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Sospensione delle rate del mutuo

Fino al 31 dicembre 2017 è possibile richiedere la sospensione delle rate del mutuo. Non sono però oggetto di sospensione gli interessi , che dovranno comunque essere pagati. Vediamo nei dettagli chi può beneficiare e come accedere alla moratoria. 

Sospensione rate mutuo, chi può fare richiesta

La crisi economica rende sempre più pressante il peso delle rate del mutuo da pagare per chi ha acquistato un’abitazione principale, ragion per cui, la Legge di Stabilità 2015 ha previsto la nuova moratoria sui mutui fino al 2017.

L’ABI (Associazione Bancaria Italiana) insieme alle associazioni di consumatori ha stabilito le regole per la sospensione della sola quota di capitale del credito alle famiglie.

Possono beneficiare della sospensione delle rate del mutuo coloro che hanno acquistato l’abitazione principale. È esclusa la seconda casa. In tal caso, sarà  possibile rivolgersi alla banca per chiedere la sospensione per un periodo massimo di 12 mesi  della quota capitale delle rate mensili di pagamento. La richiesta dovrà pervenire entro il 31 dicembre 2017 e potrà essere fatta  solo una volta.

Tale operazione non prevede commissioni, né interessi di mora. Alla scadenza del periodo di sospensione, il piano di ammortamento riprende e ovviamente si allunga la durata del mutuo. 

Sospensione rate mutuo, quando può essere richiesta

La sospensione delle rate del mutuo può essere richiesta nei seguenti casi:

  • 1) In caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato: sono da escludere i casi di risoluzione consensuale ,  licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, dimissioni del lavoratore non per giusta causa.
  • 2) In caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni anche in attesa dell’emanazione di provvedimenti di autorizzazione dei trattamenti di sostegno del reddito: gli ammortizzatori sociali in deroga, cassa integrazione, ecc
  • 3) In caso di morte
  • 4) In caso di handicap o grave o condizione di non autosufficienza sopraggiunta.

N.B: nel caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro, possono chiedere la moratoria anche i titolari di mutuo garantito da ipoteca su immobili adibiti ad abitazione principale per 12 mesi e in relazione alla quota capitale.

Sospensione rate mutuo, documenti da presentare

Nei casi suddetti, il titolare del mutuo può chiedere, alla banca che aderisce alla moratoria, la sospensione del mutuo con una dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Vanno poi allegati i seguenti documenti:

  • – Se si tratta di perdita di lavoro, occorre la lettera di licenziamento, di dimissioni o il contratto di lavoro da cui si evince la scadenza intervenuta.
  • – Se si tratta di morte, occorre il certificato di decesso.
  • – In caso di handicap insorto, occorre la certificazione medica che rilascia l’ASL.

La banca o l’intermediario che ha concesso il mutuo dovrà rispondere entro 20 giorni lavorativi.

Coloro che in passato hanno già beneficiato di un periodo di sospensione per altre misure, possono accedere alla nuova moratoria solo se sono trascorsi almeno 24 mesi dall’avvio dell’istruttoria precedente.

Sospensione rate mutuo, a chi non spetta

Non possono beneficiare della sospensione:

  • i mutuatari morosi che hanno maturato un ritardo nelle rate del mutuo superiore a 90 giorni.
  • Coloro che hanno stipulato una polizza assicurativa a copertura della perdita o riduzione del lavoro.

 

 

Cambio di residenza online

Cambio di residenza online: le istruzioni su come cambiare la residenza via internet sfruttando moduli online e posta elettronica.

State cambiando casa? In questo caso vi toccherà fare anche il cambio di residenza. Avere la residenza significa avere il rilascio di certificati anagrafici e l’accesso a servizi demografici cittadini.

Non tutti sanno che il cambio di residenza può essere richiesto online tramite l’impiego di un indirizzo di posta certificata. Alla richiesta di cambio di residenza online bisognerà allegare la copia del documento di identità. Per il cambio di residenza online non è necessario l’impiego di fax, anzi, sono rarissimi i casi eccezionali in cui il municipio richiede l’inoltro di un documento tramite questo mezzo ormai in disuso.

