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Smarrimento della carta di credito

Come denunciare lo smarrimento della carta di credito: tutte le informazioni utili su come agire tempestivamente per rimediare allo spiacevole inconveniente e bloccare la carta di credito.

Grazie all’utilizzo delle carte di credito, è possibile effettuare qualsiasi genere di acquisto anche se non si dispone della cifra necessaria a esso. La cifra stessa viene infatti anticipata dalla banca che ha rilasciato la carta, per poi essere addebitata nel mese successivo sul Conto Corrente al quale è associata la carta.
Uno dei pochi svantaggi dell’utilizzo della carta di credito può rivelarsi in caso di furto o smarrimento. Chi ne entra in possesso può usarla per effettuare acquisti, soprattutto on line. In questo caso è necessario bloccare immediatamente la propria carta di credito, onde evitare spiacevoli sorprese. Vediamo nel dettaglio come procedere in caso di smarrimento della carta di credito.

Come denunciare lo smarrimento della carta di credito, la procedura
Prima di denunciare lo smarrimento o il furto della propria carta di credito è preferibile cercarla: quando è stata l’ultima volta che ho usato la carta? Che abiti avevo addosso? Che borsa portavo?
Secondo le statistiche, più che carta di credito smarrita o rubata, si tratta di dimenticanza; molto spesso succede che questa carta venga messa in luoghi inconsueti.
Se dopo varie ricerca la carta non viene trovata, bisogna rivolgersi alla propria banca oppure contattare il numero verde della società che l’ha emessa per procedere subito al blocco della carta: il numero è attivo 24 ore su 24. Fatto ciò, si dovrà inviare una raccomandata presso l’istituto di credito con il quale si ha aperto il conto corrente, così da comunicare lo smarrimento della stessa.
Bisognerà anche rivolgersi alle forze dell’ordine (polizia o carabinieri) per denunciare lo smarrimento della carta di credito: Annotare il giorno, l’ora e il codice dell’operatore che ha provveduto al blocco della carta.
A questo punto, si dovrà mandare via fax copia della denuncia alla banca e alla società del circuito entro due giorni per confermare il blocco della propria carta.
Dal momento dell’avvenuta segnalazione di furto o smarrimento della carta si è sollevati da qualsiasi responsabilità circa il suo impiego da parte di terzi.
Attualmente ci sono due numeri verdi, uno per il circuito bancomat e uno per il circuito carta. E’ bene fare molta attenzione, perché se si tratta di smarrimento di una carta di credito che funge anche da bancomat, sarà necessario chiamare entrambi i numeri verdi ed effettuare i blocchi per entrambi i circuiti. 
Fino a quando non viene eseguita la richiesta di blocco della carta di credito, tutte le eventuali transazioni restano a carico del titolare entro il limite di 150 euro. Tutto il denaro sottratto, subito dopo la denuncia, a patto che non ci sia attività fraudolenta da parte del titolare della carta, verrà rimborsato. 

Come denunciare lo smarrimento della carta di credito, raccomandazioni utili
Avere a portata di mano i numeri utili da contattare in caso di smarrimento della propria carta di credito così da intervenire in maniera tempestiva: possiamo servirci per esempio della rubrica del telefonino. In questo modo saremo sicuri di poter bloccare la carta nel più breve tempo possibile. 
Preferire un luogo fisso dove riporre la carta di credito quando non viene utilizzata e non cambiarlo mai
Se si viaggia spesso in mezzi pubblici affollati come per esempio treni, autobus, è consigliabile levare la propria carta di credito dal portafoglio e nasconderla addosso. I cattivi intenzionati sono soliti approfittare delle condizioni più favorevoli a un possibile furto.

Risarcimento danni al fondo vittime della strada

Come chiedere il risarcimento danni al fondo vittime della strada: tutte le informazioni utili su cosa fare per essere risarciti in caso di incidente sia di origine stradale che nautico con un mezzo senza assicurazione.

