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Detrazione fiscale box auto 2016

Detrazione fiscale box auto 2016: tutte le informazioni sulle detrazioni destinate all’acquisto di un box auto o alla costruzione di un box auto pertinenziale. Le linee guida dell’Agenzia delle Entrate sui requisiti e le modalità per accedere al bonus.

Premessa 
La detrazione fiscale ammonta al 50% della spesa sostenuta per l’acquisto o la costruzione di autorimesse. La detrazione fiscale si applica per:

  • box auto di nuova costruzione
  • garage
  • parcheggi
  • posti auto scoperti
  • tettoie destinate all’autorimessa 
  • acquisto di box auto prefabbricati

Il box auto di nuova costruzione può accedere alle detrazioni fiscali del 50% per le spese relative al recupero del patrimonio edilizio, così come la costruzione di un garage, anche l’acquisto di un box auto prefabbricato può accedere a questi incentivi erogati sotto forma di detrazioni irpef al momento della dichiarazione dei redditi. Analogamente, anche le opere di ristrutturazione di un box auto di pertinenza all’unità abitativa possono usufruire del medesimo bonus.

Molti dubbi sulle detrazioni fiscali per l’acquisto di un box auto sorgono perché questo intervento ha poco in comune con un intervento di ristrutturazione. L’acquisto di un box auto consiste nell’installare, nella zona adiacente alla propria abitazione un prefabbricato atto a ospitare il veicolo. Per ottenere la detrazione, infatti, non bisogna fare riferimento all’importo del bonifico pagato al venditore del box auto, bensì bisognerà bonidicare l’importo dichiarato dal costruttore del box auto. Da questa sottile distinzione possiamo capire che le detrazioni sono disponibili solo per chi acquista un box auto direttamente dal costruttore. Di seguito vedremo in dettaglio tutte le condizioni e i requisiti richeisti per l’accesso al bonus. 

 

Detrazioni per garage, posto auto…

Non solo detrazioni per box auto. In questo articolo parliamo di box auto ma le detrazioni sono rivolte a tutte le strutture che hanno la funzione di autorimessa o parcheggio, quindi garage interrati, tettoie, ricoveri o la trasformazione di uno spazio del giardino in un posto auto scoperto.

 

Detrazione fiscale box auto di nuova costruzione

Con il bonus ristrutturazioni 2016 sono previste agevolazioni fiscali anche per chi decide di realizzare un box auto di nuova costruzione. In questo contesto si parla di box auto di pertinenza, infatti, stando alle linee guida dell’Agenzia delle Entrate, il box auto di nuova costruzione può accedere alle detrazioni fiscali purché reso pertinenziale di una unità immobiliare. 

 

Requisiti per accedere alle detrazioni fiscali

L’Agenzia delle Entrate ha reso noti i requisiti d’accesso alle detrazioni fiscali e tra questi, in primo luogo, vi è il vincolo di pertinenzialità che si può evincere dal Permesso di Costruire o altro titolo edilizio.

Non vi sono vincoli tra le agevolazioni e la prima casa, quindi un contribuente può accedere alle detrazioni anche in caso di costruzione del garage in una seconda casa.

Tra le spese detraibili, nel caso di un box auto di nuova costruzione, vi sono:

  • Spese professionali

    Quindi tutti gli oneri sostenuti per la progettazione dell’intervento e la richiesta di titoli autorizzativi e spese notarili.
  • Spese per l’esecuzione dei lavori 

    Quindi tutte le spese di costruzione del garage o installazione del box auto.
  • Altri oneri
    
Spese per il pagamento di imposte, diritti di segreteria e oneri di urbanizzazione

Se l’area in cui è stato realizzato il garage di nuova costruzione è stata appena acquistata, le spese di acquisto dell’area su cui è stata edificata l’autorimessa sono escluse dalle detrazioni.

 

Box auto prefabbricati

Come premesso, è possibile accedere alle detrazioni fiscali anche per l’acquisto di box auto prefabbricati. In questo caso, l’import da portare in detrazione al momento della dichiarazione dei redditi non corrisponde alle spesa sostenuta per l’acquisto del box auto in sé, bensì ai costi di realizzazione. 

Per accedere alle detrazioni fiscali per l’acquisto di un box auto prefabbricato, al momento dell’acquisto, sarà necessario farsi rilasciare dal venditore un’attestazione su cui si evince il costo di costruzione, scorporando quindi l’utile generato dal rivenditore. 

