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730 precompilato 2016, la guida

730 precompilato 2016: come compilare il modello 730 sfruttando il nuovo cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate con PIN d’accesso e dichiarazione dei redditi precompilata.

Dal 15 aprile 2015 i contribuenti potranno sfruttare il nuovo modello 730 precompilato disponibile con il cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate. Per poter fruire del 730 precompilato bisognerà autenticarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate inserendo i dati d’accesso quali Username e Pin consegnati al momento dell’iscrizione al Cassetto Fiscale online.

Il nome utente corrisponge generalmente al Codice Fiscale del contribuente, la password è quella assegnata dal sistema o scelta dal contribuente in fase di registrazione. Il PIN è composto da due parti, una che vi sarà recapitata a casa e l’altra ottenibile online. Una volta in possesso di tutti i dati sarà possibile sfruttare il servizio della dichiarazione dei redditi precompilata messo a disposizione con il cassetto fiscale.

Premessa: la dichiarazione dei redditi precompilata (compreso 730) è facoltativa, è sempre possibile presentare la dichiarazione dei redditi in modalità ordinaria. Per chi esegue la compilazione del 730 in autonomia, senza supporto di un commercialista o Cad, il modello 730 precompilato è un prezioso aiuto.

Da quando è online il modello 730 precompilato 2016


Dal 15 aprile in poi. In genere, ogni anno, a partire dal 15 aprile è possibile accedere alla dichiarazione dei redditi precompilata.

Chi può sfruttare il modello 730 precompilato 2016


I contribuenti che hanno percepito reddito da lavoro dipendente e assimilati per i quali l’Agenzia delle Entrate ha ricevuto dai sostituti d’Imposta la Certificazione. Possono accedere al modelo 730 precompilato anche i titolari di Partita Iva nel regime di esonero inquadrati come produttori agricoli.

Come scaricare e modificare il modello 730 precompilato 2016


Il modello 730 precompilato è una vera e propria dichiarazione dei redditi nella quale sono stati inserite già i dati su ritenute, versamenti, redditi noti e alcun sepse detraibili e spese deducibili. 

A seconda dei casi, il contribuente avrà la possibilità di:

  • accettare la dichiarazione precompilata senza fare modifica (previo controllo!)
  • rettificare eventuali dati non corretti
  • integrare altre spese deducibili o detraibili sostenute 

In caso di modifica del modello 730 preocmpilato, il contribuente potrà provvedere a modificare la dichiarazione in autonomia (assumendosi la piena responsabilità) o sottoscrivere una delega al Caf o intermediario abilitato. 

Modello 730 precompilato 2016, quali spese sono state inserite e quali spese integrare

Nel modello 730 precompilato 2016 vengono inserite, in automatico, diverse spese. In primis vi sono le spese sanitarie sulla base dei dati comunicati dalle farmacie (ecco a cosa serve il cosiddetto “scontrino parlante” con codice fiscale), dai medici privati, dagli ospedali, dai servizi sanitari e professionisti di settore. 

Vengono esclusi dal modello 730 precompilato i farmaci da banco o senza prescrizioni e i farmaci ocn ricetta bianca. Rientrano i farmaci con ricetta rossa con relativa prescrizione medica e scontrino parlante.  La spesa dei farmaci da banco o con ricetta bianca può essere riportata nel modello 730 precompilato ma solo in fase di integrazione: il contribuente dovrà modificare il modello 730 precompilato per aggiungere manualmente queste spese e dovrà provvedere a conservare la relativa documentazione fiscale attestante l’acquisto.

Tra le novità 2016 in ambito delle spese già riportate nel modello 730 precompilato, vi sono le spese sostenute per funerali. La detrazione per le spese funebri ammonta al 19% della spesa totale fino a un tetto massimo di 294,50 euro di detrazione, cioè per una spesa complessiva pari a 1550 euro. 

Ultima novità del modello 730 precompilato 2016 riguarda le spese di istruzione. Grazie alla legge di stabilità i contribuenti potranno detrarre le spese d’istruzione sostenute nel 2015. In particolare vi è una detrazione delle spese per la frequenza scolastica (asilo, scuole elementari, scuola medie, scuole superiori o università) che è pari al 19% delle spese sostenute. In queste spese rientrano le tasse scolastiche e universitarie, la mensa scolastica…. Non è possibile detrarre più di 400 euro per studente.

