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Come richiedere il porto d’armi

Come richiedere il porto d’armi: sport, caccia, difesa personale, collezionismo… ecco tutte le info per avere l’autorizzazione a possedere armi da fuoco come pistola e fucile. Se per qualsiasi motivo volete avere il porto d’armi, sappiate che si tratta di una pratica molto complessa e difficile ma non impossibile. Vediamo nel dettaglio qual’è l’iter da seguire per poter avere una pistola in casa.

Come richiedere il porto d’armi, tipi di autorizzazioni

Ovviamente esistono vari tipi di autorizzazione con determinate restrizioni allo scopo di garantire la sicurezza. Se per esempio,  la concessione riguarda un’arma sportiva, è possibile portare con sé l’arma (ovviamente scarica) fino al centro sportivo dove si svolge il tiro a segno o al piattello. Questo significa che l’arma non può essere trasportata in altri posti, neanche scarica. 

Se l’autorizzazione riguarda il fucile da caccia, l’arma potrà essere usata esclusivamente nei giorni un cui la stagione di caccia è aperta. L’autorizzazione che ha meno restrizione è quella da difesa personale, anche se per ottenerla, l’iter da seguire è molto complesso.

Come richiedere il porto d’armi, la procedura

Per poter ottenere il porto d’armi  bisogna essere maggiorenni.  La prima cosa da fare è recarsi alla ASL del Comune di appartenenza e farsi rilasciare un attestato che dichiari l’idoneità psico-fisica, per poter usare un’arma: in alternativa, il documento  può essere richiesto direttamente al comando di Polizia di Stato.

È necessario saper manipolare un’arma e dimostrarlo. A tal proposito esistono due modi: o si è prestato servizio militare da dimostrare con certificazione oppure si è frequentato o si deve frequentare un corso di tiro a segno che rilascerà un debito attestato.

Occorre redigere una dichiarazione sostitutiva dove si attestata di non avere situazioni ostative previste dalla Legge. Bisognerà indicare anche le credenziali delle persone conviventi e, soprattutto, dichiarare di non essere obiettore di coscienza.  Dopo aver compilato la dichiarazione, si dovranno allegare due marche da bollo del valore di euro 14,62: da applicare una sulla richiesta e un’altra sul nulla osta.

Già presentando questi documenti sarà possibile avere l’autorizzazione per l’acquisto di armi e munizioni, ma ovviamente, non si tratta ancora di un “porto d’armi ” cioè del permesso per portarle con sé e conservarle in casa. 

Per poter avere un’arma in casa è necessario presentare alla Questura un modulo (reperibile sul sito della Polizia di Stato) nel quale si denuncia la detenzione dell’arma.  Anche se si tratta di un’arma ereditata, la denuncia è necessaria.

Il modulo può essere consegnato:

  • direttamente a mano
  • Per posta raccomandata con avviso di ricevimento
  • Per via telematica, con modalità che assicurino l’avvenuta consegna.

Fatto tutto ciò, bisogna aspettare che la Questura decida di concedere il porto d’armi richiesto. I tempi di attesa variano molto da città a città; in genere occorrono 30 giorni. Ricordate che bisogna rinnovare il porto d’ armi ogni anno.  

Prima di richiedere il porto d’armi riflettete: mi serve avere in casa una pistola, un fucile o una qualsiasi arma da fuoco? Avete una ragione valida e motivata che giustifichi il bisogno di andare armati? Se comunque ne avete già una dentro casa, tenetela sempre sottochiave. Vi sono delle norme ben precise sulla detenzione delle armi e tra queste non mancano regole sulla custodia.

 

Come aprire la partita Iva

Come aprire la partita IVA: procedure e consigli per l’apertura della partita IVA. Dalla richiesta online alla classica fila allo sportello dell’Agenzia delle Entrate. Quanto costa aprire una partita IVA e tutte le informazioni utili.

Prima di intraprendere un’attività economica, bisogna aprire la partita IVA; è composta da una serie di cifre e serve ad identificare l’azienda o la persona fisica. La partita IVA è costituita da 11 numeri, i primi 7 identificano il contribuente, i successivi 3 identificano l’Ufficio delle Entrate e l’ultimo è un numero di controllo. La partita IVA deve essere obbligatoriamente aperta entro 30 giorni dall’apertura della vostra attività o dalla costituzione della società.