Per accedere alla detrazione per l’acquisto di un box auto prefabbricato, il contribuente dovrà necessariamente comprare il box auto presso un costruttore e non un intermediario privato o un’impresa non identificabile come costruttore. 

Facciamo un esempio pratico di detrazione fiscale destinata all’acquisto di un box auto. 

Il contribuente Anna De Simone acquista un box auto al prezzo di 25.000 euro più IVA. Il contribuente richiede l’attestazione dettagliata del costruttore dove si evince che di questi 25.000 euro, 5.000 rappresentano l’utile di vendita e 20.000 sono le spese di costruzione. Al momento della dichiarazione dei redditi il contribuente potrà portare in detrazione il 50% delle spese di costruzione (50% di 20.000), con uno sgravio sull’IRPEF pari a 10.000 euro. 

 

Vincolo di pertinenza

In tutti i casi vige l’obbligo di pertinenza tra l’autorimessa e l’abitazione. L’Agenzia delle Entrate ha recentemente chiarito che sono detraibili anche le spese notarili per certificare tale vincolo.

 

Come accedere alla detrazione fiscale

Le procedure da seguire sono le stesse indicate nell’articolo dedicato al bonus elettrodomestici e bonus mobili.

Bonus elettrodomestici 2016

Bonus mobili 2016

 

Perizia per danni, informazioni utili

Vediamo subito come si ottiene una perizia per danni, l’iter da seguire e i casi (perizia per danni in caso di infiltrazioni, allagamento, umidità…).

La perizia per danni è necessaria se occorre richiedere un risarcimento a un’assicurazione, durante una trattativa o mediante una causa legale. La perizia dovrà essere sottoscritta da un tecnico abilitato e dovrà contenere tutti i dettagli circa l’entità del danno, le probabili cause e la stima del danno economico causato. 

Perizia per danni, quando serve

La perizia per danni può servire in diversi contesti e ambiti. Per sintetizzare, racchiudiamo la casistica in tre casi generali:

  • 1) Per attivare una polizza assicuarativa
    
In questo caso, i danni riguardano un bene assicurato e i danni possono essere legati a diversi eventi come frane, trombe d’aria, grandinate, allagamenti, terremoti, incendi, furti o atti vandalici. 
  • 2) In caso di negligenza o comportamenti colposi
    
Se si verificano dei danni a causa di atteggiamenti negligenti o colposi da parte di terzi, è possibile richiedere un risarcimento danni sfruttando una perizia tecnica. Questa situazione è molto comune, il classico esempio è costituito dalle infiltrazioni d’acqua provenienti dall’appartamento del vicino di casa o dal cedimento dei fondali in seguito a scavi o perdite da acquedotti e tubazioni.
  • 3) Errori di progettazione e costruzione 

    Un altro caso piuttosto comune, vede la perizia per danni causati da errori effettuati da architetti, ingegneri, progettisti o costruttori. A termine di una ristrutturazione edilizia o nuova costruzione, risulta evidente che l’impresa costruttrice abbia effettuato degli errori durante i lavori. La perizia andrà a ricercare la causa di tali danni: è stata l’azienda che ha eseguito i lavori o l’errore era presente a monte nel progetto? Una volta stabilito questo, si dovrà quantificare l’entità del danno mediante la perizia.

Perizia per danni, a chi affidarsi 

In caso di danni a bene assicurati (immobili o veicoli), in genere, sono le assicurazioni a eseguire una perizia ma, essendo le stesse assicurazioni a dover coprire i danni, molto spesso il perito di riferimento dell’assicurazione tenderà a sottostimare il danno. In questo contesto è possibile affidarsi a un tecnico di propria fiducia che farà da intermediario tra la parte lesa (chi ha subito il danno) e l’assicurazione (che dovrà provvedere al rimborso dei danni). In alternativa al perito (tecnico di fiducia) ci si potrà rivolgere a un avvocato che dovrà poi delegare la scelta del perito. La figura dall’avvocato è consigliata solo nel caso in cui vogliate incentrare una causa legale. 

Risarcimento danni: perizia semplice e perizia giurata

Quando si parla di perizie per danni si fa riferimento a due tipi differenti di documenti. Anche se questi due certificati hanno forme molto simili, si usano per scopi diversi.