Secondo un’indagine condotta dall’Ania, sul territorio italiano transitano circa 4 milioni di veicoli senza copertura assicurativa. Questo significa che in caso di incidente, non potremo ottenere alcun risarcimento sui danni subiti sia sul veicolo coinvolto che sulla nostra persona.

Per fortuna, esiste un fondo per le vittime della strada a cui possiamo attingere per essere risarciti dai danni subiti. 

L’importo è limitato al massimale di legge vigente al momento del sinistro (dall’11 giugno 2012 € 5.000.000,00 per danni a persona per sinistro, € 1.000.000,00 per danni a cose per sinistro).

Vediamo come ottenere il risarcimento dal fondo di garanzia vittime della strada.

Il fondo vittime della strada, è stato istituito come Ente di indennizzo dalla legge 990/69 articolo 19 ed è finanziato da tutte le compagnie di assicurazioni, grazie a contributi che vengono gestiti dalla Consap SpA, sotto la supervisione del Ministero delle attività produttive. 

In quali casi interviene il fondo vittime della strada?

  • Se il conducente che ha provocato il danno scappa e non si ha più modo di identificarlo
  • Se il veicolo che ha provocato il danno non ha copertura assicurativa oppure ha una polizza scaduta
  • Se l’agenzia del conducente che ha subito il danno è fallita oppure sia in procinto di dichiarare fallimento
  • Se il veicolo che ha subito il danno risulta rubato. In questo caso è necessario che vi sia una regolare denuncia fatta almeno 24 ore prima dell’incidente.

Rientrano nel diritto di richiesta al fondo vittime della strada, anche situazioni meno comuni quali i sinistri causati da veicoli stranieri che presentano una targa non identificata.

Le stesse casistiche valgono anche per i natanti.

La liquidazione dei danni, per i casi sopracitati, viene effettuata a cura delle Imprese Designate dall’Ivass.

Come chiedere il risarcimento danni al fondo vittime della strada, documentazione necessaria

Per ottenere un risarcimento sui danni subiti, bisogna inviare una raccomandata con regolare ricevuta di ritorno alla Consap, la concessionaria di servizi pubblici che si occupa del Fondo per le vittime della strada. 

Nella raccomandata da inviare, dovete indicare le seguenti informazioni:

  • gli estremi dei veicoli coinvolti nel sinistro,
  • il luogo preciso dove si è verificato l’impatto,
  • descrizione dettagliata della dinamica, come si è verificato l’incidente,
  • i dati personali delle persone coinvolte nell’incidente,
  • dati personali di eventuali testimoni.
  • Certificazione che attesti eventuali ricoveri
  • Certificazione eventuali cure mediche
  • Documentazione che attesti eventuali prestazioni o spese mediche erogate.  

La stessa documentazione va inoltrata anche presso una concessionaria regionale designata dall’ “ISVAP” che avrà il compito di liquidare materialmente i danni.  Tale istituzione varia ogni tre anni e va ricercata nell’area di appartenenza relativa al luogo in cui si è verificato il sinistro L’elenco completo di queste istituzioni lo trovate sul sito istituzionale della Consap. 

Raccomandazione utile: vista la complessità, è raccomandabile far gestire la pratica a un avvocato o a un perito esperto per le pratiche di incidenti automobilistici. 

Come cancellarsi dalla Crif

Come cancellarsi dalla Crif: istruzioni per ottenere la cancellazione dalla Crif, l’elenco dei cattivi pagatori.

Grazie agli Istituti di credito, è possibile acquistare casa o fare qualsiasi tipo di acquisto pur non disponendo della liquidità necessaria. E’ bene tuttavia precisare che richiedere un finanziamento non è semplice; occorrono garanzie e particolari requisiti. Tra questi requisiti vi è la visura CRIF, una società indipendente specializzata nei sistemi di informazioni creditizie

Se in passato avete fatto un finanziamento e non siete stati puntuali nei pagamenti delle rate, sicuramente siete iscritti in CRIF come cattivi pagatori. Questa iscrizione non vi consentirà di richiedere un nuovo finanziamento: ma è possibile cancellarsi da questi registri? Certo ma è essenziale che il debito sia stato sanato. Vediamo come procedere alla cancellazione.