Non mancano spese deducibili previste per i contributi volontari per l’innovazione tecnologica (acquisto di computer o altre dotazioni tecnologiche che servono per lo studio), edilizia scolastica e ampliamento dell’offerta formativa (corsi d’inglese e integrazioni formative varie).

 

Come fare una fattura elettronica

Come fare una fattura elettronica: le istruzioni e i requisiti per poter emettere fatturazione elettronica in modo corretto. Dalla firma digitale alla creazione della fattura in formato file XML.

Nel web non vi sono guide complete con istruzioni dettagliate sulla compilazione della fattura elettronica e sul suo invio. Eppure è dal 31 marzo 2015 che la fatturazione elettronica è divenuta obbligatoria per tutti i liberi professionisti e i fornitori che si trovano a collaborare con le Pubbliche Amministrazione. In questa pagina vedremo come fare una fattura elettronica e quali sono gli strumenti necessari per la fatturazione elettronica. Premettiamo che bisogna preventivare una spesa di almeno 70 euro per emettere questo tipo di fattura.

Innanzittutto precisiamo che per fare una fattura elettronica avrete bisogno di:

  • Una casella di posta elettronica certificata (PEC)
  • Un kit per la frima digitale anche detta firma elettronica autenticata composto da

    -una pendrive 

    -una Carta Nazionale dei Servizi
  • Un programma per la creazione di file XML, vale a dire un programma tipo Number per chi usa Mac o Excel per chi usa Windows (compreso nel pacchetto Office o Open office per la versione freeware). In alternativa (consigliato) potete usare uno dei tanti servizi gratuiti online che consentono la compilazione della fattura elettronica in formato XML.

Fino a poco tempo fa era possibile ottenere un indirizzo di posta elettronica certificato in modo del tutto gratuito. Oggi chi desidera attivare una casella di posta elettronica certificata (PEC) dovrà sborsare un canone annuo di almeno 5 euro per il servizio di base. Più caro è l’acquisto della firma digitale. La firma digitale, più che un’autentica firma, è una sorta di Pendrive simile a quella che vi ha consegnato la banca per eseguire l’accesso al vostro servizio di Home Bancking (avete presente? Quella pennetta con un pulsantino da schiacciare ogni volta che volete fare un bonifico online o consultare il vostro estratto conto). Attenzione però, non è così semplice da usare perché non genera dei codici ex novo ogni volta, ma dispone di un drive autenticato che va a “validificare” i vostri documenti.

In sostanza la firma digitale è composta da un pendrive con al suo interno una scheda SIM con CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Sono molte le aziende che offrono il kit della firma digitale, tra le tante citiamo Aruba che offre il cosiddetto token cioè il kit della firma digitale più economico che ha un costo d’acquisto di circa 64 euro e ha una validità di 3 anni. Non mancano modelli più costosi che hanno il pregio di essere autoinstallanti, cioè per usarli dovrete limitarvi a collegarli al computer senza la necessità di installare alcun programma manualmente.

Una volta acquistato il kit della firma digitale dovrete seguire una lunga procedura per l’attivazione della Sim con CNS.

Per la compilazione della fattura elettronica vi consigliamo di registrarvi al servizio fatturapertutti.it che con registrazione gratuita vi permette di accedere a una schermata dove dovrete limitarvi a inserire i vostri dati di fatturazione (intestazione, destinatario, importi…). Al termine della compilazione della fattura elettronica il servizio vi consentirà di scaricare il documento in formato XML, pronto per essere validato con la firma digitale.

Una volta compilata la fattura elettronica, questa dovrà essere caricata sul software della firma digitale. Questo passaggio cambia in base al programma che state utilizzando. In genere dovete lanciare il software per la firma digitale, cliccare sul tasto “Firma” e scegliere il documento da firmare tra quelli salvati sul vostro computer: selezionate la vostra fattura in XML e premete su “Apri” o “Ok”. Al termine del processo vi verrà richiesto il PIN associato alla vostra firma digitale.

