtuali’. Sono le cosiddette Uvam – Unità virtuali abilitate miste – composte da unità di produzione, di consumo o miste. La sfida è ora quella di andare oltre i progetti pilota e far diventare queste risorse una componente strutturale per la gestione del sistema elettrico, massimizzando il rapporto tra benefici e costi.
All’analisi del mercato elettrico italiano, delle sue evoluzioni più recenti e delle sue prospettive è dedicato l’Electricity Market Report 2019, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. Il report, giunto alla sua terza edizione, ha cercato di scattare una fotografia il più possibile nitida di un settore in grande fermento, coinvolgendo come sempre nella ricerca numerosi ed autorevoli partner.

“E’ chiaramente urgente una riforma organica dell’attività di dispacciamento, a partire dall’allargamento dei soggetti abilitati a fornire servizi di regolazione – commenta Vittorio Chiesa, direttore dell’E&S Group della School of Management del Politecnico di Milano -. Si tratta di un percorso che l’Autorità ha intrapreso da alcuni anni e che ha visto una tappa fondamentale nel DCO pubblicato il 25 luglio scorso. Con Terna si sono avviati diversi progetti pilota per aprire il Mercato dei servizi di dispacciamento a nuovi soggetti, introducendo le Unità Virtuali Abilitate (UVA) – unità di consumo e di produzione, compresi i sistemi di accumulo, aggregati per partecipare al MSD – e la figura dell’aggregatore, in grado di abilitare alla partecipazione le unità non ammesse in precedenza. Una novità cruciale all’interno del sistema elettrico”. “Spetta ora ai policy maker, con il supporto di tutti gli operatori di settore, delineare un contesto che massimizzi il rapporto fra benefici e costi per il sistema Paese associato alla diffusione delle unità virtuali”, aggiunge Chiesa.

La necessità di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del sistema energetico che il nostro Paese si è dato sta producendo grandi cambiamenti, come la diffusione delle fonti rinnovabili non programmabili, cioè eolico e fotovoltaico, passate nell’ultimo decennio da meno di 5 GW (2008) a più di 30 GW (2018) di capacità installata e destinate ad arrivare a circa 39 GW di nuovi impianti entro il 2030. Altri fattori che stanno radicalmente modificando la fisionomia del sistema elettrico sono la riduzione della capacità installata di impianti termoelettrici (da 77 GW nel 2013 a 62 GW nel 2018, -20%) e la cosiddetta “elettrificazione” dei consumi, cioè l’uso dell’elettricità – di conseguenza maggiormente utilizzata – nel riscaldamento o nei trasporti, con l’introduzione di nuovi attori all’interno del sistema, come i veicoli elettrici.
Una delle principali iniziative messe in atto in Italia per gestire le dinamiche evolutive del sistema elettrico riguarda, come detto, l’ampliamento dei soggetti che possono offrire servizi di regolazione, reso possibile dalla delibera 300/2017. Si sono avviati numerosi progetti pilota, introducendo le Unità Virtuali Abilitate (UVA) – unità di consumo e di produzione, compresi i sistemi di accumulo, aggregati per partecipare al MSD – e la figura dell’aggregatore, in grado di abilitare alla partecipazione le unità prima non ammesse.
Tra i diversi tipi di aggregati troviamo le UVAC (aggregazioni di unità di consumo), le UVAP (aggregazioni di unità di produzione non rilevanti, inclusi i sistemi di accumulo) e le UVAM, aggregazioni “miste” in cui da novembre sono confluite le altre due. Un’iniziativa regolatoria che ha dato ottimi frutti, se si pensa che nel progetto pilota UVAM risultano abilitate a partecipare al MSD nuove risorse per un totale di 1.156,5 MW.