Come cancellarsi dalla CRIF se siete stati cattivi pagatori, la procedura

E’ bene precisare che in CRIF non sono inseriti solo i cattivi pagatori cioè i consumatori con problemi di solvibilità ma anche tutti coloro che in qualche modo hanno avuto a che fare con un prestito, anche in senso positivo. Vediamo la procedura per la visura e cancellazione

Collegatevi al sito www.crif.it e scaricate i moduli per la cancellazione.
Trovate due tipi di moduli: il primo riguarda le persone fisiche mentre il secondo le aziende o persone giuridiche.

Una volta scaricato il modulo, dovete compilarlo con i vostri dati personali ed allegare una fotocopia del documento di riconoscimento e del vostro codice fiscale.

A questo punto, inviate la documentazione al numero di fax indicato nel modulo compilato.

Entro 15 giorni lavorativi vi arriverà una raccomandata all’indirizzo di residenza indicato viamail che contiene una visura personale dove vengono riepilogati i vostri vari problemi finanziari e il motivo per cui siete stati iscritti come cattivo pagatore.
Se nella visura risulta che avete pagato in ritardo alcune rate di finanziamento, bollette o altro, sarà possibile richiedere la cancellazione dalla CRIF come cattivo pagatori ma dovranno passare:
-1 anno per pagamenti da 1 a 2 rate
-2 anni dall’avvenuto pagamento per pagamenti di rate superiori a n. 2
-3 anni, dalla cessazione del rapporto o scadenza del contratto, in caso di gravi inadempimenti come per esempio non avere regolarizzato il pagamento delle rate.

La richiesta di accesso ai dati non può essere rinnovata prima di 90 giorni.

Cancellazione CRIF, finanziamento non andato a buon fine
Anche in caso di mancato finanziamento per motivi diversi come per esempio reddito basso, ecc. il richiedente risulterà iscritto alla CRIF ma trascorsi 30 giorni dal rifiuto del finanziamento da parte della banca o finanziaria, si avrà il depennamento in automatico.

Questo succede per evitare che il cliente faccia richieste multiple nel breve periodo. Il richiedente potrà richiedere un finanziamento presso un altro Istituto prima dei 30 giorni ma dovrà presentare liberatoria dell’agenzia che non ha accordato il finanziamento.

Come abbiamo già accennato, la cancellazione avviene in automatico ma non sempre è così; le informazioni contenute negli archivi sono tante per cui gli aggiornamenti potrebbero non essere immediati.

In questo caso, potete fare richiesta diretta alla CRIF o avvalervi delle associazioni di difesa dei diritti dei consumatori come Adiconsum, Codacons, Federconsumatori che hanno la possibilità di accedere alle informazioni in tempi velocissimi, grazie a convenzioni e protocolli d’intesa sottoscritti con CRIF.

Come registrare un marchio

Come registrare un marchio: tutte le informazioni utili per la registrazione autentica di un marchio e tutti i requisiti necessari per ottenere un’esclusiva su un prodotto.

Il marchio ci consente di rendere unico un nostro prodotto e pertanto di distinguerlo da altri; solo con un marchio registrato abbiamo la possibilità di tutelarci da eventuali copie e da contraffazioni. Inoltre potremmo avanzare diritti qualora il nostro marchio registrato fosse usato illecitamente da terzi per scopo di lucro o finalità pubblicitarie improprie.

La registrazione va fatta presso l’ufficio Italiano Brevetti e Marchi, allegando la domanda con il disegno o il logo del marchio. Si dovranno inoltre pagare i diritti di segreteria e le tasse che cambiamo in base al tipo di marchio e alle classi che si sono scelte.