Come inviare la fattura elettronica

Il file XML correttamente firmato (con firma digitale) può essere inviato, tramite posta elettronica certificata, all’indirizzo [email protected] (indirizzo dedicato alla fatturazione elettronica per la pubblica amministrazione) ma deve rispettare diversi standard:

  • – deve essere compilato in modo corretto
  • – deve essere nominato in modo corretto

La fattura deve essere nominata con il vostro codice fiscale seguito da un numero di 4 cifre in ordine crescente ma Nota Bene, la numerazione no necessariamente deve coincidere con la numerazione della vostra fattura! Quindi se la vostra fattura è la numero 101, il file può essere nominato come:

ITcodicefiscale_00001.xml oppure ITcodicefiscale12345.xml

La fattura, se compilata e nominata in modo corretto, dopo l’invio vi restituirà un messaggio di conferma dell’avvenuta consegna. In caso contrario nella vostra casella di posta certificata troverete un errore che vi spiegherà cosa andare a modificare prima di inviare di nuovo la medesima fattura elettronica.

Le fatture emesse con fatturazione elettronica non dovranno essere conservate in appositi hard disk online come ipotizzato in un primo momento. L’Agenzia delle Entrate ne terrà traccia mediante la dichiarazione dei redditi. Chi emette fatture elettroniche dovrà indicarne la presenza mediante un apposita voce sul Modello Unico.

La presente guida sulla fatturazione elettronica vale per gli avvocati quanto qualsiasi altro libero professionista che si ritrova a collaborare con la Pubblica Amministrazione (scuola, comune, ente pubblico….).

 

Come ottenere la firma digitale

Come ottenere la firma digitale: istruzioni per poter avere la firma digitale. Dalla richiesta presso la camera di commercio ai servizi online come aruba e poste. Quanto costa ottenere una firma digitale autenticata, che cos’è, come funziona e tutte le informazioni utili.

Firma digitale, che cosa è 

La firma digitale, anche detta firma elettronica autenticata, è lo strumento mediante il quale i privati cittadini possono dare valore legale ai documenti che gestiscono tramite il computer. 

Non si tratta di una semplice firma contenuta in un file multimediale: la firma digitale è un sistema di cifratura dei dati immessi in un microchip alloggiato in una smart card, un dispositivo dalle dimensioni di una scheda sim del cellulare. 

Firma digitale obbligatoria

Dal 9 dicembre 2002 la firma digitale è obbligatoria per le società che trasmettono gli atti al Registro Imprese. Per le ditte individuali e i liberi professionisti la firma digitale è obbligatoria solo in caso di rapporti di lavoro con le PA (Pubbliche Amministrazioni). 

La firma digitale, infatti, è necessaria per poter emettere fatturazione elettronica. La fattura elettronica è obbligatoria quando un libero professionista o una ditta individuale conclude un rapporto di lavoro con un ente, un Comune, una scuola o qualsiasi Pubblica Amministrazione (PA). Per un approfondimento sulla fatturazione elettronica vi invito a leggere l’articolo Come fare una fattura elettronica.

Firma digitale, costo

E’ chiaro che la firma digitale non è gratuita. Per un periodo limitato vi è stato il rilascio di firma digitale gratis   ma comunque l’utente dovrà accollarsi i costi per l’acquisto della pen drive con smart card e le spese di spedizione.

I costi della firma digitale variano molto. Tra le varie proposte del web segnaliamo il costo della firma digitale Aruba. Su Aruba, il popolare portare che eroga ogni sorta di servizo online, un kit per la firma elettronica autenticata composta da pendrive e carta nazionale dei servizi, si compra con un minimo di 64 euro e deve essere installato manualmente. La firma digitale Aruba (token composto da un software da installare manualmente, una pendrive e la carta nazionale dei servizi) ha una validità di 3 anni. Non mancano modelli più costosi che hanno il pregio di essere autoinstallanti, cioè che per usarli basterà collegarli al computer al pari di una Pennetta USB e il programma per generare la firma digitale partirà in autonomia. 

Una volta acquistato il kit per la firma digitale autenticata, bisognerà seguire una procedura di attivazione piuttosto lunga.

Come apportare la firma digitale

Per apportare la firma elettronica autenticata basterà aprire il documento da “firmare” con il software contenuto nel kit della firma digitale. Da qui basterà scegliere il comando “Firma” e inserire il PIN associato alla firma digitale. 

Chi riceverà il documento dovrà disporre dei mezzi informatici adeguati per decifrare il documento firmato.

 

Firma digitale: camera di commercio e Carta nazionale dei Servizi

Per richiedere la firma digitale alla camera di commercio, l’utente dovrà recarsi personalmente presso la propria Camera di Commercio ed effettuare richiesta della Carta Nazionale dei Servizi. La carta Nazionale dei Servizi dispone della funzione di firma digitale. 

