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Come contestare una multa

Come contestare una multa: dal prefetto al giudice di pace, ecco a chi rivolgersi e la procedura da fare per impugnare la multa.

Vi è mai capitato di trovare una multa sul tergicristallo della vostra auto? Certo, è giusto essere sanzionati se si commette un’infrazione, tuttavia,  ci sono casi in cui la contravvenzione risulta essere sbagliata. Cosa fare per contestare la multa?

Come contestare una multa, a chi rivolgersi

Ci sono casi piuttosto semplici in cui la multa può essere facilmente impugnata: è il caso per esempio della presenza di un doppio verbale per la stessa trasgressione, dell’errata trascrizione di targa e veicolo o dell’errata violazione commessa. Si tratta infatti, di  verbali che possono essere contestati con estrema semplicità  presso l’Ente che emette il verbale.  Ma se i casi sono più complessi, è necessario presentare il ricorso al Prefetto oppure al Giudice di Pace.

Come contestare la multa presso il rispettivo Ente

La multa viene fatta immediatamente all’atto della contestazione. Il verbale che viene redatto in quel momento non costituisce un vero e proprio atto, si tratta solo di una notifica che serve per invogliare il trasgressore a recarsi al comando dei vigili per presentare il pagamento della mora. 

Se il verbale viene contestato subito, si potrà non più pagare la multa ma si dovrà dimostrare l’errore di chi ha trascritto la multa.

Come contestare la multa attraverso istanza

Se siete fuori tempo massimo e volete evitare il ricorso (sappiamo bene quanto sono lunghi e quanto costano), potete presentare un’istanza all’Ente che ha emesso la prescrizione.  E’ possibile infatti, richiedere la verifica del verbale ma anche in questo caso dovrete dimostrare l’errore di chi ha emesso il verbale che rappresenta per avere diritto all’annullamento dell’atto.

Come contestare la multa al Prefetto

Come ultima spiaggia non ci resta che fare ricorso; se si decide di ricorrere al Prefetto il ricorso va presentato entro sessanta giorni dal ricevimento del verbale. Va redatto su carta semplice: si dovranno scrivere tutte le problematiche relative alla contestazione di tale multa, il tipo di veicolo, marca di costruzione, numero di targa e i dati dell’intestatario del veicolo. 

Il ricorso può essere presentato direttamente al Prefetto oppure tramite raccomandata con ricevuta di A/R, al comando dei vigili o al Prefetto che si trova nel capoluogo di provincia. 

In caso di esito negativo si dovrà pagare il verbale e una sanzione. Se non viene fornita alcuna risposta entro 210 giorni (180 se presentata al Prefetto, in questo caso vale il silenzio assenso e pertanto la multa viene cancellata.

Come contestare una multa al Giudice di Pace

In alternativa al Prefetto,  il ricorso può essere presentato al giudice di pace. Anche in questo caso, viene richiesta una documentazione su carta semplice: caratteristiche dei veicolo, modello, targa e dati del proprietario del veicolo. Bisognerà inoltre evidenziare il motivo di tale sanzione e documentare anche mediante fotografie il motivo per cui il verbale è errato. 

 

Il ricorso può essere presentato a mano o tramite raccomandata con ricevuta di A/R all’ufficio dove è avvenuto tale sanzione. Insieme alla documentazione, bisogna corrispondere una spesa onoraria pari a 37 euro. Nel caso in cui il ricorso non dovesse andare a buon fine si dovrà pagare la multa ma senza l’ulteriore sanzione.

Come richiedere l’indennità di maternità

Come richiedere l’indennità di maternità: quanto vale l’indennità, come richiederla e chi può presentare la richiesta. Insieme all’indennità di maternità, potrebbe interessarvi il bonus maternità.

Indennità di maternità, Cos’è e a chi spetta

L’indennità di maternità è un integrazione salariale sostitutiva della retribuzione che viene pagata dall’Inps alle lavoratrici per il periodo di assenza obbligatoria dal lavoro per maternità.

Compete in particolare a:

  • Tutte le lavoratrici dipendenti quali apprendiste, operaie, impiegate, dirigenti)
  • Alle lavoratrici agricole che hanno prestato la propria attività per 51 giornate nell’anno precedente quello di inizio dell’astensione per maternità 
  • Alle lavoratrici domestiche che hanno 26 contributi settimanali nell’anno precedente l’inizio dell’astensione per maternità 
  • Alle lavoratrici Lsu o Apu (attività socialmente utili o di pubblica utilità).