L’ufficio esaminerà la domanda attentamente, verificando se ci sono i requisiti per registrare il marchio. I marchi che possono essere depositati sono di vari tipi, in ogni caso è bene tener presente che dalla data di deposito del marchio, decorrono 10 anni dalla data di durata dell’esclusiva. Vediamo quali documenti ci occorrono e come procedere per registrare un marchio.

Come registrare un marchio, regole generali
Prima di provvedere alla registrazione, assicurarsi che il marchio rispetti alcune regole generali.
-Deve essere conforme alle prescrizioni di legge
-Non deve avere nessuna connotazione negativa non solo in Italia, ma anche in altri Paesi
-In caso di esportazione, il marchio deve risultare libero all’estero
-Deve essere facile da leggere
-Non deve essere identico o simile a marchi precedentemente registrati: in tal caso, è possibile consultare apposite banche dati, disponibili sul sito internet dell’OMPI, l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO).
-Deve essere registrato in tutte le classi in cui si intende utilizzarlo

NOTA BENE: la scelta delle classi deve essere fatta con particolare cura consultando la classificazione di Nizza di riferimento e verificando quale sia l’edizione in vigore al momento del deposito della domanda.
Come registrare un marchio, documenti necessari
-Modulo C scaricabile che si trova presso le Camera di Commercio o scaricabile dal sito http://www.uibm.gov.it – sezione “Modulistica”
-Disegno o logo del marchio
-Attestazione di versamento sul c/c n. 82618000 intestato all’Agenzia delle Entrate Centro Operativo di Pescara. Nella causale del versamento si dovrà specificare “deposito domanda per marchio d’impresa”.
-Attestazione di versamento sul conto corrente postale dei diritti di segreteria alla CCIAA, presso cui si effettua il deposito.
-Fotocopia codice fiscale
-Attestato d’iscrizione alla camera di commercio se si vuole inserirlo nel mercato
-Fotocopia carta d’identità in corso di validità
Per conoscere le tasse in vigore al momento del deposito della domanda è possibile consultare il sito dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.

Dopo aver compilato e firmato il modulo, applicare una marca da bollo da 16,oo euro. Allegare i documenti sopracitati e depositare il tutto presso una qualsiasi Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura. In alternativa, la documentazione potrà essere inviata per posta all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi – Divisione VIII – Via Molise 19 – 00187 Roma, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno
Procedura di registrazione del marchio
Dopo aver depositato la domanda di registrazione si avrà un numero di domanda e una data di deposito che indica l’inizio della visura della pratica che si svilupperà in due fasi.

Un primo riscontro tecnico viene eseguito dall’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) che controllerà la conformità formale della domanda (art. 148 e 156 CPI) e l’assenza dei c.d. impedimenti assoluti alla registrazione.
Superato il primo riscontro, il marchio verrà pubblicato nel Bollettino dei marchi che è a disposizione del pubblico.

Da quel momento, chiunque ritenga di avvalere diritti su quel marchio, potrà presentare Opposizione alla registrazione di fronte all’UIBM entro 3 mesi dalla data di pubblicazione. In questo caso, chi ha richiesto il marchio potrà difendersi nei confronti di chi si oppone.

In mancanza di opposizione il marchio verrà concesso, sarà pertanto assegnato un numero e una data di concessione ed il titolare dovrà ritirare il relativo attestato.

Come chiedere un finanziamento

Come chiedere un finanziamento: dai requisiti alla documentazione necessaria, tutte le informazioni utili per ottenere un prestito.

Può succedere di dover affrontare delle spese improvvise che non riusciamo a coprire con i mezzi economici a nostra disposizione; ecco che dobbiamo rivolgerci a un istituto di credito per richiedere un finanziamento. Poiché ogni agenzia di credito offre diverse varianti disponibili, non sempre è facile orientarsi: prima di sottoscrivere un prestito è preferibile sapere come confrontare le varie opzioni offerte. In sostanza dobbiamo imparare a interpretare i tassi di interesse, le spese di istruttoria e gestione delle pratiche, qui entrano in gioco i famosi TAN e TAEG. Bisogna, inoltre, imparare a proteggersi dai costi occulti.
Per avere un prestito occorrono alcuni requisiti fondamentali: avere età compresa tra i 17 e i 75 anni, avere capacità di solvenza ed essere affidabili finanziariamente. Vediamo nel dettaglio come procedere per scegliere in finanziamento.

