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Leasing immobiliare, tutte le info

Leasing immobiliare: cos’è e a chi spetta questo prestito agevolato per l’acquisto della prima casa. A chi richiederlo e quali sono i vantaggi rispetto a un mutuo.

Così come è bene valutare un preventivo per il mutuo, è opportuno considerare le possibilità concesse con il leasing immobiliare.

Cos’è il leasing immobiliare?

Il leasing immobiliare, anche detto contratto di locazione finanziaria, è un particolare tipo di prestito agevolato, finora concesso solo alle aziende, dallo scorso anno attivo anche per privati cittadini.

Leasing immobiliare definizione

Il leasing immobiliare non è altro che un tipo di contratto attraverso il quale un’azienda, detta locatrice, (generalmente una banca o altro intermediario finanziario) riconosce ad un’impresa locataria (dal 2016 anche i privati cittadini) l’affitto di beni immobili. Il soggetto locatario è tenuto a pagare un indennizzo mensile per il servizio ottenuto. Ma non è tutto. Al termine del contratto di leasing immobiliare potrà decidere se acquistare il bene pagando un riscatto finale. A differenza del mutuo, il leasing immobiliare prevede durate di restituzione minime, e consente tassi più flessibili e agevolati.

Leasing immobiliare privati: chi spetta

Come già vi abbiamo anticipato, grazie alla Legge di Stabilità  è stata estesa la possibilità di stipulare contratti di locazione finanziaria anche ai privati cittadini. Il leasing immobiliare privati può essere considerato come una valida, e utilissima alternativa al mutuo.

Leasing immobiliare prima casa

I cittadini che intendono acquistare la prima casa ma non hanno la liquidità necessaria per acquistarla né i requisiti per richiedere un mutuo, potranno dal 2016 accedere al leasing immobiliare.

Come funziona il leasing immobiliare

Una volta stipulato il contratto di locazione finanziaria, su richiesta del contribuente, l’Istituto Bancario (o altro tipo d’intermediario finanziario) acquista, o fa costruire, un immobile. Il richiedente, pagando un corrispettivo al soggetto intermediario, avrà a disposizione la casa per un determinato periodo di tempo, come se si trattasse di un affitto. Con la differenza che allo scadere del contratto di leasing immobiliare, il contribuente potrà decidere di acquistare il bene immobile. Dunque, nel momento in cui termina il contratto di leasing, il cittadino ha varie opzioni, egli può scegliere:

  • di rinnovare ulteriormente il contratto di leasing immobiliare, adottando le stesse condizioni economiche o anche cambiandole in base a nuove esigenze;
  • di acquistare l’immobile, versando la quota di riscatto ovvero il valore residuo del bene, esclusi ovviamente i canoni già versati, il cui importo è stato stabilito al momento della stipulazione del contratto di leasing immobiliare;
  • di porre fine al contratto, abbandonando l’immobile che resterà di proprietà dell’intermediario finanziario (società di leasing o banca ).

Calcolo leasing immobiliare: canoni periodici a misura del cittadino

Per stabilire il calcolo del canone del leasing immobiliare è necessario prendere in considerazione una serie di elementi come:

  • prezzo dell’immobile (compresi gli interessi ad esso correlati);
  •  durata del contratto di leasing;
  • percentuale di profitto della società intermediaria;
  • importo del prezzo del riscatto (per l’acquisto dell’immobile);
  • caratteristiche dell’immobile ( come vita economica ipotizzata, livello di rischio a carico dell’Istituto che concede il leasing,etc.).

Leasing agevolato acquisto prima casa: vantaggi

Perché il leasing immobiliare è più vantaggioso di un mutuo? Diversi sono i vantaggi del leasing immobiliare rispetto ad un tradizionale mutuo. Vediamo insieme nel dettaglio quali sono.

Leasing prima casa: flessibilità

La flessibilità è sicuramente una delle caratteristiche più apprezzate del leasing immobiliare. Il contratto di locazione finanziaria infatti permette di modificare sia l’importo del canone periodico sia quello (eventuale) del riscatto finale.

Leasing agevolato: prestiti sia per acquistare l’immobile che per arredarlo

Con il leasing immobiliare è possibile accedere a prestiti che coprono il 100% del valore totale dell’immobile, incluse ulteriori eventuali spese (come per l’arredamento). I finanziamenti ottenuti tramite mutuo invece possono coprire, come tetto massimo, l’80% del valore del bene immobile ed in più è necessario stipulare polizze assicurative che la banca utilizza come garanzie.