Grazie a questa semplificazione, il cambio residenza è diventata un’operazione più semplice e più comoda: con il cambio di residenza online non occorre più recarsi negli uffici comunali preposti ne’ dover attendere lunghe code. 

E’ bene sottolineare che, con la posta cerficiata, questi documenti hanno lo stesso valore di quelli che vengono consegnati cartacei presso gli uffici appositi.

Cambio di residenza online, la documentazione

La dichiarazione di cambio di residenza online può essere eseguita mediante una di queste modalità:

Via posta elettronica

Occorrente: posta elettronica, firma digitale o carta dei servizi o carta d’identità elettronica

Bisogna compilare un apposito modello dichiarazione di residenza, questo modello si può scaricare direttamente sul sito del Comune. Bisognerà compilare il modello in ogni sua parte e sottoscriverlo con firma digitale oppure identificarsi con la carta di identità elettronica o la carta dei servizi.

Via posta elettronica certificata (PEC)

Occorrente: un indirizzo attivo di posta elettronica certificata 

In questo caso non occorre firmare la dichiarazione perché la persona che fa la dichiarazione è identificata attraverso la PEC, quindi non sarà necessario disporre di firma digitale. Il modulo va scaricato sempre dal sito del Comune di nuova residenza e va inviato all’amministrazione.

Di persona, attraverso gli sportelli comunali

Bisogna recarsi allo sportello e utilizzare il modulo dichiarazione di residenza (o dichiarazione di trasferimento di residenza all’estero).

Cambio residenza online, come funziona

Una volta fatta la domanda, il Comune potrà proseguire l’iter della pratica andando a inserire il richiedente all’interno del proprio archivio anagrafico. Questa operazione deve avvenire obbligatoriamente entro i due giorni lavorativi utili e successivi alla presentazione della richiesta.

Se il cambio di residenza è di un Comune diverso? 

Se il cambio di residenza  avviene fra Comuni diversi oppure si tratta di un cittadino iscritto all’anagrafe italiani residenti all’Estero (AIRE), l’ufficio ricevente dovrà comunicare la variazione di residenza al Comune di Provenienza, sempre entro i due giorni previsti dal decreto.

Il Comune di provenienza dovrà inviare i dati del cittadino al Comune di destinazione entro e non oltre i cinque lavorativi, sempre per via telematica.

Dopo aver effettuato questo passaggio di dati, i due Comuni avranno a disposizione 45 giorni di tempo per  poter verificare le dichiarazioni in loro possesso, ed eventualmente inviare al cittadino, che ha effettuato il cambio di residenza online,  un avviso che indichi i documenti che occorrono per  terminare la pratica; in caso contrario scatterà il silenzio-assenso.

Cosa succede se viene dichiarato il falso?

Attenzione ai controlli dato che nei 45 giorni successivi alla richiesta di cambio di residenza, il Comune effettuerà le verifiche e controllerà la documentazione presentata dal richiedente. Se vengono effettuate dichiarazioni non veritiere, va a decadere l’iscrizione presso il nuovo comune o la nuova residenza. Non solo la richiesta sarà respinta ma scatterà, in questo caso, un procedimento penale. Con il procedimento penale seguirà una segnalazione da parte del Comune alle autorità competenti.

Canone Rai, pagamento 2016

Canone Rai 2016: quanto si paga, come si paga e come funziona l’addebito in bolletta. Informazioni su esenzione, scadenze e sconti.

Da gennaio 2016 il canone Rai verrà inserito direttamente nella bolletta per la fornitura dell’energia elettrica. L’importo da pagare scenderà da 113,5 a 100 euro ma la nuova modalità di pagamento in bolletta si stima che assicurerà un incremento degli introiti di 600 milioni di euro nelle casse dello stato. Vediamo nel dettaglio tutte le info su canone Rai 2016 addebitato in bolletta.