Un altro progetto pilota promosso a seguito della Delibera 300/2017 riguarda le UPI (Unità di Produzione Integrate), unità di produzione rilevanti integrate a sistemi di accumulo che hanno la possibilità di fornire servizio di regolazione primaria della frequenza e che ad oggi hanno abilitato una potenza complessiva di 27,7 MW, cioè quasi tutto il contingente definito da Terna (30 MW).
A partire dal gennaio 2019 per le UVAM sono state predisposte delle aste di approvvigionamento a termine delle risorse, con cui Terna si assicura una determinata capacità disponibile a fornire servizi di dispacciamento. Per l’anno 2019 è stato individuato un contingente pari a 1.000 MW, diviso in due aree: 800 MW per l’Area di Assegnazione A (Nord Italia e Centro-Nord) e 200 MW per l’Area di Assegnazione B (Sud, Centro-Sud, Sicilia e Sardegna). Le assegnazioni sono effettuate tramite aste al ribasso.
Guardando ai risultati, le quantità assegnate mostrano un andamento crescente, indice del forte interesse degli operatori verso il prodotto a termine e in particolare verso l’Area A, soprattutto nei primi mesi dell’anno. Negli ultimi mesi si è però raggiunto un sostanziale allineamento nelle due Aree: a ottobre l’Area A aveva un tasso di ‘saturazione’ del contingente pari al 97%, l’Area B pari all’85%. Dal punto di vista economico, il corrispettivo fisso nei primi mesi dell’anno non si è significativamente discostato dalla base d’asta, pari a 30.000 €/MW/anno, mentre nelle aste tenutesi a ottobre, con l’avvicinarsi della saturazione del contingente, il corrispettivo fisso è sceso nell’Area A su valori di poco superiori a 28.000 €/MW/anno.

Queste iniziative hanno coinvolto 27 operatori (BSP) che hanno partecipato alle procedure di approvvigionamento a termine nel corso dei primi 10 mesi del 2019 e che sono via via cresciuti di numero: dai 12 attivi nelle aste di gennaio ai 24 di maggio. Dal punto di vista geografico, si nota una significativa polarizzazione degli operatori (90%) nell’Area A: solo l’11% opera esclusivamente nell’Area B, poco meno del 30% lo fa in entrambe le aree.
Dal punto di vista dimensionale, solo 4 soggetti hanno creato un portafoglio di UVAM con una dimensione complessiva superiore a 100 MW, altri 4 si sono attestati su misure intermedie (tra 20 e 100 MW) e i restanti 19 su quantità ridotte (meno di 20 MW).
Per quanto riguarda invece le caratteristiche costitutive delle UVAM che hanno partecipato al progetto pilota, delle 156 abilitate a fine agosto 2019 il 71% risulta composto da un unico POD, il 15% da due, per un totale di 256 POD coinvolti. Dei 233 impianti di generazione che partecipano alle UVAM, circa due terzi sono termoelettrici, seguiti dagli idroelettrici. L’utilizzo di queste risorse da parte di Terna appare però limitato, perché sono stati movimentati dalle UVAM solo 556,5 MWh “a salire” nei primi sette mesi di sperimentazione, divisi in 76 diverse attivazioni. A queste si aggiungono 2 chiamate “a scendere”, per un totale di 36,5 MWh, entrambe relative allo stesso aggregato. Considerato che siamo ancora in una fase sperimentale, i risultati possono ritenersi soddisfacenti, posto che in circa due terzi dei casi è stata fornito almeno il 70% della quantità di energia accettata.

L’analisi degli aggregatori attivi in Italia (12 BSP, cui si riferisce il 74% dell’attuale capacità contrattualizzata a termine) ha delineato 4 cluster di business model: “Pure Aggregator”, cioè chi svolge esclusivamente il ruolo di BSP e si serve di uno o più provider tecnologici per la fornitura dell’infrastruttura tecnologica necessaria a creare e gestire una UVAM; “Technology-driven Aggregator”, cioè tutti gli operatori che, oltre a svolgere il ruolo di BSP, hanno deciso di sviluppare internamente la piattaforma di gestione e, in taluni casi, l’infrastruttura tecnologica necessaria per la realizzazione di un UVAM; “Client-driven Aggregator”, cioè chi ha una relazione con i proprietari di asset che potrebbero partecipare alle UVAM, o li possiede direttamente, ma non copre le fasi relative all’infrastruttura tecnologica; infine, “Fully-integrated Aggregator”, ossia gli operatori che hanno deciso di investire nello sviluppo delle tecnologie necessarie per creare un UVAM e che sono anche in grado di coinvolgere i clienti, in genere grazie a una relazione pregressa.
Non è emerso un modello di business di riferimento, ma quello più ricorrente appare essere il “customer driven”, a testimonianza dell’importanza del cliente in questa prima fase di sviluppo di mercato. D’altro canto, molti operatori non hanno ritenuto opportuno presidiare la parte tecnologica, nonostante sia diffuso il parere che la piattaforma possa rappresentare in futuro un elemento distintivo per un BSP.
Per valutare le ricadute della diffusione delle unità virtuali sul sistema Paese è stata stimata quale sia la capacità totale di modulazione delle UVAM economicamente sostenibile per il BSP e gli asset owner, a partire da tre possibili livelli di penetrazione delle UVAM e al variare delle condizioni al contorno (presenza e ammontare del corrispettivo fisso e prezzo medio di remunerazione dell’energia movimentata su MSD).