Aprire la partita IVA è molto semplice e veloce inoltre esistono diversi modi per svolgere questa operazione. Grazie anche al web, è possibile aprire una partita IVA via online stando comodamente seduti a  casa e gratis.

Come aprire la partita IVA online, la procedura

Per aprire in maniera corretta una propria partita iva con l’ausilio di un pc è ovviamente fondamentale avere  una connessione ad internet per poter accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate. Una volta entrati, si dovrà seguire minuziosamente i passaggi descritti in seguito. 

Bisogna scegliere che modulo compilare: per avviare una attività coe libero professionista si deve compilare il modulo AA9, se invece si vuole aprire una ditta individuale, bisogna compilare il modulo aa7. Questi moduli sono facilmente scaricabili: basta andare nella sezione “Richiedere-Partita IVA”.

Fatto ciò, bisogna registrarsi a Entratel e Fisconline:  inserite i vostri dati personali e le informazioni quali numero di cellulare e indirizzo email per essere ricontattati. La registrazione è necessaria:  solo in questo modo potrete inviare tutti i moduli che avete precedentemente compilato. 

A questo punto potete inviare i moduli via online, pertanto seguite le procedure che sono elencate sul sito dell’Agenzia delle Entrate. 

Dopo poco tempo verrete contattati via email o per telefono dal personale dell’Agenzia delle Entrate che vi comunicherà che la creazione della vostra partita IVA è avvenuta con successo. 

Dopo aver conseguito il numero di partita IVA potrete scegliere tra i regimi fiscali in base al tipo di attività e al volume di affari: va da un regime fiscale semplificato (intorno a 300 euro annuali da pagare in 4 rate) a regimi più complessi.  

Partita IVA on line: se non so usare il pc?

Se avete difficoltà a usare il pc e internet,  potete farvi seguire nello svolgimento di queste procedure da un professionista,  magari in futuro si potrà occupare anche della vostra contabilità: in ogni caso questa operazione comporterà una piccola spesa.

Potete anche rivolgervi direttamente presso uno degli uffici, magari periferici per evitare code.

In ogni caso, la procedura è semplicissima ed intuitiva…co un po’ di pazienza magari ci riuscite.

Se non volete pagare l’esperto e non avete alcuna confidenza con il pc, potete chiedere aiuto ad un amico che ha molta dimestichezza con il web: anche se non si intende di finanza il procedimento da seguire sarà di sicuro alla sua portata.

Sicuramente per molte persone è davvero un bene che grazie ad internet, operazioni all’apparenza complesse come questa, possano essere facilmente svolte via internet. In questo modo si risparmierà moltissimo tempo che potrete certamente investire in altre attività.

Connessi all’apertura della partita IVA ci sono altri adempimenti: Iscrizione all’INAIL, iscrizione al registro delle imprese, iscrizione INPS.  

 

Come aprire un centro sportivo

Come aprire un centro sportivo: la procedura, lo statuto, le richieste e tutte le normative e agevolazioni per poter avviare un’associazione sportiva.

Aprire un centro sportivo non vuol dire aprire una palestra, bensì un’associazione composta da persone che hanno in comune interessi sportivi e che sostengono l’operato di squadre sportive, senza scopo di lucro. Anche se si tratta di una semplice procedura, l’apertura di un centro sportivo comporta il rispetto di una serie di normative per poter usufruire di agevolazioni fiscali riservati esclusivamente per i centri sportivi.

Come aprire un centro sportivo, la procedura

1.Creazione dello statuto

Per prima cosa, bisogna creare un’associazione, che consiste nello stilare uno Statuto (D. Lgs. 460/97), cioè un Atto Costitutivo, per definire gli obiettivi che si vogliono perseguire. A tal proposito, si dovrà compilare una lista dei soci fondatori, specificando compiti e mansioni. Bisognerà inoltre disporre di libri verbali, contabili su cui registrare tutte le attività e iniziative del centro. 

2.Deposito dello statuto

Dopo aver provveduto a redigere lo statuto, dovrete depositarlo in duplice copia bollata presso l’Ufficio Registri Atti Privati e chiedere all’agenzia delle entrate un Codice Fiscale per un’attività non commerciale cioè senza vendita di bevande o cibi. Se avete intenzione di ospitare anche un bar, dovrete aprire una Partita iva e iscrivervi nel R. E. C. (Registro esercenti il commercio).