La perizia semplice va firmata e timbrata solo dal tecnico incaricato. Ha valore legale e può essere usata in diversi casi, tra i più comuni:

  • -in caso di sinistro, come prova per motivare la richiesta di risarcimento economico del danno.
  • – Per documentare lo stato di conservazione di un immobile in caso di rilevazione, durante le assemblee di condominio o per documentare i danni subiti dagli atteggiamenti negligenti o colposi di terzi (prima abbiamo fatto l’esempio della perizia per danni per allagamento, infiltrazione d’acqua o umidità).
  • – Per chiedere un risarcimento danni o il rifacimento di un’opera edilizia in caso di errori in fase di costruzione. Si usa, in genere, durante le trattative amichevoli assistite da un avvocato.

Le perizie giurate si usano principalmente nelle cause civili e rappresentano la “prova concreta” sulla quale si baserà la sentenza finale della causa stessa. Le perizie giurate non si basano sul lavoro di un unico tecnico, bensì si avvalgono di due figure: un Consulente tecnico di Parte (CTP) e un consulente tecnico di ufficio (CTU), in più si aggiunge un tecnico super partes nominato dal giudice durante la causa. 

 

Come cambiare medico di base

Come cambiare medico di base: le istruzioni per eseguire il cambio del medico di famiglia in caso di trasferimento, per non residenti o restando in ambito della propria città (e ASL) di appartenenza.

Il medico di base può essere scelto da ogni cittadino e cambiato in ogni momento in modo gratuito. Il medico di famiglia è colui che è più informato sulla nostra storia clinica: ha facoltà di prescrivere farmaci, rilasciare ricette mediche e impegnative per test clinici e analisi. 

Come scegliere il medico di base

Prima di vedere come si cambia il medico di famiglia, vediamo come effettuare una scelta ponderata. Certo, esiste il passaparola e potete farvi consigliare un medico di base da un amico oppure semplicemente scegliere quello più vicino casa vostra. Chi non ha idea di come muoversi, può consultare gli elenchi dei medici convenzionati e inseriti nel Sistema Sanitario Nazionale. Questi elenchi sono disponibili negli uffici dell’ASL di appartenenza (o nell’ASL di nuova residenza) oppure, alcuni distretti hanno messo gli elenchi online. 

Come cambiare medico di base

Per cambiare il medico base vi è un unico iter da seguire, a prescindere dalle esigenze di residenza, le procedure che variano sono minime e saranno dettagliate all’interno dei diversi paragrafi dedicate al cambio del medico di base.

La scelta del medico di base va comunicata agli Uffici Anagrafe del Distretto sanitario di residenza, presentando il libretto sanitario. Se si tratta di un nuovo comune di residenza, sarà necessario portare un documento di riconoscimento, la tessera sanitaria e il certificato di residenza.

Allo stesso ufficio, l’utente dovrà comunicare la revoca del medico di base, il cambio della preferenza in favore a un nuovo medico. Quando la scelta del nuovo medico di base è indotta dal cambio di residenza, non sarà necessario effettuare alcuna comunicazione di revoca.

Medico di famiglia per non residenti

Anche i non residenti possono scegliere un medico di base. Il medico di base, in questo caso, sarà disponibile al non residente per un periodo determinato che va da un minimo di 3 mesi a un massimo di 1 anno. Per l’iscrizione temporanea all’Asl e l’assegnazione di un medico di base, l’utente dovrà certificare alla nuova ASL il motivo del soggiorno. Allo scadere dell’anno, se l’utente ha necessità di prolungare il soggiorno, potrà richiedere una nuova iscrizione dalla durata di altri 12 mesi.

Il rinnovo va fatto presentando i documenti necessari. I non residenti possono accedere a un nuovo medico di base, senza cambio di residenza, giustificando la permanenza nella nuova città: soggiorno per motivi di studio (servirà certificato d’iscrizione all’università o scuola frequentata), soggiorno per motivo di lavoro (servirà il contratto di lavoro o un certificato che attesti che l’utente si trova in trasferta… A questo certificato dovranno essere allegati fotocopia di certificato d’identità e tessera sanitaria. 

Cambiare medico di base da una regione all’altra

Se avete cambiato residenza, vi basterà recarvi in comune per fare il cambio del medico di base. Presso il nuovo comune, fatevi rilasciare un certificato di residenza e aggiungetelo ai documenti già in vostro possesso (fotocopia del documento di identità e vecchio tesserino sanitario). Per cambiare il medico di famiglia ne dovrete individuare uno nella vostra nuova città di appartenenza. 