Canone Rai 2016, come funziona

Da gennaio 2016 i contribuenti dovranno pagare il canone Rai in 6 rate annuali direttamente nella bolletta elettrica. Quanto costa il canone rai 2016? La cadenza  sarà bimestrale e ogni rata avrà l’importo di 16,66 euro, per un totale di circa 100 euro all’anno. Il canone dovrà essere pagato solo per la prima casa e anche dagli affittuari

Canone Rai 2016 addebitato in bolletta

Questa la novità prevista nella Legge di Stabilità 2016 recepita in un decreto ad hoc che dovrà essere approvato entro 45 giorni dal Ministero dello sviluppo economico. Il canone di abbonamento alla televisione pubblica spetta solo sulla prima casa. Anche chi è in affitto dovrà pagare il canone Rai, anche le giovani coppie che hanno trasferito la residenza uscendo dallo stato di famiglia dei genitori.

Canone Rai 2016, esenzioni e a chi non spetta

Il pagamento del canone Rai nella bolletta della luce riguarda solo i contratti domestici; chi non ha il televisore né internet a casa non dovrà pagare il canone. In pratica, rimane escluso chi non ha la televisione e naviga in Internet attraverso pc, notebook, Tablet e smartphone non attraverso il classico modem da contratto bensì attraverso pennette e smartruther che funzionano con una sim atta a garantire il traffico dati. Anche chi usa tablet e smartphone come modem e non ha una linea fissa resterà esentato dal pagare il canone.

In questo senso, si ipotizza un’apposita autocertificazione che il contribuente dovrà inviare all’Agenzia delle Entrate dove dovrà dichiarare di non essere in possesso del televisore.

Per fare chiarezza, chi non possiede un televisiore ma un tablet, un notebook o un qualsiasi device atto alla trasmissione di programmi televisivi (quindi non con il digitale terrestre ma con il cosiddetto “streaming”), dovrà pagare il canone solo se il dispositivo è associato a una line internet di rete fissa e non mobile. 

Cosa succede se il canone Rai non viene pagato?

Per coloro che non pagano è prevista una maxi sanzione  fino a 500 euro, cioè cinque volte l’importo. Chi non pagherà la bolletta della luce potrà invece corrispondere il canone Rai e viceversa. Per ulteriori dettagli si attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Esenzione canone Rai per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni 

Per beneficiare dell’esenzione occorre: 

  • aver compiuto 75 anni entro il termine di pagamento del canone;
  • non convivere con altri soggetti diversi dal coniuge titolari con reddito proprio;
  • avere un reddito che insieme a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente ad euro 516,46 per tredici mensilita’ (euro 6.713,98 annui).

Per tutte le altre forme di esenzione, vi invitiamo a leggere l’articolo: esenzione canone RAI, a chi spetta“.

Il cambio intestazione per non pagare il canone rai

Per non pagare il canone Rai sembrerebbe che molti vogliano optare per il cambio dell’intestatario del contratto della luce. Ci riferiamo a coloro che nel nucleo familiare hanno una persona con più di 75 anni e che rientra entro il limite di reddito prefissato come requisito minimo. Non è chiaro cosa si deciderà di fare nei confronti dei ‘furbetti’, probabilmente il cambio nominativo verrà bloccato da un provvedimento ad hoc del governo. Ovviamente non ci si aspettava una falla simile nel sistema creato ad hoc per combattere l’evasione fiscale.

 

Sul canone Rai puoi leggere anche: 

Assoelettrica: “Canone Rai in bolletta inammissibile”

 

 

 

 

Bonus mobili 2016 con o senza ristrutturazione

Bonus mobili 2016: informazioni sul bonus mobili con o senza ristrutturazione. Bonus mobili ordinario e bonus mobili per le giovani coppie. Tutte le novità introdotte dalla legge di stabilità 2016.