Come chiedere un finanziamento, valutazioni da fare
Per cifre fino a 15.000 euro, ci si può rivolgere alle finanziarie o alle banche. Un prestito al proprio istituto di credito, può comportare un tasso di interesse più basso: in genere le banche chiedono un tasso che non supera il 17%, mentre le finanziarie possono arrivare anche al 35%. Tuttavia, è bene valutare anche i tempi di erogazione del prestito: la banca necessita di almeno 10 giorni per accreditare l’importo richiesto, mentre con una finanziaria, l’erogazione è quasi immediata.

Come chiedere un finanziamento, documentazione
Per richiedere un finanziamento occorre presentare una serie di documentazione:
-Documento d’identità valido (Carta d’identità o Patente di guida)
-Codice Fiscale
-Copie delle ultime bollette (luce, acqua e gas) regolarmente pagate. In alternativa anche il libretto di circolazione dell’auto.
-Se si è lavoratore dipendente occorre l’ultima busta paga (a volte sono richieste le ultime due) ed eventualmente il Cud.
-Se si è lavoratore autonomo occorre l’ultima dichiarazione dei redditi (730 oppure Modello Unico) e il modulo F24 attestante i pagamenti
-Se si è pensionato occorre l’ultimo cedolino oppure, in caso si tratti di pensionato Inps, il modello Obis M, ovvero il certificato che riporta tutte le informazioni relative alla tipologia di pensione percepita.
Prima di concedere il prestito, l’istituto farà opportune verifiche sullo stato di solvibilità del richiedente: reddito, eventuali insoluti con altre società di finanziamento.

Come chiedere un finanziamento, raccomandazioni utili
-Diffidare delle finanziarie che pretendono un anticipo per procedere alla richiesta: se il prestito non va a buon fine, l’agenzia potrebbe non restituire la caparra versata.
-Prima di firmare qualsiasi contratto, leggere con attenzione tutte le clausole, soprattutto quelle scritte in caratteri minuscoli.
-Se si dichiara lo scopo della propria richiesta, è probabile che vengano offerte condizioni migliori.
-Se non si ha uno stipendio regolare, è preferibile presentarsi con un garante che si impegni a versare le rate insolute
-Una volta ottenuto il finanziamento, è fondamentale pagare le rate entro le scadenze previste e in maniera regolare.

Se la risposta è affermativa, verrà erogato il prestito in base alle clausole del contratto che si è stipulato. Se la risposta dovesse essere negativa, non è il caso scoraggiarsi dato che i parametri di valutazione differiscono da un istituto finanziario ad un altro. Sarà sufficiente contattare un altro Istituto per essere probabilmente valutati in maniera positiva e ottenere così il finanziamento.

Compensazione cartelle Equitalia, tutte le info

Compensazione cartelle Equitalia con crediti PA e con crediti erariali. Compensare cartelle Equitalia scadute e altre informazioni utili sui crediti per pagare i debiti.

Grazie alle Legge di Stabilità, per tutto il 2016 sarà possibile eseguire la compensazione Equitalia con crediti PA ed erariali. Lo stesso provvedimento ha previsto la compensazioni tra crediti avvocati per spese di giustizia e debiti fiscali. Prima di addentrarci nei dettagli vediamo cos’è la compensazione delle cartelle Equitalia e come funziona.

Compensazione delle Cartelle Equitalia, cos’è e come funziona

La Compensazione Equitalia è quel sistema che consente al debitore di pagare le proprie cartelle sfruttando i crediti erariali e quelli accumulati nel tempo dalla Pubbliche Amministrazioni.

