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Rimborso IVA 2015, requisiti

Al fine di semplificare la procedura di rimborso IVA e accelerare i tempi di erogazione, l’Agenzia delle Entrate ha introdotto il Dl n. 175/2014 entrato in vigore questo 2015. 

Tra le modifiche introdotte in questo 2015 vediamo l’aumento del tetto del rimborso IVA che può essere richiesto senza la necessità di presentare garanzia di adempimenti. Il tetto massimo del rimborso IVA 2015 è stato innalzato a 15 mila euro. Così tra i requisiti per accedere al rimborso IVA non figurano più garanzie e fideiussioni se l’esecuzione non supera un rimborso di 15 mila euro. 

Per richiedere il rimborso IVA per importi inferiori a 15 mila euro sarà sufficiente il visto di conformità e una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. I requisiti per richiedere il rimborso dell’IVA, con il Dl n. 175/2014 sono diventati più “morbidi” per i contribuenti che dovranno affrontare minori spese e potranno ottenere il rimborso in tempi più celeri. 

La garanzia viene richiesta solo in caso di rischio fiscale e può essere fornita anche con semplice cauzione in titolo di Stato. 

Il rimborso trimestrale dell’IVA  


Il punto di riferimento temporale per il calcolo dei tre mesi previsto per l’esecuzione dei rimborsi è la data di presentazione della dichiarazione. Se il contribuente esegue più dichiarazioni nello stesso periodo d’imposta (per dichiarazioni correttive o integrative) i tre mesi si calcolano a partire dall’ultima dichiarazione presentata. 

Il limite di 15mila euro si calcola sommando le diverse richieste di rimborso IVA eseguite nell’intero arco del periodo d’imposta. 

Requisiti per il rimborso IVA oltre i 15mila euro

Anche per i rimborsi superiori ai 15mila euro scompare la garanzia, analogamente sarà sufficiente presentare il visto di conformità e la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. La dichiarazione dovrà riportare le informazioni relative alla solidità patrimoniale, alla continuità aziendale e alla regolarità dei versamenti contributivi. Chi, invece, presenta la garanzia non sarà tenuto a presentare anche la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà ne’ il visto di conformità.

La garanzia rientra tra i requisiti necessari al rimborso dell’IVA 2015 se il contribuente esercita un’attività d’impresa da meno di due anni (fatta eccezione per le nuove forme di Start Up). Anche chi presenta l’istanza mancante di visto di conformità o di sottoscrizione alternativa o ancora, priva di dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. Anche chi chiede il rimborso dell’IVA sull’eccedenza detraibile risultante all’atto della cessazione dell’attività sarà costretto a presentare garanzia. 

I cosiddetti contribuenti “a rischio” necessitano di garanzia. I contribuenti a rischio sono quelli che hanno ricevuto avvisi di accertamento o di rettifica nell’arco degli ultimi due anni. 

La garanzia può essere presentata anche tramite cauzione in titolo di Stato o garantiti dallo Stato, tale forma di garanzia si interfaccia alla polizza fideiussoria. 

 

Esenzione canone Rai, a chi spetta

Esenzione canone rai, a chi spetta? Sono diverse le categorie che possono beneficiare dell’esenzione canone Rai. In questo articolo, oltre a fornirvi le indicazioni su dove reperire il modulo di esenzione canone Rai, vedremo in dettagli a chi spetta tale agevolazione.

In particolare vedremo i casi:

  • – esenzione canone Rai per Disabili e invalidi
  • – esenzione canone Rai per categorie speciali
  • – esenzione canone Rai ultrasettantacinquenni
  • – agevolazioni sul canone Rai per pensionati
  • – agevolazioni sul canone Rai per disoccupati 
  • – agevolazioni sul canone Rai per chi ha un reddito basso

 

A chi tocca l’esenzione del canone Rai? 