Sulla base delle elaborazioni precedenti, sono stati identificati 2 scenari di diffusione della UVAM nel nostro Paese a partire dai quali sono stati stimati il volume d’affari e le altre ricadute economiche: nel primo caso, si avrebbe una capacità di modulazione delle UVAM pari a 4,5 GW (in corrispondenza di un prezzo medio dell’energia movimentata su MSD pari a 100 €/MWh; nel secondo, si avrebbe una capacità massima di modulazione delle UVAM pari a 13,4 GW (in corrispondenza di un prezzo medio dell’energia movimentata su MSD pari a 200 €/MWh).
Dall’analisi emerge che, a fronte di investimenti tutto sommato limitati in valore assoluto – tra i 20 e i 50 milioni di euro – che rappresentano un introito per le imprese della filiera, il sistema elettrico potrebbe dotarsi di diversi GW di unità virtuali economicamente sostenibili dal punto di vista dei BSP. Ciò determinerebbe inoltre ricadute positive per lo Stato sotto forma di incremento del gettito fiscale, stimabili tra i 6 e i 17 milioni.
Rimane tuttavia evidente la necessità di creare un opportuno contesto affinché queste iniziative risultino convenienti anche per gli asset owner. Le elaborazioni effettuate mostrano che la presenza del corrispettivo fisso consente di incrementare notevolmente i costi massimi di modulazione sostenibili dagli asset owner, i quali ad esempio passano da 45 €/MWh a 127 €/MWh nel primo scenario, aumentando così la platea di soggetti disposti a fornire “flessibilità”.
Spetta dunque ai policy maker, con il supporto degli stakeholder del sistema elettrico, affrontare la sfida di delineare un contesto che massimizzi il rapporto fra benefici e costi per il sistema Paese associato alla diffusione delle unità virtuali, sulla cui rilevanza cruciale all’interno del sistema elettrico ormai pochi dubitano.

A BOLOGNA 8/11 GIORNATA “CONTRASTO ALLE MAFIE”

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Il prossimo 8 novembre, dalle 9.30 alle 17, nella sala 20 maggio 2012 in viale della Fiera 8 a Bologna, si terrà una giornata di riflessione e confronto sul tema “Contrasto alle mafie”. La giornata è stata presentata questa mattina in Regione dall’assessore alla legalità Masssimo Mezzetti. “Il convegno- ha detto l’assessore – sarà l’occasione per fare il punto sulle politiche e sulle iniziative di contrasto realizzate in Emilia-Romagna in seguito all’approvazione del Testo unico sulla Legalità, prima legge quadro di settore realizzata in Italia. Obiettivo è anche individuare, assieme a istituzioni del territorio e società civile, le strategie migliori per combattere in modo sempre più efficace la criminalità organizzata, in un territorio in cui, per ricchezza e sviluppo, le dinamiche di penetrazione delle mafie non sono state quelle classiche conosciute in altri tempi e in altri territori. L’inchiesta Aemilia- ha aggiunto l’Assessore- ha avuto il merito di squarciare il velo sulle rimozioni e sottovalutazione che a tutti i livelli ci sono state in passato. Qui però, a parte alcuni casi di responsabilità individuale, il sistema della politica e delle istituzioni nel suo complesso, non è stato permeato dalla criminalità organizzata, prova ne è stata anche l’approvazione all’unanimità del Testo unico da parte di tutte le forze politiche dell’Assemblea regionale. Lo stesso non può dirsi di parte del sistema delle imprese e delle professioni, come denunciato dalla sentenza del processo Aemilia. Sentenza che ha invece riconosciuto alla Regione Emilia-Romagna un livello di attenzione e di consapevolezza del problema che altrove non c’è stato.

