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Mutuo per ristrutturazioni, tutte le info

Mutuo per ristrutturazioni, tutte le info. Come funziona, consigli utili per il calcolo del finanziamento e documenti necessari per la richiesta del mutuo.

Oggigiorno non tutti hanno una disponibilità economica tale da poter affrontare spese relative ad interventi di ristrutturazione della casa. Per questo motivo parecchi cittadini si rivolgono a Banche o Istituti finanziari per richiedere un mutuo per ristrutturazioni.

Mutuo per ristrutturazione: come funziona

Come anticipato, in un momento di crisi economica come quello che sta attraversando l’Europa, non tutti hanno liquidità per finanziare dei lavori edilizi per ristrutturare casaChiedere un mutuo per ristrutturare casa può essere una soluzione. Scopriamo in questo articolo quali sono i documenti necessari per la richiesta di un mutuo per ristrutturazione e quali sono gli sgravi fiscali previsti dalla legislazione.

Documenti per mutuo ristrutturazione

Non è possibile indicare un’ esaustiva lista dei documenti necessari per richiedere un mutuo per ristrutturazioni. I documenti da presentare infatti variano in base:

  •  all’Istituto finanziario al quale ci si rivolge;
  •  al tipo d’ intervento di ristrutturazione.

Mutuo per ristrutturazioni documenti lavori di manutenzione ordinaria

Per i cosiddetti lavori di manutenzione ordinaria (dunque interventi effettuati su immobili pre-esistenti o su alcune singole parti dell’edificio) la banca potrebbe richiedere (oltre ai documenti tradizionali) anche una scheda informativa, redatto dall’impresa che si occupa dei lavori, che indichi i costi e la natura degli interventi, un vero e proprio preventivo dell’intero progetto.

Mutuo per ristrutturazioni documenti lavori di manutenzione straordinaria

Quando invece si richiede un mutuo per effettuare lavori di manutenzione straordinaria (quindi sostituzione di pavimenti, rifacimento di scale e rampe; aperture o chiusure interne all’edificio che non vadano a modificare la distribuzioni delle unità dell’immobile) l’istituto bancario può richiedere al contribuente (oltre ai documenti standard) anche:

  •  il preventivo redatto dall’impresa che si occupa dei lavori;
  •  il progetto edilizio.

Mutuo per ristrutturazioni documenti da presentare: grandi opere

Se il mutuo è richiesto per finanziarie grandi interventi di ristrutturazione (grandi opere) che quindi procurano profondi cambiamenti alla struttura (come per esempio l’ampliamento della casa) la banca potrebbe richiedere anche eventuali ricevute relative ad imposte comunali (contributo di costruzione).

Mutuo per ristrutturazioni: quanto spetta

Il più delle volte l’importo del mutuo riesce a coprire circa l’80% del valore dell’edificio (stabilito da un perito dopo attente valutazioni). La concessione del mutuo per ristrutturazioni resta comunque e a discrezione della banca, che in base alle caratteristiche del caso può scegliere anche l’entità dell’importo da concedere.

Mutuo per ristrutturazioni: quanto costa

I costi legati alla richiesta di un mutuo per ristrutturazioni sono strettamente correlati agli interessi che possono essere fissi o variabili. Un mutuo a tasso fisso prevede importi delle rate che non subiscono variazioni fino all’estinzione del debito. Tuttavia non è possibile godere di eventuali migliorie dei tassi di mercato, quindi il contributo da versale resta invariato per tutta la durata del mutuo. Un mutuo a tasso variabile invece è strettamente legato alle oscillazioni della situazione economica (mercato o politica monetaria). I corrispettivi dovuti per chi opta per un mutuo a tasso variabile possono subire modifiche in base all’andamento del mercato finanziario.

Mutuo acquisto e ristrutturazione casa: documenti da presentare

Esistono una serie di documenti standard indispensabili per la richiesta di un mutuo per ristrutturazioni. Come vi già accennato, ogni banca è libera di richiedere anche altri documenti per verificare la presenza delle condizioni ideali per concedere un mutuo, dunque questa lista è da considerare come una sorta di elenco generale.

Mutuo per ristrutturazioni: documenti anagrafici

Oltre alla copia di un documento d’identità valido e al codice fiscale colui che richiedere un mutuo ( o il suo garante) dovranno munirsi di:

  • Certificato di residenza.  
  • Certificato storico di residenza rilasciato dal Comune. nell’eventualità vi siano degli omonimi protestanti.
  •  Stato di famiglia.
  • Certificato di stato libero (se single) certificato di matrimonio (se coniugati).
  • Certificato d’iscrizione all’Albo (per i liberi professionisti).
  • Certificato d’iscrizione alla Camera di Commercio (per i lavoratori autonomi).

Per la richiesta di mutuo per ristrutturazioni presso Istituti Bancari è obbligatorio presentare copie di certificazioni autentiche, non saranno dunque presi in considerazione autocertificazioni.

Mutuo per ristrutturazioni: indicatori di reddito, quale documentazione presentare

I cittadini che intendono richiedere un mutuo per ristrutturazioni dovranno presentare la documentazione che comprovi la continuità del proprio reddito. E’ necessario dunque far pervenire la propria dichiarazione dei redditi utilizzando uno dei seguenti modelli:

  • CUD;
  • Modello unico;

Ai dipendenti pubblici che intendono richiedere un mutuo per ristrutturazioni è generalmente richiesta la presentazione del cosiddetto attestato di servizio. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi questi dovranno presentare, per far si che la banca verifichi l’andamento dell’attività, una copia del bilancio relativo all’anno precedente rispetto alla data di richiesta del prestito.

Mutuo per ristrutturazioni: documentazione immobiliare

Anche l’immobile è soggetto a controlli da parte della banca, ragion per cui devono essere presentati determinati documenti quali:

  •  Atto di provenienza dell’immobile (rogito notarile dei venditori).
  •  Planimetria catastale della struttura.
  •  Convenzione tra Comune e costruttore (in caso di terreno in diritto di superficie).

Documenti per richiedere un mutuo per ristrutturazioni: giustificativi di spesa

Sono quei documenti relativi alle ragioni per le quali è effettuata la richiesta del mutuo. Rispettivamente abbiamo:

  • Contratto preliminare di compravendita di beni e servizi.
  • Permessi concessi dal Comune e contratto preliminare relativo agli interventi da effettuare (nel caso di mutui richiesti per effettuare lavori edili).
  •  Copia del contratto del mutuo precedente e copia delle ricevute attestanti gli ultimi pagamenti (in caso di sostituzione di altro mutuo).

Documenti per richiedere un mutuo ristrutturazioni: rapporti tecnici

Ovvero la perizia dell’immobile, contenente i documenti redatti da un perito tecnico della banca, che attesta il valore dell’immobile, l’assenza di abusi edilizi nonché la sua commerciabilità.

Calcolo mutuo prima casa ristrutturazione, consigli

Online esistono diversi portali che permettono al cittadino di comparare diverse opzioni offerte dalle banche. Un indicatore da valutare con attenzione è il cosiddetto TAEG che riporta una sorta di riassunto dei costi complessivi del mutuo (tassi d’interesse, spese di istruttoria etc.).