3.L’ubicazione

Dopo che avete affittato o acquistato il locale, dovrete verificare che sia a norma, in primis se è accatastato in C/1 o C/4: quest’ultimo se è un centro sportivo senza fine di lucro. In caso contrario dovrete chiamare un Tecnico Abilitato per procedere alla variazione catastale. Dovrete inoltre procurarvi la documentazione che attesti l’agibilità e l’idoneità sanitaria nel locale, prestando attenzione sulle norme di sicurezza per i locali pubblici relative alle barriere architettoniche. 

Se volessi aprire un bar nel centro sportivo?

Come già accennato, all’interno del centro è possibile aprire un bar, ma oltre alla partita IVA dovrete procurarvi le autorizzazioni necessarie alla somministrazione di cibi e bevande: vendita riservata solo ai soci).

A chi posso rivolgermi?

Le leggi che regolano l’apertura e la gestione di un centro sportivo sono molteplici, pertanto vi consiglio di visitare i siti dell’Endas e dell’Arci, Associazioni nazionali che si occupano di fornire consulenza specifica a chi desidera aprire dei centri o dei circoli: dovrete pagare una quota di iscrizione annuale di circa 1.000 euro.

Ho diritto ad agevolazioni fiscali?

E’ bene sottolineare che lo Statuto, cui fa riferimento questo tipo di associazione, vi consente di usufruire, di notevoli privilegi e agevolazioni fiscali, contabili ed amministrative.  Al riguardo, è preferibile consultare gli uffici comunali per avere possibili agevolazioni previste per l’affitto dei locali e di eventuali campi da gioco.  

Centro sportivo, informazioni utili

  • -Chi frequenta il centro sportivo deve essere un associato tesserato
  • -La tessera viene rilasciata a tutti i soci dietro una quota, che servirà a finanziare esclusivamente le attività del centro e ad attestare l’iscrizione al centro.  
  • -La tessera da diritto di partecipare alle iniziative e di usufruire dell’eventuale punto ristoro.  
  • -Poiché non si tratta di un’attività commerciale, il centro non è aperto al pubblico, ma solo ed esclusivamente ai soci tesserati. 

E’ nel vostro interesse rispettare determinate requisiti e regole, onde evitare di essere soggetti a forti pene e sanzioni che possono includere la chiusura dello stabile.

 

Come verificare se ho pagato il bollo auto

Come verificare se ho pagato il bollo: dove rivolgersi e l’iter da seguire per verificare, in modo gratuito, il pagamento del bollo negli ultimi dieci anni.

Avete smarrito la ricevuta e non sapete come dimostrare di aver pagato il bollo auto due anni fa, lo scorso anno o in un determinato periodo del passato? Chi riceve un avviso di pagamento di un bollo auto non pagato in un determinato anno, ha la possibilità di verificare, in forma gratuita, la propria posizione per gli ultimi dieci anni. 

Come verificare se ho pagato il bollo auto

Per la verifica del pagamento del bollo basta avere una connessione a internet e collegarsi al sito dell’agenzia delle entrate, www.agenziaentrate.it.  Vediamo ora come procedere alla verifica:

1) Dopo aver fatto l’accesso si aprirà la pagina, a questo punto dovete cliccare sulla voce servizi e successivamente sulla voce bollo auto nella nuova maschera.

2) Per conoscere la vostra posizione riguardo i pagamenti dei bolli, dovrete cliccare  sulla voce pagamenti effettuati

3) Si aprirà un’altra maschera, dovrete pertanto inserire tutti i dati necessari per la vostra ricerca

Inserite nel primo rigo la regione dove il veicolo risulta registrato

4) Nel secondo rigo inserite la categoria del veicolo

5) Nel terzo rigo scrivete la targa del veicolo

6) Nel quarto rigo l’anno del quale volete conoscere se il pagamento è stato effettuato infine cliccate 

Se il pagamento bollo auto è stato effettuato,  nella pagina successiva compariranno tutti gli estremi del pagamento.

Non vi resta a questo punto che  stampare una copia e conservarla per eventuale dimostrazione di pagamento effettuato.  Se il pagamento non risulta, purtroppo dovrete provvedere a calcolare l’importo ed effettuare il pagamento.

Come si calcola l’importo per il bollo auto?