Spese iniziali ridotte con il leasing agevolato

Le spese accessorie (come costi notarli) con il leasing immobiliare risultano molto inferiori rispetto a quelli previsti con i mutui poiché non è prevista l’ipoteca. Inoltre anche l’IVA è applicata solo agli indennizzi periodici (le rate) e non sull’eventuale importo di riscatto. In tal modo le spese iniziali si riducono drasticamente (mentre nei mutui vanno pagati immediatamente sul prezzo d’acquisto).

Leasing immobiliare: acquistare l’immobile a prezzi scontati

Come accennato in precedenza, allo scadere del contratto di leasing il richiedente può decidere di acquistare l’immobile. Il costo che dovrà sostenere per l’acquisto della casa risulterà decisamente inferiore rispetto al suo valore di mercato. Il prezzo dell’immobile acquistato tramite contratto di locazione finanziaria è scontato  poiché l’importo del riscatto è stato calcolato in primis molti anni prima e prendendo in considerazione gli importi già versati attraverso le rate mensili.

Leasing immobiliare, deducibilità

Come funziona la deducibilità dei canoni del leasing immobiliare. Durata, scadenze e vincoli da rispettare. Detrazioni delle spese legate al leasing immobiliare, registro di imposta e agevolazioni per i giovani under 35.

Per tutte le informazioni e sui requisiti d’accesso al leasing immobiliare vi rimandiamo alla pagina dedicata: leasing immobiliare, tutte le info.

Leasing immobiliare deducibilità

Un ulteriore vantaggio nella stipulazione di contratti di leasing immobiliare è rappresentato dalla sua deducibilità. Nella dichiarazione dei redditi infatti, la rendita dell’abitazione non dev’essere riportata. Il valore dell’immobile “non fa reddito”, non rientra tra i valori che formano reddito imponibile, poiché, pur potendolo acquistare in futuro, di fatto, nel presente, non si è ancora proprietari. L’immobile dovrà essere riportato nella dichiarazione dei redditi solo nel momento in cui si procederà con il pagamento del riscatto, acquistando realmente l’immobile.

Leasing immobiliare: detrazioni fiscali per i giovani under 35 anni

Per i giovani con un età inferiore ai 35 anni, la Legge di Stabilità 2016 ha previsto interessanti sconti fiscali. L’aliquota della detrazione è pari al 19% ed il reddito del giovane richiedente deve essere inferiore a 55 mila euro. Il tetto massimo di spesa detraibile è pari a 8.000 euro di importo annui. Anche sulla maxirata finale, da versare per acquistare l’immobile, è prevista inoltre una detrazione pari al 19%. La detrazione in questo caso non può superare i 20.000 euro.

Detrazioni leasing immobiliare imposta di registro  (per gli immobili “non di lusso”)

Un’ulteriore pregio dei contratti di leasing immobiliare, per gli immobili appartenenti alle categorie catastali “non di lusso”, è costituito da agevolazioni sull’imposta di registro pari all’1,5%. Coloro che vogliono usufruire dello sconto sull’imposta di registro devono richiedere il leasing immobiliare per l’acquisto o la costruzione di un immobile che rientri in una delle seguenti categorie catastali:

  • A/2. Quelli di tipo civile, che hanno caratteristiche tecnologiche, costruttive, con impianti che rientrano tra quelli per le abitazioni considerate “residenziali”;
  • A/3. Sono le unita abitative considerate di tipo economico, caratterizzate dalla presenza di strutture economiche e impianti tecnologici indispensabili;
  • A/4. Sono gli di tipo popolare, modeste, caratterizzati da rifiniture di medio livello;
  • A/5. Rappresentano le abitazioni dette “ultrapopolari”, con rifiniture di bassissimo livello;
  • A/6. Abitazioni di tipo rurale.

Leasing immobiliare sconti per gli over 35

Avete appena compiuto 40 anni (che per alcuni potrebbe già di per se essere uno shock) e volete andare in banca per richiedere un leasing immobiliare ma credete di non aver diritto ad alcuno sconto? Nessun problema vi sono degli sconti fiscali anche per gli over 35 solo che a differenza degli sgravi fiscali previsti per i più giovani in questo caso la detrazione sul canone massimo sarà pari a 4.000 euro all’anno mentre sulla maxirata finale lo sconto non potrà superare l’importo pari a  10.000 euro annuali.

Leasing immobiliare privati prima casa: quando si può richiedere?

Le nuove norme che disciplinano i contratti di locazione finanziaria per privati, hanno validità a partire dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2020.

Leasing immobiliare sospensione: cosa succede se non pago?

Nel caso in cui per un determinato periodo di tempo non avete liquidità per pagare le rate previste dal leasing immobiliare potrete richiedere la sospensione del leasing immobiliare.