Con la legge di stabilità 2016, novità rilevanti sul Bonus Mobili che lo svincolano dai lavori di ristrutturazione di un edificio. La legge di stabilità 2016 porta novità in tema incentivi e agevolazioni con diverse proproghe e modifiche: oltre alla proroga per tutto il 2016 del bonus mobili e ristrutturazioni e dell’ecobonus, sono state introdotte misure ad hoc per le giovani coppie under 35. Vediamo quali sono i requisiti per poter accedere agli incentivi bonus mobili 2016 previsti per le giovani coppie under 35.

Bonus mobili, incentivi per la ristrutturazioni ed Ecobonus: cosa sono?

Facciamo un po’ di chiarezza prima di addentrarci nell’argomento bonus mobili 2016 per giovani coppie under 35.

Con il bonus mobili e bonus ristrutturazioni è possibile accedere alle detrazioni Irpef del 50% sulle ristrutturazioni edilizie fino ad un massimo di 96mila euro di spesa,  e bonus su mobili e su grandi elettrodomestici per una spesa massima di 10mila euro. Con l’ecobonus sono previste detrazioni Irpef e Ires del 65% sui lavori per l’efficientamento energetico dell’immobile per un tetto massimo di spesa di 100mila euro. Per altre agevolazioni: bonus elettrodomestici 2016.

Bonus mobili 2016 senza ristrutturazione, requisiti per le giovani coppie

Le giovani coppie potranno usufruire del  bonus mobili 2016 senza ristrutturazione che consente loro di detrarre il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto dei beni mobili e di arredo. Il tetto massimo di detrazione è pari a 8.000 euro. 

Per poter accedere al bonus mobili sono necessari i seguenti requisiti:

  • La giovane coppia dovrà essere alle prese con l’acquisto della prima casa entro il 2016;
  • Almeno un elemento della coppia dovrà avere meno di 35 anni;
  • La coppia deve essere formata da almeno 3 anni (sia coppie sposate che conviventi more uxorio)

ll Bonus potrà essere utilizzato anche dai conviventi “more uxorio”, cioè dalle coppie di fatto, a patto che abbia formato un nucleo familiare da almeno tre anni (ma in base a cosa sarà possibile dimostrare la formazione del nucleo familiare? La residenza? Il dubbio c’è).

La detrazione sarà distribuita ordinariamente in dieci quote annuali di uguale importo nell’ambito della dichiarazione dei redditi e dovrà essere ripartita tra gli aventi diritto.

Bonus mobili 2016 per giovani coppie, chi non potrà accedere

Con il bonus mobili 2016, il bonus mobili ordinario, fino ad ora legato alla ristrutturazione edilizia , viene  esteso anche alle giovani coppie che acquistano la prima casa, a patto che siano rispettati i requisiti suddetti, ma in questo caso sono escluse le detrazioni degli elettrodomestici.Il bonus mobili senza ristrutturazione può essere letta come una delle agevolazioni previste per chi acquista la prima casa (per approfondimenti: agevolazioni acquisto prima casa).

Restano esclusi tutti i coniugi che vivono già in una casa di proprietà acquistata prima dello scoccare dei 3 anni di convivenza. Lo stesso dicasi per tutti coloro che decideranno di sposarsi o di andare a convivere l’anno prossimo poiché non avranno “l’anzianità di coppia” prevista dalla norma. In pratica: senza una convivenza iniziata nel 2013, niente bonus. Se avete una casa di proprietà acquistata nel 2015, lo stesso. 

Nessun bonus mobili senza ristrutturazione è previsto per chi va in affitto in una casa da ammobiliare.

Tutti coloro che restano esclusi dal bonus mobili 2016 possono comunque, se effettuano una ristrutturazione, beneficiare del bonus mobili ordinario, il cui tetto di spesa massimo resta fissato per 10mila euro.

Bonus elettrodomestici 2016

 

Tutte le info sul Bonus elettrodomestici 2016 con detrazione fiscale per l’acquisto di nuovi elettrodomestici  a seguito di lavori di ristrutturazione edile o di Ecobonus nell’ottica dell’efficienza energetica.