Mutuo ristrutturazione detrazione

Coloro che intendono richiedere un mutuo per ristrutturazioni possono accedere alle cosiddette detrazioni mutuo ristrutturazione. Lo sgravio fiscale ai fini IRPEF è del 19% e riguarda gli interessi passivi e gli oneri accessori versati sui mutui ipotecari. Le detrazioni IRPEF sul mutuo per ristrutturazioni possono essere ottenute esclusivamente per gli interventi di ristrutturazione effettuati su immobili adibiti ad abitazione principale (prima casa), entro 6 mesi dalla fine dei lavori. Il tetto di spesa massimo sul quale è possibile calcolare la detrazione è pari a 2.582, 28 euro all’anno.  Inoltre, per poter beneficiare della detrazione il mutuo deve essere stato stipulato almeno 6 mesi prima della data d’inizio dei lavori o in alternativa entro i 18 mesi successivi.  

Mantenimento figlio maggiorenne

Mantenimento figlio maggiorenne: quanto spetta, come funziona e a chi spetta. 

C’è chi parla di figlio maggiorenne fannullone, figlio maggiorenne disoccupato o ancora studente. I genitori separati o divorziati devono versare un assegno per il mantenimento del figlio anche se è maggiorenne e il versamento va eseguito fin quando il figlio non sarà autosufficiente. 

Il versamento del mantenimento figlio maggiorenne decade se il figlio non vuole lavorare. Vediamo tutti i dettagli.

Entrambi i genitori hanno l’obbligo di mantenere, istruire ed educare il figlio. Il mantenimento va versato in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la capacità di lavoro professionale o casalingo. Il mantenimento, dunque, non decade con il raggiungimento della maggiore età del figlio. 

Stando ala Costituzione, il giudice «può disporre in favore dei figli maggiorenni che non hanno un’autonomia dal punto di vista economico il pagamento di un assegno periodico» l’assegno con cadenza periodica non ha una scadenza anagrafica e dovrà essere versato fin quando le circostanze lo renderanno necessario.

A cosa serve il mantenimento del figlio maggiorenne?

Il mantenimento deve garantire le necessità del figlio: vitto e alloggio, vestiario, istruzione e qualche soldo extra per svago e per le vacanze. Il mantenimento del figlio maggiorenne, però,  può cambiare in base a un gran numero di variabili.

Mantenimento figlio maggiorenne dopo la separazione

In caso di divorzio o separazione, il legislatore stabilisce un mantenimento in base al tenore di vita che ha avuto il ragazzo quando viveva ancora con i genitori congiunti.  Oltre al tenore di vita, il giudice terrà conto di:

  • il tempo che il ragazzo trascorrerà con ciascun genitore
  • le risorse economiche di caiscun genitore
  • le esigenze del ragazzo (se è studente, lavoratore part time…).

 

Le variabili possono cambiare con il tempo e l’ammontare dell’assegno di mantenimento può cambiare in qualsiasi momento, quindi qualsiasi parte può chiderne un adeguamento. 

Il genitore che vive con il figlio maggiorenne, può pretendere dall’altro l’assegno di mantenimento.

Assegno di mantenimento per figli maggiorenni, fino a quando?

Fino a quando si potrà beneficiare dell’assegno di mantenimento per figli maggiorenni? Come premesso, la somma dell’assegno può cambiare con il tempo, in base alle variabili e alle condizioni di vita del maggiorenne. L’assegno potrà anche essere azzerato o aumentato. Se le esigenze del figlio maggiorenne studente lo richiedono (università più onerosa, corsi, cure specialistiche…) i coniugi separati non possono sottrarsi dal loro dovere. 

D’altro canto, l’assegno di mantenimento per figlio maggiorenne non può essere versato in eterno: una volta che il figlio avrà concluso l’università, il master e il corso di perfezionamento post universitario, dovrà rimboccarsi le maniche e trovare lavoro. Se il figlio maggiorenne studente è fuori corso da anni e i risultati scolastici sono palesemente inconcludenti, il genitore è legittimato a sollecitare il figlio a trovare un impiego. Un impiego precario (figlio maggiorenne lavoratore precario) o saltuario (lavoratore part time) non possono determinare la fine del mantenimento.

Il genitore separato o divorziato potrà smettere di staccare l’assegno di mantenimento per il figlio maggiorenne solo dopo l’autorizzazione del giudice e solo quanto potrà provare che il ragazzo è in grado di mantenersi da solo perché dispone di un lavoro che gli consente di essere autosufficiente. Analogamente, se il genitore può provare che il ragazzo ha sistematicamente rifiutato dei lavori, potrà ottenere il consenso del giudice a sospendere il versamento periodico dell’assegno di mantenimento

Se, dopo l’estinzione del mantenimento, il figlio maggiorenne dovesse perdere il lavoro o la sua autonomia, i genitori NON saranno tenuti nuovamente a versare nuovamente l’assegno.

Bonus mobili, pagamento e accesso alle detrazioni

Bonus mobili, pagamento e modalità d’accesso alle detrazioni fiscali previste dalla Legge di Stabilità. Requisiti e consigli utili.

Bonus mobili con ristrutturazione

Per poter usufruire del bonus mobili bisogna aver realizzato una ristrutturazione edilizia con relativa detrazione fiscale. Le spese per l’acquisto di complementi d’arredo sono detraibili anche quando i bene acquistati sono destinati ad arredare un immobile diverso da quello oggetto di ristrutturazione edilizia. Tra i requisiti d’accesso si osserva la data di inizio dei lavori di ristrutturazione che deve essere precedente a quella in cui sono stati acquistati i bene, questa condizione non è molto vincolate perché non serve che il pagametno delle spese di ristrutturazione sia precedente alla spesa sostenuta per l’acquisto dei mobili, infatti fa fede solo la data di inizio dei lavori.

Bonus mobili senza ristrutturazione:
bonus per giovani coppie

Il bonus mobili per giovani coppie è diverso da quanto descritto prima, si parla infatti di bonus mobili senza ristrutturazione. Il bonus mobili per giovani coppie è destinato a un nucleo familiare (non importa se coniugi, coppie di fatto o conviventi more uxorio) da almeno tre anni, almeno uno dei due componenti della coppia non deve aver superato i trentacinque anni di età (per questo si parla anche di bonus mobili under 35). Questo bonus è davvero molto esigente: tra i requisiti è richiesto l’acquisto della prima casa! Quindi una coppia già convivente da tre anni (convivenza dimostrabile), under 35, se acquista la sua prima casa potrà beneficiare di una detrazione Irpef del 50% delle spese documentate per arredare la stessa abitazione.  

Bonus mobili, pagamento tracciabile

Il pagamento degli arredi destinati alle detrazioni fiscali devono essere eseguiti con:

  • carta di credito
  • carta di debito
  • bonifico bancario
  • bonifico postale

Non è possibile pagare gli arredi con metodi di pagamento non tracciabile come assegno o contanti. In particolare, in caso di pagamento con bonifico bisognerà:

  • indicare la causale del versamento segnalando la legge di riferimento del Bonus Mobile
  • in causale va indicato il codice fiscalde del beneficiario della detrazione 
  • nella causale del bonifico dovrà essere indicato il numero di partita Iva o codice fiscale del venditore (chi riceve il bonifco).