Quanto dura l’indennità di maternità?

La suddetta indennità viene corrisposta per un periodo complessivo di cinque mesi e comprende:

  • 2 mesi che precedono la data presunta del parto e il giorno dell’evento
  • 3 mesi dopo il parto 
  • In caso di parto prima della data presunta, i giorni compresi tra la data effettiva e la data presunta si sommano ai 3 mesi dopo il parto; 
  • In caso di parto dopo la data presunta, sono pagati anche i giorni compresi tra la data presunta e la data effettiva

Quanto vale l’assegno di maternità?

L’assegno erogato  è pari all’80 per cento della retribuzione giornaliera percepita nell’ultimo mese di lavoro maggiorata dei ratei di 13ma e di eventuale 14ma.

Indennità di maternità, la domanda

Per accedere all’assegno di maternità bisogna presentare la domanda al proprio datore di lavoro per poi trasmetterla telematicamente alla sede Inps di residenza 

Entro il settimo mese di gravidanza la lavoratrice dovrà presentare all’INPS, per via telematica, la domanda di astensione dal lavoro.

Per quanto riguarda l’assegno di maternità, essa  va richiesta entro il termine di un anno dalla fine del congedo di maternità; diversamente, il diritto all’indennità si perde.

Va compilato il modello Mod.Mat. SR01 automatizzato reperibile sul sito internet www.inps.it nella sezione modulistica online. 

La domanda non va spedita per posta ne tantomeno per raccomandata con avviso di ricevimento, va trasmessa da un ente di patronato il quale provvederà a fornire tutta la documentazione in modalità automatizzata

Indennità di maternità, quali documenti occorrono?

  • Certificato medico di gravidanza rilasciato dal medico dell’Asl con la data presunta del parto
  • Documento di identità valido.
  • Una copia della domanda dovrà anche essere consegnata al datore di lavoro.
  • Entro 30 giorni dalla data del parto la lavoratrice dovrà inoltre consegnare al datore di lavoro il certificato di nascita del figlio o una dichiarazione sostitutiva.

Indennità di maternità, visite prenatali

Le lavoratrici in gravidanza possono beneficiare di permessi retribuiti per effettuare esami prenatali, accertamenti clinici, visite mediche specialistiche, qualora risultaasse impossibile  eseguirlial di fuori dell’orario di lavoro.

I permessi sono a carico del datore di lavoro. In tal caso le lavoratrici dovranno presentare apposita istanza e, successivamente, la relativa documentazione giustificativa che attesti la data e l’orario di effettuazione degli esami.

Permessi allattamento

Fino a un anno di vita del nascituro e per i soli giorni di presenza al lavoro, la lavoratrice potrà beneficiare di 2 ore di riposo giornaliero per allattamento oppure di 1 ora se l’orario di lavoro è inferiore alle 6 ore giornaliere. Se si tratta di parto plurimo i riposi raddoppiano

Per le relative ore di assenza il datore di lavoro dovrà anticipare ogni mese una indennità a carico INPS pari alla mancata retribuzione.

 

Come bloccare un pagamento con Postepay

Come bloccare un pagamento con Postepay: l’iter da seguire dopo che si è accertati che la somma è stata sottratta in modo fraudolento. Alcune raccomandazioni utili prima di effettuare una transazione per evitare di essere truffati.

Internet non è solo socialnetwork  è anche un mezzo per poter fare degli acquisti stando seduti comodamente a casa. Abiti, scarpe, telefonini, elettrodomestici… ormai tutto è reperibile attraverso il web: basta qualche click, una carta di credito per ricevere a casa l’ultimo iPhone di grido e magari a prezzi scontatissimi.

Per effettuare, dunque, una transazione finanziaria, ci serve la carta di credito (o carta di debito) e a questo punto è doveroso porci una domanda: e se l’acquisto si rivelasse una truffa? Tantissime infatti sono le truffe a cui molti sventurati vanno incontro: si acquista, si utilizza la carta ma la merce non arriva. Vediamo come attivarsi se si tratta di un pagamento non andato a buon fine fatto con Postepay.