Al momento della richiesta presso la Camera di Commercio, l’utente dovrà essere munito di documento di riconoscimento valido e un indirizzo e mail valido. Alcune Camere di Commercio rendono disponibile la possibilità di prenotare la propria CNS direttamente tramite web. Per maggiori informazioni consultare il sito della propria Camera di Commercio.

Ricetta medica elettronica, come funziona

Ricetta medica elettronica, come funziona: tutte le info sulla nuova ricetta medica, novità, scadenza e prescrizione dei farmaci. Come funziona per il paziente, cosa deve fare il farmacista e come il medico dovrà compilare la ricetta online.

La ricetta rosa e la ricetta bianca che siamo abituati a vedere saranno affiancate da un nuovo tipo di ricetta, quella elettronica anche detta ricetta medica online o ricetta medica dematerializzata. 

La ricetta medica elettronica è stata introdotta per la prima volta con il Dpcm del 26 marzo 2008. Ha attraversato una lunga fase di sperimentazione portata a termine, fino a oggi, solo da poche regioni italiane (Lombardia, Piemonte e Lazio). Oggi la ricetta medica elettronica è divenuta una realtà per l’intero servizio sanitario nazionale, in qualsiasi località d’Italia. In questa pagina vedremo come funziona, come avviene la prescrizione di farmaci e chi provvede alla compilazione della ricetta medicaonline.

Ricetta medica elettronica, come funziona per il medico e per il paziente

Il medico, per rilasciare e compilare una ricetta medica elettronica dovrà collegarsi al sistema del Servizio Sanitario Nazionale fornito dal Ministero della Salute ed effettuare l’identificazione al portale sfruttando i suoi dati. Una volta eseguito l’accesso, sarà possibile effettuare la compilazione della ricetta medica online utilizzando uno dei Numeri di Ricetta Elettronica che gli sono stati assegnati dal SSN. Il Numero Ricetta Elettronica è contrassegnato dall’acronimo di NRE.

Sempre durante la compilazione della ricetta medica online, il medico dovrà associare al Numero identificativo della Ricetta Elettronica (NRE), il codice fiscale del suo paziente. A questo punto non basterà fare altro che convalidare i dati prima di inviare la ricetta medica elettronica. 

Il medico, al momento della conferma dei dati (dopo aver inserito il farmaco da prescrivero o l’eventuale visita medica alla quale il paziente dovrà sottoporsi) andrà a generare la ricetta elettronica sul server di SOGEI.

A questo punto, il medico non dovrà fare altro che inviare per posta elettronica o stampare e consegnare al paziente il resoconto della sua prescrizione. Tale resoconto contiene il codice NRE (codice identificativo/numero ricetta elettronica), il codice fiscale del paziente, codice per eventuali esenzioni e la prescrizione. 

Questo resoconto, per il paziente, funziona come una qualsiasi ricetta medica da presentare al farmacista o allo studio per ottenere esami e visite specialistiche.

Come usare la ricetta medica elettronica, indicazioni per il paziente 

Il paziente può usare la ricetta medica elettronica come la vecchia ricetta rosa o bianca. Una volta che il paziente ha ottenuto il promemoria (resoconto) della sua ricetta medica elettronica (quello contenente il codice identificativo NRE), può semplicemente:

  • recarsi in farmacia, presentare il resoconto/promemoria medico per l’acquisto dei suoi farmaci.
  • Chiamare in un centro per prenotare la sua visita medica specialistica fornendo il numero ricetta elettronica (NRE) e codice fiscale.

La ricetta medica elettronica dovrebbe, a breve, facilitare la vita del paziente e anche il lavoro dei farmacisti. E’ in allestimento un fascicolo sanitario, una sorta di database da inserire in una futura cartella clinica elettronica. Questo “fascicolo sanitario” sarà utile in caso di ricevere ospedaliero ma anche nella pratica quotidiana: quando il paziente acquista un farmaco e la ricetta è stata già registrata nel database SOGEI, il paziente non dovrà provvedere a presentare più e più volte la stessa ricetta perché già presente nel database. Attenzione! Anche in questo contesto la ricetta sarà soggetta a una scadenza ma potrà essere gestita in modo più funzionale in base alle esigenze del paziente e al parere medico.