L’importo del bollo auto dipende da vari fattori:

Potenza

La potenza effettiva dell’auto la trovate sulla carta di circolazione, nel secondo riquadro al punto P2. Per calcolare il bollo auto occorre questo dato espresso in kilowatt (kW).

Classe ambientale

L’importo da pagare dipende anche dalla classe ambientale pertanto risulta meno oneroso, a parità di potenza, con le auto di classe ambientale più elevate: Euro 5, Euro 6…

Tariffa

Altro fattore è dato dalla tariffa fissata dalla Regione di residenza.

Dopo aver verificato tutti i riferimenti necessari, potrete calcolare il bollo manualmente: basta moltiplicare il numero di kiloWatt (privo di decimali) per la tariffa fissata dalla Regione di Residenza per quel dato veicolo.

Se non volete perdere tempo, potete sfruttare il calcolo online: Calcolo bollo auto online. Il portale dell’ACI oppure quello dell’Agenzia delle Entrate. Basta indicare i kW del vostro veicolo, la classe di emissione e la regione di residenza, seguire un paio di step e visualizzerete l’importo dovuto del bollo da pagare.

Dove si paga il bollo auto?

Come pagare il bollo alla Posta

Potete pagare il bollo auto presso gli uffici postali con un bollettino dedicato: ha costo di commissione di 1.10 euro).

Come pagare il bollo dal tabaccaio

Se volete evitare la fila agli uffici postali potete pagare il bollo auto presso le tabaccherie autorizzate. Basta consegnare il vecchio bollo pagato, altrimenti dovrete compilare una “schedina dedicata al pagamento bollo” indicando l’importo dovuto e i dati del veicolo. In questo caso il costo del servizio è di 1,87 euro.

Come pagare il bollo all’Aci

Presso la delegazione Aci è potete calcolare e pagare il bollo auto: anche in questo caso il costo di commissione è di 1.87 euro.

Come pagare il bollo Presso le agenzie pratiche auto

Anche le agenzie di pratiche automobilistiche possono effettuare il pagamento del bollo auto, Le spese di commissioni fisse sono pari a 1,87 euro. 

Come pagare il bollo al telefono

Grazie al servizio Telebollo dell’Aci è possibile pagare il bollo: basta chiamare al numero 199.711.711. Il costo è di 1,87 euro + 1,2% della tassa pagata. La chiamata è a pagamento.

 

Come estinguere il mutuo

Come estinguere il mutuo: tutte le informazioni utili e la procedura per pagare il mutuo prima che si estingua così come concordato con il contratto iniziale. Chi ha acquistato casa attraverso il mutuo, dovrà restituire alla banca  una somma di denaro a tasso fisso o variabile per il numero di anni che ha concordato all’atto del prestito.  Se si ha la disponibilità di denaro  è possibile estinguere il mutuo? Questa operazione è fattibile ma ci sono alcune cose importanti da sapere. 

Per estinguere il mutuo dovrò pagare una penale?

Se si hanno tutti i soldi necessari a pagare il mutuo prima che si estingua,  esso può essere estinto in anticipo ma prima di procedere all’operazione, è bene leggere attentamente il tipo di contratto stipulato per capire eventuale penale da pagare. Se il mutuo è stato stipulato dopo il 2/2/2007 (con il Decreto Bersani) il mutuatario può estinguerlo senza pagare nessuna penale; in caso contrario dovrà pagare un interesse calcolato sulle rate ancora da pagare alla Banca in base al tipo di contratto stipulato.

Penali su contratto a tasso fisso e a tasso variabile

Riguardo ai mutui richiesti prima del 2007 il decreto fissa il limite delle penali applicabili ai Mutui.

Nel contratto a tasso fisso,  la percentuale di interesse è la seguente: 1,90% da calcolare dal quarto anno in poi; 1,50% dal terzo anno in poi, mentre è nullo negli ultimi due anni. 

Nel contratto a tasso variabile, la percentuale è la seguente: 0,50% da calcolare dal quarto anno in poi; 0,20% dal terzo in poi, ed è nullo negli ultimi due anni.

Come estinguere il mutuo, la procedura

Dopo aver fato gli opportuni conti, è possibile andare in Banca e presentare l’atto notorio nel quale bisogna indicare dettagliatamente che si vuole estinguere un mutuo casa in anticipo.