Come bloccare un pagamento con Postepay

Se avete  fatto un acquisto su internet con l’impiego della carta Postepay,  senza però aver ricevuto la merce, bisogna essere tempestivi nel  bloccare il pagamento. Per questo tipo di operazione esistono delle linee guida da seguire, a tal proposito vi spiegheremo  in maniera dettagliata come bloccare un pagamento con Postepay.

A questo punto, poiché si tratta di una truffa, è necessario agire così da non perdere i soldi: è bene precisare che Postepay non rappresenta in linea di massima un metodo di pagamento sicuro, dato che le transazioni non vengono  monitorate in maniera accurata dall’azienda che gestisce il servizio. Ecco perché le truffe si estendono notevolmente! Insomma, la Postepay è tra le preferite di coloro che intendono truffare.

Purtroppo una volta fatto il pagamento è difficile ottenere i soldi indietro: l’operazione non può essere bloccata dato che l’accredito è immediato e l’individuo preleva subito l’importo facendo sparire ogni traccia della transazione.

Cosa fare? Non vi resta che fare la denuncia presso la polizia postale, l’unica autorità che può indagare e individuare il truffatore in quanto specializzata nel contrastare le truffe telematiche.

Nel frattempo, è importante recarsi presso l’ufficio postale e bloccare immediatamente la carta, per poi agire con un altro tipo di azione per cercare di recuperare l’importo rivelatosi fraudolento. 

Dopo che si è accertati di essere stati truffati, si potrà rivolgersi alle Poste Italiane, attraverso il portale online, per aprire ufficialmente una contestazione del pagamento. 

E’ consigliabile farlo anche tramite raccomandata, basta recapitarla al seguente indirizzo: Poste Italiane – BancoPosta; Direzione Operazioni, Viale Europa n. 175; 00144 Roma.

In caso di esito positivo bisogna comunque tener presente che i tempi per il riaccredito della somma sottratta in modo fraudolento sono abbastanza lunghi;  in genere si aggirano intorno ad un mese o 40 giorni.  

Come contattare Postepay

Per seguire l’iter della pratica aperta, è possibile contattare il numero verde messo a disposizione dall’azienda postale (803160): è operativo dal lunedì al sabato, dalle ore 08:00 alle ore 20:00.

Nota Bene: non prestate mai a nessuno la vostra carta di credito

Come bloccare un pagamento con Postepay, raccomandazioni utili

Diffidate delle comunicazioni tramite email, sono molti i tentativi di phishing atti a “rubare” i dati sensibili della carta di debito. Le scuse più comuni sono quelle che segnalano attività irregolari sul conto Postepay o l’impossibilità di usare la carta, quindi evitate di inserire i dati sensibili della carta su portali che sono affidabili solo in apparenza. Per proteggervi da phishing fate riferimento solo al portale ufficiale di Poste Italiane poste.it

 

Renault Kwid: prezzo, dimensioni e motorizzazioni

Renault Kwid, ovvero l’auto “più low cost” al mondo. Il suo prezzo si aggira attorno ai 3.500 euro per la versione base. Sì non avete capito male: 3500 euro. Ha però un ‘difetto’: è prodotta ed è in vendita soltanto in India. Almeno per il momento. La Renault Kwid non è solo un’auto low cost è addirittura un mini-crossover dal prezzo bassissimo che, come linea, ricorda la Captur. In India già nella prima settimana è stato boom di prenotazioni, in Europa potrebbe arrivare nei prossimi mesi con il marchio rumeno del gruppo, ovvero Dacia Kwid, a 7.000 euro. Non male vero? Ci state facendo un pensierino?

 

Renault Kwid: prezzo

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Al di là della linea, comunque accattivante, la prima cosa che risalta – come dicevamo – nella Renault Kwid è il prezzo: in India costa 3.500 per la versione base, 4.800 euro per la versione lusso. Il nuovo mini-crossover di casa Renault ha tutte le caratteristiche per attirare l’attenzione: il costo in primis, ma non solo, visto che è equipaggiato con una discreta tecnologia, è efficiente con un motore a tre cilindri da 799 cc per 54 cavalli e un peso di appena 660 kg che facilita i bassi consumi. Renault Kwid – o Dacia Kwid, come potrebbe chiamarsi qui da noi – è anche compatta ma anche capiente con i suoi cinque posti. Nella top serie della gamma si trovano radio, navigatore satellitare, bluetooth e schermo touchscreen da 7 pollici. 