Le stesse modalità di pagamento vanno seguite per estendere la detrazione irpef del bonus mobili anche per il trasporto e il montaggio degli arredi. Come premesso, è possibile pagare anche con carta di credito o carta di debito, in questo caso fa fede la data di pagamento individuata nel giorno di utilizzo della carta da parte del titolare (il giorno effettivo dell’acquisto) e non nel giorno di addebito sul conto corrente; a tal proposito va conservata la ricevuta della transazione rilasciata al momento del pagamento. 

Le spese sostenute e destinate allo sgravio fiscale vanno indicate al momento della dichiarazione dei redditi nel modello 730 o nel Modello Unico.

Bonus mobili, documenti da conservare

In caso di futuri accertamenti da parte del fisco, il contribuente che ha beneficiato della detrazione irpef dovrà dimostrare l’effettiva spesa sostenuta, a tal fine bisognerà conservare:

  • Ricevuta del bonifico in caso di pagamento con bonifico bancario o postale.
  • Ricevuta dell’avvenuta transazione in caso di pagamento carta di credito o carta di debito.
  • Documentazione di addebito sul conto corrente.
  • Fattura di acquisto che riporta la natura, la qualità e la quantità di beni e dei servizi acquistati.

Bonus mobili, a quanto ammonta la detrazione?

In caso di bonus per giovani coppie, l’ammontare complessivo non deve superare i 16.000 euro. In caso di bonus mobili con ristrutturazione edilizia, l’importo massimo di spesa per cui si può usufruire la detrazione Irpef al 50% ammontanta a 10.000 euro.

Bonus Mobile 2017

Qualsiasi acquisto e spesa sostenuta nel 2016, potrà beneficiare del bonus mobili al momento della dichiarazione dei redditi 2017. In realtà, anche gli acquisti effettuati nel 2017 potranno beneficiare del bonus mobili con le medesime modalità di accesso viste nell’articolo intitolato “Bonus mobili 2016“: con la Legge di Stabilità 2017, il governo dovrebbe incrementare i fondi destinati alle ristrutturazioni edilizie al fine di un miglioramento energetico e dovrebbe essere confermato il bonus mobili per le giovani coppie con gli stessi requisiti visti in precedenza.

Tipi di Isee, facciamo chiarezza

Facciamo chiarezza sui tipi di ISEE che esistono: ecco quali e quanti sono i vari tipi di ISEE disponibili per contribuenti e fisco. Dall’Isee ordinario ai modelli specifici. 

Non tutti sanno che esistono varie tipologie differenti di Isee e non sempre quello ordinario è adatto al proprio scopo. In questa pagina proviamo a fare chiarezza sui vari tipi di Isee e sui loro usi. 

Oltre all’Isee Ordinario o “standard”, vi sono altri Indicatori della situazione economica equivalente. Più l’Isee è specifico e più aumenta la complessità del DSU da compilare per ottenere il modello ISEE. In questa pagina vi riportiamo i tipi di ISEE più richiesti.

Modello Isee Studenti o Isee Università, cos’è e a cosa serve

Basta il modello Isee standard, questo Isee occorre per l’accesso alle prestazioni per il diritto allo studio universitario al fine di un adeguato pagamento delle tasse mediante il sistema delle fasce di reddito. Non solo, è impiegato per l’accesso a borse di studi, concorsi per l’accegnazione di CFU o agevolazioni per soggiorni di studio fuori sede.

Modello Isee Socio-sanitario, cos’è e a cosa serve

Questo modello ISEE è indispensabile per accedere alle prestazioni socio-sanitarie quali l’assistenza domiciliare per persone con disabilità e o non autosufficienti. Si usa anche per ottenere ospitalità alberghiera nelle strutture residenziali per persone che non sono assistibili a domicilio.

L’Isee socio sanitario è molto complesso e necessita di un modulo ad hoc che fa riferimento a un nucle familiare ristretto rispetto a quello preso in esame dal nucleo familiare ordinario, per chi vuole ottenere prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria, infatti, si prevede che il nucle familiare del beneficiario a cui fare riferimento per il calcolo dell’ISEE sia composto oltre che dallo stesso beneficiario solo dai coniugi e dali eventuali figli. In caso di maggiorenne disabile che vive con i genitori, il modello Isee Socio sanitario fa riferimento alla sitauzione reddituale di solo la persona disabile.

Modello Isee Socio Sanitario Residenziale, cos’è e a cosa serve

Non è molto diverso da quanto visto in precedenza, tuttavia a volte si parla anche di isee socio sanitario residenziale che, pur considerando il nucle familiare ristretto, tiene conto della condizione economica dei figli del beneficiario che non sono inclusi nel nucleo familiare. Nel Isee sociao sanitario residenziale si integra la situazionne eocnomica di ciascun figlio per consentire di differenziare la condizione economica di un anziano non autosufficiente che ha figli che possono aiutarlo da un anziano che non ha alcun aiuto per affrontare una spesa di ricovero in una struttura socio-sanitaria.

L’Isee Sociao Sanitario Residenziale non tiene più conto della condizione economica dei figli del beneficiario nel caso in cui vi sia un figlio con disabilità o quando nel nucle familiare del beneficiario ci sono altre persone con disabilità. Non viene calcolata la situazione reddituale del figlio dell’anziano beneficiario quando giudizialmente è stata accertata la totale estraneità del figlio, sia in termini affettivi sia economici.

L’uso dell’Isee socio sanitario residenziale è richiesto in caso di agevolazioni per il ricovero presso residenze assistenziali, Rsa, Rssa.

Modello ISEE minorenni, cos’è e a cosa serve

Si usa in caso di beneficiario minorenne con genitori non coniugati tra di loro e non conviventi. 

Modello ISEE Corrente, cos’è e a cosa serve

Tra i tipi di Isee è indubbiamente il più particolare. Questo indicatore della situazione economica equivalente (Isee corrente) tiene conto dei redditi del richiedente e del suo nucle familiari. Cosa cambia dall’Isee ordinario? Il periodo! L’Isee corrente fa riferimento agli ultimi dodici mesi o addirittura agli ultimi due mesi. Quando è utile l’isee corrente? L’isee corrente è una dichiarazione dei redditi molto utile nel caso in cui il soggetto beneficiario o che intende accedere a un’agevolazione, perda il lavoro e quindi si verifica una rilevante variazione del reddito.

Per quanto riguarda il modello Isee ordinario vi rimandiamo alle pagine: 

Le modalità di compilazione del modello ISEE 2016 sono state confermate anche per il 2017.

Bonus assunzione giovani, come funziona

 Bonus assunzioni giovani: requisiti, importi ed iter da seguire per ottenere gli incentivi legati al bonus assunzioni Garanzia Giovani.