In primis figurano gli Over 75 e gli invalidi degenti presso case di riposo che presentano determinati requisiti. Queste non sono le uniche categorie a non dover pagare il canone Rai. Possono beneficiare dell’esenzione anche i Militari delle Forze Armate Italiane, Militari di cittadinanza straniera appartenenti alle Forze Nato, agenti diplomatici e consolari, rivenditori e riparatori TV.

 

Esenzione del Canone Rai per gli anziani, over 75

Tale esenzione è rivolta agli ultrasettantacinquenni ma non a tutti! Non basta essere anziani per non pagare il canone Rai, bisogna rispettare diversi requisiti per ottenere l’esenzione del canone:

  1. – aver compiuto 75 anni di età entro il termine di pagamento del canone.
  2. – Non convivere con altri soggetti diversi dal coniugi e titolare di reddito proprio.
  3. – Avere un reddito che, unitamente a quello del proprio coniuge, non superi i 6.713,98 euro annui, una media di 516,46 euro al mese per 13 mensilità.

Il modulo per fare domanda di esenzione è reperibile sul sito dell’Agenzia delle entrate oppure presso gli uffici locali o territoriali, basterà chiedere il modulo di dichiarazione sostitutiva.

 

Esenzione canone Rai per invalidi 

Fino al 2008 gli invalidi e i disabili potevano beneficiare di una piena esenzione del canone rai. Purtroppo, con il Dpr n. 601/1973, tale esenzione è stata cancellata e oggi, un invalido o disabile per non pagare il canone rai deve essere degente presso una casa di riposo, quindi non pagherà il canone Rai perché non vivrà più nella sua abitazione. In questo caso si può richiedere l’annullamento inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno all’Agenzia delle Entrate, Direzione Provinciale I di Torino. Ufficio territoriale di Torino 1, Sportello S.A.T. Casella postale 22 – CAP 10121 Torino (To). 

 

Agevolazioni sul canone Rai per pensionati 

I pensionati di qualsiasi età, così come i disabili che percepiscono la pensione di invalidità, possono usufruire di una particolare agevolazione. I pensionati potranno pagare il canone Rai dividendo l’ammontare della tassa in 11 rate mensili che verranno detratte direttamente dalla pensione. Ciò significa che i pensionati potranno pagare il canone Rai a rate con circa 11 euro al mese per 11 mesi. 

 

Agevolazioni sul canone RAI per i disoccupati 

I disoccupati, così come chi ha un reddito basso, non possono contare su alcuna esenzione ma possono usufruire della possibilità di pagare il canone Rai a rate. Il pagamento del canone Rai a rate può essere pagato a cadenza semestrale (con due rate da 57,92 euro) o a cadenza trimestrale, cioè con 4 rate da 30,16 euro.

 

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Rimborso pensioni INPS: come calcolarlo

Dopo aver visto a chi tocca il rimborso pensioni facciamo un po’ di chiarezza su come eseguire il calcolo del risarcimento dovuto dall’INPS.

Calcolare l’importo del rimborso pensioni INPS non è cosa facile, come visto nell’articolo intitolato “Rimborso pensioni, a chi spetta, sono molte le variabili che incidono sul calcolo. Di seguito vi sono tutti i concetti chiave legati al tema rimborso pensioni INPS e, infine, un pratico elenco, a scaglioni, dei rimborsi dovuti in base alla pensione percepita

 

A chi spetta
 il rimborso pensioni INPS

 

Il rimborso tocca a chi percepisce un assegno previdenziale compreso tra un minimo di 1.500 euro e un massimo di 3.000 euro lordi. I pensionati che rientrano tra gli aventi diritto al rimborso, riceveranno un assegno di risarcimento.

 

A quanto ammonta il rimborso pensioni INPS e come calcolarlo? 