Quando può richiesta la sospensione del leasing immobiliare? Quanto dura?

Tale sospensione può essere applicata una sola volta per ogni contratto ed ha validità per un periodo non superiore a 12 mesi. Per un anno solare quindi potrete continuare a vivere nell’immobile oggetto del leasing dopodiché dovrete riprendere a versare l’indennizzo mensile, pena termine del contratto (e dunque della casa). La sospensione può essere richiesta solo in caso di gravi e motivate difficoltà, come la perdita del lavoro (ovviamente nel momento in cui il licenziamento sia avvenuto per giusta causa non potrete richiedere la sospensione). 

Decurtazione dei punti patente, tutte le info

Decurtazione punti patente: velocità, precedenza, omissione di soccorso, vari sono i motivi che possono causare la perdita dei punti patente. Scopriamo come funziona il recupero punti patente.

A partire dal 2003 è entrata in vigore la cosiddetta patente a punti, che introduce un nuovo modo per gestire le violazioni del Codice della strada. Con il sistema a punti infatti chi commette un inflazione subisce la cosiddetta decurtazione punti patente.

Una volta finiti i punti la patente di guida viene ritirata dunque è molto importante evitare di perderli. Ormai sono trascorsi diversi anni da quando in Italia esiste il sistema a punti eppure parecchie persone non conoscono il sistema di decurtazione dei punti sulla patente. In questo articolo vi forniremo tutte le informazioni riguardanti la decurtazione punti patente, il recupero dei punti persi e le modalità per verificare il saldo dei punti.

Decurtazione punti patente: come funziona

Decurtazione punti patente neopatentati

Quando viene rilasciata la patente di guida ogni cittadino ha diritto a 20 punti. Per i primi 3 anni (calcolati a partire dalla data di rilascio della patente) quando il neopatentato non rispetta le norme del codice della strada, per ogni inflazione la decurtazione dei punti raddoppia. Recupero punti patente neopatentati  Se durante l’arco di questi 3 anni non viene registrata alcuna violazione, il neopatentato avrà diritto ad 1 punto all’anno (per un massimo di 3 punti).

Decurtazione punti per eccesso di velocità e non solo

Generalmente siamo abituati a considerare la decurtazione dei punti esclusivamente legata all’ eccesso di velocità o a gravi incidenti. In realtà esistono tutta una serie di violazioni del Codice della strada che prevedono una riduzione dei punti patente. Più è grave il reato maggiore sarà il numero di punti decurtato. Decurtazione punti patente: 1 punto La legislazione prevede la decurtazione di 1 punto patente in caso di:

Utilizzo improprio dei fari (art 153, comma 11 del Codice della strada).

  •  Trasporto irregolare di persone, animali o oggetti (art 169, comma 10 del C.d.s.). 
  • Mancato utilizzo di segnalazione visiva o illuminazione quando obbligatorio (art.152, comma 3 del C.d.S.).
  • Irregolarità nel numero di ore settimanale di guida settimanale, (superiori al 20% rispetto a quanto prescritto) per conducenti di camion e autobus (muniti o meno di tachigrafo), in base all’art. 174 comma 7 del C.d.s.).

Decurtazione 2 punti patente

La decurtazione di due punti patente avviene in caso di:

  • Mancato rispetto della segnaletica stradale (fatta eccezione per i segnali di divieto di sosta e fermata), art 146, comma 2 del C.d.s.).
  • Sorpasso a sinistra di un tram in percorso stradale non riservato (art.148, comma 15 C.d.s.).
  • Inversioni, svolte o cambi di direzione di marcia senza rispettare le norme imposte (art 154, comma 8 C.d.s.).
  • Sosta o fermata in corsie riservate a autobus o altri mezzi (come taxi, tram o treni) o in spazi riservati ai cittadini invalidi.
  • Mancata segnalazione di ingombri provocati dal proprio mezzo di trasporto. – Mancata segnalazione del veicolo fermo in carreggiata, non utilizzo di dispositivi di protezione catarifrangenti e triangolo segnaletico (ove obbligatorio).
  • Trasporto veicoli in avaria senza utilizzare apposita segnalazione o non osservando le norme stabilite.
  • Trasporto di materiali pericolosi senza rispettare le disposizioni ministeriali per la tutela della sicurezza. – Trasportare un numero di passeggeri superiore rispetto a quello previsto dal veicolo. – Mancato rispetto del limite giornaliero per gli autisti di camion e autobus muniti di tachigrafo (superando il limite giornaliero del 10%).
  •  Superamento del limite settimanale di periodi di guida del 20% per autobus e camion muniti di tachigrafo.
  • Traino di veicoli (diversi dai rimorchi) su carreggiate, rampe, aree di parcheggio di servizio o su ogni altra pertinenza autostradale.
  • Violazione delle prescrizioni indicate per la circolazione su strade e superstrade (come, per esempio, parcheggiare in autostrada o esercitare soccorso senza autorizzazione)