 

Renault Kwid in Italia

Come detto, per poter acquistare Renault Kwid in Italia bisognerà attendere. In Europa infatti la nuova nata dall’alleanza Renault-Nissan dovrebbe approdare, nonostante le smentite, nei prossimi mesi. Anche perché il successo della Duster, che Renault Kwid ricorda in virtù del suo aspetto, non può passare inosservato. Nel Vecchio Continente il piccolo suv, prodotto in Russia, sbarcherebbe con caratteristiche leggermente modificate (motore benzina 1.0 da 90 Cv al posto di quello 0.8 da 57 Cv) rispetto alla Kwid made in India. 

 

Renault Kwid concept

All’Auto Expo di Nuova Delhi sono state presentate i concept Renault Kwid Racer e Climber. La Renault Kwid Racer rappresenta un’evoluzione in chiave sportiva, mentre la Kwid Climber è un’evoluzione del crossover di serie con una caratterizzazione da fuoristrada più marcata. 

 

Renault Kwid o Dacia Kwid

Nonostante le smentite sull’approdo in Europa, e nonostante l’ad di Renault, Carlos Ghosn, abbia qualche tempo fa escluso il rebranding, sostenendo che qualora l’auto fosse giunta nel Vecchio Continente, lo avrebbe fatto con marchio Renault, qualche dubbio resta: si chiamerà Renault Kwid o Dacia Kwid? La questione è legata al posizionamento di mercato. Secondo alcune indiscrezioni, Kwid sbarcherà in Europa venduta come Dacia a circa 7.000 euro. Un prezzo ‘bomba’ che farebbe diventare Dacia Kwid (o Renault Kwid) in breve tempo il nuovo riferimento del mercato. 

 

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Come fare le visure catastali

Come fare le visure catastali gratis: tutte le info su come ottenere la visura catastale di un immobile o di un terreno di propria proprietà senza spendere nulla, stando comodamente seduti a casa.

La visura catastale rappresenta il documento di riconoscimento di qualsiasi possedimento sia che si tratti di edificio che di terreno; in esso sono contenute tutte le informazioni di carattere tecnico e fiscale.

ll termine “visura catastale” proviene da “catasto”. Di fatto, è l’archivio che contiene tutte le informazioni che riguardano qualsiasi unità abitativa o terreno situato sul territorio italiano; è scaglionato per provincia e comune di appartenenza. 

Fino a qualche anno fa, tutta la documentazione era di tipo cartaceo; per fortuna oggi, esiste un archivio virtuale reperibile nel web che rende più semplice la ricerca e l’accesso ai dati agli utenti.

Come è possibile effettuare una visura catastale da casa?

Oggi , dunque, è semplicissimo, basta essere connessi a internet e inserire “visura catastale” nella barra di ricerca di google; si aprirà una pagina con diversi siti web che vi consentiranno di scaricare in maniera velocissima qualsiasi visura catastale con planimetria e documenti annessi.

Per poter accedere a questo servizio, è previsto un costo anche se si tratta di una cifra piuttosto accessibile

In alternativa, potete rivolgervi al servizio del sito dell’Agenzia delle Entrate “catasto online”. Il servizio è completamente gratuito.

Come fare la visura catastale dal sito dell’Agenzia delle Entrate

Per accedere al servizio gratuito offerto dal governo, sarà sufficiente entrare sul sito dell’Agenzia delle entrate e andare nella sezione “Cosa devi fare” che trovate nella barra in alto. Fatto ciò, digitare sul campo “Consultare dati catastali ed ipotecari” situato a fine pagina: si aprirà una pagina nuova con l’elenco di documenti catastali che potrete scaricare, sia che si tratti di visure, di planimetrie che di certificati catastali. 

A questo punto, cliccare sulla dicitura “visure catastali” così da poter compilare il modulo per la richiesta delle visure catastali on line offerto dall’Agenzia delle Entrate.

Visura catastale, tipologia di consultazione

Nella sezione “Visura catastale on line” trovate due modalità di consultazione.  La prima ricerca è completamente gratuita e pertanto senza oneri tributari. In questo caso, la visura di dati catastali dovrà riguardare terreni o immobili di cui lo stesso richiedente risulta titolare, in tutto o in parte.