 

Il rimborso è pari al 10% dell’inflazione registrata nel biennio 2012 e 2013. Il caro vita (inflazione) registrata nel 2012 è stata pari al 2,7% mentre per l’anno 2013 l’inflazione è passata al 3%. Un modello di calcolo del rimborso è stato presentanto nell’articolo Pensioni, come calcolare l’importo del rimborso.

Se non volete sudare più di tanto, potete affidare il calcolo del rimborso ai cervelloni elettronici dell’Inps oppure vedere le somme orientative in base alla pensione percepita.

La Uil ha condotto un’interessante indagine e ha notato che i rimborsi più proficui spetteranno a chi percepisce una pensione compresa tra i 1500 e i 1800 euro lordi al mese. Il rimborso è più esiguo per chi incassa un assegno provvidenziale più corposo (superiore ai 2.800 euro e inferiore ai 5.000 euro). Stando al calcolo del rimborso, le stime approssimative sono:

  • Chi percepisce una pensione di 1.500 € avrà diritto a un rimborso di circa 796,26 euro.
  • Chi percepisce una pensione pari a 1.600 euro vedrà un rimborso di circa 849,34 euro.
  • Chi percepisce una pensione di 1.800 euro si vedrà recapitare a casa un assegno pari a 955,50 €. 
  • Chi percepisce un assegno previdenziale di 2.800 euro si vedrà rimborsare solo il 10% del maltolto subito, cioè una cifra pari a circa 471 €.

C’è da dire che il “rimborso” è solo parziale perché il maltolto stimato dall’Uil è ben più salato. Il Governo, con i rimborsi emessi, non avrebbe attuato la sentenza dell’Alta Corte; stando a ciò che riferisce la Uil “il rimborso che arriverà nelle tasche dei pensionati italiani è solo una minima parte del dovuto“. 

ll maltolto subito dai pensionati che percepiscono un assegno previdenziale tra i 1.500 euro e i 1.800 euro, ammonta a più di 2.000 euro, per l’esattezza 2.467 euro per chi percepisce un assegno di 1.500 euro e ben 2.960 euro per chi corrisponde un assegno previdenziale di 1.800 euro; come visto in precedenza, la cifra corrisposta con il rimborso è piuttosto magra. 

La situazione si aggrava per chi percepisce pensioni più cospicue. Per esempio, chi ha un assegno previdenziale pari a 2.800 euro che si vedrà corrispondere un rimborso di soli 471 euro. Questi pensionati vedranno un rimborso di appena il 10,82% dell’importo effettivo sottratto con il blocco pensioni del Governo Monti che ammonta a ben 4.360 euro. 

Tutte le cifre segnalate in questo articolo sono lorde e quindi soggette a tassazioni. Per capire l’importo netto bisognerà sottrarre al rimborso indicato all’incirca il 18%. L’assegno di 796,27 euro spettante a chi percepisce una pensione lorda di 1.500 euro, al netto diventa dai 659 ai 700 euro. 

 

Pensione anticipata, requisiti 2015

Riforma pensioni 2015, ecco le ultime notizie su chi intende andare in pensione anticipata: requisiti, flessibilità in uscita e possibili penalizzazioni.

La riforma delle pensioni di Renzi fa discutere molto e al centro del dibattito ci sono tematiche quali flessibilità in uscita e nuovi requisiti previsti per la pensione anticipata. I requisiti definitivi per la pensione anticipata saranno contenuti nella Legge di Stabilità 2016 prevista per il prossimo settembre.

A chiarire il problema della flesisbilità in uscita e delle penalizzazioni previste per chi va in pensione anticipata, sarà la legge 854 sulle pensioni flessibili, disegno di legge voluto dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Daminao.

Per ora, ad appoggiare la flessibilità in uscita proposta da Cesare Damiano sono la Lega Nord, una buona parte dei sindacati e la minoranza del PD. Ricordiamo che la flessibilità in uscita prevista dalla riforma pensioni 2015 introduce la possibilità di andare in pensione in anticipo ma penalizzando, in modo più o meno cospicuo, l’assegno previdenziale percepito.