Dopo che la banca ha controllato l’atto, avrà una settimana  a disposizione per far sapere al proprio cliente la somma da pagare per estinguere un mutuo.  Dopo aver pagato l’importo, la banca provvederà a eseguire 

La quietanza che attesterà l’estinzione del mutuo.

Come posso estinguere il mutuo se la casa ha un’ipoteca?

Se sul mutuo è stata messa un’ipoteca come garanzia per la Banca, essa si estingue all’atto del pagamento. La Banca dovrà inviare entro trenta giorni dell’estinzione del mutuo, una comunicazione presso la Conservatoria Registri Immobiliari nel territorio in cui è ubicato l’immobile, indicando che il debito è stato estinto.  Trascorsi circa trenta o quarantacinque giorni, l’ipoteca risulterà cancellata automaticamente.

Posso estinguere il mutuo parzialmente?

Volendo pagare mensilmente una rata più bassa, è possibile estinguere parzialmente il mutuo.  Anche in questo caso però saranno applicate delle penali qualora si trattasse di un mutuo stipulato prima del Decreto Bersani del 2007.

Alcune banche permettono di tenere l’importo della rata invariata, ma di ridurre il tempo di rimborso. In questo caso si avranno due vantaggi. Il primo è che la rata avrà sempre una quota fissa. Il secondo vantaggio è che si avrà un sostanziale abbassamento dei tassi di interesse. Ovviamente, in presenza di penali di estinzioni, queste saranno aggiunte al conto finale.

Se state pensando di estinguere il mutuo, sappiate che potete anche valutare il trasferimento del mutuo presso un’altra banca. In questo caso vi rimandiamo all’articolo portabilità del mutuo.

 

Come richiedere l’accompagnamento

Come richiedere l’accompagnamento: requisiti necessari per la richiesta, documentazione e tempistiche necessarie. Tutti i cittadini che sono impossibilitati a compiere azioni quotidiane a causa di malattie fisiche o psichiche possono godere della cosiddetta indennità di accompagnamento. 

In genere, il termine di accompagnamento si associa alle persone anziane. In realtà non dipende dall’età dell’individuo e, a differenza di altri tipi di agevolazioni,  non dipende dal reddito della persona che lo richiede. 

Come richiedere l’accompagnamento, requisiti

L’accompagnamento è un versamento economico, a favore di soggetti non autosufficienti; hanno diritto tutte quelle persone mutilate o totalmente invalide, incapaci di vivere autonomamente, a prescindere dalla condizione reddituale e dall’età anagrafica del richiedente.

Per poter beneficiare del contributo, Il cittadino deve essere invalido al 100%, per problemi psichici o fisici inoltre dovrà fornire la documentazione necessaria sull’inabilità, dimostrando la necessità di assistenza permanente.

Per gli stranieri appartenenti alla Comunità Europea, è indispensabile la registrazione alle liste anagrafiche del Comune di residenza. I cittadini extracomunitari, invece, devono possedere un permesso di soggiorno valido per almeno 1 anno.

Altri requisiti indispensabili sono: la cittadinanza italiana del richiedente, o perlomeno regolare permesso per l’assistenza nelle strutture, e la non cumulabilità con altri tipi di aiuti economici per tali o simili motivi. 

L’indennità non è reversibile e non è assolutamente compatibile con azioni lavorative svolte dal richiedente stesso.

Non hanno diritto all’accompagnamento,  i ricoverati per più di 30 giorni presso una struttura statale gratuita e coloro che percepiscono un altro assegno di invalidità (esempio invalidità di guerra, di servizio, di lavoro etc),salvo il diritto di conservare l’indennizzo più vantaggioso.

Come richiedere l’accompagnamento, la domanda

Per ottenere l’accompagnamento bisogna chiedere al medico curante il certificato di inabilità del paziente. Al richiedente verrà consegnato un attestato introduttivo, munito di codice identificativo con validità di 90 giorni. A questo punto, potrà presentare domanda all’INPS, inserendo il PIN identificativo. 

I metodi per richiedere l’accompagnamento sono due: per via telematica, attraverso il portale dell’INPS oppure mediante associazioni di categoria, o patronati.

Dopo la presentazione della domanda, il richiedente dovrà attendere la comunicazione della visita medica presso l’ASL. Una commissione medica ne confermerà  l’invalidità e redigerà il verbale di visita. L’ASL stessa invierà il documento al Centro Medico Legale dell’INPS, per l’avvio del contributo.