Grazie alla Legge di Stabilità 2016, i termini dell’agevolazione fiscale sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2016. Questo significa che ecobonus, bonus ristrutturazioni edilizie, bonus mobili ed elettrodomestici potranno ancora essere fruibili offrendo benefici e agevolazioni mediante la detrazione IRPEF del 65% e del 50% per tutto il 2016.

 

Bonus elettrodomestici 2016, a chi spetta

Chi acquisterà un nuovo forno, lavatrice, lavastoviglie o frigorifero dovrà dichiarare la spesa e suddividere la quota che gli spetta nel modello 730 e modello Unico. Potranno accedere al Bonus coloro che avranno sostenuto la spesa dal 6 giugno 2013 fino al 31 dicembre 2016 a seguito di un intervento di ristrutturazione

 

Bonus elettrodomestici 2016, come funziona

La detrazione Irpef per chi acquista nuovi elettrodomestici e mobili, è del 50% della spesa totale fino ad un massimo di 10.000 euro. Tale detrazione, deve essere suddivisa in 10 quote annuali dello stesso importo: ciascuna quota dovrà essere dichiarata ogni anno sulla dichiarazione dei redditi. 

È possibile includere nella detrazione fiscale anche la spesa di elettrodomestici e arredi,  effettuati prima della ristrutturazione, ma per accedere alla detrazione è necessario che la ristrutturazione sia antecedente all’acquisto. La data di inizio lavori, dovrà pertanto essere documentata e certificata.

 

Bonus elettrodomestici 2016, per quali elettrodomestici è previsto 

La detrazione fiscale al 50% spetta per l’acquisto di grandi elettrodomestici come lavatrice, congelatori, forno A+ e frigoriferi a patto che la loro classe energetica sia non inferiore a A+ e A per i forni e altri apparecchi classificabili. Le spese di trasporto e montaggio degli elettrodomestici, potranno essere detratte solo se documentati da fattura o ricevuta fiscale e se pagati secondo le modalità previste dalla legge, ossia tramite carte di credito, pos, carte di debito o bonifico bancario o postale.

 

Detrazione spesa al 50%, come accedere

Per usufruire  della detrazione del 50% sull’acquisto dell’elettrodomestico, bisogna dichiarare la spesa sostenuta nella dichiarazione dei redditi 2016 tramite modello 730 o Unico persone fisiche. 

La spesa sostenuta può esser pagata oltre che con carte di credito, anche con Bonifico bancario o postale a patto che venga utilizzata l’apposita causale per i bonifici relativi ai lavori di ristrutturazione fiscalmente agevolati. Bisognerà poi inserire codice fiscale del beneficiario della detrazione, numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.

Nel caso di pagamento con carte di credito o carte di debito,  la data di pagamento evidenziata nella ricevuta telematica deve essere nello stesso giorno di utilizzo della carta di credito o di debito da parte del titolare, e non nel giorno di addebito sul conto corrente del titolare stesso.

Non sono ammessi pagamenti effettuati con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

 

Bonus elettrodomestici 2016 – Quali documenti occorrono?

Per accedere alla detrazione elettrodomestici 2016 occorrono le ricevute dei bonifici, le ricevute di avvenuta transazione per i pagamenti con carte di credito o di debito, la documentazione di addebito sul conto corrente e le fatture di acquisto.

Con tali documenti di spesa, sarà possibile compilare la dichiarazione dei redditi nella sezione detrazioni di spesa modello 730 e Unico 2016 

 

EGO International: i passi per l’internazionalizzazione delle PMI

Viviamo in un’epoca in cui il commercio non è più una piccola nicchia che potremmo definire “casalinga”, ma con la globalizzazione e l’apertura delle frontiere dei maggiori mercati mondiali è diventato fondamentale saper uscire dai confini nazionali ed inserirsi alla perfezione in quello che è diventato il vero business del futuro.

L’internazionalizzazione delle PMI è la soluzione migliore per sopperire allo stallo del mercato interno, entrando in un mondo pieno di opportunità che però va affrontato nel modo più consono. Di questo avviso anche gli esperti marketing del gruppo EGO International (qui il sito) con commenti e pareri che ci spiegano quali siano i passi che deve seguire una piccola e media impresa per entrare nel mercato globalizzato.