Decurtazione 3 punti patente 

  • Sorpasso effettuato in assenza di condizioni adeguate.
  • Mancata osservazione della distanza di sicurezza con specifiche tipologie di veicoli.
  • Utilizzo degli abbaglianti in condizioni vietate.
  • Mancata osservazione delle norme per il trasporto di carichi sporgenti.
  • Trasporto di oggetti troppo pesanti superiori a 3 tonnellate o al 30% della massa del veicolo (fino a 10 tonnellate).
  • Eccesso di velocità superiore a 10 km/h e inferiore a 40 km/h.
  • Mancato rispetto degli obblighi da assumere verso agenti, funzionari e ufficiali .

Decurtazione punti patente: 4 punti

  • Circolazione contro mano.
  • Utilizzo errato delle corsie (per esempio, sulle strade con due o più corsie, omettere di occupare la corsia di destra più libera).
  • Trasporto di merci pericolose con un carico superiore a quello stabilito dalla legge. – Circolazione in autostrada con un veicolo caricato in maniera poco sicura, che potrebbe causare una dispersione del carico in strada.
  • Mancata precedenza ai pedoni ( non consentendogli di attraversare in strada sprovvista di strisce pedonali).
  • Mancata assistenza in caso di incidente stradale (con danni a cose o persone causate dal proprio comportamento).

Decurtazione di 5 punti patente

  • Utilizzo di dispositivi telefonici durante la guida (senza auricolari o collegamento blutooh) o cuffie sonore.
  • Guida senza cinture di sicurezza, mancato utilizzo di seggiolini per bambini, guida di motocicli senza casco.
  • Mancata osservazione degli obblighi di precedenza.
  • Guida senza occhiali o lenti a contatto ove prescritto.

Decurtazione 6 punti patente

La Decurtazione di 6 punti patente si verifica in caso di passaggio con semaforo rosso e in caso di altre violazioni del codice della strada quali:

  • Mancata sosta al segnale di stop.
  • Mancata fermata nonostante il semaforo rosso o in presenza di specifica indicazione di agente del traffico.
  • Guida irresponsabile ai passaggi a livello (senza fermarsi ai passaggi).
  • Superamento dei limiti di velocità di oltre 40 km/h ma non oltre 60km/h.

Decurtazione 8 punti patente

  • Distanza di sicurezza assente che causa incidenti in cui le vittime subiscono lesioni gravi. 
  • Mancato rispetto dell’obbligo di precedenza ai pedoni (in presenza di strisce pedonali).
  • Mancato rispetto dell’obbligo di precedenza di pedoni invalidi o bambini.
  • Inversione di marcia in prossimità o presenza di incroci, curve o dossi.

Decurtazione 10 punti patente

  • Eccesso di velocità che supera di 60km/h i limiti stabiliti.
  • Circolazione contromano in presenza o in prossimità di curve, dossi, o scarsa visibilità.
  • Sorpassi pericolosi.
  • Retromarcia in autostrada.
  • Guida in condizioni di altereazione fisica e/o psichica causata dall’utilizzo di alcol (stato di ebbrezza) o sostanze stupefacenti.

Modulo decurtazione punti patente

Quando si commette un inflazione, le autorità non sempre sono in grado di identificare con esattezza il conducente dell’auto (e non sempre conducente e proprietario del veicolo coincidono). In questo caso, in base all’articolo 12 bis del Codice delle strada, è il proprietario del veicolo a dover comunicare alle autorità i dati del conducente. La notifica deve avvenire entro 60 giorni dalla data indicata nel verbale.

Se la comunicazione non viene effettuata, il proprietario sarà costretto a pagare un’ulteriore sanzione amministrativa il cui importo può oscillare da 263 a 1050 euro. Per evitare di incorrere in un’ulteriore sanzione dovrà essere compilato l’apposito modulo decurtazione punti patente . Il suddetto modulo dovrà essere inoltrato presso gli uffici della Polizia Locale. Al modulo va inoltrata la fotocopia della patente del conducente sottoscritta dallo stesso.

Per tutte le informazioni su come controllare il saldo punti sulla patente e su come recuperare i punti persi, vi invitiamo a leggere la guida dedicata al Recupero dei punti sulla patente

Alternative al mutuo per comprare casa

Alternative al mutuo: consigli su come comprare casa senza mutuo e senza soldi da parte. Ecco tutte le possibilità offerte dalla legge, dalle banche e dallo Stato.