Numero ricetta elettronica (NRE) che cosa è e a cosa serve per il farmacista

Il numero della ricetta elettronica è, come anticipato, un codice identificativo che tiene traccia della prescrizione medica e del codice fiscale del paziente al quale è stata rilasciata la ricetta elettronica. 

In termini pratici, il Numero identificativo della ricetta elettronica svolge lo stesso ruolo del codice a barra che si ritrova sulle ricette rosa cartacee rilasciate dal Servizio Sanitario Nazionale. 

Il numero della ricetta medica elettronica è assegnato dal Sistema di Accoglienza Centrale (SAC) ed è utilizzato (in modo univoco) dal medico per la compilazione della ricetta medica online. 

Il NRE è composto da 15 caratteri nel seguente formato AAA BB C DDDDDDD dove:

 

  • AAA = identifica il codice della Regione / Prov. Autonoma;
  • BB = codice alfanumerico assegnato automaticamente dal SAC;
  • C = identificativo del lotto;
  • DDDDDDD = codice del lotto assegnato dal SAC;
  • EE = numero di protocollo singolo all’interno del lotto.

 

Al paziente non serve identificare il NRE, questo sarà compito del farmacista che dovrà inserire il numero identificativo nel terminale (nel sistema SSN installato sul suo computer) e risalire alla prescrizione del paziente. Per il farmacista si tratterà di una duplice semplificazione dato che i promemoria non lasciano spazio a errori ortografici o alle interpretazioni della calligrafia esuberante (e incomprensibile) di certi medici.

 

Spese di rappresentanza per professionisti e start up

Spese di rappresentanza per professionisti, imprese di nuova costituzione e start-up: requisiti, deducibilità delle spese di rappresentanza, definizione e novità 2016.

Le spese di rappresentanza sono deducibili per le imprese, le start up e per i liberi professionisti. In questa pagina analizzeremo tutte le novità 2016 relative alla deducibilità delle spese di rappresentanza per professionisti e start up.

Con questo 2016 sono aumentate le percentuali di deducibilità delle spese di rappresentanza per le imprese e le start up, aumentando così il plafond e il limite massimo di spesa deducibile. Restano invariati i limiti per i liberi professionisti.

Per definizione, le spese di rappresentanza sono quegli oneri sostenuti da imprese e professionisti per consolidare la propria immagine o l’immagine del proprio brand. Le spese di rappresentanza fanno riferimento a quelle spese sostenute per aumentare il prestigio dell’attività svolta. 

Condizione necessaria per poter dedurre queste spese è il ritorno economico che può essere anche solo “potenziale”. Il ritorno economico potenziale è necessario per la deducibilità delle spese di rappresentanza: è necessario un collegamento tra il sostenimento della spesa e l’attività di impresa. 

Cosa sono le spese di rappresentanza

Le spese di rappresentanza, come premesso, sono quegli oneri sostenuti da un’impresa o da un libero professionista per migliorare la propria immagine e ottenere un rientro economico mediante l’aumento di clientela o l’erogazione di più beni e servizi.

Per fornire alcuni esempi, rientrano sicuramente nell’elenco delle spese di rappresentanza, i costi sostenuti per:

  • Feste, ricevimenti ed eventi organizzati per fiere, mostre, inaugurare nuovi stabilimenti, ricorrenze aziendali, festività….
  • Erogazione di beni e servizi gratuiti. Si tratta dei classici omaggi ai clienti o contributi erogati per consigli…
  • Viaggi turistici organizzati per svolgere attività promozionali su beni o servizi caratteristici della produzione aziendale. In caso di viaggi turistici sarà necessario documentare dettagliatamente le spese di rappresentanza sostenute.
  • Acquisto e importazione di beni destinati a essere ceduti a titolo gratuito.
  • Oggetti d’arte, d’antiquariato e di collezione usati come mezzi strumentali all’attività professionale.

 

 

Deducibilità delle spese di rappresentanza per professionisti

A chiarire il ruolo delle spese di rappresentanza per i liberi professionisti è l’articolo 54 del TUIR al comma 5 che dispone: “le spese di rappresentanza sono deducibili nei limiti dell’1 per cento dei compensi percepiti nel periodo di imposta”.

Quindi, i liberi professionisti possono dedurre le spese di rappresentanza fino al limite dell’1% dei compensi effettivamente percepiti.

Deducibilità delle spese di rappresentanza per le start up

Per le imprese di nuova costituzione come le start up, le spese di rappresentanza possono essere portate in deduzione anche in caso di mancanza di utile. Come? La deducibilità si applicherà negli anni successivi. 