La seconda modalità di visura riguarda la “piattaforma Sister”, ed è riservata agli individui con abilitazione a presentare atti che riguardano gli aggiornamenti catastali: è il caso per esempio dei notai. Questo servizio comporta il costo di un canone.

Come scaricare la visura catastale di un immobile o di un terreno

Chiunque voglia scaricare le proprie visure catastali, potrà accedere alla prima tipologia di visura; sarà sufficiente cliccare sul campo “Accedi a Entrate/ Fisco on line“. Chi esegue questa operazione per la prima volta dovrà prima richiedere le credenziali utili per poter poi accedere alla sezione “Fisco on line”. 

Chi già possiede le credenziali di accesso, cioè la password e il Pin segreto, dovrà inserirli nell’apposito campo. Una volta fatta la procedura, si aprirà una pagina: vi verrà richiesta la provincia in cui si trova l’immobile e i dati identificativi dello stesso.

Dopo aver inserito tutte le informazioni richieste, sarà possibile accedere alla planimetria e alla visura catastale dell’immobile o del terreno in questione. Sarà inoltre possibile avere informazioni che riguardano il reddito o la rendita dello stesso.

 

Come richiedere il sussidio di disoccupazione

Come richiedere il sussidio di disoccupazione:  a chi spetta, requisiti,  le nuove modalità per calcolare l’importo e la durata.

In questa guida vi illustreremo passo per passo come procedere alla richiesta della Naspi (Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale), il nuovo sussidio di disoccupazione per precari introdotta dal Jobs Act. La Nuova indennità di disoccupazione è entrata in vigore il 1 maggio 2015; sostituisce la vecchia Aspi e Mini Aspi del governo Monti. 

Per  riassumere:

-Licenziamento fino al 30 aprile 2015: il lavoratore ha diritto all’indennità ASPI o Mini Aspi.
-Licenziamento dal 1° maggio 2015, nel 2016 e in poi, il lavoratore ha diritto all’indennità NASPI.

Come richiedere il sussidio di disoccupazione, requisiti

Le modalità che regolano il sussidio di disoccupazione sono, in pratica, le stesse rispetto quelle precedenti, la novità sta nei requisiti e nella durata di questa indennità sociale. Può essere richiesta, infatti, da tutti quei lavoratori dipendenti che hanno perso il proprio lavoro in maniera involontaria: a questa categoria appartengono anche gli apprendisti e i lavoratori privati con un contratto di lavoro subordinato. 

Altro requisito importante per poter beneficiare del sussidio riguarda i contributi maturati:  per poter presentare la domanda, bisogna aver acquisito almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti e 30 giorni lavorativi negli ultimi 12 mesi.

Inoltre, non devono passare più di 68 giorni da quando non si ha più lavoro alla richiesta del sussidio. 

Come richiedere il sussidio di disoccupazione, la domanda

Chi rispecchia tutti i requisiti, potrà fare richiesta per accedere alla nuova indennità di disoccupazione Naspi. Ecco come procedere.

La nuova circolare dell’Inps 194 del 27/11, precisa che la domanda può essere presentata solo per via telematica e attraverso l’utilizzo di un pin dispositivo, che si ottiene sempre online. 

Se non si è in possesso di tale pin è possibile rivolgersi presso gli enti intermediari dell’istituto per inoltrare la domanda: è il caso per esempio di un patronato.

In alternativa, è possibile compilare la domanda di sussidio di disoccupazione attraverso il Contact center integrato Inps- Inail: basta chiamare il numero gratuito per rete fissa 803164 oppure il 616464 da rete mobile e procedere alla richiesta dell’indennità.

Chi vuole fare richiesta attraverso il web, dovrà collegarsi al sito Inps e accedere alla sezione riservata “Servizi online” tramite il pin dispositivo.

Dopo aver fatto il login, si dovrà selezionare la voce “Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito” poi cliccare sulla voce “Naspi” che comparirà sulla barra di sinistra. A questo punto sarà sufficiente selezionare “Indennità di Naspi” e infine “Invia domanda”.  

In questa sezione si dovranno verificare i dati anagrafici e le informazioni sul proprio licenziamento.  Una volta assicuratasi sulla correttezza dei dati, bisognerà  inoltrare la domanda.  Dopo avere confermato l’inoltro, l’Inps ci inviterà  a verificare  costantemente il suo stato di avanzamento; in questo caso basterà accedere alla propria area personale messa a disposizione dal sito. 