Ciò significa che le cartelle Equitalia possono essere pagate sfruttando i crediti Irpef, Ires, IVA e le altre imposte a carico del contribuente. Non solo le cartelle Equitalia possono essere pagate in questo modo ma anche tutte le spese accessorie.

Per sfruttare questa metodo di pagamento, il debitore potrà usare il modello “F24 accise” con il codice tributo RUOL. Il modello F24 accise potrà essere impiegato per compensare tutto il debito dovuto a Equitalia o solo una parte di esso.
Se la compensazione Equitalia va a coprire solo una parte del debito dovuto, sarà necessario comunicare a Equitalia quali sono le cartelle esattoriali da attribuire a quel pagamento.

La scelta dei debiti da “compensare” va fatta entro 3 giorni dal pagamento del modello F24 accise se questo pagamento va fatto tramite banca, sportelli postali o online, mentre se il modello F24 accise sarà pagato direttamente presso gli sportelli Equitalia la scelta delle cartelle da compensare potrà avvenire contestualmente.

Grazie a questo provvedimento è posssibile pagare le cartelle equitalia sfruttando i crediti d’imposta che altrimenti sarebbero dovuti essere rimborsati.

Compensazione Equitalia, requisiti

A chi spetta la compensazione delle cartelle Equitalia? A tutti i soggetti che hanno dei crediti tributari e hanno:
– cartelle di pagamento Equitalia relative a imposte erariali
– ricevuto uno o più avvisi relativi all’accertametno delle imposte dirette e dell’Iva destinate a divenire esecutivi dopo il termine di 60 giorni dalla notifica.
I crediti possono essere sfruttati anche dalle imprese (crediti PA).

Quali crediti possono compensare i debiti Equitalia

Si parla di credi compensabili in riferimento ai crediti disponibili per saldare le cartelle Equitalia. Tali crediti che consentono il pagamento delle cartelle esattoriali Equitalia, sono:
– Credito di tipo erariale, vale a dire Irpef, Iva, Ires, Irap, addizionali comunali e regionali Irpef.
-Tutti i crediti che possono essere collocati nella sezione Erario del modello F24.
Da ciò si evince che sono esclusi dai crediti da usare per le compensazioni Equitalia, tutti i crediti INPS e INAIL.

Compensazione Equitalia per cartelle scadute

Le cartelle scadute non hanno diritto ad alcun tipo di compensazione.
In presenza di debiti iscritti a ruolo relativi a imposte erariali e accessorie, se il debito è superiore a 1.500 euro ed è scaduto, non sarà possibile sfruttare alcun tipo di compensazione.

Il contribuente può usare i suoi crediti per la compensazione di cartelle scadute se provvede a pagare parzialmente i debiti fino a raggiungere un importo inferiore a 1.500 euro mediante il pagametno diretto del ruolo, con rateizzazione e presentazione del modello F24 accise.

Crediti PA per la compensazione Equitalia

Questa possibilità è offerta a tutte le imprese che hanno un debito Equitalia e che a loro volta sono creditori della Pubblica Amministrazione.
Se l’impresa ha svolto un lavoro per un appalto pubblico e deve ancora riscuotere un pagamento da una Pubblica Amministrazione, può usare quel credito commerciale per compensare le cartelle Equitalia.

Per sfruttare questa possibilità, l’amministrazione interessata dovrà certificare il credito. I crediti PA che possono essere usati per la compensazione cartelle Equiatlia sono i crediti certificati non prescritti, certi, liquidi ed esigibili verso Stato, Regioni e Province ma anche verso enti locali, enti del Servizio sanitario Nazionale e altri enti pubblici.

Tali crediti potranno andare a compensare cartelle Equitalia riferite a debiti tributari (imposte da versare allo Sato, Regione e altri enti locali) e debiti previdenziali e assistenziali (compensazione equitalia Inps, inail…).

Inquilino che non paga l’affitto, cosa fare

Inquilino che non paga l’affitto: tutte le informazioni utili per eseguire la procedura di sfratto per morosità in caso di inquilino che non paga l’affitto ormai da mesi.