Come richiedere il contributo di accompagnamento, tempistiche

Il richiedente dovrà aspettare la ricezione del verbale conclusivo dove sono riportati i dati sanitari del paziente e l’esito finale del controllo clinico.  

In caso di conferma, il richiedente dovrà inserire sul sito INPS i dati utili al completamento dell’iter burocratico; dovrà immettere il numero di Iban su cui accreditare la somma spettante. L’INPS inizierà a versare il contributo di pagamento ogni mese, per 12 mensilità. 

Come richiedere l’accompagnamento, l’importo
L’importo dell’indennità varia a seconda delle patologie. Una circolare ad opera dell’Inps del 9 gennaio 2015 ha stabilito le tariffe mensili erogate e le soglie di reddito previste.

NOTA BENE 
Poiché richiedere l’accompagnamento è una procedura piuttosto elaborata è preferibile affidarsi alla consulenza gratuita di patronati, sindacati o associazioni preposte. In questo modo si eviterà di commettere errori e di incorrere in rallentamenti e complicazioni.

In caso di invalidi minorenni, è obbligatorio presentare il modello AP70 al raggiungimento della maggiore età.

 

Come acquisire la cittadinanza italiana

Come acquisire la cittadinanza italiana: requisiti e documenti necessari per lo straniero che vuole stabilirsi in Italia e godere degli stessi diritti dei cittadini italiani. Può succedere che per motivi di lavoro, di famiglia o di salute, siamo costretti  a stabilirci in un altro Stato e di conseguenza, a dover acquisire la cittadinanza. 

Cosa si intende per cittadinanza? La cittadinanza conferisce l’appartenenza a un determinato Stato; essa garantisce la piena integrazione con i conseguenti diritti civili e politici.

In Italia, lo straniero potrà dunque godere degli stessi diritti civili del cittadino italiano; per esempio, lo straniero che regolarmente lavora in Italia ha diritto ad essere pagato esattamente quanto un cittadino italiano. Cosa deve fare per ottenere la cittadinanza italiana?

Come acquisire la cittadinanza italiana, requisiti

Chi intende avere la cittadinanza italiana deve avere dei requisiti e disporre di una serie di documenti  che di seguito vi indicheremo, da presentare agli organi di competenza. 

Discendenti italiani

Se siete discendenti da cittadini italiani all’estero che non hanno mai rinunciato alla cittadinanza italiana, potete ottenere la cittadinanza grazie alla vostra consanguineità. Hanno validità i legami fino alla quarta generazione con familiari che originariamente sono nati e vissuti in Italia.

Per nascita

La cittadinanza italiana si acquisisce in automatico alla nascita, per adozione o riconoscimento, se il padre e/o la madre sono italiani. Se però si tratta di genitori stranieri, il bambino non acquisisce in automatico la cittadinanza italiana anche se è nato in Italia; potrà essere un cittadino italiano a tutti gli effetti solo dopo il compimento del diciottesimo compleanno.

Consorte italiano

Lo straniero che sposa un cittadino italiano, ha diritto alla cittadinanza italiana ma solo dopo essere vissuto in Italia per 2 anni senza precedenti penali.

Lavoro in Italia

Chi vive e lavora in Italia da un certo numero di anni,  può ottenere la cittadinanza italiana dopo aver vissuto ininterrottamente nel paese per un periodo costante e con la dimostrazione di avere un impiego permanente. L’impiego consente di beneficiare del permesso di soggiorno che poi attraverso l’iter burocratico, consente, dopo 10 anni, il diritto automatico a diventare cittadino italiano a tutti gli effetti.

Come richiedere la cittadinanza italiana, dove fare domanda

Per gli stranieri di origine italiana che intendono trasferirsi in Italia, la domanda va inoltrata al consolato italiano nel loro paese di residenza.  Se invece sono già in Italia, per ottenere la cittadinanza, devono recarsi all’ufficio Comunale della città in cui risiedono e dimostrare di essere effettivamente residenti e di origine italiana ovvero discendenti di emigranti o di cittadini italiani.  

Richiesta cittadinanza italiana, documentazione

Per inoltrare la richiesta occorrono i seguenti documenti: 

  • certificato di nascita dell’antenato italiano emigrato all’estero rilasciato dal comune
  • il proprio certificato di nascita
  • il certificato di matrimonio dell’avo italiano emigrato all’estero
  • Il certificato che testimonia la data del suo decesso (certificato di morte) 

Tutta la documentazione deve inoltre essere tradotta in italiano e vidimata da un notaio sia del consolato italiano che dall’autorità diplomatica del paese in cui vive.