Numerose piccole e medie imprese nascono senza una vera e propria programmazione per l’export, con la conseguenza che nei quadri dell’azienda non è presente una figura che si occupi di avviare e sviluppare progetti nell’ambito del mercato estero.

Questo secondo le opinioni di EGO International Group è uno dei punti fondamentali su cui soffermarsi, perchè senza una base concreta da cui partire non è possibile pensare ad una internazionalizzazione, motivo per cui si rende necessario rivolgersi a persone esperte che possano indirizzare la PMI verso il mercato estero più consono, oppure che possano suggerire nuove strade percorribili, mercati all’apparenza distanti che però potrebbero rivelarsi un’ottima fonte di investimento.

Egointernational suggerisce ai suoi clienti una soluzione per le PMI che non hanno un settore export avviato, la realizzazione di un servizio di outsourcing, all’interno del quale siano presenti esperti del mercato estero di riferimento, export manager che lavorino in simbiosi con la PMI per trovare la soluzione che possa “calzare a pennello”, che siano oltretutto madrelingua, in modo da facilitare i rapporti con le realtà locali.

Le strategie per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese possono essere molteplici, la presenza di un export manager permette ad esempio di programmare la partecipazione alle fiere di settore, dove di solito è garantita la presenza delle diverse realtà intenazionali.

Si può fare l’esempio sulla bocca di tutti con l’Expo, l’esposizione mondiale che ha visto e vede la presenza delle più grandi aziende mondiali, soprattutto del settore Food&Beverage, ed alla quale EGO International Group è stato invitato come guest per l’evento Expo Mood Not Only Food&Wine, e dove il gruppo era già presente per l’Expo Business Matching.

Proprio l’Expo Business Matching è la grande opportunità messa a disposizione delle aziende durante Expo per allacciare rapporti e confrontarsi con le realtà del mercato estero. Molto attiva la presenza degli export manager food, ma tutti i vari eventi sono stati la migliore occasione per incontrare investitori internazionali ed imprenditori esteri, e quindi sviluppare partnership e accordi di tipo commerciale.

Le recensioni su EGO International sono state molto positive riguardo l’evento, che finora è riuscito a far incontrare spesso positivamente domanda ed offerta, aprendo nuovi sbocchi al mercato internazionale per le PMI italiane.

Outsourcing, fiere di settore, ampliamento dei settori di mercato, sono solo i primi passi che secondo i giudizi di EGO International una PMI dovrebbe seguire per la sua internazionalizzazione, strategie di marketing che possono permettere alle piccole e medie imprese di cimentarsi in un mercato, quello internazionale, che può rappresentare le vera via di sviluppo per garantirsi un futuro.

Il punteggio del golfista

Anche se non è un gioco conosciuto da tutti, il meccanismo per il punteggio del golfista e per la sua attribuzione è piuttosto semplice e permette di comparare il punteggio di giocatori di abilità molto differenti.

Un giro di golf è generalmente composto da 18 buche e a ognuno di esse viene assegnato un numero di colpi predefinito (il cosiddetto ‘par’): fondamentale a questo punto il concetto di handicap di gioco (puoi leggere in proposito Handicap Golf: cos’è e come si ottiene), attribuito a ogni golfista in base al proprio livello di gioco. Il numero che si ottiene è sostanzialmente il numero di colpi “aggiuntivi” rispetto al par del campo che sono previsti per il giocatore e dunque diventa il nuovo riferimento per ogni singolo atleta. 

 

Il punteggio del golfista: Medal e Stableford

Il punteggio del golfista è la somma dei colpi effettuati per completare un giro di 18 buche: deve essere il numero minore possibile.  Questo sistema di calcolo è detto formula di gioco Medal, in cui quindi il giocatore deve portare a termine tutte le buche indipendentemente dal numero di colpi che impiegherà. Per semplificare un po’ la vita ai meno esperti è stato inventato un metodo di calcolo a “punti” e non più a colpi eseguiti, denominato Stableford, e la maggior parte delle competizioni per dilettanti si giocano con questa formula.