Il bonus assunzioni giovani è un incentivo economico riservato alle aziende che dal 1° marzo al 31 dicembre 2016, assumono i giovani tirocinanti del programma contro la disoccupazione giovanile “Garanzia Giovani”, il bonus dovrebbe essere riconfermato per le assunzioni del 2017. Scopriamo come funziona il bonus assunzioni giovani, chi può richiederlo e quali sono gli importi stabiliti.

Bonus assunzioni giovani: cos’è?

Bonus assunzione giovani: normativa Il bonus assunzioni giovani è stato introdotto per la prima volta dal decreto dell’ 8 agosto 2014 e rappresenta un incentivo riservato alle aziende che s’impegnano ad assumere i giovani  tirocinanti ( con età compresa dai 15 ai 29 anni),del progetto Garanzia Giovani. Dopo le recenti disposizioni (decreto direttoriale del Ministero del Lavoro n.16 del 3 febbraio 2016) il bonus assunzione giovani è stato ridefinito super bonus occupazionale a causa di una serie di aumenti degli importi dell’incentivo.

Bonus assunzioni giovani: quando spetta

Il bonus assunzioni giovani spetta nel momento in cui un contratto di tirocinio svolto nell’ambito del progetto Garanzia Giovani viene trasformato in un vero e proprio contratto di lavoro. Le assunzioni per le quali spetta il bonus devono avvenire nell’arco di tempo che va dal 1° marzo 2016 al 31 dicembre 2016.

Bonus assunzioni giovani: per quali contratti

Le aziende possono richiedere il bonus assunzioni giovani nel momento in cui assumono giovani lavoratori (tirocinanti o ex tirocinanti del programma Garanzia Giovani) stipulando un contratto:

– Di apprendistato professionalizzante.
– Di lavoro subordinato, stipulato nell’ambito di rapporti con cooperative di lavoro.
– Contratto di lavoro a tempo determinato, di somministrazione, (della durata pari o superiore a 6 mesi).
– A tempo indeterminato (compresi i contratti instaurati a scopo di somministrazione).

Agezionali per le aziende per assunzioni part-time
Anche chi sottoscrive contratti di lavoro a tempo parziale (part-time) può accedere all’incentivo (in misura ridotta rispetto alle ore d’attività). L’importante è che le ore di lavoro non risultino inferiori al 60% rispetto a quelle previste nei contratti di lavoro full-time.

Requisiti bonus assunzioni giovani: chi può accedere al programma Garanzia Giovani

L’agevolazione per chi assume è un beneficio che può essere ottenuto da tutti i datori di lavoro privati assumono i giovani “neet” che hanno seguito un percorso di tirocinio nell’ambito del programma Garanzia Giovani. Il termine neet è l’acronicmo di “Not (engaged) in Education, Employment or Training” utilizzato per indicare coloro che non risultano impegnati nè in percorsi lavorativi nè universitari/scolastici.

Bonus assunzioni: a chi non spetta

  • Il bonus assunzioni giovani non spetta per : Contratti di apprendistato per la qualifica e diploma professionale ( certificato di qualifica tecnica superiore e diploma d’istruzione secondaria)
  • Contratti di apprendistato legati all’alta formazione e alla ricerca.
  • Contratti di lavoro domestico accessori ed ad intermittenza. Inoltre ricordiamo che il giovane lavoratore non deve percepire alcuna retribuzione derivante da altri contratti di lavoro da almeno 6 mesi.

Bonus assunzione Garanzia Giovani: quanto spetta

Complessivamente, per il bonus assunzioni giovani 2016, sono stati stanziati 50.000.000 euro. Il valore del beneficio varia in base alla cosiddetta classe di profilazione del giovane lavoratore. Ad ogni neet al momento dell’iscrizione al progetto Garanzia Giovani, viene attribuita una classe di proliferazione che indica il livello di difficoltà nella ricerca occupazionale. Per le assunzioni avvenute prima di marzo 2016 gli importi del bonus occupazionale stanziati erano i seguenti.

Contratti a tempo determinato di durata uguale o superiore a 6 mesi

  • Classe di profilazione media: 1.500 euro.
  • Classe di profilazione alta: 2.000 euro.

Contratti a tempo determinato di durata superiore a 12 mesi

  •  Classe di profilazione media: 3.000 euro.
  • Classe di profilazione alta: 4.000 euro.

Contratti a tempo indeterminato

  • Classe di profilazione bassa: 6.000 euro
  • Classe di profilazione media: 4.500 euro
  • Classe di profilazione alta: 3.000 euro
  • Classe di profilazione molto alta: 1.500 euro

Bonus assunzioni giovani: novità

Con il nuovo decreto direttoriale n.16 del 3 febbraio 2016 gli importi del bonus assunzioni giovani raddoppiano diventando un vero e proprio super-bonus assunzioni. Anche in questo caso più è bassa la classe di profilazione assegnata maggiore sarà l’importo del bonus assunzioni giovani che va da 3.000 a ben 12.000 euro (versati in 12 mensilità). Il super-bonus dovrebbe essere confermato per le assunzioni anche nel 2017.

Come richiedere il bonus assunzioni giovani

Domanda INPS bonus assunzioni giovani  In primis è bene ricordare che l’Inps concede l’incentivo (a coloro che sono in possesso dei requisiti) fino all’esaurimento delle risorse economiche stanziate. Un elemento fondamentale dunque per beneficiare del bonus assunzioni giovani è la data entro la quale viene presentata la domanda.

Iter bonus assunzioni giovani

È possibile suddividere l’ iter da seguire per ottenere il bonus assunzioni giovani 2016 in due fasi:

  • Istanza preliminare.
  • Istanza definitiva.

L’istanza preliminare per ottenere il super bonus assunzioni deve essere inoltrata all’INPS dal datore di lavoro presentando il modulo Online GAGi. Il modulo è disponibile sul sito dell’Istituto previdenziale nell’area “Servizi Online” “Sezione Aziende, consulenti e professionisti” cliccando alla voce servizi per le aziende e consulenti. Qui è possibile accedere all’applicazione DiResCo (Dichiarazioni di Responsabilità del Contribuente). Entro 24 ore l’INPS risponde alla domanda indicando l’importo dell’incentivo. 

Nel momento in cui la richiesta viene respinta per mancanza di fondi, questa resta valida per 30 giorni durante i quali avrà priorità nel caso vengano resi disponibili altre somme. Se l’esito della domanda è positivo, l’azienda ha 14 giorni lavorativi per comunicare all’INPS l’avvenuta assunzione. Se il giovane non è stato ancora assunto è possibile procedere entro 7 giorni lavorativi.

La comunicazione di avvenuta assunzione è considerata come istanza definitiva per richiedere il bonus assunzioni giovani. Se l’assunzione non dovesse essere notificata la domanda decade, ovvero si perde il diritto al beneficio economico. Quando l’INPS riceve la richiesta definitiva per l’ammissione al bonus questa invia all’impresa una notifica di conferma nella quale figura l’importo del benefit che sarà versato in 12 mensilità.