Il lavoro svolto con Anci e Art-ER (Attrattività Ricerca Territorio, società consortile dell’Emilia-Romagna) si è focalizzato in particolare sul contrasto alle mafie attraverso l’affermazione della cultura di legalità, soprattutto in ambito economico, che si realizza vigilando sulla corretta applicazione dei contratti di lavoro, sul controllo dei subappalti, la lotta alle false fatturazioni e alle false cooperative, il contrasto all’appalto illecito di manodopera”.
Diviso in tre parti, il convegno presenta nella prima sessione (ore 9,30)”Per un’etica della cittadinanza responsabile”, con il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, che assiemeall’assessore regionale alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti, verrà intervistato da Giuseppe Baldessarro, giornalista di “La Repubblica”.
La seconda sessione (ore 11) dedicata a “Lavoro, diritti e competizione leale tra imprese”, vedrà dialogare il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, il segretario generaleCgil Maurizio Landini, il presidente Legacoop Mauro Lusetti eil direttore area Affari legislativi Confindustria Antonio Matonti. Coordina il dibattito Ettore Tazzioli, direttore di Trc. Nella terza sessione (ore 14,30), “Beni confiscati esperienze di buone pratiche”, intervengono il direttore dell’Agenzie nazionale Beni sequestrati e confiscati Bruno Frattasi, il presidente del Tribunale di Bologna Francesco Maria Caruso, l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, della Segreteria Confederale nazionale Cisl Andrea Cuccello e il segretario regionale Uil Giuliano Zignani. Moderatore sarà Gian Guido Nobili, responsabile dell’Area Sicurezza integrata e Legalità della Regione Emilia-Romagna. Le conclusioni saranno affidate alle ore 16,30 all’assessore alla Legalità, Massimo Mezzetti.
Presenti all’incontro anche Fabrizio Matteucci, direttore dell’ANCI Emilia Romagna che ha sottolineato come “Il merito della Regione è stato quello di preoccuparsi dell’applicazione della Legge, con un’attività realizzata assieme a tutti i Comuni attraverso una molteplicità di iniziative. E’ infatti molto più difficile per le mafie occupare una comunità, in presenza di istituzioni, società civile e imprese che fanno squadra, piuttosto che un territorio desertificato”. Ha chiuso la conferenza stampa Daniele Ganapini, della struttura speciale Qualità e Sicurezza di Art-ER, che ha sottolineato la funzione organizzativa e conoscitiva dell’ente, con particolare riferimento alle banche dati, su contratti pubblici e appalti. Un sistema sviluppato nel corso della ricostruzione post terremoto che ha portato ad una crescita nel dialogo con le forze statali e alla realizzazione di buone prassi che possono essere valorizzate anche a livello nazionale”.
E’ stato poi presentato il portale “Legalità” della Regione Emilia-Romagna, da oggi on line. Il portale, all’url:http://legalita.regione.emilia-romagna.it/, in home page ha anche una sezione che riguarda le notizie e gli eventi e una dedicata a file multimediali.
(ITALPRESS).