Come cambiare il medico di base online

Alcuni distretti sanitari hanno disposto il servizio di cambio del medico di famiglia online. La scelta del Medico di base online è una nuova procedura messa a disposizione solo da alcune ASL. 

 

Per sapere se il vostro distretto sanitario lo consente (o l’ASL di nuova residenza), visitate il sito internet ufficiale dell’ente. Per esempio, l’ASL di Olbia consente di scegliere e cambiare il medico di base semplicemente compilando un modulo online. Il modulo contiene una serie di autocertificazioni da sottoscrivere al fine di eseguire sia la revoca del vecchio medico di base, sia il cambio con l’attivazione di un nuovo medico di fiducia.

 

Come calcolare il bollo auto

Come calcolare il bollo auto: istruzioni per il calcolo del bollo auto online e come eseguire il calcolo senza targa, partendo dai kW effettivi del veicolo e dalla regione di appartenenza. 

La tassa automobilistica è gestita dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano. Solo per le regioni Sicilia, Sardegna e Friuli Venezia Giulia la tassa automobilistica è gestita dall’Agenzia delle entrate, in ogni caso, le metodiche del calcolo restano invariate. 

Come calcoalre il bollo auto in base alla targa

Calcolo del bollo auto online a partire dalla targa

Il calcolo del bollo auto online, a partire dalla targa del veicolo, è il metodo più semplice e veloce per ottenere l’importo da pagare e mettersi in regola con la tassa automobilistica

Inserendo la targa dell’auto in un apposito tool online, il sistema controllerà istantaneamente tutte le informazioni associate a quella targa (tipo di veicolo, potenza in cavalli e kW del motore e regione di residenza del proprietario del veicolo) e risponderà mostrandovi l’importo da pagare con il bollo auto

Questo strumento tiene conto di eventuali ritardi, quindi all’importo del bollo auto potrà aggiungere eventuali sanzioni e interessi. L’utente, dopo aver inserito la targa del veicolo, potrà vedere l’importo del bollo auto al netto delle sanzioni, l’ammontare delle eventuali sanzioni e l’importo totale da pagare. 

Come si calcola il bollo auto online? Molto semplice!

Collegatevi al sito dell’Agenzia delle entrate. In alto, scegliete la voce “Cosa devi fare”, poi fate click su “Calcolare” e ancora, Bollo Auto scegliendo la voce “Calcolo del bollo auto in base alla targa”. Scorrendo la pagina, non dovrete fare altro che cliccare sul banner “Accedi al servizio”. 

Ricapitolando, da www.agenziaentrate.gov.it 
scegliete le voci, in ordine di elenco:

  • Cosa devi fare,
  • Calcolare,
  • Bollo Auto,
  • “Calcolo bollo auto in base alla targa”, scorrete l’intera pagina, scegliete “Accedi al servizio”.

Inserite il tipo di veicolo (Autoveicolo) e la Targa. 
Inserite il codice di sicurezza nell’ultimo box di testo presente nella pagina e fate click su “Calcola importo”. 

Il sistema vi restituirà un gran numero di informazioni sul veicolo (auto o moto) esaminato. Vi dirà la Regione di residenza, la potenza in KW, la Direttiva Euro, il tipo di Alimentazione, i cavalli, la portata massima, il peso e la data della prima immatricolazione.

Come si calcola il bollo auto senza targa

Calcolo bollo auto online senza targa – calcolo bollo auto da kW o cv

Anche il calcolo del bollo auto senza targa si può fare online. Il calcolo del bollo auto con la formula completa è sconsigliato perché bisogna essere a conoscenza di tutti gli aggiornamenti regionali circa le tariffe riguardanti la residenza dell’intestatario del veicolo. In più, con la formula completa diventa più difficile calcolare eventuali sanzioni e interessi del pagamento bollo auto. 

Anche per il calcolo bollo auto senza targa è possibile sfruttare il tool messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate ma questa volta il percorso da seguire nel web sarà diverso. Bisogna sempre disporre di una connessione a internet e accedere al sito www.agenziaentrate.gov.it, da qui, potete usufruire dei Servizi fiscali senza registrazione e scegliere la voce Calcolo bollo e controllo dei pagamenti effettuati per poi scegliere il servizio calcolo bollo in base alla potenza del veicolo. 