A non appoggiare il disegno di legge proposto dal presidente Commissione Lavoro è il movimento Cinque Stelle e anche l’Inps. Stando al Movimento Cinque Stelle, la nuova riforma sulle pensioni celerebbe un tacito ricatto per i pensionati che si ritroverebbero costretti ad accettare un assegno previdenziale ridotto pur di poter lasciare il lavoro.

Sul fronte Inps, Tito Boeri, ha sottolineato quanto la flessibilità in uscita prevista da Cesare Damiano andrebbe a incidere sugli assegni previdenziali di chi desidera andare in pensione in anticipo. Le penalizzazioni, stando all’Inps, andrebbero a richiamare alcuni aspetti della vecchia riforma pensioni della Fornero. Purtroppo la proposta di Tito Boeri non è molto florida per i pensionati perché potrebbe introdurre un taglio pensioni al 34%.

Anche se nel web si continua a parlare di riforma pensione di Renzi, il governo del Premier si è espresso molto poco al riguardo, non ci sono state prese di posizione concrete se non qualche vaga speranza per i pensionati che intendono avvalersi della pensione anticipata. Con molte probabilità a potersi avvalere della pensione anticipata senza grosse penalizzazioni sarebbero i lavoratori precoci.

Il Governo Renzi ha lasciato intendere che, con la Legge di Stabilità 2016 e la prossima riforma pensioni, vorrà diminuire la rigidità così da favorire il pensionamento, tuttavia, considerato che nei discorsi del Premier si è parlato soprattutto dei lavoratori precoci, potrebbero passare nel disegno legge i provvedimenti cosiddetti Quota 41 o Quota 100 (101 se si tratta di liberi professionisti).

I requisiti per andare in pensione oggi, vedono la necessità di un’anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi per le donne e di 42 anni e 6 mesi per gli uomini. Per chi intende andare in pensione anticipata sono previste delle penalizzazioni descritte nel nostro articolo dedicato alla flessibilità in uscita: Riforma pensioni, più flessibilità in uscita.

 

Per gli aggiornamenti: pensione anticipata, novità 2018

Qualificazioni Europei 2016: calendario delle partite da giocare

Qualificazioni Europei 2016, calendario. Ecco le partite ancora da giocare. Tempo di verdetti: i primi potrebbero arrivare già dopo la prima tornata di gare, tra il 3 e il 5 settembre 2015. Gli Europei 2016 sono in programma in Francia dal 10 giugno al 10 luglio dell’anno prossimo.

 

Qualificazioni Europei 2016, calendario: due scontri diretti 

Per le qualificazioni agli Europei 2016 in calendario due scontri diretti nei gironi C e D. A contendersi il primato nei rispettivi raggruppamenti Spagna e Slovacchia, che si affronteranno il 5 settembre a Oviedo, e Germania-Polonia, in programma il giorno prima a Francoforte. Vincere significherebbe ipotecare la qualificazione, evitando la roulette degli spareggi.

 

Altre cinque gare potrebbero spostare gli equilibri. Sfide delicate, in alcuni casi decisive. Si inizia il 3 settembre con Olanda-Islanda: ad Amsterdam, Sneijder e compagni dovranno vincere per riavvicinare il secondo posto nel girone A, per ora distante 3 punti. L’Islanda, dal canto suo, con un pareggio e con sole tre partite ancora da giocare manterebbe inalterato il vantaggio sugli ‘orange’ (5 punti). Il 4 settembre, a Budapest, si gioca Ungheria-Romania, valida per il gruppo F, con le prime tre  racchiuse in altrettanti punti.

Serve una vittoria ai magiari per agganciare a 14 punti la Romania. Occasione ghiotta per l’Irlanda del Nord, seconda nel girone, che farà visita alle non irresistibili Isole Faroe. A Copenaghen, Danimarca-Albania (girone I) vale il primo posto, solo provvisorio, perché il Portogallo, capolista, riposa. Nel gruppo E, infine, la Slovenia proverà ad espugnare Basilea per raggiungere la Svizzera al secondo posto. 