Comprare casa a rate, senza soldi da parte e senza dover ricorrere a un mutuo, è possibile. In alcuni casi è addirittura possibile comprare casa senza un lavoro fisso. Vediamo tutte le alternative al mutuo e chi può accedervi.

Alternative al mutuo

Sostanzialmente, chi vuole comprare casa senza mutuo può ricorrere a tre formule alternative quali:

  • Il leasing immobiliare anche detto leasing abitativo.
  • La vendita con riserva di proprietà, attenzione! Non ha niente a che vedere con l’ipoteca.
  • Il rent to buy, adatto a chi non soddisfa i criteri per accedere ai crediti bancari.

Analizziamo, una ad una, queste possibilità.

Comprare casa con il Rent to Buy

Il contratto di rent to buy è stato introdotto dal decreto legge del 12 settembre 2014 (decreto Sblocca Italia) ed è descritto come un contratto diverso dalla locazione finanziaria che prevede l’immediata concessione dell’immobile con diritto per il “conduttore di acquistarlo entro un termine determinato imputando al corrispettivo del trasferimento la parte di canone indicata nel contratto”.  Il contrtto rent to buy unisce i vantaggi dell’affitto a quelli del mutuo.

Come funziona il rent to buy? 
Il proprietario mette a disposizione l’immobile in cambio di un canone mensile che si compone di due parti, una parte copre le spese di affitto e l’altra corrisponde a una rata di anticipo sul prezzo finale dei vendita della casa. Il canone d’affitto e la rata d’anticipo per l’acquisto della casa vanno concordati e segnati in contratto. L’acquirente potrà riscattare la casa (comprarla definitivamente) dopo un massimo di 10 anni.

Al contrario, se il conduttore (l’acquirente) cambia idea e decide di non acquistare l’immobile, gli dovranno essere restituite quelle parti dei canoni versate per l’anticipo sull’acquisto della casa.

Chi può accedere al rent to buy? 
Questa formula conviene a chi non riesce ad avere un mutuo, quindi ai lavoratori precari. E’ una buona alternativa per chi vuole comprare casa senza mutuo.

Vendita con riserva di proprietà, che cos’è

In questo caso, l’immobile passa subito a disposizione dell’acquirente ma la proprietà resta al venditore.

Come funziona la vendita con riserva di proprietà?
L’acquirente ha la possibilità di pagare a rate il prezzo finale della casa quindi senza la necessità di accendere un mutuo per saldare in pieno l’intero valore dell’immobile. L’acquirente, in attesa che l’ultima rata sia versata, può alloggiare e affrontare le spese di manutenzione della casa, mentre restano a carico del proprietario tutte le imposte. Se il contratto viene sciolto da una delle due parte, il venditore dovrà restituire al conduttore tutte le rate pagate, tuttavia il conduttore può ottenere un equo compenso per l’utilizzo del bene.

Chi può accedere alla vendita con riserva di proprietà?
Questa alternativa al mutuo è interessate per chi vuole comprare casa senza molti soldi da parte.

Leasing abitativo o leasing immobiliare, che cos’è

Il leasing abitativo è una eccellente alternativa al mutuo giovani o mutuo under 35. E’ un’iniziativa dello Stato, introdotta con la Legge di Stabilità. Consente l’acquisto della prima casa a tutti i giovani fino a un’età di 35 anni.

Come funziona il leasing abitativo?
L’accordo prevede che la casa scelta dall’acquirente sia acquistata da una società di leasing o da una banca. La società di leasing e l’acquirente stipulano un contratto di locazione finalizzato all’acquisto dell’immobile.

Come? Il contratto di locazione finanziaria può avere una durata massima di 30 anni durante i quale l’acquirente versa canoni mensili. Al termine del contratto l’acquirente ha la possibilità di riscattare l’alloggio pagando la cifra totale pattuita in origine alla quale verranno sottratte le rate già versate con i canoni di locazione mensile. Per tutti i dettagli su questa alternativa al mutuo per giovani (requisiti, modalità d’accesso, possibilità di portare in detrazione fiscale la spesa…) vi rimandiamo alle pagine:

Rinnovo patente, la guida completa

Rinnovo patene: come funziona, quanto costa e ogni quanto deve essere fatto. Iter da seguire per rinnovare la patente di guida scaduta o in scadenza.

Il rinnovo della patente di guida è una di quelle scadenze che tutti i cittadini patentati devono rispettare per evitare di pagare pesanti sanzioni nel caso vengano sorpresi dalle Forze dell’Ordine con la patente scaduta. Il 2014 è stato l’anno della svolta per quanto riguarda la normativa che disciplina il rinnovo patente. A partire dal 2014 tutto l’iter da seguire per ottenere il rinnovo della patente è stato semplificato. In questa pagina vi indicheremo come funziona il rinnovo della patente, quando effettuarlo e quali sono i relativi costi.