Come richiedere il sussidio di disoccupazione,  calcolo 

L’importo dell’assegno di disoccupazione verrà pagato dall’INPS ogni mese tramite bonifico bancario. Per il calcolo, si dovrà sommare tutte le retribuzioni imponibili ai fini previdenziali, avute negli ultimi 4 anni e dividere il risultato per il numero di settimane di contribuzione. 

Il quoziente ottenuto dovrà essere moltiplicato per il numero 4,33. In base a tale calcolo, se la retribuzione mensile è pari o inferiore a 1195 euro mensili, l’importo è pari al 75% della suddetta retribuzione, se  invece supera tale soglia, andrà aggiunto al 75% un importo del 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il predetto importo.

Come richiedere il sussidio di disoccupazione, durata

Il calcolo della durata del nuovo sussidio di disoccupazione Inps è pari alla metà dei mesi lavorativi negli ultimi 4 anni, si potrà usufruire dell’indennità per un massimo di due anni.   

 

Come registrare un contratto d’affitto

Come registrare un contratto d’affitto: requisiti e informazioni utili per stipulare e registrare in maniera corretta un contratto di locazione a uso abitativo, commerciale o turistico.

Chi ha un appartamento o un locale da voler affittare per uso abitativo, commerciale o turistico dovrà regolarizzare il contratto d’affitto, provvedendo alla registrazione presso l’ ufficio dell’Agenzia delle Entrate di appartenenza.

La mancata registrazione contratto di locazione, o la registrazione di un contratto con dichiarazioni false, è  un danno non solo per il fisco ma per lo stesso inquilino; dato che non ha nessuna dichiarazione di ciò che paga come affitto, non solo non avrà modo di tutelarsi ma si precluderà anche la possibilità di detrarre il canone dalla sua dichiarazione dei redditi. Vediamo nello specifico come procedere alla registrazione del contratto d’affitto.

Tipi di contratto d’affitto

Esistono due tipi di canone:

– il canone libero con durata di almeno quattro anni e con possibilità di rinnovo per lo stesso numero di anni alla scadenza del contratto

-il canone calmierato con durata di tre anni e con possibilità di essere rinnovato per altri tre anni dopo la scadenza.

L’importo del canone non è disciplinato dalla legge; i contraenti potranno negoziare la cifra in considerazione dell’andamento del mercato e del valore dell’immobile.

Come registrare un contratto, stipula del contratto

Per stipulare un contratto d’affitto che rispetti le disposizioni dettate dalla legge italiana, occorrono determinati requisiti:

  • Nome del titolare dell’immobile e nome dell’inquilino
  • Identificazione dell’immobile con specifica se si tratta di uso abitativo o no
  • Data inizio locazione e durata del contratto
  • Canone mensile
  • Dettagli sulla caparra
  • Modalità aggiornamento Istat
  • Condizioni in cui si trova l’immobile al momento del contratto
  • Specifica delle spese a carico del proprietario e quelle a carico dell’inquilino, 
  • Eventuali norme per la recessione del contratto 
  • Inventario della situazione in cui si trova l’immobile prima dell’ingresso del nuovo affittuario.

Assolti questi requisiti, sarà possibile registrare il contratto di locazione.

Come registrare un contratto, informazioni utili

  • Secondo la legge, il proprietario dell’immobile può richiedere fino a un massimo di tre mesi d’affitto di caparra: in genere se ne richiedono due come anticipo e un mese in corso
  • Se l’inquilino decide di lasciare l’immobile prima della scadenza del contratto dovrà dare un preavviso di almeno tre mesi. 
  • Dopo aver stipulato il contratto, esso dovrà essere firmato da entrambi le parti.
  • Al momento della registrazione si dovranno allegare fotocopie dei documenti d’identità dei contraenti.
  • Il contratto dovrà essere registrato entro un mese dalla data in cui è stato firmato.

Come registrare il contratto d’affitto, la procedura

Per adempiere agli obblighi tributari, si dovrà necessariamente eseguire la registrazione del contratto d’affitto presso l’Agenzia delle Entrate.