L’inquilino che non corrisponde l’affitto mensile con regolarità al proprietario dell’immobile, può essere perseguito per vie legali per morosità: per procedere allo sfratto l’inquilino deve aver saltato almeno il pagamento di due mensilità. 

La morosità non riguarda solo il canone mensile da corrispondere con l’affitto ma riguarda anche gli oneri accessori, come le spese condominiali e per il mantenimento di eventuali spazi comuni. Lo sfratto per morosità è una procedura piuttosto complessa e talvolta lenta ma necessaria per poter legittimare il possesso dell’immobile.

Il procedimento di sfratto viene emesso dal giudice, che ordina all’inquilino di riconsegnare l’appartamento al proprietario. E’ bene però precisare che per poter rendere esecutiva tale procedura è necessario che il proprietario dell’immobile abbia regolarmente registrato il contratto di locazione. Vediamo nel dettaglio come procedere allo sfratto dell’inquilino moroso.

Per maggiori informazioni potete rivolgervi alla sede territoriale dell’UPPI. L’Unione dei Piccoli Proprietari Immobiliari dislocato in tutto il territorio italiano: fornisce assistenza tecnica, legale e fiscale.

Inquilino che non paga l’affitto, l’azione legale

Il primo passo da compiere è quello di richiamare verbalmente l’inquilino, se tuttavia il risultato dovesse rivelarsi insufficiente, dovrete rivolgervi a un avvocato. Il legale a questo punto provvederà a inviare all’inquilino una comunicazione scritta, tramite raccomandata, con la quale lo solleciterà ai pagamenti non corrisposti. Farà inoltre presente che si procederà allo sfratto per morosità in caso di mancata solvenza.

Qualora il primo avvertimento non dovesse andare a buon fine, sarà possibile procedere con la notifica dell’intimidazione di sfratto per morosità; l’inquilino sarà pertanto invitato a presenziare all’udienza, precedentemente fissata, dal vostro avvocato. 

Inquilino che non paga, procedura di sfratto

In questa circostanza l’inquilino potrà seguire varie strade


  • 1) Non presentarsi all’udienza: questo significherebbe immediata convalida dello sfratto.

  • 2) Presentarsi, appellandosi al termine di grazia: significherebbe avere proroga per continuare ad occupare l’immobile, ma in questo caso dovrà mettersi in regola e quindi assolvere a tutti i pagamenti non pagati e le relative spese legali sostenute dal proprietario per l’azione di sfratto. Il termine massimo che la legge prevede per questa azione, non deve superare i novanta giorni.   

  • 3) Presentarsi davanti al Giudice e opporsi il che significherebbe trasformare il procedimento in una causa ordinaria.

Inquilino che non paga, convalida sfratto

Una volta ottenuta la convalida dello sfratto, sarà compito dell’Ufficiale Giudiziario intervenire notificando all’inquilino moroso la comunicazione di sloggio: l’esecuzione in genere comporta diversi mesi.

Se la tempistica dovesse risultare troppo lunga, si procederà con l’esecuzione forzata, che fissa in trenta giorni, il termine ultimo, affinché il moroso temerario sloggi dalla vostra casa.

Se nonostante tutti questi procedimenti, la situazione dovesse rimanere invariata, si farà ricorso all’intervento della forza pubblica. In questo modo sarà possibile riprendere possesso del vostro immobile.

Verrà anche redatto il “verbale di rilascio immobile” volto a dare legittimità all’intera procedura.

Raccomandazione utile: una volta eseguito l’intervento forzato, vi consiglio di provvedere a sostituire serrature ai portoni e alle porte.

Potete anche  contattare un fabbro per questa operazione: tutte le spese saranno a carico del vecchio inquilino.  

In ogni caso, se decidete di procedere contro il vostro inquilino moroso, non dovete avere fretta. Sappiate che una causa per sfratto può durare anche qualche anno: avete abbastanza pazienza? In teoria dovrebbero bastare pochi mesi per ottenere uno sfratto esecutivo ma la realtà dei fatti vede tempistiche molto più lunghe.