 

Qualificazioni Europei 2016, calendario: a novembre gli spareggi

6-8 settembre, 8-10-11-13 ottobre le date in cui si disputeranno le ultime tre giornate di qualificazione. Agli spareggi, fissati per novembre e dai quali dovranno uscire i nomi delle ultime 4 squadre qualificate, parteciperanno otto delle nove terze dei gironi.

Dal 10 giugno il torneo entrerà nel vivo. Lo Stade de France di Saint-Denis, nell’hinterland parigino, ospiterà la gara inaugurale.

 

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Europei 2016, gironi: ecco la situazione quando mancano ancora quattro giornate per conoscere le squadre che parteciperanno all’appuntamento che si terrà in Francia dal 10 giugno al 10 luglio 2016. Settembre e ottobre i mesi decisivi. 

 

Europei 2016, gironi: situazione ancora incerta

Situazione incerta nei nove gironi di qualificazione agli Europei 2016, almeno per il primato. Dopo sei partite, hanno un piede e mezzo in Francia la Slovacchia e l’Inghilterra, entrambe a punteggio pieno, ma anche Austria, Galles e Islanda sono vicine ad una sorprendente qualificazione. La  rivincita delle ‘cenerentole’, capaci di mettersi alle spalle Nazionali più quotate come Germania e Spagna, è incarnata proprio dalla piccola isola tutta montagne e ghiacciai, miglior attacco e miglior difesa in un girone di ferro con Repubblica Ceca, Olanda e Turchia. Guidata dall’ex Pescara Bjarnason, sta incantando gli addetti ai lavori. Se supererà indenne la trasferta in Olanda, il 3 settembre, avrà confezionato un capolavoro. 

 

Europei 2016, gironi: prova d’appello per gli Orange

Per gli ‘Orange’ sarà invece la prova d’appello: terzi con 10 punti, proveranno a scavalcare la Repubblica Ceca, distante 3 lunghezze. Complicato anche il cammino della Russia nel girone G: il 5 settembre sfiderà la Svezia, seconda con 4 punti di vantaggio, in una sfida da dentro o fuori. 

 

Europei 2016, gironi: Italia dietro alla Croazia

Nel girone dell’Italia, gli azzurri inseguono ad un punto di distanza la Croazia e dovranno verosimilmente vincerle tutte per assicurarsi il primo posto. Nel girone D, si sfideranno per il primato Germania e Polonia, che si affronteranno il 4 settembre a Francoforte. A qualificarsi per le fasi finali saranno le vincitrici dei nove gironi, le seconde classificate e la migliore terza. Le otto rimanenti terze classificate si sfideranno negli spareggi, in programma a novembre, per determinare le ultime quattro squadre che staccheranno il biglietto per Parigi.

Il 10 giugno 2016 sarà lo Stade de France di Saint-Denis, nei pressi di Parigi, ad ospitare la gara inaugurale. Il 10 luglio nello stesso impianto si terrà la finale.

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Stipendio netto dal lordo: come calcolarlo

E’ possibile eseguire il calcolo dello stipendio netto partendo dalla cifra lorda? Certo, ecco tutti i calcoli da fare per risalire allo stipendio netto di ogni regime lavorativo (collaboratori, con partita iva o lavoratori dipendenti).

E’ capitato a tutti: ci presentiamo a un colloquio di lavoro e dopo tante chiacchiere non riusciamo a capire quale è l’effettiva remunerazione netta. E’ in questo contesto che conviene capire come calcolare il netto dal lordo, ciò significa individuare gli importi delle tasse da versare a fronte dello stipendio lordo mensile

Non è semplice calcolare lo stipendio netto dal lordo, le variabili sono tante e cambiano in base alla configurazione del lavoro. I fattori che possono incidere sull’importo netto dello stipendio sono tantissimi, in più, non sempre il reddito lavorativo è l’unica entrata danarosa di cui disponiamo, quindi le tasse dovute annualmente possono aumentare non solo in corrispondenza alle trattenute sulla busta paga. 