La legge italiana prevede due tipologie di contribuzione: il regime ordinario, che può essere applicato per tutti i tipi di contratto d’affitto e il regime che può essere applicato solo per l’affitto di immobili ad uso abitativo

La registrazione del contratto può essere fatta online: tutte le agenzie immobiliari hanno l’obbligo di procedere alla registrazione in via telematica. Chi non vuole delegare l’agenzia potrà servirsi del servizio attraverso un Caf o ad un’associazioni di categoria.

In alternativa è possibile procedere alla registrazione direttamente allo sportello dell’Agenzia delle Entrate: basterà compilare il modello 69, consegnare la documentazione e depositare la ricevuta di pagamento delle imposte. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate trovate i moduli da scaricare.

Come rinnovare la patente nautica scaduta

Come rinnovare la patente nautica scaduta: dalla modulistica ai documenti necessari, ecco tutte le informazioni utili per effettuare il rinnovo della patente nautica da soli senza dover rivolgersi ai costosi servizi delle agenzie nautiche.

Una patente nautica scaduta può seriamente mettere a repentaglio lo svolgimento di una passeggiata in barca e comportare un sanzione pecuniaria da 207 a 1033 euro. In caso di patente revocata o non rinnovata per mancanza dei requisiti morali o fisici, la multa può superare gli 8.000 euro e comportare la sospensione della licenza di navigazione.

Detto ciò, è sempre bene fare un controllo periodico dell’abilitazione e provvedere al suo rinnovo senza arrivare all’ultimo mese.

Il documento può essere rinnovato prima o dopo la scadenza; basta rivolgersi all’ufficio marittimo che lo ha rilasciato. Vediamo come procedere al rinnovo della patente nautica scaduta.

Validità patente nautica

La patente nautica ha dieci anni di validità oppure cinque per coloro che hanno compiuto 60 anni al momento del rilascio o del rinnovo: la scadenza è ben visibile su ogni documento.

La patente nautica di categoria C ha periodo di validità minore, in base a quanto prescritto in sede di rilascio del certificato C.M.L.(commissione medica locale)

La commissione provinciale di appartenenza può ridurre la validità della patente a un periodo non oltre i due anni.

Come rinnovare la patente nautica scaduta, documenti necessari

Chi è affetto da particolari patologie, potrà presentarsi alla commissione medica con l’attestazione di specialistica rilasciata dal medico operante presso strutture pubbliche, per scongiurare qualsiasi complicazione al momento del rinnovo della patente nautica. Il documento comproverà che, anche se c’è una cura in atto, le condizioni di salute non sono ostative e di pregiudizio per la navigazione.

Occorrono i seguenti documenti:

  • Certificato medico in bollo da 16 euro,rilasciato da struttura sanitaria ASL con funzioni in materia medico legale: non è valido il certificato del medico di famiglia
  • Modulo unico  provvisto di marca da bollo da 16 euro, scaricabile dal sito della Guardia Costiera www.guardiacostiera.it  al link “Diporto”.
  • Fotocopia documento d’identità valido
  • Fotocopia codice fiscale
  • 2 foto tessera: solo se la patente scaduta è di tipo a libretto, pertanto rilasciato prima del 1997 (il documento ha la sigla “MM61”)
  • Patente provvisoria

Chi ha compiuto il sessantesimo anno di età il certificato medico dovrà contemplare anche il certificato attestante “la sensibilità al contrasto spaziale”.

Come rinnovare la patente nautica scaduta, procedura

  1. Compilare in tutte le sue parti e senza commettere errori il modello unico per il rinnovo patente nautica.
  2. Dopo aver provveduto a compilare il modello, applicare sul documento la marca da bollo
  3. Effettuare alla Posta un versamento su conto corrente n° 8482, intestato a Tesoreria Provinciale, con causale “rilascio patente nautica”.
  4. Inviare tutta la documentazione (citata nel paragrafo precedente) in busta chiusa alla Capitaneria di appartenenza.
  5. L’ufficio provvederà a restituire la domanda, che fungerà da patente provvisoria fino a quando non sarà spedita la patente rinnovata.

Rinnovo patente nautica, indicazioni utili

-E’ consigliabile, informarsi presso la capitaneria di competenza per verificare l’elenco dei documenti da inviare.

-E’ bene sapere che la legge obbliga all’autorità marittima di svolgere le pratiche di rinnovo entro 30 giorni, pertanto, se i tempi si allungano, la capitaneria è tenuta a rendere conto al richiedente.

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