Bonus assunzioni giovani: precisazioni circolare INPS

Con la circolare INPS numero 89 del 24-05-2016 (consultabile integralmente attraverso questo link) l’istituto precisa che vi deve essere corrispondenza tra i dati contenuti nella domanda preliminare e in quella integrativa (in particolar modo: codice fiscale del datore di lavoro, tipo di contratto di assunzione, codice fiscale del lavoratore).

 

Pensione anticipata per lavori usuranti

Pensione anticipata per lavori usuranti: requisiti, contributi minimi, modulo inps di domanda, lavori usuranti Italia e iter da seguire per ottenere il trattamento previdenziale anticipato.

Pensione anticipata per lavori usuranti: cosa significa?

I cittadini che svolgono lavori usuranti hanno, per legge, diritto alla pensione anticipata, scopriamo a chi spetta e quali sono i requisiti contributivi per ottenerla.

Pensione anticipata per lavori usuranti, a chi spetta?

La pensione anticipata per lavori usuranti spetta solo a quei cittadini che svolgono lavori aventi requisiti (soggettivi ed oggettivi) che spingono il lavoratore a svolgere attività particolarmente pesanti sia a livello fisico che psicologico.

Lavori usuranti Italia:
elenco delle attività che rientrano nella categoria dei lavori usuranti

Eccovi alcuni esempi di lavori che in Italia sono riconosciuti in quanto usuranti:

  • lavori in cava, gallerie o miniere: attività svolte sottoterra, con carattere di continuità e permanenza;
  • lavori in cassoni ad aria compressa e ad alte temperature (fonderie, rfrattaristi etc.);
  •  lavoro notturno continuativo;
  • lavori svolti in spazi molto ristretti (condotti, pozzi cunicoli, fognature etc.);
  • lavori svolti in altezza: funi a parete, ponti (a sbalzo, mobili, a sospensione, a castello etc.).

Pensione anticipata per lavori usuranti: requisiti soggettivi e oggettivi

Pensione anticipata per lavori usuranti: requisiti soggettivi

La pensione anticipata per lavori usuranti spetta a:

  •  dipendenti notturni, che riescono ad accumulare un determinato numero di ore lavorative svolte di notte;
  • coloro che svolgono lavori usuranti in base all’articolo 2 del decreto 1999 del Ministro del lavoro e della previdenza sociale;
  • addetti alla cosiddetta “linea catena”, che svolgono cioè attività che si ripetono ciclicamente, di componenti separati rispetto al prodotto finale;
  • autisti di mezzi pesanti per il trasporto pubblico di persone.

Requisiti oggettivi pensione anticipata per lavori usuranti

La pensione anticipata per lavori usuranti spetta solo ai cittadini (impegnati in lavori usuranti)in possesso di requisiti oggettivi, ovvero coloro che:

  • Per un periodo di tempo di almeno 7 anni (nell’arco degli ultimi 10 anni di lavoro) hanno svolto lavori usuranti;
  • Hanno effettuato lavori usuranti per un periodo che complessivamente abbia coperto almeno la metà degli anni che compongono l’intera vita lavorativa.

Pensione anticipata per lavori usuranti: requisiti contributivi

Per richiedere la pensione anticipata per lavori usuranti, non bastano i requisiti oggettivi e soggettivi, occorre anche maturare un certo numero di anni di contributi. Il metodo utilizzato per stabilire i requisiti contributivi è quello del cosiddetto sistema delle quote.

Come funziona il sistema della quote: requisiti pensione anticipata lavori usuranti

Il sistema delle quote stabilisce che per poter andare in pensione anticipata i lavoratori impegnati in attività usuranti, devono raggiungere un determinato numero. Questo numero è dato dalla somma tra anni di contributi ed età, quindi età anagrafica del richiedente ed età contributiva maturata.

Pensione anticipata lavori usuranti “finestra mobile”

Il meccanismo della finestra mobile, anche detto slittamento della decorrenza prevede una sorta di rinvio rispetto al momento durante il quale si raggiungono i requisiti minimi per andare in pensione anticipata e il momento durante il quale è riconosciuto realmente il trattamento pensionistico. In base al tipo di contratto variano i tempi di slittamento della decorrenza: • per i lavoratori dipendenti il periodo della decorrenza è i 12 mesi; • per i lavoratori autonomi 18 mesi.

Pensione anticipata lavori usuranti: soglie del sistema delle quote

I cittadini impegnati in attività lavorative usuranti possono richiedere la pensione anticipata nel momento in cui il punteggio della quota è pari a 97,6. Dunque è necessario:

  • aver compiuto almeno 61 anni e 7 mesi;
  • aver maturato un età contributiva superiore o pari a 35 anni.

Rientrano in questa categoria anche coloro che, pur svolgendo un lavoro notturno, sono riusciti ad accumulare, in un arco di tempo pari ad un anno, almeno 78 notti di attività lavorativa.

Pensione anticipata lavori usuranti per dipendenti notturni

Per coloro che svolgono lavori notturni la cifra minima da raggiungere ( sistema delle quote) varia in base al numero di notti di lavoro svolte durante il corso dell’anno. Scopriamo nel dettaglio cosa cambia in base alle ore di lavoro svolto.

Lavori notturni: requisiti pensione anticipata per lavori usuranti

Per i lavoratori notturni che hanno svolto almeno 64 notti di lavoro (senza superare le 71 notti) nell’arco di un anno la quota da raggiungere è pari a 99,6. In questo caso è necessario:

  • avere almeno 63 anni e 7 mesi di età;
  • aver accumulato almeno 35 anni di contributi.

Pensione anticipata per i lavoratori notturni che hanno accumulato almeno 72 notti di lavoro

Per un lavoro notturno che conta almeno 72 notti l’anno (max 78) la quota minima da raggiungere per ottenere la pensione anticipata per lavori usuranti è pari a 98,6. Il dipendente, che in base ai giorni di lavoro, rientra in questa categoria deve: • aver compiuto almeno 62 anni e 7 mesi; • aver accumulato 35 anni di contributi.

Lavoratori usuranti autonomi: quote minime per richiedere la pensione anticipata

Vi ricordiamo inoltre che per quanto riguarda i lavoratori autonomi, impegnati in attività lavorative usuranti, le soglie minime per ottenere la pensione anticipata, riservata ai lavori usuranti, aumentano di un punto (sia per l’età che per i contributi) Ecco un piccolo esempio: Requisiti pensione per lavori usuranti (Lavoratore usurante autonomo) In questo caso la quota è pari a 98,6 (97,6+1) e l’età minima è di 62 anni e 7 mesi (61,7+1).