I fattori che influenzano il calcolo del netto dal lordo

  • Il reddito 


Il reddito ha un ruolo cruciale nel calcolare lo stipendio netto dal lordo: in base al reddito cambia l’aliquota IRPEF, quindi se avete una seconda casa in affitto, un terreno che vi fa reddito o qualsiasi attività secondaria, l’aliquota IPEF sale perché si tratta di un imposta progressiva. 

  • Il tipo di lavoro e l’età 


La detrazione IRPEF varia in base a lavoro dipendente o autonomo, inoltre alcuni regimi agevolati vedono una detrazione IRPEF differente per i lavoratori con età inferiore ai 30 anni. Ancora diversa è la detrazione IRPEF per lavoratori autonomi con partita IVA ordinaria o con partita IVA configurata nel regime dei minimi (per coloro che non fatturano oltre i 30 mila euro all’anno). Ancora diverso è il calcolo se il lavoro dipendente è a tempo determinato o indeterminato.

  • La residenza 


Le aliquote regionali, provinciali e comunali sono relative al luogo in cui si vive. 

Tra le manovre salvaitalia di Renzi, è stato introdotto il cosiddetto bonus di 80 euro che spetta ai lavoratori dipendenti con contratto part time in formula ridotta o per interno per chi lavora tutto l’anno. 

  • Spese deducibili


Per i lavoratori autonomi e per i liberi professionisti sono molte le spese deducibili correlate all’attività lavorativa.

  • Detrazioni fiscali 


Lavoratori autonomi o dipendenti hanno la facoltà di avvalersi alle detrazioni fiscali introdotte con la legge di stabilità di Renzi. Questo sgravio fiscale si fa sentire molto, soprattutto quando le spese da detrarre sono legate alla ristrutturazione di un immobile, all’acquisto di un impianto solare, di arredamento e elettrodomestico o per il miglioramento dell’efficienza energetica del proprio edificio.

  • Coniuge, familiari o Figli a carico 


Altra incidenza è dettata dal numero di familiari a carico, dalla loro età e dalla loro condizione fisica (si applicano criteri diversi se i figli a carico sono portatori di handicap), varia ancora in caso di separazione dei coniugi con alimenti da versare.

Come è chiaro, i fattori che influenzano il calcolo dello stipendio netto dal lordo sono moltissimi e difficili da interpretare tutti insieme, tuttavia è possibile avvalersi di regole generali che possono dare un’idea indicativa di quale sarà lo stipendio netto a partire dal lordo pattuito.

 

Stipendio netto dal lordo: come calcolarlo

La “formula” più veloce per calcolare lo stipendio netto dal lordo è molto approssimativa e consiste nel sottrarre al lordo tra il 25% e il 40%, cioè, nel complesso, l’espressione delle ritenute di legge a carico del lavoratore da versare per l’Irpef, l’Inps, il trattamento di fine rapporto e altre voci. 

Per quanto approssimativo, questo calcolo può essere molto utile nel darci indicazioni orientative sulla cifra netta che possiamo intascare a fine mese. 

Molto più semplice è calcolare lo stipendio netto dal lordo quando si tratta di una collaborazione occasionale, in questo caso bisognerà togliere dalla cifra lorda solo il 20% così da ricavare il netto. 

 

Rimborso pensioni, a chi spetta

Nel 2012 e 2013, il governo Monti ordinò il blocco degli assegni previdenziali ma lo scorso 30 aprile la Corte Costituzionale ha riaperto i conti e per i pensionati italiani ci sono rimborsi in vista. 