 

Polizze assicurative a consumo

Polizze assicurative a consumo: tutte le informazioni sul funzionamento dell’assicurazione a chilometraggio, prezzo, vantaggi e svantaggi che ne conseguono.

Con polizze assicurative a consumo si riferisce a tariffe agevolate in base al tempo di impiego dell’auto assicurata. Con queste polizze infatti è possibile pagare al reale utilizzo del mezzo; in questo caso potremo assicurare la propria vettura in determinate stagioni o solo per un determinato numero di chilometri.

Le polizze assicurative a consumo, anche dette “assicurazioni a chilometro” prevedono un sistema di tecnologia satellitare dotato di un dispositivo GPS/GSM che identifica l’esatta posizione del proprio veicolo e comunica con una Centrale Operativa, a disposizione 24 ore su 24 per offrire assistenza e supporto in tutte le emergenze di viaggio.

Polizze assicurative a consumo, come funziona

Al momento della stipula del contratto dovete dichiarare il tipo di impiego della vettura, le garanzie da inserire nella polizza e una stima dei chilometri che prevedete di percorrere in un anno; anche con questo tipo di polizze,  il premio viene calcolato in base all’età, al sesso, alla residenza e alla classe di merito ma è proporzionale ai km dichiarati. 

Dopo la stipula della polizza auto a consumo, dovrete recarvi preso un’officina convenzionata e installare sulla vettura la scatola nera dotata di GPS; il dispositivo sarà costantemente collegato alla centrale della compagnia e pertanto sarà in grado di monitorare i km percorsi e gli spostamenti effettuati. 

In genere, la scatola nera e l’installazione della stessa viene concessa in comodato d’uso.

Polizze assicurative a consumo, costo

Il costo della polizza è in base al chilometraggio effettuato: com’è possibile capire i chilometri percorsi? Il GPS all’interno della scatola nera, controlla i chilometri effettuati: se percorrete poca strada, con evidenti rischi limitati, il vantaggio economico è notevole, ma se superate i 5000 km all’anno diventa sconveniente stipulare questo tipo di polizza. Finirete infatti per spendere molto di più!

Grazie a questa formula è possibile risparmiare tantissimo ma solo nel caso si percorra poca strada. Prima di stipulare una polizza simile, vi consiglio di analizzare attentamente come funziona questo tipo di contratto assicurativo e quali sono i pro e i contro.
Polizze assicurative a consumo, vantaggi

Le polizze assicurative a consumo o a chilometraggio prevedono diversi vantaggi; quello più evidente consiste come già accennato, nel risparmio ma non solo! Grazie al rivelatore satellitare, è possibile individuare immediatamente un guasto o un’anomalia all’auto: in questi casi sarà la compagnia assicurativa a provvedere a inviare i soccorsi o un carro attrezzi in tempi rapidi. 

La scatola nera offre tanti altri vantaggi: in caso di furto, è possibile individuare la posizione esatta della vettura, è possibile inoltre stabilire la dinamica di un incidente oppure dare l’esatta localizzazione ai mezzi di soccorso: sarà sufficiente premere il pulsante di emergenza

Polizze assicurative a consumo, tariffe a confronto

Con la liberalizzazione delle tariffe, molte compagnie assicurative offrono polizze auto a consumo nella formula bonus-malus che comporta un importo iniziale piuttosto contenuto e il resto del premio in base all’impiego dell’auto.  In genere l’importo si abbassa al rinnovo del contratto a patto che siano stati percorsi pochi chilometri e non ci siano stati incidenti. 

Ci sono poi altre assicurazioni che offrono un contratto con un importo iniziale molto più cospicuo con uno  sconto variabile al successivo rinnovo della polizza ma in ogni caso si tratta di cifre inferiori ai contratti tradizionali.

Prima di stipulare una polizza assicurativa a consumo vi consigliamo di richiedere online i preventivi e trovare la polizza più economica.