Pensione anticipata per lavori usuranti: come richiederla

I cittadini che intendono richiedere la pensione anticipata per lavori usuranti, se in possesso dei requisiti necessari, possono presentare domanda all’INPS. La domanda pensione anticipata per lavori usuranti va inoltrata direttamente presso l’Istituto di Previdenza, rivolgendosi dunque agli uffici INPS territoriali entro il termine di scadenza. Troverete il link per scaricare il modulo di domanda pensione anticipata per lavori usuranti alla fine di questa pagina. Tuttavia vi ricordiamo che i lavoratori iscritti alla gestione dipendenti pubblici possono inoltrare la domanda esclusivamente attraverso i canali telematici messi a disposizione dall’Istituto di Previdenza Sociale, quindi:

  •  tramite il Web: attraverso il sito internet www.inps.it accedendo al proprio account usando il pin personale;
  • utilizzando il Contact Center Integrato: telefonando al numero verde 803.164, gratuitamente da rete fissa, o allo 06.164.164 da cellulare, a pagamento ( il costi variano in base al piano tariffario previsto dall’operatore telefonico);
  •  rivolgendosi al Patronato: nel caso in cui non abbiate ancora attivato il pin per accedere ai servizi online del sito o se comunque volete evitare di fare tutto da soli e preferite affidarvi ad una figura professionale collaudata.

Pensione anticipata per lavori usuranti: termine di scadenza

Per la pensione anticipata per lavoratori usuranti la domanda va generalmente presentata entro il primo marzo. La richiesta di pensione anticipata per lavori usuranti va inoltrata da coloro che riescono a maturare i requisiti richiesti fino al 31 dicembre dell’anno in corso.

Pensione anticipata per lavori usuranti: documenti da presentare

Per dimostrare lo svolgimento delle attività usuranti è necessario che il richiedente alleghi alla domanda di pensione anticipata per lavori usuranti uno dei seguenti documenti:

  • libro di matricola;
  • libro unico del lavoro;
  • libretto di lavoro;
  • ruolo di equipaggio;
  • comunicazione al centro per l’impiego di assunzione/cessazione/variazione del rapporto di lavoro;
  • busta paga;
  • ordine di servizio.

Pensione anticipata per lavori usuranti: modulo INPS

Per richiedere la pensione anticipata per lavori usuranti potete scaricare il seguente modulo pensione anticipata per lavori usuranti, il link vi connetterà alla pagina del sito ufficiale dell’INPS. (il codice per scaricare il modello di domanda è AP45).

Sfratto per morosità, la guida

Sfratto per morosità: la guida passo passo per richiedere lo sfratto nel momento in cui l’inquilino non paga il canone d’affitto.

Quando un inquilino affittuario non paga il canone d’affitto il proprietario dell’immobile (locatario) può procedere con lo sfratto per morosità che gli consente di riottenere l’immobile in tempi molto più brevi rispetto al rito ordinario. In questo articolo vi illustreremo l’iter da seguire per richiedere lo sfratto per morosità.

Cos’è lo sfratto per morosità?

Esistono diverse tipologie di sfratto, come ad esempio:

  • Il cosiddetto sfratto per morosità, che avviene nel momento in cui l’inquilino non paga il canone d’affitto.
  • Lo sfratto per finita locazione, da richiedere quando, al termine del contratto di locazione, il proprietario intende ottenere la restituzione dell’immobile.

Lo sfratto per morosità è considerato come un procedimento speciale attraverso il quale il soggetto locatore (ovvero l’affittuario), grazie all’assistenza di un avvocato abilitato, chiede l’emissione di un procedimento per la risoluzione del contratto di locazione ordinando all’inquilino di rilasciare l’immobile affittato. Con lo sfratto per morosità è possibile:

  • La risoluzione del contratto di affitto.
  • Il rilascio dell’immobile affittato.
  • Ottenere i canoni mensili per i quali l’inquilino risulta debitore.

Chi può richiedere lo sfratto per morosità?

L’intimazione di sfratto (quindi l’ordine del Giudice di rilasciare l’immobile) non può essere ottenuta da soggetti sub-locatori ma solo dai diretti locatori. Non basta dunque essere proprietari dell’immobile ma è necessario che il richiedente risulti agli atti anche come soggetto locatore, quindi affittuario dello stabile. D’altra parte l’intimazione in convalida dello sfratto per morosità può essere indirizzata solo al soggetto locatario (quindi all’inquilino registrato nel contratto di locazione). Né inquilini ne affittuari “a nero” possono in alcun modo subire o richiedere lo sfratto per morosità.

Come richiedere uno sfratto per morosità: requisiti

Per richiedere lo sfratto per morosità occorrono dei precisi requisiti, delle condizioni. Scopriamo quali sono. Innanzitutto è necessario che tra le due parti sia stato stipulato un contratto di locazione registrato presso l’Agenzia delle Entrate.

  • Nel contratto devono essere specificati gli importi dei canoni di locazione, con scadenze precise.
  • Mancato pagamento o ritardo nel pagamento da parte del soggetto locatario (ovvero l’inquilino).

Vi ricordiamo che i soggetti affittuari possono comunque richiedere lo sfratto per morosità per i contratti di locazione non registrati all’Agenzia delle Entrate ma stipulati in forma scritta prima del 2005 (a patto che procedano con la registrazione tardiva all’Agenzia delle Entrate).

Sfratto per morosità: quando richiederlo

È possibile richiedere lo sfratto per morosità sia per il mancato pagamento del canone di locazione di un immobile residenziale (quindi ad uso abitativo) sia per gli immobili che non sono utilizzati come abitazione ovvero utilizzati per altri scopi (commerciali come alberghi, negozi o anche depositi).

Sfratto per morosità su immobili ad uso abitativo

In questo caso la procedura è disciplinata dalla legge 431 del 1998 che concede la possibilità di intimare lo sfratto per morosità anche per il mancato pagamento di un solo canone d’affitto. Il proprietario dell’immobile infatti può richiedere un ordine del Tribunale per liberare la casa.

Sfratto per morosità per immobili non abitativi

La legge n.392 del 1978 regolamenta lo sfratto per morosità su abitazioni di tipo non abitativo. Per questo tipo di contratto è necessario che il mancato pagamento riguardi un mancato pagamento ripetuto, generalmente di almeno 2 o 3 mensilità. Vi ricordiamo comunque che i contratti di locazione possono contenere clausole che prevedono lo sfratto per morosità anche per inadempienti minori, è quindi doveroso verificare gli estremi contrattuali prima di procedere con eventuali richieste di sfratto.

Sfratto per morosità: documenti da presentare

Quali documenti servono per richiedere uno sfratto per morosità?

Per richiedere l’intimazione di sfratto per morosità il soggetto locatore deve in primis munirsi di documenti che attestino l’effettiva regolarità del contratto. Nel dettaglio occorre presentare: 

  •  Fotocopia del contratto di locazione (ovviamente regolarmente iscritto all’Agenzia delle Entrate).
  • Ricevute di pagamento dei mesi precedenti.
  • Copia di eventuali solleciti inviati all’inquilino moroso.

Sfratto per morosità: guida pratica

Se intendete avviare con una procedura di sfratto per morosità dovete innanzitutto avere pazienza. La pratica di intimazione di sfratto per morosità, nonostante ufficialmente venga considerata come una pratica “veloce”, nei fatti può durare anche diversi mesi. La prima cosa da fare in caso di mancato pagamento del normale canone d’affitto da parte del locatario è quella di inviare una comunicazione scritta (da fotocopiare e conservare).