Per il calcolo del bollo auto senza targa bisognerà disporre di altre informazioni, prima tra tutte i kW o i cavalli, cioè la potenza del motore. Il calcolo bollo auto in base ai kW è altrettanto affidabile di quello eseguito a partire dalla targa. Il tool, infatti, vi chiederà di inserire:

  • -Tipo di veicolo (auto, moto, scooter o rimorchio)
  • -Regione di residenza
  • -Direttiva Euro
  • -Eventuale impianto GPL/Metano 
  • -Potenza del veicolo in KW o Cavalli

Una volta compilati tutti i campi non dovrete fare altro che cliccare su “Calcola importo“. 

 

Come pagare il mav online

Come pagare mav online: vi spieghiamo come pagare e compilare un bollettino mav online o allo sportello bancomat. Le istruzioni su come effettuare un pagamento con bollettino mav.

 

Che cos’è un mav

Il MAV è un bollettino di pagamento semplice precompilato e semplice da pagare. Il pagamento può avvenire:

  • online, mediante i servizi di home banking
  • allo sportello di banca o agli uffici postali
  • alle macchinette automatiche bancomat

In questa guida vedermo come pagare il mav online ma anche sfruttando le comode macchinette per fare bancomat. 

Ci sono due diversi tipi di bollettino MAV, bancari (caratterizzati da un numero identificativo di 17 caratteri) o postali (caratterizzato da un numero identificativo di 18 caratteri). 

Sfruttando i servizi della Posta o della Banca potete pagare entrambi i tipi di MAV senza alcuna distizione.

Se dovete pagare un mav online o presso gli sportelli bancari o bancomat, probabilmente dovete versare una rata della tassa universitaria, delle imposte, contributi o rate di finanziamenti o mutui. Alcune banche non consentono il pagamento del mutuo tramite mav online, quindi se la procedura che segue vi restituirà un messaggio d’errore, rivolgetevi alla vostra filiare. 

In genere, il pagamento dei mav serve agli studenti per coprire la rata delle tasse dell’Università, in questo caso il bollettino mav può essere scaricato dall’area di accesso al proprio profilo utente messo a disposizione dagli atenei italiani (unipd, segrepass di unina, La Sapienza…). Una volta scaricato il bollettino mav, questo non dovrà essere compilato, spetterà alla banca compilare una nota (in caso di pagamento presso lo sportello bancario), ma in caso di pagamento online dovrete solo prendere nota del codice identificativo MAV che è differente dall'”identificativo pagamento” che si vede sul mav delle tasse universitarie. Come premesso, il codice identificativo mav è composto da 17 numeri (in caso di mav bancario) o 18 numeri (in caso di mav postale).

Quanto costa pagare il mav? 

L’operazione di pagamento del mav è esente da commissioni. Anche se in alcuni bollettini mav rilasciati dalle Università italiane vi è la dicitura “Mav Elettronico bancario pagabile esclusivamente presso le aziende di credito“, ciò non vuol dire che non possiate pagarlo presso sportelli bancomat o mediante i servizi online.

Al pagamento del mav online viene applicata una commissione solo se si usano servizi intermediari che ne consentono il pagamento online tramite carta di credito.

 

Come pagare mav online

Il pagamento del mav online è molto semplice. Per pagare il mav online vi servirà una connessione a internet e i dati di accesso al vostro servizio home banking nonché la penna con firma digitale rilasciata dalla banca per confermare la procedura di pagamento.

Le istruzioni che seguono sono le medesime per pagare il mav online con Unicredit banca, Intesa San Paolo, Chebanca… 

  1. Tra i servizi bancari, selezionate la funzione “MAV”.
  2. Compilate il campo: Numero MAV
    Inserite quindi il numero identificativo del MAV che troverete sul bollettino. 
  3. Compilate il campo: Importo 

    Inserite l’ammontare del versamento. 
  4. Selezionate la data di pagamento e cliccate sul tasto “Continua”.
  5. Vi verrà chiesto di inserire il codice generato dalla vostra chiavetta.
  6. Terminate cliccando sul tasto “Conferma MAV”.

La ricevuta del pagamento del MAV online vi sarà rilasciata dopo le 17:30 della data impostata al momento del pagamento. La ricevuta dell’avvenuto pagamento del MAV online sarà disponibile nell’Archivio MAV o tra i vostri documenti contabili messi a disposizione dal servizio Home Banking.

Se l’operazione non va importo: riprovate inserendo solo 17 cifre, anche in caso di Codice identificativo del MAV postale che è composto da 18 cifre, omettete lo zero iniziale.