A specificare come si calcolano i rimborsi degli arretrati sulle pensioni è stata una circolare dell’Inps già ripresa nel nostro articolo “Pensioni, come calcolare il rimborso.

 

Rimborso pensioni, a chi spetta 


Il governo Renzi ha subito precisato chi può avere il rimborso pensioni: solo coloro che guadagnano tra 3 e 6 volte il trattamento minimo, cioè tra 1.500 e 3 mila euro lordi al mese, vale a dire tra circa i 1.200 e 2.400 euro netti. Chi percepisce una pensione superiore ai 3mila euro lordi non avrà diritto ad alcun rimborso, così come chi incassa un assegno previdenziale inferiore ai 1.500 euro.

 

Chi non ha diritto al rimborso pensioni


Non hanno diritto al rimborso pensioni coloro che percepiscono un assegno previdenziale inferiore ai 1.500 euro lordi o superiore ai 3.000 euro lordi.

Perché a questi pensionati non spetta il rimborso?
Non hanno diritto ad alcuna restituzione perché nel biennio 2012 – 2013, non subirono alcun blocco da parte del Governo Monti. 

 

Come si calcola il rimborso pensioni 

Il calcolo degli arretrati sulla pensione è piuttosto complesso perché tiene conto dell’importo dell’assegno previdenziale percepito, di un aumento che dipende dall’inflazione (dal carovita) e dal proprio reddito. Per semplificare, nell’articolo “Pensioni, come calcolare il rimborso“, vi abbiamo proposto delle tabelle. Qui vi riporteremo la logica del calcolo del rimborso.

Chi percepisce assegni previdenziali compresi tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi ha diritto a un arretrato pari al 40% dell’inflazione registrata nel 2012 e nel 2013. Chi percepisce un assegno tra i 2.000 e i 2.500 euro, potrà calcolare il rimborso stimando il 20% dell’inflazione registrata negli anni 2012 e 2013. I pensionati con un assegno previdenziale compreso tra i 2.500 e i 3.000 euro lordi hanno diritto a un rimborso pari al 10% dell’inflazione registrata nel biennio 2012 – 2013.

L’inflazione registrata nel 2012 è pari al 2,7% mentre per il 2013 l’inflazione sale al 3%. 

Se questo calcolo del rimborso pensioni vi sembra complicato, sappiate che dall’anno 2014 la trama si infittisce perché per erogare rimborsi meno cospicui il meccanismo riduce il legame tra gli aumenti e il carovita. 

Esempio di come si calcola il rimborso pensioni 

Al fine di farvi comprendere come calcolare il rimborso delle pensioni, vi riportiamo un esempio pratico. 

Carla è una pensionata che percepisce un assegno previdenziale di 1.500 euro lordi al mese. A causa del blocco pensioni del governo Monti, Carla ha maturato arretrati nel 2012, 2013, 2014 e i pochi mesi del 2015 (prima della riforma pensioni di Renzi).

A causa del blocco istituito dal Governo Monti (riforma Fornero), Carla avrà diritto a un rimborso complessivo pari a 796,27 euro, di questi:

  • 
- 210,6 euro per i mancati aumenti del 2012

  • – 447,2 euro per i mancati aumenti del 2013
  • 
- 89,96 euro per le ripercussioni del blocco pensioni nel 2014

  • – 48,51 euro per i mancati aumenti del 2015

Attenzione però! I 796,27 euro sono lordi e sono soggetti a tassazione separata e imposte che dipendono dall’aliquota media dell’irpef degli ultimi anni. Ecco perché nella premessa vi abbiamo detto che l’entità del rimborso pensioni varia anche in relazione al reddito: per un pensionato che percepisce 1.500 euro lordi al mese, l’aliquota media è di circa 15 -18%, quindi dei 796,27 euro lordi, il reale rimborso (al netto delle imposte) ammonterà a circa 659 – 700 euro.