Richiesta cittadinanza italiana online

Lo Stato italiano ha creato un servizio sul web ad hoc che consente di snellire la procedura  per richiedere la cittadinanza italiana. Per ulteriori info al riguardo potete accedere al servizio web dedicato, messo a disposizione dal dipartimento per l’immigrazione.

 

Come chiedere un mutuo a tasso variabile

Come chiedere un mutuo a tasso variabile: documentazione necessaria,  l’iter da seguire e pro e contro del tasso variabile.

Chi acquista casa senza soldi, in genere, ricorre al muto, un finanziamento a lungo che può essere a tasso fisso o a tasso variabile: il tipo di mutuo viene stabilito al momento della stipula del contratto. In entrambi i casi, sono previste delle rate da pagare per poter estinguere il prestito iniziale. In questa guida ci focalizzeremo sul mutuo a tasso variabile, vediamo, pertanto, come richiederlo.

Come chiedere un mutuo a tasso variabile, requisiti

  • Residenza Italiana
  • Maggiore età
  • Capacità di credito: importo mutuo sostenibile dal proprio reddito
  • Affidabilità e correttezza nelle rateizzazioni: il richiedente non deve aver maturato ritardi oppure mancati pagamenti.
  • Può essere necessario  disporre di un bene che possa servire come garanzia

Tasso variabile, quando conviene

Il mutuo a tasso variabile comporta un interesse associato all’oscillazione dell’Euribor,  un indice finanziario di riferimento. Questo significa che l’importo della rata può variare proporzionalmente in base all’andamento del mercato finanziario; sarà maggiore se l’indice di riferimento sale ma sarà minore se quest’ultimo scende. 

Potrebbe essere  un mutuo più vantaggioso rispetto a quello fisso, se il mercato immobiliare assume un andamento positivo. Va da sé che se dovesse presentarsi una situazione sfavorevole del mercato, non si tratterebbe più di un mutuo favorevole.

Purtroppo questa oscillazione dipende dall’andamento di mercato, pertanto è impossibile prevedere come potrà svilupparsi un tasso variabile con l’andare degli anni: in un momento di crisi, potrebbe toccare delle punte davvero massime compromettendo la restituzione del prestito.

Come chiedere un mutuo a tasso variabile, iter e documentazione

Dopo aver acquisito tutti i requisiti necessari, si potrà scegliere l’Istituto di Credito più vantaggioso a cui chiedere un mutuo a tasso variabile. In caso di esito positivo, l’istituto di credito dovrà disporre di tutta la documentazione relativa alla propria posizione lavorativa, alla situazione finanziaria e tutto ciò che riguarda l’immobile da acquistare. Verranno richiesti i seguenti documenti:

  • Dichiarazione di reddito
  • Certificato di nascita
  • Documento valido
  • Certificato di stato civile oppure di matrimonio completo di tutte le annotazioni
  • Copia del compromesso
  • Planimetria completa dell’immobile
  • Copia del certificato di abitabilità
  • Copia dell’ultimo atto di acquisto dell’immobile
  • Dichiarazione di non avere altri debiti.  

Mutuo a tasso variabile con rata costante

E’ bene sottolineare che la scelta iniziale del tasso d’interesse non è più vincolante come lo era un tempo.  Oggi è possibile cercare delle condizioni più convenienti, con la facoltà di modificare eventualmente anche il tipo di tasso.

Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile con rata costante, a seguito delle oscillazioni di mercato, è possibile ritrovarsi con la durata del mutuo stesso che si accorcia in base all’abbassamento dei tassi d’interesse oppure di un mutuo della durata che si allunga in caso di aumento dei tassi.

Mutuo a tasso variabile con tasso minimo applicabile

Tra le possibilità che vengono offerte per chi sceglie un mutuo a tasso variabile, c’è quella che prende il nome di Cap, un tasso minimo applicabile che ci consente di proteggere il nostro mutuo. Tuttavia si tratta di uno spread molto più elevato.

In ogni caso, prima di scegliere la tipologia del tasso, facciamo molta attenzione a tutte le opportunità che ci si presentano.