Rinnovo Patente B: quando va fatto?

Il rinnovo della patente di guida va effettuato una volta ogni tot. di anni in base all’ età del richiedente. Che ci piaccia o no, più trascorre il tempo più le nostre capacità psico-fisiche tendono a ridursi, ed è proprio per questo motivo che più si va avanti con gli anni e più si riduce il periodo di validità della patente di guida. Nel dettaglio la patente di tipo “B” va rinnovata:

  • per i cittadini con meno di 50 anni d’età, ogni 10 anni;
  • per gli over 50, con meno di 70 anni il rinnovo è previsto ogni 5 anni;
  • coloro che hanno tra i 70 e gli 80 anni d’età, ogni 3 anni;
  • over 80, ogni 2 anni.

Rinnovo patente: scadenza compleanno

Per il rinnovo della patente di guida vale la cosiddetta regola del compleanno. La data di scadenza della patente coincide infatti con il giorno del compleanno del titolare. Questa disposizione ha generato non poche perplessità per i conducenti tant’è vero che il Ministero dei trasporti e delle infrastrutture fornì dei chiarimenti a riguardo.

La regola del compleanno è applicata a partire dal primo rinnovo di patente; questo vuol dire che se non avete mai ancora rinnovato la patente di guida dovrete far riferimento alla data di scadenza del documento (che molto probabilmente non coincide con la data del vostro compleanno). A partire dal primo rinnovo invece vedrete che la data di scadenza del documento coinciderà con quella del vostro compleanno, ed è quella la data da considerare per i rinnovi successivi.

Rinnovo patente: iter da seguire

Rinnovare la patente è diventata un’operazione alquanto semplice. Probabilmente, tra tutti i documenti quello più semplice da rinnovare. Vi ricordiamo che è possibile avviare la pratica del rinnovo patente anche fino a quattro mesi prima dell’effettiva scadenza del documento. Per esempio, rinnovo patente non scaduta: se la patente mi scade a marzo già a gennaio posso avviare la pratica.

Documenti necessari per il rinnovo patente

Ecco cosa serve e dove recarsi per rinnovare la patente di guida.

  • due fototessera (con sfondo blu);
  • valido documento d’identità;
  • codice fiscale.
  • Attestazione dei versamenti: – 9 euro da versare sul c/c 9001; – 16 euro da versare sul c/c 4028.

Dove andare per rinnovare la patente? Una volta pagate queste imposte potrete sostenere la visita medica. Tale visita può essere effettuata presso gli studi medici autorizzati dalla motorizzazione come ad esempio:

  • medico ASL;
  • medico dei Vigili del Fuoco e delle Ferrovie dello Stato;
  • medico del Ministero del Lavoro;
  • medico scuola guida.

Quanto costa rinnovare la patente

I costi delle visite possono variare in base alla Regione di appartenenza, generalmente comunque le spese sostenute per le visite effettuate da un medico delle Ferrovie dello Stato risultano più economici. Se l’esito della visita è positivo, sarà direttamente l’ufficio presso il quale avrete effettuato il controllo medico a trasmettere all’ Ente competente tutte le informazioni utili per il rinnovo:

  • fototessere;
  • firma del richiedente;
  • risultati degli accertamenti medici.

Vi sarà rilasciato inoltre un documento provvisorio da utilizzare fin quando non arriverà la nuova patente. Il foglio provvisorio ha 60 giorni di validità, (ma tranquilli la patente dovrebbe essere pronta molto molto prima! )

Rinnovo patente: dopo  quanto tempo arriva

Una volta effettuata la visita medica e consegnata la relativa documentazione, la patente di guida sarà spedita direttamente a casa entro circa 15 giorni. Se, trascorso questo periodo di tempo, il documento non vi fosse stato ancora consegnato, è possibile telefonare ad uno dei seguenti numeri per avere informazioni sullo stato della richiesta e sui tempi di consegna della patente rinnovata:

  • 800 979 416;
  • 800 23 23 23.

Rinnovo patente, costi

Oltre ai versamenti obbligatori e ai costi per la visita medica è necessario versare, direttamente al postino al momento della consegna della patente rinnovata, un importo pari a 6.86 euro.

Patente smarrita: cosa fare

In caso di furto o smarrimento (o anche distruzione) della patente di guida, il titolare, entro 48 ore, dovrà presentare una denuncia presso una stazione di delle Forze dell’Ordine (Polizia o Carabinieri). Qui sarà rilasciato un documento provvisorio attraverso il quale sarà possibile circolare.