 

Come pagare MAV allo sportello bancomat o con carta di credito

Come premesso, presso gli sportelli bancomat è possibile effettuare il pagamento del MAV. Questo paragrafo poteva intitolarsi anche “Come pagare mav con carta di credito” qualora il servizio fosse abilitato presso lo sportello usato. Come fare?

  1. Inserite il bancomat o la carta di credito 
  2. Selezionate la voce “Pagamenti” e poi “Pagamento MAV”
  3. Digitate il PIN del vostro bancomat o carta di credito
  4. Digitate il codice identificativo del MAV
  5. Inserite l’importo da pagare
  6. Confermate l’operazione e attendete la stampa della ricevuta di pagamento.

Per chi intende pagare il mav con carta di credito e si tratta di Tasse Universitarie, molti atenei concedono questa opzione all’interno dell’area personale. In alternativa vi è il servizio “Pagacomodo” ma in questo caso l’operazione non è esente da commissioni, quindi vi sarà applicato un piccolo costo aggiuntivo per il servizio.

 

f24 precompilato, come si paga

F24 precompilato: come si paga. Istruzioni per il pagamento online o in banca/posta del modello F24 predeterminato e consigli per i contribuenti.

F24 Predeterminato e Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei contriubuenti una serie di modelli F24 precompilati per mettersi in regola con i tributi da versare allo stato o all’Inps. 

Per l’Imu e Tasi con importo superiore ai 1000 euro, il contribuente può sfruttare il modello F24 precompilato e inviato dal Comune per eseguire il pagamento con addebbito sul Conto Corrente, bancomat, contanti o assegni presso lo sportello bancario e postale.

Il modello F24 predeterminao è stato introdotto dall’Agenzia delle Entrate nel 2005. Il modello F24 predeterminato è recapitato ai contribuenti in parte già compilato (ecco perché viene chiamato F24 precompilato) e può essere utilizzato per il pagamento delle somme indicate e solo se il contribuente NON intende avvalersi della possibilità di compensazione dei crediti

Ciò significa che chi intende sfruttare la facoltà di compensazione dei crediti non potrà utilizzare il modello F24 precompilato.

Modello F24 precompilato e INPS

Il modello F24 predeterminato può essere usato per versare tributi come Tasi, Imu, IVA ma anche per mettersi in regola con la posizione previdenziale e quindi, con il versamento dei contributi all’INPS.

In questo contesto, l’INPS rende disponibili i modelli F24 precompilati mediante il proprio Cassetto Previdenziale accessibile mediante l’iscrizione al portale web ufficiale dell’INPS.

Per esempio, con il messaggio n. 1834 del 26 aprile 2016, l’Inps ha fatto sapere che tutti i soggetti iscritti alla gesione previdenziale per quel determinato anno, potevano scaricare dal Cassetto Previdenziale, il proprio modello F24 precompilato per il pagamento dei contributi. In particolare, i modelli F24 precompilati Inps sono messi a disposizione per Artigiani e Commercianti.

Artigiani e Commerciante, quindi, accedendo alla sezione “Posizione Assicurativa” del proprio Cassetto Previdenziale del Portale dell’INPS, possono accedere al modello F24 precompilato con relativi prospetti. I contribuenti possono consultare i prospetti di sintesi degli importi dovuti e le relative scadenze e causali di pagamento. 

L’accesso al Cassetto Previdenziale Inps avviene mediante riconoscimento con PIN e nome utente del soggetto titolare della posizione contributiva, oppure del suo intermediario (commercialista in possesso di delega). 

f24 precompilato, come si paga

Importante:
Il modello F24 precompilato o predeterminato può essere SEMPRE pagato presso gli sportelli bancali postali, tramite Relax o CBI o attraverso l’Agenzia delle entrate. Questo vale sia per i titolari di partita IVA sia per i NON titolari di partita iva e vale per tutti i modelli F24 precompilati a prescindere dall’importo superiore o inferiore ai 1000 euro.

F24 cartaceo – ordinario o semplificato

Il pagamento per i NON titolari di partita IVA, può avvenire presso qualsiasi sportello degli agenti delle riscossione Equitalia, presso gli sportelli bancali o in ufficio postale. Il pagamento può avvenire sia in contanti, sia con addebito su Conto Corrente o con carta Pagobancomat. I contribuenti titolari di partita IVA hanno l’obbligo di effettuare i versamenti fiscali (IVA e altre imposte) e previdenziali (INPS e altri istituti previdenziali) esclusivamente per via telematica ma tale obbligo decade quando si tratta di un modello F24 precompilato.