In caso di imprese neo costituite e start up, quando nei primi tempi di esercizio non sono stati registrati ricavi, le spese di rappresentanza possono essere portate in diminuzione nel primo esercizio in cui si sono conseguiti i ricavi e in quello successivo entro il limite del plafond di deducibilità. 

Isee 2016, documenti necessari

Isee 2016: documenti necessari, novità e indicazioni utili sulla compilazione. A cosa serve l’Isee, documentazione richiesta e cosa fare in caso di annotazione di omissione da parte dell’INPS.

Il modello ISEE è un’autodichiarazione che certifica la situazione economica e patrimoniale di un cittadino. Con la compilazione del modello ISEE 2016, il cittadino può fare richiesta di agevolazioni fiscali o più semplicemente avere accesso al pagamento delle tasse universitarie in corrispondenza con la fascia di reddito assegnata all’ISEE.

In questa pagina vedremo quali sono i documenti necessari per fare la richiesta dell’ISEE e come si esegue la compilazione.

Isee 2016, documenti necessari

Quali documenti bisogna presentare per il calcolo del reddito Isee? Al fine di procedere alla compilazione del modello Isee e al calcolo del reddito da inserire, il contribuente dovrà rivolgersi al caf o al proprio commercialista e consegnare la seguente documentazione:

  • codice fiscale
  • documento di identità valido
  • ultima dichiarazione dei redditi (modello Unico, modello 730…)
  • ultima dichiarazione dei redditi dei componenti del nucleo familiare (CUD, modello unico, 730…)
  • Certificazione dei redditi (certificazione unica, ex cud)
  • saldo contabile dei depositi bancari e postali (estratto conto)
  • giacenza media annuale dei depositi bancari e postali (per questo documento dovrete fare apposita richiesta presso la vostra banca o in posta)
  • azioni o quote detenute presso società o organismi di investimento collettivo di risparmio
  • dati patrimonio immobiliare così come risultati da visura catastale
  • contratto di assicurazione sulla vita

Ovviamente se non avete alcuna assicurazione sulla vita, ne’ un conto corrente (bancario o postale), vi basterà dichiarare che non siete correntisti ne’ titolari di un’assicurazione sulla vita. 

Isee 2016, novità 

Le carte di credito prepagate associate a un IBAN (anche dette carte di debito con iban), dal 2016, devono essere indicate tra i rapporti finanziari da inserire nel Quadro FC2 sez. I del modello ISEE. Gli istituti di credito comunicano all’Agenzia delle entrate tutti i dati relativi ai conti correnti, quindi un’omissione di questi dati servirebbe solo a rallentare il rilascio del vostro certificato ISEE o a un rilascio con annotazione di omissione o di non conformità. Per tutte le novità 2016 sulla compilazione del nuovo Modello ISEE vi invitiamo a leggere la pagina ISEE 2016, novità.

Modello ISEE, in quanto tempo viene rilasciato

Negli ultimi anni, i tempi di attesa per ottenere il modello ISEE sono aumentati. Dal momento della richiesta, l’attestazione dell’ISEE è resa disponibile dall’INPS entro i dieci giorni lavorativi successivi alla presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). 

Correttezza dei documenti e dati trasmessi

Per il calcolo del reddito ISEE è necessario trasmettere al centro CAF o al proprio commercialista, i dati giusti. Il modello ISEE è redatto in base ai dati contenuti nella cosiddetta “Dichiarazione Sostitutiva Unica” (DSU): si tratta di dati autodichiarati che si integrano con i dati contenuti negli Archivi dell’Agenzia delle Entrate. 

In caso di difformità tra i dati dichiarati dal cittadino e quelli contenuti negli Archivi dell’Agenzia delle Entrate, il modello ISEE 2016 riporterà delle annotazioni che mettono in evidenza delle omissioni o difformità. In questo caso il soggetto richiedente dovrà provvedere a presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) che questa volta dovrà comprendere anche i dati in precedenza omessi o diversamente esposti. E’ possibile usare un modello ISEE con annotazioni di difformità e omissioni ma in questo caso l’Ente erogatore al quale sarà consegnato il modello ISEE potrà bocciare la richiesta o richiedere documentazioni aggiuntive per attestarne la completezza e veridicità. 