All’inquilino moroso va quindi trasmessa una lettera di diffida. Attraverso una raccomandata A.R. il soggetto debitore deve essere intimato a saldare i suoi debiti, specificando che il pagamento dovrà avvenire entro 15 giorni (dopodiché si procederà con una vera e propria intimazione legale allo sfratto). Se nonostante il sollecito dei pagamenti l’inquilino non dovesse saldare il conto è opportuno rivolgersi al proprio legale di fiducia. A questo punto, muniti di tutti i documenti necessari e con la consulenza dell’avvocato verrà avviata la pratica. Una volta fissata l’udienza di convalida possono verificarsi varie opzioni, in base alle azioni del soggetto debitore, eccole esplicitate:

  • L’inquilino si presenta all’udienza e si oppone alla convalida.
    Il giudice quindi potrà rinviare a giudizio ordinario per verificare le cause dell’opposizione allo sfratto per morosità e decidere se concedere o meno l’ordinanza di rilascio dell’immobile.
  • Il locatario si presenta in tribunale paga i propri debiti e chiede al giudice il cosiddetto termine di garanzia. 
    Il termine di garanzia non è altro che un tempo limite entro il quale è possibile saldare il proprio debito. Entro tale scadenza prestabilita il debito dovrà essere completamente sanato.
  • L’inquilino si presenta e non fa opposizione (o non si presenta in aula).
    In questo caso, se i presupposti lo consentono, il giudice potrà emettere un ordinanza di convalida di sfratto. Sarà stabilito anche il termine ultimo entro cui liberare l’immobile. Se il locatario non rispetta quanto emanato dal giudice (quindi se non lascia la casa entro i termini stabiliti) il proprietario potrà procedere con la monitoria di sgombero (il rilascio forzato dell’immobile con l’ausilio degli ufficiali giudiziari).

Sfratto per morosità: quanto costa?

Costi sfratto morosità.

Il costo per richiedere uno sfratto per morosità è composto dalle somme legate a spese legali e altri costi accessori. Gli importi da versare per procedere con l’intimazione di sfratto sono dunque variabili. Oltre agli importi da versare all’avvocato per le spese legali (che possono oscillare dai 600 ai 700 euro circa) devono essere versate altre somme (come il contributo unificato, l’imposta di bollo etc.). Vi ricordiamo inoltre che in caso di gravi disagi economici, tali da non potersi permettere delle spese legali, il cittadino (sia l’inquilino che l’affittuario) può beneficiare del Patrocinio a spese dello Stato. Ovviamente per poter fruire del Patrocinio è necessario rientrare in determinate condizioni reddituali stabilite dalla legge. Sfruttando il Patrocinio a spese dello Stato è possibile fruire dell’assistenza legale di un avvocato a titolo totalmente gratuito.

Sfratto per morosità fac simile lettera di diffida sollecito di pagamento

Gentile ………

OGGETTO: Canone di locazione – Sollecito di pagamento e costituzione in mora

Io sottoscritto …………., in qualità di proprietario dell’appartamento sito in……………, alla via………., n……………, a lei concesso in locazione con contratto stipulato il __/__/__ e registrato a ____________ il __/__/__ al n. __________, sono a sollecitarle il pagamento dei canoni arretrati di seguito elencati: …………… (mese) – € ……,….. …………… (mese) – € ……,….. …………… (mese) – € ……,….. per un totale di € ……,….. Il pagamento potrà essere effettuato tramite bonifico su c/c bancario n° ………….. intestato a ……. IBAN …………….

La avverto che, trascorsi inutilmente 15 giorni dalla ricezione della presente, sarò mio malgrado costretto ad avviare la procedura legale di sfratto per morosità, con aggravio di spese a suo carico. Se nel frattempo avesse già provveduto al pagamento, La preghiamo di ritenere nullo il presente. Certo comunque della sua correttezza e confidando in un disguido, porgo distinti saluti.

(Luogo e Data) Firma  

Detrazione 65%, la guida completa

Detrazione al 65%, la guida completa. Info e dettagli sugli interventi che possono godere della detrazione IRPEF e IRES al 65% e sull’iter da seguire per richiederla.

Chi durante il 2016 effettua interventi di ristrutturazione o acquisti di impianti per ridurre il dispendio energetico potrà beneficiare della cosiddetta detrazione 65 anche definita Ecobonus 2016, uno sconto fiscale sulle imposte (IRES e IRPEF). Si avrà diritto all’ecobonus al momento della dichiarazione dei redditi 2017.

Se il vostro intervento non riguarda l’efficienza energetica, potrebbe interessarvi “Bonus mobili” e “Ristrutturazione bagno e detrazone fiscale

Detrazione 65% per il risparmio energetico, cos’è e quando nasce

Con la legge numero 296 del 27 dicembre 2006 sono entrate in vigore le agevolazioni fiscali sul risparmio energetico. Grazie alle disposizioni legislative i cittadini potevano beneficiare di sconti fiscali del 55% calcolati sui costi sostenuti per interventi edilizi finalizzati a ridurre gli sprechi di energia elettrica. Con il Decreto Legislativo n.63 del 4 giugno 2013 le agevolazioni sul risparmio energetico sono aumentate, e sono rimaste invariate anche per gli anni successivi, permettendo ai cittadini di ottenere una detrazione IRPEF e IRES al 65% .

Detrazione 65, la guida

In primis è meglio chiarire chi sono i contribuenti che possono ottenere la detrazione al 65% e quali sono i requisiti indispensabili.

Detrazione 65%: a chi spetta?

Possono beneficiare della detrazione al 65% per interventi mirati al risparmio energetico:

  • le persone fisiche;
  • professionisti;
  • società di persone;
  • società di capitali;
  • associazioni tra professionisti;
  • enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

Non è necessario essere proprietari dell’immobile. Le spese per i lavori possono infatti essere sostenute anche da chi detiene l’immobile in comodato, dal coniuge, dai parenti entro il terzo grado e dagli affini entro il secondo grado conviventi con il possessore o detentore.

Detrazione 65% requisiti immobile

Possono accedere alla detrazione sul risparmio energetico tutti gli immobili, (appartenenti a qualsiasi categoria catastale). Tuttavia per poter sfruttare la detrazione del 65% è obbligatorio che l’edificio risulti già esistente (e non in fase di costruzione) e già dotato di un impianto di riscaldamento. La pre-esistenza dell’impianto di riscaldamento non è obbligatoria per l’installazione di pannelli solari. Per dimostrare che l’edificio, al momento della richiesta dell’agevolazione, fosse già esistente è necessario un documento che attesti l’iscrizione al catasto o quantomeno la richiesta di accatastamento (oppure, ricevute che provino l’avvenuto pagamento di imposte sull’immobile, come l’IMU, ove obbligatorie). In caso di lavori di frazionamento dell’unità immobiliare è possibile sfruttare la detrazione 65 solo nel momento in cui l’intervento prevede la realizzazione un impianto di riscaldamento centralizzato.

Detrazione 65% per quali lavori?

Gli interventi ammessi all’agevolazione prevedono determinati tetti di spesa massima. Sono 5 le categorie di lavori edilizi che rientrano tra quelle per le quali è possibile ottenere la detrazione al 65%, scopriamoli nel dettaglio.