Il pagamento del F24 online può avvenire direttamente mediante il servizio telematico Entratel o Fisconline o mediante i servizi di Home Banking delle Banche e di Poste italiane. Anche per i non titolari di partita IVA è scattato l’obbligo di pagamento del modello F24 ordinario online eccetto nei casi che seguono.


Il modello F24 cartaceo di tipo ordinario potrà essere pagato agli sportelli così come descritto in precedenza unicamente nei casi in cui la delega non presenta compensazione e abbia un saldo pari o inferiore a 1.000 euro. Il modello F24 predeterminato o precompilato può essere sempre pagato presso gli sportelli di banca o posto anche con saldo superiore a 1.000 euro.

Contratto di locazione a uso commerciale

Contratto di locazione a uso commerciale: bozza in pdf, modello dell’Agenzia delle Entrate, durata, costi di registrazione e tutte le info.

Il contratto di locazione a uso commerciale è un accordo d’affitto che vede come oggetto della locazione un immobile da destinare ad attività industriali, commerciali, artigianali, di interesse turistico o per lavoro autonomo. Potrebbe interessarvi: contratto d’affitto a uso abitativo.

Contratto di locazione a uso commerciale, la durata

Il contratto di locazione commerciale dura sei anni per tutte le attività fatta eccezione per gli immobili destinati a strutture ricettive (alberghi, ristoranti…) dove il contratto ha una durata di 9 anni. 

In base a quanto detto, sono molto comuni i contratti d’affitto a uso commerciale dove la scadenza contrattuale è fissata a 6 + 6 e prima di tale data non sarà possibile rinegoziare i termini sanciti nel contratto. 

Anche se la formula standard è quella del contratto di locazione commerciale 6 + 6, non mancano stipule che prevedono una durata minore. In questo caso, l’attività esercitata nell’immobile dovrà essere di natura transitoria e indicata in modo esplicito nel contratto. 

Contratto di locazione a uso commerciale, bozza in pdf 

Modello dell’Agenzia delle Entrate.

In questo paragrafo potrete scaricare una bozza in pdf del modello standard del contratto d’affitto a uso commerciale. Nel web si trovano diversi modelli fac simile su come è strutturato un contratto del genere.

Il modello prevede un’intestazione in alto, la formalità dei dati delle due parti coinvolte e tutta una serie di informazioni come la durata del contratto, il canone mensile da pagare, interventi di ordinaria amministrazione, condizioni sulla sublocazione dei locali, eventuale divieto di migliorie, termini del recesso, deposito della cauzione, ripartizione delle spese di registrazione, esonero dalle responsabili ed eventuali clausole aggiuntive desiderate dalle parti. 

Per la bozza del contratto d’affitto a uso commerciale vi rimandiamo al link: modello in pdf del contratto di locazione commerciale

Come disdire un contratto di locazione a uso commerciale

Chi non ha intenzione di rinnovare il contratto di locazione a uso commerciale, non dovrà semplicemente lasciar scadere il termine. La disdetta dovrà essere comunicata mediante raccomandata AR, almeno 12 mesi prima della scadenza del contratto. La comunicazione dovrà contenere la causa per la quale l’utente non intende più rinnovare il contratto. 

Dopo i primi 6 anni, se non viene inoltrata alcuna disdetta, il contratto di locazione a uso commerciale sarà valido per altri 6 anni alle medesime condizioni. 

Il locatore, quindi, non recidere il contratto prima che siano trascorsi 6 anni, anche trascorsi i 6 anni, non può mandare via l’affittuario perché la legge pone dei limiti molto severi: il locatore può negare il rinnovo dell’accordo per ulteriori 6 anni solo se l’immobile gli servirà per avviare un’attività propria o dovrà destinare l’immobile ad abitazione propria. 

Ricapitolando

Dopo i primi 6 anni di contratto è possibile:


  • -rivedere i termini del contratto. 

  • -recidere il contratto solo con buona causa.
    La disdetta del contratto dovrà essere comunicata almeno 12 mesi prima della scadenza del sesto anno.

  • -in caso di silenzio tra le parti, il contratto sarà tacitamente rinnovato alle medesime condizioni per altri 6 anni (ecco perché si chiama contratto di locazione 6 + 6).