Duplicato patente

In caso di distruzione, smarrimento o furto della patente di guida, una volta effettuata la denuncia presso gli uffici delle stazioni competenti, il titolare dovrà munirsi di 2 fotografie formato tessera (a sfondo blu) e valido documento d’identità. Entro 45 giorni dovrebbe arrivare a casa il duplicato della patente in formato tessera, senza costi aggiuntivi, in caso contrario è possibile contattare il numero verde del Ministero dei Trasporti per chiedere informazioni a riguardo, n. verde 800-232323.

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Rimborso canone Rai e codici di richiesta

Rimborso canone Rai: le istruzioni per presentare la richiesta di rimborso del canone Rai applicato impropriamente in bolletta.

Magari avete fatto, con giusta causa, richiesta di esenzione del canone RAI e avete presentato la dichiarazione di non detenzione della televisione. Nonostante la vostra richiesta, potrebbe esservi stato addebitato, con la bolletta della luce, il canone Rai non dovuto. In questa situazione, come si chiede il rimborso del Canone Rai? Scopriamo tutti i dettagli per chiedere il rimborso all’Agenzia delle Entrate.

Rimborso canone Rai, come fare

In caso di addebito errato del canone Rai in bolletta vi basterà presentare istanza all’Agenzia delle Entrate sulla base di un modulo reperibile gratuitamente sul sito ufficiale della Rai o della stessa Agenzia delle Entrate. La richiesta di rimborso canone Rai non dovuto (però addebitato nelle fatture dell’energia elettrica) deve essere presentata dall’intestatario della bolletta o dai suoi eredi in caso di decesso dell’intestatario.

La richiesta di rimborso del canone Rai può essere eseguita direttamente online sul sito dell’Agenzia delle Entrate ma solo se si dispone delle credenziali d’accesso ai servizi web dell’Agenzia come Fisconline o Entratel. Non solo via web, la richiesta può essere fatta anche alla vecchia maniera: vi basterà inviare il modulo di richiesta di rimborso in forma cartacea.

La richiesta va inviata con raccomandata con ricevuta di ritorno all’indirizzo:
 “Agenzia delle Entrate, Direzione provinciale 1 di Torino, Ufficio di Torino 1, SAT- Sportello abbonamenti TV- Casella Postale 22-1012 Torino”, al modello di rimborso va allegata la fotocopia di un valido documento di riconoscimento. Per l’invio in modalità postale, per la data, farà fede il timbro postale.

Modulo di rimborso canone Rai, come si compila

Il modello di rimborso canone Rai, da scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate o dal portale ufficiale Rai, può essere facilmente compilato. Vanno indicati i dati anagrafici dell’intestatario e l’anno di imposta a cui si riferisce il canone TV impropriamente applicato. Dovrete poi indicare dati quali:

  • il codice del POD Si tratta del cosiddetto punto di prelievo, questa informazione è presente nella fattura o bolletta Enel alla quale è stato applicato il canone Rai.
  • Il numero identificativo delle fatture/bollette in cui è stato addebitato il canone di cui si richiede il rimborso Anche in questo caso, si tratta di un’informazione presente nella fattura/bolletta della luce.
  • L’importo del canone di cui si richiede il rimborso per ciascuna fattura in cui è stato addebitato.

Codice di rimborso per il canone Rai

Sarà necessario compilare il modulo indicando la motivazione della richiesta di rimborso del canone Rai. La causa di rimborso va indicata mediante un codice identificativo. In base alla motivazione che vi ha spinti a chiedere il rimborso del canone Rai, usate uno di questi codici:

  • Codice 1 il codice “1” identifica la situazione in cui il richiedente o un suo familiare sono esenti dal canone per età e reddito (almeno 75 anni e reddito complessivo familiare non superiore a 6.713,98 euro) ed è stata presentata l’apposita dichiarazione sostitutiva.
  • Codice 2 il codice “2” è riservato ai soggetti esenti in base a convenzioni internazionali, quali agenti diplomatici, funzionari o gli impiegati consolari, funzionari di organizzazioni internazionali, esenti in base allo specifico accordo di sede applicabile, militari di cittadinanza non italiana o il personale civile non residente in Italia di cittadinanza non italiana appartenenti alle forze NATO di stanza in Italia.
  • Codice 3 Il “3” individua i casi in cui il richiedente o un suo familiare hanno pagato il canone addebitato in bolletta anche con altre modalità (ad esempio, con addebito sulla pensione)
  • Codice 4 Il “codice 4” va indicato quando il canone Rai è stato pagato anche su un’utenza elettrica intestata a un altro componente della stessa famiglia.
  • Codice 5 Il “5” va indicato dal richiedente che ha presentato la dichiarazione sostitutiva con la quale attesta che né lui né i suoi familiari sono in possesso di apparecchi Tv
  • Codice 6 Il “6” identifica motivi diversi dai precedenti, quindi va usato questo codice in caso di intestatario defunto.