Farmaci detraibili, tutte le informazioni

Tutte le info sui parafarmaci e farmaci detraibili fiscalmente al momento della dichiarazione dei redditi. Le istruzioni dell’Agenzia delle entrate e i codici ministeriali per capire se un farmaco è detraibile. 

In questa pagina troverete una guida su come detrarre, al momento della dichiarazione dei redditi, le spese sostenute per l’acquisto di dispositivi medici, parafarmaci e farmaci detraibili.

Tra le detrazioni fiscali 2016, i contribuenti possono scalare dall’Irpef le spese sostenute per l’acquisto di farmaci, parafarmaci e spese mediche in generale. 

Alla detrazione fiscale si accede al momento della compilazione del modello 730, modello 730 precompilato e Unico PF persone fisiche.

Detrazione spese farmaci, come funziona 

Si tratta di un’agevolazione riconosciuta dallo stato per tutti i contribuenti che versano l’IRPEF, quindi non possono accedere a questa detrazione fiscale gli agricoltori in regime forfettario e i liberi professionisti facenti parte del regime dei minimi o lavoratori under 30 non soggetti a IRPEF.

I contribuenti possono scaricare il 19% della spesa sostenuta per l’acquisto di farmaci detraibili e delle visite mediche. All’agevolazione si accede sfruttando il cosiddetto scontrino parlante. 

Farmaci detraibili e codici a barre

Come capire se un farmaco è detraibile

Sulla confezione di ogni farmaco è indicato il Codice ministeriale del prodotto, si tratta del numero che il Ministero della Salute assegna a ogni farmaco ed è obbligatoriamente indicato sulle confezioni. 

Nel web, sfruttando i codici a barre è possibile risalire al nome del prodotto, la classe di appartenenza (farmaco, parafarmaco, dispositivo medico) e di valutarne la detraibilità fiscale. 

Tra i tool che offrono questo servizio segnaliamo torrinomedica.it nella sezione dedicata alla detraibilità fiscale dei prodotti farmaceutici. Nella pagina dell’utility dovete semplicemente inserire il codice AIC o PARAF (il numero presente sotto il codice a barre, eliminando la lettera alfabetica che precede il numero) e premere il tasto “Invio” della tastiera. Una faccina verde vi apparirà se il farmaco è detriabile.

Spese mediche, parafarmaci e farmaci detraibili. Requisiti

Per accedere alla detrazione fiscale del 19% della spesa sostenuta per l’acquisto di parafarmaci, farmaci e spese mediche, il contribuente deve disporre dello scontrino fiscale parlante in grado di attestare la spesa e di indicarne la natura, la quantità, il prezzo del farmaco, il codice alfanumerico e il codice fiscale del contribuente.

Farmaci prescrivibili e farmaci non prescrivibili

Lo scontrino parlante certifica la spesa ed è un documento fiscale a tutti gli effetti. E’ rilasciato dalla farmacia e deve riportare il codice fiscale del contribuente o della persona fiscalmente a carico del contribuente. 

In genere, si possono portare in detrazione fiscale tutti i farmaci con ricetta medica bianca (farmaci prescrivibili) o ricetta medica rossa (ticket, farmaci mutuabili) ma anche la gran parte di farmaci non prescrivibili sono detraibili. 

Come premesso, per capire se un farmaco è detraibile o meno, nel web sono disponibili dei tool dove basta inserire il codice numerico indicato sotto il codice a barre del prodotto.

In molti casi anche i prodotti omeopatici possono essere portati in detrazione fiscale così come i farmaci galenici, le formule officinali e i farmaci da banco. Quindi i farmaci da banco o farmaci di automedicazione possono essere portati in detrazione al 19% al pari dei farmaci prescrivibili.

Ricapitolando, si possono portare in detrazione fiscale, al momento della dichiarazione dei redditi:

  • farmaci da banco (farmaci non prescrivibili)
  • farmaci prescrivibili (con ricetta medica bianca o rossa)
  • prodotti omeopatici
  • farmaci galenici
  • formule officinali

Farmaci detraibili e modello 730 precompilato

Nel modello 730 precompilato, le spese mediche sostenute dal contribuente sono incluse solo parzialmente, per questo motivo, attraverso il CAF o un commercialista, sarà indispensabile effettuare l’integrazione. 