 

Registrazione del contratto di locazione a uso commerciale

Come registrare il contratto di locazione a uso commerciale? Con le stesse modalità viste nell’articolo dedicato alla registrazione del contratto d’affitto Come registrare un contratto d’affitto“. Nella stessa pagina non mancano informazioni sul costo di registrazione e come calcolarlo in base al canone d’affitto. La registrazione del contratto di locazione può avvenire anche online sfruttando i modelli per l’affitto messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.  

 

Risarcimento danni incidente stradale

Risarcimento danni incidente stradale: la procedura da seguire per ottenere un adeguato risarcimento dall’assicurazione. 

Nell’articolo dedicato alla Perizia per danni vi abbiamo spiegato come, le assicurazioni, al momento di una qualsiasi perizia, tendono a sottostimare il danno causato per erogare un risarcimento danni quanto più basso possibile. In questo contesto, soprattutto quando si tratta di incidente stradale, è meglio farsi guidare da un professionista di settore e parlare di risarcimento danni con mediazione. Della mediazione e di come ottenere un risarcimento più alto ne parleremo a fine pagina, ora ci soffermeremo sull’iter da seguire per richiedere un risarcimneto danni in caso di incidente stradale.

 

Risarcimento danni incidente stradale, iter da seguire

Segnalazione alla compagnia

Entro tre giorni dalla data dell’incidente sarà necessario inviare alla vostra compagnia assicurativa la denuncia del fatto. La denuncia si inoltra compilando e inviando il cosiddetto “Modulo Blu”, cioè la contestazione amichevole dell’incidente stradale. Nel Modulo Blu si vanno a indicare le targhe dei veicoli coinvolti, i nomi degli assicurati, l’eventuale numero di feriti, dati dei testimoni e se sono intervenuti Carabinieri o Polizia. Trattandosi di contestazione amichevole dovrebbe firmare anche l’altro conducente, ma non sempre ciò avviene quindi le assicurazioni non si formalizzano su questo.

Indennizzo o Risarcimento diretto

La parte lesa (cioè colui che ha ragione in caso di sinistro) può avviare la procedura di risarcimento diretto (indennizzo diretto), ciò significa che i soldi saranno erogati (in tempi d’attesa più brevi) direttamente dalla propria compagni assicuratrice che li recupererà, in secondo momento, dalla compagnia assicuratrice della controparte. 

Il risarcimento diretto è erogato nel giro di tre mesi massimo. Si può applicare solo se il risarcimento danni incidente stradale ha visto il coinvolgimento di soli due veicoli. L’indennizzo diretto si applica anche in caso di feriti, sia se si tratta di lesioni lievi sia se si tratta di danni permanenti. 

Richiesta del risarcimento

Con il modulo Blu si esegue la denuncia del sinistro ma non la richiesta del risarcimento. La richiesta di risarcimento va inviato con raccomandata (e ricevuta di ritorno) o via fax. Gli ultimi contratti assicurativi prevedono l’inoltro della richiesta di rimborso anche via email. Nella richiesta formale di risarcimento vanno inseriti i riferimenti alla denuncia del sinistro e specificati i tipi di danni (al veicolo, danni fisici…). La compagnia vi farà un’offerta di risarcimento entro 60 giorni dalla richiesta in caso di danni al veicolo ed entro 90 giorni in caso di danni alle persone.

 

Richiesta di risarcimento danni con mediazione

Se reputate l’offerta dell’assicurazione troppo bassa, non esitate a rifiutarla e affidare la stima dei danni a un perito di fiducia. Il perito riceverà il suo compenso dalla stessa assicurazione.  In caso di lesione, la figura del perito dovrà essere affiancata da un medico legale, i costi legati ai due professionisti (perito e medico), come premesso, saranno a carico della compagnia di assicurazione. Per maggiori informazioni vi invitiamo a leggere l’articolo citato in premessa dove approfondiamo il sistema della perizia per danni.

 

Risarcimento danni incidente stradale, Prescrizione

Il diritto al risarcimento del danno derivante da un sinistro stradale “semplice” si prescrive in due anni. Perché abbiamo scritto “semplice”? Perché in caso di un incidente stradale consumato con reato, si applicherà il termine di prescrizione previsto per il reato stesso. Per altre informazioni vi invitiamo a leggere la pagina dedicata alla prescrizione di reato.