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Detrazioni fiscali lavori fai da te: come funziona lo sgravio fiscale al 50% e al 65% per chi esegue lavori di ristrutturazione casa fai da te.

Detrazioni fiscali: proroga fino al 2017

Con la legge di Bilancio 2017, approvata lo scorso 15 ottobre dal Consiglio dei Ministri, sono previste detrazioni fiscali prorogate fino al 31 dicembre del 2017. Le detrazioni fiscali, quindi, rimangono invariate per i lavori in casa, con percentuale al 50% per interventi di ristrutturazione e percentuale del 65% per lavori di ristrutturazione che mirano al miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio (bonus risparmio energetico). Restano invariate le modalità per chi desidera accedere alle detrazioni fiscali ed esegue lavori di ristrutturazione fai da te.

Detrazioni fiscali per lavori di fai da te

Non tutti sanno che è possibile accedere allo sgravio fiscale anche in caso di ristrutturazione svolta in piena autonomia, con il fai da te. In caso di ristrutturazione fai da te, poiché non vi è una ditta che fornisce e certifica la manodopera, la detrazione potrà riguardare solamente le spese sostenute per l’acquisto dei materiali.

A rendere lecita la richiesta di detrazione fiscale a parte di chi svolge ristrutturazioni in proprio è l’Agenzia delle Entrate con la Guida sulle ristrutturazioni Edilizie che cita: “Può richiedere la detrazione anche chi esegue in proprio i lavori sull’immobile, limitatamente alle spese di acquisto dei materiali utilizzati”.

Detrazione fiscale al 65% per lavori fai da te

Non solo semplici interventi di ristrutturazione. Con il fai da te, il contribuente può raggiungere uno sgravio fiscale fino al 65% se l’intervento è andato a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio. In questo caso, però, il contribuente dovrà interpellare un tecnico abilitato in grado di fornire un certificato APE (attestazione prestazione energetica) sia prima dell’inizio dei lavori, sia dopo la fine del lavoro di fai da te. La certificazione energetica dell’edificio dovrà attestarne il miglioramento grazie all’intervento di fai da te. Le spese per il rilascio della certificazione energetica dovranno essere documentate così da essere portate in detrazione. In questo contesto, con il fai da te si può provvedere a:

  • Sostituzione dei serramenti con infissi coibentati
  • Installazione di pannelli isolanti a parete
  • Installazione di pavimento isolante
  • Sostituzione della caldaia
  • Sostituzione impianto di riscaldamento con un impianto a biomassa
  • Installazione di una copertura isolante

Detrazioni al 50% dei lavori di fai da te

La detrazione fiscale scende al 50% in caso di manutenzione ordinaria e straordinaria che non vada a migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio. Gli interventi di fai da te che possono vedere una detrazione (detrazione fiscale al 50% della spesa d’acquisto dei materiali) sono:

  • Allargamento di una porta
  • Realizzazione di un muretto di cinta
  • Realizzazione di una cancellata
  • Sostituzione degli infissi
  • Realizzazione di una nuova pavimentazione
  • Rifacimento o costruzione di un marciapiede
  • Sostituzione zoccolo esterno di facciata con altro dalle diverse caratteristiche

Il fai da te non è sempre la scelta più semplice: se l’opera di ristrutturazione prevede modifiche all’impianto elettrico o idraulico sarà necessaria la dichiarazione di conformità rilasciata da un tecnico abilitato. Per esempio, se avete deciso di ristrutturare il bagno con il fai da te e questo intervento andrà a modificare l’impianto idraulico, sarà necessario interpellare una Ditta Privata.

Al momento della dichiarazione dei lavori bisognerebbe presentare una pratica edilizia dove si dichiara che l’impianto sarà realizzato da un idraulico di cui bisognerà consegnare il DURC. Le spese sostenute per l’idraulico potranno essere portate in detrazione così come si potrà beneficiare della detrazione per tutte le spese coperte per le rimanenti opere di fai da te. Per chi esegue lavori di fai da te e acquista materiali, non vi è la possibilità di accedere all’IVA agevolata. L’IVA è al 22% sia per l’acquisto di materiali, sia per le competenze dovute ai professionisti coinvolti.

Valgono le stesse regole anche per le detrazioni fiscali in condominio su lavori eseguiti con il fai da te.

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