Con questo sistema ogni giocatore ha a disposizione un determinato numero di colpi per portare a termine ogni buca: se ci riesce entro i colpi prestabiliti (considerando anche l’handicap) conquista 2 punti, se impiega un colpo in meno ne conquista 3; se invece impiega un colpo in più conquista 1 punto, mentre dai 2 colpi in più in su totalizza punteggio zero.

Questa formula, rispetto alla medal, porta beneficio in termini di velocità ed elimina le situazioni di buche chiuse con 12-13 colpi se non di più. La somma dei punti conquistati in ogni buca rappresenta il finale punteggio del golfista 

 

Il punteggio del golfista, tipologie

Sono due le tipologie che si possono calcolare per il punteggio del golfista: il valore netto, comprensivo dell’handicap del golfista, o il valoro lordo, che dell’handicap non tiene conto (o comunque considera handicap zero). In questo modo, il punteggio del golfista netto è confrontabile e paragonabile tra giocatori, mentre il valore lordo non rende possibile una particolare competizione, visto che i golfisti con handicap più bassi realizzano sempre punteggi più alti di quelli con handicap maggiori. 

 

Abbiamo parlato del gioco del gofl e delle regole del golf anche negli articoli:

Golf in Italia, realtà in crescita

Gioco del golf: tutto quello che bisogna sapere

 

 

Golf in Italia, realtà in crescita

Il golf in Italia è arrivato nel 1903, con la fondazione del Circolo Golf di Roma, seguito quattro anni dal Circolo di Menaggio e Cadenabbia, sul lago di Como. Nel 1927, a Milano, viene fondata la Federazione italiana Golf (Fig), inizialmente associazione privata per opera dei Circoli di Firenze, Palermo, Stresa, Torino e Villa d’Este, dall’anno successiva allargatasi a 20 Circoli e trasferitasi a Roma, entrando a far parte del Coni.

I Circoli che nel 1954 erano solamente 17 per circa 1.200 giocatori, sono diventati 31 nel 1964, 90 nel 1988 e 258 nel 1999, a testimonianza del fatto che il golf in Italia è un movimento in grande crescita: al 31 dicembre 2014 i tesserati della Federazione, che attualmente è presieduta da Franco Chimenti, sono 91.713, dei quali 23.723 donne e 8.913 sono juniores . I Circoli sono invece 410, 130 dei quali sono campi pratica. 

 

Il golf in Italia, sempre più praticato

Il golf in Italia sta vivendo una crescita importante sia come numero di giocatori che di strutture golfistiche. Queste si differenziano per numero di buche, qualità delle strutture e dei servizi.

In particolar modo esistono tre tipologie di strutture per praticare il golf in Italia: Circoli di golf, che solitamente hanno 18 buche (ma possono averne di meno, ovvero 9, oppure di più, 27 o 36) e dispongono di un campo pratica e altre zone per l’allenamento; Campi promozionali, che generalmente hanno dalle 3 alle 6 buche, talvolta offrono un campo Pitch & Putt, e dispongono di un campo pratica e di una Club House che ospita i servizi; Campi pratica, si tratta di strutture che offrono esclusivamente un campo pratica e spesso un putting green e altre zone di allenamento. Non dispongono di un percorso di gara ma sono utili per iniziare a giocare a golf o per allenarsi durante la settimana.

 

Dove praticare il golf in Italia

Per praticare il golf in Italia ci sono oltre 400 strutture tra Circoli e campi pratica. Tra le regioni, la capofila è la Lombardia che ne possiede 65, seguita dal Piemonte con più di 50, una trentina invece quelle presenti nel Lazio. In ogni regione italiana è comunque possibile giocare a golf, anche in percorsi riconosciuti a livello internazionale.

 

A proposito di golf in Italia e di golf in generale potrebbe interessarti anche:

Gioco del golf: tutto quello che bisogna sapere

Handicap golf: cos’è e come si ottiene 

Il punteggio del golfista