Detrazioni 65, guida Agenzia delle Entrate

Nel portale ufficiale dell’Agenzia delle Entrate è possibile reperire la guida completa alle detrazioni del 65% sugli interventi legati al risparmio energetico. Con la Legge di Stabilità 2016 la detrazione al 65% per i cittadini che effettuano lavori in casa per ridurre il consumo energetico è stata riconfermata anche per il 2016. I lavori che permettono di ottenere il beneficio fiscale sono:

  • Interventi sugli involucri degli edifici già esistenti.
  • Riqualificazione energetica globale.
  • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale e controllo da remoto.
  • Installazione di pannelli solari.
  • Interventi di adeguamento antisismico per le zone ad alto rischio sismico 1 e 2.

Detrazione 65%: interventi di riqualificazione energetica globale

Rientrano in questa categoria tutti gli interventi attraverso i quali è possibile ridurre il consumo energetico finale raggiunto in tutto l’immobile. In pratica grazie a questi lavori, l’edificio dovrà riuscire a raggiungere un indice di prestazione energetica che non può superare determinati limiti stabiliti dalla legge.

Detrazioni 65, quanto spetta per gli interventi di riqualificazione energetica globale

In questo caso il limite massimo della detrazione è pari a ben 100.000 euro.

Detrazione al 65%: sostituzione finestre e pavimenti (involucri degli edifici)

Sono i lavori che hanno per oggetto i pavimenti, le pareti e le coperture dell’immobile la sostituzione di porte e finestre. Nel 2014, con la legge 190, sono da considerare interventi sull’involucro anche l’acquisto e l’installazione di schermature solari detraibili  (fino al 31 dicembre 2016 e per le spese sostenute tra il 2015 e il 2016). In questo caso è fondamentale rispettare i limiti di trasmittanza indicati dal Ministro dello Sviluppo Economico. Cos’è la trasmittanza? La trasmittanza, in parole molto semplici e senza scendere nei dettagli di fisica, non è altro che un valore che si riferisce alla capacità delle componenti dell’immobile (pareti, soffitto pavimenti, finestre etc.) di non subire gli sbalzi termici con l’ambiente esterno; di mantenere ciò un ambiente fresco in estate e caldo durante l’inverno. Più è alto il valore della trasmittanza termica più alto è il dispendio energetico di quell’immobile.

Detrazioni 65: quanto spetta per gli interventi sull’involucro

L’importo massimo della detrazione per questa categoria di lavori è pari a euro 60.000.

Detrazione 65: pannelli solari

Anche i costi sostenuti per l’installazione di pannelli solari rientrano tra le spese detraibili ai fini IRPEF e IRES. Fanno parte delle spese detraibili anche quelle legate all’installazione di sistemi termodinamici a concentrazione solare (solo per la produzione di acqua calda). Gli impianti, per poter fruire dell’agevolazione devono rispettare le norme UNI EN, ed essere certificati da Enti autorizzati dell’UE o della Svizzera. Il contribuente che intende beneficiare dello sgravio fiscale per il risparmio energetico deve essere assicurato per 5 anni sui pannelli e bollitori e per 2 anni per le altri componenti tecniche.

Detrazione 65 installazione pannelli solari: quanto spetta?

Per l’installazione degli impianti che fanno parte di questa categoria il limite massimo detraibile è di 60.000 euro.

Detrazione 65: sostituzione impianti di riscaldamento

Anche i cittadini che sostituiscono l’ impianto di riscaldamento possono beneficiare della detrazione al 65%. Per poter sfruttare il beneficio fiscale è necessario che il sistema di riscaldamento pre-esistente sia sostituito con uno delle seguenti installazioni:

  • Impianti dotati di caldaia a condensazione.
  •  Impianti geotermici a bassa entalpia.
  • Impianti a pompe di calore.
  • Pompa di calore per la produzione di acqua calda sanitaria (per la sostituzione di scaldaacqua tradizionali)
  • Tecnologia multimediale per il controllo remoto degli impianti di riscaldamento (grazie alla Legge 208/2015).
  • Sistemi di riscaldamento dotati di generatore di calore a biomasse combustibili (solo per le sostituzioni avvenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2016).

Detrazione 65: sostituzione caldaia, quanto spetta?

Anche in questo caso il limite dello sgravio fiscale non può essere superiore a 60.000 euro.

Detrazioni 65% adeguamento antisismico

Con la legge n.90 del 2013 anche gli interventi per l’adeguamento antisismico sono coperti dalla detrazione 65%. L’agevolazione riguarda solo i lavori effettuati sugli edifici ubicati in zone sismiche ad alta pericolosità (zona 1 2 due, ai sensi dell’Ordinanza PCM 3274/2003) e adibiti a prima casa oppure ad attività produttive.

Detrazione 65% adeguamento antisismico: quanto spetta e requisiti

In questo caso il tetto massimo di spesa è pari a 96.000 euro.

Detrazione 65% documenti da presentare

Per poter beneficiare della detrazione al 65% il contribuente deve, conservare e presentare i seguenti documenti:

  •  Certificazione che dimostri l’effettiva corrispondenza dei requisiti tecnici richiesti per ogni intervento (per l’installazione di caldaie a condensazione o pompa di calore può bastare il certificato del produttore).
  •  Scheda informativa che riporti tutti gli interventi effettuati e il loro costo.
  • Attestato di prestazione energetica che attesti il livello di efficientamento energetico dell’immobile (per la sostituzione di serramenti, sostituzione di impianti di riscaldamento, l’installazione di schermature o pannelli solari non è obbligatorio presentare tale attestato).
  • Ricevute fiscali (fatture, ricevute dei bonifici) relative alle spese sostenute per gli interventi. – Ricevuta che attesti l’avvenuta spedizione telematica ad ENEA.

Detrazione 65, come fare domanda

In presenza dei requisiti richiesti, contribuenti che intendono accedere alla detrazione 65 per il risparmio energetico, devono entro e non oltre 90 giorni (dalla data durante la quale sono terminati i lavori) inviare la domanda all’Agenzia Nazionale Efficienza Energetica (ENEA). L’invio della documentazione per la richiesta della detrazione 65% va effettuato tramite il sito dell’Enea al seguente link. Il cittadino dovrà inviare telematicamente:

  • L’attestato di certificazione energetica (ove richiesto).
  • Una scheda informativa che riporti la natura degli interventi e il loro costo.

Anche se è possibile inviare autonomamente la documentazione è comunque consigliabile l’assistenza di tecnico esperto in modo da non commettere errori nel riportare i dati specifici delle installazioni.

Detrazione 65%, scadenze

Ricapitolando, è possibile beneficiare della detrazione 65% per tutti gli interventi terminati entro il 31 dicembre 2016 (salvo ulteriori proroghe la detrazione tornerà al 55%). È importante, per coloro che intendono richiedere la detrazione 65, inviare telematicamente, ed entro 90 giorni dalla fine dei lavori, l’attestato di prestazione energetica e la scheda informativa all’Agenzia Nazionale Efficienza Energetica, per evitare di restare esclusi dall’incentivo.