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che per questioni tecniche solo i farmaci acquistati tramite ricetta medica sono inclusi in automatico nel modello 730 precompilato. Si tratta solo di dettagli tecnici che dovrebbero essere risolti a partire dalla dichiarazione dei redditi 2017 con l’introduzione della ricetta medica elettronica. Anche in futuro, andranno sempre integrate le spese sostenute per l’acquisto di farmaci da banco che sono detraibili al 19%. 

Per maggiori informazioni:

Ricetta medica elettronica

- Modello 730 precompilato

 

Come recuperare i punti sulla patente di guida

Come recuperare i punti sulla patente di guida: tutte le informazioni utili al riguardo;  dai casi in cui bisogna di nuovo sostenere l’esame, ai casi in cui è sufficiente frequentare il corso di aggiornamento.

Chi è sorpreso a violare il codice della strada sarà sottoposto a due tipi di sanzioni, una pecuniaria con il pagamento della classica multa e una di tipo amministrativo. La sanzione amministrativa prevede, nel migliore dei casi, la decurtazione dei punti patente o nel peggiori dei casi, il ritiro del titolo di guida e sequestro del mezzo.

A tal proposito vi illustreremo come recuperare i punti sulla patente per evitare di lasciarvi “a secco di punti”

Come recuperare i punti sulla patente di guida, esame di idoneità tecnica

La patente B, al momento del rilascio, prevede 20 punti complessivi, ma le varie infrazioni portano a decurtazioni differenti: Il punteggio previsto per ciascuna violazione è indicato nel verbale compilato dalle autorità stradali. Qualora venissero persi tutti, sarà necessario ripetere l’esame di idoneità tecnica sia di teoria che di pratica.

L’esame della patente è da rifare  anche se si compiono in un anno tre distinte violazioni che comportano ciascuna la decurtazione di cinque punti.

In questi casi, l’ufficio del Dipartimento per i trasporti terrestri competente per territorio, disporrà la revisione della patente di guida. Il titolare della patente dovrà sottoporsi all’esame  di idoneità tecnica,  entro trenta giorni dalla comunicazione della revisione. In caso contrario, il Dipartimento sospenderà la patente a tempo indeterminato 

Quando è obbligatorio frequentare il corso per il recupero dei punti?

Se la decurtazione comporta più di cinque punti è bisogna frequentare un corso di aggiornamento presso un’autoscuola oppure presso qualsiasi ente autorizzato dal Dipartimento per i trasporti terrestri.

Il corso prevede un esame sia di teoria che di pratica, per stabilire la riacquisizione dei punti. Per le patenti A e B il corso ha una durata di dodici ore e consente di recuperare in totale sei punti; invece per le patenti di tipo professionale (C, D, CE, DE, KA, KB) la durata del corso è di diciotto ore e si recuperano nove punti.

Cosa faccio se mi hanno decurtato solo pochi punti?

Per le decurtazioni uguali o inferiori a cinque punti non è obbligatorio frequentare alcun corso; infatti in tal caso se il guidatore non commette infrazioni che comportano la decurtazione di punti per due anni consecutivi, ritornerà automaticamente ai venti punti originari.

Premi per i guidatori virtuosi

I neopatentati, che nei primi tre anni dal rilascio della patente non hanno commesso infrazioni, possono  beneficiare, sempre nei primi tre anni, dell’accredito di un punto all’anno. I guidatori virtuosi che non hanno commesso alcuna infrazione con decurtazione punti,  aggiungeranno ai venti punti sulla patente, due punti ogni due anni senza infrazioni, fino ad un massimo di trenta punti.

Quali infrazioni fanno scalare più punti patente?

Il Codice della strada prevede una Tabella Punti dove sono indicate le decurtazioni previste per le singole violazioni.

Vengono decurtati cinque punti in caso di:

  • mancata precedenza
  • mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, degli occhiali da vista
  • uso del telefono cellulare durante la guida

Ben più seria è la sanzione per chi supera il limite di velocità di oltre 40 km, per chi compie il sorpasso a destra o in prossimità di incroci e passaggi a livello, per chi compie un sorpasso di autobus in sosta durante la discesa dei passeggeri, per chi guida contromano o trasporta merci pericolose. In questi casi sono previsti 10 punti

Ci sono poi casi in cui l’infrazione prevede la decurtazione di 2 punti:  se l’eccesso di velocità contestato è tra gli 11 e i 40 km orari, in caso di mancata esposizione del triangolo o in caso di mancato pagamento del pedaggio in autostrada.