SFIDA SUPERLATIVA ALLA FINALE DELLA SUZUKI CUP

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Il Trofeo ACI Como è sempre stato un bel rally dal sapore di una volta, per il quale occorre prepararsi accuratamente. Anche l’edizione 2019 è stata la gara che ha permesso ai trofeisti di confrontarsi in un contesto adeguato alla finale della Suzuki Rally Cup. Sfida superlativa, andata in scena tra i ragazzi che per tutta la stagione si sono confrontati sui percorsi dei più prestigiosi rally del CIR e CI WRC. In quattro si sono sfidati per la vittoria assoluta della gara lariana. Da Scalzotto, pronto a scattare davanti a tutti, a Goldoni, risoluto nel rispondergli. Da Peloso, che ha fatto capire di essere al vertice della corsa, a Rivia che dopo la Prova speciale quattro si è portato al comando della classifica, superando Scalzotto. L’emiliano ha mantenuto il primato sino al termine della competizione, incrementandolo con la miglior prestazione nella sesta e nell’ultima frazione cronometrata. Rivia ha tagliato il traguardo in prima posizione, dopo nove prove speciali, incurante che alle sue spalle si sviluppasse un’accesa battaglia tra Peloso, Rosso, Schileo ed un Goldoni che si è rivelato il più efficace nell’ottenere la seconda piazza. Scalzotto è scivolato nelle retrovie ed è stato costretto a fermarsi per aver lievemente toccato l’auto contro un muretto, mentre Peloso si è piazzato al terzo posto senza ritrovare traiettorie vincenti. Linee di assoluta che ha sperato di individuare Schileo, senza riuscirci e accontentandosi, infine, del quarto posto. Neppure Poggio ha trovato le linee migliori, mettendosi parzialmente in luce nella settima prova con il quarto tempo che l’ha confermato al sesto posto finale tra il rientrante Martinelli, quinto, e Pellè, sesto. All’esordio, al volante di Suzuki SWIFT 1.6 Sport, il siciliano Fichera ha potuto capitalizzare quanto “imparato” nella prima stagione di rally, inizialmente affrontata con Baleno 1.0 Boosterjet di classe Racing Start, con la quale ha conseguito ottimi risultati. Passato alla guida della SWIFT, ha gettato le basi per proporsi nel futuro quale uno dei protagonisti assoluti della serie monomarca di Suzuki. La sua ottava piazza finale è indicativa e lo ha visto precedere al traguardo Longo, Pollarolo, il giovane De Antoni, che arriva dall’edizione 2019 di ACI Rally Italia Talent e in gara con Suzuki SWIFT 1.0 Boosterjet RSTB, il sempre performante ma sfortunato Denaro e poi Spreafico, Lunelli con Suzuki Baleno 1.0 Boosterjet RSTB e Rosso, penalizzato da una toccata in prova. Terminata la stagione di gare, Suzuki propone un’appendice organizzando sabato 23 novembre all’Adria Motor Week la premiazione e la distribuzione dei premi della Suzuki Rally Cup, oltre ad una sempre entusiasmante sfida in pista nello stile Motorshow. La classifica relativa al primo posto è attualmente “sospesa” da ACI Sport, dopo la presentazione di appello da parte di Simone Rivia alla decisione di esclusione dalla classifica del rally comminatagli dai Commissari Sportivi per presunta irregolarità tecnica, sino alla definizione della Corte Federale di Appello.
(ITALPRESS).

STUDIO POLIMI, POSSIBILE RILEVARE LO STRESS GRAZIE ALLO SMARTPHONE

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Possiamo usare il nostro smartphone senza ulteriori periferiche o wearables per estrarre in modo accurato parametri vitali quali la frequenza cardiaca e lo stato di stress? Il team del professor Enrico Caiani, del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, ha dimostrato che è possibile farlo utilizzando gli accelerometri all’interno dello smartphone. Tramite essi è infatti possibile acquisire il segnale legato alla attività meccanica cardiaca, generato dalle vibrazioni del cuore ad ogni battito, che possono essere percepite semplicemente appoggiando il telefono in particolari posizioni sul proprio corpo.
In questo studio ci si è focalizzati sul posizionamento dello smartphone sull’addome, in corrispondenza dell’ombelico, nell’ottica di uno scenario applicativo che contempla una breve acquisizione giornaliera di durata di 30 secondi in posizione sdraiata, al mattino prima di alzarsi dal letto.
Elaborando questo segnale in modo opportuno, si possono ottenere misure sulla frequenza cardiaca e sullo stato di attivazione della bilancia simpato-vagale, legato al livello di stress. Tramite un protocollo sperimentale che prevede per ogni soggetto l’acquisizione in condizioni basali e durante uno stato di stress indotto da calcolo mentale, è stato possibile verificare da un lato la capacità degli indici misurati tramite smartphone di catturare l’aumento di stress, dall’altro constatare l’ottima corrispondenza dei risultati con le stesse osservazioni estratte da un elettrocardiogramma effettuato in simultanea.
Lo studio, svolto in collaborazione con l’equipe del professor Gianfranco Parati dell’I.R.C.C.S. Istituto auxologico italiano, del dipartimento di Scienze cardiovascolari, metaboliche e neurologiche nell’ospedale San Luca di Milano, è stato recentemente pubblicato su Sensors, la principale rivista internazionale ad accesso aperto, peer-reviewed, sulla scienza e la tecnologia di sensori e biosensori.
Questo risultato apre nuove prospettive e possibilità di utilizzo dello smartphone come strumento a disposizione per un semplice auto-monitoraggio della propria salute.